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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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del soccorso e del deposito fu posta sotto esame. sin dalla primavera del<br />

1800, su richiesta della municipalità, il citta<strong>di</strong>no Benedetto dolce effettuò<br />

un’attenta valutazione della loro situazione e utilità. egli mise in evidenza<br />

che con la soppressione dei monasteri erano venuti meno tutti gli altri ricoveri<br />

per l’educazione delle figlie, questo creava grave <strong>di</strong>sagio ai vedovi dato che<br />

dall’educazione delle madri <strong>di</strong>pendeva l’educazione dei figli. Perciò egli riteneva<br />

il soccorso merite<strong>vol</strong>e <strong>di</strong> attenzione da parte della municipalità. Quanto<br />

al deposito, dolce rilevava che aveva ormai da tempo abbandonato gli scopi<br />

primari per cui era nato e che anch’esso serviva per l’educazione delle figlie<br />

oneste. tuttavia, esso non aveva acquisito la celebrità del soccorso e si proponeva<br />

perciò la sua unione a quest’ultimo, che veniva definita in<strong>di</strong>spensabile<br />

per impe<strong>di</strong>re la rovina <strong>di</strong> entrambe le opere. a tal fine dolce suggeriva che si<br />

dovessero occupare gli e<strong>di</strong>fici vicini al soccorso, che erano già dell’opera. ciò<br />

non avrebbe comportato gravi spese e avrebbe consentito <strong>di</strong> aumentare <strong>di</strong><br />

molto il numero delle ricoverate – che erano già 76 – mentre non ci sarebbe<br />

stato alcun bisogno <strong>di</strong> incrementare il numero delle maestre, che invece era<br />

già sufficiente. in questo modo si sarebbe infatti trovata anche un’adeguata<br />

collocazione per quelle internate che essendo da lungo tempo nelle opere<br />

avevano <strong>di</strong> fatto acquisito il ruolo <strong>di</strong> maestre, ma che evidentemente erano in<br />

esubero rispetto alle esigenze. inoltre, poiché nel deposito si trovavano «figlie<br />

attempate» e altre inferme, che «non sarebbero <strong>di</strong> convenienza anzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

all’opera del soccorso», si proponeva <strong>di</strong> rimandarle a casa dando loro<br />

una pensione, oppure <strong>di</strong> trasformare i locali del deposito in ritiro <strong>di</strong> figlie vecchie,<br />

inferme e povere. si in<strong>di</strong>cava con precisione che poiché ci sarebbe stato<br />

posto per una trentina <strong>di</strong> persone, venti <strong>di</strong> esse sarebbero potute provenire<br />

dal ritiro delle vedove nobili e <strong>di</strong>eci dal deposito. infine, l’area vicina avrebbe<br />

potuto servire come lavanderia per tutte le opere assistenziali della città 52 .<br />

anche se non è del tutto chiara la misura in cui le proposte del citta<strong>di</strong>no<br />

dolce furono attuate, con ogni probabilità la successiva gestione della commissione<br />

amministrativa deve aver favorito un’unione, almeno <strong>di</strong> fatto, fra le<br />

opere del soccorso e del deposito, e posto le basi per quell’unione formale<br />

che fu sancita solo negli anni Quaranta dell’ottocento. con la restaurazione,<br />

la compagnia riprese vita e rientrò in possesso delle opere. è probabile che<br />

la <strong>vol</strong>ontà <strong>di</strong> porre fine ai ri<strong>vol</strong>gimenti introdotti durante l'epoca napoleonica<br />

abbia semplicemente rappresentato una battuta <strong>di</strong> arresto temporanea nel<br />

processo <strong>di</strong> unificazione delle due opere e allungato i tempi <strong>di</strong> realizzazione.<br />

52 asct, Carte Francesi, cartella 110.<br />

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