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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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la reputazione e rispettabilità <strong>di</strong> ceti <strong>di</strong>stinti, <strong>di</strong> intere famiglie oltre che<br />

<strong>di</strong> singoli in<strong>di</strong>vidui, era dunque preoccupazione centrale nell’azione <strong>di</strong> queste<br />

istituzioni. ma con la loro esistenza le istituzioni femminili s<strong>vol</strong>gevano un ruolo<br />

importante anche rispetto ad un altro attore sociale: accanto alle residenti,<br />

alle famiglie e ai benefattori dobbiamo infatti considerare il personale interno.<br />

un elemento <strong>di</strong> novità in questo stu<strong>di</strong>o è senz’altro costituito dal quadro<br />

vivido che esso fornisce della vita quoti<strong>di</strong>ana nelle istituzioni femminili, un<br />

aspetto su cui si sa in genere assai poco. attraverso una ricostruzione meticolosa,<br />

e mettendo insieme informazioni provenienti da fonti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso genere,<br />

inclusi i regolamenti (un documento prezioso quando utilizzato in combinazione<br />

con altre fonti), maritano mette in luce l’importante ruolo s<strong>vol</strong>to da<br />

altre due categorie <strong>di</strong> donne, oltre che dalle residenti.da un lato si sottolinea<br />

l’opportunità che queste istituzioni offrivano a donne nobili o comunque <strong>di</strong><br />

alto rango <strong>di</strong> esercitare un ruolo <strong>di</strong> rilievo non solo come benefattrici e iniziatrici<br />

delle istituzioni ma, cosa meno nota, come <strong>di</strong>rettrici e econome, come<br />

persone cioè che supervedevano la gestione quoti<strong>di</strong>ana dell’istituzione e s<strong>vol</strong>gevano<br />

dunque compiti pratici e amministrativi. d’altro lato l’attenzione alle<br />

funzioni <strong>di</strong> “madre”, governante, maestra mostra come le istituzioni fossero,<br />

e <strong>di</strong>venissero in modo crescente nel corso del periodo esaminato, un luogo <strong>di</strong><br />

impiego femminile. Quando si parla <strong>di</strong> passaggio da ruoli caritativi a educativi<br />

si deve tener conto infatti <strong>di</strong> che cosa la crescita <strong>di</strong> compiti <strong>di</strong> avviamento al<br />

lavoro ma anche <strong>di</strong> istruzione (alla lettura, all’aritmetica) rappresentasse per<br />

l’impiego femminile. si estendevano evidentemente le opportunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire<br />

figure professionali <strong>di</strong> educatrici e istruttrici, trasformando in ruoli pubblici<br />

mansioni che erano state tra<strong>di</strong>zionalmente s<strong>vol</strong>te in ambito domestico 25 . l’alto<br />

turnover del personale interno nelle istituzioni sanpaoline mostra infatti<br />

che questi non erano ruoli s<strong>vol</strong>ti solo dalle internate ma da personale esterno<br />

che veniva assunto, retribuito e che poteva licenziarsi o essere licenziato.<br />

non si trattava solo <strong>di</strong> funzioni che davano a donne in genere sole (nubili o<br />

vedove) un tetto, una residenza rispettabile e un modo <strong>di</strong> mantenersi ma che<br />

conferivano anche autorità e la possibilità <strong>di</strong> esercitare ruoli <strong>di</strong>rettivi con una<br />

note<strong>vol</strong>e autonomia. lo stu<strong>di</strong>o mette in luce infatti come «madri», «sottomadri»<br />

e governanti fossero le reali responsabili della gestione quoti<strong>di</strong>ana degli<br />

istituti. i rettori si facevano vedere appena una <strong>vol</strong>ta la settimana e spesso<br />

nemmeno quella, e il campo era controllato da queste figure femminili che<br />

tal<strong>vol</strong>ta riuscivano persino a decidere chi ammettere, in deroga alle regole, e<br />

25 su cui si vedano ad esempio Laudani, 2006 e Molà, 2000.<br />

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