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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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nella «seconda scuola comunale» doveva anche superare un esame <strong>di</strong> aritmetica<br />

e <strong>di</strong> grammatica. tutti gli aspiranti laici avevano l’obbligo, inoltre, <strong>di</strong> sostenere<br />

un esame preliminare sulla dottrina cristiana. l’urgenza <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are<br />

all’incapacità e all’ignoranza dei maestri si tradusse in una serie <strong>di</strong> progetti<br />

che caratterizzarono la politica carlo-albertina agli inizi degli anni ’40. tale<br />

impegno <strong>di</strong>ede avvio, nell’agosto del 1844, ai corsi della «scuola normale <strong>di</strong><br />

metodo per l’istruzione dei maestri delle scuole elementari» tenuti presso<br />

l’università <strong>di</strong> torino, ad opera dell’abate Ferrante aporti, già noto come<br />

fondatore dei primi asili infantili. tuttavia, la prima vera riforma dell’istruzione<br />

magistrale venne attuata dal ministro luigi cibrario nel 1853, quando le<br />

scuole <strong>di</strong> metodo vennero trasformate in scuole magistrali che, a seconda del<br />

tipo <strong>di</strong> patente rilasciata, venivano <strong>di</strong>stinte in inferiori e superiori. la stessa<br />

riforma sancì l’istituzione, accanto alle scuole maschili per maestri, <strong>di</strong> quelle<br />

femminili per la formazione delle maestre, stabilendo così la parità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>.<br />

Prima <strong>di</strong> allora, mentre le scuole provinciali <strong>di</strong> metodo rimasero aperte unicamente<br />

ai maschi, la formazione delle maestre veniva lasciata all’iniziativa privata.<br />

la prima vera scuola per maestre si dovette all’iniziativa <strong>di</strong> domenico<br />

Berti, che verso la fine del 1849, con l’aiuto del comune <strong>di</strong> torino, istituì una<br />

scuola provvisoria per maestre, la cui durata triennale garantiva una buona<br />

preparazione culturale e professionale. a questa scuola, nel 1854, veniva annesso<br />

l’istituto materno, una sorta <strong>di</strong> scuola elementare per le attività <strong>di</strong>dattiche<br />

delle allieve 280 .<br />

nei regolamenti che seguirono quello del 1853 a tutte le maestre<br />

dell’educatorio veniva richiesto unicamente il possesso della patente <strong>di</strong> grado<br />

superiore 281 . nei primi anni del novecento si richiedeva anche l’idoneità<br />

fisica 282 e nel 1925, in ottemperanza alle norme imposte dalla riforma gentile,<br />

le competenze richieste alle maestre dovevano essere comprovate dal possesso<br />

della licenza magistrale e della relativa abilitazione. le maestre dovevano,<br />

inoltre, essere <strong>di</strong>chiarate fisicamente idonee al loro ufficio 283 . l’amministrazione<br />

si riservava, infine, <strong>di</strong> «esigere in speciali casi, e per funzioni <strong>di</strong>verse da<br />

quelle dell’insegnamento, anziché il titolo <strong>di</strong> maestra elementare la licenza <strong>di</strong><br />

istituto tecnico o altro titolo equipollente» 284 .<br />

280 Di Pol, 1998, pp. 9-43.<br />

281 assP, ii, EDI, Statuti, 4506, statuto dell’educatorio duchessa isabella 1897.<br />

282 assP, ii, EDI, 4514, regolamento 1904.<br />

283 assP, ii, EDI, 4521, regolamento 1925, art. 11.<br />

284 Ibidem.<br />

279

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