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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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due materassi, un guanciale, coperte e lenzuola. inoltre, le alunne dovevano<br />

poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi cambi <strong>di</strong> vestiario a seconda delle occasioni 228 . un<br />

corredo <strong>di</strong> tale portata fa supporre, in linea con quanto più <strong>vol</strong>te richiamato,<br />

che l’accesso alle scuole del san <strong>Paolo</strong> fosse prerogativa <strong>di</strong> fanciulle provenienti<br />

da famiglie sufficientemente agiate.<br />

in aggiunta al corredo vi era poi l’elenco degli indumenti che costituivano<br />

l’uniforme propria dell’educatorio, la quale consisteva in tre grembiuli<br />

<strong>di</strong> cotone bianco, quattro grembiuli neri, due vestiti per l’uscita, <strong>di</strong> cui uno<br />

per l’inverno e uno per l’estate, tre vestiti per uso giornaliero interno, un cappello<br />

<strong>di</strong> paglia bianca e uno <strong>di</strong> paglia nera. guanti, manicotto, "paracqua" e<br />

ombrellino completavano, infine, l’elenco 229 . nel corso degli anni alcuni capi<br />

<strong>di</strong> vestiario non vennero più richiesti, come ad esempio il vestito da ballo e la<br />

cappellina per il giar<strong>di</strong>no 230 .<br />

il rigore educativo presente all’interno dell’educatorio si rifletteva anche<br />

nell’immagine che le fanciulle dovevano offrire <strong>di</strong> sé al <strong>di</strong> fuori dell’istituto.<br />

nel regolamento interno del 1904 si precisava, infatti, che<br />

le alunne sono avvezzate ad un modo <strong>di</strong> vestire semplice, pulito e or<strong>di</strong>nato: non<br />

devono avere altro vestito che quello uniforme, né possono portare indosso o<br />

ritenere presso <strong>di</strong> sé alcun ornamento <strong>di</strong> valore; si devono pettinare ed assettare<br />

con semplicità e con quel decoro che conviene a giovanette educate 231 .<br />

un decoro che pare venisse scrupolosamente passato al vaglio, così<br />

come sembra emergere dal ricordo delle alunne: «prima <strong>di</strong> uscire passavamo<br />

la rivista della <strong>di</strong>rettrice e della vice, che ci <strong>vol</strong>evano in perfetto or<strong>di</strong>ne» 232 .<br />

l’attenzione all’immagine che si forniva all’esterno, dunque, era espressione<br />

del prestigio dell’educatorio.<br />

la sobrietà e la semplicità nel vestire sembravano aver lasciato spazio,<br />

negli anni, ad un abbigliamento più ricercato, che <strong>di</strong>ventava per le alunne<br />

stesse fonte <strong>di</strong> orgoglio:<br />

la nostra <strong>di</strong>visa era molto <strong>di</strong>stinta, ma a noi non piacevano i copricapo: paglietta<br />

alla chevalier, nera in inverno, bianca in estate; tanto insistemmo che il Presidente<br />

ci concesse <strong>di</strong> adottare un basco in panno blu e una deliziosa cloche in paglia <strong>di</strong><br />

228 si veda nel secondo <strong>vol</strong>ume la riproduzione dell’“elenco degli oggetti formanti il corredo”<br />

del 1925 (assP, ii, EDI, Regolamenti, 4521, regolamento per l’educatorio, 1925, pp. 27-28).<br />

229 assP, ii, EDI, 4521, regolamento 1925, tabella e.<br />

230 assP, ii, EDI, Programmi scolastici, 4566.<br />

231 assP, ii, EDI, 4514, regolamento 1904, art. 62.<br />

232 assP, ii, EDI, 5155, Incontro fra ex insegnanti, assistenti, alunne, p. 18.<br />

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