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legge, ad esempio, che con or<strong>di</strong>nato del 28 febbraio 1827 venne destinata<br />
una piazza del lascito gabutti, nell’opera del soccorso, a luigia maria stefania<br />
geymet <strong>di</strong> ginevra che «il giorno <strong>di</strong> ieri abiurò gli errori della setta<br />
calviniana e venne pel tal motivo abbandonata da’ parenti» 195 . in detta situazione<br />
appariva esplicito l’intento della compagnia <strong>di</strong> sostenere nel segno<br />
della fede cattolica una giovane figlia priva <strong>di</strong> appoggi famigliari. è anche il<br />
caso <strong>di</strong> caterina crosino <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci anni, cui venne concessa una piazza gratuita<br />
del lascito arpino, nella casa del soccorso, in quanto «nata in russia,<br />
<strong>di</strong> padre piemontese, venuta alla religione cattolica dalla greca scismatica» 196 .<br />
nelle valutazioni che venivano espresse dai congregati, il credo sembrava<br />
costituire prerogativa tutt’altro che secondaria per una giovane postulante:<br />
nel gennaio 1825 venne ammessa un’altra do<strong>di</strong>cenne, emilia vittoria camilla<br />
Bucher, a godere anch’essa <strong>di</strong> una piazza arpino nella casa del soccorso, e<br />
sembrava trattarsi <strong>di</strong> un caso non comune, poiché si precisava che il «padre,<br />
colonnello d’un reggimento svizzero al servizio <strong>di</strong> sm, è protestante e<br />
la madre è cattolica» 197 . il carattere <strong>di</strong> eccezionalità è attestato dal fatto che,<br />
mentre per le altre figlie non veniva esplicitata la fede professata, deducendo<br />
che si trattava senza dubbio <strong>di</strong> quella cattolica, nei casi in cui ciò veniva specificato,<br />
a proposito della postulante o della sua parentela, essa costituiva una<br />
credenziale importante. essa, infatti, garantiva la possibilità per le figlie stesse<br />
<strong>di</strong> essere ammesse ad occupare piazze gratuite, in quanto, coerentemente<br />
con il pensiero del tempo, rifletteva il principio che ad un buon cristiano corrispondesse<br />
un onesto citta<strong>di</strong>no. all’istituzione religiosa veniva riconosciuto<br />
un compito educativo, che andava ad incidere anche sulla sfera civile della<br />
vita del cristiano 198 .<br />
con il passare degli anni, venuta meno la necessità <strong>di</strong> impegnarsi nell’opera<br />
<strong>di</strong> conversione delle giovani, non <strong>di</strong>minuì, tuttavia, l’attenzione alla <strong>di</strong>mensione<br />
religiosa, la cui cura fu assegnata, sino alla chiusura dell’educatorio, a un<br />
<strong>di</strong>rettore spirituale, «sacerdote <strong>di</strong> fama specchiata e versato negli stu<strong>di</strong>i sacri» 199 .<br />
dalle pagine del <strong>di</strong>ario 200 <strong>di</strong> una studentessa ospite dell’educatorio negli<br />
anni trenta del novecento si evince come la «cura dell’anima» non fosse<br />
195 assP, i, CSP, Or<strong>di</strong>nati-Verbali, 18, seduta del 25 febbraio 1827.<br />
196 assP, i, CSP, Or<strong>di</strong>nati-Verbali, 19, seduta del 21 aprile 1833.<br />
197 assP, i, CSP, Or<strong>di</strong>nati-Verbali, 18, seduta del 16 gennaio 1825.<br />
198 su questo tema si veda Foa, 1975.<br />
199 assP, i, Socc.-Dep., 250/1, regolamento 1853.<br />
200 assP, ii, EDI, 5155, Incontro fra ex insegnanti, assistenti, alunne, pp. 10-11. in occasione<br />
dell’incontro fra ex allieve celebrato nel settembre 1982, alcune studentesse raccolsero i loro<br />
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