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limitazioni dovute a vincoli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendenza, ma si fondavano, più che altro, su<br />
un criterio <strong>di</strong> tipo meritocratico: venivano assegnati all’inizio <strong>di</strong> ogni anno scolastico<br />
dal cda dell’istituto <strong>di</strong> san <strong>Paolo</strong>, su proposta del presidente, alle alunne<br />
che godevano da almeno un anno <strong>di</strong> un posto semigratuito e che, nell’anno<br />
scolastico precedente, avevano conseguito un riconoscimento per il profitto<br />
e per la condotta. come si legge in un documento del 1927, «il beneficio del<br />
posto gratuito (<strong>di</strong> libero conferimento) costituisce pertanto uno speciale premio<br />
accordato alle educande a posto semigratuito che si sono particolarmente<br />
<strong>di</strong>stinte» 183 . non resta che domandarsi come venissero assegnati, quin<strong>di</strong>, i posti<br />
semigratuiti <strong>di</strong> libero conferimento, che rappresentavano un po’ il lasciapassare<br />
per un eventuale posto completamente gratuito. anch’essi <strong>di</strong>stribuiti ad<br />
inizio anno scolastico, venivano attribuiti sulla base <strong>di</strong> un concorso per titoli<br />
che annualmente si pubblicava nei mesi <strong>di</strong> luglio e agosto. il bando, come da<br />
regolamento, prevedeva che le famiglie delle alunne che ne avessero fatto richiesta<br />
presentassero documenti relativi alla loro situazione economica 184 .<br />
nel caso in cui fossero venute meno le con<strong>di</strong>zioni per l’attribuzione della<br />
piazza, per mancanza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scendenza chiara, per assenza <strong>di</strong> requisiti<br />
patrimoniali o per demeriti scolastici, il posto rimaneva «vacante». nell’anno<br />
scolastico 1927-28, ad esempio, ben 19 posti risultavano non assegnati e alcuni<br />
rimanevano scoperti da moltissimi anni: è il caso delle piazze Bernocco e cavour,<br />
non occupate da oltre un trentennio, e dei posti <strong>di</strong> fondazione Frola, gabutti<br />
e manzini. «sembrerebbe potersi <strong>di</strong>re che, all’infuori <strong>di</strong> pochi lasciti particolarmente<br />
‘vivi’ (arpino, Borbonese, crosa), negli altri l’estinzione avviene<br />
naturalmente, forse – si legge nel resoconto <strong>di</strong> archivio – per mancanza <strong>di</strong> fanciulle<br />
nella <strong>di</strong>scendenza, forse perché nelle famiglie si perde la memoria del lascito<br />
remoto, forse per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la parentela col fondatore» 185 .<br />
tra le piazze che richiedevano come titolo d’accesso la parentela con il<br />
fondatore le più importanti, almeno in termini <strong>di</strong> posti offerti, erano la piazza<br />
arpino e la piazza Bernocco, entrambe con 3 posti gratuiti, la cavour con 5<br />
posti gratuiti e la crosa, che con ben 7 posti si presentava come il lascito più<br />
183 assP, ii, EDI, Alunne, 4689.<br />
184 nello specifico dovevano presentare: un’attestazione rilasciata dalla giunta municipale<br />
del comune ove la fanciulla ricorrente era domiciliata, dalla quale risultasse chiaramente<br />
il numero, il sesso, l’età, la professione e lo stato economico dei membri della famiglia, con<br />
<strong>di</strong>stinzione tra quelli che coabitano con la ricorrente e quelli che ne vivono separati; e una<br />
<strong>di</strong>chiarazione dell’agente delle imposte competente che determini il patrimonio della fanciulla<br />
ricorrente, dei genitori e degli avi paterni e materni (assP, ii, EDI, Regolamenti, 4519,<br />
regolamento 1914, artt. 46-47).<br />
185 assP, ii, EDI, Alunne, 4689.<br />
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