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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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l’ottocento, in quanto strettamente connesso con l’ammissione: si tratta del<br />

pagamento delle doti, <strong>di</strong> cui beneficiavano, secondo precise in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />

nei testamenti dei benefattori, le fanciulle che lasciavano l’istituto. a<br />

tale proposito si ha notizia, seppur con rara frequenza, <strong>di</strong> atti che deliberavano<br />

il pagamento della dote per chi avesse contratto matrimonio: è del maggio<br />

1819 la decisione <strong>di</strong> accordare il pagamento <strong>di</strong> una somma <strong>di</strong> denaro ad una<br />

figlia della casa del soccorso, per «conveniente suo matrimonio» 175 . Poiché il<br />

pagamento della dote, come il mantenimento della figlia, variava in base alla<br />

ren<strong>di</strong>ta maturata dalla donazione, venivano eseguiti precisi calcoli circa la<br />

sua entità, <strong>di</strong> cui venivano messi a conoscenza i genitori all’atto dell’ammissione<br />

delle figlie. tale premura nel comunicare anticipatamente l’ammontare<br />

dei cre<strong>di</strong>ti esigibili dalla famiglia, da parte della compagnia, sembrava<br />

costituire una sorta <strong>di</strong> garanzia per la compagnia stessa: questo atto veniva<br />

formalizzato «me<strong>di</strong>ante consueta sottomissione» da parte del richiedente,<br />

che in tal modo accettava le con<strong>di</strong>zioni poste e sollevava la compagnia da<br />

eventuali responsabilità. ad esempio, nel 1817, angela luigia giordano e<br />

luigia teodora albera, dell’opera del soccorso, in quanto <strong>di</strong>scendenti, godevano<br />

entrambe <strong>di</strong> una piazza crosa, ma sapevano <strong>di</strong> poter aspirare a una<br />

sola dote. infatti,<br />

siccome le figlie che occupano le dette piazze hanno nel caso contemplato dal<br />

testamento del fu sig. crosa, e dal regolamento 30 maggio 1779 <strong>di</strong>ritto ad una<br />

dote <strong>di</strong> lire 300 in occasione <strong>di</strong> matrimonio e che sulla vacanza dal 15 agosto 1815<br />

in poi d’una <strong>di</strong> dette piazze si era fatto il fondo d’una sol dote, furono dette figlie<br />

ammesse me<strong>di</strong>ante rinuncia dei loro genitori alla metà <strong>di</strong> detta dote 176 .<br />

veniva specificato che ciascuna delle due figlie avrebbe goduto della sola<br />

parte maturata in proporzione al tempo <strong>di</strong> permanenza nell’opera. il testamento<br />

contemplava, inoltre, che in caso <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> una delle figlie che si fossero<br />

trovate nel ritiro «il fondo riservato pel suo sussi<strong>di</strong>o dotale accrescerà all’altra,<br />

e lo stesso si praticherà successivamente applicandosi tale fondo alla superstite,<br />

175 «i congregati accordano altresì alla damigella carolina avogadro <strong>di</strong> ceretto figlia<br />

del signor conte egi<strong>di</strong>o occupante una delle Piazze <strong>di</strong> lascito cavour nella casa del<br />

soccorso, donde nel uscire per causa <strong>di</strong> conveniente suo matrimonio, lire centotrentacinque<br />

centesimi ventiquattro ammontare <strong>di</strong> tutto il fondo de’ scorsi anni destinato alle figlie<br />

occupanti detta Piazza, e mandano detta somma pagarsele dopo la celebrazione del<br />

matrimonio me<strong>di</strong>ante semplice quitanza per li motivi noti alla congregazione e senza<br />

tratto <strong>di</strong> conseguenze» (assP, i, CSP, Or<strong>di</strong>nati-Verbali, 16, seduta del 23 maggio 1819).<br />

176 assP, i, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 28, s.v. «soccorso Piazze crosa». rimanda all’or<strong>di</strong>nato<br />

2 marzo 1817.<br />

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