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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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non proprio irrilevante, era rappresentato dal fatto che tali stu<strong>di</strong> si intendevano<br />

«a carico delle alunne», le quali, anche se a posto gratuito o semigratuito,<br />

dovevano già far fronte alle spese derivanti dai libri <strong>di</strong> testo, dall’occorrente<br />

per scrivere e <strong>di</strong>segnare, dal corredo e dall’uniforme dell’istituto.<br />

alle prese con un endemico <strong>di</strong>savanzo <strong>di</strong> bilancio, dovuto ai numerosi<br />

posti gratuiti e semigratuiti, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà in maniera più approfon<strong>di</strong>ta in seguito,<br />

l’educatorio duchessa isabella, nello stabilire un aumento delle tasse <strong>di</strong><br />

iscrizione, definì che «esse debbano essere piuttosto moderate per i corsi normale<br />

e complementare», prendendo come termine <strong>di</strong> confronto le tasse pagate<br />

presso istituti analoghi, uno fra tutti la scuola normale domenico Berti,<br />

mentre invece dovranno essere, proporzionalmente, un po’ più elevate per il corso<br />

elementare per evitare il pericolo <strong>di</strong> un soverchio affollamento ed anche per<br />

mantenere quell’ambiente civile, che è con<strong>di</strong>zione fondamentale del nostro educatorio<br />

126 .<br />

si presentava sempre più chiaramente la popolazione scolastica alla<br />

quale si ri<strong>vol</strong>gevano gli amministratori della <strong>di</strong>rezione delle opere pie <strong>di</strong><br />

san <strong>Paolo</strong>. era loro interesse risultare tra gli istituti più “quotati” dal punto<br />

<strong>di</strong> vista dell’istruzione impartita, scelta questa che inevitabilmente precludeva<br />

l’accesso a fanciulle provenienti da famiglie meno avvantaggiate. i regolamenti<br />

successivi dell’educatorio (1914, 1921) non presentarono mo<strong>di</strong>fiche<br />

strutturali dell’assetto scolastico, ma piuttosto continui adeguamenti delle<br />

tasse <strong>di</strong> iscrizione. Ben più interessanti appaiono invece le mo<strong>di</strong>fiche che seguirono<br />

la riforma gentile del 1923, con la quale il ministro operò la riorganizzazione<br />

dell’istruzione sul territorio nazionale sulla base dei principi della<br />

filosofia neoidealista. la scuola elementare fu portata fino al quinto anno e si<br />

configurava come una preparazione, fine a se stessa per la massa popolare, agli<br />

stu<strong>di</strong> successivi, i quali adeguavano i propri programmi ai principi dell’«educazione<br />

intesa come autoeducazione», allo «sviluppo dello spirito come farsi<br />

continuo», al «rapporto educatore-educando come comunione spirituale» 127 .<br />

Particolare attenzione fu data alla formazione dei maestri che vennero<br />

istruiti alla cultura «essenzialmente umanistica e filosofica» accentuando<br />

«il carattere <strong>di</strong> scuola <strong>di</strong> cultura generale a detrimento della preparazione<br />

126 Ibidem. la sottolineatura è nel testo originale. gli altri istituti del panorama torinese<br />

con i quali l’educatorio entrava in concorrenza erano l’istituto alfieri carrù, l’istituto professionale<br />

maria letizia, l’istituto margherita <strong>di</strong> savoia, la r. scuola <strong>di</strong> commercio (ist.<br />

internazionale) e l’istituto delle suore <strong>di</strong> s. giuseppe.<br />

127 Bertoni Jovine, 1975, p. 266.<br />

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