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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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dell’interno dopo il 1875 – ma non a carico <strong>di</strong> pubbliche istituzioni, riconosciute<br />

dallo stato, e che esercitano funzioni <strong>di</strong> stato. ricoveri siffatti sono<br />

oggi un anacronismo, e costituiscono un istituto civilmente immorale» 57 . si<br />

iniziava pertanto a sentire l’esigenza <strong>di</strong> non «sacrificare» il potenziale umano,<br />

ma <strong>di</strong> promuoverlo in un’ottica <strong>di</strong> crescita della persona e della società in cui<br />

è inserita. l’attenzione all’altro sembra acquisire sempre maggiori spazi non<br />

solo per i già ricordati motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico e <strong>di</strong> controllo sociale. nasce<br />

una nuova sensibilità nei confronti della popolazione emarginata che non si<br />

limita alla semplice, seppur importante, ospitalità in strutture <strong>di</strong> accoglienza,<br />

ma comincia ad offrire gli strumenti per il recupero della persona e il riscatto<br />

sociale. alla logica dell’assistenza va man mano affiancandosi quella dell’educazione<br />

(o della rieducazione) della persona. la scelta <strong>di</strong> campo operata dai<br />

membri delle opere pie <strong>di</strong> san <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong> occuparsi delle ragazze delle classi<br />

me<strong>di</strong>o-alte può essere interpretata anche alla luce <strong>di</strong> questo nuovo orientamento<br />

culturale, sebbene già in epoche precedenti ci fosse un procedere in<br />

tale <strong>di</strong>rezione. è anche vero che furono numerosi gli istituti che in quegli anni<br />

sorsero in aiuto delle fanciulle in <strong>di</strong>fficoltà e forse anche per questo i congregati<br />

ritennero più opportuno in<strong>di</strong>rizzare l’opera verso l’educazione delle<br />

fanciulle «<strong>di</strong> civil con<strong>di</strong>zione». una fra tutte, l’opera della marchesa giulia <strong>di</strong><br />

Barolo, è esemplificativa dell’attenzione che le giovani meno fortunate ricevevano<br />

nella torino del tempo. «considerato nell’insieme, il suo intervento a<br />

favore delle donne dei ceti popolari si presenta molto ampio, organico, tendenzialmente<br />

globale» 58 .<br />

come si è visto, le opere pie <strong>di</strong> san <strong>Paolo</strong> furono partecipi dei turbamenti<br />

dell’epoca, spesso anticiparono le <strong>di</strong>rettive governative, in alcuni casi<br />

si opposero ad esse: certo è che mo<strong>di</strong>ficarono l’assetto iniziale, scegliendo <strong>di</strong><br />

occuparsi <strong>di</strong> un preciso gruppo <strong>di</strong> persone (le ragazze in età scolare) e attraverso<br />

modalità ben definite (l’educazione in senso scolastico).<br />

da questo punto l’istituto del soccorso (così continuò a chiamarsi dopo la sua<br />

unione con quello del deposito, fino al 1883) cominciò la sua lenta, ma continua<br />

57 Caravaggio, 1911, p. 40.<br />

58 Levra, 1988, p. 134. l’autore riporta in sintesi le iniziative che videro protagonista la<br />

marchesa <strong>di</strong> Barolo: 1821 <strong>di</strong>rezione del carcere femminile delle Forzate; 1823 fondazione<br />

dell’opera pia del rifugio in Borgo dora, o casa <strong>di</strong> ricovero per donne colpe<strong>vol</strong>i; 1832<br />

fondazione del rifugino per ragazze <strong>di</strong> età inferiore ai 15 anni; 1833 apertura del ritiro<br />

delle maddalene o delle figlie pentite; 1841 inaugurazione del ritiro delle fanciulle traviate,<br />

dette maddalenine, <strong>di</strong> età compresa tra i 7 e 14 anni; 1845 fondazione dell’ospedale infantile<br />

femminile <strong>di</strong> s. Filomena; 1846 apertura dell’orfanotrofio delle giuliette.<br />

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