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ovviare a questa situazione <strong>di</strong> «potenziale ostilità», che era ben più <strong>di</strong> una<br />
semplice preoccupazione, la commissione avanzò la proposta <strong>di</strong> istituire un<br />
nuovo corpo amministrativo che operasse «sotto l’influenza governativa». la<br />
parola passò al consiglio <strong>di</strong> stato, che il 7 novembre 1849, quando i tempi<br />
erano ben cambiati, giu<strong>di</strong>cò immotivato togliere alla compagnia la <strong>di</strong>rezione<br />
delle opere che così <strong>di</strong>ligentemente aveva curato, invitando solo ad apportare<br />
«alcune mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>vol</strong>ute dalla natura dei tempi e dalle mutate circostanze».<br />
la «segretezza» della compagnia, dettata dall’esercizio non palese della<br />
carità, non era quin<strong>di</strong> ritenuta dal consiglio un limite alla corretta gestione<br />
delle risorse, ma veniva riconosciuta come una «delicatezza» necessaria allo<br />
s<strong>vol</strong>gimento del compito 36 . le mo<strong>di</strong>fiche consigliate presupponevano, tuttavia,<br />
una verifica degli statuti antichi e delle successive integrazioni e implicitamente<br />
richiedevano un adeguamento degli stessi. il ministro dell’interno<br />
galvagno propose, pertanto, che entrasse a far parte della gestione delle opere<br />
<strong>di</strong> Beneficenza «un competente numero <strong>di</strong> altri membri da nominarsi, colle<br />
debite e regolari forme della votazione, dal consiglio comunale», col compito<br />
<strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere per l’appunto «un progetto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni e <strong>di</strong> riforme agli<br />
antiquati regolamenti della compagnia» 37 . il provve<strong>di</strong>mento passò all’analisi<br />
prima della sezione dell’interno del consiglio <strong>di</strong> stato poi a quella delle sezioni<br />
riunite, che, sebbene fossero su posizioni <strong>di</strong>fferenti circa la possibilità<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’assetto organizzativo della compagnia (la prima più favore<strong>vol</strong>e,<br />
la seconda meno propensa a cambiamenti ra<strong>di</strong>cali), si trovarono entrambe<br />
concor<strong>di</strong> nella richiesta <strong>di</strong> visionare gli statuti della compagnia prima <strong>di</strong><br />
36 il consiglio <strong>di</strong> stato, sezione dell’interno, constatò: «1. che risultando dal rapporto della<br />
commissione privi d’ogni fondamento i sospetti che si cercò d’infondere nel pubblico con<br />
la rappresentanza sporta alla camera dei deputati relativamente alle tendenze ed alla gestione<br />
della compagnia <strong>di</strong> s. <strong>Paolo</strong>, essendosi questa contenuta gelosamente nei limiti delle<br />
rispettive fondazioni, ed avendo, in quanto alla contabilità, osservate le prescrizioni della<br />
legge del 24 <strong>di</strong>cembre del 1836, si presenta meno giusta la proposta <strong>di</strong> formare una nuova<br />
amministrazione, come quella che avrebbe per conseguenza la pronuncia <strong>di</strong> una condanna,<br />
laddove la stessa commissione non ha trovato alcuna colpa. 2. che trecento ed una firma,<br />
ond’è munita la rappresentanza passata alla camera, per la massima parte d’uomini <strong>di</strong> nessuna<br />
notabilità nella sfera politica e nelle amministrazioni caritative non possono bastare a<br />
costituire la pubblica opinione contro una istituzione, che la commissione riconosce pura<br />
non solo da ogni macchia, ma merite<strong>vol</strong>e della pubblica gratitu<strong>di</strong>ne nelle persone dei suoi<br />
amministratori. 3. che l’oggetto capitale dell’opera essendo quello della <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
sussi<strong>di</strong> ai poveri vergognosi, non potrebbesi sperare gran fatto la necessaria segretezza e i<br />
dovuti riguar<strong>di</strong> in un’operazione che i benefattori <strong>vol</strong>lero raccomandata alla più squisita<br />
delicatezza, qualora venisse come si propone, affidata ad un’amministrazione <strong>di</strong> numerosi<br />
in<strong>di</strong>vidui, per quanto possano essere benemeriti» (Abrate, 1963, p. 161).<br />
37 assP, i, CSP, Storia, 4, fasc. 13, decreto ministeriale 5 luglio 1848.<br />
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