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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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più funzionale alle esigenze della città, come <strong>di</strong>mostra, tra l’altro, il fatto che il<br />

loro numero crebbe senza interruzioni sino alla Prima guerra mon<strong>di</strong>ale. non<br />

a caso, a fine secolo, era lecito sostenere pubblicamente che torino «pullulava<br />

<strong>di</strong> infinite scuole private» 27 . tale giu<strong>di</strong>zio sembra confermato dalla Guida <strong>di</strong><br />

Torino e<strong>di</strong>ta da Paravia, una sorta <strong>di</strong> rubrica degli in<strong>di</strong>rizzi utili della città,<br />

secondo cui gli istituti liberi per ragazze avrebbero conosciuto una crescita<br />

continua per tutto il secolo: da 11 che erano nel 1848, <strong>di</strong>vennero 31 nel 1880,<br />

53 nel 1895 e 64 nel 1910. da quel momento, anche per opera della politica<br />

restrittiva messa in atto dal governo fascista nei confronti delle scuole non<br />

cattoliche, sino ad allora molto <strong>di</strong>ffuse non solo a torino, ma in tutt’italia, il<br />

numero <strong>di</strong>minuì – pur rimanendo assai elevato –, scendendo a 46 nel 1925<br />

e a 48 nel 1940. gli istituti femminili privati tornarono ad aumentare leggermente<br />

dopo la fine del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale (ne erano segnalati<br />

53 nel 1955), per poi perdere definitivamente peso dagli anni sessanta del<br />

novecento. si tratta <strong>di</strong> un mondo variegato e complesso, ancora inesplorato<br />

dalla storiografia, che per essere capito sino in fondo andrebbe stu<strong>di</strong>ato nel<br />

suo <strong>di</strong>venire e, quin<strong>di</strong>, tenendo conto del fatto che scuole, programmi e insegnamenti<br />

mutarono costantemente in base alle richieste del tessuto sociale e<br />

produttivo della città, andando ben oltre l’immagine stereotipata che spesso<br />

viene riproposta dell’istruzione femminile tra ottocento e novecento.<br />

3. Il caso dell’Educatorio duchessa Isabella nel contesto torinese<br />

nell’e<strong>vol</strong>uzione che l’istruzione privata – non <strong>di</strong>versamente da quella<br />

pubblica – conobbe a torino nel corso dell’età contemporanea emergono alcune<br />

linee <strong>di</strong> tendenza che il caso dell’educatorio duchessa isabella non solo<br />

incrocia, ma può anche contribuire a illustrare. in questo senso, uno snodo<br />

centrale è rappresentato dalla revisione a cui il san <strong>Paolo</strong> sottopose il mandato<br />

istituzionale originario delle sue opere tra ottocento e novecento. nel<br />

1853, infatti, fu ratificato il passaggio della casa del soccorso da ente assistenziale<br />

a istituto educativo. la casa del deposito, unita a quella del soccorso, fu<br />

<strong>di</strong> fatto soppressa, ma la sua missione fu conservata tramite il trasferimento<br />

annuale <strong>di</strong> parte del patrimonio all’istituto del buon pastore, che si occupava<br />

della stessa utenza a cui si era ri<strong>vol</strong>ta nei secoli passati la casa del deposito.<br />

27 asct, Collezione Simeom, serie c, Istruzione, scatola 20, L’inaugurazione dell’Istituto<br />

Diodata Saluzzo.<br />

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