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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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anni, proprio al fine <strong>di</strong> evitare abusi e irregolarità, la polizia torinese segnalò<br />

decine <strong>di</strong> donne che, prive dell’opportuna patente, nelle proprie case o nel<br />

retro delle botteghe, educavano o più probabilmente facevano badanza a piccoli<br />

gruppi <strong>di</strong> bambini, spesso senza sapere né leggere né scrivere 8 .<br />

l’ultimo, incontrovertibile, in<strong>di</strong>zio della crescente domanda d’istruzione<br />

da parte del gentil sesso è offerto dalla creazione, nel 1850, delle scuole<br />

elementari femminili da parte della città <strong>di</strong> torino, che si decise, così, non<br />

solo ad applicare quanto prescritto dalla legge relativa all’or<strong>di</strong>namento delle<br />

amministrazioni provinciali e comunali (7 ottobre 1848), la quale imponeva<br />

<strong>di</strong> inserire tra le voci obbligatorie <strong>di</strong> spesa quelle per le scuole elementari<br />

maschili e femminili, ma anche <strong>di</strong> far fronte a un bisogno sempre più avvertito<br />

anche dagli strati sociali meno abbienti 9 . ne è una prova il fatto che, se<br />

per avere accesso alle nuove scuole municipali era sufficiente che le bambine<br />

avessero un’età compresa tra i sette e i <strong>di</strong>eci anni e <strong>di</strong>mostrassero <strong>di</strong> essere in<br />

buona salute, poiché i posti scarseggiavano, veniva attribuita la priorità alle<br />

allieve orfane, prive <strong>di</strong> madre o che vivevano in con<strong>di</strong>zioni particolarmente<br />

<strong>di</strong>sagiate 10 . nelle puntuali relazioni che l’assessore Pietro Baricco pubblicò<br />

nel corso degli anni cinquanta, il dato più rilevante fu proprio lo straor<strong>di</strong>nario<br />

aumento delle allieve delle classi femminili, <strong>di</strong>venute, sia per il corso<br />

elementare inferiore sia per quello superiore, «affollatissime» 11 .<br />

resta da capire perché, nel regno <strong>di</strong> sardegna della prima metà<br />

dell’ottocento, sia emerso un così grande interesse per l’educazione delle<br />

donne. certamente, le cause furono molteplici, ma le principali vanno probabilmente<br />

in<strong>di</strong>viduate nell’utilità che sia le famiglie sia lo stato attribuirono<br />

per la prima <strong>vol</strong>ta alle scuole e all’educazione. le campagne illuministiche<br />

a favore dell’istruzione, presentata come fonte <strong>di</strong> e<strong>vol</strong>uzione personale e <strong>di</strong><br />

promozione sociale, dovevano aver fatto breccia nelle famiglie benestanti,<br />

portandole a considerare in una nuova prospettiva l’istruzione delle ragazze.<br />

da orpello, l’educazione <strong>di</strong>venne un patrimonio, parte dell’ere<strong>di</strong>tà familiare<br />

che aggiungeva valore alla dote nella ricerca <strong>di</strong> un matrimonio <strong>di</strong> prestigio.<br />

8 cfr. santi, 1998, pp. 115-134.<br />

9 agli stessi anni risalgono altri interventi governativi a favore dell’istruzione femminile,<br />

dalla circolare del consiglio generale per le scuole elementari e <strong>di</strong> metodo, che, nel 1849,<br />

invitò i sindaci ad aprire scuole primarie femminili, al progetto dello stesso anno del ministro<br />

della Pubblica istruzione cristoforo mameli, che non si trasformò in legge per via del<br />

cambio <strong>di</strong> legislatura.<br />

10 cfr. Moran<strong>di</strong>ni, 2008, pp. 99-122.<br />

11 cfr. Baricco, 1858, p. 11. sul ruolo <strong>di</strong> Pietro Baricco nella scuola torinese <strong>di</strong> metà ottocento<br />

cfr. De Gubernatis, 1879, s.v.<br />

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