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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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destini <strong>di</strong> vita riconosciuti come possibili per una donna, soprattutto tra le<br />

classi benestanti. la stessa cultura illuminista, nel valorizzare il ruolo materno<br />

della donna, rafforzò la sua identità <strong>di</strong> moglie e madre educatrice, contribuendo<br />

così a limitare le possibilità <strong>di</strong> un ruolo attivo nella vita pubblica.<br />

l’idea che la donna potesse autosostenersi col proprio lavoro, pur cominciando<br />

ad affiorare verso la fine del settecento, nel concreto faticò a imporsi.<br />

anche quando ciò avvenne, il ruolo per eccellenza della donna restò quello<br />

<strong>di</strong> moglie e madre, e il lavoro esterno alla famiglia <strong>di</strong>venne un criterio <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione<br />

e un elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>suguaglianza fra le classi. Fu accettato per<br />

le donne dei ceti più umili ma continuò ad essere visto come non appropriato<br />

alle donne del ceto me<strong>di</strong>o-alto, a cui appartenevano le figlie del soccorso e<br />

del deposito.<br />

certamente la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> mettere insieme una dote adeguata alla posizione<br />

sociale della famiglia <strong>di</strong> origine e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> trovare un marito socialmente<br />

consono deve aver giocato un ruolo determinante in molti destini<br />

femminili. non possiamo tuttavia generalizzare troppo e guardare all’internamento<br />

a vita come a una soluzione <strong>di</strong> ripiego per aspiranti mogli insod<strong>di</strong>sfatte.<br />

in <strong>di</strong>versi casi, la sistemazione in una piazza perpetua dovette essere<br />

vissuta come un’alternativa <strong>di</strong>gnitosa al matrimonio o alla monacazione. tal<strong>vol</strong>ta<br />

essa appare una scelta del tutto personale: nel 1793 maria margherita<br />

Francesca destefanis, dopo 9 anni <strong>di</strong> internamento e l’ottenimento <strong>di</strong> una<br />

dote <strong>di</strong> lire 900, decise <strong>di</strong> rinunciarvi a favore <strong>di</strong> un’altra figlia e in cambio<br />

della promessa <strong>di</strong> una piazza perpetua 229 . altre <strong>vol</strong>te, risulta determinante<br />

anche l’intervento <strong>di</strong> qualche famigliare: maria teresa Porporato ottenne<br />

che la sua piazza fosse resa perpetua in seguito all’intervento del fratello,<br />

che donò lire 1500, come nel 1765 aveva fatto anche lo zio <strong>di</strong> teresa Bruno<br />

con lire 2000 230 .<br />

in un mercato matrimoniale in cui la dote era un elemento essenziale<br />

e imprescin<strong>di</strong>bile, queste cifre avrebbero costituito doti assolutamente appetibili<br />

per un aspirante marito proveniente dal ceto me<strong>di</strong>o. non erano solo le<br />

considerazioni economiche, dunque, a determinare la scelta <strong>di</strong> non sposarsi.<br />

anche ad angela maria curlanda, orfana <strong>di</strong> entrambi i genitori e con<br />

un solo fratello vivente, ma lontano, l’istituzione deve essere parsa come il<br />

luogo rassicurante in cui trascorrere la propria esistenza. sappiamo infatti<br />

che aveva ere<strong>di</strong>tato dai genitori beni e valori pari a 3970 lire, che convertiti<br />

229 Ibidem.<br />

230 Ibidem.<br />

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