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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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«figlie» all’ingresso e all’uscita, sulla loro provenienza geografica, sulle professioni<br />

dei padri, sui tempi <strong>di</strong> permanenza nelle istituzioni, sulla modalità <strong>di</strong> assegnazione<br />

dei posti gratuiti, semigratuiti e della dote, sulla presenza <strong>di</strong> ospiti a pagamento,<br />

sui successivi percorsi <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> molte delle assistite.<br />

la caratterizzazione sociale delle istituzioni assume gradualmente una<br />

precisa fisionomia, identificandosi per tutto il periodo con il ceto me<strong>di</strong>o prevalentemente<br />

legato al mondo delle professioni e della pubblica amministrazione,<br />

che accomuna famiglie d’origine, futuri sposi, benefattori, ufficiali sanpaolini. la<br />

collocazione nelle case del soccorso e nel deposito risulta spesso molto ambita<br />

per le famiglie e per le stesse giovani già in epoca moderna: siamo lontani dalle interpretazioni<br />

storiografiche dell’istituzionalizzazione femminile come fenomeno<br />

esclusivamente punitivo o redentivo.<br />

<strong>di</strong> grande interesse è la ricostruzione della quoti<strong>di</strong>anità nei vari perio<strong>di</strong>,<br />

resa possibile dal confronto tra i regolamenti e la prassi effettiva riscontrabile in<br />

altre fonti, compresa una raccolta <strong>di</strong> testimonianze. orari ben precisi scan<strong>di</strong>vano<br />

le attività della giornata, la preghiera, i lavori femminili, le lezioni e lo stu<strong>di</strong>o, i<br />

pasti, le uscite, le visite dei parenti, ma non mancavano le situazioni <strong>di</strong> tensione<br />

all’interno e i tentativi <strong>di</strong> ampliare i contatti con il mondo esterno. la gestione<br />

era affidata alla <strong>di</strong>rettrice, in più <strong>di</strong> una circostanza considerata figura fin troppo<br />

autonoma dagli amministratori sanpaolini, coa<strong>di</strong>uvata da altre figure femminili,<br />

tra cui l’economa e le maestre. l’analisi del loro ruolo, unitamente a quello delle<br />

benefattrici, fornisce nuovi elementi <strong>di</strong> conoscenza alla storia <strong>di</strong> genere. la professionalità<br />

<strong>di</strong> queste figure si accresce in parallelo alla lenta trasformazione del<br />

soccorso e del deposito da istituto assistenziale a istituto educativo, iniziata già<br />

nel settecento ma ufficializzata a metà ottocento e sottolineata nella denominazione<br />

<strong>di</strong> educatorio duchessa isabella assunta nel 1883.<br />

dopo la ri<strong>vol</strong>uzione francese la società torinese cominciò ad attribuire una<br />

nuova importanza all’istruzione femminile, considerata ora dalle famiglie come<br />

una risorsa per la donna, utile anche per le possibilità <strong>di</strong> impiego, e dallo stato<br />

come un veicolo <strong>di</strong> coesione sociale. nel contempo maturava una nuova concezione<br />

della beneficenza, più orientata alla prevenzione e all’istruzione, e iniziava<br />

l’alfabetizzazione popolare, con una forte presenza delle bambine sui banchi <strong>di</strong><br />

scuola e la conseguente esigenza <strong>di</strong> formare le maestre. tutte le riforme statali<br />

del sistema scolastico vennero recepite o ad<strong>di</strong>rittura anticipate dalle istituzioni<br />

sanpaoline, attente a cogliere le nuove esigenze delle famiglie, a partire dal regolamento<br />

sardo del 1822 fino alla riforma gentile. a fine ottocento l’educatorio<br />

comprendeva la scuola elementare, il corso complementare e il corso normale<br />

(poi magistrale), entrambi pareggiati, cui si aggiunse pochi anni dopo la scuola<br />

commerciale. il corso più caratterizzante era tuttavia quello complementare<br />

superiore, finalizzato alla formazione della buona madre <strong>di</strong> famiglia. Proprio in<br />

questo possiamo cogliere un forte elemento <strong>di</strong> continuità con il passato: sebbene<br />

l’educatorio offrisse indubbiamente anche una formazione professionalizzante,<br />

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