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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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suggerisce che non tutti i ricoveri fossero motivati da preoccupazioni relative<br />

alla moralità delle donne. a fine secolo ad esempio, le ultime pensionarie<br />

elencate nei bilanci risultano essere Francesca, gioanna e marianna, rispettivamente<br />

madre e figlie, le cui pensioni risultano tutte pagate dall’architetto<br />

dejeronimis 142 .<br />

le professioni <strong>di</strong> coloro che pagavano le pensioni delle ricoverate, quando<br />

note, ci riportano nuovamente al ceto civile: accanto all’architetto dejeronimis,<br />

incontriamo il fon<strong>di</strong>chiere 143 Pietro goffi responsabile per la pensione<br />

<strong>di</strong> donna mariana, l’avvocato Pico che paga per rosalia, e don giò Battista<br />

strolengo che paga per rosa; e ancora, il me<strong>di</strong>co sandrone per donna cristina<br />

e il me<strong>di</strong>co “provenzale” per donna carlota. non possiamo prendere<br />

queste in<strong>di</strong>cazioni come probanti l’origine sociale delle ricoverate, possiamo<br />

però <strong>di</strong>re che esse avevano comunque contatti con rappresentanti del mondo<br />

professionale e mercantile, <strong>di</strong> cui si erano guadagnate la protezione. almeno<br />

in un caso, comunque, la stessa donna pare <strong>di</strong> nascita <strong>di</strong>stinta: ce lo <strong>di</strong>ce<br />

l’appellativo <strong>di</strong> damigella con cui è designata margarita marengo <strong>di</strong> castellamonte,<br />

registrata nel bilancio come destinataria, per or<strong>di</strong>ne del re, <strong>di</strong> lire 250<br />

a titolo <strong>di</strong> fardello in occasione del suo matrimonio 144 . d’altronde, la stessa<br />

pensione <strong>di</strong> 22 lire, che risulta ad<strong>di</strong>rittura superiore a quelle pagate al soccorso,<br />

e che dal 1777 è richiesta a tutte le donne accolte alle Forzate, è in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> un’estrazione sociale non riconducibile al ceto popolare. infatti, già per un<br />

ufficiale togato che operava nelle corti periferiche o che esercitava funzioni<br />

modeste negli organi centrali, il cui stipen<strong>di</strong>o si aggirava fra le 600 e le 700 lire,<br />

una retta <strong>di</strong> 22 lire rappresentava circa il 40% dello stipen<strong>di</strong>o mensile. mentre<br />

per un me<strong>di</strong>co o un chirurgo comunale, i cui stipen<strong>di</strong> si aggiravano fra le 400<br />

e le 800 lire annue, la stessa retta costituiva il 66-33% dello stipen<strong>di</strong>o mensile.<br />

come ho visualizzato nella tabella sottostante, la situazione non si sposta <strong>di</strong><br />

molto se applichiamo agli stessi stipen<strong>di</strong> le rette del deposito e del soccorso.<br />

Per lo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 50-58 lire mensili <strong>di</strong> un ufficiale togato, la retta <strong>di</strong> 15<br />

lire ne rappresenta il 30-26%, mentre quella <strong>di</strong> 18 lire il 36-31%; invece per lo<br />

142 assP, i, Forz., Bilanci, 255, conti del 1795 e del 1796. si tratta presumibilmente <strong>di</strong> Pietro<br />

ludovico dejeronimis, architetto civile approvato dalla università <strong>di</strong> torino il 7 marzo 1799;<br />

Brayda - Coli - Sesia, 1963. è elencato nella guida del derossi fra gli architetti torinesi e<br />

abitanti in torino nel 1781; si trova anche nell’almanacco reale del 1783 e del 1786. dai<br />

registri delle regie provvidenze risulta nominato <strong>di</strong>rettore degli estimi dei beni aggregati<br />

alle province <strong>di</strong> nuovo acquisto, con patente del 26 settembre 1781.<br />

143 il termine in<strong>di</strong>ca un mercante con un giro <strong>di</strong> affari piuttosto ampio e pertanto dotato <strong>di</strong><br />

un fondaco, ovvero <strong>di</strong> un magazzino.<br />

144 assP, i, Forz., Bilanci, 255, conto del 1786.<br />

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