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Seconda Università di Napoli<br />

AA. 2012/2013<br />

Facoltà di <strong>Economia</strong><br />

ECONOMIA INDUSTRIALE<br />

Prof. Roberto Basile<br />

(roberto.basile@unina2.it)


• Introduzione<br />

• Stabilità di un accordo collusivo<br />

• Fattori che facilitano la collusione<br />

Collusione<br />

• Fattori che ostacolano la collusione<br />

• Guerre di prezzo<br />

• La normativa antitrust


Introduzione<br />

• Superamento del paradosso di Bertrand<br />

– Vincoli di capacità<br />

– Differenziazione del prodotto<br />

– Collusione (concorrenza dinamica)<br />

• Comportamento collusivo:<br />

strategia che consente alle imprese partecipanti ad un mercato di praticare<br />

prezzi superiori ad un livello competitivo utilizzato come parametro di<br />

riferimento


• Ogni anno la divisione antitrust del Dipartimento di giustizia americano e la Direzione<br />

della Concorrenza dell’Unione Europea comminano decine di multe (anche di alcune<br />

centinaia di milioni) alle imprese per comportamenti collusivi (cartelli) che limitano la<br />

concorrenza e mirano a fissare prezzi elevati<br />

• Nonostante ciò, cartelli illegali continuano a sorgere<br />

• Il motivo che spinge i manager a creare un cartello è la possibilità di raggiungere i<br />

profitti di monopolio<br />

• Ma è anche forte l’incentivo a deviare dall’accordo (dilemma del prigioniero). Dato che<br />

i cartelli sono vietati, occorre tenerli nascosti. Ma quanto più nascosto è un cartello,<br />

tanto più facile è deviare senza essere scoperti dagli altri giocatori


• Alcuni cartelli come l’OPEC sono espliciti in quanto non esiste un’autorità<br />

sovranazionale che impedisca l’accordo. Ma non esiste neanche un’autorità<br />

sovranazionale che faccia rispettare l’accordo. Quindi i membri dell’OPEC devono<br />

preoccuparsi delle possibili defezioni<br />

• Nella rassegna dell’evidenza empirica più esaustiva in letteratura, Connor e Lande<br />

(2005) hanno dimostrato che l’effetto mediano di un cartello sul prezzo è pari al 22%.<br />

In particolare, i due studiosi hanno stimato un effetto del 18% per i cartelli nazionali e<br />

del 32% per quelli internazionali<br />

• Ovviamente l’identificazione di comportamenti collusivi è difficile. E’ necessario<br />

fornire le prove che soddisfino i tribunali. A questo proposito, si rivelano importanti i<br />

recenti programmi di clemenza (riduzione della pena per il membro del cartello che<br />

testimonia in tribunale)


• L’equilibrio di Bertrand (così come quello di Cournot) non è Paretoefficiente<br />

(dal punto di vista delle imprese)<br />

• Viceversa, la collusione (Pareto-efficiente) non è un equilibrio di Nash<br />

nei giochi statici uniperiodali (one-shot games)<br />

• Nella realtà la concorrenza è dinamica le scelte strategiche si ripetono<br />

nel tempo<br />

• Se considerata nell’ambito dei giochi ripetuti, la collusione può<br />

rappresentare un equilibrio


Stabilità di un accordo collusivo: Cournot<br />

• Due imprese simmetriche che competono alla Cournot<br />

• Equilibrio con gioco simultaneo <br />

Es. con costi ( )<br />

p = 12, π=81<br />

i i<br />

N Coll<br />

π π = 36<br />

Ma in realtà le imprese hanno incentivo a deviare dalla collusione, cioè a produrre<br />

q > 45 ,<br />

i<br />

q<br />

q = − 2<br />

1 9<br />

2<br />

2<br />

q2<br />

45 ,<br />

produrrà q 1 = 9 − = 9 − = 6, 75 e π 1 = pq1− cq1 = ⎡ − ( q + q ) ⎤q−<br />

q =<br />

2 2<br />

⎣21 1 2 ⎦ 1 3 1<br />

= ( 21−11, 25)* 6, 75 − 3* 6, 75 = 45. 5625 > 40, 5<br />

Infatti, data la funzioni di reazione<br />

, se l’impresa 1 assume che q = ,<br />

45,


• Ma nella realtà gli accordi collusivi esistono<br />

• Quali condizioni sono necessarie affinché nascano accordi impliciti di<br />

tipo collusivo?<br />

• Per comprenderlo occorre uscire dall’ambito statico del dilemma del<br />

prigioniero<br />

• Nei giochi ripetuti si pone il problema della credibilità della punizione<br />

• Orizzonte finito (induzione all’indietro)<br />

la soluzione di equilibrio perfetto nei sottogiochi è rappresentata da una sequenza<br />

di equilibri di Cournot-Nash (teorema di Selten)<br />

• Orizzonte infinito<br />

Folk theorem: ogni strategia razionale a livello individuale prescelta dagli agenti<br />

rappresenta un equilibrio perfetto nei sottogiochi per un fattore di sconto<br />

sufficientemente elevato


Stabilità di un accordo collusivo: Bertrand<br />

• Due imprese simmetriche competono alla Bertrand<br />

• Funzione di domanda lineare<br />

• MC = c<br />

• No vincoli di capacità<br />

• Prodotto omogeneo<br />

• Equilibrio di Bertrand con gioco simultaneo p = c; π B = 0


• Entrambe le imprese possono migliorare i propri profitti rispetto<br />

all’equilibrio di Bertrand grazie ad un accordo collusivo, ma tale accordo è<br />

stabile?<br />

• Se il gioco è uniperiodale, NO (dilemma del prigioniero)<br />

• Orizzonte finito<br />

In un contesto a orizzonte finito, la soluzione di equilibrio perfetto nei sottogiochi<br />

è rappresentata da una sequenza di equilibri di Bertrand-Nash (teorema di Selten)<br />

• Orizzonte infinito<br />

Folk theorem: ogni strategia razionale a livello individuale prescelta dagli agenti<br />

rappresenta un equilibrio perfetto nei sottogiochi per un fattore di sconto<br />

sufficientemente elevato


1 - Gioco statico di Bertrand (dilemma del prigioniero)<br />

• Due possibili strategie per le 2 imprese:<br />

– Colludere p = p M π 1 = π 2= 1/2π M<br />

– Deviare cercare di ottenere tutta la domanda escludendo l’altra impresa<br />

Giocatore 2↓<br />

Giocatore 1↓ Colludere Deviare<br />

Colludere 1/2π M , 1/2π M 0, π M<br />

Deviare π M , 0 0, 0<br />

– L’incentivo a deviare è maggiore in Bertrand che in Cournot


2 - Gioco di Bertrand ripetuto con orizzonte finito<br />

• Nell’ultimo stadio del gioco c’è un incentivo a deviare indipendentemente dalla<br />

storia del gioco<br />

• Applicando il principio dell’induzione all’indietro, nei periodi precedenti le<br />

imprese tenderanno a deviare. Infatti, una strategia (promessa) di cooperazione<br />

nell’ultima ripetizione non è credibile, ossia non è perfetta nei sottogiochi<br />

• Il fato che l’orizzonte sia finito può dipendere da diverse circostanze:<br />

– Le imprese sfruttano una risorsa esauribile (gas, petrolio)<br />

– Le imprese operano in un mercato caratterizzato da brevetti<br />

– Il management dura in carica un certo numero finito di anni<br />

• Ma nella realtà è difficile immaginare quale sarà l’ultimo periodo di un gioco di<br />

interazione strategica. Ciò induce spesso i giocatori a comportarsi come se<br />

l’orizzonte fosse infinito!


3 - Gioco di Bertrand ripetuto all’infinito<br />

• Possibile strategia:<br />

- in t 1 le imprese fissano p=p M => π i = 1/2π M<br />

- nei periodo successivi<br />

o se l’accordo collusivo è rispettato p=p M => π i = 1/2π M ;<br />

o se l’accordo non è rispettato da una delle due imprese (deviazione), allora<br />

anche l’altra impresa devierà dall’accordo (punizione) per sempre<br />

(strategia del “grilletto”, “trigger strategy”)


Condizione di stabilità dell’accordo collusive in un gioco di<br />

Bertrand ripetuto all’infinito (supergioco)<br />

• Per sapere se l’accordo collusivo è stabile, dobbiamo confrontare i<br />

profitti attesi in presenza di deviazione e quelli in sua assenza<br />

• L’impresa deve cioè confrontare i vantaggi di breve periodo ottenuti<br />

deviando e la perdita che così facendo subirebbe nel lungo periodo<br />

• Profitti attesi in assenza di deviazione (valore attuale) (NB: ipotizziamo<br />

un flusso costante e perpetuo):<br />

1 M 1 M 2 1 M<br />

V = π +δ π +δ π + ...<br />

2 2 2<br />

dove δ è un fattore di sconto intertemporale (valore di un € tra un<br />

periodo in termini di € correnti)


• Possiamo riscrivere il valore atteso come<br />

1 M ⎛1 M 1 M 2 1 M ⎞ 1 M 1 M 1<br />

V = π +δ⎜ π +δ π +δ π + ... ⎟=<br />

π +δ V = π<br />

2 ⎝2 2 2 ⎠ 2 2 1−δ<br />

• Profitti attesi in presenza di deviazione: '<br />

V = π + 0+ 0 + ... = π<br />

M M<br />

• Condizione di equilibrio (vincolo di non deviazione):<br />

V V<br />

1 1 1<br />

2 1−δ 2<br />

' M M<br />

≥ ⇒ π ≥π ⇒δ><br />

• La collusione è quindi possibile solo se δ> 1<br />

2


Da cosa dipende il fattore di sconto?<br />

• Nel caso più semplice, δ= ( + r)<br />

1 1 (dove r è il tasso di interesse annuale)<br />

i profitti di oggi valgono di più di quelli di domani<br />

• NB:<br />

1 1 1<br />

= = =<br />

1−δ 1− 1 ( 1+<br />

r) 1+ r−1 1<br />

r<br />

1+ r 1<br />

= = 1+<br />

r r<br />

1+ r 1+<br />

r<br />

• Un tasso di interesse molto alto può spingere l’impresa a deviare


• Più genericamente, δ= h( 1+<br />

g)<br />

1<br />

1+<br />

r<br />

f<br />

∂δ<br />

><br />

∂f<br />

∂δ<br />

0; ><br />

∂h<br />

∂δ<br />

0; ><br />

∂g<br />

∂δ<br />

0; <<br />

∂r<br />

f = frequenza con cui le imprese modificano i loro prezzi (frequenza degli<br />

ordini)<br />

h = probabilità che l’industria continui ad “esistere” nel periodo successivo<br />

g = tasso di crescita della domanda di mercato<br />

• Quindi è tanto più probabile che in equilibrio si osservi collusione<br />

quanto maggiore è la frequenza con cui le imprese interagiscono e<br />

quanto maggiori solo le probabilità di sopravvivenza e il tasso di<br />

crescita della domanda<br />

0


Fattori che facilitano la stabilità dell’accordo collusivo<br />

• Basso tasso di interesse Minore è r, maggiore sarà il fattore di sconto e quindi<br />

maggiore sarà la possibilità di avere un accordo stabile. Con tassi di interesse molto<br />

bassi, i profitti futuri importanza di profitti attuali. Con tassi di interesse molto alti<br />

conviene deviare, “intascare” i profitti di monopolio nel breve periodo e “campare<br />

di rendita”<br />

• Elevato tasso di crescita della domanda se ci si attende un’espansione della<br />

domanda, ci si attende anche una crescita dei profitti in futuro aumenta il peso dei<br />

profitti futuri (cioè il fattore di sconto) e diventa più probabile mantenere un<br />

cartello<br />

• Basso rischio di scomparsa dell’impresa se il mercato è molto dinamico<br />

(elevato turnover), c’è il rischio che altre imprese entrino nel mercato con innovazioni che<br />

spiazzano le imprese già presenti. In questo caso il rischio di uscita dal mercato ↓ il<br />

valore dei profitti futuri rispetto a quelli presenti e quindi ↓ la stabilità di un<br />

accordo collusivo


• Ordini frequenti e regolari<br />

Maggiore è la frequenza con cui le imprese interagiscono, maggiore è la possibilità<br />

di avere un equilibrio di collusione (collusione tra 2 stazioni di benzina più facile<br />

rispetto a quella tra due alberghi invernali). Tanto più rari sono gli ordini, quanto più<br />

tempo sarà necessario per punire un’impresa che devia dall’accordo di cartello. Ciò<br />

renderà più attraente la possibilità di deviare dall’accordo<br />

Anche il fatto che gli ordini siano regolari può facilitare la stabilità dell’accordo<br />

collusivo. Si supponga che nel periodo corrente (t=0) si riceva un grosso ordine che<br />

M<br />

genera un profitto λπ con λ>1, mentre ci si aspetta che nei periodi successivi i<br />

profitti tornino al livello M<br />

π per periodo. La condizione di stabilità del cartello diventa:<br />

M M<br />

π π ⎛ δ ⎞ M δ<br />

2 ( ... )<br />

λ+ρ+ρ + = ⎜λ+ ⎟≥λπ⇒λ+<br />

>λ2,<br />

ovvero<br />

2 2 ⎝ 1−δ⎠ 1−δ<br />

λ<br />

δ><br />

1+λ


Se λ=1, non ci sono grandi ordini e si ritorna al caso δ> 1<br />

2<br />

Se λ=2, δ> 2<br />

3<br />

(il vincoli di non deviazione è maggiore)<br />

Più in generale, è facile dimostrare che δ aumenta all’aumentare di λ (vantaggio<br />

uniperiodale della deviazione). In altre parole, la tentazione di “rubare” i profitti<br />

derivanti da un aumento occasionale della domanda (shock positivo di domanda) può<br />

essere abbastanza grande da minare il cartello


• Concorrenza su più mercati Le imprese che competono tra di loro in diversi<br />

mercati hanno una maggiore propensione a colludere quando esse hanno quote di<br />

mercato asimmetriche nei diversi mercati in cui competono<br />

• Consideriamo 2 imprese multinazionali che operano in USA e in Europa. L’impresa<br />

europea ha un vantaggio di costo nel mercato europeo, mentre l’impresa USA ha un<br />

vantaggio di costo nel mercato USA (pensiamo ai costi di trasporto). L’impresa<br />

europea potrebbe convincere l’impresa USA a non ridurre p al di sotto di p M nel<br />

mercato europeo grazie alla minaccia che a sua volta essa ridurrebbe p al di sotto di<br />

quello dell’impresa USA nel mercato USA. Altro esempio: Compagnie aeree che<br />

competono su più rotte


• Struttura di mercato caratterizzata da elevata concentrazione E’ più<br />

facile colludere se le imprese sono poco numerose. Un aumento della concentrazione<br />

riduce il valore critico del fattore di sconto intertemporale ( *<br />

δ ). La condizione di<br />

equilibrio nel caso generico di n imprese è:<br />

' 1 M 1 M 1 * 1<br />

V ≥V ⇒ π ≥π ⇒ > 1−δ⇒δ ( n)<br />

> 1−<br />

n 1−δ<br />

n n<br />

Se n=2,<br />

1<br />

2<br />

*<br />

δ = =<br />

05 , ; se n=4,<br />

3<br />

4<br />

*<br />

δ = =<br />

0, 75;<br />

se n=10,<br />

9<br />

10<br />

*<br />

δ = =<br />

Intuizione: un’impresa del cartello deve condividere i profitti del cartello con altri<br />

membri. Di conseguenza, i rendimenti della collusione diminuiscono all’aumentare del<br />

numero dei membri del cartello. Al contrario, i profitti derivanti dalla deviazione<br />

generalmente non diminuiscono con n. La deviazione è, in altre parole, più profittevole<br />

al diminuire della concentrazione dell’industria, cioè quando n aumenta. Ovviamente, il<br />

numero di imprese nel mercato dipende dalla presenza di barriere all’entrata<br />

09 ,


• Struttura di mercato caratterizzata da simmetria tecnologica E’ più<br />

facile colludere se le imprese sono simmetriche. In caso di asimmetria, l’impresa 1 avrà<br />

M<br />

M<br />

una quota di profitti pari a s π e l’impresa 2 avrà una quota di profitti pari a s π . Si<br />

1 2<br />

M<br />

M 2 s π i<br />

M<br />

avrà quindi sπ ( 1+ρ+ρ + ...<br />

i ) = ≥π ⇒ s > 1−δ⇒δ> 1−s.<br />

Pertanto,<br />

i i<br />

1−δ<br />

l’impresa con la quota di profitto più bassa determina il tasso di sconto: minore è la<br />

quota di mercato dell’impresa più piccola, più elevato dovrà essere il tasso di sconto<br />

affinché la collusione sia sostenibile<br />

• Struttura di mercato caratterizzata da significative barriere all’entrata <br />

Basse barriere all’entrata minano la collusione anche nel caso in cui chi entra partecipi al<br />

cartello: come abbiamo già detto, un aumento del numero dei membri rende il cartello<br />

più difficile da mantenere


• Struttura di mercato caratterizzata da omogeneità del prodotto E’ più<br />

facile colludere se le imprese producono beni omogenei o poco differenziati.<br />

Innanzitutto, con prodotti omogenei, un cartello che fissa il prezzo deve, in teoria,<br />

stabilire e controllare un solo prezzo, mentre la collusione nei prodotti a prezzo<br />

differenziato richiede che ci si accordi e si controlli un prezzo diverso per ogni<br />

prodotto. Questo solleva un secondo problema. Un simile sistema di prezzi distinti<br />

richiede che i membri di un cartello trovino un accordo sul grado di differenziazione<br />

dei loro prodotti. Terzo, la punizione per un’eventuale deviazione diventa più<br />

complessa in un contesto di prodotti differenziati. Tutte le imprese che non deviano<br />

dovrebbero punire chi devia o la punizione dovrebbe essere imposta da coloro i cui<br />

prodotti sono i sostituti più vicini ai prodotti di chi devia? In questo caso, la punizione<br />

può essere mirata per colpire solo l’impresa deviante o ci saranno degli effetti che si<br />

ripercuotono anche su altri membri del cartello?<br />

• Fattori istituzionali regolamentazione, severità dell’autorità antitrust, ecc.. Es.<br />

clausola del consumatore più favorito; regola sulla trasparenza sui prezzi<br />

• Ritorsione Se la ritorsione è più severa, l’accordo collusivo sarà più stabile


Guerre di prezzo<br />

• La dimensione dinamica aumenta il grado di realismo dei modelli di<br />

concorrenza oligopolistica. Es. Π = 0 non è più l’unico risultato<br />

possibile con 2 imprese che competono sui prezzi<br />

• Osservazioni empiriche anche quando c’è un accordo collusivo, i<br />

prezzi tendono a oscillare nel tempo (fluttuazione dei prezzi) fra livelli<br />

alti (vicini a P collus ) e livelli bassi (vicini a P concorr ): vi sono periodi in cui<br />

l’accordo viene effettivamente rispettato e altri in cui le imprese sono<br />

invece coinvolte in guerre di prezzo


Spiegazioni delle guerre di prezzo<br />

1. Contesto di informazione imperfetta: es. prezzi negoziati caso per caso (es.<br />

calcestruzzo) e possibilità di “riduzioni segrete”: è difficile per un’impresa<br />

controllare il rispetto degli accordi collusivi<br />

2. Fluttuazioni di domanda non perfettamente osservate. La riduzione delle<br />

vendite di un’impresa i possono dipendere da:<br />

a) condizioni negative del mercato<br />

b) deviazioni dell’impresa concorrente (j) dall’accordo collusivo<br />

• Se l’impresa i non punisce mai j, j ne approfitta per attuare sistematiche deviazioni strategia non di<br />

equilibrio<br />

• Se l’impresa i punisce sempre j, nasce una guerra di prezzi senza che in realtà vi sia stata una<br />

deviazione iniziale dall’accordo collusivo … strategia non di equilibrio<br />

• Soluzione intermedia: ogni volta che un’impresa osserva una riduzione delle proprie vendite inizia<br />

una guerra di prezzo per un numero finito T di periodi; poi si torna alla collusione equilibrio<br />

con fasi di collusione alternate a guerre di prezzo (necessarie per disciplinare l’accordo collusivo)


Spiegazioni delle guerre di prezzo<br />

3. Fluttuazioni della domanda osservabili se D ↑, i Π correnti ↑ e di<br />

conseguenza anche i vantaggi della deviazione ↑ necessità di ↓ i prezzi quando la<br />

D è alta (guerre di prezzo durante le fasi espansive del ciclo fluttuazioni<br />

anticicliche dei prezzi) al fine di ↓ vantaggi della deviazione e permettere il<br />

raggiungimento dell’equilibrio di collusione<br />

4. Shock asimmetrici presenza di qualche asimmetria fra imprese che scatena in<br />

modo unilaterale la guerra di prezzo. Es. divergenze fra i valori del fattore di sconto (δ)<br />

dovute ad una diversa solidità finanziaria (δ più basso per le imprese più deboli per<br />

le quali il futuro conta meno; “imprese impazienti”)


Ruolo della Legislazione Antitrust<br />

• Conseguenze negative della collusione:<br />

– inefficienza allocativa: p>MC perdita di benessere dovuta a scambi non<br />

realizzati<br />

– problema redistributivo: trasferimento di ricchezza dal consumatore all’impresa<br />

prioritario negli obiettivi delle Autorità Antitrust (maggior peso al benessere dei<br />

consumatori rispetto ai profitti delle imprese)<br />

• In quasi tutti i paesi sviluppati le intese sui prezzi sono vietate dalla<br />

Legislazione Antitrust al fine di promuovere concorrenza e tutelare il<br />

consumatore<br />

– Stati Uniti (Sherman Act - 1890)<br />

– Europa (art. 81 delTrattato di Roma - 1957)<br />

– Italia (AGCM - legge 287/10 Ottobre 1990)


Legislazione Antitrust Europea<br />

• Art. 81 Trattato di Roma: sono vietate le intese che hanno per oggetto o per<br />

effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della<br />

concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante<br />

• Applicazione della normativa Antitrust in Italia affidata all’Autorità<br />

Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ricalca Trattato di Roma<br />

ed è tra le più rigorose in Europa<br />

• Problemi pratici:<br />

– difficoltà di individuare i comportamenti collusivi<br />

– discrezionalità nell’interpretazione della normativa (margini di applicazione più o<br />

meno ristretti)


Collusione esplicita e tacita<br />

• Collusione esplicita: accordi (segreti) sui prezzi, ripartizione quote di<br />

mercato vietata da normativa Antitrust (intervento dell’AGCM)<br />

• Collusione tacita: equilibrio collusivo “naturale”, cioè derivante dalla<br />

razionale valutazione svolta da ciascun operatore in modo indipendente<br />

condotta lecita dal punto di vista dell’Autorità Antitrust<br />

• NB: la differenza è puramente di tipo giuridico e non rileva ai fini del<br />

risultato economico (potere di mercato)<br />

• Affinché si possa configurare un intervento dell’AGCM, questa deve<br />

dimostrare l’esistenza di un’intesa tra le imprese necessità di basarsi<br />

su elementi verificabili


Competenze dell’AGCM<br />

• Sanzionare le intese tra imprese volte a restringere la concorrenza su<br />

un mercato<br />

• Rientrano nel concetto di intese tutte le attività in cui è possibile individuare il<br />

concorso volontario di più operatori diretto a regolare i propri comportamenti sul<br />

mercato sanzioni pecuniarie fino al 10% del fatturato, sospensione dell’attività<br />

di impresa in caso di ripetuta inottemperanza<br />

• Può autorizzare particolari intese restrittive della concorrenza qualora<br />

generino benefici per i consumatori<br />

• Sanzionare abusi di posizione dominante su un mercato<br />

• Vigilare sulle operazioni di concentrazione (fusioni tra imprese,<br />

acquisizioni) possibilità di vietare o annullare operazione


Cosa si può fare nei casi di collusione tacita?<br />

• La collusione tacita non è vietata!<br />

• Possibilità di agire su fattori che influenzano convenienza a colludere …<br />

– controllo della concentrazione di mercato e della libertà di entrata sul mercato<br />

– controllo sugli accordi per lo scambio di informazioni lo scambio di<br />

informazione può avere l’obiettivo di facilitare un accordo tacito sui prezzi! (es.<br />

caso delle polizze di assicurazione RC auto, oggetto di indagine dell’AGCM nel<br />

2000)<br />

quindi la maggiore trasparenza del mercato può essere allo stesso tempo un fattore<br />

competitivo o anticompetitivo! ... Quale dei due aspetti prevale?


Indagini conoscitive<br />

Sono le indagini che l’AGCM effettua su settori economici in cui si presumono impedimenti alla<br />

concorrenza<br />

Ad esempio, l’AGCM ha attualmente in corso le seguenti indagini:<br />

• IC22B - STATO DELLA LIBERALIZZAZIONE DEI SETTORI DELL'ENERGIA ELETTRICA E<br />

DEL GAS NATURALE<br />

• IC26 - MERCATO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO<br />

• IC27 - SETTORE DEL CALCIO PROFESSIONISTICO<br />

• IC28 - INDAGINE SULLA DISTRIBUZIONE AGROALIMENTARE<br />

• IC29 - TRASPORTO PUBBLICO LOCALE<br />

• IC30 - SETTORE DELLE PRESTAZIONI SANITARIE OSPEDALIERE<br />

• IC31 - SERVIZI DI NEGOZIAZIONE E POST-TRADING<br />

• IC32 - INDAGINE CONOSCITIVA RIGUARDANTE I PREZZI ALLA CLIENTELA DEI SERVIZI<br />

BANCARI<br />

• IC33 - PREZZI DI RICARICA DEL CREDITO DI TELEFONIA MOBILE

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