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Dispensa 9 - Corsoarcheologia.org

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Fig. 76 – Il muro<br />

delle sostruzioni<br />

erodiane visto dal<br />

lato meridionale con<br />

la porta di Hulda,<br />

oggi definitivamente<br />

murata.<br />

L’elemento più monumentale è<br />

però costituito dal settore<br />

meridionale delle mura del<br />

Tempio: dopo la distruzione del<br />

primo Tempio ad opera di<br />

Nabucodonosor, nel 586 a.C., fu<br />

infatti necessario attendere<br />

qualche decennio prima che i<br />

dignitari ebraici deportati a<br />

Babilonia potessero rientrare in<br />

città e avviarne la ricostruzione<br />

del cosiddetto secondo Tempio.<br />

Questo avvenne al tempo di<br />

Zorobabele, un governatore di<br />

origini ebraiche e la ricostruzione<br />

durò cinque anni concludensosi<br />

nel 515 a.C. Le fonti riferiscono<br />

che furono riedificati i muri che<br />

circondavano il Monte Moria e<br />

che fu realizzata una piazza più<br />

grande della precedente,<br />

misurante 500 x 500 cubiti. Le mura della città vera e propria furono invece<br />

ricostruite solo cinquant’anni più tardi, al tempo di Nemia.<br />

Di queste mura rimane poco o nulla ma sappiamo che gli Asmonei<br />

avviarono le attività costruttive seguendo il percorso delle mura di Nemia.<br />

L’indagine archeologica permette di comprendere che la nuova cinta correva<br />

più a ovest, lasciando fuori una parte della città costruita da Davide e<br />

Salomone.<br />

Dopo la conquista di Alessandro Magno, la regione fu sottoposta ai Tolomei<br />

venendo a far parte della provincia di Siria e Fenicia. Nel 200 a.C. Antioco<br />

III Megas conquistò Gerusalemme facendola rientrare nelle pertinenze dei<br />

Seleucidi. Antioco IV Epìfane – famoso per avere avviato un processo di<br />

ellenizzazione della città – fece invece costruire una fortezza chiamata Akra<br />

la cui posizione non è mai stata identificata con precisione; la fortezza era<br />

adiacente al tempio e ospitava le truppe e i nobili seleucidi. L’archeologo<br />

Yadin è convinto di poterne riconoscere le vestigia presso la scalinata<br />

meridionale del tempio di Erode.<br />

Giuseppe Flavio riferisce che la cittadella era stata costruita nel punto più<br />

alto per sovrastare il Tempio e che i Maccabei, preso possesso di<br />

Gerusalemme, lavorarono tre anni ininterrottamente, giorno e notte, per<br />

spianarla alla perfezione.<br />

Gli Asmonei, inoltre, ingrandirono la piattaforma del Tempio<br />

permettendole di avanzare ulteriormente sul fronte meridionale senza però<br />

farle raggiungere l’ampiezza di quella erodiana. Tracce dei successivi<br />

ingrandimenti sono percepibili lungo la cinta sul lato est: a destra si può<br />

riconoscere il muro di Nemia agganciato all’ampliamento asmoneo, a<br />

sinistra (cioè più a sud) la giunzione tra questo ed il muro erodiano. Il muro<br />

asmoneo appare bellissimo, a grandi blocchi squadrati con le tipiche bugne.<br />

Più avanti, Erode volle ampliare la superficie del Monte Moria con<br />

un’imponente sostruzione di tradizione romana, creando una serie di fornici<br />

ed un nuovo muro di cinta. L’area così cintata veniva ad avere un forma<br />

trapezoidale di 485 x 315 x 460 x 280 m, con il lato più lungo volto ad ovest<br />

e il più corto a sud. La piattaforma si ergeva a 737 m s.l.m.<br />

Siamo in grado di ricostruire con precisione l’aspetto del muraglione<br />

perimetrale: realizzato in grandi blocchi di pietra bugnata di 1,1/1 x 22 m del<br />

peso di cinque/sei tonnellate cadauno, presentava riseghe di 2/3 cm ad<br />

intervalli regolari. Alcuni blocchi erano posti di traverso per creare come un<br />

chiave di ancoraggio alla piattaforma rocciosa naturale; alcuni di essi<br />

misurano anche 11 m di lunghezza.<br />

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