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Fig. 88 – Il palazzo estivo di Erode sul versante settentrionale della fortezza di Masada con i padiglioni e le rotonde panoramiche. pubblicate le “Antichità giudaiche”, un resocondo della storia del popolo ebraico dalle origini al tempo della rivolta. In questo libro, Giuseppe ci informa del fatto che il primo a costruire una fortezza sulla spianata di Masada fu il prete Gionata in cui gli storici riconoscono il gran sacerdote e re degli asmonei Alessandro Ianneo. In effetti, appartiene agli Asmonei l’uso di costruire palazzi fortificati fuori Gerusalemme su veri e propri nidi d’aquila. La loro funzione era quella di costituire un valido rifugio in caso di rivolta; da qui, sarebbe stato possibile riorganizzare le forze e le truppe e piombare su Gerusalemme riconquistando il trono. Tutte le fortezze asmonee conosciute (l’Alexandreion, Ircania, Aristobulia, Macheronte) si caratterizzano per essere poste su vertiginose rocche strapiombanti, per essere circondate da muraglioni difensivi ed essere dotate di impianti idraulici (acquedotti spesso basati sul principio del sifone) e di grandi cisterne per lo stoccaggio dell’acqua piovana. Gli Asmonei, in tempo di pace, utilizzavano queste fortezze per nascondervi le proprie ricchezze, per imprigionarvi i rivali politici, per eseguirvi sentenze di morte e per curare affari governativi “un po’ speciali” lontano da occhi indiscreti. Nel caso specifico di Masada, la fortezza fu coinvolta nelle convulse fasi della resa di potere di Erode. Nel 43 a.C., Malico – che era comandante in capo delle truppe asmonee – avvelenò ad un banchetto il padre di Erode, Antipatro. Fallito il tentativo di Malico di diventare governatore della Giudea, la rivolta venne presa in mano da suo fratello che si asserragliò a Masada venendo però battuto da Erode. Si tornerà a parlare di Masada due anni più tardi. L’ultimo discendente degli Asmonei Mattia Antigono voleva infatti approfittare della penetrazione dei Parti nel nord della Siria per prendere il potere. Promettendo loro laute ricchezze chiese che intervenissero in Giudea. Erode di fronte a questo grave pericolo si ritirò con la famiglia nella fortezza di Masada. Dopo aver lasciato ottocento militari di guardia, raggiunse rapidamente il regno nabateo con cui aveva ottimi rapporti diplomatici (una della sue mogli, Cyprus, era infatti imparentata con la famiglia reale nabatea). Non avendo ottenuto grandi risultati egli partì alla volta di Roma dove incontrò Marco Antonio che aveva rinnovato un patto triumvirale con Augusto. Avuta l’investitura di tetrarca di Giudea con la ratifica dal Senato di Roma, Erode sbarcò ad Acri muovendo con le truppe verso Masada che liberò dalla stretta di Antigono. Poi, nel corso di tre anni, riprese possesso del suo regno. Da questo momento Erode tenne in massima considerazione questa fortezza, soprattutto considerando i pericoli che venivano dall’Egitto dove Cleopatra – entrata in grande confidenza con Antonio – mirava ad esercitare un influenza politica anche sulla Giudea; non a caso Antonio aveva stabilito proprio in quegli anni che la zona di Gerico fosse sottratta ad Erode e data in sfruttamento a Cleopatra; la regione era economicamente molto strategica perché qui si estraeva e preparava il preziosismo balsamo. Durante i trentasei anni di regno di Erode il pianoro di Masada fu soggetto ad ingenti trasformazioni. In una prima fase, al centro del plateaux si avviò la costruzione di un palazzo reale; in un secondo tempo si provvide a costruire un palazzo climatizzato situato sullo strapiombo della falesia nord, dotato di terme, uffici amministrativi, magazzini; in questa stessa fase vennero realizzati importanti condotti dell’acqua e cisterne sotterranee. Nell’ultima fase, tutto il pianoro venne circondato da un grande muro di 123

cinta dotato di torri di avvistamento e casermette. Ampi spazi erano liberi, probabilmente per lasciare spazio ad orti e coltivazioni. Quando Augusto vinse la resistenza di Marco Antonio e Cleopatra nella famosa battaglia di Azio del 31 a.C., Erode – che era stato un supporter di Marco Antonio – temette per il suo futuro e quello dei famigliari; così fece rifugiare i suoi familiari a Masada e la moglie prediletta Mariamne nell’Alexandreion per recarsi a Rodi ad incontrare Augusto. Facendo leva sulle sue doti di fedeltà, Erode riuscì ad impressionare positivamente l’imperatore vedendo riconfermati i suoi poteri. Alla morte di Erode nel 4 a.C., la fortezza passò in mano al figlio Archèlao, presto deposto da Roma a causa delle continue lamentele che il suo comportamento provocava nei Giudei. Deposto Archelao, i Romani vi posero di stanza per oltre sessant’anni una guarnigione militare. Come noto, il crescere della pressione fiscale, la corruzione di alcuni governatori romani e il tentativo da parte dell’impero romano di introdurre statue ed insegne all’interno del recinto del Tempio di Gerusalemme accrebbero gradatamente l’astio dei Giudei che ricordavano ancora l’atteggiamento ellenizzante messo in pratica da Antioco III Epifane. La situazione favoriva tutti quei profeti ed interpreti di orientamento messianico che vedevano avvicinarsi la fine dei tempi e la resa dei conti e che interpretavano molti fenomeni naturali come le eclissi solari o le scosse telluriche come un segno divino. Nel 66 d.C. si assistette ad una insurrezione generale da parte di gruppi che chiedevano l’emancipazione da Roma; tra i capi popolo, Giuseppe ricorda Giuda di Gamla (attivo in Golan) e Zadok il fariseo (attivo a Gerusalemme). Questi gruppi – che vengono comunemente definiti con il nome di Zeloti – erano fondamentalmente composti da farisei che interpretavano la legge in modo abbastanza rigido e che non accettavano di riconoscere qualunque autorità eccetto quella di Dio. Giuseppe attribuisce loro il nome di “sicari” per l’ abitudine di confondersi nei luoghi pubblici e pugnalare con la daga gli oppositori politici. Il leader dei rivoltosi della Galilea fu identificato in Manahem ben Giuda a cui vennero attribuite qualità messianiche; il leader dei gruppi gerosolimitani fu Eleazaro figlio di Hanania, l’alto sacerdote. Il primo a muoversi fu Manahem che attaccò la fortezza di Masada, si impossessò delle riserve di cibo e delle armi che vi erano raccolte e da qui piombò su Gerusalemme occupandola e incoronandosi re. Il giorno successivo la fazione dei galilei mise le mani sul vecchio gran sacerdote e i suoi familiari che, portati in un condotto della città furono giustiziati. I giorni seguenti, Manahem indossò gli abiti sacerdotali per fare ingresso nel tempio. Subito gli Zeloti di Gerusalemme guidati da Eleazaro ben Yair (il nipote di Manahem) gli piombarono addosso e lo uccisero. Eleazaro si rifugiò quindi a Masada: da qui i rivoltosi iniziarono a effettuare sortite e razzie nella zona di Hebron e della costa del Mar Morto, ad esempio a en Gedi. Altri protagonisti della rivolta si appoggiarono alla fortezza; è il caso di Simone bar Giora entrato in rotta di collisione con Hanan ben Hanan, l’alto sacerdote di Gerusalemme. Riconquistata Gerusalemme, Simone fu parte attiva della resistenza ai Romani e dopo la vittoria di Tito e Vespasiano fu condotto a Roma come prigioniero per essere poi decapitato vicino al tempio di Giove in qualità di leader della rivolta. Dopo la caduta Gerusalemme rimanevano ancora sacche di irriducibili arroccati nelle vecchie fortezze erodiane. Giunio Basso fu incaricato di condurre le truppe romane all’assedio. La prima fortezza ad essere espugnata fu l’Herodion, quindi Macheronte in Transgiordania e per ultima Masada. Giunio Basso morì prima che iniziasse l’assedio di Masada e il comando passò a Flavio Silva. La fortezza era occupata da gruppi di irriducibili sicari guidati da Eleazaro, discendente di Giuda. I Romani circondarono la rocca con un muraglione ed edificarono una serie di fortini che sarebbero stati utili per condurre a termine l’assedio. L’elemento più impressionante è certamente la grande rampa alta 100 m, appoggiata al lato ovest della collina che permise di portare sin sotto le mura una torre di assedio alta 35 m dotata di 124

Fig. 88 – Il palazzo<br />

estivo di Erode sul<br />

versante<br />

settentrionale della<br />

fortezza di Masada<br />

con i padiglioni e le<br />

rotonde panoramiche.<br />

pubblicate le “Antichità giudaiche”, un resocondo della storia del popolo<br />

ebraico dalle origini al tempo della rivolta. In questo libro, Giuseppe ci<br />

informa del fatto che il primo a costruire una fortezza sulla spianata di<br />

Masada fu il prete Gionata in cui gli storici riconoscono il gran sacerdote e<br />

re degli asmonei Alessandro Ianneo. In effetti, appartiene agli Asmonei l’uso<br />

di costruire palazzi fortificati fuori Gerusalemme su veri e propri nidi<br />

d’aquila. La loro funzione era quella di costituire un valido rifugio in caso di<br />

rivolta; da qui, sarebbe stato possibile ri<strong>org</strong>anizzare le forze e le truppe e<br />

piombare su Gerusalemme riconquistando il trono. Tutte le fortezze<br />

asmonee conosciute (l’Alexandreion, Ircania, Aristobulia, Macheronte) si<br />

caratterizzano per essere poste su vertiginose rocche strapiombanti, per<br />

essere circondate da muraglioni difensivi ed essere dotate di impianti<br />

idraulici (acquedotti spesso basati sul principio del sifone) e di grandi<br />

cisterne per lo stoccaggio dell’acqua piovana. Gli Asmonei, in tempo di pace,<br />

utilizzavano queste fortezze per nascondervi le proprie ricchezze, per<br />

imprigionarvi i rivali politici, per eseguirvi sentenze di morte e per curare<br />

affari governativi “un po’ speciali” lontano da occhi indiscreti.<br />

Nel caso specifico di Masada, la<br />

fortezza fu coinvolta nelle convulse<br />

fasi della resa di potere di Erode. Nel<br />

43 a.C., Malico – che era comandante<br />

in capo delle truppe asmonee –<br />

avvelenò ad un banchetto il padre di<br />

Erode, Antipatro. Fallito il tentativo<br />

di Malico di diventare governatore<br />

della Giudea, la rivolta venne presa in<br />

mano da suo fratello che si<br />

asserragliò a Masada venendo però<br />

battuto da Erode.<br />

Si tornerà a parlare di Masada due<br />

anni più tardi. L’ultimo discendente<br />

degli Asmonei Mattia Antigono<br />

voleva infatti approfittare della<br />

penetrazione dei Parti nel nord della<br />

Siria per prendere il potere.<br />

Promettendo loro laute ricchezze<br />

chiese che intervenissero in Giudea. Erode di fronte a questo grave pericolo<br />

si ritirò con la famiglia nella fortezza di Masada. Dopo aver lasciato<br />

ottocento militari di guardia, raggiunse rapidamente il regno nabateo con<br />

cui aveva ottimi rapporti diplomatici (una della sue mogli, Cyprus, era<br />

infatti imparentata con la famiglia reale nabatea). Non avendo ottenuto<br />

grandi risultati egli partì alla volta di Roma dove incontrò Marco Antonio<br />

che aveva rinnovato un patto triumvirale con Augusto. Avuta l’investitura di<br />

tetrarca di Giudea con la ratifica dal Senato di Roma, Erode sbarcò ad Acri<br />

muovendo con le truppe verso Masada che liberò dalla stretta di Antigono.<br />

Poi, nel corso di tre anni, riprese possesso del suo regno. Da questo<br />

momento Erode tenne in massima considerazione questa fortezza,<br />

soprattutto considerando i pericoli che venivano dall’Egitto dove Cleopatra<br />

– entrata in grande confidenza con Antonio – mirava ad esercitare un<br />

influenza politica anche sulla Giudea; non a caso Antonio aveva stabilito<br />

proprio in quegli anni che la zona di Gerico fosse sottratta ad Erode e data<br />

in sfruttamento a Cleopatra; la regione era economicamente molto<br />

strategica perché qui si estraeva e preparava il preziosismo balsamo.<br />

Durante i trentasei anni di regno di Erode il pianoro di Masada fu soggetto<br />

ad ingenti trasformazioni. In una prima fase, al centro del plateaux si avviò<br />

la costruzione di un palazzo reale; in un secondo tempo si provvide a<br />

costruire un palazzo climatizzato situato sullo strapiombo della falesia nord,<br />

dotato di terme, uffici amministrativi, magazzini; in questa stessa fase<br />

vennero realizzati importanti condotti dell’acqua e cisterne sotterranee.<br />

Nell’ultima fase, tutto il pianoro venne circondato da un grande muro di<br />

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