0 Cop CAPRI 25 - Caesar Augustus

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10 LUOGHI I segreti di via Testimone di storie d’amore e luogo di celebri boutique. Ecco la storia della strada più famosa di Capri di BRUNO MANFELLOTTO Così è, Capri. Ti offre viottoli tortuosi che s’inerpicano aspri per chilometri, ma alla fine ti premia regalandoti scorci indimenticabili. Ti sorprende con sentieri polverosi all’ombra di pini centenari che poi si spalancano all’improvviso alla luce accecante del sole. Ti regala passeggiate tra ginestre e fichi d’India che ti accompagnano dal mare alla montagna. Ma ci sono anche strade più appartate, apparentemente secondarie, ma che grondano storia, che hanno segnato un’epoca, scandito i mille mutamenti di un’isola che si rinnova continuamente pur restando sempre se stessa. E quelle che Alberto Savinio descriveva «abuliche, senza resistenza, svarione. Sul più bello», notava, «ti abbandonano, poi magari riprendono più in là, intermittenti, a scatti. Strade a temperamento, come i violinisti magiari». Una di queste è via Camerelle che comincia lì dove il corso incontra il Quisisana e procede dritta fino a via Tragara, aprendosi a tre incroci-simbolo dell’isola: con la via Cerio che conduce alla Certosa; con via Occhio Marino, dalla quale s’intravede uno dei mari di Capri spuntare tra le ville; con la viuzza “svariona” che, breve e ripida, si congiunge con la più nobile via Tragara destinata a chiudersi su una terrazza a picco sui Faraglioni, uno degli scorci più belli del mondo. A via Camerelle si accede lasciandosi alle spalle lo struscio vociante del Corso, il su e giù dalla Piazzetta al Quisisana, tra un “ciao ciao” agli amici seduti alla Palma e un gelato da Scialapopolo. Al Quisisana si svolta a sinistra e – non prima di uno sguardo curioso alla terrazza affollata di turisti e bon vivant – si scivola su questa stradina piana e affascinante. Testimone di pazze storie d’amore (e quale angolo di Capri non lo è?). E un po’ misteriosa. A cominciare dal nome: Camerelle. La si cominciò a chiamare così nel Settecento per indicare un cammino pietroso (tale rimarrà per due secoli ancora) alle falde del Monte Tuoro, allora brullo e sassoso, non l’odierna esplosione di verde. In realtà, strada non era, ma solo un terrapieno che correva ai piedi della via costruita dai romani per congiungere il Castiglione a Punta Tragara. Come quasi tutte le strade romane, anche questa poggiava su potenti arcate, una qua-

Camerelle rantina, di cui ancora oggi si intravedono, tra l’edera che si arrampica e le luci accese delle boutique, i mattoncini rigorosamente ordinati l’uno accanto all’altro. Questi grandi archi, chiusi dal versante della montagna, formavano degli spazi chiusi su tre lati, delle stanze, delle “camarelle” o “camerelle”. Nel Settecento, secolo celebrato come libertino e trasgressivo, si convinsero che mentre nelle ville più sopra la Roma Imperiale celebrava i suoi fasti e i suoi ozi, di sot- Uno scorcio di via Camerelle, cuore della vita notturna e dello shopping caprese. Via Camerelle, the in-place for nightlife and shopping. to, al riparo da quelle arcate, in quelle “camarelle”, si esercitasse l’antichissima arte della prostituzione. Chissà perché. Forse perché leggendo Svetonio e la sua biografia dell’imperatore Tiberio – primo e grande turista dell’isola, e soprattutto suo G. SIMEONE - SIME/SIE 11

10<br />

LUOGHI<br />

I segreti di via<br />

Testimone di storie d’amore e luogo<br />

di celebri boutique. Ecco la storia<br />

della strada più famosa di Capri<br />

di BRUNO MANFELLOTTO<br />

Così è, Capri. Ti offre viottoli<br />

tortuosi che s’inerpicano<br />

aspri per chilometri,<br />

ma alla fine ti premia regalandoti<br />

scorci indimenticabili. Ti sorprende<br />

con sentieri polverosi all’ombra di<br />

pini centenari che poi si spalancano all’improvviso<br />

alla luce accecante del sole. Ti regala<br />

passeggiate tra ginestre e fichi d’India<br />

che ti accompagnano dal mare alla montagna.<br />

Ma ci sono anche strade più appartate,<br />

apparentemente secondarie, ma che<br />

grondano storia, che hanno segnato un’epoca,<br />

scandito i mille mutamenti di un’isola<br />

che si rinnova continuamente pur restando<br />

sempre se stessa. E quelle che Alberto<br />

Savinio descriveva «abuliche, senza resistenza,<br />

svarione. Sul più bello», notava, «ti<br />

abbandonano, poi magari riprendono più<br />

in là, intermittenti, a scatti. Strade a temperamento,<br />

come i violinisti magiari».<br />

Una di queste è via Camerelle che comincia<br />

lì dove il corso incontra il Quisisana e<br />

procede dritta fino a via Tragara, aprendosi<br />

a tre incroci-simbolo dell’isola: con la via<br />

Cerio che conduce alla Certosa; con via<br />

Occhio Marino, dalla quale s’intravede<br />

uno dei mari di Capri spuntare tra le ville;<br />

con la viuzza “svariona” che, breve e ripida,<br />

si congiunge con la più nobile via Tragara<br />

destinata a chiudersi su una terrazza a picco<br />

sui Faraglioni, uno degli scorci più belli<br />

del mondo.<br />

A via Camerelle si accede lasciandosi alle<br />

spalle lo struscio vociante del Corso, il su e<br />

giù dalla Piazzetta al Quisisana, tra un<br />

“ciao ciao” agli amici seduti alla Palma e un<br />

gelato da Scialapopolo. Al Quisisana si<br />

svolta a sinistra e – non prima di uno<br />

sguardo curioso alla terrazza affollata di turisti<br />

e bon vivant – si scivola su questa stradina<br />

piana e affascinante. Testimone di<br />

pazze storie d’amore (e quale angolo di Capri<br />

non lo è?). E un po’ misteriosa. A cominciare<br />

dal nome: Camerelle.<br />

La si cominciò a chiamare così nel Settecento<br />

per indicare un cammino pietroso<br />

(tale rimarrà per due secoli ancora) alle falde<br />

del Monte Tuoro, allora brullo e sassoso,<br />

non l’odierna esplosione di verde. In<br />

realtà, strada non era, ma solo un terrapieno<br />

che correva ai piedi della via costruita<br />

dai romani per congiungere il Castiglione a<br />

Punta Tragara.<br />

Come quasi tutte le strade romane, anche<br />

questa poggiava su potenti arcate, una qua-

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