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ARTE<br />
34<br />
bagliori di luce e orizzonti marini<br />
tenebrosi.<br />
Ma torniamo al giovane Paule,<br />
nuovo abitante della Capri inizio<br />
Novecento, che passa le sue giornate<br />
a disegnare scorci dell’isola<br />
amata. Il suo tratto è diverso da<br />
quello di Karl. Niente visioni simboliste<br />
né atmosfere drammatiche,<br />
ma disegni dal tratto forte e<br />
deciso, di matrice espressionista.<br />
Un’arte che Hans promuove a<br />
modo suo, tra i tavoli del caffè<br />
Zum Kater Hiddigeigei, il ritrovo<br />
degli intellettuali dell’isola. La sua<br />
autopromozione dà ottimi risultati,<br />
tanto che in una sola giornata<br />
riesce a vendere un’intera cartella<br />
di disegni. Fortunati anche gli incontri<br />
con gli abitanti più illuminati dell’isola,<br />
coi quali Paule stringe intense<br />
amicizie. Primo tra tutti Gilbert Clavel, il<br />
brillante e cosmopolita esteta omosessuale<br />
incontrato proprio al caffè. «Improvvisamente,<br />
da un punto imprecisato, qualcuno<br />
chiama il mio nome: Clavel. E un<br />
viso barbuto mi viene incontro» scrive<br />
Gilbert sul suo diario. «È così che ho incontrato<br />
Paule. Avevamo molto da rac-<br />
IMPENSATE VISIONI<br />
Per circa quarant’anni se ne<br />
stette qui, tranne rare avventurose<br />
scorribande in Sardegna.<br />
Ci sembra ancora di<br />
sentirlo raccontare, con la<br />
sua voce potente, la sua prima<br />
conoscenza dell’isola maliarda,<br />
allorché abitò per diversi<br />
anni nelle grotte di Capri,<br />
come a contatto col se-<br />
contarci, tanto che la nostra conversazione<br />
si è prolungata fino al mattino». Ma<br />
quegli anni felici non durano a lungo: nel<br />
1915 il pittore viene confinato dal Governo<br />
in Sardegna, e abbandona Capri<br />
per diversi anni.<br />
Da Capri a Tonara<br />
Da un’isola a un’altra, la fortuna di Hans<br />
si rinnova. Si stabilisce nel cuore dell’iso-<br />
greto della sua bellezza.<br />
Davanti alla vita di quest’uomo<br />
straordinario, noi dobbiamo<br />
chiederci se molti altri artisti<br />
seppero nell’Isola Azzurra<br />
raggiungere tale manifesta armonia<br />
fra modo di vivere e<br />
creazione dell’opera d’arte. Il<br />
dissenso eterno, la delusione<br />
che l’artista spesso sommo vi<br />
dà con l’esempio di una vita<br />
povera, in confronto alla ricchezza<br />
raggiunta dalla sua arte,<br />
in Paule non si è mai verificato.<br />
Nodose come il suo corpo<br />
– «io sono una quercia di<br />
qui» egli diceva «o una roccia»<br />
– erano le xilografie che vi<br />
mostrava, staglianti su pochi<br />
accordi di colori, ricche sem-<br />
la, a Tonara, una cittadina della Barbagia<br />
di Belvi, dove abita nella mansarda della<br />
casa di Giovanni Tore, sindaco della<br />
città. E lì, in quella dimora di pietra affacciata<br />
sui boschi, l’artista sperimenta la<br />
tecnica che diventerà il suo principale<br />
linguaggio espressivo: l’incisione su legno.<br />
«Quel legno di castagno onnipresente,<br />
vera ricchezza di Tonara, robusto e<br />
leggero, tenero e pastoso, abituato da<br />
pre di una fantasia suscitatrice<br />
di favole o di miti classici. Perciò<br />
la sua arte compiva il miracolo<br />
di risvegliare davanti ai<br />
vostri occhi le più impensate<br />
visioni.<br />
Ettore Settanni<br />
Da Miti, uomini e donne<br />
di Capri