BERLUSCONI: MICA STIAMO A PETTINARE LE BAMBOLE - Il Resto

insegnante di trombone,
però, non vorrei
essere considerato
un trombonista, la
gente deve capire di
me “ la creatività”. È
con la mia creatività,
che ho creato il trombone
elettronico, per
la mia creatività, la
mia composizione è
diversa e accattivante.
“time – bone thecnology
trombone”: è
il suono, la melodia
unito alla tecnologia.
Ho creato una sordina
particolare che trasforma
il suono in un
suono metallico, tecnologico.
Come nasce l’amore
PIU' GRANDI
per la musica?
Io sono un musicista
classico, ore e ore di
studio chiuso in una
stanza, la musica non
tradisce, ma non vuole
essere abbandonata,
mi nutro di essa.
Io amo la musica nella
sua totalità.
Parlami delle tue origini?
Provengo da una famiglia
di musicisti,
mi sono immerso fin
da piccolo nella musica,
il mio primo approccio
avviene attraverso
lo studio del
pianoforte. Successivamente,
intraprendo
lo studio del trombone,
iscrivendomi e frequentando
il Conservatorio
Statale di Musica
“G. Martucci” di
Salerno e, nel 1996,
conseguo il diploma
di Trombone, sotto la
guida del Maestro Roberto
Bianchi. Successivamente
mi laureo
presso il Conservatorio
San Pietro a
Majella di Napoli nel
luglio 2011. Poi, per
mantenermi con gli
studi, ho fatto tantissimi
lavori, dal ca-
meriere, all’aiuto cuoco,
al babbo natale,
ecc… .Le due regole
importanti della musica,
sono il prodotto
e l’onestà, la musica
ti fa essere anche imprenditore
di te stesso.
Perché hai scelto il
trombone?
Mio padre mi parlava
sempre degli strumentisti
a fiato, mi
fece conoscere un amico
trombettista, mi diceva
che loro sentivano
di più la musica per
il fatto che, per suonare
uno strumento
a fiato, viene generata
dell’aria che dall’interno
fuori esce dallo
strumento a seconda
del pezzo che si sta
suonando.
Tu hai viaggiato tantissimo,
tournèe in Italia,
Francia, Germania, Belgio,
Lussemburgo, Spagna,
Danimarca, Brasile
e negli U.S.A. a quale paese
sei legato di più?
Io, il viaggio lo intendo
come “porta della
conoscenza”. Tu pensa
che quando andavo
in un posto non vedevo
mai la città, ma
mi nutrivo della loro
cultura, attraverso
le persone. Non potrei
fare una classifica
sono troppo diversi
tra loro i posti che
ho visto. Ora, ti potrei
dire il Brasile, perché
la sensibilità che ho
trovato in quelle persone,
l’educazione,
l’amore che hanno
verso il prossimo, la
loro dolcezza, l’amore
per la musica verso
il ritmo è disarmante.
Che cos’è per te la musica?
Come ti devo rispondere,
non c’è una definizione,
ti devo dare
una definizione dei libri?…
non ci riesco,
La musica per me è
tutto.
Dall’inizio della tua carriera
hai collaborato con
numerose Orchestre prestigiose
dirette da grandi
AL
| iL RESTO settimanale | 20 aprile 2013
13