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La mostra di Claudio Magris - Il Rossetti

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6<br />

pacità <strong>di</strong> resistere alle proprie inadeguatezze,<br />

come pure alle proprie potenzialità... In un estremo<br />

tentativo d’auto<strong>di</strong>fesa Timmel vorrebbe essere<br />

un oggetto – ci racconta un “coro <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e”, che<br />

l’autore surrealmente inserisce nel testo – senza<br />

possibilità <strong>di</strong> sentire nulla, né gioia né dolore.<br />

È significativa una sua splen<strong>di</strong>da battuta: “...un<br />

punto, ecco. Io sono un punto, Io è un punto. Un<br />

punto non ha estensione, non c’è, non è niente”.<br />

Preferirebbe dunque confondersi col resto del<br />

mondo percepibile, non essere evidente, “ab<strong>di</strong>care”<br />

per non soffrire la propria limitante con<strong>di</strong>zione.<br />

E invece la coglie fino alla fine, fino all’ultimo<br />

dei suoi “mille giorni” <strong>di</strong> reclusione all’Ospedale<br />

psichiatrico <strong>di</strong> San Giovanni (paradossale suggello<br />

ad una vita anarchica e randagia): solo la<br />

morte lo libererà, facendolo cadere, <strong>di</strong>ssolvere<br />

quasi – come gli fa <strong>di</strong>re <strong>Magris</strong> – “...in tanti punti<br />

luminosi, tanti petali <strong>di</strong> un sorriso, una margherita<br />

che si sfoglia nella notte”».<br />

Eppure è profonda la capacità d’amare <strong>di</strong><br />

Timmel, che per la moglie Maria rivive sentimenti<br />

delicatissimi e un dolente senso <strong>di</strong><br />

colpa, attraverso le parole che Euripide<br />

pensò per Admeto…<br />

«Si tratta <strong>di</strong> uno dei momenti più commoventi<br />

dello spettacolo, che adombra accenti autobiografici<br />

dello stesso autore: come Admeto, Timmel<br />

evoca la sua Alcesti perduta, una donna che ha<br />

dato senso alla sua vita e al cui ricordo si appiglia<br />

con tutte le forze e con grande struggimento. Ma<br />

Timmel non è solo Admeto: se vogliamo, si riflette<br />

pure in E<strong>di</strong>po, che deve conoscere un destino che<br />

non riesce ad affrontare. E poi ci sono Damone e<br />

Pizia, Armo<strong>di</strong>o e Aristogitone: in essi è trasfigurata<br />

quell’amicizia piena che lega Timmel a Cesare<br />

Sofianopulo, a Marcello Mascherini, ad altri artisti<br />

triestini... Sono la rappresentazione <strong>di</strong> una<br />

“<strong>di</strong>sciplina del sentimento”, <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>visione<br />

profonda delle emozioni e della vita, che il nostro<br />

tempo non conosce più (e che sulla scena, abbiamo<br />

cercato <strong>di</strong> restituire attraverso un finissimo<br />

velo <strong>di</strong> nostalgia) e allo stesso tempo <strong>di</strong> un modo<br />

<strong>di</strong> vivere la cultura – anche alta, raffinatissima –<br />

nella quoti<strong>di</strong>anità, che pure ormai abbiamo perduto.<br />

<strong>La</strong> nostra società solitaria, passiva, ha scelto<br />

altri tessuti connettivi: nel passato (e – per<br />

come la conosciamo dalle testimonianze <strong>di</strong> altri<br />

artisti importanti, Svevo, Slataper – probabilmente<br />

nella Trieste del passato, con particolare<br />

intensità) esistevano preziose “cellule” <strong>di</strong> intellettuali,<br />

che anche nelle piccole cose della vita si trovavano<br />

uniti, e sulla base <strong>di</strong> motivazioni culturali<br />

forti, fondavano certezze e legami esistenziali<br />

eterni.<br />

Non sono dunque parallelismi casuali, o peggio<br />

gratuiti, quelli che coinvolgono le figure mitologiche.<br />

<strong>Il</strong> climax culturale in cui Timmel visse e<br />

operò, era decisamente segnato dalla presenza del<br />

mito: Hoffmanstahl ne fece materia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong><br />

creazione artistica, Richard Strauss da un suo<br />

libretto – l’Elettra – trasse una delle opere più<br />

belle e innovative della musica dell’ultimo secolo...<br />

Possiamo allora essere certi che Timmel sentisse<br />

fortemente il legame con il mondo della<br />

mitologia.<br />

Admeto, Pizia, Aristogitone, Morfeo, l’Ade...<br />

Risonanze meravigliose per noi che facciamo tea-

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