58 Vito Timmel - “Le tre carrozze” collezione privata
<strong>La</strong>garina e Mascherini è un friulano, che a quattro anni si trasferisce, con la famiglia, a Trieste); pluralismo <strong>di</strong> tendenza artistica (Baroni, come presidente del Circolo Artistico “assorbito” dall’“Associazione fascista delle Belle Arti” e quin<strong>di</strong> ritornato al vecchio nome, è il catalizzatore delle posizioni più conservatrici, mentre Campitelli presiede il sindacato democratico costituito dagli artisti più “progressisti”; Timmel fa parte a sé, richiamandosi piuttosto ai suoi maestri austriaci, Klimt in testa; Sofianopulo – che, come fantasia creativa potrebbe essere il più vicino al pittore nato a Vienna – non fa testo perché la famiglia gli proibisce <strong>di</strong> vendere i suoi quadri); pluralismo religioso (Sofianopulo, malgrado il suo irriverente scettiscismo fa parte della comunità religiosa greco-ortodossa, partecipando ai riti nella chiesa <strong>di</strong> via San Nicolò, che si trova vicino alla sua abitazione; Campitelli, che era partito da posizioni ateiste, approda ad un’intensa religiosità cattolica e promuove, negli anni Trenta, le prime Mostre d’arte sacra; Mascherini nel secondo dopoguerra si avvicinerà alla massoneria). Anche i percorsi formativi dei cinque hanno tutta una serie <strong>di</strong> coincidenze, che possono essere servite, se contemporanee, ad approfon<strong>di</strong>re l’amicizia e la solidarietà, artistica ed umana, e comunque a Marcello Mascherini con l’attore Ottorino Guerrini durante le prove <strong>di</strong> “Assassinio nella Cattedrale” farli sentire “affini”, soprattutto per i tre quasi coetanei (Timmel è del 1886, Campitelli ha due anni meno <strong>di</strong> lui e Sofianopulo tre): Timmel frequenta, a Trieste, dal 1901 al 1905, la celebrata “Scuola per capi d’arte”, che così profonde tracce lascerà in intere generazioni <strong>di</strong> artisti e <strong>di</strong> artigiani triestini; nella stessa prestigiosa “scuola” Campitelli vi entra come allievo (probabilmente nella stessa sezione per “pittori e decoratori”, scelta da Timmel, e <strong>di</strong>retta da Eugenio Scomparini) e quin<strong>di</strong> vi ritorna come insegnante, <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e <strong>di</strong> storia dell’Arte; analogo il percorso <strong>di</strong> Sofianopulo e nelle stesse aule approderà – ma ormai siamo nel 1919 – anche Mascherini. Come tutti gli artisti giuliani <strong>di</strong> quegli anni (prima cioè della caduta dell’Impero austroungarico) anche “Timmel & Co.” completano e perfezionano gli stu<strong>di</strong> nei maggiori centri culturali tedeschi, Timmel e Campitelli a Vienna, Sofianopulo a Monaco <strong>di</strong> Baviera (ma anche a Parigi), Mascherini sarà allievo <strong>di</strong> uno scultore formatosi nella capitale austriaca. <strong>La</strong> consuetu<strong>di</strong>ne artistico-professionale è altro terreno d’incontro tra i cinque: anzitutto il sindacato, retto prima da Campitelli e poi da Mascherini, che non è solo l’organo <strong>di</strong> rappresentanza corporativa, ma anche – e soprattutto – promotore ed organizzatore <strong>di</strong> mostre e rassegne collettive; Campitelli e Sofianopulo esercitano anche la critica militante, il primo per il quoti<strong>di</strong>ano promosso dal Governo Militare anglo-americano, <strong>Il</strong> Giornale Alleato, che esce a Trieste, e l’altro sulle pagine triestine del quoti<strong>di</strong>ano u<strong>di</strong>nese, Messaggero Veneto. Malgrado tutte queste “coincidenze” e affinità, 59