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La mostra di Claudio Magris - Il Rossetti

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Note sulla scenografia e sui costumi <strong>di</strong> Pier Paolo Bisleri<br />

Lo spazio, in cui si sarebbero dovuti muovere gli<br />

attori/personaggio immaginati dall’autore, <strong>di</strong>viene<br />

per me, il luogo mentale, la stratificazione dei<br />

ricor<strong>di</strong> che accompagna il percorso drammaturgico<br />

<strong>di</strong> Timmel.<br />

Immaginare questo spazio, la collocazione tri<strong>di</strong>mensionale<br />

della scena all’interno della Sala<br />

Bartoli, luogo non convenzionale, del Politeama<br />

<strong>Rossetti</strong> <strong>di</strong> Trieste, si è <strong>di</strong><strong>mostra</strong>ta subito un’interessante<br />

sfida ed una giustissima scelta da parte<br />

del regista. Era necessario immaginare e realizzare<br />

un luogo in cui il pubblico non era solo spettatore<br />

<strong>di</strong>staccato, ma sarebbe dovuto <strong>di</strong>venire parte<br />

fondamentale e partecipe all’azione drammaturgica,<br />

con la propria presenza così vicina alla<br />

scena. Essere parte della scena.<br />

Dall’ingresso, lo spettatore, è accompagnato<br />

attraverso un corridoio museale, labirintico spazio<br />

oscuro, in cui appaiono immagini, i primi<br />

quadri <strong>di</strong> Timmel e che introduce alla sala della<br />

rappresentazione.<br />

Lo spazio è semplice, minimale. È un rettangolo<br />

nero, buio, collocato frontalmente al pubblico. È<br />

il luogo dei ricor<strong>di</strong>, la mente, lo spazio neroblunero<br />

<strong>di</strong> Timmel. Un pavimento <strong>di</strong> pietra, una zona<br />

rialzata – il palcoscenico/stanza – con le gran<strong>di</strong><br />

finestre della cella manicomiale <strong>di</strong> Timmel.<br />

<strong>La</strong> mia necessità era quella <strong>di</strong> de-strutturare i<br />

luoghi dell’azione. Ecco così, che la trattoria “da<br />

Erminio”, la stanza con il letto/macchina dello<br />

psichiatrico <strong>di</strong> San Giovanni e il Cimitero in cui<br />

viene sepolto l’Artista <strong>di</strong>vengono sculture/oggetto,<br />

rappresentano tautologicamente se stesse, sono<br />

neroblunero, come il colore amato da Timmel.<br />

Luogo mentale che, successivamente, si aprirà<br />

all’azione, per farci approdare alla realtà, con i<br />

fantasmi – Baconiani – del periodo della segregazione<br />

presso lo psichiatrico triestino.<br />

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