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La mostra di Claudio Magris - Il Rossetti

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un piccolo cortile un bambino trova il gioco, la<br />

cultura, l’amicizia, trova cioé il grande. Trova il<br />

Mondo. Penso poi che il de<strong>di</strong>carsi a certe forme<br />

d’espressione anziché ad altri tipi <strong>di</strong> lavoro non<br />

sia <strong>di</strong> per sé garanzia <strong>di</strong> capire meglio il mondo:<br />

la marginalità rispetto alla vita, il sentirsi in<br />

<strong>di</strong>sparte, è una <strong>di</strong>sposizione umana. Timmel è un<br />

caso un po’ particolare: la sua marginalità coesiste<br />

col fatto che egli è stato un vero artista. Ma<br />

non l’ho scelto per questo. Nel testo ho dato poco<br />

spazio alla sua grandezza d’artista: m’interessa<br />

infatti non tanto la sua arte, ma il modo in cui la<br />

vive.<br />

Abbiamo infine chiesto a Clau<strong>di</strong>o <strong>Magris</strong>,<br />

un’impressione a caldo dopo la prima del 26<br />

marzo...<br />

Sono felice, e quasi turbato. A parte il mio testo,<br />

sul quale non spetta certo a me dare giu<strong>di</strong>zi, mi<br />

riconosco in pieno in questa splen<strong>di</strong>da messa in<br />

scena, che – nell’interpretazione, nelle scene,<br />

nella musica e nel ritmo musicale <strong>di</strong> tutto lo spettacolo<br />

– dà voce a tanti strati, echi, risonanze<br />

della storia che ho cercato <strong>di</strong> scrivere. L’interpretazione<br />

<strong>di</strong> Herlitzka è <strong>di</strong> una ricchezza, <strong>di</strong> una<br />

varietà, <strong>di</strong> una intensità incre<strong>di</strong>bili, perfette;<br />

Maranzana dà straor<strong>di</strong>naria, possente voce e<br />

corpo a un personaggio fondamentale e <strong>di</strong>fficile,<br />

credo, da portare in scena, nel <strong>di</strong>alogo con un<br />

interlocutore – il protagonista – che è dall’altra<br />

parte della vita; trovo molti bravi tutti gli altri, a<br />

cominciare da Marco Casazza (che interpreta un<br />

altro personaggio essenziale come il <strong>di</strong>rettore),<br />

agli altri, che spesso, anche solo con un gesto, con<br />

una battuta, con una mossa <strong>di</strong> ballo giungono al<br />

cuore.<br />

Non credo che il mio giu<strong>di</strong>zio sia parziale. È<br />

ovvio che io sia felice che Calenda abbia messo in<br />

scena con tanta maestria e poesia il mio testo, ma<br />

semmai un autore è più facilmente sospettoso,<br />

criticone, incontentabile, viziato da come ha<br />

immaginato i suoi personaggi quando li inventava<br />

sulla carta, insi<strong>di</strong>ato dal narcisismo sempre<br />

insod<strong>di</strong>sfatto. Posso esprimere liberamente la mia<br />

ammirazione perché la bellezza <strong>di</strong> una rappresentazione<br />

è una creazione a sé, che può riuscire o<br />

fallire in<strong>di</strong>pendentemente dal testo. In certi<br />

momenti, taluni gesti <strong>di</strong> Herlitzka, inflessioni <strong>di</strong><br />

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