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RCHEO FOLIGNO NOTIZIARIO BIMESTRALE DI CULTURA DELL’ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI FOLIGNO www.archeofoligno.it N. 1 GENNAIO - FEBBRAIO - 07 Spedizione in A.P. art. 1. com. 2/C D.L. 3 n° 353/2003 - DCB/Umbria Pierantonio Mezzastris

RCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

NOTIZIARIO BIMESTRALE DI CULTURA DELL’ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI <strong>FOLIGNO</strong><br />

www.archeofoligno.it<br />

N. 1<br />

GENNAIO - FEBBRAIO - 07<br />

Spedizione in A.P. art. 1. com. 2/C D.L. 3<br />

n° 353/2003 - DCB/Umbria<br />

Pierantonio Mezzastris


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

Notiziario bimestrale di Cultura<br />

dell’ArcheoClub d’Italia<br />

sede di Foligno<br />

Autorizzazione<br />

Tribunale di Perugia<br />

n. 10/2003 del 07-02-2003<br />

Direttore responsabile<br />

Marco Morosini<br />

Coordinamento di redazione<br />

Carla Glingler<br />

Grafica: EDICIT<br />

di Giampiero Badiali<br />

Stampa: GRAFICHE FLAMINIA S.R.L.<br />

Zona industriale<br />

Sant’Eraclio<br />

06034 Foligno (PG)<br />

Hanno prestato la loro opera per la<br />

stesura del N°1 del bimestre<br />

Gennaio - Febbraio 2007:<br />

Gianfranco Angeli, Lucia Bertoglio,<br />

Emanuela Biagetti, Federica Bordoni,<br />

Emanuela Cecconelli, Carla Glingler,<br />

Piero Lai, Armando Picuti, Sandra Remoli,<br />

Elisabetta Marchionni.<br />

In copertina:<br />

Ex Chiesa di San Domenico, oggi Auditorium di Foligno, cappella a destra<br />

della tribuna: frammentario brano ad affresco di Pierantonio Mezzastris,<br />

particolare con angelo.<br />

Il dipinto circonda una nicchia contenente la nota sinopia raffigurante la Crocifissione<br />

con angeli e i Santi Pietro e Paolo, opera dello stesso Mezzastris, il cui<br />

affresco, strappato e riportato su tela, si trova nel Museo della Città di Foligno,<br />

presso il Palazzo Trinci.<br />

Il frammentario brano ancora in situ, in cui compare il grazioso angioletto, è<br />

purtroppo molto rovinato ed in gran parte perduto; generalmente sfugge alla vista<br />

dell’osservatore, catturata appunto dalla suddetta sinopia perfettamente leggibile<br />

e di esecuzione molto particolareggiata.<br />

In realtà, come sottolinea la Dottoressa Emanuela Cecconelli, che ha indirizzato<br />

per prima la propria attenzione a questo dipinto, si tratta di un brano molto<br />

interessante; raffigura infatti una struttura architettonica che simula il marmo,<br />

con paraste ed architrave in porfido rosso, ornata da motivi classicheggianti: finti<br />

bassorilievi, festoni, candelabre. In cima siedono due putti: è ancora visibile lo<br />

stemma sostenuto da quello di destra, ma probabilmente anche l’altro ne reggeva<br />

uno analogo. Tale immagine evoca immediatamente, per l’ evidente affinità, la<br />

cornice che inquadra una porta interna della casa del celebre pittore folignate<br />

Niccolò Alunno, sita nel Monastero di Sant’Anna a Foligno.<br />

La Dottoressa Cecconelli, che ha fornito un’accurata descrizione del brano in San<br />

Domenico, ne suggerisce una datazione tarda, molti elementi ritornano infatti in<br />

alcune opere del figlio di Pierantonio, Bernardino Mezzastris (Santa Illuminata<br />

di Montefalco).<br />

Sandra Remoli


ARCHEOCLUB<br />

D’ITALIA<br />

SEDE DI <strong>FOLIGNO</strong><br />

DIETRO LE QUINTE<br />

Buon anno! Buon anno ai soci dell’ Archeoclub d’Italia, ai nostri lettori<br />

e a tutti coloro che seguono l’attività del Club di Foligno. Attività varia ed intensa che<br />

ha bisogno di collaborazione, anche semplicemente con un atto d’iscrizione sollecito e<br />

puntuale.<br />

A proposito del tesseramento per il 2007, l’anticipazione della scadenza fissata<br />

dalla Sede nazionale al 31 dicembre 2006 ha determinato qualche imbarazzo per la nostra<br />

segreteria. Oltre questa data dovrebbe scattare per i “vecchi” iscritti, che abbiano<br />

dimenticato il pagamento della quota annuale entro i termini stabiliti, la penalizzazione<br />

di euro 5,00.<br />

Più volte ho espresso la mia personale contrarietà nei confronti di questa regola<br />

decisa dal Consiglio nazionale. Mi è stato risposto che si doveva inquadrare in qualche<br />

modo l’adempimento di una formalità che le tante sedi periferiche prorogavano troppo a<br />

lungo con dilazioni dannose per l’espletamento delle pratiche amministrative. Ubi maior<br />

minor cessat! Ma, poiché nel momento in cui scrivo (18 dicembre) soltanto i 2/3 dei nostri<br />

soci si sono adeguati alle disposizioni diramate a settembre, cercherò di ottenere una proroga<br />

in virtù del principio che l’adattamento ai cambiamenti richiede sempre una buona<br />

dose di elasticità. Per cortesia, però, chi ancora non si fosse iscritto e avesse intenzione<br />

di farlo, ci contatti quanto prima. Sarebbe contrario al nostro modo di pensare dover<br />

penalizzare degli amici che accogliamo sempre con grande simpatia.<br />

Dunque, venite presto! Venite soprattutto voi “nuovi” e voi giovani e giovanissimi<br />

che amate la nostra città. Aiutateci ad allargare la divulgazione della conoscenza di<br />

questa terra con la forza del numero e con l’energia delle idee.<br />

A darci la carica, alcuni esercenti di Foligno e di Montefalco si sono dichiarati<br />

disponibili a sostenere le attività della nostra Associazione con agevolazioni per i soci<br />

in possesso della tessera Archeoclub d’Italia 2007. A pagina 15 è pubblicato l’elenco<br />

che è stato possibile compilare fino a questo momento ed in segreteria - Via Nobili 4 - si<br />

potranno ottenere ulteriori informazioni.<br />

Ai gestori che hanno aderito all’ iniziativa giunga il ringraziamento vivissimo del<br />

Consiglio Direttivo per la sensibilità dimostrata nei confronti del volontariato culturale.<br />

Ed ora in breve, ma in maniera marcata, una notizia importante:<br />

l’Archeoclub di Foligno è stato invitato ad essere tra i soci fondatori del “Centro Studi<br />

Federico Frezzi” che sarà attivato presso il Liceo Classico cittadino allo scopo di coinvolgere<br />

i giovani nella ricerca.<br />

Sono convinta che, dando il nostro assenso, potrà svilupparsi quella collaborazione<br />

tanto auspicata che è alla base della “politica” di apertura dell’Archeoclub di<br />

Foligno verso le scuole.<br />

Quanto al Notiziario, abbiamo rinnovato il look di facciata e da questo numero<br />

in poi, con cadenza regolare, la consistenza del giornale sarà di sedici pagine. Sono felice<br />

del progresso e ringrazio gli amici collaboratori, sempre puntuali e tutti di grande talento;<br />

la qualità degli articoli e la veste tipografica - che cerchiamo di migliorare di volta<br />

in volta - stanno trasformando il nostro periodico, nato come foglio d’informazione, in<br />

piccola, ma apprezzata rivista culturale.<br />

Con espressione gioiosa di stima e di affetto rinnovo l’augurio che il 2007 porti<br />

in ogni casa e nei vostri cuori tanta serenità.<br />

La Presidente<br />

Carla Barberi Glingler


4<br />

La città è un organismo vivente dove i<br />

secoli continuano a soffiare il loro respiro.<br />

Così, attraverso i frammenti superstiti,<br />

è possibile ricostruire la sua cronologia.<br />

Mentre una vecchia pietra si sfalda<br />

ed una nuova pietra si aggiunge. “La<br />

pietra è una spalla per portare il tempo”<br />

(Gabriel Garçia Lorca), meglio ancora<br />

se è scritta. Gli attori di questa città sono<br />

transitati (come, ancora oggi, transitano).<br />

Esiste una città della memoria che li<br />

contiene. Dove soltanto di recente, grazie<br />

all’invenzione della fotografia, sopravvivono<br />

le loro immagini perplesse.<br />

La città del tempo è una città del silenzio.<br />

Solo attraverso le parole scritte (il<br />

codice alfabetico) è possibile ascoltare<br />

la sua voce. Ogni città ha il suo santo la<br />

Voci da una città:<br />

i segni scritti<br />

Piero Lai<br />

“La città del tempo è una città del silenzio. Solo attraverso<br />

le parole scritte è possibile ascoltare la sua voce”<br />

Duomo, facciata secondaria.<br />

cui storia mirabile è narrata in una passione:<br />

un documento letterario primario,<br />

fondativo. Sulla tomba del santo viene<br />

costruita una chiesa di cui la memoria<br />

scritta, rende ancora viva l’impresa.<br />

“Nell’anno 1133 questa alma casa del<br />

Padre e del Figlio con lo Spirito Santo,<br />

in tempo di grande carestia, cominciò ad<br />

essere rinnovata”. Un’impresa apotropaica?<br />

Più propriamente un’operazione in<br />

cui si riconosce tutta la città di cui urge<br />

lasciare memoria. La parola scritta sulla<br />

pietra dice il come e il quando nel luogo<br />

stesso di cui avrebbe dovuto segnalare il<br />

dove. Quasi un secolo più tardi, l’erezione<br />

della facciata secondaria della stessa<br />

chiesa verrà siglata da un’altra iscrizione:<br />

”Nel giugno del 1201 le stelle, il sole, la<br />

ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

luna svelano i loro tempi puri”. Inserita<br />

nel contesto di un complesso programma<br />

rappresentativo e simbolico, l’iscrizione<br />

vuole testimoniare la concorrenza<br />

decisiva degli elementi e l’approvazione<br />

divina dell’operato. Pochi anni dopo, il<br />

delicato scrigno del chiostro dell’Abbazia<br />

di Sassovivo, sulla collina, fuori le<br />

mura della città, verrà immortalato da<br />

un’iscrizione cadenzata ad assonanza<br />

baciata con l’ultimo verso che ribadisce,<br />

con una lunga eco, i due precedenti.<br />

Sulle orme di S. Francesco, sul calare del<br />

XIII secolo, una certa Lella da Foligno<br />

giunge in pellegrinaggio alla Basilica<br />

del Santo. Seduta all’ingresso della chiesa<br />

lancia molte grida e clamori. Un certo<br />

frate Arnaldo, suo parente, assiste alla<br />

scena e le impone di non recarsi più ad<br />

Assisi, ma nello stesso tempo comincia<br />

ad incalzarla in tutti i modi, per conoscere<br />

le cause di quel mistero. Comincia<br />

così una delle esperienze più affascinanti<br />

e meravigliose della vita religiosa di<br />

ogni tempo. Comincia, contemporaneamente,<br />

un dramma dell’espressione altrettanto<br />

affascinante. Noi conosciamo<br />

questa esperienza perché è stata scritta e<br />

quindi ci è stata tramandata.<br />

Ma perché questo possa essere avvenuto<br />

si devono pur essere verificate altre coincidenze<br />

e non pochi atti eroici. Angela ha<br />

dovuto, come poteva, tradurre in parole<br />

l’inenarrabile delle sue estasi. Avrà parlato<br />

in un volgare umbro di cui, purtroppo,<br />

restano pochi segni. Arnaldo traduce<br />

in latino, in tutta fretta, sotto la spinta<br />

impetuosa del balbettio di Angela.<br />

Il libro che ne scaturisce racconta i trenta<br />

passi o mutamenti che l’anima compie<br />

quando s’avvia per la strada della<br />

penitenza: un itinerario dal peccato all’unione<br />

perfetta con Dio. Un’ascesi che<br />

avviene in un paesaggio senza uguali:<br />

nel mondo indescrivibile delle visioni.<br />

Pure, Angela tenta di dare figura rappresentativa<br />

a questi fantasmi, sostenuta<br />

com’è da una tensione spirituale ed emotiva<br />

di grande fascino. In comunione con<br />

Dio ed in aperta battaglia con il proprio<br />

tempo, sulle orme mirabili di Gioacchino<br />

da Fiore, ancora in pieno XIV secolo,<br />

si muove un singolare drappello di profeti<br />

armati soltanto delle loro parole oltre<br />

che della fede. Usano una strana forma<br />

di giornalismo, mettendo al futuro i fatti<br />

orribili che vedono sotto i propri occhi.<br />

Sembra che parlino d’altro, mentre gli


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong> 5<br />

eventi contemporanei ricevono una luce<br />

incredibile ed una condanna definitiva.<br />

Fa parte di questo drappello Tommasuccio<br />

di Valmacinaia profeta in versi. La<br />

sua parola acquista un grande fascino<br />

perché rappresenta sempre il superamento<br />

di un ostacolo. E’ il risultato di<br />

una grande fatica che si rapprende in rapidi,<br />

taglienti settenari. Non nasce mai<br />

cantabile come una ballata, perché è la<br />

traduzione, per cenni il più possibile<br />

comprensibili, di un fuoco ispiratore.<br />

Inoltre, ciò che il poeta dice è sempre<br />

cosa spiacevole che preferirebbe tacere.<br />

Eppure sente su di sé la responsabilità<br />

del testimone che non può nascondere<br />

l’ispirazione dell’alito divino. Non prevede,<br />

naturalmente, il futuro, Bonaventura<br />

di Benvenuto notaio. Fa un mestiere<br />

in cui contano i fatti e la loro scrittura.<br />

Tiene i conti dell’amministrazione domestica,<br />

si appunta le aliquote delle tasse,<br />

rende conto dell’amministrazione di<br />

chiese, redige, soprattutto, un elenco dei<br />

Podestà di Foligno dal 1198 al 1341.<br />

Fa seguire agli anni di riferimento ed ai<br />

nomi illustri che occuparono il seggio,<br />

brevi notazioni sui fatti più rilevanti accaduti<br />

in città. E’ rapido, lapidario. Pure<br />

riesce a delineare la vita di una comunità<br />

raccolta entro un cerchio di mura, con<br />

la sua precisa identità e i suoi simboli di<br />

riferimento. All’anno 1305 Bonaventura<br />

debitamente annota l’avvento al potere<br />

della famiglia Trinci. Giusto cent’anni<br />

dopo, nel 1407, Ugolino poteva<br />

celebrare il suo regno con la<br />

meravigliosa ristrutturazione<br />

di un palazzo che doveva testimoniare<br />

la squisitezza della<br />

cultura di cui amavano circondarsi<br />

i signori Trinci. Quel palazzo<br />

venne inoltre arricchito<br />

con cicli di affreschi il cui riferimento<br />

culturale e letterario<br />

è già insito nel programma iconografico.<br />

Ma a meglio chiarire<br />

figura e simbolo, quegli affreschi<br />

vennero opportunamente<br />

chiosati in versi. Si fece uso<br />

di tre lingue diverse: latino,<br />

francese antico, volgare. Volendo<br />

ribadire, anche in questo,<br />

le fonti della propria cultura:<br />

l’antichità classica, il mondo<br />

cavalleresco e cortese, l’era<br />

nuova che, erettasi sulla tradizione<br />

antica, mostra orgogliosa<br />

le proprie conquiste. Questi cicli rappresentano,<br />

inoltre, la celebrazione di una<br />

filosofia laica ed umanistica. Coscienza<br />

del tempo e della storia, consapevolezza<br />

dei limiti del proprio ciclo vitale, ma anche<br />

dell’unicità ed irripetibilità del proprio<br />

operare. In Palazzo Trinci il mondo<br />

classico dà la mano a quello cortese: nelle<br />

volute del gotico internazionale.<br />

Mentre il volgare, assurto ormai alla dignità<br />

di lingua letteraria, torna a guardare<br />

agli splendori della perfezione latina.<br />

Dovette aggirarsi per le stanze di quel<br />

palazzo, mentre ancora vi fervevano i lavori<br />

di ristrutturazione e di decoro, quel<br />

Federico Frezzi a cui è toccato, nella<br />

storia della letteratura, un ruolo piuttosto<br />

ingrato.<br />

Quello di essere considerato il più grande<br />

poeta della sua città, ma di essere<br />

altresì inesorabilmente bollato come un<br />

tardo imitatore del sommo Dante. Eppure,<br />

una lettura della sua opera condotta<br />

in tal senso, non è foriera di apprezzabili<br />

risultati. La verità, probabilmente, sta<br />

nel mezzo. E’ un imitatore di Dante, ma<br />

la sua originalità è da cercarsi altrove.<br />

Scrive un poema in terza rima, noto con<br />

il nome di Quadriregio, che ebbe vasta<br />

diffusione ai suoi tempi, per poi cadere<br />

in oblio, fino a perdere le tracce del suo<br />

vero autore. La poesia di Frezzi affonda<br />

le sue radici nella cultura dei romanzi<br />

francesi ed è già immersa nel gioco del<br />

poema quattrocentesco: in un senso di<br />

meraviglia e di stupore del guardare.<br />

Pierangelo Bucciolini non ha gli orizzonti<br />

di Federico. Si limita a tessere,<br />

sull’onda dell’ottava, la Leggenda di San<br />

Feliciano. Segue le redazioni meno attendibili,<br />

ma più suggestive, della Passio.<br />

Ne fa un racconto popolare usando<br />

un linguaggio pieno di volgarismi, ma è<br />

estremamente candido e ricco di stupita<br />

ammirazione. Ciò che rimane del Memoriale<br />

di Pietruccio degli Unti è poca<br />

cosa rispetto al molto che doveva contenere.<br />

Soltanto brevi notazioni riferite<br />

agli anni 1424-1440. Si tratta di eventi<br />

politici e pubblici, mentre la parte perduta<br />

doveva contenere memorie domestiche.<br />

Gli eruditi che lo consultarono<br />

ebbero cura di estrarne soltanto quello<br />

che a loro interessava. Non per questo il<br />

Memoriale ha perso il suo fascino. Ogni<br />

ricordo comincia con l’espressione “memoria<br />

che”, “memoria come”. Il linguaggio<br />

è estremamente semplice e puntuale,<br />

breve e conciso, eppure così allusivo e<br />

favoloso. Gli anni che seguono la cacciata<br />

dei Trinci sono caratterizzati dalle<br />

lotte tra le diverse fazioni che cercarono<br />

di ridistribuire il potere a proprio vantaggio.<br />

Prendono altresì vigore, anche se<br />

come segno di un’età ormai al suo epilogo,<br />

le lotte tra i comuni. Peste e carestie<br />

compongono il resto del quadro. Aspetto<br />

rilevante della vita religiosa, sia sul<br />

piano spirituale, sia su quello civile, è<br />

Continua a pag.6<br />

Palazzo Trinci, Sala delle arti e dei pianeti.


6<br />

Continua da pag.5<br />

costituito dalla predicazione itinerante.<br />

Bernardino Bonavoglia da Foligno fece<br />

parte di questo esercito errante della parola.<br />

Racconta cose straordinarie, riferisce<br />

ritornelli e formule per liberarsi dai<br />

mali. Sa scendere tra la gente. Quando<br />

poi il suo racconto si distende nel ripercorrere<br />

le tappe principali dei Vangeli, la<br />

parola evocativa prende spunto e suggestione<br />

teatrale. La predicazione, che generalmente<br />

avveniva la mattina del venerdì<br />

santo, rappresentava soltanto l’abbrivo<br />

di una giornata di intense celebrazioni<br />

collettive. Nel primo pomeriggio si teneva<br />

la processione. La sera, finalmente,<br />

era la volta della sacra rappresentazione:<br />

un teatro di piazza che conviveva ancora<br />

con le prime riprese del teatro classico<br />

che si veniva riscoprendo nelle corti.<br />

Nicolò Alunno pittore ci ha lasciato una<br />

casa dipinta e piena di appunti scritti,<br />

come si trattasse di un taccuino. Di lui,<br />

inoltre, restano l’atto di matrimonio e il<br />

testamento: l’anello di nozze ritorna nell’inventario<br />

dei lasciti. Un uomo fortunato.<br />

Con l’invenzione della stampa si diffonde<br />

l’uso degli alfabetieri. La memoria<br />

delle lettere si sostanzia con la filosofia<br />

spicciola del quotidiano. Concretezza,<br />

diffidenza e misantropia. Quando però<br />

dai torchi Numeister-Orfini uscirà l’ultima<br />

pagina della Divina Commedia, si<br />

creerà di nuovo la sorpresa del silenzio:<br />

l’evo medio ci lascia, si apre l’età moderna.<br />

Possiamo rivivere quel momento<br />

nella magnifica rievocazione di Gabriele<br />

D’Annunzio: “Penso che tutti tacessero<br />

e che non s’udisse quivi se non stridere<br />

il legno tra mastio e chiocciola, fuori<br />

garrire qualche balestruccio, e l’infinito<br />

anelito della primavera a quando a quando…<br />

Come Dante congiunge talora per<br />

similitudine una visione misteriosa del<br />

suo spirito all’immagine franca d’un atto<br />

corporeo, così quell’incognito indistinto<br />

si raccoglieva nel tremito delle mani<br />

occupate a trarre pianamente di sotto il<br />

torchio il fresco foglio che solo mancava<br />

alla perfezione dell’opera, mentre il<br />

socio zecchiere e gli astanti si facevano<br />

alle spalle curve del maestro per leggere<br />

su l’ottima carta di Pale i caratteri intagliati<br />

coi punzoni alemanni: l’Amor che<br />

muove il Sole e le altre stelle ”<br />

Piero Lai<br />

ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

Il giorno 11 novembre, presso il monastero di Santa Lucia, si è tenuta una<br />

giornata di studi (la prima di una serie di incontri che si prevedono con cadenza<br />

annuale), incentrata sull’Osservanza francescana al femminile. Nel corso<br />

della mattinata si sono susseguiti diversi interventi che hanno toccato aspetti<br />

più prettamente storici (Alfonso Marini e Mario Sensi) a fianco di altri finalizzati<br />

a disegnare il quadro culturale della comunità delle Clarisse di Santa<br />

Lucia (Jacques Dalarun, suor A. Emmanuela Scandella e suor M. Maddalena<br />

Terzoni). Pochi conoscono il ruolo importante che svolse Foligno, sul calare<br />

del Medioevo, per il francescanesimo, in modo particolare all’interno di quel<br />

movimento di rinnovamento spirituale dell’ordine che è noto con il nome di<br />

Osservanza, a cui sono legate figure come quella di Paoluccio Trinci, del beato<br />

Tomassuccio, di Angelina da Montegiove, delle monache della comunità di<br />

Santa Lucia. Proprio in ambito femminile, Foligno conobbe, in particolare, due<br />

comunità, legate entrambe all’Osservanza, che fra mille ostacoli (sollevati soprattutto<br />

dalle gerarchie religiose), difesero con forza la propria scelta di vita,<br />

diametralmente opposta. Se da un lato Angelina da Montegiove fu il punto di<br />

riferimento per le comunità di Terziarie che volevano vivere “nel mondo”, nel<br />

servizio e nella preghiera, la propria vocazione religiosa, senza essere costrette<br />

alla clausura, le monache di Santa Lucia, al contrario, fecero propria la stretta<br />

osservanza della regola di Santa Chiara, scegliendo la povertà come segno del<br />

loro distacco dal mondo. Comportamenti così radicali sembrano quasi sorprendere<br />

in comunità che racchiudevano donne appartenenti a nobili famiglie<br />

e di un elevato livello culturale. Se infatti le Terziarie hanno lasciato in eredità<br />

quello scrigno prezioso che è il monastero di S. Anna, le monache di Santa Lucia<br />

(pur senza trascurare l’arte) hanno lasciato una serie di scritti di notevole<br />

livello sia documentario che letterario. E forse l’attesa più profonda che ha<br />

trasmesso questa giornata di studi, è affidata alla ricerca di quel patrimonio<br />

di libri e manoscritti, disperso dal tempo nelle biblioteche di tutto il mondo,<br />

affinché sia possibile ascoltare di nuovo, con grande emozione, le voci di queste<br />

donne, che dal chiuso del loro monastero, parlano a noi attraverso i secoli.<br />

Lucia Bertoglio


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong> 7<br />

Nelle dimore storiche di Foligno<br />

Dopo la musica, la letteratura e l’architettura, la Festa a Palazzo che si è tenuta dal 3 novembre<br />

al 2 dicembre incontra il cinema e ancora una volta il connubio tra le arti diviene<br />

vera e propria fusione.<br />

Proiezioni di film ed incontri: lo scenografo Bruno Rubeo, i registi Alessandro D’Alatri, Cinzia<br />

Th Torrini, Fabio Segatori e Vincenzo Labella, che nel film in prima visione “Le meraviglie della<br />

Biblioteca Vaticana” scopre testimonianze rinnovate dello scorrere del tempo e di come l’uomo ha<br />

lasciato il segno delle sue scelte funzionali sulla base di imprescindibili elementi culturali, simbolici e<br />

di autorappresentazione, lo sguardo della telecamera ad imitare l’occhio umano.<br />

A seguire, aperte alla curiosità del visitatore, alcune dimore storiche private e pubbliche tra le oltre<br />

centoventi di Foligno. Quelle attestate lungo i tradizionali assi mercantili e i centri di potere civico,<br />

nell’antica forma urbis: Palazzo Leopardi Mancia, Palazzo Comunale, Palazzo delle Logge e Palazzo<br />

Barbetti Clarici, con la spendida cappella privata affrescata da Gerardo Dottori. E una dimora extraurbana:<br />

Villa Antinucci a Belfiore.<br />

La città di Foligno mostra le sue architetture originali splendidamente conservate, sontuosi palazzi<br />

gentilizi destinati ad un ruolo di rappresentanza: saloni, loggiati, cortili, giardini, meraviglie nascoste<br />

nei dettagli delle facciate, cicli decorativi dalla forza sbalorditiva, che movimentano la ripetitività degli<br />

impianti con intatti blu lapislazzulo, giallo ocra, rosso cinabro a rivestire talvolta integralmente volte,<br />

soffitti, pareti delle sale, corpi scala, cappelle private, vestiboli.<br />

La specifica identità locale risente delle influenze dei modelli romani, riferendosi anche agli edifici a<br />

corte della tradizione fiorentina e all’edilizia storica umbro-marchigiana.<br />

Un’evoluzione stratificata caratterizza quasi tutte le dimore: preesistenze medievali, elementi della<br />

vivace stagione rinascimentale, riconfigurazioni di strutture già esistenti nel corso dei secoli XVII e<br />

XVIII, cicli di affreschi inneggianti alle virtù familiari e urbane, spesso ispirati a temi tratti dal repertorio<br />

mitologico della classicità o dall’iconografia veterotestamentaria, fino allo stile fortemente<br />

ornamentale del Liberty.<br />

La città acquisisce un volto nuovo: l’urbanizzazione contemporanea scopre nell’antico sistema residenziale<br />

un motivo di riflessione per opere di tutela, restauro e ricontestualizzazione ambientale.<br />

Elisabetta Marchionni


8<br />

Pierantonio Mezzastris<br />

pittore a Foligno nella seconda metà del Quattrocento<br />

a cura di G. Benazzi e E. Lunghi<br />

Edizioni Orfini Numeister, Foligno 2006<br />

Testi di G. Benazzi, F. Canella, E. Cecconelli, R. Cordella, P. Felicetti,<br />

S. Felicetti, S. Fusetti, E. Lunghi, V. Picchiarelli, P. Virilli, L. Vignoli<br />

ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

Preannunciato dalla pubblicazione<br />

di un’agile brochoure, per mezzo<br />

della quale - con l’ausilio grafico<br />

di una piantina in cui vengono riportate<br />

le localizzazioni dei dipinti - si invita il<br />

lettore a percorrere “Le vie di Pierantonio<br />

Mezzastris”, il volume si presenta<br />

come un esaustivo catalogo delle opere<br />

realizzate dal pittore folignate, del quale<br />

nel 2006 ricorre il V centenario dalla<br />

morte. Le due introduzioni, opera dei curatori<br />

Giordana Benazzi ed Elvio Lunghi,<br />

sono volte ad inserire in visioni di ampio<br />

respiro le singole schede, la cui compilazione,<br />

frutto di un accurato lavoro di<br />

ricognizione e di valutazione critica, ha<br />

consentito di esaminare anche alcuni interessanti<br />

inediti (come l’affresco nella<br />

chiesa di Sant’Antonio a Perticani), e di<br />

rendere noti dati di grande interesse: si<br />

veda, ad esempio, l’individuazione della<br />

firma dell’artista e della data di esecuzione<br />

(1467) della decorazione absidale<br />

della chiesa della Fiamenga, dove compare<br />

anche una ricca serie di interessanti<br />

graffiti (trascritti e interpretati da Romano<br />

Cordella).<br />

Nel loro insieme queste schede permettono<br />

di conoscere a fondo la produzione<br />

della bottega del Mezzastris, che viene<br />

poi ulteriormente indagata, per quanto<br />

concerne alcune specifiche tematiche,<br />

all’interno dei sette saggi posti a corredo<br />

del catalogo. Una completezza di<br />

indagine che non era mai stata riservata<br />

allo studio del Mezzastris: infatti, come<br />

è sottolineato nel saggio di Paola Mercurelli<br />

Salari, la figura di Pierantonio - conosciuta<br />

attraverso numerosi documenti<br />

d’archivio (che vengono analizzati da<br />

Stefano Felicetti) - è stata per lungo tempo<br />

studiata solo indirettamente, e cioè<br />

all’interno delle numerose trattazioni<br />

incentrate sul ben più celebre coetaneo<br />

Nicolò Alunno.<br />

In realtà, la produzione pittorica del<br />

Mezzastris si rivela di grande interesse,<br />

anche in riferimento alla comprensione<br />

del fenomeno stilistico che interessa<br />

l’Umbria nella seconda metà del XV secolo,<br />

consistente nella diffusione su vasta<br />

scala degli stilemi desunti dalle opere del<br />

Beato Angelico, che nel caso specifico<br />

di Pierantonio sono assorbite soprattutto<br />

per il tramite della produzione umbra del<br />

fiorentino Benozzo Gozzoli. In effetti,<br />

l’uniformità che caratterizza la produzione<br />

di Pierantonio Mezzastris si basa


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong> 9<br />

sulla tendenza a riproporre, spesso con<br />

grande fedeltà, i modelli dei pittori con<br />

i quali dovette collaborare nella sua fase<br />

giovanile.<br />

Le tematiche affrontate negli altri saggi<br />

vanno dall’analisi della committenza in<br />

relazione ad una delle imprese più significative<br />

realizzate da Pierantonio, e cioè<br />

la decorazione della cappella Eroli a San<br />

Francesco di Narni (ricerca di Lucilla Vignoli)<br />

allo studio della ricca produzione<br />

ad affresco applicata alla decorazione<br />

delle edicole sacre (saggio di Emanuela<br />

Cecconelli), per concludersi idealmente<br />

con lo studio di Veruska Picchiarelli, dedicato<br />

alla figura del figlio di Pierantonio,<br />

Bernardino, che ereditò la bottega paterna.<br />

La raccolta dei saggi è completata da<br />

due interventi che analizzano aspetti tecnici<br />

attinenti alla produzione pittorica del<br />

Mezzastris: le vicende relative ai distacchi<br />

di affreschi poi confluiti nella Pinacoteca<br />

Comunale di Foligno (Patrizia Felicetti)<br />

e l’illustrazione dell’intervento di<br />

restauro su due opere di Pierantonio, utile<br />

per ricavare informazioni sulla tecnica<br />

pittorica dell’artista folignate (Francesca<br />

Canella, Sergio Fusetti e Paolo Virilli).<br />

Il volume, realizzato con il coordinamento<br />

editoriale di Rita Fanelli Marini, si<br />

inserisce all’interno della prestigiosa collana<br />

“Arte” delle edizioni Orfini Numeister,<br />

nella quale rientrano importanti studi<br />

volti ad indagare il patrimonio storicoartistico<br />

della città di Foligno. L’augurio<br />

di chi ha collaborato alla realizzazione<br />

di questo testo è di aver contribuito ad<br />

approfondire la conoscenza relativa alle<br />

manifestazioni delle arti figurative nel<br />

nostro territorio, all’interno delle quali la<br />

produzione di Pierantonio Mezzastris occupa<br />

uno spazio di indubbio rilievo.<br />

Emanuela Cecconelli<br />

CRONACA IN BREVE<br />

17 dicembre festa degli auguri<br />

NEL SEGNO DEL NATALE<br />

LA LAUDA MONODICA E POLIFONICA<br />

La Chiesa di San Silvestro di Bevagna si è rivelata l’ambiente ideale per<br />

ascoltare le laude cantate dall’Ensemble S. Michele Arcangelo diretto dal<br />

Maestro Padre Maurizio Verde e dalla Corale S. Cecilia di Fossato di Vico<br />

diretta dal Maestro Paola Paolucci con l’accompagnamento strumentale<br />

dell’Ensemble di musica antica Laudare et delectare. L’acustica si è rivelata<br />

ottima e l’esecuzione è stata ineccepibile, è risultata perfetta anche la<br />

coerenza tra il programma musicale, il calendario liturgico (tra le laude O<br />

Sapientia – Antiphona maior, die 17 decembris e O Emmanuel – Antiphona<br />

maior, die 17 decembris) e la scenografia costituita dalla nuda architettura<br />

della chiesa (fine sec. XII). Il pubblico, numeroso e attento, è stato coinvolto<br />

dalla suggestione di una musica così lontana nei secoli che ha celebrato il<br />

Natale con l’intensità emotiva di una preghiera salmeggiata di altissima spiritualità.<br />

Tanti gli applausi, lusinghieri gli apprezzamenti. L’evento è stato<br />

accolto con favore anche dalle Autorità del Comune di Bevagna e l’Assessore<br />

alla Cultura, presente tra il pubblico, ha onorato i soci dell’Archeoclub di<br />

Foligno ricevendoli - dopo il concerto - nella bella Sala della Giunta dove<br />

è stato servito un drink. I presenti sono stati gratificati anche con la visita<br />

gratuita alla Pinacoteca cittadina e alle terme romane dove hanno potuto<br />

ammirare il mosaico con animali marini in tessere bianche e nere che non<br />

tutti conoscevano.<br />

La Redazione


IL LICEO<br />

SCIENTIFICO<br />

“G. MARCONI”<br />

risponde all’invito<br />

dell’ARCHEOCLUB<br />

di <strong>FOLIGNO</strong><br />

con un progetto che<br />

coinvolge sei insegnanti e<br />

numerosi allievi<br />

La professoressa Emanuela Biagetti,<br />

insegnante presso il Liceo Scientifico<br />

“G. Marconi” di Foligno, ricollegandosi<br />

al programma proposto dall’Archeoclub<br />

di Foligno per l’anno<br />

2006/2007, ha presentato il progetto<br />

intitolato “Segni – Disegni – Figure,<br />

Medioevo a Foligno e in Terra d’Umbria”,<br />

approvato dal POF, allo scopo<br />

di formare i giovani al rispetto della<br />

“memoria” del proprio territorio e<br />

di abituarli a “leggere” i monumenti,<br />

i reperti, i testi letterari del luogo<br />

in cui vivono.<br />

Al termine dell’anno scolastico<br />

2006/2007 tutti i lavori realizzati<br />

parteciperanno ad una mostra organizzata<br />

dall’Archeoclub di Foligno e<br />

verrà redatto un catalogo di tutto il<br />

materiale prodotto dagli studenti del<br />

liceo.<br />

Emanuela Biagetti<br />

Federico II a Foligno<br />

Prof.sse BARTOCCINI e MERCURI<br />

Il progetto si articola come segue:<br />

Aspetto storico letterario<br />

• Approfondimento del periodo storico e letterario, con particolare attenzione<br />

agli aspetti legati alal dinastia degli Svevi nella realtà folignate (stemmi,<br />

epigrafi, documenti di archivio) e al tema della falconeria.<br />

La Corte dei Trinci<br />

l’opera di Federico Frezzi<br />

Prof.ssa BIAGETTI<br />

• Studio del profilo artistico del poeta folignate, del legame tra la poetica di<br />

Frezzi e la decorazione pittorica del palazzo Trinci in Foligno.<br />

Approfondimento della tematica didascalico-allegorica comune all’attività<br />

letteraria di autori operanti in diversi contesti europei.<br />

Analisi testuale di alcune parti del Quadriregio.<br />

PROF. MARCHETTI<br />

Aspetto iconografico<br />

• Ricerca nell’ambito del territorio folignate di EPIGRAFI edi IMMAGINI scultoree<br />

e pittoriche.<br />

Tali immagini saranno oggetto di restituzione disegnativi.<br />

Prof.ssa BARTOLOMEI<br />

Studio delle immagini<br />

• Studio dei motivi decorativi dei TESSUTI. Estrapolazione e riproduzione<br />

grafico-cromatica.<br />

Studio delle immagini e del COSTUME nelle pitture di Palazzo Trinci. Riproduzione<br />

grafico-cromatica ed estrapolazione di frammenti. Interpretazione, rielaborazione<br />

e realizzazione di moduli con tecniche diverse e nuovi materiali.<br />

La MINIATURA umbra<br />

Prof.ssa PASQUALONI<br />

• Studio dell’evoluzione dei motivi decorativi dei TESSUTI.<br />

Studio della tecnica di realizzazione. Riproduzione grafico-cromatica.<br />

Realizazione di uno o più manufatti tessili ispirati ai modelli oggetto di<br />

studio. Analisi delle immagini presenti nella miniatura umbra del Medioevo.<br />

Realizzazione di un MANUFATTO IN CERAMICA ispirato ad una o più immagini del<br />

repertorio analizzato.


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong> 11<br />

Elogio di<br />

Foligno nella<br />

memoria di<br />

un avvocato<br />

folignate nel<br />

1841<br />

Arnaldo Picuti<br />

Si deve alla curiosità ed alla sensibilità<br />

di un collega che l’ha scovata<br />

tra le polverose carte di una bancarella<br />

del mercatino di Pissignano se sono venuto<br />

in possesso di una memoria difensiva<br />

di un non meglio identificato avvocato<br />

Senesi, folignate, depositata nel<br />

lontano gennaio 1841 agli atti di una<br />

causa davanti al Tribunale Civile di Foligno<br />

in difesa di tale Angela Gavardini<br />

vedova Gentili.<br />

La vicenda è interessante ma non è il<br />

caso di addentrarci in una fattispecie<br />

giuridica per fatti talmente lontani che<br />

esulano dall’interesse dei nostri probabili<br />

lettori.<br />

Lo scritto del giurista folignate merita<br />

invece particolare attenzione per le<br />

considerazioni e i giudizi, preziosi anche<br />

per lo storico che volesse conoscere<br />

i pensieri di una certa borghesia sulla<br />

Foligno della prima metà dell’Ottocento.<br />

Come si legge nel brano della memoria<br />

del colto difensore che pubblichiamo<br />

integralmente nel riquadro, l’avvocato<br />

Senesi contesta decisamente le considerazioni<br />

poco benevole dell’avversario<br />

su Foligno che noi non conosciamo<br />

perché contenute in un precedente<br />

scritto, ma che possiamo ugualmente<br />

immaginare.<br />

Ne scaturisce un ritratto di Foligno,<br />

che viene denominata Seconda Bologna,<br />

vivo ed estremamente suggestivo<br />

per il lettore di oggi, un elogio molto<br />

Stà fiso in capo all’Egregio nostro Sig. Collega, che Fuligno<br />

sia una umile Bicocca come Pretola, e Roccacannuccia. Perciò,<br />

ricusandole perfino il nome di Città, lo chiama per ben quat-<br />

tro volte in poche linee Paese, quasi fosse oggidì, com’era a tempo<br />

di Silio Italico, aperto Villaggio, “patuloque jacens sine Moenibus<br />

Arvo Fulginium”. Crede perciò, o finge di credere, che all’arrivo<br />

colà di una CARROZZA DA VIAGGIO che vi conduca “un distin-<br />

to prelato della Romana Curia, basti a metter sossopra il Paese,<br />

ed il Contado con tutta la Montagna”. Per lo che conclude, che<br />

“questo ingresso trionfale (di Monsig. Zinnanni in Foligno) valse<br />

per quaranta Editti” onde render notorio, e a tutti palese per le<br />

bocche di tanti Ficcanasi la deputazione di un Economo al Pa-<br />

trimonio Gentili nella persona di quel Prelato.Egli adunque non<br />

sà il mio Sig. Contradittore esser Fuligno quella Città, che, per<br />

la felice posizione nel centro di molte Strade Corriere, chiamasi<br />

non senza ragione la Seconda Bologna. Non sa che il Contado,<br />

e la Montagna dell’Agro Folignate, ben lunge dal marcire, come<br />

nelle Bicocche avviene, oziosamente nella Piazza del Villaggio,<br />

scende soltanto in Città una volta la Settimana all’occasione dei<br />

Mercati, e disbrigate appena le sue faccende, se ne torna in tutta<br />

fretta alle Campestri cure. Non sa che i Cittadini di quella industre<br />

Città, ove certamente i Ficcanasi, e gli Oziosi non allignano, sono<br />

dalle prime ore mattutine fino all’imbrunir della notte dedicati al<br />

travaglio, ed alle commerciali operazioni. Non sà finalmente, che<br />

il frequente passaggio per quella Contrada di Personaggi di gran<br />

portata non suole punto destare in simili incontri la privata, e la<br />

pubblica curiosità. Che se tanto Egli sapesse, né vilipeso avrebbe,<br />

nomandola Paese di Provincia, una illustre Città, che figura sotto<br />

più rapporti frà le primarie dello Stato; né avrebbe azzardato di<br />

asserire, che l’arrivo colà di un Prelato Economo in Carrozza da<br />

viaggio “vaglia per quaranta Editti”.<br />

affascinante che ci fa rivivere la realtà<br />

cittadina di tempi così lontani.<br />

Al giurista folignate bastano poche righe<br />

per fare luce sulle condizioni sociali<br />

ed economiche di una città con<br />

grandi ambizioni economiche. Definire<br />

Foligno Seconda Bologna, non è poco,<br />

considerato che il capoluogo emiliano<br />

era allora il centro pulsante dell’economia<br />

dello stato romano, e fa capire<br />

l’alta considerazione nella quale era<br />

tenuta la nostra città.<br />

Un ritratto nel quale l’avvocato folignate<br />

pone la sua attenzione sulla gente di Foligno<br />

“dedita tutto il giorno al travaglio<br />

Continua a pag.14


12<br />

Due esempi<br />

contemporanei<br />

nell’iconografia<br />

dell’INCORONAZIONE<br />

DELLA VERGINE<br />

IN UMBRIA.<br />

Novità e tradizione:<br />

GHIRLANDAIO e<br />

NICOLÒ ALUNNO.<br />

Recentemente ha fatto discutere<br />

il fatto del costoso spostamento<br />

della Incoronazione della<br />

Vergine di Domenico del Ghirlandaio<br />

dal Palazzo Pubblico (luogo della sua<br />

collocazione ottocentesca) a quella<br />

del museo in Palazzo Eroli, a Narni;<br />

mentre Foligno attende da tempo (e il<br />

prolungarsi dei tempi di riconsegna è<br />

dovuto ancora una volta al fattore economico)<br />

il rientro della pala di medesimo<br />

soggetto dipinta dall’Alunno per<br />

San Nicolò a Foligno.<br />

La cronaca attuale avvicina in maniera<br />

del tutto fortuita queste due opere coeve,<br />

spingendoci ad una breve riflessione.<br />

L’Incoronazione della Vergine viene<br />

commissionata a Domenico Ghirlandaio<br />

dall’ordine degli Osservanti per la<br />

Chiesa di San Girolamo di Narni nel<br />

1486. La presenza del grande maestro<br />

fiorentino nella provincia umbra lascia<br />

un segno significativo (così come accade<br />

nella seconda metà dello stesso<br />

secolo con l’arrivo del Gozzoli a Montefalco<br />

e del Lippi a Spoleto). La pala<br />

d’altare narnese costituisce a tutti gli<br />

effetti un precedente che influenza per<br />

decenni la pittura umbra all’epoca di<br />

Perugino e di Raffaello, grazie anche<br />

all’azione dei pittori locali che si formano<br />

alla presenza di questi maestri.<br />

L’impianto iconografico (cioè il soggetto<br />

rappresentato e il modo in cui<br />

esso viene rappresentato) dell’Incoronazione<br />

della Vergine del Ghirlandaio<br />

raccoglierà tali consensi da divenire<br />

riferimento quasi obbligato per ogni<br />

pala di analogo soggetto eseguita in<br />

Umbria tra la fine del Quattrocento ed i<br />

primi decenni del Cinquecento, specie<br />

se destinata, come il prototipo, ad una<br />

chiesa dell’osservanza francescana; un<br />

vincolo tematico e strutturale al quale<br />

non si sottraggono nemmeno artisti<br />

affermati. Basti sapere che quando nel<br />

1503 gli Osservanti di Perugia stipularono<br />

per le monache di Monteluce<br />

un contratto con il grande Raffaello,<br />

imposero all’urbinate di copiare la<br />

tavola di Narni: Raffaello non eseguì<br />

mai l’opera, che tuttavia fu portata a<br />

compimento dopo la sua morte e nel rispetto<br />

dell’iconografia ghirlandaiesca<br />

da Francesco Penni e Giulio Romano 1 .<br />

L’evento è dunque determinante per le<br />

sorti artistiche di un’intera regione e<br />

ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

interessa la produzione di alcune delle<br />

più importanti pale d’altare eseguite in<br />

Umbria tra il 1486 ed il 1541.<br />

Tra il 1502 ed il 1503, Raffaello dipinge<br />

la cosiddetta Pala Oddi 2 e Pinturicchio<br />

e Giovan Battista Caporali, compongono<br />

ancora una Incoronazione di<br />

Maria 3 . Nel 1511, Giovanni di Pietro,<br />

detto lo Spagna si cimenta a Todi con il<br />

medesimo soggetto 4 , replicandolo specularmente<br />

a Trevi undici anni dopo:<br />

l’opera ammirata per la bellezza dei<br />

particolari, quali le figurine dipinte sui<br />

piviali dei vescovi, riprende appunto<br />

lo schema compositivo della tavola di<br />

Todi, rispetto alla quale lo Spagna diminuisce<br />

il numero delle figure eliminando<br />

i Profeti e le Sibille e invertendo<br />

i gruppi, secondo una tecnica basata<br />

sull’uso dei cartoni tipicamente peruginesca.<br />

Nel 1512/1513, il contratto di esecuzione<br />

dell’Assunzione di Maria 5 , impegnava<br />

Pietro Vannucci detto il Perugino ad<br />

usare oro e colori fini, di qualità non<br />

inferiore a quelli adoperati nella tavola<br />

di Raffaello per Alessandra degli Oddi,<br />

facendo supporre che quest’ultima fosse<br />

indicata nel contratto come modello<br />

compositivo per l’Ascensione del Perugino.<br />

Ancora nel 1541, 65 anni dopo<br />

l’intervento narnese del Ghirlandaio,<br />

Jacopo Siculo, allievo dello Spagna, fa<br />

approdare in Valnerina il consueto modello<br />

6 , in una ormai stanca ripetizione<br />

di quella fortunata formula.<br />

Nel 1495 Nicolò di Liberatore detto<br />

L’Alunno eseguiva, per un committente<br />

privato, la pala con l’Incoronazione<br />

della Vergine e Santi da collocare nella<br />

chiesa degli agostiniani di San Nicolò<br />

in Foligno. Il pittore folignate si<br />

trova nell’ultima fase della sua attività<br />

e risulta ancora puntualmente aggiornato<br />

sulle novità concettuali e formali<br />

dell’ambiente artistico sia adriatico<br />

e oltremontano, che toscano. Tuttavia<br />

sceglie di esprimersi attraverso il<br />

gusto di colto revival negli impianti<br />

iconografici di tradizione medievale,<br />

particolarmente amati e particolarmente<br />

congeniali alla pietas della piccola<br />

committenza locale, ignorando<br />

volutamente le novità eclatanti, come<br />

quella introdotta dall’opera del Ghirlandaio<br />

che non poteva non conoscere.<br />

Il Rinascimento umbro si esprime<br />

ancora, alla fine del Quattrocento, con


ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong> 13<br />

voci eccentriche, non necessariamente<br />

‘minori’ dal punto di vista artistico e<br />

contenutistico: quella di Nicolò si leva<br />

con timbro affatto personale e poderosa<br />

incisività, ultimo grido prima della<br />

‘dittatura’ stilistica che dai primi anni<br />

del Cinquecento sino ad oltre la metà<br />

del secolo verrà imposta dal ritorno del<br />

Perugino in patria.<br />

Federica Bordoni<br />

1 Pala di Monteluce: Incoronazione<br />

della Madonna e Apostoli presso il<br />

suo sepolcro; olio su tavola, Roma, Pinacoteca<br />

Vaticana; già Perugia, Chiesa<br />

di Santa Maria di Monteluce, 1525.<br />

2 Incoronazione della Vergine e Apostoli<br />

intorno al suo sepolcro; Annunciazione,<br />

Adorazione dei Magi e Presentazione<br />

di Gesù al Tempio; olio<br />

su tela, Roma, Pinacoteca Vaticana;<br />

già Perugia, Chiesa di San Francesco,<br />

Cappella Oddi.<br />

3 Tempera su tavola, Roma, Pinacoteca<br />

Vaticana; già Perugia, Santa Maria<br />

della Pietà alla Fratta.<br />

4 Incoronazione della Vergine; San<br />

Girolamo in preghiera, Resurrezione<br />

di Cristo, San Francesco riceve le<br />

stimmate; tempera su tavola, Todi, pinacoteca<br />

Comunale (predella presso il<br />

Museo del Louvre di Parigi); già Todi<br />

(pressi), chiesa di Santa Maria Assunta<br />

del convento di Montesanto.<br />

5 Assunzione di Maria; Annunciazione<br />

e Presepe; olio su tavola, Corciano,<br />

Chiesa di Santa Maria.<br />

6 Incoronazione della Vergine e santi;<br />

Spirito Santo ed Eterno (lunetta);<br />

Annunciazione, San Francesco riceve<br />

le stimmate, Pietà, San Girolamo<br />

nel deserto (predella); Norcia, Chiesa<br />

di San Francesco.<br />

1486, Domenico Bagordi detto il<br />

Ghirlandaio, Incoronazione di<br />

Maria tra angeli e Santi; Stimmate<br />

di San Francesco, Pietà e San<br />

Girolamo nel deserto; tempera su<br />

tavola, Narni, Palazzo Pubblico (già<br />

Narni, Chiesa di San Girolamo).<br />

1495, Nicolò di Liberatore,<br />

detto L’Alunno, Incoronazione<br />

della Vergine e i Santi Antonio<br />

Abate e Bernardino da Siena,<br />

Foligno, Chiesa di San Nicolò.<br />

1522, Giovanni di Pietro, detto<br />

lo Spagna, Incoronazione della<br />

Vergine e santi; San Martino divide<br />

il mantello con il povero; Stimmate<br />

di San Francesco (predella); Pietà<br />

(predella, tavoletta centrale; presso<br />

il museo di Tucson in Arizona;<br />

Trevi, Complesso Museale di San<br />

Francesco, Raccolta d’Arte (già<br />

Trevi, Chiesa di San Martino).


14<br />

Un’occasione<br />

perduta:<br />

Il castello<br />

di Popola<br />

Gianfranco Angeli<br />

Ricostruzione grafica<br />

di Luciano Colia<br />

Castello d’altura posto a 848 metri<br />

s.l.m. in una località di antichissima<br />

origine umbra. Questo luogo è da<br />

sempre sottoposto alla giurisdizione<br />

del Comune di Foligno che tra il<br />

1262 e il 1264 vi costruì un fortilizio<br />

a difesa della Strada della Spina,<br />

diverticolo della consolare Via Flaminia,<br />

che conduceva a Verchiano,<br />

Colfiorito, Plestia e poi nelle Marche.<br />

Fu una delle fortificazioni dei<br />

Trinci e rimase sotto il loro potere<br />

fino alla caduta della Signoria.<br />

Attualmente restano visibili parti<br />

delle mura perimetrali, il mastio,<br />

l’ingresso principale e una torre<br />

d’angolo oggetto di restauri<br />

dopo il terremoto del 1997.<br />

Questa sede dell’Archeoclub<br />

d’Italia da anni ha promosso<br />

un’azione di conoscenza in ordine<br />

alla ramificazione delle fortificazioni<br />

del periodo dei Trinci nell’Italia centrale<br />

e ricordo quale ultimo evento divulgativo<br />

la mostra che venne organizzata in occasione<br />

della celebrazione dei trenta anni<br />

di attività della sede di Foligno costituita<br />

nel lontano novembre del 1973.<br />

Recentemente i quotidiani locali si sono<br />

interessati al Castello di Popola, per l’appunto<br />

una delle fortificazioni del periodo<br />

dei Trinci, posto lungo l’antica Via della<br />

Spina alle porte dell’Altopiano Plestino<br />

e, in particolare, del ricostruito edificio<br />

privato, l’ex scuola pubblica, proprio a<br />

ridosso delle mura castellane.<br />

Il dibattito è sorto perché nella prima<br />

elaborazione del PIR (Programmi Integrati<br />

di Recupero) della frazione di Popola<br />

si prevedeva, correttamente, la dislocazione<br />

dell’ex scuola poiché si legge<br />

nelle NTA (Norme Tecniche Attuazione)<br />

del predetto PIR “elemento di gravissimo<br />

disturbo ambientale, in quanto sorge<br />

quasi a ridosso delle mura e della torre<br />

del castello, con le quali entra fortemente<br />

in contrasto impedendone la libera<br />

percezione”.<br />

Tuttavia ciò non è stato rispettato anche<br />

se l’Amministrazione pubblica aveva<br />

tutti gli strumenti per procedere a quanto<br />

affermato nel PIR, un PIR che non privava<br />

il proprietario dell’edificio di alcun<br />

diritto in quanto era stata prevista, quale<br />

misura compensativa, la dislocazio-<br />

ne della struttura abitativa sempre nella<br />

frazione di Popola, un PIR i cui progetti<br />

esecutivi equivalevano a dichiarazione di<br />

pubblica utilità, un PIR che non era stato<br />

oggetto d’impugnazione nei termini di<br />

legge.<br />

Quindi un’occasione che il Comune non<br />

ha voluto cogliere quando tutto lo poteva<br />

permettere visto che l’abitato è sottoposto<br />

al vincolo paesaggistico e sull’insieme<br />

del castello (torre, mura, chiese, case<br />

e spazi comuni) è presente il vincolo storico-architettonico-artistico<br />

ai sensi della<br />

Legge 1089/1939.<br />

Continua da pag. 11<br />

ARCHEO <strong>FOLIGNO</strong><br />

ELOGIO DI <strong>FOLIGNO</strong><br />

ed alle commerciali operazioni”, e talmente<br />

abituata ad incontri con “grossi<br />

personaggi di gran portata” da non suscitare<br />

più la sua curiosità.<br />

Un elogio che riecheggia il proverbiale<br />

centro “de lo munnu” che troverà pochi<br />

anni più tardi la sua esaltazione nella<br />

bella guida del Bragazzi, “La rosa dell’Umbria”.<br />

E’ proprio costui a tramandarci un<br />

memorabile incontro dei notabili<br />

folignati con il Cardinale Consalvi, una<br />

specie di primo ministro dell’epoca, per<br />

sollecitare un tracciato della ferrovia<br />

verso l’Adriatico che toccasse Foligno,<br />

che rispose era interesse della strada<br />

ferrata passare per Foligno.<br />

Arnaldo Picuti


Questo esercizio appoggia<br />

l’opera di volontariato culturale<br />

della Sede di Foligno di<br />

Archeoclub d’Italia<br />

ESERCIZI<br />

in cui si praticano<br />

AGEVOLAZIONI per gli iscritti<br />

all’Archeoclub di Foligno anno 2007<br />

•AGENZIA UTET<br />

Viale IV Novembre, 5<br />

•CANTINA TERRE DEI TRINCI<br />

Via Fiamenga, 57<br />

•CANTINA PARDI<br />

Via G. Pascoli, 7-9 Montefalco<br />

•CANTINA RUGGERI<br />

G. Loc. Belvedere Montefalco<br />

•LA BOTTEGA DEL CAFFE’<br />

Via Shibukawa<br />

•LE GIOIE DI GRIFFE<br />

Corso Cavour,13<br />

•LES PETITS PAS<br />

Via C. Agostini, 6<br />

•LIBRERIA<br />

3 Libretti sul comò<br />

Via, Pignattara, 38<br />

•2M di MALTEMPI<br />

Corso Cavour. 116<br />

•OTTICA L’OCCHIALERIA<br />

Via Garibaldi, 33<br />

•PITTURE E CERAMICHE D’ARTE<br />

Via Rosselli, 25<br />

•PRATO BABY<br />

Via C. Agostini, 7/9<br />

PROFUMO<br />

Corso Cavour, 6<br />

•RESTORE RIGENERAZIONI<br />

Via Fedeli, 22<br />

•ROMAGNOLI Foto-Ottica<br />

Via Oberdan, 4<br />

•TEATRO STABILE dell’UMBRIA<br />

•TESSITURA PARDI<br />

Via Ringhiera Umbra, 25 – Montefalco<br />

Corso Mameli, 14 – Montefalco<br />

Corso Cavour – Spello<br />

•TRADIZIONE e NOVITA’<br />

Via Cesare Agostini,16<br />

•VOLUME ALTO<br />

Via Gramsci, 12<br />

GENNAIO<br />

Giovedì 4<br />

Martedì 9<br />

Ore 16,30<br />

Martedì 30<br />

Ore 16,30<br />

FEBBRAIO<br />

Martedì 13<br />

Ore 16,30<br />

Domenica 25<br />

Martedì 27<br />

Ore 16,30<br />

MARZO<br />

Martedì 13<br />

Ore 16,30<br />

PROGRAMMA<br />

Roma: Mostra “Cina. Nascita di un Impero”<br />

Scuderie del Quirinale. Visita guidata nel centro storico della città.<br />

Partenza dal Plateatico di Porta Todi alle ore 6,45<br />

“Disegni in pietra. I rosoni e la loro simbologia”<br />

Prof.ssa L. Lametti<br />

Chiesa di S. Gacomo<br />

“Simboli e allegorie nella maiolica umbra medievale”<br />

L. Bertoglio<br />

Chiesa di S. Giacomo<br />

“Immagini preziose: i gioielli nei dipinti di Pal. Trinci e della<br />

Galleria Naz. dell’Umbria”<br />

Dott.ssa E. Cecconelli<br />

Palazzo Trinci<br />

Pranzo a base di pesce c/o il Ristorante Paola (Loc. Vionica)<br />

Ore 12,30: incontro dei partecipanti davanti alla Clinica Villa Aurora<br />

- Via Arno. Prenotazione obbligatoria entro il 15/02 in segreteria<br />

o a mezzo telefono.<br />

“Evoluzione dei moduli decorativi nei tessuti”<br />

G. Nagni<br />

Chiesa di S. Giacomo<br />

“La figura del Cristo come oggetto teatrale”<br />

Prof. E. Lunghi<br />

Chiesa di S. Giacomo<br />

ISCRIZIONI per l’anno 2007<br />

L’iscrizione dà diritto a partecipare ad ogni attività dell’Associazione, a ricevere<br />

il Notiziario bimestrale ARCHEO/<strong>FOLIGNO</strong> e il Notiziario nazionale bimestrale<br />

ARCHEOCLUB D’ITALIA, inoltre, mostrando la tessera Archeoclub d’Italia 2007,<br />

si possono ottenere agevolazioni di acquisto nei punti di vendita elencati a fianco.<br />

Informazioni più dettagliate sono a disposizione c/o la segreteria - V. Nobili n°4 - il<br />

giovedì dalle ore 16,30 alle ore 17,30. In qualunque giorno sono attivi i numeri 0742<br />

379634 – 0742 351601 – 339 6826526.<br />

Quote associative: Socio ordinario euro 40,00 - socio familiare euro 20,00 - socio<br />

iunior (fino ai 14 anni) euro 3,00, socio studente (dopo i 14 anni) euro 15,00.


ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI <strong>FOLIGNO</strong><br />

COMUNE DI <strong>FOLIGNO</strong>

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