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Progetto della regione e della zona Agesci Trentino Alto-Adige

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Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

PROGETTO DELLA REGIONE<br />

E DELLA ZONA<br />

AGESCI TRENTINO-ALTO ADIGE<br />

AMATI DA DIO,<br />

FORTIFICATI PER AMARE<br />

E COSTRUIRE LA GIUSTIZIA<br />

2012-2015<br />

A.G.E.S.C.I.<br />

Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani<br />

1


2 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

SOMMARIO<br />

3 UN SALUTO, UN iNcOrAggiAmeNTO<br />

5 iL TemA: LA minorAnzA<br />

7 LA riVOLUZiONe ATTeSA:<br />

Un moDo nUoVo Di ESSErE nEL monDo<br />

8 iL PercOrSO: Amati da Dio, fortificati<br />

per amare e costruire la giustizia<br />

9 LA ScANSiONe TemPOrALe<br />

10 LA FigUrA gUiDA: zACCHEo<br />

12 LO SFONDO: Amati da Dio<br />

14 1° ANNO 2012/2013: fortificati<br />

16 2° ANNO 2013/2014: per amare<br />

18 3° ANNO 2014/2015: per costruire la giustizia<br />

21 Appendice: inTErVEnTo Di GoFFrEDo FoFi<br />

al Convegno regionale, ottobre 2011


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

UN SALUTO, un incoraggiamento<br />

Carissimi Capo e Capi,<br />

dalla verifica del precedente <strong>Progetto</strong> regionale 2008 – 2011 era emerso<br />

il bisogno di soffermarsi sulla consapevolezza dell’importanza dell’azione<br />

educativa dello scautismo.<br />

Si è cominciato così a pensare ad un <strong>Progetto</strong> regionale che desse un’indicazione<br />

forte <strong>della</strong> valenza del nostro servizio, che mira ad educare la<br />

persona nella sua globalità, ponendo una particolare attenzione al sapersi<br />

innestare nella nostra società in continuo e rapido cambiamento, con proposte<br />

educative chiare, coerenti e allo stesso tempo aggiornate all’oggi e al<br />

domani.<br />

Da qui è nata l’esigenza di riflettere, partendo dal Vangelo, su tre aspetti<br />

dell’educare, particolarmente critici per noi capi e per i ragazzi in un tempo<br />

di crisi complessiva:<br />

la resilienza, il saper essere nella nostra società, nel nostro tempo, senza<br />

perdere la nostra particolare intuizione educativa, senza farci travolgere,<br />

alterare e snaturare;<br />

l’affettività, ovvero la dimensione relazionale dell’amare e dell’essere<br />

amati;<br />

la spiritualità che apre a un’azione di cambiamento in noi stessi e con<br />

gli altri, per essere costruttori di giustizia, di un mondo nuovo che attende<br />

anche il nostro, personale e collettivo, contributo.<br />

La prima riflessione su questi temi ha coinvolto tutti i presenti al Convegno<br />

Capi del 22 e 23 ottobre 2011, dove ci siamo confrontati con l’aiuto di<br />

testimoni esterni al mondo scout. Tra questi denso è stato il contributo di<br />

Goffredo Fofi (v. l’Appendice finale), che ci ha richiamati il concetto di “minoranza<br />

etica” nell’ambito educativo.<br />

Gli spunti emersi sono stati elaborati e integrati in più incontri dei Comitati<br />

e Consigli di <strong>zona</strong> e regionali e durante le assemblee <strong>della</strong> <strong>zona</strong> e <strong>della</strong> <strong>regione</strong>,<br />

partendo dalle reciproche competenze e ruoli e arrivando a formulare<br />

il <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> che nella nostra realtà comprende da due anni<br />

anche la <strong>zona</strong> nella sua nuova dimensione coincidente con la <strong>regione</strong>.<br />

Ci auguriamo che questo percorso di riflessione, ricco e condiviso, sappia<br />

rispondere alle sfide educative che come Capi ci troviamo ad affrontare per<br />

contribuire ad un cambiamento <strong>della</strong> società di cui siamo parte.<br />

3


4 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

L’esempio di zaccheo, figura guida di questo progetto, ci aiuti a “guardare<br />

oltre”, più lontano, nella fiducia che il cammino comune vada nella giusta<br />

direzione.<br />

il coraggio che zaccheo ha avuto appunto nel “guardare oltre”, verso strade<br />

nuove, sia anche per noi un incoraggiamento ad affrontare il futuro con<br />

fiducia e cercando di contribuire a costituire esempio di quei nuclei di piccole<br />

comunità attive ed aperte, cui Goffredo Fofi ci ha sollecitati con il suo<br />

profondo pensiero.<br />

il progetto viene consegnato a tutti noi Capi del <strong>Trentino</strong>-<strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong>. Sarà<br />

poi declinato nei tre anni e nei diversi livelli associativi, secondo le loro<br />

peculiarità. Potrà così diventare davvero un prezioso stimolo, una guida<br />

sicura ed una ricchezza per il nostro servizio ai ragazzi ed alle ragazze<br />

<strong>della</strong> <strong>regione</strong>.<br />

Settembre 2012<br />

BUONA STRADA<br />

Lorella Postal, Daniele Tosin, Padre Oliviero cattani<br />

responsabili e AE regionali<br />

grazia merlo, Sandro Aita, Padre marfi Pavanello<br />

responsabili e AE di <strong>zona</strong>


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

IL TEMA: LA MINORANZA<br />

Siamo minoranza perché vogliamo essere persone significative e formarci<br />

come educatori capaci anche di andare controcorrente rispetto<br />

ai tempi e alla società. L’educazione è la nostra scommessa che parte<br />

dall’amore per il prossimo.<br />

“ Quel che a me interessa di più sono le minoranze che chiamerei etiche: le persone<br />

che scelgono di essere minoranza, che decidono di esserlo per rispondere a un’urgenza<br />

morale. Se alla fine ci ritroviamo sempre in un mondo diviso tra poveri e ricchi,<br />

oppressi e oppressori, sfruttati e sfruttatori, nelle più diverse forme e sotto le più<br />

diverse latitudini, bisogna ogni volta ricominciare e dire a questo stato di cose il nostro<br />

semplice “no”.<br />

Il ruolo delle minoranze è un ruolo di proposta, di formazione delle nuove generazioni…<br />

Si può ripartire solo da piccole minoranze che “non stanno al gioco”, che “non<br />

accettano”, che con molta modestia si tirano su le maniche e fanno il loro pezzetto<br />

di percorso, nel quartiere X, con i bambini, con i malati, con gli immigrati, con i<br />

carcerati, ma anche negli asili e nelle scuole, nelle fabbriche e nelle chiese, e sul mare,<br />

quasi ovunque, perfino nelle redazioni dei giornali.<br />

Le minoranze non hanno alcun dovere di diventare maggioranze, di mirare alla conquista<br />

delle maggioranze. Il loro compito è un altro. È di essere minoranze, appunto,<br />

e in quanto tali, cunei di contraddizione, modelli di alterità positiva e di buone<br />

pratiche, esploratrici del presente, espressioni nel pensiero e nei modelli pratici di<br />

tutto ciò che le maggioranze non possono essere, e sempre senza disprezzo per le<br />

maggioranze.<br />

Ci sarà bisogno di progetto, di utopia che recuperi il meglio delle passate utopie. E<br />

questo non è un compito di intellettuali e profeti, è un compito di piccoli gruppi seri<br />

e coscienti, delle persone “di buona volontà” che sanno vedere e imparano a ben fare.<br />

A ribellarsi contro l’ingiustizia.” Goffredo Fofi<br />

5


6 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

MINORANZA PERCHÉ?<br />

La crisi porta a una perdita del “senso” di vivere in comunità, con un<br />

ritorno all’individualismo, mentre sempre con più convinzione bisogna<br />

passare dall’io al noi.<br />

Dobbiamo vedere “l’ora” e saperci innestare in questo momento, in questa<br />

realtà, senza però perdere la capacità di vedere oltre con uno sguardo<br />

ampio sul mondo.<br />

con parole e fatti possiamo cambiare lo stile di vita, testimoniando la<br />

gratuità e la sobrietà.<br />

con intelligenza e con fiducia reciproca possiamo essere promotori di<br />

nuove prospettive che ci portino a condividere una posizione comune<br />

vivendo la quotidianità del servizio educativo con la consapevolezza che<br />

anche questa è azione politica.<br />

È necessario sottoscrivere un patto di alleanza tra le diverse componenti<br />

<strong>della</strong> società per andare verso una società più solidale.<br />

EDUCARE PERCHÉ?<br />

È un importante sostegno all’azione educativa dei genitori.<br />

La capacità di sapersi impegnare gratuitamente è una risorsa per la società.<br />

L’intuizione dello scautismo è profetica.<br />

Lo scautismo valorizza la persona nella sua completezza e fa <strong>della</strong> differenza<br />

una ricchezza.<br />

Nella condivisione concreta di esperienze si va oltre l’apparenza, si giunge<br />

al vero essere <strong>della</strong> persona.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

LA RIVOLUZIONE ATTESA:<br />

UN MODO NUOVO DI ESSERE NEL MONDO<br />

Formarci ed educare al coraggio di essere minoranza<br />

credere che l’educare ai valori va perseguito anche in un momento in cui<br />

tutto viene risolto con estemporaneità e velocità<br />

Provocare un cambiamento profondo nei capi e nei ragazzi in relazione<br />

al territorio, al gruppo, alla realtà e al proprio tempo<br />

Diciamo NO all’ingiustizia che osserviamo e non temiamo di essere minoranza<br />

perché crediamo che la rivoluzione si faccia mettendosi a servizio e<br />

ponendo la giustizia e l’amore come metro di ogni azione. Sappiamo che<br />

questo cammino è esigente e che percorrerlo richiede intelligenza, solidità<br />

e fiducia, ma siamo fortificati e sostenuti dall’Amore di Dio Padre.<br />

“ La sfida, la scommessa di inventare qualcosa di bello è affidata a nuclei di piccole<br />

comunità attive e aperte che si dispongono a dialogare con altre piccole comunità,<br />

che si mettono in discussione e che cercano di elaborare il nuovo. Questo è quanto si<br />

chiede agli educatori.<br />

Don Milani fa dire ai suoi scolari, alla fine <strong>della</strong> “Lettera a una professoressa”, che,<br />

gira e rigira, la cosa fondamentale è pur sempre l’amore del prossimo, e io vedo in<br />

questo anche l’inizio di ogni tentativo di agire nella storia per portarvi più giustizia, la<br />

realizzazione dei principi di libertà, eguaglianza e fraternità. È dall’amore del prossimo<br />

che sono nate le grandi rivoluzioni sociali e politiche. Questo dev’essere il nostro<br />

orizzonte, vecchio e nuovo insieme: l’orizzonte <strong>della</strong> solidarietà con gli oppressi e tra<br />

gli oppressi. È nostro compito capire – di noi che abbiamo, e magari sappiamo, di<br />

più - dove ci collochiamo concretamente, tutti i giorni, in rapporto a quelli che non<br />

hanno, come realizziamo l’antico dovere di aiutare il prossimo, chi ha più bisogno, chi<br />

soffre di più. È nostro compito, per cambiare questo stato di cose, farci rivoluzionari<br />

di tipo nuovo, adeguati a questi tempi e a quelli che verranno; è nostro dovere ragionare<br />

e definirci in relazione a questo compito nuovo.” Goffredo Fofi<br />

7


8 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

IL PERCORSO: Amati da Dio,<br />

fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

Forti dell’Amore ci interroghiamo su:<br />

1. LA RESILIENZA intesa come capacità di essere nel mondo (qui e ora)<br />

senza essere del mondo, testimoni di scelte anche controcorrente, senza<br />

presunzione ma con positiva intelligenza, personale e collettiva.<br />

2. L’AFFETTIVITÀ intesa come spinta verso l’altro che, sostenuta dalla consapevolezza<br />

di essere amati, si trasforma in amore ed in collaborazione tra<br />

uomo e donna.<br />

3. LA COSTRUZIONE DELLA GIUSTIZIA intesa come capacità di essere testimoni<br />

attivi, di contribuire alla creazione di un mondo nuovo che ponga<br />

speranza e giustizia come obiettivi raggiungibili, pur nella consapevolezza<br />

<strong>della</strong> nostra fragilità individuale e sociale.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

LA SCANSIONE TEMPORALE<br />

Amati da Dio, È la certezza iniziale che ci muove<br />

Fortificati, 1° anno associativo 2012/2013<br />

per amare 2° anno associativo 2013/2014<br />

e costruire la giustizia. 3° anno associativo 2014/2015<br />

il PrOgeTTO elaborato dall’AgeSci regionale ha una scansione triennale.<br />

Ogni anno le Branche e la Zona proporranno un percorso formativo secondo<br />

queste tematiche di fondo, con attenzioni e sottolineature loro proprie.<br />

Ugualmente il <strong>Progetto</strong> sarà declinato nelle attività dei Gruppi, secondo le<br />

proprie esigenze e urgenze <strong>della</strong> realtà locale e territoriale.<br />

Questa parte di traduzione “dal progetto alle attività” da parte di tutti i capi<br />

del <strong>Trentino</strong> - <strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong> sarà fondamentale perché possiamo veramente<br />

rispondere alle sfide educative che, come capi, ci troviamo ad affrontare e<br />

per contribuire ad un cambiamento <strong>della</strong> società di cui siamo parte.<br />

Siamo perciò TUTTi chiamati (nelle diverse articolazioni associative, dai singoli<br />

capi, Staff e gruppi, alle Pattuglie, ai Quadri, ecc.) a fare di questo<br />

progetto una cosa viva, uno stimolo ed una ricchezza per il nostro servizio<br />

ai ragazzi.<br />

All’inizio di ogni Anno Scout l’impegno collettivo ci vedrà quindi accomunati<br />

nella ricerca <strong>della</strong> migliore traduzione del <strong>Progetto</strong> in ciascuna realtà e<br />

dimensione associativa regionale e di <strong>zona</strong>, anche con opportuni aggiustamenti<br />

e adattamenti del tema e del cammino annuale.<br />

9


10 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

LA FIGURA GUIDA: ZACCHEO<br />

Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di<br />

nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù,<br />

ma non gli riusciva a causa <strong>della</strong> folla, perché era piccolo di statura. Allora<br />

corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva<br />

passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:<br />

«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in<br />

fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato<br />

in casa di un peccatore!». ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco,<br />

Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno,<br />

restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «oggi per questa casa<br />

è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. il Figlio dell’uomo<br />

infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». (Lc 19,1-10)<br />

gesù attraversa la città di gerico circondato da una fitta folla.<br />

Un ometto di piccola statura,<br />

cui nessun vuole fare posto,<br />

si sforza di attraversare la calca.<br />

La precede di corsa e si arrampica su un albero di sicomoro, lungo la<br />

strada.<br />

L’ometto si chiama Zaccheo, che equivale a Zaccaria e che vuol dire:<br />

Dio si ricorda.<br />

Vive a gerico, una stazione di dogana, luogo di commercio e<br />

passaggio.<br />

come “pubblicano” è considerato un peccatore dai giudei per la sua<br />

ricchezza, un “caso difficile” per il messaggio di gesù.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

in questo uomo, che vive apparentemente solo di denaro, ha<br />

macchiato la propria fedeltà verso il popolo eletto e ha perduto<br />

l’onore di appartenervi, si agita il pungente desiderio di poter vedere<br />

gesù, la novità che attraversa la sua città e poi la sua vita, tanto da<br />

arrampicarsi su un albero, senza troppo badare alla fatica, alla propria<br />

dignità, al senso del ridicolo che può far sorgere…<br />

Questo ometto è la ragione sufficiente per gesù per “guardare in su”.<br />

È questo il grande momento, per Zaccheo, <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> salvezza,<br />

il paradosso dell’azione di Dio che risulta efficace anche là dove<br />

umanamente nessun successo è sperabile.<br />

il pubblicano viene chiamato con il suo nome: Dio si ricorda di lui. e<br />

gli usa misericordia.<br />

Tutto avviene “in fretta”: la visita di Dio avviene in un tempo che è<br />

unico e irripetibile. Questo ometto si mostra capace di cogliere al<br />

volo la possibilità di un rinnovamento e di una rivoluzione <strong>della</strong> sua<br />

vita.<br />

il pio giudeo non si sarebbe mai seduto a tavola in compagnia di<br />

pubblicani e peccatori. Tutti sono scandalizzati e mormorano perché<br />

gesù non corrisponde alle pretese dell’uomo giusto.<br />

il pubblicano coglie il “varco” offerto dalla divina misericordia,<br />

dall’amore di gesù, che è l’amore del Padre.<br />

Di qui nasce la conversione sincera, che porta a fare <strong>della</strong> legge di Dio<br />

la legge <strong>della</strong> propria vita.<br />

È l’atto rivoluzionario che porta a mettere al centro <strong>della</strong> sua vita<br />

l’altro. Non più se stesso.<br />

La salvezza si concretizza in casa di Zaccheo, di colui che era<br />

considerato perduto, piccolo, peccatore, pubblicano. Minoranza…<br />

11


12 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

LO SFONDO<br />

AMATI DA DIO...<br />

la certezza che muove il nostro servizio<br />

e ci sostiene come MINORANZA<br />

Andate avanti con fede nella bontà del Movimento e delle sue future possibilità, e<br />

andate avanti con l’amore, che è l’agente più potente di tutti. Questo spirito d’amore<br />

è, dopo tutto, lo spirito di Dio che lavora dentro di voi. Ricordate, “la Fede, la Speranza<br />

e la Carità restano tutte e tre; ma la più grande di esse è la Carità”. Proseguite<br />

in questo spirito, e non potrete fallire.<br />

Baden Powell<br />

Dal profeta Osea (11, 1-4; 7-8a)<br />

1 Quando israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’egitto ho chiamato mio<br />

figlio.<br />

2 ma più li chiamavo, più si allontanavano da me…<br />

3 A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero<br />

che avevo cura di loro.<br />

4 io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come<br />

chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da<br />

mangiare.<br />

7 il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa<br />

sollevare lo sguardo.<br />

8 come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, israele? … il<br />

mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

“ Il lavoro del capo è<br />

simile al gioco del golf, o al<br />

lavoro del falciatore, o del pescatore<br />

a lenza. Se lo si fa non si<br />

arriva a niente, o quanto meno non a ciò<br />

che si può ottenere con un movimento sciolto<br />

e leggero. Però è necessario muoversi: restare<br />

fermi non serve a niente. Dobbiamo scegliere tra le<br />

due cose, andare avanti o restare inerti. Andiamo<br />

avanti, dunque, e col sorriso sulle labbra.”<br />

Da: “Il Libro dei Capi”, B.P., 1920.<br />

13


14 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

1° ANNO 2012/2013<br />

AMATI DA DIO, FORTIFICATI...<br />

Resilienza/autoeducazione/formazione del carattere<br />

LA RESILIENZA 1 è la capacità di essere nel mondo (qui e ora) senza essere<br />

del mondo, testimoni di scelte anche controcorrente senza presunzione ma<br />

con positiva intelligenza, personale e collettiva.<br />

Dalla prima lettera ai Corinti (1,26-28)<br />

26 considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti<br />

sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. 27 ma<br />

quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti;<br />

quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti;<br />

28 quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio<br />

lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono.<br />

Nessuno nasce coraggioso, l’abilità genera fiducia e la fiducia genera coraggio.<br />

Per carattere equilibrato intendo una persona dotata di un modo di vedere calmo e<br />

pieno di buon senso, tale da non essere trascinato da suggestioni e spaventi di massa,<br />

ma capace di conservare la testa, di guardare innanzi con coraggio e ottimismo e di<br />

saper trovare la soluzione migliore per la comunità.<br />

Baden Powell<br />

Stare dentro la storia significa rendersi conto <strong>della</strong> mutazione che c’è stata e cercare<br />

di capire come reagire. La crisi ci rimette in discussione totalmente e ci costringe a<br />

ragionare su quello che siamo e su quello che possiamo essere; dalla crisi deve essere<br />

tirata fuori l’energia per reagire alla crisi stessa e per proporre le soluzioni. È un’epoca<br />

entusiasmante perché permette di pensare a come contribuire alla storia.<br />

Goffredo Fofi<br />

1 La RESILIENZA (da latino resiliens, genit. resilientis, part.pres. di resiliere, ovvero “saltare indietro,<br />

rimbalzare”) è un termine che può assumere diversi significati a seconda del contesto:<br />

- in ingegneria e in fisica è la proprietà di un materiale di resistere a forze impulsive (ovvero<br />

di urti improvvisi) senza spezzarsi e perdere le proprie caratteristiche originarie;<br />

- in informatica la resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi alle condizioni d’uso e di<br />

resistere all’usura in modo da garantire sempre la disponibilità dei servizi erogati;<br />

- in ecologia e biologia è la capacità di un ecosistema (inclusi quelli umani come le città) o di<br />

un organismo di ripristinare l’omeostasi, a seguito di un intervento esterno che può provocare<br />

un deficit ecologico;<br />

- in psicologia la resilienza è la capacità di un sistema (persona o gruppi) di sopportare perturbazioni<br />

senza perdere il proprio equilibrio ed anzi uscirne rafforzato o addirittura trasformato<br />

positivamente.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

MINORANZA PERCHÈ?<br />

I VALORI<br />

Disponibilità al cambiamento e capacità<br />

di adattamento, considerando<br />

la realtà e la sua analisi con fiducia<br />

nella novità<br />

capacità di dare un senso alle proprie<br />

esperienze e di prefigurare<br />

evoluzioni positive<br />

Solida autostima, fiducia in se stessi<br />

empatia. riuscire a vedere le situazioni<br />

attraverso gli occhi degli altri<br />

chiarezza <strong>della</strong> direzione da intraprendere,<br />

importanza dell’ideale, di<br />

un ordine di valori ai quali tendere<br />

15<br />

LA RIVOLUZIONE ATTESA<br />

IL CAMBIAMENTO<br />

Ascolto e conoscenza di sé riconoscendo<br />

i propri punti forti e deboli,<br />

capacità di porsi obiettivi e mettersi<br />

in cammino per perseguirli<br />

giovani attivi che sanno scegliere,<br />

prendere posizione e agire senza<br />

lasciarsi trascinare dalla corrente<br />

capacità di imparare dalle esperienze<br />

che mettono in contraddizione<br />

e dalle quali scaturisce la forza<br />

dell’individuo in una prospettiva di<br />

ottimismo<br />

relazioni significative tra persone,<br />

tra capi e ragazzi, tra capi e associazione,<br />

con altre realtà<br />

Testimoniare un pensiero politico,<br />

nella quotidianità


16 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

2° ANNO 2013/2014<br />

AMATI DA DIO, PER AMARE...<br />

affettività/coeducazione/diarchia<br />

L’AFFETTIVITÀ è intesa come spinta verso l’altro che, sostenuta dalla consapevolezza<br />

di essere amati, si trasforma in amore e in collaborazione tra<br />

uomo e donna.<br />

“Di tutti gli aspetti dell’educazione di un ragazzo quello sessuale è il più difficile ed è<br />

uno dei più importanti. È una questione che riguarda ad un tempo il corpo, la mente,<br />

l’anima, la salute, la moralità, il carattere.<br />

È un argomento cui il Capo deve accostarsi con tatto, considerando in ciascun caso il<br />

carattere <strong>della</strong> persona in questione.”<br />

Baden Powell<br />

(Il Libro dei Capi, 1920)<br />

Dal Cantico dei Cantici (1,24; 7-10; 13-17)<br />

2 mi baci con i baci <strong>della</strong> sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore. 3 inebrianti<br />

sono i tuoi profumi per la fragranza, aroma che si spande è il tuo<br />

nome: per questo le ragazze di te si innamorano. 4 Trascinami con te, corriamo!<br />

(…) 7 Dimmi, o amore dell’anima mia, dove vai a pascolare le greggi,<br />

dove le fai riposare al meriggio, perché io non debba vagare dietro le greggi<br />

dei tuoi compagni? 8 Se non lo sai tu, bellissima tra le donne, segui le orme<br />

del gregge e pascola le tue caprette presso gli accampamenti dei pastori.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

9 Alla puledra del cocchio del faraone io ti assomiglio, amica mia. 10 Belle<br />

sono le tue guance fra gli orecchini, il tuo collo tra i fili di perle. (…) 13 L’amato<br />

mio è per me un sacchetto di mirra, passa la notte tra i miei seni. 14 L’amato<br />

mio è per me un grappolo di cipro nelle vigne di engàddi. 15 Quanto sei<br />

bella, amata mia, quanto sei bella! gli occhi tuoi sono colombe. 16 come sei<br />

bello, amato mio, quanto grazioso! erba verde è il nostro letto, 17 di cedro<br />

sono le travi <strong>della</strong> nostra casa, di cipresso il nostro soffitto.<br />

MINORANZA PERCHÈ?<br />

I VALORI<br />

eros (desiderio e attrazione) e agape<br />

(amore gratuito) non si lasciano<br />

mai separare completamente l’uno<br />

dall’altro<br />

La sessualità segna profondamente<br />

la persona in tutto l’arco <strong>della</strong> sua<br />

esistenza, non solo a livello fisico,<br />

ma anche a livello psichico e spirituale.<br />

coinvolge quindi la globalità<br />

<strong>della</strong> persona, contribuendo a costituire<br />

l’identità di ciascuno. La sessualità,<br />

prima ancora di essere una<br />

chiamata alla relazione di coppia, è<br />

energia che rende capaci di uscire<br />

da sé e andare verso gli altri.<br />

La virtù <strong>della</strong> castità è energia spirituale<br />

che sa difendere l’amore dai<br />

pericoli dell’egoismo e dell’aggressività<br />

e sa promuoverlo verso la sua<br />

piena realizzazione.<br />

L’educazione è coeducazione: ogni<br />

forma di educazione è scambio.<br />

Nell’incontro si impara anche a capire<br />

se stessi<br />

La diarchia è testimonianza <strong>della</strong><br />

complementarietà e dell’essere<br />

uomo e donna<br />

17<br />

LA RIVOLUZIONE ATTESA<br />

IL CAMBIAMENTO<br />

consapevolezza di essere amati da<br />

cui discendono l’accettazione di sé<br />

e la disponibilità al dono.<br />

Scoperta e piena realizzazione<br />

dell’identità di genere (identità<br />

dell’uomo e <strong>della</strong> donna che vogliamo<br />

essere e a cui vorremmo educare<br />

i ragazzi). Valorizzazione <strong>della</strong><br />

differenza di genere (fare insieme<br />

con ruoli diversi, diarchia). rispetto<br />

e stupore di fronte all’identità<br />

dell’altro perché è portatore di valore<br />

e mistero<br />

L’incontro creativo tra i due sessi<br />

Sì al grande progetto di Dio sulla<br />

sessualità<br />

La capacità di amare e di educare<br />

all’amore.


18 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

3° ANNO 2014/2015<br />

AMATI DA DIO, PER COSTRUIRE LA GIUSTIZIA<br />

spinta a mettersi a servizio dell’oppresso,<br />

scelta di continuare l’opera creatrice collaborando con Dio<br />

costruiamo LA GIUSTIZIA intesa come capacità di essere testimoni attivi,<br />

di contribuire alla creazione di un mondo nuovo che ponga speranza e<br />

giustizia come obiettivi raggiungibili, pur nella consapevolezza <strong>della</strong> nostra<br />

fragilità, individuale e sociale.<br />

Dio non è un personaggio di mentalità ristretta come certi oserebbero immaginare,<br />

ma un immenso spirito d’amore che è superiore alle piccole differenze di forma, credo<br />

e confessione religiosa e che benedice ogni uomo che veramente cerchi di fare del<br />

suo meglio secondo l’illuminazione che gli è data al suo servizio.<br />

Nella mia vita ho trovato almeno tre metodi di affrontare le difficoltà con successo. Il<br />

primo è il Dovere, il secondo la Giustizia, il terzo, l’arma più potente, l’Amore.<br />

Baden Powell<br />

Dal libro dell’Esodo (3,7-12)<br />

7 il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in egitto e ho udito<br />

il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze.<br />

8 Sono sceso per liberarlo dal potere dell’egitto e per farlo salire da questa<br />

terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte<br />

e miele, verso il luogo dove si trovano il cananeo, l’ittita, l’Amorreo, il Perizzita,<br />

l’eveo, il gebuseo. 9 ecco, il grido degli israeliti è arrivato fino a me<br />

e io stesso ho visto come gli egiziani li opprimono. 10 Perciò va’! io ti mando<br />

dal faraone. Fa’ uscire dall’egitto il mio popolo, gli israeliti!». 11 mosè disse<br />

a Dio: «chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli israeliti dall’egitto?».<br />

12 rispose: «io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho<br />

mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’egitto, servirete Dio su<br />

questo monte».


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

MINORANZA PERCHÈ?<br />

I VALORI<br />

il cristianesimo è la religione di “un<br />

Dio minore”: è proteso a prendersi<br />

cura <strong>della</strong> vita dell’uomo, perché<br />

l’uomo possa vivere in pienezza<br />

la sua umanità (è il modello scelto<br />

nell’incarnazione)<br />

Dio è pronto ad assumere i panni<br />

più umili pur di cercare e trovare anche<br />

l’ultimo degli uomini. La chiesa<br />

intende porsi al servizio dell’uomo<br />

essere piccoli, minori, servi è la forma<br />

più adeguata alla sequela di cristo<br />

Primato <strong>della</strong> persona, delle relazioni<br />

gratuite, forti e durature, cementate<br />

dalla mutua accettazione e dal<br />

perdono reciproco<br />

il cristiano può vivere la sua fede<br />

solo immergendosi nella storia,<br />

nelle sue contraddizioni, nelle sue<br />

problematiche, mai evadendo dalla<br />

storia che è l’ambito <strong>della</strong> manifestazione<br />

di Dio<br />

19<br />

LA RIVOLUZIONE ATTESA<br />

IL CAMBIAMENTO<br />

radicamento del servizio educativo<br />

nella spiritualità e nell’appartenenza<br />

ecclesiale (relazione personale<br />

con cristo presente nella chiesa<br />

oggi)<br />

capi e ragazzi che sanno dare testimonianza<br />

ispirata a dolcezza e<br />

mitezza, ma capace di fermezza e<br />

di rigore nella ricerca <strong>della</strong> giustizia<br />

corresponsabilità nella costruzione<br />

del regno. All’ingiustizia il capo<br />

scout reagisce trasformando lo sdegno<br />

in azione concreta contribuendo<br />

così a cambiare lo stato delle<br />

cose<br />

Scelta di servizio dalla parte degli<br />

ultimi facendo traboccare la misura<br />

<strong>della</strong> carità<br />

riferimento in prima istanza al Vangelo,<br />

assumendo posizioni coraggiose<br />

e proferendo parole profetiche,<br />

anche se scomode<br />

capi e ragazzi portatori di speranza<br />

e costruttori di giustizia


20 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong>


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

APPENDICE:<br />

Passo del Ballino-Fiavè (Tn), domenica 23 ottobre 2011<br />

Convegno Capi AGESCI del <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong><br />

INTERVENTO DI GOFFREDO FOFI<br />

(intervista animata e raccolta da chiara Bonvicini e Paolo Bill Valente)<br />

Chiara Bonvicini: cari amici, ho l’onore di presentarvi il nostro illustre<br />

ospite, Goffredo Fofi.<br />

Saggista, critico letterario, cinematografico, teatrale, di fumetto... il suo<br />

pensiero è sempre attivo. È consulente editoriale, ha fondato e diretto diverse<br />

riviste. È un intellettuale impegnato senza sosta, dalla metà degli anni<br />

‘50, in iniziative di animazione sociale, educativa e culturale per cambiare<br />

la realtà dal basso, sempre rimettendosi in discussione sia dal punto di<br />

vista teorico che pratico.<br />

Abbiamo letto il suo libro “La vocazione minoritaria – intervista sulle<br />

minoranze” (editori Laterza, roma/Bari, 2009) e ci è sembrato particolarmente<br />

pertinente al nostro convegno:<br />

essere minoranza, scegliere di essere minoranza etica. Cosa vuol dire, oggi,<br />

essere minoranza?<br />

Paolo Bill Valente: Una delle caratteristiche di goffredo Fofi è di guardare<br />

il mondo con la curiosità di un ragazzo, attento alle sorprese, ai cambiamenti,<br />

è una persona che non vuole lasciarsi trasportare dalla corrente, che<br />

vuole dare un contributo affinché qualcosa possa cambiare.<br />

Nel libro troviamo una citazione da don Lorenzo Milani: “La cosa fondamentale<br />

è l’amore del prossimo, è l’inizio di ogni tentativo di agire nella<br />

storia per portarvi più giustizia”. Siamo ad un convegno di persone che si<br />

propongono alla società come educatori e lo fanno dopo essere stati loro<br />

stessi coinvolti in questo processo educativo. Chi è l’educatore?<br />

Goffredo Fofi: Una premessa: non vi aspettate granché. io sono un empirico,<br />

non sono un teorico. La definizione di intellettuale non mi piace perché<br />

gli intellettuali mi fanno piuttosto schifo. il mio modello di intellettuale è<br />

quello del Vangelo di Zaccheo: gesù sta per entrare a gerusalemme e Zaccheo<br />

si pone nel punto più avanzato e più alto per vedere il nuovo che arriva,<br />

che è gesù a dorso d’asino, e può essere l’apocalisse come può essere<br />

la liberazione, l’inizio di una nuova storia. il nuovo non è sempre positivo.<br />

io mi sento inadeguato in tutto quello che faccio e forse è per questo che<br />

sono bravo, perché so di non esserlo. Faccio delle cose che sono superiori<br />

alle mie forze intellettuali e sulla base di un’esperienza costruita negli anni:<br />

21


22 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

ho iniziato a lavorare nel sociale a 18 anni con Danilo Dolci a Palermo ed<br />

è da più di 50 anni che sono sulla breccia e non ho mai smesso di cercare<br />

di fare ciò che mi sembrava alla mia portata e che mi sembrava necessario<br />

in quel momento.<br />

L’educatore è uno che si assume una responsabilità enorme. A un convegno<br />

nei giorni scorsi riflettevamo sulla critica. il Vangelo dice di non giudicare<br />

ma è dura non giudicare perché forse bisogna giudicare: se uno si<br />

assume una responsabilità nei confronti del presente e <strong>della</strong> collettività è<br />

giusto che giudichi, che sappia dire “Qui è giusto, qui è sbagliato, qui è il<br />

dubbio, qui è l’equivoco”, cercare di ragionare su ciò che si ha davanti per<br />

individuare quali strade sono percorribili e quali no, quali cose sono giuste<br />

e quali no, quali sono vere e quali false, quali sono belle e quali no. Sono<br />

i valori di Kant: il vero, il giusto, il bello. essere consapevoli di dover giudicare<br />

permette di farlo meglio. L’educatore si assume la responsabilità di<br />

aiutare gli altri a crescere, a trovare un loro posto nel mondo, a capire chi<br />

sono loro stessi e cosa possono dare, come possono contribuire all’ambiente<br />

in cui crescono. “educare” significa tirare fuori dagli altri ciò che hanno<br />

di bello. in ogni individuo c’è una parte buona e una non buona: gli istinti,<br />

la voracità... rousseau dice che, nel momento in cui un bambino afferra<br />

una cosa e dice “mio!”, comincia la tragedia <strong>della</strong> storia, dell’umanità. il<br />

problema è come conciliare quel “mio!”, che dicono tutti e che non è eliminabile<br />

perché è la spinta vitale dell’individuo, con il “noi”, con il “tutti”, con<br />

la società. È un problema di aiutare gli altri a tirare fuori ciò che di meglio<br />

hanno e a controllare ciò che è solo brutale istinto, spinta individualistica<br />

alla sopraffazione. Non è un compito difficilissimo: i bambini sono aperti al<br />

nuovo e, se nel nuovo trovano l’allegria, la soddisfazione, la giustificazione,<br />

la compensazione ai loro bisogni, funzionano, sono disponibili e hanno<br />

un potenziale di vita associativa e collettiva. Una delle tragedie del nostro<br />

tempo è che gli educatori hanno rinunciato a questo compito e sono diventati<br />

“funzionari di un mercato”. ciò che domina le proposte educative è<br />

il messaggio di essere consenzienti al sistema e di consumare. consumo<br />

e consenso sono le basi del nostro sistema. Oggi il consenso nei confronti<br />

del potere che ha retto l’italia in questi ultimi trent’anni sta crollando perché<br />

è calato il consumo, perché c’è la crisi. c’è una sorta di viltà collettiva,<br />

di autocritica collettiva che gli italiani dovrebbero fare: la sinistra non si è


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

comportata diversamente dalla destra. io personalmente credo che in italia<br />

sul piano politico oggi ci sono solo la destra e il centro destra, il centro non<br />

c’è e la sinistra si è suicidata sposando i modelli esistenziali, economici<br />

e culturali <strong>della</strong> destra, diventando un pezzo di questo pensiero, potere<br />

unico che ci ha coperti e controllati in questo periodo. Un grande regista<br />

cinematografico, Jean-Luc godard, nel ‘66 nel film “Due o tre cose che so di<br />

lei” (“lei“ è la <strong>regione</strong> parigina e il film era una riflessione su una mutazione<br />

urbanistica e umana) diceva “La pubblicità è il fascismo del nostro tempo”.<br />

Aveva ragione se noi chiamiamo pubblicità il modo in cui ci vengono proposti<br />

dei modelli, degli stili di vita ai quali dobbiamo rifarci e che hanno un<br />

peso enorme sull’infanzia. c’è una sorta di genocidio mentale, spirituale,<br />

psicologico dell’infanzia. Si salva la scuola elementare perché vi insegna chi<br />

ha un interesse reale per l’infanzia, alle medie e alle superiori ci si va per<br />

altre motivazioni, in genere gli insegnanti odiano gli allievi, non c’è l’eros<br />

pedagogico di cui parla Socrate, non c’è rapporto affettivo, non c’è rapporto<br />

di interesse reale. certo c’è qualcuno che si salva. Tutti noi abbiamo in<br />

mente uno-due insegnanti che nella nostra vita ci hanno insegnato a capire<br />

delle cose fondamentali. io per esempio ho un debito di riconoscenza con la<br />

mia insegnante di filosofia alle magistrali di gubbio, dichiaratamente fascista,<br />

allieva di gentile, con la quale ho litigato per tre anni consecutivi e con<br />

la quale nacque una grande amicizia continuata anche dopo la scuola. era<br />

uno scontro in cui io cercavo di difendermi da certe cose sue e su altre capivo<br />

che aveva ragione lei. Ad esempio tra camus e Sartre io pensavo fosse<br />

più grande Sartre, ma oggi capisco che era più grande camus; da rileggere<br />

sono i suoi “Lo straniero”, “La peste” e “L’uomo in rivolta”, vi riecheggiano<br />

temi di oggi. “mi rivolto, dunque siamo”: è la formula che distingue l’uomo<br />

dall’uomo-massa, pone il problema <strong>della</strong> ribellione.<br />

Paolo Bill Valente: molti oggi si indignano; nel tuo libro leggo “L’indignazione<br />

è una merce molto facile da usare anche perché ti fa sentire dalla<br />

parte <strong>della</strong> ragione e ti dà un nemico con cui prendertela, ti evita di fare<br />

i conti con te stesso, con le tue complicità e menzogne. … non abbiamo<br />

paura <strong>della</strong> parola rivoluzione. non possiamo accettare che la società e la<br />

realtà restino come sono. non accetto. Mi rivolto dunque siamo”. “È dall’amore<br />

del prossimo che sono date le grandi rivoluzioni sociali e politiche”.<br />

23


24 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

Sono frasi che stanno bene insieme e che definiscono i motivi di fondo per<br />

educare. Quali sono i motivi di fondo che portano una persona a educare?<br />

Goffredo Fofi: caroline Pratt in “imparo dai bambini” introduce l’idea che<br />

ogni educazione è una co-educazione, ci si educa continuamente a vicenda.<br />

Dai bambini, soprattutto dai bambini poveri di Palermo e di Napoli, ho<br />

imparato tantissimo: la curiosità, la disponibilità, l’eros. i bambini hanno un<br />

forte intuito: vogliono bene se sentono che una persona è buona. Ogni forma<br />

di educazione deve essere per forza uno scambio, una coeducazione,<br />

si impara dall’altro in continuazione, si impara anche a capire se stessi e le<br />

proprie reazioni. Le provocazioni dei ragazzi sono richieste di attenzione,<br />

di affetto, di qualcosa che non hanno avuto.<br />

educazione vuol dire educare se stessi. Se uno non “è”, cosa può dare<br />

all’altro? Sulla rivoluzione camus in “L’uomo in rivolta”, come ho già detto,<br />

scrive: “mi rivolto dunque siamo”: ogni rivolta, ogni presa di coscienza<br />

è inizialmente individuale. Le rivoluzioni nascono da persone che hanno<br />

subito o che hanno visto subire un’ingiustizia, il primo momento è sempre<br />

individuale e poi diventa collettivo. camus dice che la rivolta è in nome<br />

collettivo, in nome di una solidarietà con gli altri essere umani, altrimenti<br />

la rivolta diventa un fatto volontaristico di propria affermazione contro gli<br />

altri o di violenza sugli altri. Aldo Capitini diceva “mi dicono che il pesce<br />

grande mangerà sempre il pesce piccolo, che ci saranno sempre i ricchi e i<br />

poveri, che ci sarà l’ingiustizia... io non lo accetto”. La non accettazione è<br />

il momento in cui scatta la rivolta che può essere individualistica e che può<br />

anche rovesciarsi nel male: nel racconto “michael Kohlhaas” di Heinrich von<br />

Kleist l’ingiustizia subita dal protagonista lo porta a diventare più ingiusto<br />

dei suoi persecutori. Ulrike meinhof del gruppo terrorista tedesco post ‘68<br />

“Baader meinhof” si indignò di fronte al trattamento in israele di alcuni<br />

palestinesi, fu la sua presa di coscienza politica e divenne una terrorista<br />

e, come terrorista, si comportò più ferocemente dei persecutori che aveva<br />

osservato. c’è il problema del rapporto tra fini e mezzi.<br />

“Non accetto”: la scrittrice Anna maria Ortese, autrice di “corpo celeste”, mi<br />

disse che “La creazione è tarata”, ha il male dentro. Degli amici teologi<br />

mi spiegarono che questa è la lettura <strong>della</strong> Bibbia, è il riscatto dell’uomo<br />

dal male, dal peccato originale, fino a gesù che riscatta da questa tara. La


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

rivolta consiste nel non accettare un ordine fisico e metafisico delle cose.<br />

Perché l’uomo non può volare? La rivolta ha una sua verticalità; Dante diceva<br />

“…fatti non foste a viver come bruti”, la rivolta si fa con gli altri e per<br />

gli altri, altrimenti diventa una liberazione di sé all’interno di una prigione<br />

collettiva che riporta dalla parte sbagliata, dalla parte degli oppressori e<br />

non dei ribelli.<br />

Paolo Bill Valente: irfanka Pasagic neuropsichiatra di Srebrenica/Tuzla,<br />

vincitrice del premio Alexander Langer del 2005 dice “Dio ha sbagliato<br />

qualcosa”. La tara è la molla del nostro impegno.<br />

Nel libro scrivi “non basta essere bravi (o puri) nel proprio piccolo perché<br />

nella società cambi qualcosa, occorrerebbe che la bravura di ciascuno<br />

diventasse qualcosa che agisce sulla collettività, anche oltre l’esempio”.<br />

Quanto conta l’esempio nell’educazione? come deve “essere” l’educatore<br />

per poter educare?<br />

Goffredo Fofi: L’educazione è una relazione, è un rapporto, altrimenti è<br />

istruzione, è un passaggio di conoscenze. Si impara soltanto se c’è un legame<br />

tra il bambino e l’adulto e solo se il legame è costruito sulla verità. il<br />

bambino impara da quello che l’adulto è e non da quello che dice di essere.<br />

Se questa situazione viene perpetuata si realizza uno scollamento e il bambino<br />

impara a comportarsi diversamente da quello che dice.<br />

Paolo Bill Valente: Oggi regna un certo disorientamento rispetto ai valori<br />

e alle relazioni, c’è un’assenza di prospettive che tu denunciavi già dagli<br />

anni ‘80, riprendendo alcuni detti contadini “Quando Pasqua viene di maggio,<br />

quando l’olivo perde la foglia, quando pisciano le galline”. Sono eventi<br />

irrealizzabili. in questo contesto devono cambiare i contenuti o i metodi<br />

dell’azione educativa? Quale può essere la meta concreta e verificabile<br />

dell’educazione? O diversamente è solo una prospettiva, una direzione?<br />

Goffredo Fofi: il grande poeta spagnolo Antonio machado scrive “caminante<br />

no hay camino, se hace camino al andar...” (Viandante non c’è cammino,<br />

la via si fa con l’andare...). il problema è quello <strong>della</strong> direzione, in questo<br />

senso l’utopia: un ordine di valori ai quali tendere sono importanti.<br />

25


26 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

La teologa maria Antonietta Potente dice che scopo dell’uomo è inventare<br />

una “nuova religione“ perché nessuna di quelle del passato regge il passo<br />

con i tempi nuovi. mi ricollego a Simone Weil che nel ‘44 diceva che non<br />

bisognava più pensare alla guerra ma al futuro più lontano; il compito è<br />

quello di Zaccheo, di guardare molto più avanti cercando di attraversare il<br />

tempo, ponendo le basi per il futuro. il pessimismo è relativo, il vero problema<br />

è come reagire all’analisi del presente. il mio è un pessimismo attivo.<br />

La religione è una sfida: assumersi la responsabilità di uomini all’interno di<br />

una società di uomini.<br />

Chiara Bonvicini: ma allora Come prendere posizione davanti all’ingiustizia<br />

che cogliamo?<br />

Goffredo Fofi: Fondamentale è l’analisi del presente. in italia il mondo si<br />

è risvegliato dopo trent’anni, il sistema ha un potere di ricatto e corrompe<br />

anche le situazioni più sane. Nell ‘89 caddero i muri e finirono le illusioni<br />

e le speranze del dopo guerra: si è perduto su tutti i fronti. È finito l’evo<br />

moderno e inizia il postmoderno, è un’epoca nuova in cui il lavoro ha perso<br />

il suo significato e la finanza è diventata un potere assoluto. Naomi Klein<br />

mette in guardia che l’1% <strong>della</strong> popolazione mondiale controlla il 99% <strong>della</strong><br />

popolazione mondiale. Uno studio dell’iSTAT dimostra che la distanza tra i<br />

super ricchi di oggi e la gente normale è immensamente superiore a quella<br />

tra Napoleone e un suo soldato, tra giulio cesare e un liberto, tra Nerone<br />

e uno schiavo... in America i ricchi possono comprare intere nazioni: è il<br />

land grabbing (l’accaparramento di terre). Stare dentro la storia significa<br />

rendersi conto <strong>della</strong> mutazione che c’è stata e cercare di capire come reagire.<br />

La crisi ci rimette in discussione totalmente e ci costringe a ragionare<br />

su quello che siamo e su quello che possiamo essere; dalla crisi deve essere<br />

tirata fuori l’energia per reagire alla crisi stessa e per proporre le<br />

soluzioni. È un’epoca entusiasmante perché permette di pensare a come<br />

contribuire alla storia. È necessario ritornare all’orizzontalità, trovando delle<br />

soluzioni “dal basso” che rendono attuali le forme associative. il capitalismo<br />

è arrivato alla frutta, ha mostrato tutto il suo orrore; quando il mondo<br />

rimane nelle mani di pochissime persone super ricche il sistema è diventato<br />

aberrante. Occorre riscoprire il mutualismo; l’associazionismo è l’unica


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

strada che si può percorrere. L’ulteriore salto - che lascio alla Provvidenza<br />

- è come questi piccoli gruppi attivi riusciranno a coordinarsi tra loro e ad<br />

avere influenza sulla grande storia, cioè sul potere. È un’epoca totalmente<br />

nuova e dobbiamo imparare a ragionare in termini nuovi.<br />

Paolo Bill Valente: Le minoranze: uno dei grossi problemi <strong>della</strong> nostra associazione<br />

è di trovare persone disponibili a spendersi nell’educazione. Quali<br />

elementi fanno degli educatori una minoranza? Che cos’è una “minoranza<br />

etica”? Quali i suoi compiti? A cosa deve puntare? Quali le sue priorità?<br />

Goffredo Fofi: il primo dovere di una minoranza è di essere intelligente.<br />

Sono stanco di parlare a gente buona ma stupida! c’è un dislivello tra pratiche<br />

sociali ed educative elevate e livelli di comprensione del mondo bassissimi.<br />

Le minoranze all’interno <strong>della</strong> chiesa sono le uniche che potranno<br />

portare rinnovamento; non me lo aspetto invece dalla tradizione laica <strong>della</strong><br />

sinistra. ed è per questo che sono venuto volentieri a discutere con voi.<br />

L’educatore si pone il compito di essere utile al prossimo, agli oppressi,<br />

che non sono solo i bambini morti di fame ma sono anche i nostri bambini<br />

che sono privati dell’infanzia, <strong>della</strong> possibilità di crescere diventando se<br />

stessi, sono corrotti dalle famiglie. Oggi i peggiori nemici dei bambini sono<br />

i genitori e non la scuola! gli oppressi siamo anche noi, siamo vittime di<br />

una stampa oscena, responsabile più dei politici del disastro morale del<br />

Paese. La stampa vive del finanziamento <strong>della</strong> pubblicità che non è mai<br />

neutra, propone truffe. i prodotti sono funzionali alla distruzione del pianeta,<br />

del futuro. c’è un sistema di complicità del quale tutti noi facciamo<br />

parte. Uscirne significa prendere in mano il nostro destino, riproporci come<br />

persone pensanti che hanno il dovere di diventare intelligenti e ricominciano<br />

ad operare in funzione di ciò che possono controllare. il problema è ciò<br />

che si può fare nella propria comunità; è un problema di responsabilità nei<br />

confronti <strong>della</strong> propria collettività. il rapporto tra fini e mezzi è un discorso<br />

centrale. 50 anni fa sono stato uno degli organizzatori <strong>della</strong> prima Marcia<br />

<strong>della</strong> Pace Perugia-Assisi ma poi ho smesso di andarci perché non vi vedevo<br />

nessun motivo di interesse politico e perché vi vedevo un tradimento<br />

dello spirito dell’iniziativa come elaborata da capitini. marciare per la pace<br />

non disturba nessuno, forse bisogna fare qualcosa di più. Alla manifesta-<br />

27


28 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

zione di roma di domenica 16 ottobre 2011 il 5% era costituito da black<br />

box facinorosi; stupisce come il restante 95% non abbia saputo contrastare<br />

la violenza. È necessario organizzarsi e proporre metodi di lotta diversi.<br />

Non mi sento più nonviolento. La non violenza è fatta – insegnano gandhi e<br />

capitini – da tre componenti: 1. non fare del male agli altri, 2. non mentire,<br />

3. non collaborare. La non collaborazione è la disobbedienza civile: non<br />

accettare leggi ingiuste mettendosi in campo per modificarle. Le leggi sono<br />

necessarie ma se le leggi sono ingiuste è dovere di ciascuno non accettarle,<br />

anche a costo di pagare per il proprio dissenso. Noi accettiamo delle leggi<br />

inaccettabili che sono fatte dalla borghesia per difendere i propri interessi.<br />

La disobbedienza in italia è stata praticata soltanto dai radicali (i referendum<br />

sull’aborto e sul divorzio sono un portato dell’impegno dei radicali).<br />

Chiara Bonvicini: ci hai detto che essere minoranza è un vantaggio per<br />

fare critica costruttiva, senza aspirare a passare dalla parte <strong>della</strong> maggioranza,<br />

e che è necessario essere intelligenti e cercare nuovi modi di lotta.<br />

La resilienza è la modalità di educatori che vogliono superare i momenti di<br />

debolezza, di crisi, con la creatività <strong>della</strong> ricerca di strade nuove?<br />

L’affettività: riferimenti valoriali in questo campo? L’importanza <strong>della</strong> relazione<br />

tra uomo e donna?<br />

Goffredo Fofi: Parto dalla fine: la condizione femminile in italia è un tema<br />

che non abbiamo affrontato, e credo che non sia migliorata. i modelli imposti<br />

oggi sono peggiori. Nel cinema degli anni ‘50 c’erano molti film che<br />

parlavano delle donne in termini positivi e di emancipazione. Oggi di questo<br />

non c’è traccia. o mamme o escort. Le pari opportunità non risolvono<br />

il problema.<br />

Sul primo tema: la possibilità di inventare qualcosa di nuovo è bella. La<br />

crisi sarà terribile, molto più terribile di quanto si profila oggi. il conflitto<br />

in italia sarà probabilmente manipolato dai ricchi e metterà i poveri contro<br />

i poveri, gli italiani contro gli immigrati... Saranno conflitti difficili da vivere<br />

e gestire. La sfida, la scommessa di inventare qualcosa di bello è affidata a<br />

nuclei di piccole comunità attive e aperte che si dispongono a dialogare<br />

con altre piccole comunità, che si mettono in discussione e che cercano di<br />

elaborare il nuovo. Questo è quanto si chiede agli educatori.<br />

Paolo Bill Valente: Prendiamo nota di questi tuoi inviti:<br />

il pessimismo attivo, il realismo di fronte a una situazione che non migliorerà,<br />

partire dalla realtà, per quanto essa sia negativa, ed essere nuclei di<br />

minoranze attive che cercano di vivere il nuovo e rispondono alla necessità<br />

di costruire e inventare qualcosa di nuovo, di migliore, di bello, anche una<br />

“nuova religione”, come peraltro fece gesù cristo…<br />

È il nostro compito ed è entusiasmante.


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

29<br />

“Lo Scautismo non è una scienza<br />

astrusa o difficile; se lo vediamo<br />

nella sua giusta luce,<br />

è piuttosto un gioco pieno di allegria.<br />

Allo stesso tempo ha un<br />

valore educativo e, come la bontà,<br />

è utile a chi lo dà come<br />

a chi lo riceve”.<br />

B.P.


30 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

<strong>Trentino</strong> - <strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong><br />

Gruppi <strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong><br />

Gruppi Valli<br />

Gruppi Trento<br />

Gruppi <strong>Trentino</strong> Sud<br />

Laives 1<br />

Mezzocorona 1<br />

“... Dunque nel nostro lavoro come del resto in ogni altra attività<br />

dovremmo guardare avanti, molto avanti, con grande speranza<br />

ed obiettivi elevati, e guardare attorno a noi con gioia e buona<br />

volontà: guardare indietro con gratitudine per ciò che è stato<br />

compiuto, e quindi continuare con rinnovato vigore, con pronto<br />

spirito d’iniziativa e con più larga veduta sulla meta ultima che<br />

vogliamo raggiungere, aiutando nel contempo gli altri sul cammino.<br />

Ma quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete<br />

di star guardando lontano,<br />

guardate ancor più lontano!”<br />

da “Taccuino” di Baden-Powell of Gilwell


Amati da Dio, fortificati per amare e costruire la giustizia<br />

La Responsabile La Responsabile Regionale La Responsabile Regionale Regionale<br />

Il Responsabile Il Responsabile Regionale Il Responsabile Regionale Regionale<br />

Assistente Assistente Ecclesiastico Assistente Ecclesiastico Regionale Ecclesiastico Regionale Regionale<br />

Incaricato/a Incaricato/a Regionale Incaricato/a Regionale all’Organizzazione Regionale all’Organizzazione all’Organizzazione<br />

Incaricato/a Incaricato/a Regionale Incaricato/a Regionale al Coordinamento Regionale al Coordinamento al Metodologico Coordinamento Metodologico Metodologico<br />

L’incaricato L’incaricato Regionale L’incaricato Regionale alla Formazione Regionale alla Formazione Capi alla Formazione Capi Capi<br />

L’incaricata L’incaricata Regionale L’incaricata Regionale alla Formazione Regionale alla Formazione Capi alla Formazione Capi Capi<br />

Incaricata Incaricata alla Branca Incaricata alla L/C Branca alla L/C Branca Il Consigliere L/C Il Consigliere Generale Il Consigliere Generale Generale<br />

Incaricato Incaricato alla branca Incaricato alla L/C branca alla L/C branca la Consigliera L/C L/Cla<br />

Consigliera Generale la Consigliera Generale Generale<br />

Incaricata Incaricata alla Branca Incaricata alla E/G Branca alla E/G Branca Altri Incaricati E/G Altri Incaricati ai Settori Altri Incaricati ai Settori ai Settori<br />

Incaricato Incaricato alla branca Incaricato alla E/G branca alla E/G branca (Stampa, E/G (Stampa, EPC, ecc.) (Stampa, EPC, ecc.) EPC, ecc.)<br />

Incaricata Incaricata alla Branca Incaricata alla R/S Branca alla R/S Branca R/S<br />

Incaricato Incaricato alla branca Incaricato alla R/S branca alla R/S branca R/S<br />

La Zona La A.G.E.S.C.I. Zona La A.G.E.S.C.I. Zona A.G.E.S.C.I.<br />

<strong>Trentino</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

La Responsabile La Responsabile di La Zona Responsabile di Zona di Zona<br />

Il Responsabile Il Responsabile di Il Zona Responsabile di Zona di Zona<br />

Assistente Assistente Ecclesiastico Assistente Ecclesiastico di Zona Ecclesiastico di Zona di Zona<br />

La Referente La Referente Territoriale La Referente Territoriale Territoriale<br />

e Il Referente e Il Referente Territoriale e Il Referente Territoriale per: Territoriale per: per:<br />

Gruppi <strong>Alto</strong> Gruppi <strong>Adige</strong> <strong>Alto</strong> Gruppi <strong>Adige</strong> <strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong><br />

Gruppi Valli Gruppi Valli Gruppi Valli<br />

Gruppi Trento Gruppi Gruppi Trento Trento<br />

Gruppi <strong>Trentino</strong> Gruppi Gruppi <strong>Trentino</strong> Sud <strong>Trentino</strong> Sud Sud<br />

Foto: martino Poda (tranne le pagg. 10 e 20)<br />

ideazione grafica e impaginazione: Stefania Pizzini<br />

Stampa: Tipografia Alcione, Lavis - settembre 2012<br />

<strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong>-<strong>Alto</strong> <strong>Adige</strong><br />

Via chini, 23/A 38100 Trento<br />

tel. e fax 0461/930390<br />

segreg@taa.agesci.it – www.taa.agesci.it<br />

I nostri I nostri “Quadri” I nostri “Quadri” “Quadri”<br />

Comitato Comitato Regionale Comitato Regionale Regionale<br />

Consiglio Consiglio Regionale Consiglio Regionale Regionale<br />

Comitato Comitato di Comitato Zona di Zona di Zona<br />

Consiglio Consiglio di Consiglio Zona di Zona di Zona<br />

La Capo La Gruppo Capo La / Gruppo Il Capo Gruppo / Gruppo Il Capo / Gruppo Il Capo Gruppo / /<br />

L’Assistente L’Assistente Ecclesiastico L’Assistente Ecclesiastico dei gruppi: Ecclesiastico dei gruppi: dei gruppi:<br />

Merano 1Merano<br />

Merano 1 1 1Lavis<br />

1 Lavis 1 Lavis 1<br />

Bolzano Bolzano 2 Bolzano 2 2 2Gardolo<br />

Gardolo 1 Gardolo 1 1<br />

Bolzano Bolzano 4 Bolzano 4 4 4Trento<br />

1Trento<br />

1 Trento 1<br />

Laives 3 Laives 3 Laives 3 Trento 4 Trento 4 Trento 4<br />

Trento 8Trento<br />

8 Trento 8<br />

Mezzocorona Mezzocorona 1 Mezzocorona 1 Trento 1 11 Trento 11 Trento 11<br />

Cles 1 Cles 1 Cles 1 Trento 12 Trento 12 Trento 12<br />

Molveno Molveno 1 Molveno 1 1<br />

Carisolo Carisolo 1 Carisolo 1 1 1Rovereto<br />

Rovereto 1 Rovereto 1 1<br />

Pinzolo 1Pinzolo<br />

Pinzolo 1 1 1Mori<br />

1 Mori 1 Mori 1<br />

Val Fiemme/Val Val Fiemme/Val Fassa Val Fiemme/Val 1 Fassa Ala 1 Fassa Ala 1<br />

Ala 1<br />

Valsugana Valsugana 1 Valsugana 1 Arco 1 1 Arco 1 Arco 1<br />

Riva del Riva Garda del 1 Riva Garda del 1 Garda 1<br />

31


32 <strong>Progetto</strong> <strong>della</strong> <strong>regione</strong> e <strong>della</strong> <strong>zona</strong> <strong>Agesci</strong> <strong>Trentino</strong> <strong>Alto</strong>-<strong>Adige</strong><br />

www.agesci.taa.it

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