prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...

IL MIO SKATE
Quando ero ragazzina avevo uno skate-board.
Era blu cielo, cielo più notte che giorno, quel cielo che
ha il colore del mare profondo.
Credo che, meno poeticamente parlando, si chiami blu
elettrico che non so proprio se sia uguale al cielo e
nemmeno all’oceano.
Avevo uno skate blu che amavo disperatamente e mi seguiva
ovunque e mi portava dove volevo.
Al mattino a scuola, al pomeriggio al parco e la domenica
alla montagnetta di S. Siro a combattere contro le
querce.
Facevo karate in quel periodo
ed era un rituale
meraviglioso andare di
domenica alla montagnetta
trainata sullo skate dal mio
cane lupo che si chiamava
Cadeau.
“-Ah Cadeau, corri-“, gridavo
e lui correva come il vento.
In quel periodo avevo
anche il mio primo amore, un
certo Giuseppe Zalum, che non
sapevo quanto fosse corrisposto
allora, il mio amore dico, ma
per me era comunque
importante.
Anche Zalum aveva uno skateboard
e in quel lungo viale
che arrivava a scuola ci
inseguivamo, a volte per menarci, a volte per insultarci,
a volte semplicemente per giocare.
Mio padre mi chiedeva spesso: “Ma sei sicura che Zalum lo
sa che state insieme?”
Non so perché mio padre mi abbia preso uno skate, lui
aveva paura di tutto, paura di farmi fare tutto, eppure