prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...

Senza soffrire non si potrà mai guarire e anche una terapia psicologica fatta
superficialmente, quasi per accontentare lo psicologo o i genitori, risulta essere nulla.
Anche andare dallo psicologo sotto sedativi o metadone o con qualsiasi altro farmaco
in corpo in grado di lenire il dolore e offuscare il cervello è assolutamente inutile.
Il tossico deve imparare ad accettare la sofferenza e saperla gestire.
Solo allora non sarà più un tossico!
Dopo una disintossicazione fisica dall’eroina o da qualsiasi altra droga è bene seguire
un’accurata terapia analitica senza ricorrere a medicine o, comunque, a psicofarmaci.
Il tossicodipendente mente, mente anche in seduta dallo psicologo e non essendo
abituato a parlare di se stesso a nessuno gli risulta molto difficile raccontare le proprie
emozioni, i propri sentimenti, il proprio vissuto.
Il più delle volte, il tossico, è cresciuto in famiglie dove l’ipocrisia e l’omertà fanno da
padrone ed è meglio il non detto piuttosto che dire ciò che potrebbe mettere a
repentaglio l’apparente equilibrio familiare.
La famiglia del tossicodipendente è convinta che “i panni si lavano in famiglia” e
che nemmeno gli amici più cari, sempre ammesso che ce ne siano, possono entrare
nella loro vita privata.
In un nucleo familiare dove il dialogo manca tra gli stessi membri è quasi impossibile
che si crei fiducia nel prossimo e che si impari ad esporre un problema prima di
mettere in atto meccanismi di difesa.
In analisi, oltre al ragazzo, dovrebbero andare tutti i parenti più stretti se si vuole
ottenere davvero un buon risultato.
Tutti i membri della famiglia si devono mettere in discussione affinché ci sia una reale
guarigione che vada al di là di un’apparente disintossicazione fisica.
Purtroppo, il più delle volte, i familiari si rifiutano di entrare in terapia inventando le
scuse più strane.
Spesso è anche il ragazzo a non volere che, specialmente la madre, si sottoponga ad
osservazione analitica per paura di ferirla.
Le mamme dovrebbero insegnare ai propri figli ad essere autonomi, a cavarsela da
soli, a non incolpare sempre gli altri per tutto ciò che accade.
Devono cavarsela da soli quando litigano con un compagno di classe, quando la
maestra li sgrida, quando qualcuno li accusa di qualcosa.
I ragazzi, sin da bambini, devono imparare a prendersi le proprie responsabilità.
Naturalmente, anche le responsabilità, devono essere pesate in base all’età del
soggetto.
Responsabilizzare troppo un bambino dandogli ruoli che non gli competono, come per
esempio fargli sostituire il padre assente, è comunque deleterio.
Ragazzi e bambini non devono essere sempre difesi dalla mamma di fronte a chiunque
e a qualsiasi accusa perché non imparano a rapportarsi con gli altri, a chiedere scusa e
a vivere.
Devono cavarsela da soli da adulti, devono lavarsi i piatti e i vestiti, farsi la spesa,
pulirsi la casa e pensare alle scadenze delle bollette da pagare.