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diritti del creditore di più' coobbligati in solido di cui uno o più' falliti

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Conseguentemente, quando il debitore solidale con altri e <strong>di</strong>venuto <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> è come se il <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong><br />

fosse stato pagato per la quota parte che il debitore gli doveva, mentre tutti gli altri condebitori sono<br />

tenuti verso costui ( già debitore solidale ) che è succeduto al <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> (per cessione <strong>del</strong> cre<strong>di</strong>to,<br />

ere<strong>di</strong>tà, legato, ecc) ed <strong>in</strong> via tra loro solidale per il debito residuo detratta la quota che faceva carico al<br />

condebitore <strong>di</strong>venuto <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong>, (v. anche 1203 n. 3 e 4c.c.).<br />

Se nella medesima persona si riuniscono la qualità <strong>di</strong> debitore e <strong>di</strong> <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> <strong>in</strong> <strong>solido</strong>,<br />

l' obbligazione si est<strong>in</strong>gue per la parte <strong>di</strong> questo (2/1303c.c.).<br />

Anche qui la confusione agisce sull' entità <strong>del</strong> cre<strong>di</strong>to riducendolo <strong>del</strong>la quota spettante al <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong><br />

solidale <strong>di</strong>venuto debitore. Costui doveva pagare all' altro o agli altri cre<strong>di</strong>tori solidali il debito<br />

orig<strong>in</strong>ario ridotto <strong>del</strong>la quota che gli spettava come <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> solidale.<br />

Se nella medesima persona si riuniscono <strong>in</strong>vece le qualità <strong>di</strong> fideiussore e <strong>di</strong> debitore<br />

pr<strong>in</strong>cipale, la fideiussione resta <strong>in</strong> vita, purché il <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> vi abbia <strong>in</strong>teresse (1255c.c.).<br />

Quanto agli effetti <strong>del</strong>la confusione nelle obbligazioni <strong>in</strong><strong>di</strong>visibili ve<strong>di</strong> sopra n. 6.<br />

Uno dei casi <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> <strong>cui</strong> sopra si verifica <strong>in</strong> sede <strong>di</strong> affrancazione <strong>del</strong> fondo<br />

enfiteutico.<br />

Se più sono gli enfiteuti, l' affrancazione può promuoversi anche da <strong>uno</strong> solo <strong>di</strong> essi, ma per la<br />

totalità con le conseguenze che l' af francante subentra nei <strong><strong>di</strong>ritti</strong> <strong>del</strong> concedente verso gli altri enfiteuti,<br />

salva a favore <strong>di</strong> questi una riduzione proporzionale <strong>del</strong> canone (4/971c.c.).<br />

19. - La transazione fatta tra un <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> con <strong>uno</strong> dei debitori non produce effetto nei confronti<br />

degli altri, se questi non <strong>di</strong>chiarano <strong>di</strong> volerne profittare (1/1304c.c.).<br />

Nella transazione le parti pongono f<strong>in</strong>e ad una lite già com<strong>in</strong>ciata o prevengono una lite che può<br />

sorgere fra loro facendosi reci-proche concessioni (1/1965c.c.) con le quali possono creare, mo<strong>di</strong>ficare<br />

od est<strong>in</strong>guere anche rapporti <strong>di</strong>versi da quello che ha formato oggetto <strong>del</strong>la pretesa o <strong>del</strong>la<br />

contestazione <strong>del</strong>le parti (2/1965c.c.).<br />

Di regola la transazione importa novazione (1230c.c.) e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> est<strong>in</strong>zione <strong>del</strong> rapporto preesistente e<br />

soggiace a regole particolari. In forza <strong>di</strong> esse la transazione non può essere risoluta per <strong>in</strong>adempimento,<br />

salvo patto contrario (1976c.c.), non può essere annullata per errore <strong>di</strong> fatto (1969c.c.) né impugnata<br />

per lesione (1970c.c.); ma è nulla solo se relativa ad un contratto illecito (1/1972c.c.); ed è annullabile<br />

se relativa ad un titolo nullo solo a favore <strong>del</strong>la parte che ignorava la causa <strong>di</strong> nullità <strong>del</strong> titolo<br />

(2/1972c.c.) o se fatta sulla base <strong>di</strong> documenti riconosciuti poi falsi (1973c.c.) o su una lite già decisa<br />

con sentenza passata <strong>in</strong> giu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> <strong>cui</strong> le parti non avevano notizia (1974c.c.); ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e quando riguarda<br />

un affare determ<strong>in</strong>ato e, con documenti posteriormente scoperti, si prova che una <strong>del</strong>le parti non<br />

aveva alcun <strong>di</strong>ritto (2/1975c.c.).<br />

Sotto più aspetti dunque, la transazione può riguardarsi come una sentenza passata <strong>in</strong> giu<strong>di</strong>cato<br />

ottenuta per contratto tra le parti me<strong>di</strong>ante def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> un rapporto o rapporti controversi.<br />

Ne deriva perciò che stipulata tra due dei soggetti <strong>del</strong> rapporto solidale, non può v<strong>in</strong>colare gli altri<br />

salvo che essi vi aderiscano <strong>di</strong>chiarando alle due parti (v. 2/1411c.c.) <strong>di</strong> volerne profittare.<br />

Parimenti, se è <strong>in</strong>tervenuta tra <strong>uno</strong> dei cre<strong>di</strong>tori <strong>in</strong> <strong>solido</strong> e il debitore, la transazione non ha<br />

effetto nei confronti degli altri cre<strong>di</strong>tori, se questi non <strong>di</strong>chiarano <strong>di</strong> volerne profittare (2/1304c.c. v.<br />

anche 2/1411c.c.).<br />

Per gli effetti <strong>del</strong>la transazione nelle obbligazioni <strong>in</strong><strong>di</strong>visibili, ve<strong>di</strong> sopra al n. 6.<br />

20. - Il parallelismo tra transazione e sentenza si vede meglio nelle norme seguenti:<br />

La sentenza pronunziata tra il <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> e <strong>uno</strong> dei debitori <strong>in</strong> <strong>solido</strong> o tra il debitore e <strong>uno</strong> dei<br />

cre<strong>di</strong>tori <strong>in</strong> <strong>solido</strong> non ha effetto contro gli altri debitori o contro gli altri cre<strong>di</strong>tori (1/1306c.c.).<br />

Gli altri debitori possono opporla al <strong>cre<strong>di</strong>tore</strong> salvo che sia fondata sopra ragioni personali al<br />

condebitore; gli altri cre<strong>di</strong>tori possono farla valere contro il debitore, salve le eccezioni personali che<br />

questi può opporre a ciasc<strong>uno</strong> <strong>di</strong> essi (3/1306c.c.).<br />

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