Prodotti Fitosanitari - A.R.S.S.A. Abruzzo
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evoluzione della difesa<br />
normativa sui prodotti fitosanitari<br />
malattie delle piante<br />
prodotti fitosanitari<br />
distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
tutela della salute<br />
adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />
adempimenti dei rivenditori<br />
questionario a quiz<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei<br />
<strong>Prodotti</strong><br />
<strong>Fitosanitari</strong><br />
a cura di:<br />
Gabriella Di Fabio<br />
Donato Felice<br />
Angelo Mazzocchetti<br />
Maria Assunta Scotillo
prontuario per la corretta gestione dei<br />
<strong>Prodotti</strong><br />
<strong>Fitosanitari</strong><br />
a cura di:<br />
Gabriella Di Fabio<br />
Donato Felice<br />
Angelo Mazzocchetti<br />
Maria Assunta Scotillo<br />
a Paolo Corneli
indice<br />
premessa 5<br />
prefazione degli autori 7<br />
1 evoluzione della difesa 8<br />
2 normativa sui prodotti fitosanitari 11<br />
3 malattie delle piante 14<br />
4 prodotti fitosanitari 16<br />
4.1 Campo di impiego 18<br />
4.2 Classificazione in base all’attività svolta 18<br />
4.3 Classificazione tossicologica 20<br />
4.4 Limiti tecnici e igienistici 22<br />
4.4.1 Intervallo di sicurezza 22<br />
4.4.2 Tempo di rientro 23<br />
4.4.3 Limite di tolleranza 23<br />
4.5 Altre proprietà 24<br />
4.5.1 Spettro d’azione e selettività 24<br />
4.5.2 Persistenza d’azione 24<br />
4.5.3 Resistenza al dilavamento 25<br />
4.5.4 Miscibilità 25<br />
4.6 Modalità d’azione 26<br />
4.6.1 Fungicidi e battericidi 26<br />
4.6.2 Insetticidi e acaricidi 26<br />
4.6.3 Diserbanti 27<br />
4.7 Modalità di penetrazione 27<br />
4.8 Fitotossicità 28<br />
4.9 Formulazioni 30<br />
4.10 Etichetta 33<br />
4.10.1 Frasi di rischio e consigli di prudenza 33<br />
4.11 Schede di sicurezza 37<br />
4.12 Trasporto e deposito 37<br />
5 distribuzione dei prodotti fitosanitari 39<br />
5.1 Macchine 39<br />
5.2 Norme per il corretto funzionamento delle macchine 42<br />
5.3 Dove si fa la taratura 45<br />
5.4 Preparazione della miscela 45<br />
5.5 Precauzioni per la distribuzione in campo 46<br />
6 tutela della salute 48<br />
6.1 Accertamenti sanitari 49<br />
6.2 Intossicazioni acute e croniche e vie di assorbimento 49<br />
6.3 Effetti tossici dei PF 51<br />
6.4 Norme di pronto soccorso 51<br />
6.5 Dispositivi di protezione individuale (DPI) 52<br />
7 adempimenti di acquirenti e utilizzatori 57<br />
7.1 Autorizzazione all’acquisto e all’impiego<br />
dei prodotti fitosanitari 57<br />
7.2 Registro dei trattamenti 58<br />
7.3 Smaltimento dei contenitori vuoti 60<br />
8 adempimenti dei rivenditori 63<br />
8.1 Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari 63<br />
8.2 Requisiti minimi e dotazioni dei locali adibiti al deposito<br />
e alla vendita dei prodotti fitosanitari 63<br />
8.3 Prescrizioni per la vendita 64<br />
8.4 Dati di vendita 65<br />
9 questionario a quiz 66<br />
indirizzi utili e riferimenti bibliografici 80
premessa<br />
di una razionale gestione delle<br />
risorse tecniche disponibili costituisce un<br />
L’esercizio<br />
obbligo per tutti gli operatori agricoli per<br />
conciliare in maniera idonea le esigenze della<br />
produzione con una conduzione sostenibile<br />
dell’azienda agricola nonché con criteri di<br />
sicurezza igienica, ambientale e alimentare.<br />
In particolare, un approccio moderno alla difesa<br />
delle colture va concretizzato nella piena<br />
consapevolezza dei mezzi disponibili. La tutela<br />
della produzione, che non può prescindere da<br />
ARSSA<br />
Il Direttore Generale<br />
DOTT. DONATANTONIO DE FALCIS<br />
legittimi principî di ecocompatibilità, passa<br />
anche attraverso un utilizzo responsabile dei<br />
prodotti fitosanitari.<br />
L’ARSSA e la Direzione Sanità della Regione<br />
<strong>Abruzzo</strong> hanno inteso così realizzare un<br />
manuale di pronto utilizzo per gli operatori<br />
della difesa fitosanitaria, con lo scopo di fornire<br />
un contributo aggiornato per una corretta<br />
gestione degli strumenti destinati alla<br />
protezione della produzione agricola.<br />
DIREZIONE SANITA’<br />
Il Dirigente del Servizio<br />
Prevenzione Collettiva<br />
D.SSA TAMARA AGOSTINI
prefazione<br />
degli autori<br />
del presente opuscolo è stato<br />
dettato dall’esigenza di fornire uno<br />
L’allestimento<br />
strumento di facile consultazione agli<br />
operatori che commercializzano e utilizzano i<br />
prodotti fitosanitari (PF). Il lavoro è stato<br />
svolto aggiornando gli argomenti trattati sulla<br />
base delle normative comunitarie più recenti<br />
che regolano il percorso di detti prodotti, dalla<br />
commercializzazione sino all’utilizzo in campo.<br />
Con particolare riferimento ai corsi di<br />
formazione previsti dal DPR 290/01 -<br />
“Regolamento di semplificazione dei<br />
procedimenti di autorizzazione alla produzione,<br />
alla immissione in commercio e alla vendita di<br />
prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti” -<br />
sono stati posti i dovuti accenti sugli aspetti<br />
più significativi per una corretta preparazione<br />
D.SSA GABRIELLA DI FABIO<br />
ASL Lanciano-Vasto<br />
Dipartimento di Prevenzione SIAN<br />
Viale Marconi, 8 – 66034 Lanciano (Chieti)<br />
tel. 0872 706668<br />
gabriella.difabio@virgilio.it<br />
DOTT. DONATO FELICE<br />
ASL Lanciano-Vasto<br />
Dipartimento di Prevenzione SIAN<br />
Via Marco Polo, 55/a – 66054 Vasto (Chieti)<br />
tel. 0873 308660<br />
felicedonato@virgilio.it<br />
finalizzata, per i commercianti, al<br />
conseguimento/rinnovo dell’abilitazione alla<br />
vendita e, per gli agricoltori, al rilascio/rinnovo<br />
dell’autorizzazione necessaria per l’acquisto e<br />
l’impiego dei PF classificati come “molto<br />
tossici”, “tossici” e “nocivi”.<br />
Il prontuario è stato pensato per rivenditori e<br />
utilizzatori finali, con un corpo centrale comune<br />
e capitoli specifici per ognuna delle citate figure<br />
dedicati alla normativa cogente sugli aspetti di<br />
gestione pratica e amministrativa. Come<br />
esercitazione, conclude la guida un’appendice<br />
contenente questionari a risposte chiuse,<br />
riguardanti gli argomenti trattati, a beneficio di<br />
tutti gli operatori, in particolare dei richiedenti<br />
l’autorizzazione all’acquisto che dovranno<br />
sostenere l’esame finale sotto tale forma.<br />
DOTT. ANGELO MAZZOCCHETTI<br />
ARSSA - Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale<br />
Via Nazionale, 38<br />
65010 Villanova di Cepagatti (Pescara)<br />
tel. 085 9773507<br />
a.mazzocchetti@arssa-mail.it<br />
D.SSA MARIA ASSUNTA SCOTILLO<br />
ARSSA - Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale<br />
Via Nazionale, 38<br />
65010 Villanova di Cepagatti (Pescara)<br />
tel. 085 9773538<br />
m.scotillo@arssa-mail.it
1<br />
evoluzione dalla difesa evoluzione dalla difesa<br />
evoluzione<br />
della difesa<br />
Il processo di filiera dei prodotti agroalimentari attraversa varie<br />
fasi dalla campagna alla tavola. La prima parte, quella che riguarda<br />
strettamente la produzione in campo, comporta tra l’altro la<br />
necessità di proteggere le colture dalle avversità parassitarie. La<br />
difesa fitosanitaria è dunque uno dei fattori più importanti e delicati,<br />
sia per l’impatto che essa può avere sull’ambiente sia per i<br />
residui negli alimenti. Negli ultimi decenni la difesa ha conosciuto<br />
un’ampia evoluzione, nelle strategie e nei prodotti, che è andata<br />
di pari passo con la crescente esigenza di salvaguardare l’ambiente,<br />
gli operatori e i consumatori. Sino agli anni ‘50, infatti, la<br />
difesa si è affidata esclusivamente a sostanze di derivazione minerale<br />
(es. zolfo e rame contro oidio e peronospora della vite) e vegetale<br />
(solfato di nicotina verso alcuni insetti, ecc.).<br />
Dagli anni ’50, con l’avvento degli antiparassitari di sintesi, inizia<br />
una nuova era, caratterizzata da un utilizzo indiscriminato dei PF<br />
attraverso la cosiddetta lotta a calendario, cioè un tipo di difesa<br />
preventiva che mira a ottenere la distruzione degli organismi nocivi<br />
secondo fasi fenologiche e tempi prestabiliti, senza tenere conto dell’effettiva<br />
presenza del parassita né dei potenziali rischi di danno,<br />
puntando a massimizzare le rese produttive. L’uso indifferenziato<br />
di antiparassitari, però, porta a turbative ambientali (inquinamento,<br />
scomparsa di specie utili, resistenze dei parassiti a molecole di<br />
largo impiego) e rischi di tipo igienico-sanitario (intossicazione<br />
acuta e cronica per gli operatori agricoli, eccessivi residui nei prodotti<br />
destinati all’alimentazione).<br />
Dalla fine degli anni ’70, conoscenze scientifiche più approfondite<br />
- biologiche e chimiche - cambiano l’approccio alla difesa. Dalla<br />
tendenza a eliminare completamente i parassiti si passa così alla<br />
loro gestione attraverso la difesa guidata che, con l’introduzione<br />
del concetto di soglia di intervento, prevede l’esecuzione dei trattamenti<br />
fitosanitari solo quando il livello di danno previsto superi il<br />
costo del trattamento.<br />
Questo metodo si realizza anche con l’ausilio di servizi di avvertimento,<br />
di tecnici e di bollettini informativi e i PF sono scelti<br />
tenendo conto degli effetti secondari sull’uomo e sull’ambiente.<br />
Nel frattempo cresce la domanda di ecologia e di alimenti più sani,<br />
si acquisiscono nuove conoscenze in materia di protezione delle colture<br />
e si assiste alla nascita di famiglie chimiche più evolute sotto<br />
il profilo tossicologico e più selettive dal punto di vista ecologico<br />
(rispetto degli organismi ausiliari). È l’approdo alla difesa integrata,<br />
che si affida non solo alla difesa chimica ma punta a combinare<br />
le altre tecniche (agronomiche, fisiche, biologiche, biotecnologiche,<br />
genetiche) in grado di contrastare o contenere lo sviluppo dei parassiti.<br />
Essa razionalizza ancor più l’uso dei PF e pone le basi per quella<br />
che oggi viene più comunemente<br />
definita agricoltura<br />
sostenibile (aggettivo tratto<br />
dall’inglese sustainable) o ecocompatibile,<br />
che considera<br />
l’azienda agraria come un sistema<br />
ecologico (agroecosistema) che si<br />
realizza interferendo il meno possibile<br />
con gli equilibri naturali<br />
(biodiversità). Essa comprende<br />
naturalmente anche l’agricoltura<br />
biologica, i cui metodi di difesa<br />
si differenziano dai precedenti<br />
per l’uso esclusivo di antagonisti<br />
naturali (fig. 2) e prodotti di derivazione<br />
naturale, senza il ricorso<br />
alla chimica di sintesi.<br />
In <strong>Abruzzo</strong> il servizio relativo<br />
all’informazione sulla protezione<br />
delle colture viene gestito<br />
dall’ARSSA attraverso l’unità<br />
operativa di Difesa Biologica e<br />
Integrata, i cui bollettini vengono<br />
diffusi privilegiando i canali<br />
di comunicazione in tempo<br />
reale, quali Televideo Regionale<br />
di RAI 3, e-mail, Internet (fig. 3)<br />
sms, fax, stampa, comunque<br />
garantendo l’invio postale degli<br />
elaborati nelle aree interne della<br />
regione a limitato accesso ai<br />
mezzi informatici.<br />
Difesa Chimica a Calendario (fino agli anni ’70)<br />
Turbative ambientali:<br />
Rischi di tipo<br />
igienico-sanitario:<br />
inquinamento<br />
scomparsa di specie utili<br />
resistenze<br />
Introduzione di monitoraggio fisico e biologico:<br />
Fig. 1 - Evoluzione della difesa.<br />
EVOLUZIONE DELLA DIFESA<br />
intossicazione acuta e cronica per operatori<br />
agricoli<br />
residui sugli alimenti per i consumatori<br />
8 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
9<br />
’80)<br />
soglie di intervento<br />
modelli previsionali<br />
’80)<br />
Evoluzione del concetto precedente, introduce la preferenza verso prodotti<br />
più rispettosi verso l'entomofauna utile e l'ambiente e meno nocivi per<br />
l'uomo, ivi compreso il ricorso a antagonisti naturali.<br />
Maggiore attenzione alle pratiche agronomiche in grado di sfavorire e/o di<br />
contenere gli agenti parassitari.<br />
(da anni '90)<br />
L'azienda agraria è vista come un sistema ecologico (agroecosistema) che si realizza<br />
interferendo il meno possibile con gli equilibri naturali (biodiversità). Comprende<br />
naturalmente anche i metodi di difesa dell'agricoltura biologica e biodinamica.
Fig. 2 - Esempio di lotta biologica:<br />
femmina di neodrino mentre<br />
parassitizza uno stadio giovanile<br />
di metcalfa.<br />
Fig. 3 - Pagina Web dell’ARSSA<br />
dedicata ai Bollettini di Difesa<br />
Integrata (www.arssa.abruzzo.it<br />
- link Difesa integrata colture).<br />
evoluzione dalla difesa normativa sui prodotti fitosanitari<br />
normativa sui<br />
prodotti fitosanitari<br />
Nel corso degli ultimi decenni la filiera relativa a produzione, commercializzazione<br />
e utilizzo dei PF è stata disciplinata da normative<br />
severe. Dopo il DPR n.1255 del 3 agosto 1968, legge nazionale<br />
di riferimento per il settore fino agli anni ’90, il DPR 290/01<br />
(“Regolamento di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione<br />
alla produzione, alla immissione in commercio e alla vendita di<br />
prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti”) ha ridefinito le regole<br />
in forma più restrittiva della filiera dei PF. Tale DPR, tra l’altro,<br />
impone agli esercenti l’abilitazione alla vendita per tutti i PF e agli<br />
utilizzatori l’acquisizione dell’autorizzazione all’acquisto dei PF<br />
classificati come molto tossici, tossici e nocivi, il tutto attraverso<br />
specifici corsi ed esami finali che costituiscono la principale finalità<br />
del presente manuale.<br />
Con il progressivo allargamento dell’Unione Europea e con la sua<br />
crescente importanza, si è inoltre reso necessario uniformare un<br />
sistema di regole riguardanti i PF, con l’obiettivo di:<br />
• rendere disponibili ai produttori idonei mezzi di difesa per proteggere<br />
le colture;<br />
• tutelare la salute umana e l’ambiente;<br />
• evitare la creazione di barriere commerciali.<br />
La Direttiva UE n. 91/414 - recepita in Italia con il Decreto<br />
Legislativo n. 194/95 e già in via di superamento con il nuovo<br />
Regolamento comunitario in corso di ufficializzazione - ha infatti<br />
inteso armonizzare le fasi di autorizzazione e di immissione in<br />
commercio dei PF, realizzando nel contempo un programma di revisione<br />
delle sostanze attive già in commercio alla data di entrata<br />
in vigore della Direttiva (26 luglio 1993). Tale programma, il cui<br />
termine è previsto entro il 31 dicembre 2009, ha lo scopo di sottoporre<br />
a nuova registrazione le vecchie sostanze attive (poco<br />
meno di un migliaio alla data predetta), valutandole con criteri<br />
univoci e più severi sotto gli aspetti ecotossicologici. Allo stesso<br />
modo vengono esaminate anche le nuove sostanze attive.<br />
10 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
11<br />
2
Fig. 4 - Locale di deposito dei<br />
prodotti fitosanitari.<br />
normativa sui prodotti fitosanitari normativa sui prodotti fitosanitari<br />
Questo processo di valutazione si conclude con l’inclusione o<br />
l’esclusione delle medesime sostanze dalla cosiddetta lista positiva<br />
comunitaria, denominata Allegato (o Annex) 1.<br />
Quando una “vecchia” sostanza attiva viene iscritta nell’Allegato 1:<br />
• le Ditte produttrici di PF chiedono, all’interno dei singoli Stati<br />
Membri, l’autorizzazione all’immissione sul mercato dei relativi<br />
formulati commerciali che la contengono;<br />
• le Ditte produttrici di PF non ne richiedono l’autorizzazione: in<br />
tal caso ogni Stato Membro è tenuto a pubblicare sulla propria<br />
Gazzetta Ufficiale la revoca dei formulati che le Ditte medesime<br />
non intendono sottoporre nuovamente a registrazione.<br />
Se la sostanza è esclusa dall’Allegato 1 ogni Stato Membro procede<br />
al recepimento di tale decisione.<br />
Per tutti i formulati revocati vengono stabilite le date limite per:<br />
• la produzione per la Ditta che lo produce;<br />
• la commercializzazione sul mercato;<br />
• l’impiego per l’utilizzatore finale;<br />
• lo smaltimento delle scorte.<br />
Le regole stabilite dalla Direttiva in questione riguardano naturalmente<br />
anche la registrazione delle nuove sostanze attive, intendendo<br />
come tali quelle non in commercio al 26 luglio 1993. Inoltre, ogni<br />
“vecchia” sostanza attiva iscritta nell’Allegato 1 è soggetta a revisione<br />
dopo 5 anni mentre le nuove sono sottoposte al riesame dopo 10.<br />
Parallelamente l’UE ha inteso proporre soglie più restrittive circa la<br />
classificazione e l’etichettatura dei preparati pericolosi attraverso<br />
la Direttiva n. 45/1999, recepita in Italia con il Decreto Legislativo<br />
n. 65/2003.<br />
Le norme contenute hanno così introdotto regole più severe, in<br />
materia di tossicologia umana e ambientale, per tutti i preparati<br />
potenzialmente pericolosi. Esse riguardano trasversalmente tutti<br />
i settori produttivi industriali (gomme, vernici, materie plastiche,<br />
ecc.) e, naturalmente, anche i PF, il che ne ha comportato la<br />
riclassificazione con la nuova etichettatura a partire dal 1 ottobre<br />
2005. Dopo poco più di una anno di coesistenza di prodotti<br />
“vecchi” e “nuovi”, dal 31 gennaio 2007 possono essere prodotti/commercializzati/utilizzati<br />
solo i formulati con le nuove etichette.<br />
La nuova classificazione dei preparati, che ha visto introdurre<br />
per la prima volta l’impatto di un prodotto sui fattori<br />
ambientali, non tiene conto solo della tossicità di una sostanza<br />
attiva ma è il risultato della classificazione di tutti i componenti<br />
del formulato, compresi i coformulanti e le impurezze o i metaboliti<br />
rilevanti per la salute dell’uomo o per l’ambiente. Inoltre<br />
l’introduzione delle frasi di rischio (par. 4.10.1) sull’etichetta<br />
segnala il livello di pericolosità di impiego e manipolazione del<br />
formulato. Il giro di vite ha determinato un’importante rivoluzione<br />
nel mercato dei PF, con un aumento del 2,3% di prodotti<br />
molto tossici (T+), del 2,7% di prodotti tossici (T), del 18,5% di<br />
prodotti nocivi (Xn), del 4,9% prodotti irritanti (Xi) e una diminuzione<br />
del 29,4% di prodotti non classificati (NC). In termini<br />
pratici, se prima l’autorizzazione all’acquisto era necessaria per<br />
acquistare un prodotto su quattro, con la nuova classificazione<br />
esso diventa indispensabile per oltre il 50% dei preparati attualmente<br />
sul mercato. Inoltre il 70% dei prodotti è classificato pericoloso<br />
per l’ambiente (N).<br />
Le ricadute che le citate normative comportano attualmente sul<br />
mondo agricolo sono varie. I disciplinari di difesa integrata, ad<br />
esempio, sempre più escludono dai loro elenchi sostanze attive ad<br />
elevato impatto ecotossicologico, privilegiando quelle che necessitano<br />
però di approfondite conoscenze circa il loro miglior impiego<br />
verso i parassiti bersaglio. Ciò impone la ridefinizione di molte<br />
strategie di difesa, anche nei confronti di importanti avversità<br />
parassitarie, che richiederanno sempre più il supporto di adeguati<br />
servizi di assistenza tecnica.<br />
Un’ultima notazione riguarda i limiti massimi di residui di PF negli<br />
alimenti. Dal settembre 2008 i limiti dei residui dei PF (LMR) nei<br />
prodotti ortofrutticoli e nelle derrate immagazzinate sono stati<br />
armonizzati a livello europeo. Fissando limiti a livello comunitario<br />
per ciascuna sostanza attiva autorizzata nell’UE, il Regolamento<br />
base n. 396 del 23 febbraio 2005, reso applicativo dai Regg. CE<br />
n. 149/2008 e n. 839/2008, rimuove le difficoltà sin qui incontrate<br />
nella libera circolazione dei prodotti agricoli.<br />
12 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
13
3<br />
Fig. 5 - Alterazioni su grappolo<br />
dovute a parassiti vegetali (marciume<br />
acido e botrite).<br />
malattie delle piante malattie delle piante<br />
malattie delle piante<br />
Le piante sono esposte all’aggressione di agenti esterni che possono<br />
alterarne, in maniera più o meno pronunciata, la fisiologia.<br />
La branca scientifica che studia le malattie delle piante, il loro<br />
decorso e le cause che le determinano si chiama patologia vegetale<br />
o fitopatologia (dal greco fitos = pianta). Si stima che, in<br />
assenza di un’idonea difesa delle colture agrarie, la produzione<br />
agricola si ridurrebbe di oltre il 30%. In questa direzione opera la<br />
fitoiatria, vale a dire la disciplina scientifica che si occupa di studiare<br />
e applicare le tecniche e i metodi destinati alla cura o alla<br />
difesa degli organismi vegetali. I PF rappresentano larga parte di<br />
questi strumenti, anche se non sono di secondaria importanza<br />
tutte le pratiche (agronomiche, fisiche, ecc.) finalizzate alla preservazione<br />
della sanità dei vegetali. Le alterazioni delle piante<br />
possono essere determinate da<br />
cause di diversa natura, che<br />
possiamo così schematizzare:<br />
• malattie di origine parassitaria:<br />
alterazioni causate da<br />
organismi viventi come funghi,<br />
batteri, virus, fitoplasmi,<br />
piante superiori parassite,<br />
insetti, acari, nematodi, molluschi,<br />
animali superiori.<br />
Impropriamente si ascrivono<br />
a questa categoria anche le<br />
erbe infestanti, cioè tutte<br />
quelle piante che si sviluppano<br />
in maniera indesiderata<br />
nella coltura in atto entrandovi<br />
in competizione fisica e<br />
nutrizionale (figg. 5, 6);<br />
• malattie di origine non<br />
parassitaria: alterazioni fisiologiche,<br />
dunque NON causate da organismi viventi, definite anche<br />
fisiopatie. Esse possono originare da fattori ambientali (temperatura,<br />
umidità, luce, ecc.), nutrizionali (scarsità o eccesso di<br />
nutrienti), da lesioni fisiche (grandine, vento, ecc.) o da inquinamento<br />
(piogge acide, gas tossici, ecc.) (fig. 7).<br />
Fig. 6 - Danno su frutticino di<br />
mela causato da parassita animale<br />
(carpocapsa).<br />
Fig. 7 - Danni da grandine su<br />
foglia di vite e su pesca.<br />
14 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
15
4<br />
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
prodotti fitosanitari<br />
Il Decreto del Presidente della Repubblica n° 290/01, a conferma<br />
di quanto stabilito dal decreto legislativo n° 194/95, precisa che<br />
per prodotti fitosanitari si intendono le sostanze attive ed i preparati<br />
contenenti una o più sostanze attive, presentati nella forma<br />
in cui sono forniti all’utilizzatore e destinati a:<br />
• proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi<br />
nocivi o a prevenirne gli effetti;<br />
• favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, con esclusione<br />
dei fertilizzanti;<br />
• conservare i prodotti vegetali, con esclusione dei conservanti<br />
disciplinati da particolari disposizioni;<br />
• eliminare le piante infestanti;<br />
• eliminare parti di vegetali, frenare o evitare un loro indesiderato<br />
accrescimento.<br />
In sintesi i PF sono tutti i prodotti impiegati per la difesa delle piante,<br />
delle derrate alimentari, per il diserbo e per regolare i processi<br />
fisiologici delle piante stesse.<br />
Il decreto, inoltre, stabilisce che sono compresi tra i PF anche i<br />
preparati destinati al trattamento di piante ornamentali, fiori da<br />
balcone, da appartamento e da giardino domestico, aventi attività<br />
acaricida, battericida, fungicida, insetticida, molluschicida, vermicida,<br />
repellente, viricida, fitoregolatrice ed altro. Questi prodotti<br />
sono identificati come prodotti fitosanitari per piante ornamentali<br />
(P.P.O.) e rappresentano una categoria particolare di PF in<br />
quanto possono essere venduti anche da rivenditori non specificamente<br />
abilitati e acquistati da chiunque. Il loro impiego deve essere<br />
limitato alle piante ornamentali presenti in ambito domestico e<br />
non possono essere utilizzati per trattamenti nei parchi pubblici e<br />
nelle alberature stradali: in questi casi si devono impiegare prodotti<br />
specificamente registrati.<br />
Il preparato, o formulato commerciale, è composto da:<br />
• una o più sostanze attive;<br />
• uno o più coadiuvanti;<br />
• uno o più coformulanti.<br />
Per sostanze attive si intendono le sostanze chimiche o i microrganismi,<br />
compresi i batteri e i virus, aventi un’azione sugli organismi<br />
nocivi o sui vegetali, su parti di vegetali o su prodotti vegetali.<br />
La sostanza attiva di un preparato commerciale rappresenta, quindi,<br />
la componente che serve a combattere il parassita che si vuole<br />
controllare e che può essere rappresentata da elementi chimici o<br />
microrganismi.<br />
Per coadiuvanti si intendono:<br />
• i prodotti destinati ad essere impiegati come bagnanti, adesivanti<br />
ed emulsionanti che hanno lo scopo di favorire l’azione dei PF;<br />
• i prodotti destinati a determinare o coadiuvare l’azione di protezione<br />
delle piante e dei loro prodotti e di difesa delle derrate<br />
alimentari immagazzinate.<br />
I coadiuvanti sono sostanze che aumentano e migliorano l’efficacia<br />
del PF: favoriscono la dispersione in acqua, la stabilità, la uniformità<br />
di distribuzione, la persistenza dei prodotti irrorati. I coadiuvanti<br />
possono essere contenuti all’interno del preparato commerciale<br />
e quindi essere autorizzati insieme alla sostanza attiva<br />
oppure essere autorizzati come prodotti a sé stanti, per cui in<br />
commercio si possono trovare formulati commerciali contenenti<br />
solo coadiuvanti.<br />
I coformulanti sono sostanze che riducono la concentrazione della<br />
sostanza attiva e ne permettono una più agevole manipolazione.<br />
Possono essere rappresentati, per i prodotti solidi, da sostanze<br />
inerti (argille, quarzite, farina di diatomee, ecc.) e, per quelli liquidi,<br />
da diluenti.<br />
Ricapitolando:<br />
sostanza/e attiva/e<br />
prodotto fitosanitario<br />
Fig. 8 - La presenza di bagnanti<br />
e adesivanti (B) conferisce al PF<br />
una migliore uniformità di<br />
copertura e una maggiore resistenza<br />
al dilavamento.<br />
Fig. 9 - L’utilizzo di antideriva<br />
assicura una minore dispersione<br />
attraverso una migliore uniformità<br />
della dimensione delle<br />
gocce (A).<br />
+ coadiuvanti<br />
=<br />
+ coformulanti<br />
16 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
17<br />
A<br />
A<br />
B<br />
B
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
4.1 Campo di impiego<br />
I PF devono essere utilizzati esclusivamente sulle piante e contro<br />
i parassiti riportati in etichetta.<br />
I PF e relativi coadiuvanti possono essere utilizzati:<br />
• in agricoltura da parte di operatori agricoli professionisti<br />
(imprenditori e lavoratori agricoli);<br />
• in orti e giardini familiari da parte di soggetti non professionisti;<br />
• in aree extra-agricole non coltivate;<br />
• in ambito domestico per le piante da balcone, da appartamento<br />
e da giardino.<br />
Per aree extra-agricole si intendono le aree non soggette a coltivazione<br />
di interesse civile, quali ferrovie, bordi stradali, parchi ecc.,<br />
oppure fossi e scoline non pertinenti ad aree agricole. I PF possono<br />
essere utilizzati in aree extra-agricole solo se tale impiego è<br />
previsto in etichetta.<br />
4.2 Classificazione in base all’attività svolta<br />
In base all’attività svolta, i PF si classificano in:<br />
1 - Antiparassitari<br />
Proteggono le piante dai parassiti vegetali ed animali e si distinguono<br />
in:<br />
• Anticrittogamici o fungicidi: sono prodotti idonei a combattere<br />
le malattie causate da funghi (peronospore, oidi, ticchiolatura,<br />
ecc.);<br />
• Batteridici: sono prodotti che hanno azione contro i batteri. La<br />
sostanza attiva più utilizzata in agricoltura in funzione battericida/batteriostatica<br />
è il Rame nelle sue varie forme. I battericidi<br />
non vanno confusi con gli antibiotici, il cui uso non è<br />
ammesso in agricoltura;<br />
• Insetticidi: sono impiegati per la lotta contro gli insetti (es.<br />
tignole, mosche, afidi, cocciniglie, ecc.);<br />
• Acaricidi: sono impiegati nella lotta contro gli acari (ragnetto<br />
rosso, ragnetto giallo, ecc.);<br />
• Nematocidi: sono impiegati nella lotta contro i nematodi;<br />
• Molluschicidi: sono impiegati nella lotta contro le limacce e le<br />
chiocciole;<br />
• Rodenticidi: sono impiegati per la lotta contro diverse specie<br />
di roditori, di arvicole e contro le talpe.<br />
2. - Diserbanti<br />
Sono prodotti utilizzati per il controllo delle erbe infestanti.<br />
3. - Fitoregolatori<br />
Sono sostanze che, in piccole dosi, promuovono, inibiscono o<br />
modificano determinati processi fisiologici delle piante: antigermoglianti<br />
per le patate immagazzinate, anticascola, diradanti dei<br />
frutti, alleganti, brachizzanti e altri.<br />
4. - Repellenti<br />
Sono prodotti che per il loro particolare odore, colore, sapore sono<br />
capaci di respingere alcuni fitoparassiti (es. selvaggina e uccelli).<br />
5. - Fisiofarmaci<br />
Sono prodotti impiegati per prevenire o curare le fisiopatie dovute<br />
a: squilibri di luce, ristagni idrici, squilibri nutrizionali, sostanze<br />
inquinanti presenti nell’ambiente.<br />
5. - Biotecnologici<br />
Sono prodotti ottenuti con l’utilizzazione, anche combinata, di biochimica,<br />
microbiologia, mezzi biologici e ingegneria genetica: bioinsetticidi<br />
(es. prodotti a base di Bacillus thuringiensis), biofungicidi,<br />
predatori e parassitoidi naturali (insetti e acari utili), ecc..<br />
6. - Modificatori del comportamento<br />
Comprendono i feromoni e le trappole cromotropiche e sono detti<br />
tali in quanto modificano il comportamento di un insetto. Pur<br />
potendosi anch’essi considerare come mezzi biotecnologici, tuttavia<br />
vengono annoverati in questa specifica categoria. I feromoni<br />
sono sostanze chimiche prodotte dagli insetti e usate per lo scambio<br />
di messaggi tra individui della stessa specie. I feromoni trovano<br />
impiego pratico con diverse finalità: monitoraggio e cattura<br />
massale (mediante apposite trappole), confusione sessuale e disorientamento<br />
sessuale.<br />
Le trappole cromotropiche sfruttano la capacità di certi colori di<br />
attirare alcuni gruppi di insetti e possono essere impiegate per il<br />
monitoraggio o la cattura di massa di insetti dannosi alle piante.<br />
Per alcune specie di insetti le trappole cromotropiche possono<br />
essere innescate con feromoni attrattivi.<br />
Fig. 10 - Trappola per il monitoraggio<br />
della mosca dell’olivo.<br />
Fig. 11 - Erogatore di feromone<br />
per la confusione sessuale contro<br />
la tignoletta della vite.<br />
18 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
19
20<br />
prodotti fitosanitari<br />
4.3 Classificazione tossicologica<br />
Classificare i PF in base alla pericolosità è importante per l’individuazione<br />
dei rischi connessi alla loro manipolazione e utilizzazione.<br />
La classificazione tossicologica di un PF si basa sia sulla tossicità<br />
acuta nei confronti degli animali a sangue caldo, misurata dalla<br />
dose letale 50 (DL 50) o dalla concentrazione letale 50 (CL 50), sia<br />
sulla reale pericolosità del formulato.<br />
La DL 50 (usata per prodotti solidi e liquidi) indica la quantità di<br />
un prodotto fitosanitario, espressa in milligrammi di sostanza attiva<br />
per chilogrammo di peso dell’animale (mg/Kg di peso corporeo),<br />
che determina la morte del 50% degli animali da esperimento sottoposti<br />
ad intossicazione per via orale o cutanea.<br />
La CL 50 (usata per prodotti gassosi) indica la concentrazione di<br />
prodotto, espressa in millilitri di sostanza attiva per litro di aria o<br />
di acqua (ml/l) che agendo allo stato di gas o di vapore determina<br />
la morte del 50% degli animali da esperimento sottoposti ad inalazione<br />
per un certo periodo di tempo. Minore è la DL 50 (o la CL 50)<br />
di un PF maggiore è la sua tossicità: ciò significa che basta un<br />
minor quantitativo di PF per provocare intossicazioni.<br />
Concorrono a stabilire la classe di pericolosità di un PF la presenza<br />
di alcuni tipi di coformulanti (es. i solventi organici) e la formulazione:<br />
ad esempio le emulsioni in acqua risultano molto meno pericolose<br />
dei concentrati emulsionabili per l’assenza di solventi organici<br />
altamente tossici e infiammabili. Analogamente i microincapsulati<br />
presentano una bassa tossicità dermale rispetto ad altre formulazioni,<br />
così come i sacchetti idrosolubili. Una stessa sostanza<br />
attiva può essere contenuta in preparati commerciali classificati<br />
diversamente a causa della concentrazione della sostanza attiva,<br />
dei coformulanti presenti e del diverso tipo di formulazione.<br />
In base alla loro pericolosità i PF sono classificati in:<br />
• <strong>Prodotti</strong> molto tossici: sono contrassegnati con la lettera T+,<br />
la scritta molto tossico e l’immagine del teschio con ossa<br />
incrociate nere su sfondo arancione. Questi prodotti, se assorbiti<br />
per ingestione, per contatto o per inalazione, sono letali<br />
per l’uomo oppure possono provocare lesioni acute o croniche.<br />
• <strong>Prodotti</strong> tossici: sono contrassegnati con la lettera T, la scritta<br />
tossico e l’immagine del teschio con ossa incrociate nere su<br />
sfondo arancione. Questi prodotti, se assorbiti per ingestione,<br />
per contatto o per inalazione, sono letali per l’uomo oppure<br />
possono provocare lesioni acute o croniche.<br />
• <strong>Prodotti</strong> nocivi: sono contrassegnati con la sigla Xn, la scritta<br />
nocivo e una croce di S. Andrea nera su sfondo arancione.<br />
Questi prodotti possono provocare gravi intossicazioni per l’uomo<br />
se assorbiti per ingestione, per inalazione o per contatto;<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
T+<br />
molto tossico<br />
prodotti fitosanitari<br />
CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA: SIMBOLOGIA<br />
T X n X i<br />
tossico nocivo irritante<br />
• <strong>Prodotti</strong> irritanti: sono contrassegnati con la sigla Xi, la scritta<br />
irritante e con una croce di S. Andrea nera su sfondo arancione.<br />
Sono prodotti che, se a contatto con i tessuti vivi, possono<br />
provocare irritazioni più o meno gravi;<br />
• <strong>Prodotti</strong> non classificati: non sono contrassegnati da alcun<br />
simbolo e riportano solo la dicitura “Attenzione manipolare con<br />
prudenza”.<br />
Altri simboli di pericolo che possono ritrovarsi sulle etichette sono:<br />
• Pericoloso per l’ambiente: è riportato il simbolo con la pianta<br />
secca, il pesce morto e la lettera N. Sono sostanze e preparati<br />
la cui utilizzazione presenta o può presentare rischi immediati<br />
o differiti per l’ambiente acquatico (organismi acquatici,<br />
acque) e per l’ambiente terrestre (fauna, flora, atmosfera) o<br />
che a lungo termine hanno effetto dannoso.<br />
• Estremamente infiammabile: è riportato il simbolo della<br />
fiamma con la lettera F+;<br />
• Infiammabile: è riportato il simbolo della fiamma con la lettera<br />
F;<br />
• Comburente: è riportato il simbolo della fiamma con la lettera O.<br />
• Corrosivo: è riportato il simbolo del liquido versato sulle mani<br />
e su materiali con la lettera C.<br />
F+ F O<br />
C<br />
estremamente<br />
infiammabile<br />
ALTRI SIMBOLI DI PERICOLO<br />
infiammabile<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
N<br />
pericoloso<br />
per l'ambiente<br />
comburente corrosivo<br />
21
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
4.4 Limiti tecnici e igienistici<br />
4.4.1 Intervallo di sicurezza<br />
L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza è il tempo minimo,<br />
espresso in giorni, che deve intercorrere per ciascuna sostanza attiva<br />
tra la data dell’ultimo trattamento e la data della raccolta.<br />
Nel caso in cui il trattamento venga eseguito nella fase di post-raccolta<br />
su derrate immagazzinate, l’intervallo di sicurezza è il tempo<br />
minimo che deve intercorrere tra la data dell’ultimo trattamento e la<br />
data dell’immissione al consumo. Durante questo intervallo la sostanza<br />
attiva viene degradata in sostanze più semplici dotate di minore<br />
tossicità per la salute umana, sia che rimanga sulla superficie delle<br />
foglie, dei frutti, dei rami o del<br />
terreno, sia che venga assorbita<br />
dalla pianta. I fattori che influenzano<br />
tale intervallo sono numerosi.<br />
Essi vanno stabiliti per i diversi<br />
PF e il loro valore è determinato<br />
attraverso il monitoraggio del<br />
decadimento dei residui sulla<br />
vegetazione, a sua volta dipendente<br />
da fattori quali la natura<br />
chimico-fisica del PF, la capacità<br />
del composto di penetrare nella<br />
pianta e da fattori microclimatici<br />
o ambientali quali temperatura,<br />
umidità e irradiazione solare.<br />
L’intervallo di sicurezza è riportato<br />
nell’etichetta del PF e deve<br />
essere rispettato scrupolosamente<br />
al fine di tutelare la salute del<br />
consumatore. Esso inoltre non<br />
dipende dalla classe tossicologica a cui appartiene il prodotto: ad<br />
esempio, un prodotto irritante può anche avere un intervallo di sicurezza<br />
maggiore di un prodotto tossico o molto tossico.<br />
L’intervallo di sicurezza rimane invariato e deve comunque essere<br />
rispettato anche se:<br />
• si verificano delle piogge dopo il trattamento;<br />
• le derrate sono sottoposte a lavaggio e/o a trattamento con<br />
cere prima di essere immesse in commercio;<br />
• i prodotti vegetali sono destinati all’industria per la trasformazione.<br />
Se il trattamento viene effettuato con una miscela di PF l’intervallo<br />
di sicurezza da rispettare è sempre quello più lungo.<br />
4.4.2 Tempo di rientro<br />
È il tempo che deve intercorrere dal momento dell’effettuazione del<br />
trattamento al momento in cui l’operatore può rientrare nell’area<br />
trattata con sicurezza, senza indossare dispositivi di protezione<br />
individuali, allo scopo di effettuare un’attività lavorativa. Il pericolo<br />
è correlato alla presenza di sostanza attiva sulla superficie delle<br />
piante o nell’ambiente se il trattamento è eseguito in serra. Il<br />
tempo di rientro dipende da diversi fattori, quali la natura chimica<br />
della sostanza attiva, le condizioni microclimatiche ambientali,<br />
la coltura trattata, le modalità di applicazione del prodotto. Se non<br />
espressamente riportato in etichetta, si considera convenzionalmente<br />
un tempo di rientro pari a 48 ore. La nuova normativa prevede<br />
che il tempo di rientro sia<br />
esplicitato in etichetta.<br />
4.4.3 Limite di tolleranza<br />
Il limite di tolleranza o limite<br />
massimo di residuo (LMR) è la<br />
concentrazione massima di<br />
sostanza attiva, espressa in<br />
parti per milione (ppm),<br />
ammessa nelle derrate alimentari.<br />
Tale quantità può essere<br />
ingerita dal consumatore con il<br />
prodotto commestibile, senza<br />
pericolo di disturbi fisiologici<br />
immediati o futuri. Il limite di<br />
tolleranza viene calcolato in<br />
laboratorio attraverso laboriose<br />
prove tossicologiche ed è fissato<br />
dal Ministero della Salute,<br />
con provvedimenti legislativi,<br />
per ogni coltura e per sostanza<br />
attiva. Tra intervallo di sicurezza<br />
e limite di tolleranza vi è<br />
una stretta correlazione: se<br />
l’agricoltore rispetta rigorosamente<br />
l’intervallo di sicurezza,<br />
attenendosi alle dosi e alle<br />
modalità riportate nell’etichetta<br />
del PF, al momento della raccolta<br />
saranno presenti sul prodotto<br />
vegetale residui inferiori<br />
al limite massimo tollerato.<br />
Fig. 12 - Anche i tempi di rientro<br />
vanno sempre rispettati.<br />
22 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
23
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
4.5 Altre proprietà<br />
4.5.1 Spettro d’azione e selettività<br />
Lo spettro d’azione è l’insieme delle avversità che un PF controlla.<br />
Lo spettro d’azione può essere polivalente o selettivo:<br />
• polivalente, quando un PF esplica la sua azione contro organismi<br />
appartenenti a gruppi poco affini tra loro: ad esempio un<br />
insetticida efficace contro diverse specie di insetti (es. afidi,<br />
mosca della frutta, tignole). In questo caso si dice che il prodotto<br />
è a largo spettro d’azione. I prodotti che hanno azione<br />
polivalente, in generale, sono attivi sia contro le specie dannose<br />
che quelle utili, per cui non sono selettivi;<br />
• selettivo, quando il PF ha azione solo contro uno specifico fitofago<br />
o una fase vitale del suo ciclo, o contro alcuni gruppi di<br />
organismi, generalmente affini dal punto di vista sistematico:<br />
questi PF sono selettivi verso le specie di insetti utili. La selettività<br />
di un PF è la capacità di avere una azione tossica solo<br />
sugli organismi dannosi, rispettando gli organismi utili presenti<br />
in campo.<br />
La selettività può essere di due tipi:<br />
• fisiologica, se è legata alle caratteristiche intrinseche del PF: ad<br />
esempio i preparati a base di Bacillus thuringiensis sono attivi<br />
solo su alcune larve di lepidotteri perché solo nel loro intestino<br />
trovano le condizioni adatte per agire. I PF contenenti il Bacillus<br />
thuringiensis sono selettivi nei confronti di tutti gli altri insetti;<br />
• ecologica, se dipende dal momento in cui viene effettuata l’applicazione.<br />
Se un trattamento insetticida viene fatto quando<br />
l’insetto utile è protetto per esempio nella sua crisalide, il prodotto<br />
risulterà selettivo perché l’insetto utile in quel particolare<br />
momento è protetto e non è raggiungibile dal PF.<br />
4.5.2 Persistenza d’azione<br />
È il tempo, espresso in giorni, entro il quale un prodotto fitosanitario<br />
si mantiene efficace nei confronti del parassita da combattere.<br />
La persistenza d’azione è condizionata da diversi fattori:<br />
• la pioggia, sia per la semplice azione di dilavamento che per la<br />
degradazione della sostanza attiva;<br />
• la luce, che opera una decomposizione fotochimica della<br />
sostanza attiva;<br />
• la temperatura: alti valori possono causare perdita di PF per<br />
volatilizzazione e sublimazione;<br />
• il vento, che ha azione soprattutto sui prodotti polverulenti.<br />
Maggiore è la persistenza d’azione, minore è il numero di trattamenti<br />
necessari contro un parassita.<br />
4.5.3 Resistenza al dilavamento<br />
È la capacità di un prodotto fitosanitario di opporsi all’azione dilavante<br />
della pioggia.<br />
Questo aspetto dei PF dipende in larga misura dai coadiuvanti contenuti<br />
nel formulato. Infatti l’aggiunta di adesivanti consente alla<br />
sostanza attiva di permanere più a lungo sulla matrice vegetale. La<br />
resistenza al dilavamento è una caratteristica importante per i prodotti<br />
di copertura, mentre i prodotti citotropici e sistemici, essendo<br />
traslocati all’interno della pianta, non sono influenzati dall’effetto<br />
dilavante della pioggia, eccetto durante le ore immediatamente<br />
successive al trattamento.<br />
4.5.4 Miscibilità<br />
È la possibilità di un prodotto fitosanitario di essere miscelato con<br />
altri senza che l’efficacia dei singoli prodotti risulti diminuita e<br />
senza che la miscela risulti fitotossica.<br />
In agricoltura, infatti, quando si devono combattere nello stesso<br />
momento parassiti diversi si ricorre a miscele di PF. Gli interventi<br />
con più prodotti permettono un risparmio del tempo di lavoro e<br />
una riduzione del costo dei trattamenti. Quando si miscelano insieme<br />
diversi PF, si possono verificare tre diverse situazioni:<br />
• i prodotti non si influenzano fra loro, risultando reciprocamente<br />
indifferenti;<br />
• la miscela ha un’efficacia maggiore dei prodotti presi singolarmente<br />
(sinergismo);<br />
• si ha incompatibilità, cioè la miscela può essere fitotossica,<br />
oppure si verifica una riduzione dell’efficacia di uno o più PF<br />
miscelati (antagonismo).<br />
Per conoscere il grado di compatibilità o di incompatibilità delle<br />
miscele esistono apposite tabelle (tabelle di compatibilità) dove<br />
sono riportate indicazioni su quali PF possono essere miscelati,<br />
quali possono essere miscelati con opportune precauzioni e quali<br />
non devono mai essere miscelati. Queste indicazioni fanno riferimento<br />
quasi esclusivamente alla sostanza attiva, mentre la compatibilità<br />
può dipendere anche dai coadiuvanti presenti nel formulato<br />
commerciale, per cui è sempre bene seguire anche le indicazioni<br />
riportate in etichetta dalle Ditte produttrici. Quando si<br />
miscelano 2 o più prodotti bisogna tener presente che il periodo<br />
di carenza (o intervallo di sicurezza) da considerare è sempre quello<br />
più lungo. Inoltre, per quanto riguarda la tossicità acuta e cronica,<br />
miscelando 2 o più PF si ottengono composti sulla cui tossicità<br />
per l’uomo non esistono informazioni: si potrebbero infatti<br />
instaurare fenomeni di sommatoria o di potenziamento di azione<br />
tossica delle singole sostanze attive.<br />
24 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
25
26<br />
prodotti fitosanitari<br />
4.6 Modalità d’azione<br />
Attività preventiva Attività curativa Attività eradicante<br />
Fig. 13 - Modalità di azione dei<br />
fungicidi di contatto e penetranti.<br />
4.6.1 Fungicidi e battericidi<br />
I PF svolgono la loro efficacia attraverso modalità d’azione che<br />
variano in base alla loro tipologia (Fig. 13).<br />
Azione preventiva: i PF con azione preventiva prevengono l’attacco<br />
del patogeno sulla pianta, impedendo la germinazione dei suoi elementi<br />
di riproduzione e lo sviluppo della malattia nei tessuti sani.<br />
Azione curativa: i PF agiscono contro un ospite che si è gia insediato<br />
nella pianta, la malattia è in fase di incubazione e non si<br />
sono ancora manifestati i sintomi. I PF che svolgono azione curativa<br />
devono essere in grado di penetrare nei tessuti della pianta<br />
(prodotti citotropici) o di muoversi nel sistema linfatico (prodotti<br />
sistemici), in quanto devono<br />
agire sul microrganismo che di<br />
norma si sviluppa all’interno<br />
dei tessuti della pianta ospite.<br />
Azione eradicante: i PF agiscono<br />
bloccando lo sviluppo della<br />
malattia che si è già manifestata:<br />
anche in questo caso il prodotto<br />
deve avere la capacità di<br />
penetrare nella pianta.<br />
Azione di attivazione delle difese<br />
naturali: alcuni PF non agiscono<br />
direttamente sul patogeno ma inducono la pianta a elaborare<br />
delle sostanze di difesa, dette fitoalessine, che impediscono al<br />
fungo di svilupparsi.<br />
4.6.2 Insetticidi e acaricidi<br />
Azione per contatto: agiscono per il contatto diretto con il corpo<br />
del parassita. Questo può venire a contatto con il PF al momento<br />
del trattamento, se è presente sulla pianta, oppure successivamente<br />
in quanto il prodotto, con la sua persistenza d’azione, rimarrà<br />
attivo sulla pianta per un certo arco di tempo. I prodotti che agiscono<br />
per contatto sono scarsamente selettivi nei confronti delle<br />
specie utili.<br />
Azione per ingestione: causano la morte dei fitofagi che si nutrono<br />
di parti di vegetali trattati con il prodotto. I PF che agiscono per<br />
ingestione sono nella maggior parte selettivi nei confronti degli<br />
insetti utili.<br />
Azione per asfissia: vengono assorbiti allo stato gassoso attraverso<br />
le vie respiratorie. Questi PF non sono selettivi nei confronti<br />
degli insetti utili.<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prodotti fitosanitari<br />
4.6.3 Diserbanti<br />
Azione per contatto (disseccanti totali): agiscono causando il disseccamento<br />
degli organi vegetali con cui vengono a contatto,<br />
principalmente le foglie.<br />
Azione per traslocazione: svolgono la loro azione all’interno della<br />
pianta, dopo essere stati assorbiti dalle foglie e/o dalle radici,<br />
interferendo con le sue funzioni vitali.<br />
Azione per assorbimento radicale (antigerminello o residuali): sono<br />
distribuiti nel terreno e vengono assorbiti dalle erbe infestanti al<br />
momento della germinazione. Questi prodotti sono in grado di<br />
esplicare la loro attività anche per periodi prolungati.<br />
Per quanto riguarda l’effetto diserbante, essi si dividono in erbicidi<br />
totali e erbicidi selettivi.<br />
Gli erbicidi totali eliminano tutte le piante presenti sul terreno al<br />
momento del trattamento (anche quelle coltivate); gli erbicidi<br />
selettivi eliminano alcune specie, salvaguardando quelle coltivate,<br />
a dosi e condizioni determinate d’impiego.<br />
In relazione allo stadio di sviluppo della pianta coltivata gli erbicidi<br />
possono essere impiegati in diverse epoche:<br />
• pre-semina o pre-trapianto: l’applicazione viene effettuata<br />
prima della semina o del trapianto della coltura;<br />
• pre-emergenza: il trattamento viene eseguito nel periodo che<br />
intercorre tra la semina e l’emergenza della coltura;<br />
• post-emergenza o post-trapianto: il trattamento si esegue<br />
dopo l’emergenza o dopo il trapianto della coltura.<br />
4.7 Modalità di penetrazione<br />
In relazione ai rapporti che si stabiliscono tra pianta e PF distinguiamo<br />
(fig. 14):<br />
• prodotti di copertura: sono composti che non penetrano nella<br />
pianta, ma restano sulla<br />
superficie esterna. Un<br />
esempio tipico è quello dei<br />
composti a base di Rame.<br />
Questi prodotti sono idonei<br />
a prevenire le infezioni,<br />
senza avere efficacia alcuna<br />
se l’infezione è gia in atto;<br />
• prodotti citotropici: penetrano<br />
nei tessuti vegetali e<br />
rimangono localizzati solo<br />
nella zona adiacente il<br />
punto di assorbimento;<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
Fig. 14 - Modalità di penetrazione<br />
dei PF.<br />
27
Fig. 15 - Ustioni su acini d’uva<br />
dovute a sovradosaggio di un<br />
fungicida.<br />
Fig. 16 - Arrossamenti e necrosi<br />
causati da utilizzo di Sali di<br />
Rame su susino in vegetazione.<br />
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
• prodotti translaminari: penetrano nei tessuti vegetali e si<br />
estendono in senso radiale e orizzontale da una pagina fogliare<br />
all’altra;<br />
• prodotti sistemici: traslocano dal punto di penetrazione entrando<br />
nel sistema linfatico della pianta per essere poi trasportati<br />
in tutti gli organi;<br />
• prodotti mesostemici: combinano l’attività di copertura, citotropica<br />
e translaminare.<br />
L’azione dei prodotti penetranti non è influenzata dall’effetto dilavante<br />
delle piogge se non nelle prime ore dalla loro distribuzione.<br />
4.8 Fitotossicità<br />
È l’azione dannosa del prodotto fitosanitario sulla pianta.<br />
Essa può dipendere da vari fattori tra cui sovradosaggio, varietà<br />
sensibili, alte temperature, scarsa compatibilità e si manifesta<br />
attraverso alterazioni morfologiche e fisiologiche degli organi<br />
vegetali.<br />
La fitotossicità può essere:<br />
• acuta, se i danni causati dai PF si manifestano subito dopo il<br />
trattamento e le alterazioni sono molto evidenti e localizzate;<br />
• cronica, se le alterazioni si manifestano dopo un certo intervallo<br />
di tempo e sono meno appariscenti e più diffuse.<br />
Gli esiti di una fitotossicità acuta si manifestano generalmente<br />
come ustioni, maculature fogliari, gommosi, rugginosità e fessurazioni<br />
dei frutti. Le alterazioni legate alla fitotossicità cronica consistono,<br />
generalmente, in riduzioni dello sviluppo vegetativo,<br />
cascola di foglie e frutti e modificazioni dei caratteri morfologici e<br />
organolettici a carico di questi ultimi. Un caso classico di fitotossicità<br />
cronica è costituito dall’attività di diserbanti ormonici (2,4<br />
D, 2,4DB, MCPA) (Fig. 17) che direttamente o indirettamente giungono<br />
a contatto con colture arboree, causando tipiche bollosità e<br />
deformazioni fogliari (prezzemolatura, aspetto ventagliforme).<br />
La fitotossicità può essere ancora distinta in estrinseca e intrinseca.<br />
La fitotossicità estrinseca è causata generalmente da un errato<br />
impiego dei PF:<br />
Fig. 17 - Danni da deriva di diserbante<br />
ormonico su foglia di vite.<br />
28 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
29
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
• trattamenti effettuati nelle ore più calde della giornata;<br />
• errata dose d’impiego dei principi attivi, con l’utilizzo di dosi<br />
superiori a quelle consigliate in etichetta;<br />
• scarsa pratica nelle applicazioni a basso volume;<br />
• incompatibilità tra i principi attivi impiegati quando si miscelano<br />
PF diversi: in questo caso i due o più prodotti miscelati e<br />
distribuiti contemporaneamente sono tossici per la pianta,<br />
mentre se distribuiti singolarmente non causano alcun danno.<br />
La fitotossicità intrinseca è dovuta, invece, alla sensibilità della<br />
pianta nei confronti delle sostanze attive, sensibilità propria della<br />
specie o della varietà, oppure legata ad una particolare fase fenologica;<br />
esempi a riguardo sono costituiti dall’uso del Rame su drupacee<br />
in vegetazione.<br />
Per evitare i danni da fitotossicità è buona norma leggere attentamente<br />
le etichette dei PF impiegati considerando attentamente i<br />
seguenti aspetti: sensibilità di specie o varietà, dosi ed epoche di<br />
impiego, compatibilità con altri formulati. Inoltre, è necessario<br />
evitare di effettuare trattamenti nelle ore più calde della giornata<br />
oppure quando c’è elevata ventosità, per evitare eccessiva deriva<br />
della miscela antiparassitaria.<br />
Non è superfluo, infine, ricordare che un’ottimale messa a punto<br />
dell’attrezzatura irrorante, e dal punto di vista meccanico e dell’efficienza<br />
distributiva, è di fondamentale importanza per evitare<br />
danni da fitotossicità, oltre che per realizzare un efficace intervento<br />
fitosanitario.<br />
4.9 Formulazioni<br />
I PF sono commercializzati in formulati per trattamenti a secco,<br />
per trattamenti liquidi, per trattamenti gassosi, per endoterapia,<br />
per trattamenti aerei e per esche.<br />
• Formulazioni per trattamenti a secco - Non hanno bisogno di<br />
acqua per la distribuzione e si distinguono in:<br />
. polveri secche: la sostanza attiva è miscelata con polveri<br />
minerali inerti e per la loro distribuzione si impiegano<br />
apposite attrezzature, per es. le impolveratrici per lo zolfo<br />
in polvere;<br />
. granuli: sono impiegati per la disinfezione e disinfestazione<br />
del terreno da funghi, insetti e nematodi e analogamente<br />
alle polveri secche, da cui si differenziano solo per<br />
la dimensione delle particelle, anche nei formulati granulari<br />
la sostanza attiva è associata a materiali inerti;<br />
• Formulazioni per trattamenti liquidi - I PF si impiegano previa<br />
diluizione in acqua e si distinguono in:<br />
. Polveri Bagnabili (PB, WP): la sostanza attiva è costituita<br />
da una polvere che diluita in acqua forma una sospensione<br />
e che con il passare del tempo tende a depositarsi<br />
sul fondo del recipiente;<br />
. Polveri Solubili (PS, WS): la sostanza attiva è costituita<br />
da una polvere che in acqua forma una soluzione stabile.<br />
Con le formulazioni in polvere è maggiore il rischio di inalazione<br />
per l’operatore durante la loro manipolazione ed è più difficoltoso<br />
il dosaggio del PF.<br />
. Concentrati Emulsionabili (EC): la sostanza attiva, non<br />
essendo solubile in acqua, è disciolta in uno o più solventi<br />
organici e addizionata di sostanze emulsionanti e tensioattive<br />
che permettono la formazione di una emulsione stabile<br />
quando viene diluita in acqua. Lo svantaggio principale<br />
di questi formulati è legato alla pericolosità dei solventi<br />
presenti, che in alcuni casi possono anche essere infiammabili<br />
e rilasciare sostanze volatili nell’ambiente;<br />
. Emulsioni in Acqua (EW): la sostanza attiva è, come prima,<br />
emulsionata in acqua in presenza di tensioattivi, disperdenti<br />
ed altri, in modo da formare un’emulsione stabile, ma che<br />
sono meno pericolosi per l’operatore e per l’ambiente perché<br />
contengono meno composti organici volatili;<br />
. Sospensioni Concentrate (SC), Pasta Fluida (FL), Flowable<br />
(FLOW): sono formulazioni liquide concentrate di una<br />
sostanza attiva in polvere finemente macinata in sospensione<br />
in un mezzo liquido, costituito in genere da acqua,<br />
con l’aggiunta di bagnanti, disperdenti e altri stabilizzanti<br />
in modo da formare una sospensione stabile;<br />
. Microcapsule (CS): si tratta di formulati in cui la sostanza<br />
attiva viene emulsionata in acqua e ricoperta da una<br />
sottile pellicola di materiale polimerico. Depositata sulla<br />
vegetazione, la sostanza attiva viene così liberata lentamente.<br />
Presenta i vantaggi di una riduzione della volatilità<br />
e della tossicità per inalazione, e quindi maggiore sicurezza<br />
per l’operatore durante la manipolazione, oltre a una<br />
maggiore efficacia del trattamento per la prolungata persistenza<br />
d’azione. In questo tipo di formulazione non sono<br />
presenti solventi;<br />
. Granuli Disperdibili (WG, WDG, DF), Granuli Solubili (SG):<br />
la sostanza attiva insieme al coadiuvante e alle sostanze<br />
inerti sono macinati finemente e sottoposti ad un processo<br />
di microgranulazione. Presentano vantaggi soprattutto<br />
sotto il profilo tossicologico per una riduzione del rischio<br />
di inalazione.<br />
30 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
31
Fig. 18 - Formulazione in sacchetti<br />
idrosolubili<br />
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
Appartengono a questa categoria i sacchetti idrosolubili,<br />
in cui il PF, in polvere o granuli, è avvolto da un<br />
sottile velo di materiale plastico dotato di elevata<br />
resistenza che isola completamente il PF dall’ambiente<br />
e dall’operatore. Tale velo a contatto con<br />
l’acqua si scioglie rapidamente. Questa soluzione<br />
offre notevoli vantaggi sotto il profilo della tutela<br />
della salute dell’operatore: tali formulati non<br />
producono polvere durante la manipolazione e i<br />
sacchetti sono pre-dosati, per cui l’operatore<br />
non viene a contatto con il PF. Essi tutelano<br />
l’ambiente, eliminando il problema dei rifiuti<br />
costituiti dai contenitori vuoti dei PF in<br />
quanto le confezioni vuote, non contaminate,<br />
possono essere smaltite senza particolari<br />
accorgimenti (fig. 18);<br />
• Formulazioni per endoterapia: i PF vengono introdotti nelle<br />
piante tramite delle iniezioni sul tronco che possono essere:<br />
- ad assorbimento naturale, se il PF viene assorbito attivamente<br />
dalla pianta<br />
- a pressione, se il PF viene introdotto forzatamente applicando<br />
una certa pressione con apposite attrezzature.<br />
I principali vantaggi di questa metodologia sono:<br />
- riduzione delle dosi di prodotto impiegato;<br />
- maggiore efficacia del trattamento in quanto il PF non viene<br />
dilavato dagli agenti atmosferici;<br />
- minor impatto ambientale perché il PF, non disperdendosi nell’ambiente,<br />
consente il trattamento sulle alberature cittadine<br />
anche durante il giorno;<br />
- prolungata persistenza d’azione;<br />
• Formulazioni per esche - La sostanza attiva è utilizzata insieme<br />
a sostanze appetite dalla specie che si vuole combattere e<br />
sono impiegate contro ratti, lumache, ecc.;<br />
• Formulazioni per trattamenti gassosi - Sono i cosiddetti<br />
fumiganti, prodotti che agiscono sottoforma di gas e vengono<br />
utilizzati per la disinfestazione dei terreni e delle derrate alimentari<br />
immagazzinate contro nematodi, insetti, funghi, batteri<br />
e semi di piante infestanti. Le fumigazioni al terreno sono<br />
effettuate da ditte specializzate che, se utilizzano gas tossici,<br />
devono essere autorizzate dalla questura territorialmente competente.<br />
• Formulazioni per trattamenti con mezzi aerei - Sono formulazioni<br />
particolari che limitano al massimo il fenomeno della<br />
deriva grazie alla presenza di coadiuvanti antideriva i quali<br />
impediscono che il PF si disperda nell’ambiente circostante.<br />
Presentano il vantaggio di poter trattare grandi superfici in poco<br />
tempo.<br />
4.10 Etichetta<br />
Un PF può essere immesso in commercio solo se confezionato in<br />
involucro o imballaggio chiuso che non può essere manomesso.<br />
Esso deve sempre recare un’etichetta, regolarmente autorizzata dal<br />
Ministero della Salute, che ne rappresenta la vera e propria carta<br />
di identità.<br />
L’utilizzatore è sempre tenuto a leggere con molta attenzione tutte<br />
le indicazioni e le precauzioni d’uso riportate sull’etichetta in<br />
modo da assicurare a sé e agli altri, nonché all’ambiente in cui<br />
opera, le garanzie di un corretto e responsabile uso; allo stesso<br />
modo il formulato scelto sarà posto nelle condizioni ottimali per<br />
esprimere al meglio la propria efficacia.<br />
In figura 19 riportiamo lo schema di un’etichetta con le caratteristiche,<br />
la simbologia e le prescrizioni d’uso che l’attuale normativa<br />
impone.<br />
4.10.1 Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />
Come già accennato nel cap. 2, la Direttiva 1999/45/CEE impone<br />
che sulle etichette di tutti i prodotti potenzialmente pericolosi, tra<br />
cui i PF, siano chiaramente riportate le frasi di rischio. Con tale<br />
termine si intendono frasi convenzionali, indicate con la lettera R<br />
seguita da un numero, che descrivono i rischi per la salute umana,<br />
animale ed ambientale connessi alla manipolazione di sostanze<br />
chimiche. In particolare, i PF che contengono alcune delle frasi di<br />
rischio più pericolose per l’uomo possono subire una classificazio-<br />
32 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
33
Informazioni<br />
sanitarie<br />
Dosi<br />
di impiego<br />
Colture<br />
autorizzate<br />
Organismi<br />
bersaglio<br />
Intervallo di<br />
sicurezza<br />
Facsimile di etichetta<br />
nomeprodotto EC<br />
Nome<br />
del prodotto<br />
Tipo<br />
di prodotto<br />
Sostanza<br />
attiva<br />
Insetticida Fosforganico per la lotta contro la tignoletta della vite e la cidia<br />
del pesco.<br />
T+<br />
N<br />
Composizione: g 100 di Nome Prodotto contengono:<br />
g 5 di nomefos puro;<br />
Tipo di<br />
formulazione<br />
Simbologia<br />
di pericolo<br />
Frasi<br />
di rischio<br />
pericoloso<br />
disperdenti e coadiuvanti q.b. a 100.<br />
per l'ambiente<br />
Frasi di rischio: pericolo di effetti irreversibili molto gravi.<br />
Consigli di prudenza: conservare fuori dalla portata dei bambini.<br />
molto tossico<br />
Consigli<br />
di prudenza<br />
Tempo di<br />
rientro<br />
Fig. 19 - Esempio di etichetta.<br />
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
DL 50 = 5 mg/Kg<br />
Norme di chi lo produce (titolare dell’autorizzazione): ABC.<br />
Officina di produzione: DEF Partita n. 959<br />
Registrazione del ministero della Sanità n. 1 del 27.01.2009<br />
Norme di sicurezza: non operare contro vento, non contaminare altre colture,<br />
alimenti e bevande o corsi d’acqua.<br />
Informazioni per il medico: sintomi: vomito, diarrea, tremori e fibrillazioni, convulsioni,<br />
tachicardia, collasso cardiocircolatorio.<br />
Terapia: atropina.<br />
Consultare un centro antiveleni.<br />
Colture, dosi e modalità d’impiego:<br />
Vite: contro la tignoletta 50-65 g/hl 2-3 giorni dal picco del volo<br />
Pesco: contro la cidia 45-50 g/hl in presenza di 10 catture/trappola/sett.<br />
Compatibilità: non è miscibile con poltiglia bordolese, polisolfuri.<br />
Rischi di nocività: il prodotto è pericoloso per gli insetti utili e non può essere distribuito<br />
durante la fioritura.<br />
Fitotossicità: il prodotto può arrecare danno alle seguenti cultivar di pesco:<br />
Redhaven e Springcrest.<br />
Sospendere i trattamenti 21 giorni prima della raccolta su vite e 30 giorni<br />
su pesco.<br />
Non rientrare nel campo trattato prima di 48 ore<br />
Livello<br />
di tossicità<br />
Numero di<br />
registrazione<br />
Modalità<br />
d’impiego<br />
Compatibilità<br />
Fitotossicità<br />
ne restrittiva indipendentemente dalla loro tossicità acuta. Allo<br />
stesso modo sono riportati sulle etichette i consigli di prudenza,<br />
contrassegnati convenzionalmente con la lettera “S”.<br />
Ne riportiamo gli elenchi:<br />
FRASI DI RISCHIO<br />
R1 Esplosivo allo stato secco.<br />
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento,<br />
fuoco o altre sorgenti d’ignizione.<br />
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento,<br />
fuoco o altre sorgenti d’ignizione.<br />
R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.<br />
R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.<br />
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria.<br />
R7 Può provocare un incendio.<br />
R8 Può provocare l’accensione di materie combustibili.<br />
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.<br />
R10 Infiammabile.<br />
R11 Facilmente infiammabile.<br />
R12 Estremamente infiammabile.<br />
R14 Reagisce violentemente con l’acqua.<br />
R15 A contatto con l’acqua libera gas estremamente<br />
infiammabili.<br />
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze<br />
comburenti.<br />
R17 Spontaneamente infiammabile all’aria.<br />
R18 Durante l’uso può formare con aria miscele<br />
esplosive/infiammabili.<br />
R19 Può formare perossidi esplosivi.<br />
R20 Nocivo per inalazione.<br />
R21 Nocivo a contatto con la pelle.<br />
R22 Nocivo per ingestione.<br />
R23 Tossico per inalazione.<br />
R24 Tossico a contatto con la pelle.<br />
R25 Tossico per ingestione.<br />
R26 Molto tossico per inalazione.<br />
R27 Molto tossico a contatto con la pelle.<br />
R28 Molto tossico per ingestione.<br />
R29 A contatto con l’acqua libera gas tossici.<br />
R30 Può divenire facilmente infiammabile durante<br />
l’uso.<br />
R31 A contatto con acidi libera gas tossico.<br />
R32 A contatto con acidi libera gas altamente tossico.<br />
R33 Pericolo di effetti cumulativi.<br />
R34 Provoca ustioni.<br />
R35 Provoca gravi ustioni.<br />
R36 Irritante per gli occhi.<br />
R37 Irritante per le vie respiratorie.<br />
R38 Irritante per la pelle.<br />
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.<br />
R40 Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti.<br />
R41 Rischio di gravi lesioni oculari.<br />
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.<br />
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con<br />
la pelle.<br />
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in<br />
ambiente confinato.<br />
R45 Può provocare il cancro.<br />
R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.<br />
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di<br />
esposizione prolungata.<br />
R49 Può provocare il cancro per inalazione.<br />
R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.<br />
R51 Tossico per gli organismi acquatici.<br />
R52 Nocivo per gli organismi acquatici.<br />
R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi<br />
per l’ambiente acquatico.<br />
R54 Tossico per la flora.<br />
R55 Tossico per la fauna.<br />
R56 Tossico per gli organismi del terreno.<br />
R57 Tossico per le api.<br />
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi<br />
per l’ambiente.<br />
R59 Pericoloso per lo strato di ozono.<br />
R60 Può ridurre la fertilità.<br />
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.<br />
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità.<br />
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora<br />
nati.<br />
R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno.<br />
R65 Può causare danni polmonari se ingerito.<br />
R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e<br />
screpolatura della pelle.<br />
R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza<br />
e vertigini.<br />
R68 Possibilità di effetti irreversibili.<br />
34 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
35
CONSIGLI DI PRUDENZA<br />
S 1 Conservare sotto chiave.<br />
S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.<br />
S 3 Conservare in luogo fresco.<br />
S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.<br />
S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi<br />
da parte del fabbricante).<br />
S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da<br />
parte del fabbricante).<br />
S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.<br />
S 8 Conservare al riparo dall’umidità.<br />
S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.<br />
S 12 Non chiudere ermeticamente il recipiente.<br />
S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da<br />
bevande.<br />
S 14 Conservare lontano da (sostanze incompatibili<br />
da precisare da parte del produttore).<br />
S 15 Conservare lontano dal calore.<br />
S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non<br />
fumare.<br />
S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili.<br />
S 18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.<br />
S 20 Non mangiare nè bere durante l’impiego.<br />
S 21 Non fumare durante l’impiego.<br />
S 22 Non respirare le polveri.<br />
S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol [termine(i)<br />
appropriato(i) da precisare da parte del<br />
produttore].<br />
S 24 Evitare il contatto con la pelle.<br />
S 25 Evitare il contatto con gli occhi.<br />
S 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente<br />
e abbondantemente con acqua e<br />
consultare il medico.<br />
S 27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti<br />
contaminati.<br />
S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente<br />
ed abbondantemente (con prodotti idonei<br />
da indicarsi da parte del fabbricante).<br />
S 29 Non gettare i residui nelle fognature.<br />
S 30 Non versare acqua sul prodotto.<br />
S 33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche.<br />
S 35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non<br />
con le dovute precauzioni.<br />
S 36 Usare indumenti protettivi adatti.<br />
S 37 Usare guanti adatti.<br />
S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un<br />
apparecchio respiratorio adatto.<br />
S 39 Proteggersi gli occhi/la faccia.<br />
S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati<br />
prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />
daquesto prodotto, usare... (da precisare da<br />
parte del produttore).<br />
S 41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare<br />
i fumi.<br />
S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un<br />
apparecchio respiratorio adatto [termine(i)<br />
appropriato(i) da precisare da parte del produttore].<br />
S 43 In caso di incendio usare... (mezzi estinguenti<br />
idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se<br />
l’acqua aumenta il rischio precisare “Non usare<br />
acqua”).<br />
S 45 In caso di incidente o di malessere consultare<br />
immediatamente il medico (se possibile,<br />
mostrargli l’etichetta).<br />
S 46 In caso d’ingestione consultare immediatamente<br />
il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta.<br />
S 47 Conservare a temperatura non superiore a... °C<br />
(da precisare da parte del fabbricante).<br />
S 48 Mantenere umido con... (mezzo appropriato da<br />
precisare da parte del fabbricante).<br />
S 49 Conservare soltanto nel recipiente originale.<br />
S 50 Non mescolare con... (da specificare da parte del<br />
fabbricante).<br />
S 51 Usare soltanto in luogo ben ventilato.<br />
S 52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.<br />
S 53 Evitare l’esposizione - procurarsi speciali istruzioni<br />
prima dell’uso.<br />
S 56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori<br />
in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali<br />
autorizzato.<br />
S 57 Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento<br />
ambientale.<br />
S 59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore<br />
per il recupero/riciclaggio.<br />
S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono<br />
essere smaltiti come rifiuti pericolosi.<br />
S 61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni<br />
speciali schede informative in materia di<br />
sicurezza.<br />
S 62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente<br />
il medico e mostrargli il contenitore o<br />
l’etichetta.<br />
S 63 In caso di incidente per inalazione, allontanare<br />
l’infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo<br />
a riposo<br />
S 64 In caso di ingestione sciacquare la bocca con<br />
acqua (solamente se l’infortunato è cosciente).<br />
4.11 Schede di sicurezza<br />
Il già citato D. Legislativo n. 65/2003 impone che ciascun PF sia<br />
accompagnato da una scheda di sicurezza (SDS) che fornisca tutte<br />
le informazioni di natura fisico-chimica relative al prodotto stesso.<br />
Le SDS devono essere predisposte dalle ditte produttrici di PF<br />
in formato cartaceo e/o su supporto informatico. Lo scopo è di<br />
rendere note le proprietà pericolose di un PF, ai fini della valutazione<br />
dei rischi e della tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente,<br />
sia al rivenditore che all’utilizzatore.<br />
Le voci che obbligatoriamente debbono essere riportate su di una<br />
SDS sono:<br />
- identificazione della sostanza/preparato e della<br />
società/impresa<br />
- composizione, informazione sui componenti<br />
- identificazione dei pericoli<br />
- interventi di primo soccorso<br />
- misure antincendio<br />
- provvedimenti in caso di dispersione accidentale<br />
- manipolazione ed immagazzinamento<br />
- protezione personale, controllo dell’esposizione<br />
- proprietà chimico-fisiche<br />
- stabilità e reattività<br />
- informazioni tossicologiche<br />
- informazioni ecologiche<br />
- osservazioni sullo smaltimento<br />
- informazioni sul trasporto<br />
- informazioni sulla normativa<br />
- altre informazioni<br />
Il rivenditore è tenuto a consegnare obbligatoriamente all’utilizzatore<br />
le SDS relative ai PF classificati come pericolosi (T+, T, Xn).<br />
Lo stesso rivenditore deve invece fornire solo su richiesta dell’acquirente<br />
le SDS dei formulati non classificati come pericolosi ma<br />
che presentano una sostanza attiva pericolosa per la salute o per<br />
l’ambiente o, ancora, che contengono una sostanza attiva per la<br />
quale esistono valori limite di esposizione fissati dalla CE in determinate<br />
concentrazioni.<br />
4.12 Trasporto e deposito<br />
Il trasporto dei PF deve avvenire sempre con la massima cura ed<br />
attenzione evitando promiscuità con passeggeri, animali e derrate<br />
alimentari. Durante il carico e lo scarico occorre fare attenzione a<br />
36 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
37
Fig. 20 - Locale deposito dei PF.<br />
prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
chiodi o sporgenze metalliche che possano causare la rottura delle<br />
confezioni. Dopo il trasporto è necessario lavare accuratamente il<br />
veicolo.<br />
Il locale di deposito deve essere asciutto, fresco, aerato, preservato<br />
dal gelo e dal calore, con pareti e pavimenti lavabili, impermeabili<br />
ed impianto elettrico a norma. Nel locale non è ammesso<br />
lo stoccaggio dei prodotti alimentari, dei mangimi e dei prodotti<br />
infiammabili.<br />
Bisogna fare in modo di impedire sempre l’accesso ai bambini e<br />
alle persone non addette.<br />
Sulla porta del locale o dell’armadio è necessario affiggere un cartello<br />
con l’avvertenza di pericolo.<br />
distribuzione dei<br />
prodotti fitosanitari<br />
5.1 Macchine<br />
Un aspetto fondamentale, e spesso non adeguatamente valutato,<br />
dell’efficacia del trattamento fitoiatrico riguarda la distribuzione<br />
del o dei prodotti che si intende utilizzare. Infatti, i risultati dell’intervento<br />
non dipendono solo dalla corretta scelta del PF ma<br />
anche da come il prodotto stesso viene irrorato sulla coltura bersaglio.<br />
Per far questo occorre innanzitutto che l’irroratrice (barra<br />
orizzontale nelle colture erbacee, atomizzatore o similare in quelle<br />
arboree) sia perfettamente regolata e funzionante e che l’utilizzatore<br />
conosca adeguatamente le caratteristiche meccaniche delle<br />
attrezzature che manovra. Specifiche indagini di campo hanno<br />
messo in luce che può disperdersi nell’ambiente fino a oltre il 65%<br />
del quantitativo di agrofarmaci distribuito, senza che esso arrivi<br />
alla vegetazione. In determinate condizioni di ventosità, si è<br />
accertato che le goccioline d’acqua possono percorrere anche svariati<br />
chilometri. Le conseguenti ricadute sull’uomo e sull’ambiente<br />
sono immaginabili. Iniziamo con un rapido sguardo alla tipologia<br />
di macchine irroratrici esistente.<br />
Una prima distinzione tiene conto della formulazione del PF:<br />
• solida (impolveratrici, spandigranuli, ecc.);<br />
• gassosa (fumigatrice);<br />
• liquida (irroratrici).<br />
Le impolveratrici sono macchine che generano un flusso di aria<br />
costante ed elevato per il trasporto di sostanze formulate in polvere<br />
e si compongono di un telaio, una tramoggia, un dispositivo<br />
dosatore, un ventilatore, organi adduttori e distributori. Gli<br />
spandigranuli e microgranulatori sono invece macchine più semplici<br />
delle precedenti destinate allo spandimento di formulati granulari<br />
e si compongono di tramoggia, dispositivo dosatore e<br />
organi di spandimento. I granuli possono anche essere distribuiti<br />
attraverso attrezzature per lo spandimento dei concimi.<br />
Le fumigatrici distribuiscono prodotti gassosi al terreno.<br />
38 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
39<br />
5
Fig. 21 - Due modelli di atomizzatori<br />
trainati.<br />
distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
I fumiganti sono sostanze ad alta tensione di vapore “confezionati”<br />
sotto pressione in forma liquida che, una volta iniettati nel terreno,<br />
passano allo stato di gas. Sono costituite da pali iniettori<br />
dotati nella parte inferiore di un dispositivo perforante che presenta<br />
fori calibrati disposti in posizione radiale per garantire<br />
l’uniformità di distribuzione nei punti prescelti.<br />
Le irroratrici rappresentano la stragrande maggioranza delle<br />
attrezzature destinate alla protezione fitosanitaria e servono alla<br />
distribuzione di miscele acqua-PF che danno luogo a soluzioni,<br />
emulsioni o sospensioni, in funzione delle caratteristiche di formulazione.<br />
Hanno il compito di trasportare i PF sotto forma di goccioline<br />
finissime sul bersaglio vegetale e la loro distinzione viene<br />
fatte in base alle colture per le quali vengono utilizzate:<br />
• irroratrici a barra: sono le macchine destinate alle colture<br />
erbacee, orticole e industriali;<br />
• irroratrici a getto portato: sono le macchine destinate alle colture<br />
arboree. Sono più comunemente chiamate atomizzatori.<br />
Entrambe le tipologie presentano uno schema costruttivo comune<br />
che comprendono le parti meccaniche elementari necessarie al loro<br />
funzionamento:<br />
• telaio: deve presentare caratteristiche di resistenza e leggerezza<br />
e la sua forma varia in base alla tipologia di macchina (trainata,<br />
portata o semovente);<br />
• serbatoio: contiene la miscela ed è costruito solitamente con<br />
materiali che gli conferiscono resistenza all’aggressione chimica<br />
delle sostanze che deve veicolare: polietilene e poliestere<br />
sono i più comuni. Per il suo riempimento alcune macchine<br />
sono dotate di dispositivi autoadescanti (idroiniettori e pompe<br />
centrifughe). Per garantire la stabilità della miscela, evitandone<br />
la sedimentazione, il serbatoio è poi dotato di opportuni<br />
agitatori (sistemi meccanici, idraulici o idromeccanici);<br />
• serbatoio supplementare: ne sono provviste molte macchine<br />
al fine di operare una preparazione più accurata della miscela<br />
che sarà poi aspirata nel serbatoio principale;<br />
• pompa: è il “cuore” pulsante dell’irroratrice e ha il compito di<br />
inviare la miscela ai punti finali di distribuzione (ugelli). Se la<br />
polverizzazione è meccanica, è importante che la pompa<br />
garantisca la necessaria pressione per ottenere una corretta<br />
nebulizzazione della miscela stessa; se pneumatica, essa deve<br />
invece assicurare la portata massima richiesta dagli adduttori.<br />
La pompa può essere alternativa (a pistone o pistone-membrana)<br />
per elevate pressioni di esercizio (> 40 bar) o centrifuga<br />
per basse pressioni (2-12 bar). La sua scelta è determinata dai<br />
volumi che si intendono distribuire ad ettaro, dalla tipologia<br />
degli ugelli presenti nonché dalla velocità di avanzamento<br />
della trattrice;<br />
• filtri: sono dispositivi atti ad impedire il transito di corpi<br />
estranei che potrebbero ostruire o danneggiare le parti più<br />
delicate della macchina. Sono presenti lungo tutto il percorso<br />
del liquido, dal riempimento sino agli organi di mandata, a<br />
maglie via via più piccole. I materiali sono in nylon o acciaio<br />
inox;<br />
• ugelli: rappresentano la parte finale del percorso della miscela<br />
con il compito di proiettarne le goccioline sulla matrice<br />
vegetale e sono generalmente costruiti in ceramica, ottone,<br />
acciaio o plastica. Gli ugelli a polverizzazione meccanica rice-<br />
Fig. 22 - Atomizzatore semovente.<br />
40 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
41
distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
vono la miscela ad alta pressione e possono essere di vari tipi<br />
e dimensioni variabili, in funzione delle prestazioni richieste<br />
(distribuzione di fungicidi, insetticidi, diserbanti, ecc.): a<br />
cono, con fori di uscita di ridotto diametro (0,8-2 mm); a ventaglio,<br />
con fessure di uscita a “occhiello”; a specchio, utilizzati<br />
per basse pressioni di esercizio (0,7-2,5 bar) e formazione di<br />
goccioline di diametro medio grande (400-1000 µm); a getti,<br />
prevalentemente utilizzati per la distribuzione di concimi liquidi<br />
sulle colture a fila.<br />
Esistono poi altri tipi di ugelli che si differenziano dai precedenti<br />
per caratteristiche costruttive (antideriva, a pressione<br />
d’aria, centrifughi, ugelli per irroratici pneumatiche, ecc.),<br />
scelti in base agli specifici utilizzi;<br />
• congegni antigoccia: servono ad evitare la fuoriuscita della<br />
miscela dagli ugelli, una volta arrestata l’alimentazione del circuito;<br />
• organi di regolazione: sono fondamentali per il garantire il<br />
flusso costante della miscela. Tra essi ricordiamo il regolatore<br />
di pressione, che nel circuito idraulico precede il manometro,<br />
gli automatismi di regolazione della dose, ecc.;<br />
• carica elettrostatica: alcune macchine sono dotate di un<br />
generatore di corrente a basso amperaggio che ha il compito<br />
di creare un campo elettrostatico, caricando positivamente le<br />
goccioline che fuoriescono dall’ugello. In tal modo le goccioline<br />
si respingono tra loro e acquisiscono la capacità di essere<br />
attratte dalla superficie fogliare che è invece di segno<br />
opposto.<br />
5.2 Norme per il corretto funzionamento delle<br />
macchine<br />
Dopo la carrellata sui principali componenti delle irroratrici, è<br />
necessario mettere a fuoco gli aspetti più importanti che determinano<br />
la buona qualità del lavoro svolto con le macchine, alle quali,<br />
purtroppo, si dedica una manutenzione talvolta distratta. Spesso,<br />
infatti, le macchine operano con manometri malfunzionanti, si<br />
provvede a pulire gli ugelli solo quando si otturano e solo raramente<br />
questi vengono sostituiti, i regolatori di pressione risultano<br />
fermi e altro ancora. Conseguenza logica è una distribuzione fortemente<br />
irregolare che, oltre ad una pericolosa ricaduta ambientale<br />
e sugli operatori stessi, può causare problemi di sovradosaggio<br />
con conseguenti residui eccessivi sulle matrici trattate, pur nel<br />
rispetto dei tempi di carenza oppure di sottodosaggio, lasciando<br />
in tal caso le colture non protette.<br />
Di contro, per ottenere la massima efficacia di un intervento fito-<br />
iatrico occorre che il PF raggiunga per quanto possibile la coltura<br />
o il terreno al quale è destinato, eliminando o limitando al minimo<br />
le dispersioni nell’ambiente. Per far sì che la distribuzione sia<br />
uniforme sul bersaglio (vegetazione o terreno) senza che vi siano<br />
aree non coperte o trattate con dosi errate (eccessive o inferiori),<br />
è di primaria importanza disporre di un’irroratrice perfettamente<br />
regolata e funzionante in ogni sua parte.<br />
Un’irroratrice non tarata disperde, in media, dal 30 a oltre il 60%<br />
del prodotto impiegato, soprattutto in aria con il cosiddetto effetto<br />
nuvola (fig. 23); se correttamente regolata, invece, riduce moltissimo<br />
tali valori, per cui sono numerosi vantaggi che spingono<br />
l’agricoltore in questa direzione:<br />
• aumento dell’efficacia dei trattamenti: l’omogeneità di<br />
distribuzione sulla superficie da trattare, sia per gli interventi<br />
antiparassitari sia per il diserbo sul terreno, assicura la massima<br />
efficacia dell’intervento ferme restando, naturalmente, la<br />
giusta scelta del formulato e la tempestività dell’intervento.<br />
Un buon diagramma di distribuzione degli ugelli ed un loro corretto<br />
orientamento consentono di centrare al meglio il bersaglio,<br />
minimizzando le dispersioni.<br />
Grazie alle attrezzature specialistiche (banchi prova) in dotazione<br />
del Centri Autorizzati è possibile, ad esempio, controllare<br />
il diagramma di distribuzione degli ugelli ed orientarne l’angolo<br />
di spruzzo in modo da dirigere l’irrorato verso le parti di<br />
vegetazione più indicate;<br />
Fig. 23 - Le perdite di prodotto<br />
dovute alla “nuvola”. (Fonte:<br />
DEIAFA - Università di Torino)<br />
42 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
43
Fig. 24 - Esempio di irrorazione<br />
coprente (a sin.) e bagnante. Il<br />
primo caso è la distribuzione<br />
ottimale per i prodotti di contatto,<br />
il secondo è l’ideale per i prodotti<br />
penetranti. (Fonte: DEIAFA<br />
- Università di Torino)<br />
distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
• riduzione dell’inquinamento ambientale e del consumo di<br />
risorse: consumi più mirati di PF e ridotta deriva nell’ambiente<br />
si traducono in una drastica e netta riduzione dell’impatto<br />
di sostanze chimiche sull’ecosistema. L’impiego di volumi più<br />
bassi, inoltre, contribuisce in maniera significativa a ridurre il<br />
consumo di acqua, risorsa non rinnovabile, che sempre più<br />
diventerà limitata e strategica. Si sottolinea infine la difficile<br />
coesistenza tra le esigenze dell’agricoltore e degli abitanti<br />
rurali che vedono spesso invasa la propria abitazione dalla<br />
nuvola dei PF;<br />
• riduzione dei costi di produzione: un’irroratrice tarata riduce<br />
al minimo la dispersione dei prodotti erogati, che si traduce<br />
anche in un risparmio potenziale sui costi dei formulati impiegati<br />
in virtù della possibilità di ridurre il numero degli interventi;<br />
• riduzione per tutti dei rischi sanitari: l’operatore è il primo<br />
soggetto ad essere interessato dalla “nuvola” di miscela prodotta<br />
dalla sua irroratrice ed è importante limitare il più possibile<br />
tale esposizione.<br />
Riducendo l’effetto “nuvola”,<br />
un’irroratrice ben regolata riduce<br />
i rischi per la salute dell’operatore<br />
e di quelli potenzialmente<br />
esposti alla deriva. È ovvio<br />
che ciò non dispensa dalle precauzioni<br />
(utilizzo di tutti i<br />
mezzi di protezione) che la<br />
legge impone;<br />
• miglioramento della qualità<br />
del prodotto: la corretta<br />
applicazione dei PF permette di<br />
ottenere prodotti più sani; inoltre<br />
la certezza di livelli di residui<br />
ampiamente rispettosi dei<br />
limiti imposti dalla legge dà<br />
maggiori garanzie di sicurezza<br />
alimentare;<br />
• risparmio di tempo: l’irroratrice tarata distribuisce volumi<br />
(hl/ha) certi e precisi. Ciò consente di pianificare al meglio il<br />
lavoro limitando perdite di tempo ed evitando di restare con<br />
l’irroratrice vuota prima della fine del campo o, viceversa, con<br />
della miscela ancora in botte a fine trattamento;<br />
• più vita all’irroratrice: il controllo periodico di tutte le componenti<br />
meccaniche, finalizzato alla corretta funzionalità delle<br />
stesse, assicura non solo la buona qualità del lavoro ma allunga<br />
anche la vita della macchina;<br />
• rispetto degli impegni assunti con le Misure Agroambientali:<br />
in <strong>Abruzzo</strong> è attivo un Servizio di Controllo e Taratura delle<br />
Irroratrici gestito dall’ARSSA. L’adesione degli imprenditori agricoli<br />
è a carattere volontario, ad eccezione di coloro che aderiscono<br />
alle Azioni previste dalla Misura 214 del PSR 2007-2013<br />
e che, pertanto, hanno l’obbligo di sottoporre periodicamente<br />
le proprie attrezzature a operazioni di controllo e taratura.<br />
5.3 Dove si fa la taratura<br />
In <strong>Abruzzo</strong> opera una rete di officine meccaniche specializzate in<br />
agricoltura, Centri autorizzati e convenzionati con l’A.R.S.S.A., a<br />
cui l’agricoltore può rivolgersi direttamente per la corretta manutenzione<br />
e taratura delle irroratrici. I Centri effettuano tutte le<br />
operazioni e i controlli necessari, tarano l’irroratrice alle specifiche<br />
esigenze aziendali e, infine, rilasciano il Certificato di Conformità,<br />
che contiene le opportune indicazioni per effettuare il trattamento<br />
mirato alle specifiche esigenze delle colture: volume distribuito,<br />
marcia, giri motore, giri della presa di forza, tipo di ugello,<br />
pressione, altezza di trattamento per le irroratrici orizzontali e<br />
numero di ugelli per quelle verticali.<br />
5.4 Preparazione della miscela<br />
Al di là delle dovute precauzioni da mettere in atto per la manipolazione<br />
di un formulato (vedi par. 7.5), la preparazione della<br />
miscela richiede dal punto di vista tecnico alcuni accorgimenti,<br />
che consentono di predisporre al meglio la qualità della miscela<br />
stessa e facilitarne la distribuzione. I requisiti fondamentali di<br />
una miscela sono l’omogeneità e l’assenza di grumi. Inoltre non<br />
deve produrre schiuma durante la preparazione, non deve depositarsi<br />
sul fondo del serbatoio e non deve intasare filtri e ugelli. Una<br />
volta letta attentamente l’etichetta del formulato, con tutte le<br />
avvertenze del caso, occorrerà:<br />
Fig. 25 - Banchi di taratura<br />
ARSSA per barre orizzontali e<br />
per atomizzatori.<br />
Il coordinamento regionale del<br />
Servizio di Controllo e Taratura<br />
delle Irroratrici è presso la<br />
sede ARSSA di Sulmona<br />
Via Q. Sella, 5<br />
tel. 0864.33332<br />
fax 0864.212187<br />
riccia@arssa-mail.it<br />
44 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
45
Fig. 26 - Esempio di preparazione<br />
di una miscela: la corretta<br />
sequenza di immissione nel serbatoio<br />
di formulazioni diverse<br />
permette di evitare fenomeni di<br />
precipitazione/flocculazione dei<br />
prodotti sul fondo della botte.<br />
distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
• pesare/dosare accuratamente le quantità necessarie in modo<br />
da ottenere il dosaggio richiesto;<br />
• immettere nel serbatoio dell’attrezzatura all’incirca il 50% dell’acqua<br />
da distribuire;<br />
• introdurre prima gli eventuali bagnanti (salvo diversa prescrizione<br />
in etichetta);<br />
• azionare i pre-miscelatori, dove le attrezzature ne siano dotate;<br />
• immettere il PF, tenendo in funzione l’agitatore;<br />
• finire di riempire il serbatoio senza mai portarlo al colmo.<br />
In base al tipo di formulazione del PF impiegato, è necessario<br />
osservare le seguenti procedure:<br />
• 1. per le formulazioni in polvere bagnabile introdurre in un<br />
secchio un quantitativo di acqua sufficiente a formare una poltiglia;<br />
quindi versare, mescolando gradualmente, la dose di formulato<br />
necessaria per il volume d’acqua stabilito. Aggiungere la<br />
poltiglia madre al serbatoio attraverso il cestello filtro, risciacquandolo<br />
insieme al secchio e versandone il contenuto sempre<br />
nel serbatoio. Infine riempire sino al volume desiderato;<br />
• 2. per le formulazioni liquide, in granuli idrodisperdibili e in<br />
sacchetti idrosolubili versare direttamente nel serbatoio con<br />
acqua la dose richiesta. Per le prime, in caso di miscele di più<br />
prodotti, introdurre inizialmente la formulazione acquosa e poi<br />
il concentrato emulsionabile.<br />
• 3. per le miscele di formulati in polvere e liquidi eseguire prima<br />
la procedura al punto 1, quindi quella al punto 2.<br />
Un’ultima raccomandazione riguarda l’inopportunità di impiego<br />
contemporaneo di troppi prodotti ad azione diversa e di dubbia<br />
compatibilità.<br />
5.5 Precauzioni per la distribuzione in campo<br />
La riuscita di un trattamento dipende anche molto dalle condizioni<br />
climatiche in cui si opera. È dunque doveroso adottare tutte le<br />
cautele necessarie. Ne riportiamo le principali:<br />
• eseguire i trattamenti in assenza di vento e disporsi comunque<br />
sempre sopravento. Ciò per evitare che lo spray investa l’operatore<br />
e si disperda lontano dalla coltura;<br />
• verificare che, in caso di prodotti distribuiti in acqua, sulla<br />
vegetazione non vi sia eccessivo ristagno di umidità in modo<br />
da evitare lo “scivolamento” della soluzione;<br />
• evitare di trattare in presenza di temperature troppo alte, in<br />
maniera tale da ridurre al minimo l’evaporazione di una cospicua<br />
parte della soluzione nonché possibili manifestazioni di<br />
fitotossicità;<br />
• non trattare nelle aree di rispetto e in prossimità dei corsi<br />
d’acqua, come da eventuale prescrizione in etichetta;<br />
• operare indirizzando sempre il getto dalla zona esterna a quella<br />
centrale dell’appezzamento;<br />
• assicurarsi comunque che la nube irrorante non sconfini dall’appezzamento<br />
trattato, soprattutto in prossimità di strade,<br />
colture limitrofe e/o abitazioni. In quest’ultimo caso è bene<br />
avvertire i residenti in modo che possano prendere le debite<br />
precauzioni;<br />
• per evitare danni alle api, non bisogna di norma effettuare<br />
trattamenti nei periodi di fioritura ed è necessario sfalciare le<br />
erbe sottostanti, se queste sono in fioritura (fig. 27);<br />
• per la massima efficacia di un trattamento, infine, occorre<br />
sempre irrorare su tutti i filari e non su file alterne.<br />
Fig. 27 - I trattamenti durante<br />
la fase di fioritura vanno evitati.<br />
46 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
47
6<br />
Fig. 28 - Il rischio per la salute<br />
è dovuto all’interazione tra la<br />
pericolosità e l’esposizione.<br />
pericolo esposizione<br />
RISCHIO MAGGIORE<br />
pericolo esposizione<br />
RISCHIO ZERO<br />
tutela della salute tutela della salute<br />
tutela della salute<br />
È fondamentale avere una completa conoscenza dei rischi e dei<br />
pericoli a cui si può andare incontro durante un trattamento con i<br />
PF. Questi ultimi sono infatti sostanze tossiche pericolose per l’organismo<br />
umano: l’operatore agricolo deve quindi adottare tutte le<br />
misure di sicurezza necessarie al fine di evitare danni alla salute.<br />
Il rischio per la salute, nell’utilizzo di un PF, è dovuto all’interazione<br />
di due fattori: pericolosità del preparato medesimo ed esposizione<br />
(probabilità di entrare in contatto con il prodotto). Ne<br />
consegue che, per ridurre il rischio per la salute dell’operatore, è<br />
necessario controllare nella maniera più idonea l’esposizione, dato<br />
che la pericolosità è una caratteristica intrinseca di un PF.<br />
L’Igiene è la medicina preventiva che si occupa di come prevenire<br />
l’insorgenza e la diffusione delle malattie studiandone le cause. A<br />
tal proposito sono di estrema importanza la salubrità dell’ambiente<br />
e delle abitazioni, un adeguato approvvigionamento idrico potabile,<br />
una raccolta e uno smaltimento idonei dei rifiuti e una corretta<br />
alimentazione.<br />
È generalmente riconosciuta l’utilità dell’impiego dei PF in agricoltura<br />
per migliorare la qualità e<br />
la quantità dei raccolti, ma lo è<br />
altrettanto l’azione tossica di<br />
pericolo esposizione<br />
questi prodotti per l’uomo qualora<br />
non vengano utilizzati in<br />
modo corretto. A contatto con<br />
RISCHIO MINORE la sostanza tossica vengono a<br />
trovarsi coloro che la producono,<br />
la trasportano e la utilizzano.<br />
Gli addetti alla produzione e<br />
al trasporto sono facilmente<br />
controllabili e pertanto applicare<br />
le misure preventive non<br />
risulta difficile.<br />
La prevenzione diventa invece più complessa quando bisogna<br />
attuarla nel mondo del lavoro agricolo dove non esiste il controllo<br />
ambientale e tanto meno quello sanitario. È importante in tal caso<br />
proteggere il lavoratore con abiti impermeabili che vanno tenuti<br />
costantemente puliti e lasciati sul posto di lavoro, con stivali,<br />
guanti e maschere. Non solo chi li produce, li trasporta e li utilizza,<br />
ma anche la popolazione in genere può essere esposta ai PF<br />
attraverso varie vie. I soggetti residenti in aree agricole possono,<br />
in rapporto alla loro distanza dalle colture in trattamento, essere<br />
esposti alla nebulizzazione dei PF per via aerea o per via digerente<br />
attraverso l’acqua e gli alimenti eventualmente contaminati.<br />
La Regione <strong>Abruzzo</strong> predispone annualmente un programma di sorveglianza<br />
per il controllo dei residui di PF negli alimenti al fine del<br />
rispetto dei limiti concessi dalla legge vigente.<br />
6.1 Accertamenti sanitari<br />
Oltre all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (DPI), è<br />
opportuno che l’operatore si sottoponga a periodici accertamenti<br />
sanitari preventivi e di controllo. Gli accertamenti sanitari preventivi<br />
hanno lo scopo di verificare la capacità dell’individuo di lavorare<br />
in condizioni climatiche sfavorevoli e di escludere la presenza<br />
di eventuali patologie congenite o acquisite che lo rendano particolarmente<br />
sensibile all’esposizione a sostanze chimiche. Gli accertamenti<br />
sanitari consistono in controlli strumentali e di laboratorio<br />
della funzionalità cardiaca, respiratoria, epatica e renale; seppur<br />
generici, consentono di esprimere una prima valutazione complessiva<br />
sulle condizioni fisiche del soggetto e sulla sua idoneità.<br />
Gli accertamenti sanitari di controllo hanno invece lo scopo di<br />
individuare tempestivamente eventuali alterazioni causate dall’azione<br />
dei PF.<br />
Numerose sono le malattie che in base alla loro gravità possono<br />
controindicare l’attività lavorativa. Tra queste citiamo: l’asma<br />
bronchiale, le bronchiti, le cardiopatie, le emopatie, le nefropatie,<br />
le epatopatie, le malattie neurologiche, i disordini ormonali e le<br />
dermopatie.<br />
6.2 Intossicazioni acute e croniche<br />
e vie di assorbimento<br />
Le intossicazioni costituiscono un grosso problema medico-sociale.<br />
Si registra, infatti, un loro continuo aumento e ciò è da ricondurre<br />
allo sviluppo tecnologico che mette l’uomo a contatto con<br />
innumerevoli sostanze e prodotti chimici potenzialmente tossici.<br />
48 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
49
Fig. 29 - Vie di assorbimento:<br />
cutanea, inalatoria e digestiva.<br />
(Fonte: Corso di Scienze - Modulo C. - “Noi<br />
Uomini” - M.L. Bozzi, A. Pietra, L. Altomani)<br />
tutela della salute tutela della salute<br />
Il medico si trova oggi a dover trattare molti più intossicati che<br />
nel passato e questo è quanto si evidenzia nelle statistiche delle<br />
richieste di informazione ai Centri Antiveleni e in quelle dei Pronto<br />
Soccorso ospedalieri.<br />
L’intossicazione acuta è causata dall’assorbimento, da parte dell’organismo,<br />
di una sola determinata dose di PF e si manifesta<br />
entro pochi minuti o ore dall’esposizione (massimo entro le 24<br />
ore). I sintomi possono essere localizzati alle parti corporee esposte<br />
alla sostanza, ad esempio agli occhi, con lacrimazione, irritazioni<br />
congiuntivali e corneali e disturbi della visione oppure generalizzati<br />
con sudorazione profusa, salivazione; a livello del Sistema<br />
Nervoso Centrale con tremori, spasmi muscolari (fino alla paralisi),<br />
perdita di coscienza (fino al coma); a livello dell’apparato digerente<br />
con nausea vomito, dolori addominali, diarrea; a livello dell’apparato<br />
respiratorio con tosse, irritazione e difficoltà a respirare; a<br />
livello cutaneo con eritema e prurito.<br />
L’intossicazione cronica si manifesta gradualmente e può colpire<br />
differenti organi ed apparati. Gli effetti compaiono a distanza di<br />
tempo (anche decenni) come conseguenza dell’accumulo di alcuni<br />
composti nell’organismo. L’intossicazione cronica è dovuta ad una<br />
esposizione prolungata dell’organismo a basse dosi di PF con conseguente<br />
instaurarsi di danni progressivi e irreversibili a carico del<br />
sistema nervoso, fegato, reni, apparato respiratorio, apparato visivo,<br />
cuore, tiroide, sangue. Nelle intossicazioni vanno considerate: la<br />
via di assorbimento (fig. 29), che può essere inalatoria o respiratoria<br />
(assorbimento di sostanze in forma di vapori, gas e sostanze<br />
solide o liquide allo stato di estrema finezza), cutanea (per contatto<br />
diretto e/o attraverso le mucose) e digestiva (accidentale oppure<br />
dovuta a scarsa igiene personale durante l’attività lavorativa); la<br />
dose assorbita del prodotto utilizzato; il suo grado di tossicità.<br />
6.3 Effetti tossici dei PF<br />
Studi sperimentali effettuati in laboratorio ne hanno dimostrato<br />
l’azione:<br />
• cancerogena, cioè la trasformazione delle cellule normali in<br />
cellule tumorali;<br />
• teratogena, cioè l’alterazione delle cellule del feto con anomalie<br />
sul nascituro;<br />
• mutagena, cioè l’alterazione del patrimonio genetico dell’individuo;<br />
• sensibilizzante, cioè l’insorgenza di manifestazioni allergiche.<br />
Molti di questi prodotti possono superare la barriera placentare ed<br />
espletare quindi un’azione tossica sull’embrione o sul feto. Durante<br />
l’allattamento possono accumularsi nel tessuto adiposo delle<br />
ghiandole mammarie ed essere quindi presenti in concentrazioni<br />
significative nel latte materno; l’allattamento può, quindi, favorire<br />
nel neonato l’assorbimento per via digerente di significative<br />
dosi di PF.<br />
I casi di sospetta intossicazione devono essere trattati con urgenza:<br />
si deve immediatamente contattare un medico o condurre il<br />
paziente in ospedale, mostrando l’etichetta del prodotto. Data la<br />
rapidità dell’evoluzione dell’intossicazione, un soccorso tempestivo<br />
fin dai primi minuti può essere determinante per il decorso successivo<br />
e per l’esito del caso. Vi sono provvedimenti immediati che<br />
possono e debbono essere attuati da parte di personale non medico<br />
che per primo si trovi a prestare assistenza ad un soggetto<br />
intossicato.<br />
6.4 Norme di pronto soccorso<br />
Le norme di pronto soccorso consistono nell’allontanare immediatamente<br />
l’intossicato dalla zona di trattamento, nel trasportarlo in<br />
luogo fresco, ventilato, possibilmente all’ombra, nel togliergli gli<br />
abiti da lavoro intrisi di sostanza tossica,<br />
nel lavare la parte interessata per 10-15<br />
minuti circa con abbondante acqua corrente<br />
fredda in caso di contaminazione della cute<br />
e/o delle mucose, nel provocare il vomito<br />
solo se specificatamente indicato sull’etichetta<br />
del PF e se il paziente è cosciente.<br />
In tutti i casi è di fondamentale importanza<br />
mostrare al medico del Pronto<br />
Soccorso l’etichetta del prodotto utilizzato<br />
al fine di procedere ad una tempestiva<br />
e idonea terapia.<br />
50 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
51
52<br />
tutela della salute tutela della salute<br />
6.5 Dispositivi di protezione individuale (DPI)<br />
Per dispositivo di protezione individuale si intende qualsiasi<br />
attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore<br />
allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di<br />
minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni<br />
complemento o accessorio destinato a tale scopo<br />
(art. 40 del D.Lgs. 626/94).<br />
I DPI vengono utilizzati al fine di evitare che i PF<br />
vengano a contatto con le tre vie di assorbimento:<br />
inalatoria, cutanea e digestiva. Per motivi di igiene<br />
e di sicurezza è assolutamente sconsigliato scambiare<br />
i dispositivi con i compagni di lavoro. È<br />
importante farne uso dal momento in cui si inizia a<br />
manipolare la sostanza, fuori dal suo contenitore,<br />
fino a quando tutte le attrezzature impiegate non<br />
vanno rimesse in deposito a fine giornata.<br />
I mezzi di protezione attualmente disponibili sul<br />
mercato sono molti e presentano caratteristiche<br />
tecniche e costi diversi, l’importante è assicurarsi<br />
che garantiscano una buona efficacia nella protezione<br />
della persona e che vengano costantemente sottoposti<br />
a controlli periodici secondo le indicazioni<br />
della nota informativa.<br />
Si riportano di seguito le caratteristiche e le modalità<br />
d’uso dei principali dispositivi per i trattamenti<br />
fitosanitari.<br />
Tuta: la si utilizza per la protezione di tutte le<br />
parti del corpo esclusa la testa, le mani e i piedi,<br />
quindi della via cutanea. La tuta va indossata al di<br />
sopra dei guanti protettivi e degli stivali per evitare<br />
che, in caso di rovesciamento accidentale del<br />
prodotto, lo stesso venga convogliato dalla tuta<br />
all’interno dei guanti o delle calzature, a contatto<br />
con la pelle. Oltre a proteggere dalle sostanze tossiche<br />
non deve limitare i movimenti, non deve<br />
impedire la sudorazione, non deve essere troppo<br />
calda d’estate né troppo pesante ed essere facilmente<br />
lavabile. Le tute di cotone si bagnano facilmente<br />
e, se non sono adeguatamente trattate con<br />
sostanze impermeabili, non forniscono una buona<br />
protezione. Da qualche anno sono in commercio<br />
tute di materiale impermeabile ma al tempo stesso<br />
traspirante: sono la soluzione ottimale.<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
Dopo l’uso va lavata separatamente da altri indumenti utilizzando<br />
un sapone comune.<br />
Stivali: servono naturalmente per la protezione dei piedi, quindi<br />
anche in questo caso della via cutanea. Gli stivali devono essere<br />
in gomma e calzati sotto la tuta. Dopo il trattamento, mentre<br />
ancora li si indossa, devono essere lavati con acqua e sapone<br />
solo dall’esterno. Vanno sostituiti in caso di rottura, abrasione o<br />
logoramento.<br />
Guanti: vengono utilizzati per la<br />
protezione delle mani, quindi della<br />
via cutanea. I guanti devono essere<br />
realizzati in due strati di diverso<br />
colore e consistenza: lo strato<br />
esterno di colore scuro è di un<br />
materiale più resistente (preferibilmente<br />
in gomma nitrilica) mentre<br />
lo strato interno di colore chiaro<br />
è di un materiale più leggero.<br />
Queste caratteristiche sono necessarie<br />
in quanto lo strato realmente<br />
protettivo, cioè quello più esterno,<br />
consumandosi lascerà scoperto lo<br />
strato più interno. La comparsa del<br />
colore chiaro sulla superficie indicherà<br />
che i guanti non sono più<br />
efficienti e pertanto è opportuno<br />
sostituirli con un paio nuovo.<br />
Dopo l’uso e prima di toglierli vanno accuratamente lavati con<br />
acqua e sapone e, successivamente, sfilati contemporaneamente a<br />
poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta.<br />
Casco: protegge l’intera testa, quindi le vie inalatoria e digestiva.<br />
I vari modelli si differenziano per il punto di appoggio (testa e<br />
spalle), il tipo di alimentazione (pile a secco, batteria ricaricabile,<br />
batteria del trattore e varie combinazioni fra queste) e la portata<br />
dell’aria (da 80 litri al minuto a oltre 200). Sono consigliati i<br />
modelli alimentati con la batteria ricaricabile da utilizzare durante<br />
la preparazione della miscela e quelli alimentati con la batteria<br />
del trattore da impiegare durante l’irrorazione. La guarnizione<br />
superiore della visiera del casco deve essere sempre ben manutenuta<br />
in maniera che non si deteriori, così da evitare infiltrazioni<br />
del prodotto dalla calotta all’interno del casco.<br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
Fig. 30 - MAI manipolare un PF<br />
senza guanti.<br />
53
tutela della salute tutela della salute<br />
Occhiali: sono per la protezione<br />
degli occhi, quindi della via<br />
cutanea. È importante usare<br />
occhiali omologati e garantiti<br />
sia per quanto riguarda la resistenza<br />
meccanica che nei confronti<br />
delle sostanze chimiche.<br />
È preferibile che gli occhiali<br />
siano dotati di valvole che evitino<br />
l’appannamento conseguente<br />
alla sudorazione; in<br />
mancanza di tali valvole l’appannamento può essere evitato stendendo<br />
un leggero strato di glicerina sulla faccia interna della<br />
lente. Vanno usati in abbinamento con la semimaschera. Dopo<br />
l’uso vanno lavati con acqua e sapone.<br />
Maschera e semimaschera: servono per la protezione del naso e<br />
della bocca, quindi delle vie inalatoria e digestiva. Sono costituite<br />
da un supporto in gomma a perfetta tenuta, che può coprire l’intero<br />
volto (maschera) oppure solo naso e bocca (semimaschera).<br />
La tenuta può essere controllata<br />
otturando con la mano l’orifizio<br />
dei filtri e inspirando: se<br />
rimane in depressione la tenuta<br />
è ottimale. Nel caso della<br />
maschera sono inclusi anche gli<br />
occhiali. Gli elementi fondamentali<br />
sono le valvole e i filtri<br />
che devono essere specifici per<br />
le categorie di prodotto utilizzato.<br />
Semimaschera, maschera e casco devono essere lavati con<br />
acqua e sapone al termine di ogni trattamento evitando di bagnare<br />
il filtro, svitandolo nel caso di semimaschera e maschera.<br />
Filtro: per il casco e per la maschera sono consigliati filtri contrassegnati<br />
da una banda a due colori (marrone e bianco). I filtri<br />
ancora da utilizzare riportano sulla confezione la data di scadenza;<br />
questa garantisce la funzionalità del filtro soltanto se ben<br />
conservato nella confezione originaria integra.<br />
Dopo ogni uso i filtri devono essere tolti e riposti dentro un contenitore,<br />
comunque protetto dall’umidità e dalle temperature<br />
eccessive (ad es. sacchetto di nylon chiuso o altro). La loro durata<br />
varia in base alla concentrazione della miscela, al diametro<br />
delle particelle e all’umidità dell’aria.<br />
I filtri devono sempre essere sostituiti:<br />
• quando viene percepito cattivo odore all’interno del casco o<br />
della maschera;<br />
• quando viene avvertito un aumento della resistenza respiratoria<br />
(maschera e semimaschera);<br />
• una volta l’anno quando si usano per brevi e saltuari periodi;<br />
• quando espressamente indicato dal fabbricante.<br />
Cabina pressurizzata: è per la protezione totale dell’operatore,<br />
senza la necessità di indossare altri dispositivi di protezione. I<br />
finestrini e le porte della cabina, durante l’irrorazione, vanno tenuti<br />
chiusi in modo che l’aria penetri solo attraverso appositi filtri.<br />
Fig. 31 - Come NON distribuire<br />
un PF.<br />
54 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
55
tutela della salute adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />
Fig. 32 - Corretta procedura di<br />
svestizione alla fine di ogni<br />
trattamento.<br />
adempimenti<br />
di acquirenti<br />
e utilizzatori<br />
7.1 Autorizzazione all’acquisto e all’impiego<br />
dei prodotti fitosanitari<br />
I PF ed i loro coadiuvanti, se classificati molto tossici, tossici o<br />
nocivi, possono essere venduti per l’impiego diretto, per sé o<br />
conto terzi, soltanto a coloro che siano muniti di apposita autorizzazione.<br />
L’istanza per il rilascio di detta autorizzazione va presentata in<br />
marca da bollo e corredata di foto tessera, al Servizio Igiene<br />
degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) della ASL territorialmente<br />
competente.<br />
Tale autorizzazione viene rilasciata dal SIAN della ASL competente<br />
per territorio alle persone che abbiano compiuto il diciottesimo<br />
anno di età, frequentato un corso di aggiornamento e ottenuto<br />
una valutazione positiva. Il corso ha una durata di 15 ore per coloro<br />
che chiedono il rilascio dell’autorizzazione all’acquisto e di 9 ore<br />
per coloro che ne chiedono il rinnovo.<br />
La frequenza è obbligatoria per almeno l’80% del monte ore complessivo.<br />
La valutazione ha lo scopo di accertare che l’interessato<br />
conosca i pericoli connessi alla detenzione, manipolazione e utilizzazione<br />
dei PF e loro coadiuvanti, le modalità per un corretto<br />
uso degli stessi, le relative misure precauzionali da adottare e gli<br />
elementi fondamentali per un corretto impiego da un punto di<br />
vista sanitario, agricolo ed ambientale.<br />
Per la formulazione del giudizio di idoneità la commissione di valutazione<br />
si avvale di specifici quiz (n. 20) e valuta positivamente<br />
la prova con il riscontro di almeno 17 risposte esatte.<br />
Dal corso di formazione e dalla valutazione sono esentati i laureati<br />
in scienze agrarie, i periti agrari e gli agrotecnici.<br />
L’autorizzazione deve contenere nome e cognome, la data e il luogo<br />
di nascita e di residenza e la fotografia del richiedente. È valida per<br />
5 anni ed è rinnovabile con le stesse modalità previste per il rilascio,<br />
su domanda da presentare, possibilmente almeno 6 mesi<br />
56 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
57<br />
7
Fig. 33 - Modello di autorizzazione<br />
all’acquisto e all’utilizzo<br />
dei PF.<br />
adempimenti di acquirenti e utilizzatori adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />
prima della scadenza, al SIAN<br />
dell’ASL del comprensorio. In<br />
caso di smarrimento bisogna<br />
presentare denuncia alla locale<br />
stazione dei carabinieri e solo<br />
successivamente l’interessato<br />
potrà richiederne il duplicato al<br />
SIAN dell’ASL competente per<br />
territorio.<br />
All’atto dell’acquisto dei PF<br />
classificati molto tossici, tossici,<br />
nocivi, l’acquirente, oltre<br />
a esibire al venditore l’autorizzazione<br />
all’acquisto, deve<br />
apporre la propria firma su un<br />
modulo di acquisto, redatto in<br />
duplice copia, numerato progressivamente<br />
a cura del venditore.<br />
Le copie dei moduli<br />
d’acquisto devono essere conservate<br />
in modo idoneo a cura<br />
dell’acquirente per il periodo<br />
di un anno.<br />
L’autorizzazione conseguita<br />
abilita, e perciò rende responsabili,<br />
all’acquisto, al trasporto,<br />
alla conservazione e all’impiego<br />
dei PF e loro coadiuvanti.<br />
7.2 Registro dei trattamenti<br />
Per registro dei trattamenti si intende un modulo che riporti<br />
l’elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture oppure una<br />
serie di moduli distinti, relativi ciascuno a una singola coltura<br />
agraria. Esso deve essere sempre aggiornato e conservato almeno<br />
per l’anno successivo a quello a cui si riferiscono gli interventi<br />
annotati. Sul registro devono essere riportati i trattamenti effettuati<br />
con tutti i PF (molto tossici, tossici, nocivi, irritanti, non classificati)<br />
entro trenta giorni dall’esecuzione.<br />
Il registro può essere compilato anche da persona diversa; in questo<br />
caso, unitamente al registro dovrà essere presente la relativa<br />
delega scritta da parte del titolare. Il registro dovrà essere esibito<br />
su richiesta dell’autorità competente che ha la facoltà di effettuare<br />
controlli e riscontri nell’azienda. In presenza di corpi aziendali<br />
separati il registro può essere conservato presso la sede legale,<br />
oppure presso ciascuno dei corpi aziendali.<br />
Sono esentati dalla compilazione del cosiddetto quaderno di campagna<br />
i soggetti che utilizzano PF esclusivamente in orti e giardini<br />
familiari il cui raccolto è destinato al consumo proprio.<br />
Nel caso di cooperative di produttori che acquistano PF per l’esecuzione<br />
dei trattamenti per conto dei loro soci, il registro dei trattamenti<br />
(unico per tutti gli associati) può essere conservato presso<br />
la sede sociale e deve essere compilato e sottoscritto dal legale<br />
rappresentante previa delega rilasciata dai soci.<br />
Il registro dei trattamenti deve essere redatto anche quando gli<br />
interventi fitosanitari vengono eseguiti per la difesa delle derrate<br />
alimentari immagazzinate e per gli impieghi extra agricoli (verde<br />
pubblico, diserbo canali, sedi ferroviarie, ecc.).<br />
Non esiste una modulistica prestabilita (anche se le regioni possono<br />
predisporre specifiche schede); le schede non necessitano di<br />
registrazione, vidimazione, invio, ma devono essere aggiornate, conservate<br />
e tenute a disposizione delle autorità deputate al controllo<br />
e alla vigilanza; debbono inoltre riportare le seguenti informazioni:<br />
dati anagrafici dell’azienda, la denominazione e l’estensione della<br />
coltura trattata, la data del trattamento, il PF e la quantità impiegati<br />
nonché l’avversità che ha reso necessario il trattamento.<br />
Fig. 34 - Esempio di registro dei<br />
trattamenti per gli agricoltori.<br />
58 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
59
adempimenti di acquirenti e utilizzatori adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />
7.3 Smaltimento dei contenitori vuoti<br />
I rifiuti provenienti dalle attività agricole, ai sensi del D. Lgs.<br />
152/06 e successive modificazioni e integrazioni, sono rifiuti speciali<br />
e vanno gestiti in circuiti separati dai rifiuti urbani di origine<br />
domestica.<br />
I contenitori di PF non lavati, quelli con prodotto scaduto o inutilizzabile<br />
sono classificati come rifiuti speciali pericolosi.<br />
I contenitori di PF vuoti e bonificati sono classificati come rifiuti<br />
speciali non pericolosi e come tali, una volta svuotati del loro contenuto,<br />
non debbono essere riutilizzati direttamente per nessun<br />
motivo e non possono in alcun caso essere smaltiti utilizzando i<br />
normali cassonetti per i rifiuti urbani.<br />
È vietato altresì bruciarli, interrarli o abbandonarli nell’ambiente.<br />
Per bonificati si intendono i contenitori risciacquati più volte e<br />
privi di residuo. Le operazioni di bonifica possono essere eseguite<br />
con lavaggi manuali o meccanici:<br />
• lavaggio manuale: si immette nel contenitore un quantitativo<br />
di acqua pulita pari al 20% del suo volume (ad esempio 200 ml<br />
di acqua per un contenitore da 1000 ml). Si chiude il contenitore<br />
e si eseguono almeno tre risciacqui consecutivi accurati,<br />
successivamente, il contenitore deve essere aperto, svuotato e<br />
fatto sgocciolare;<br />
• lavaggio meccanico: il lavaggio può essere eseguito con una<br />
delle attrezzature disponibili sul mercato. Occorre una portata<br />
d’acqua minima di 4,5 litri/minuto ed una pressione di almeno<br />
3,0 bar. Il tempo di lavaggio è di almeno 40 secondi e quello<br />
di sgocciolamento di almeno 60 secondi.<br />
Durante la bonifica l’operatore deve indossare i dispositivi di protezione<br />
individuale (DPI). Il liquido ottenuto dai ripetuti lavaggi<br />
del contenitore va svuotato nell’atomizzatore contenente la miscela<br />
del PF in preparazione per l’irrorazione.<br />
È necessario schiacciare i contenitori per limitarne il volume. Gli<br />
stessi potranno essere consegnati in sacchi chiusi forniti dal<br />
gestore del servizio e provvisti di etichetta, la quale dovrà riportare<br />
gli estremi identificativi del conferente (ad esempio ragione<br />
sociale dell’impresa agricola, indirizzo della sede operativa, codice<br />
fiscale).<br />
Il deposito dei rifiuti agricoli effettuato in azienda deve rispettare<br />
le condizioni del deposito temporaneo ai sensi dell’art. 183,<br />
lett. M del D. Lgs. 152/06 e garantire le condizioni di massima<br />
sicurezza e protezione ambientale, utilizzando idonei contenitori,<br />
nonché la separazione delle diverse tipologie.<br />
Per garantire un loro corretto smaltimento e/o recupero, l’accordo<br />
di programma per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti di pro-<br />
venienza agricola, approvato con deliberazione 24.07.2008, n. 688<br />
e pubblicato sul BURA N. 64 Speciale del 03.09.2008, prevede specifiche<br />
convenzioni da stipularsi tra i vari soggetti che vi partecipano.<br />
Allo stato attuale, i rapporti tra detti soggetti devono tuttavia<br />
ancora essere definiti.<br />
Le modalità di raccolta contemplate nella suddetta deliberazione<br />
sono:<br />
• raccolta a domicilio: va effettuata presso l’impresa agricola a<br />
richiesta della stessa. L’ecomezzo del soggetto gestore del servizio<br />
opera direttamente la raccolta presso il produttore/detentore<br />
(servizio ”porta a porta”).<br />
• mezzo mobile (ecomezzo): è autorizzato ai sensi di legge<br />
presso i punti di raccolta. I rifiuti sono pesati e trasferiti sul<br />
mezzo del soggetto gestore.<br />
• stazioni ecologiche: il conferimento va eseguito presso i centri<br />
di raccolta, autorizzati ai sensi delle disposizioni nazionali<br />
e regionali vigenti, indicati dai soggetti gestori dei servizi.<br />
Fig. 35 - I liquidi di lavaggio dei<br />
contenitori vanno sempre svuotati<br />
nel serbatoio dell’irroratrice.<br />
60 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
61
8<br />
adempimenti dei rivenditori adempimenti dei rivenditori<br />
adempimenti<br />
dei rivenditori<br />
8.1 Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />
L’istanza per il rilascio del certificato di abilitazione alla vendita<br />
dei prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti va presentata in<br />
marca da bollo e corredata di foto tessera al Servizio Igiene degli<br />
Alimenti e della Nutrizione (SIAN) della ASL competente per territorio.<br />
Tale certificato viene rilasciato dal SIAN alle persone che<br />
abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, frequentato un<br />
corso di aggiornamento e ottenuto una valutazione positiva.<br />
Il corso ha una durata di 15 ore per coloro che chiedono il rilascio<br />
dell’abilitazione e di 9 ore per coloro che ne chiedono il rinnovo.<br />
La frequenza è obbligatoria per almeno l’80% del monte ore complessivo.<br />
La valutazione ha lo scopo di accertare che l’interessato conosca<br />
gli elementi fondamentali sull’impiego in agricoltura, sulla tossicità<br />
dei PF e sul loro corretto impiego dal punto di vista sanitario,<br />
abbia nozioni sulle modalità utili e necessarie per prevenire<br />
le intossicazioni acute e croniche derivanti dall’impiego di PF,<br />
sulla legislazione dei PF e loro coadiuvanti nonché in materia di<br />
tutela dell’ambiente dagli inquinamenti. Per il rilascio dell’abilitazione<br />
alla vendita la commissione valutatrice si avvale di un colloquio<br />
specifico nei riguardi dei discenti, inerenti i suddetti argomenti.<br />
Dal corso di formazione e dalla valutazione sono esentati<br />
i laureati in scienze agrarie e forestali, i periti agrari, gli<br />
agrotecnici, i laureati in chimica, medicina e chirurgia, medicina<br />
veterinaria, scienze biologiche, farmacia, i diplomati in<br />
farmacia e i periti chimici.<br />
Il certificato di abilitazione alla vendita deve contenere nome e<br />
cognome, la data e il luogo di nascita e di residenza e la fotografia<br />
del richiedente. È valida per 5 anni ed è rinnovabile con le stes-<br />
se modalità previste per il rilascio<br />
su domanda da presentare,<br />
possibilmente almeno 6 mesi<br />
prima della scadenza, al<br />
Servizio Igiene degli Alimenti e<br />
della Nutrizione dell’ASL di<br />
competenza.<br />
In caso di smarrimento bisogna<br />
presentare denuncia alla<br />
locale stazione dei carabinieri<br />
e solo successivamente l’interessato<br />
potrà richiederne il<br />
duplicato al Servizio igiene<br />
degli alimenti e della nutrizione<br />
competente.<br />
All’atto dell’acquisto dei PF<br />
classificati molto tossici, tossici,<br />
nocivi, il venditore deve<br />
chiedere all’acquirente di esibire<br />
l’autorizzazione all’acquisto<br />
dei PF e redigere un modulo<br />
di acquisto in duplice<br />
copia, numerato progressivamente,<br />
in cui l’acquirente<br />
dovrà apporre la propria firma.<br />
Le copie dei moduli d’acquisto<br />
devono essere conservate in<br />
modo idoneo.<br />
8.2 Requisiti minimi e dotazioni dei locali adibiti<br />
al deposito e alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />
I rivenditori sono tenuti all’osservanza di una serie di requisiti<br />
minimi e di obblighi che i locali adibiti alla vendita e al deposito<br />
dei PF debbono necessariamente presentare:<br />
• ubicazione nelle aree indicate nel piano regolatore generale del<br />
Comune;<br />
• non possono essere adibiti allo scopo locali interrati o seminterrati;<br />
• l’altezza netta minima deve essere di tre metri;<br />
• le pareti devono essere trattate con pittura idrorepellente;<br />
• i pavimenti devono essere di tipo impermeabile e privi di fessurazioni,<br />
con pendenza sufficiente per avviare rapidamente i liqui-<br />
Fig. 36 - Modello di abilitazione<br />
alla vendita dei PF.<br />
62 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
63
Fig. 37 - L’estintore deve essere<br />
sempre posto in un punto facilmente<br />
accessibile.<br />
adempimenti dei rivenditori adempimenti dei rivenditori<br />
di versati e le acque di lavaggio in apposito punto di raccolta;<br />
• l’aerazione dei locali deve avvenire mediante finestrature che<br />
garantiscano un sufficiente ricambio naturale dell’aria;.<br />
• conformità degli impianti idrico ed elettrico;<br />
• non è ammesso lo stoccaggio e la vendita di generi alimentari<br />
e di mangimi in ambienti comunicanti;<br />
• i prodotti classificati molto tossici, tossici o nocivi devono<br />
essere tenuti in locali separati anche mediante tramezzi di<br />
robusta rete metallica, provvisti di porta munita di serratura o<br />
lucchetto;<br />
• le confezioni di PF non devono essere tenute a contatto diretto<br />
di pareti e pavimenti;<br />
• deve essere installato almeno un estintore da 6 kg, posto in<br />
zona facilmente accessibile, da sottoporre ogni sei mesi a control-<br />
lo e certificazione idonea;<br />
• per ogni addetto alla<br />
vendita e al deposito di PF,<br />
deve essere presente una<br />
dotazione individuale di<br />
occhiali, guanti, stivali,<br />
maschera e tuta resistenti<br />
ai prodotti chimici;<br />
• i mezzi di protezione<br />
devono essere conservati in<br />
apposito armadietto a più<br />
ante, ove riporre anche gli<br />
eventuali abiti da lavoro;<br />
• presenza di una cassetta di pronto soccorso;<br />
• disponibilità di acqua per lavarsi, con lavandino a comando<br />
non manuale, una doccia di emergenza e una vaschetta lavaocchi;<br />
• in prossimità dell’apparecchio telefonico devono essere tenuti<br />
affissi bene in vista i numeri di emergenza;<br />
• lo stoccaggio dei residui di eventuali bonifiche deve avvenire<br />
nel rispetto delle norme vigenti in materia.<br />
8.3 Prescrizioni per la vendita<br />
È vietata la vendita dei PF e dei loro coadiuvanti sia in forma<br />
ambulante sia allo stato sfuso. I PF se classificati molto tossici,<br />
tossici e nocivi, sono conservati in appositi locali o armadi, sempre<br />
da tenersi chiusi a chiave. Chiunque venda PF molto tossici,<br />
tossici o nocivi deve essere provvisto di un registro o di uno sche-<br />
dario numerato di carico e scarico, debitamente vistato in ogni<br />
pagina dalla ASL di competenza. Nella voce “carico” devono essere<br />
riportati: il nome, il numero di registrazione e il quantitativo del<br />
PF, il nome dell’impresa produttrice e la data di arrivo della merce.<br />
Nella voce “scarico” devono essere riportati: il nome e il quantitativo<br />
del prodotto venduto, la data della vendita e gli estremi del<br />
modulo d’acquisto.<br />
L’acquirente dei PF molto tossici, tossici o nocivi, all’atto dell’acquisto<br />
e a tutti gli effetti, assume la responsabilità della idonea<br />
conservazione e dell’impiego del prodotto, apponendo a tale scopo<br />
la propria firma su apposito modulo numerato progressivamente a<br />
cura del venditore, compilato in duplice copia, di cui una resta in<br />
possesso del venditore e l’altra viene consegnata all’acquirente.<br />
Qualora l’acquisto venga fatto tramite ordinazione scritta, l’acquirente<br />
deve compilare la richiesta in duplice copia e secondo lo<br />
schema sotto illustrato.<br />
La richiesta deve essere vistata dal sindaco o dal comandante della<br />
stazione dei carabinieri o dalla ASL o dal funzionario regionale<br />
competente, previo accertamento che l’interessato sia in possesso<br />
dell’autorizzazione prescritta.<br />
Per le cessioni che intervengono tramite ordinazione scritta tra<br />
produttori e produttori, tra produttori e commercianti e tra questi<br />
ultimi è sufficiente che il visto di cui sopra sia apposto sulla prima<br />
richiesta e almeno una volta l’anno.<br />
Il venditore deve restituire all’acquirente, unitamente alla merce e<br />
debitamente compilata, una copia della predetta richiesta trattenendo<br />
l’altra a scarico della merce avvenuta.<br />
8.4 Dati di vendita<br />
In base alla circolare del 30 ottobre 2002, pubblicata sul<br />
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio<br />
2003, i titolari degli esercizi di vendita di PF sono tenuti a trasmettere<br />
annualmente, entro il secondo mese successivo alla fine<br />
di ciascun anno solare (fine febbraio), le schede informative sui<br />
dati di vendita in duplice copia a:<br />
UFFICIO SIAN – Servizio prevenzione collettiva<br />
Direzione Sanità - Via Conte di Ruvo, 74 - 65100 (Pescara)<br />
Per l’acquisizione nella banca dati, l’autorità regionale provvede<br />
quindi a trasmettere i supporti ricevuti, entro fine maggio dello<br />
stesso anno, al Sistema Informativo Agricolo Nazionale di Roma.<br />
64 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
65
9<br />
A) Nozioni generali<br />
questionario a quiz questionario a quiz<br />
questionario a quiz<br />
1 Che cosa sono i prodotti fitosanitari?<br />
A Tutti i prodotti che si impiegano per la difesa delle piante, delle derrate alimentari,<br />
il diserbo delle coltivazioni e che favoriscono o regolano le produzioni vegetali.<br />
B Gli insetticidi e i fungicidi.<br />
C I prodotti per la difesa della piante molto tossici, tossici e nocivi.<br />
2 Come vengono chiamati i preparati destinati a proteggere i vegetali e ad eliminare le piante<br />
indesiderate?<br />
A Fitofarmaci.<br />
B <strong>Prodotti</strong> fitosanitari.<br />
C Agrofarmaci.<br />
3 I prodotti fitosanitari sono di libera vendita o sono soggetti ad autorizzazione?<br />
A Sono di libera vendita.<br />
B Sono soggetti ad autorizzazione dell’Azienda Sanitaria Locale.<br />
C Sono soggetti ad autorizzazione del Ministero della Sanità.<br />
4 Che cosa si intende per sostanza attiva?<br />
A La sostanza contenuta in un prodotto fitosanitario che agisce contro l’avversità da combattere.<br />
B Un prodotto che può essere acquistato solamente da chi ne possiede l’autorizzazione.<br />
C Il residuo massimo consentito sugli alimenti.<br />
5 Che cosa sono i coadiuvanti?<br />
A Sostanze che riducono il tempo di rientro.<br />
B Sostanze che migliorano l’azione di un prodotto fitosanitario.<br />
C Sostanze che prolungano il tempo di sicurezza.<br />
6 Che cosa sono i coformulanti?<br />
A Sostanze che servono a ridurre la DL 50.<br />
B Sostanze che servono a ridurre la concentrazione della sostanza attiva.<br />
C Sostanze che hanno lo scopo di aumentare l’efficacia delle sostanze attive.<br />
7 Perché è importante conoscere l’attività della sostanza attiva?<br />
A Perché specifica se il prodotto è nocivo agli insetti e acari utili.<br />
B Perché indirizza l’agricoltore nella scelta del prodotto in relazione all’avversità da combattere.<br />
C Perché indica la quantità minima necessaria per combattere i parassiti.<br />
8 Con gli insetticidi di impiego agricolo possono essere trattati i parassiti degli animali?<br />
A Sì, solo se non esistono prodotti alternativi.<br />
B Sì, solamente se questi non producono latte.<br />
C No, mai.<br />
9 La nuova normativa sui preparati pericolosi classifica i prodotti fitosanitari in base alla sola<br />
pericolosità delle sostanze attive?<br />
A Sì. Sempre.<br />
B No, considera i rischi connessi all’intero formulato così come viene commercializzato.<br />
C Sì, ma solo per i formulati commercializzati in polvere.<br />
10 Che cosa sono le malattie parassitarie delle piante?<br />
A Alterazioni non dovute a organismi viventi.<br />
B Anomalie dello sviluppo vegetativo dovute a squilibri della nutrizione.<br />
C Alterazioni causate da organismi viventi.<br />
11 I prodotti fitosanitari per piante ornamentali (P.P.O.) possono essere acquistati da chiunque?<br />
A Sì.<br />
B No, solo dagli agricoltori.<br />
C Sì, ma solo se la formulazione è liquida e la confezione non è superiore a 100 ml.<br />
12 Cosa si intende per aree extra-agricole?<br />
A Le superfici aziendali non coltivate.<br />
B Aree di interesse civile non soggette a coltivazione.<br />
C Le zone di preparazione delle miscele antiparassitarie.<br />
13 Quali tra questi componenti aumentano l’efficacia di un prodotto fitosanitario?<br />
A Coadiuvanti.<br />
B Coformulanti.<br />
C Granuli disperdibili.<br />
14 Quali tra i seguenti composti possono essere definiti coformulanti?<br />
A Adesivanti.<br />
B Antideriva.<br />
C Sostanze inerti.<br />
B) Effetti sulla salute<br />
15 Se capita di essere bagnati dalla nube irrorante, usando i prodotti fitosanitari, quale<br />
precauzione occorre seguire?<br />
A Cambiare gli indumenti protettivi.<br />
B Sospendere il lavoro, togliersi gli indumenti indossati e lavarsi accuratamente.<br />
C Spogliarsi ed asciugarsi con un panno pulito.<br />
16 Nel togliersi i guanti dopo le lavorazioni con prodotti fitosanitari è opportuno:<br />
A Sfilarseli contemporaneamente a poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta.<br />
B Sfilarseli rapidamente uno alla volta rovesciandoli.<br />
C Sfilarseli uno alla volta aiutandosi con la mano restata libera.<br />
17 Quali rischi può comportare l’ingestione di alcolici durante i trattamenti con prodotti<br />
fitosanitari?<br />
A Interazione tossica con l’alcool etilico.<br />
B Nessun rischio.<br />
C Disturbi gastroenterici.<br />
18 Attraverso quali vie può avvenire una intossicazione acuta?<br />
A Per contatto.<br />
B Per contatto, per ingestione e per inalazione.<br />
C Per ingestione e per inalazione.<br />
19 Non rispettando le norme precauzionali per l’uso dei prodotti fitosanitari a quale rischio<br />
si sottopone l’operatore?<br />
A Intossicazione acuta.<br />
B Intossicazione acuta, cronica e sviluppo di malattie allergiche.<br />
C Intossicazione cronica e sviluppo di malattie allergiche.<br />
66 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
67
questionario a quiz questionario a quiz<br />
20 All’insorgere di un malessere che si ritiene collegato con l’impiego dei prodotti fitosanitari,<br />
come è opportuno comportarsi?<br />
A Rivolgersi al pronto soccorso mostrando le etichette dei prodotti utilizzati.<br />
B Bere del latte e distendersi per qualche ora.<br />
C Provocare il vomito e mettersi a riposo.<br />
21 Nel caso di intossicazione acuta da prodotti fitosanitari, quali provvedimenti immediati occorre<br />
adottare?<br />
A Trasportare il soggetto lontano dalla fonte di contaminazione, spogliarlo e lavarlo con acqua, non<br />
somministrare alcuna bevanda e portare il soggetto in ospedale consegnando l’etichetta del prodotto<br />
che ha causato l’intossicazione.<br />
B Mettere a letto il soggetto e chiamare il medico curante.<br />
C Lavare l’intossicato con acqua e somministrare una bevanda calda.<br />
22 Cosa si deve fare nel caso che il prodotto vada a contatto con gli occhi?<br />
A Mettere il collirio.<br />
B Tenere gli occhi chiusi.<br />
C Sciacquarli abbondantemente con acqua e recarsi al pronto soccorso.<br />
23 Un prodotto fitosanitario tossico può provocare intossicazioni mortali per l’uomo?<br />
A No, solo intossicazioni croniche.<br />
B Sì.<br />
C No, solo intossicazioni sub-acute.<br />
24 Per proteggere le mani durante l’impiego di prodotti fitosanitari è opportuno utilizzare guanti:<br />
A In pelle.<br />
B In tessuto idrorepellente.<br />
C In gomma nitrilica.<br />
C) Metodi di difesa fitosanitari<br />
25 Cosa si intende per difesa integrata?<br />
A L’utilizzo integrato di prodotti fitosanitari selettivi.<br />
B La difesa delle colture che impiega mezzi chimici, biologici, agronomici, fisici, biotecnologici e<br />
genetici.<br />
C La difesa delle colture che impiega sostanze di derivazione naturale.<br />
26 Cosa si intende per lotta biologica?<br />
A Il divieto di impiego di prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi.<br />
B L’uso esclusivo di antagonisti naturali per il contenimento degli organismi dannosi alle colture.<br />
C L’impiego di prodotti fitosanitari selettivi che non danneggiano gli insetti utili.<br />
27 Cosa si intende per lotta guidata?<br />
A L’esecuzione dei trattamenti solo nei casi in cui il danno previsto superi il costo del trattamento.<br />
B L’eliminazione di tutti gli insetti dalle colture agrarie.<br />
C L’esecuzione dei trattamenti a turni fissi sulla base dell’andamento climatico.<br />
28 È corretto eseguire i trattamenti fitosanitari a calendario seguendo esclusivamente le fasi<br />
fenologiche?<br />
A No, perché non si è certi che il parassita sia presente o abbia raggiunto un livello di reale dannosità<br />
per la coltura.<br />
B Sì, perché così si è sicuri di colpire in tempo l’avversità da combattere.<br />
C Sì, ma solo se si usano prodotti non classificati.<br />
29 Che cosa si intende per agricoltura biologica?<br />
A Un sistema di produzione compatibile con l’ambiente che non fa uso di sostanze chimiche di sintesi.<br />
B Una tecnica agricola in cui non si eseguono trattamenti contro le avversità delle piante.<br />
C Una tecnica agricola in cui, per la difesa delle colture, si impiegano solo prodotti irritanti o non<br />
classificati.<br />
D) Suddivisione dei prodotti fitosanitari<br />
30 A che cosa serve un prodotto fitosanitario insetticida?<br />
A A combattere gli insetti parassiti degli animali.<br />
B A combattere le malattie crittogamiche.<br />
C A combattere gli insetti dannosi alle colture agrarie.<br />
31 A che cosa serve un prodotto fitosanitario diserbante?<br />
A Al solo diserbo di fossi, canali e giardini.<br />
B Ad impedire lo sviluppo indesiderato delle erbe infestanti nelle colture agricole.<br />
C Ad eliminare le piante infestate da organismi nocivi.<br />
32 A cosa serve un prodotto fitosanitario fungicida?<br />
A A combattere le malattie fungine delle piante agrarie.<br />
B Ad accelerare la maturazione dei frutti.<br />
C A distruggere le foglie attaccate dal marciume.<br />
33 Cosa sono i fitoregolatori?<br />
A <strong>Prodotti</strong> che promuovono o inibiscono determinati processi naturali delle piante.<br />
B <strong>Prodotti</strong> per combattere le malattie batteriche.<br />
C <strong>Prodotti</strong> impiegati per la concia delle sementi.<br />
34 Cosa sono i modificatori del comportamento?<br />
A I prodotti fitosanitari che prevengono i danni dei parassiti fungini.<br />
B I prodotti fitosanitari che mantengono i roditori lontano dalle colture.<br />
C I prodotti fitosanitari atti a cambiare il comportamento di un insetto, come i feromoni<br />
e le trappole cromotropiche.<br />
35 A cosa serve un prodotto fitosanitario acaricida?<br />
A A impedire lo sviluppo delle erbe infestanti.<br />
B A eliminare gli acari dannosi.<br />
C A proteggere gli acari utili.<br />
E) Classi di pericolosità; limiti tecnici; limiti igienistici<br />
36 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario molto tossico?<br />
A Con scritto, in caratteri ben visibili: “Attenzione, manipolare con prudenza: prodotto molto tossico”.<br />
B Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la lettera N.<br />
C Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio,<br />
la sigla “T+” e la scritta molto tossico.<br />
37 Che cosa è il tempo di rientro per l’operatore agricolo?<br />
A L’intervallo di tempo tra il trattamento e il rientro nell’area trattata per svolgere attività lavorative<br />
senza dispositivi di protezione individuale.<br />
B L’intervallo di tempo tra il trattamento e l’assorbimento del prodotto all’interno della pianta.<br />
C L’intervallo di tempo tra il trattamento e il rientro in azienda.<br />
38 Se si rende necessario eseguire un trattamento in prossimità della raccolta, quale tipo di<br />
prodotto occorre impiegare?<br />
A Un prodotto fitosanitario che non venga assorbito dalle piante.<br />
B Un prodotto fitosanitario che possieda un tempo di carenza inferiore a quello fra il trattamento<br />
e la presumibile data di raccolta.<br />
C Qualsiasi prodotto fitosanitario purché il prodotto raccolto venga lavato accuratamente prima della<br />
vendita.<br />
68 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
69
questionario a quiz questionario a quiz<br />
39 Cosa si intende per limite di tolleranza?<br />
A La dose massima di prodotto fitosanitario tollerata dalla pianta affinché non si verifichino delle<br />
ustioni.<br />
B La quantità massima di prodotto fitosanitario che per legge può essere presente sui prodotti<br />
destinati all’alimentazione.<br />
C La quantità di prodotto fitosanitario che rimane nella botte.<br />
40 L’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario varia se viene diminuita la concentrazione<br />
di impiego?<br />
A No.<br />
B Sì, diminuisce proporzionalmente alle concentrazioni.<br />
C Sì, diminuisce riducendo la quantità di acqua impiegata.<br />
41 Il lavaggio e la conservazione dei prodotti ortofrutticoli successivi al trattamento modificano<br />
l’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario applicato in campo?<br />
A Sì, il periodo di sicurezza scompare.<br />
B Sì, il periodo di sicurezza viene ridotto.<br />
C No, il periodo di sicurezza rimane inalterato.<br />
42 Nel caso di vegetali destinati alla trasformazione industriale o surgelati, si deve o no tenere<br />
conto dell’intervallo di sicurezza?<br />
A Sì, sempre.<br />
B No.<br />
C No, se i prodotti vengono lavati con acqua calda.<br />
43 Dovendo fare un trattamento su coltura ortiva a raccolta scalare …<br />
A Bisogna sempre rispettare i tempi di carenza.<br />
B Non bisogna rispettare i tempi di carenza in quanto la raccolta è scalare.<br />
C Bisogna rispettare i tempi di carenza soltanto per l’ultima raccolta.<br />
44 Se si effettuano trattamenti della frutta in post-raccolta, prima di immetterla sul mercato è<br />
necessario …<br />
A Lavarla se si utilizza prima del giorno di scadenza del periodo di sicurezza.<br />
B Pulirla in maniera che non restino tracce evidenti del trattamento.<br />
C Rispettare rigorosamente i tempi di carenza.<br />
45 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario tossico?<br />
A Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo.<br />
B Con scritto, in caratteri ben visibili: attenzione, manipolare con prudenza “prodotto tossico”.<br />
C Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio,<br />
la sigla “T” e la scritta tossico.<br />
46 Che cos’è la DL50?<br />
A Il 50% della dose che può essere letale.<br />
B La dose che uccide il 50 % degli animali da esperimento sottoposti al trattamento.<br />
C La dose da diluire al 50 % per avere un’azione letale.<br />
47 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario nocivo?<br />
A Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un quadrato rettangolare di colore giallo-arancio e<br />
la scritta “veleno”.<br />
B Con la sola scritta nocivo, senza disegni particolari.<br />
C Con una croce di Sant’Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio, la sigla “Xn” e<br />
la scritta nocivo.<br />
48 La croce di Sant’Andrea si trova solo su prodotti nocivi?<br />
A Sì.<br />
B La croce di Sant’Andrea indica prodotti “tossici”.<br />
C No, anche sui prodotti irritanti.<br />
49 I prodotti fitosanitari irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve rispetto ai<br />
prodotti fitosanitari molto tossici?<br />
A Sì, perché non sono velenosi.<br />
B Dipende dall’andamento stagionale.<br />
C No.<br />
50 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario “irritante”?<br />
A Con una “I” maiuscola, inserita su di un quadrato di color arancio e la scritta “irritante”.<br />
B Con una croce di Sant’Andrea nera su di un quadrato color arancio, la sigla “Xi” e la scritta irritante.<br />
C Non viene contrassegnato.<br />
51 L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza è indicato in etichetta?<br />
A Sì, sempre.<br />
B A discrezione della ditta produttrice del formulato.<br />
C Sì, ma solo sui prodotti classificati T+, T e Xn.<br />
52 Cosa si intende per intervallo di sicurezza o tempo di carenza?<br />
A L’intervallo espresso in giorni che deve intercorrere tra un trattamento e l’altro.<br />
B L’intervallo di tempo espresso in giorni dopo il quale è possibile rientrare nel terreno trattato senza i<br />
dispositivi di protezione individuale.<br />
C L’intervallo di tempo espresso in giorni che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta o<br />
la messa in commercio di derrate alimentari immagazzinate.<br />
53 Come viene espresso il Limite Massimo di Residuo (LMR) su un prodotto destinato<br />
all’alimentazione?<br />
A In g/kg.<br />
B In mg/g.<br />
C In mg/kg.<br />
54 Come viene contrassegnato in etichetta un prodotto fitosanitario pericoloso per l’ambiente?<br />
A Con il simbolo del liquido versato sulle mani e su materiali e con la lettera C.<br />
B Con la dicitura: “Attenzione: pericoloso per il verde pubblico”.<br />
C Con il simbolo della pianta secca, del pesce morto e con la lettera N.<br />
55 Che informazione danno le frasi di rischio riportate nell’etichetta di un prodotto fitosanitario?<br />
A Descrivono i rischi derivanti dalla miscelazione di sostanze attive di differente formulazione.<br />
B Descrivono i rischi per la salute umana, animale ed ambientale connessi alla manipolazione di<br />
sostanze chimiche.<br />
C Descrivono l’effetto dannoso che il prodotto fitosanitario può causare sulla pianta in caso di<br />
sovradosaggio.<br />
56 Con quale lettera sono contrassegnate le frasi di rischio?<br />
A F.<br />
B R.<br />
C N.<br />
57 Con quale lettera sono contrassegnati i consigli di prudenza?<br />
A P.<br />
B C.<br />
C S.<br />
70 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
71
questionario a quiz questionario a quiz<br />
F) Caratteristiche e scelta dei prodotti fitosanitari<br />
58 I prodotti classificati T+, T e Xn sono più dannosi nei confronti degli insetti utili rispetto a<br />
quelli Xi e NC?<br />
A Sono sempre tutti dannosi in quanto non sono mai selettivi.<br />
B No, l’effetto sugli insetti utili non è legato alla tossicità.<br />
C Non sono mai dannosi.<br />
59 Che cosa è la persistenza d’azione di un prodotto fitosanitario?<br />
A La capacità di agire anche durante il riposo vegetativo di una pianta.<br />
B La capacità di non essere asportato dalla pioggia.<br />
C La capacità di restare attivo nel tempo contro l’avversità da combattere.<br />
60 Quando l’operatore agricolo miscela due o più prodotti fitosanitari con intervalli di sicurezza<br />
diversi, dopo quanti giorni può effettuare la raccolta?<br />
A Dopo il numero di giorni indicato per il prodotto più tossico.<br />
B Dopo trenta giorni.<br />
C Dopo il numero di giorni indicato sul prodotto con il tempo di carenza più lungo.<br />
61 È possibile miscelare prodotti fitosanitari diversi?<br />
A Sì, previa consultazione delle indicazioni di compatibilità in etichetta.<br />
B No, mai.<br />
C Sì, ma solo se presentano la stessa formulazione.<br />
62 Prima di miscelare due prodotti fitosanitari per un trattamento, cosa bisogna fare?<br />
A Preparare una dose doppia di acqua, perché i prodotti sono due.<br />
B Preparare due soluzioni distinte, unendole successivamente.<br />
C Leggere attentamente la voce “compatibilità sulle due etichette” o assumere informazioni adeguate.<br />
63 Quali vantaggi offrono le nuove formulazioni dei prodotti fitosanitari (es. granuli<br />
idrodisperdibili, fluido microincapsulato)?<br />
A Nessuno.<br />
B I vantaggi sono esclusivamente di tipo economico.<br />
C Minore pericolosità per l’operatore e maggiore facilità nella preparazione della miscela.<br />
64 Cosa sono i trattamenti a secco?<br />
A I trattamenti che non hanno bisogno di acqua come mezzo disperdente.<br />
B I trattamenti eseguiti con la pompa a spalla.<br />
C I diserbi eseguiti in pre-emergenza della coltura.<br />
65 Quali prodotti fitosanitari possono essere impiegati nei trattamenti con l’elicottero?<br />
A Solo i prodotti non classificati.<br />
B Solo i prodotti a ciò autorizzati.<br />
C Tutti quelli sotto forma liquida che recano il simbolo di un velivolo.<br />
66 È possibile impiegare prodotti fitosanitari per scopi diversi da quelli indicati in etichetta?<br />
A Sì, solamente su prescrizione di un tecnico specializzato.<br />
B Sì, solo se realmente necessario.<br />
C No.<br />
67 Alcuni prodotti fitosanitari possono essere impiegati per trattamenti di aree non agricole?<br />
A Sì, ma solo su apposita autorizzazione del Sindaco.<br />
B No.<br />
C Solo quando è specificatamente indicato in etichetta.<br />
68 Qual è la caratteristica di un prodotto fungicida sistemico?<br />
A Di non essere tossico per l’operatore che effettua il trattamento perché non resta sulle superfici<br />
vegetali.<br />
B La capacità di traslocare dal punto di penetrazione entrando nel sistema linfatico della pianta per<br />
essere poi trasportato in tutti gli organi.<br />
C La capacità di agire sistematicamente contro tutti i funghi patogeni che possono essere presenti<br />
sulla pianta.<br />
69 Un prodotto fitosanitario può essere impiegato su qualsiasi coltura?<br />
A Sì, ma solo se si tratta di piante legnose.<br />
B No, solo per le colture e con le modalità indicate in etichetta.<br />
C No, solamente in base all’esperienza.<br />
70 Gli operatori agricoli possono usare prodotti non registrati o revocati?<br />
A No, mai.<br />
B Sì, solamente se non sono tossici.<br />
C Sì, purché eseguano le indicazioni di un tecnico.<br />
71 Un prodotto aficida può essere impiegato su qualsiasi coltura per la lotta contro gli afidi?<br />
A No, solo per le colture indicate in etichetta.<br />
B Sì, in quanto è un prodotto specifico.<br />
C Sì, se vi è un’adeguata esperienza.<br />
72 È possibile prevedere in anticipo la comparsa di alcune malattie fungine (es. peronospora della<br />
vite e del pomodoro) e quindi valutare la necessità di eseguire trattamenti specifici?<br />
A No, è necessario proteggere costantemente la vegetazione in quanto non è in alcun modo possibile<br />
prevederne la comparsa.<br />
B No, per le malattie fungine è necessario trattare solo in coincidenza di certe fasi fenologiche.<br />
C Sì, se si dispone dei dati meteorologici e solo attraverso specifici modelli previsionali.<br />
73 Quali fenomeni si possono manifestare impiegando un erbicida a dose più alta di quella<br />
consigliata?<br />
A Fitotossicità per la coltura.<br />
B Aumento della produzione perché si eliminano tutte le infestanti.<br />
C Nessuno, se dato in pre-emergenza.<br />
74 Che cosa si intende per selettività di un insetticida?<br />
A La capacità di eliminare gli insetti nocivi, ma di rispettare il più possibile gli insetti utili.<br />
B La capacità di agire sugli insetti nocivi senza avere effetti tossici per l’uomo.<br />
C La capacità di eliminare tutti gli insetti presenti nella coltura.<br />
75 Qual è l’azione di un prodotto fungicida di copertura?<br />
A Preventiva: impedisce l’insediamento dell’infezione.<br />
B Curativa: consente di combattere la malattia durante l’incubazione.<br />
C Eradicante: blocca lo sviluppo di infezioni già manifeste.<br />
76 Fra le modalità d’azione degli insetticidi, qual è la più selettiva?<br />
A Per ingestione.<br />
B Per asfissia.<br />
C Per contatto.<br />
77 Quando un erbicida è selettivo?<br />
A Quando solo le piante infestanti sono danneggiate mentre la coltura non risente del trattamento.<br />
B Quando solo la coltura è danneggiata mentre le erbe infestanti sono risparmiate.<br />
C Quando sia la coltura che le erbe infestanti vengono distrutte dal trattamento.<br />
78 Quali tipi di erbicidi possono influire negativamente sulla coltura che segue quella trattata?<br />
A Antigerminanti residuali.<br />
B Ad assorbimento fogliare.<br />
C Disseccanti.<br />
72 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
73
79 L’uso ripetuto degli stessi erbicidi può dar luogo:<br />
A Alla presenza di piante rinate della coltura precedente.<br />
B A malerbe resistenti agli erbicidi impiegati.<br />
C A malerbe che soffocano la coltura.<br />
80 Cosa si intende per prodotto fitosanitario fitotossico?<br />
A Che è dannoso ad animali.<br />
B Che è mortale per l’uomo.<br />
C Che provoca danni alle colture agrarie.<br />
questionario a quiz questionario a quiz<br />
81 Cosa si intende per formulazione di un prodotto fitosanitario?<br />
A Una miscela di due o più sostanze attive che hanno azione insetticida e fungicida.<br />
B La forma in cui un prodotto fitosanitario viene commercializzato (polvere bagnabile, emulsione<br />
concentrata, ecc.).<br />
C La formula chimica della sostanza attiva principale.<br />
82 Cos’è la schede di sicurezza (SDS) di un prodotto fitosanitario?<br />
A Una scheda su cui sono riportati i consigli per una corretta conservazione del prodotto.<br />
B Una scheda che fornisce tutte le informazioni relative al prodotto.<br />
C Un registro su cui vengono annotati tutti i trattamenti eseguiti con quel prodotto.<br />
G) Acquisto dei prodotti fitosanitari<br />
83 Dove possono essere acquistati i prodotti fitosanitari?<br />
A Non esistono vincoli o autorizzazioni particolari per la loro vendita.<br />
B Esclusivamente dai rivenditori autorizzati.<br />
C Da chiunque, purché i prodotti siano in confezione sigillata.<br />
84 Possono essere acquistati prodotti fitosanitari in confezioni non sigillate o non originali?<br />
A Sì, purché il rivenditore ne garantisca la provenienza.<br />
B Sì, purché si tratti di prodotti registrati.<br />
C No, in nessun caso.<br />
85 L’autorizzazione all’acquisto può essere lasciata in deposito presso il rivenditore?<br />
A No.<br />
B Sì, fino a quando l’autorizzazione all’acquisto non sia scaduta.<br />
C Sì, se gli acquisti vengono eseguiti sempre nella medesima rivendita.<br />
86 L’autorizzazione all’acquisto di prodotti fitosanitari:<br />
A È necessaria per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura.<br />
B È necessaria per i preparati molto tossici, tossici e nocivi.<br />
C È necessaria solo per i prodotti fitosanitari liquidi.<br />
87 Il titolare dell’autorizzazione all’acquisto può rivendere o regalare ad altre persone prodotti<br />
fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?<br />
A No.<br />
B Sì, se queste persone sono in possesso di detta autorizzazione.<br />
C Sì, ma solamente se è certo che il loro impiego avvenga in modo corretto.<br />
88 Quale responsabilità assume chi acquista prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?<br />
A La responsabilità diretta di una idonea conservazione e di impiego corretto del prodotto.<br />
B Nessuna responsabilità se il prodotto viene impiegato da parenti od altri.<br />
C È responsabile solamente se il prodotto viene impiegato da persone minorenni.<br />
H) Norme da eseguire prima dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
89 Quale deve essere il comportamento nel caso in cui si manifestino delle perdite di prodotto<br />
fitosanitario al momento del loro trasporto dal rivenditore all’azienda agricola o al momento<br />
della loro distribuzione con il mezzo irrorante?<br />
A Lavare la strada e convogliare il residuo nei fossi.<br />
B Raccogliere personalmente il materiale disperso e riporlo in adeguato contenitore.<br />
C Informare la pubblica autorità sanitaria e comunque adoperarsi per evitare ulteriori danni.<br />
90 Quale deve essere il comportamento nel caso in cui le confezioni presenti nel locale adibito a<br />
magazzino dei prodotti fitosanitari si rompano e fuoriescano quantità anche minime di<br />
prodotto fitosanitario?<br />
A Lavare la superficie imbrattata con acqua e convogliare il residuo nella fognatura.<br />
B Pulire immediatamente le superfici imbrattate, raccogliere il prodotto, se liquido, con materiale<br />
assorbente quale segatura o sabbia per impedire che il prodotto finisca nella fognatura e smaltire il<br />
rifiuto secondo le norme vigenti.<br />
C È sufficiente asciugare la superficie con una spugna o con uno strofinaccio.<br />
91 Qualora si verifichino incidenti che possono provocare lo spargimento nell’ambiente di ingenti<br />
quantità di prodotti fitosanitari, quali misure è opportuno prendere?<br />
A Evitare che qualsiasi persona entri in contatto con la sostanza fuoriuscita e disperdere il più<br />
possibile il prodotto lontano da luoghi abitati.<br />
B Allontanarsi immediatamente dal luogo dell’incidente ed avvertire quanto prima la Guardia Forestale.<br />
C Avvertire immediatamente il Servizio di Igiene pubblica dell’Unità Sanitaria Locale o i Vigili del<br />
Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il più possibile la dispersione del prodotto.<br />
92 Dove devono essere detenuti o venduti i prodotti fitosanitari?<br />
A In un locale chiuso.<br />
B In un locale refrigerato.<br />
C In depositi e locali autorizzati e non adibiti al deposito o alla vendita di generi alimentari e<br />
mangimi.<br />
93 Come debbono essere conservati i prodotti fitosanitari?<br />
A Entro locali o armadi aerati, chiusi a chiave, su cui deve essere apposto un cartello con un teschio e<br />
la scritta “veleno”.<br />
B È sufficiente che siano tenuti separati da sostanze alimentari o mangimi.<br />
C In un luogo appartato dell’abitazione.<br />
I) Norme da eseguire durante e dopo l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
94 Chi è responsabile di eventuali danni di intossicazione che potrebbero verificarsi in seguito<br />
all’uso scorretto dei prodotti fitosanitari?<br />
A Il titolare dell’autorizzazione all’acquisto del prodotto fitosanitario.<br />
B Chi ha venduto il prodotto.<br />
C Solo chi ha effettuato il trattamento.<br />
95 Al termine dei trattamenti cosa occorre fare prima di mangiare, bere, fumare o compiere atti<br />
fisiologici?<br />
A Non occorre adottare alcuna precauzione.<br />
B Riposare per alcune ore e non affaticare l’organismo<br />
C Togliersi gli indumenti protettivi e lavarsi accuratamente<br />
96 Quando viene prescritto l’impiego dei dispositivi di protezione individuali, questi devono<br />
essere indossati …<br />
A Solamente se non procura disagi personali nell’effettuazione del trattamento.<br />
B Solamente se si esegue il trattamento in una giornata ventosa.<br />
C Sempre, dalla fase di manipolazione sino alla rimessa in deposito delle attrezzature.<br />
74 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
75
questionario a quiz questionario a quiz<br />
97 È opportuno che una donna in gestazione o in allattamento collabori ai trattamenti?<br />
A Sì, ma solo nei primi 3 mesi di gravidanza.<br />
B Sì, se è provvista dei mezzi personali di protezione.<br />
C No, in nessun caso.<br />
98 Per evitare danni alle api, è sufficiente allontanare gli alveari dal frutteto da trattare?<br />
A Sì, se non sono in periodo riproduttivo.<br />
B Sì, ma di almeno 50 metri dall’area interessata al trattamento.<br />
C No, bisogna anche evitare di trattare nei periodi di fioritura e sfalciare le erbe sottostanti se in<br />
fioritura.<br />
99 Dove è opportuno manipolare i prodotti fitosanitari immediatamente prima dell’impiego?<br />
A In un locale con porta munita di serratura, separato dall’abitazione.<br />
B All’aperto, in assenza di vento, nel luogo più vicino possibile al campo da trattare.<br />
C Su un tavolo sotto una tettoia nelle vicinanze dell’abitazione.<br />
100 Se si devono pesare prodotti fitosanitari in polvere …<br />
A È meglio pesarli in un locale chiuso, così non si inquina l’ambiente.<br />
B Pesarli in un locale chiuso ma lontano dall’abitazione.<br />
C Pesarli all’aperto, cercando di non alzare polvere e di non disperderli.<br />
101 Come è opportuno segnalare un campo trattato con prodotti fitosanitari?<br />
A Recintando adeguatamente tutti i campi trattati con nastro rosso e bianco.<br />
B Appendendo agli alberi i contenitori dei prodotti fitosanitari utilizzati.<br />
C Applicando cartelli in numero sufficiente, con avvertimenti idonei ai margini delle colture trattate.<br />
102 Sono consentiti i trattamenti insetticidi ed acaricidi in fioritura?<br />
A Sì, su tutte le colture se si utilizzano prodotti selettivi.<br />
B No.<br />
C Sì, con esclusione dei frutteti.<br />
103 In caso di giornata ventosa è corretto eseguire il trattamento?<br />
A Sì, se questo è veramente necessario, purché si utilizzi la maschera. protettiva.<br />
B No.<br />
C Sì, purché si riduca la pressione di esercizio e la velocità di avanzamento.<br />
104 È corretto soffiare dentro gli ugelli di distribuzione otturati?<br />
A No, in nessun caso, per il grave rischio di intossicazione.<br />
B Sì, ma solo se non si usano prodotti molto tossici, tossici e nocivi.<br />
C Sì, in quanto è l’unico metodo veloce per eliminare l’otturazione.<br />
105 La tracimazione della miscela dall’attrezzatura è da evitare?<br />
A No, purché il prodotto così perduto non inquini i corsi d’acqua circostanti.<br />
B Sì, sempre.<br />
C No, se si tratta di prodotti non classificati.<br />
106 In caso di trattamento eseguito con pompa a spalla, quali precauzioni occorre adottare?<br />
A Nessuna precauzione, purché al termine del trattamento gli abiti indossati vengano sostituiti.<br />
B Occorre indossare un indumento impermeabile ed assicurarsi che non avvengano fuoriuscite dal<br />
serbatoio.<br />
C Nessuna precauzione, se si tratta di prodotti non tossici.<br />
107 Come si conservano la maschera e il filtro?<br />
A Puliti e al riparo dalla polvere e dall’umidità.<br />
B Appesi, in luogo fresco e ventilato.<br />
C A portata di mano sull’irroratrice.<br />
108 Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?<br />
A Bianco-marrone<br />
B Grigio-bianco.<br />
C Marrone-grigio.<br />
109 Quando si effettuano trattamenti, è opportuno:<br />
A Conservare la soluzione rimasta ed eliminarla appena possibile.<br />
B Scaricare la soluzione avanzata nel più vicino fossato.<br />
C Cercare di usare il quantitativo di acqua effettivamente necessario per il trattamento.<br />
110 È corretto impiegare prodotti fitosanitari a dosi più alte di quelle massime indicate in<br />
etichetta?<br />
A No, mai.<br />
B Sì.<br />
C Solamente se miscelati.<br />
111 In caso si riscontri una minore efficacia del trattamento, cosa è opportuno fare?<br />
A Consultare un tecnico specializzato ed eventualmente sostituire il prodotto con un altro, registrato<br />
per la coltura e la malattia da combattere.<br />
B Sostituire il prodotto impiegato con uno più tossico.<br />
C Aumentare la dose del prodotto impiegato.<br />
112 Come si deve comportare l’operatore al termine del trattamento?<br />
A Lavarsi le mani.<br />
B Non sono necessarie precauzioni particolari.<br />
C Spogliarsi e lavarsi accuratamente.<br />
113 Quali precauzioni è d’obbligo adottare trattando in prossimità di strade, corsi d’acqua e colture<br />
confinanti?<br />
A Nessuna precauzione particolare, se vi è assenza di vento.<br />
B Nessuna precauzione se il prodotto fitosanitario non è tossico.<br />
C Tutte le precauzioni affinché la nube irrorante non fuoriesca dall’appezzamento irrorato.<br />
114 Quale manutenzione richiede la maschera che viene usata durante il trattamento?<br />
A Revisionarla almeno una volta all’anno presso il rivenditore autorizzato.<br />
B Lavarla con acqua e sapone dopo l’uso.<br />
C Lavarla dopo l’uso, separando il filtro che va sostituito frequentemente, secondo le indicazioni del<br />
costruttore.<br />
115 Cosa può succedere se vengono irrorati con prodotti fitosanitari canali di irrigazione, corsi<br />
d’acqua o aree circostanti a pozzi?<br />
A Nulla, se il prodotto non è tossico o molto tossico.<br />
B Nulla, se i prodotti usati non sono diserbanti.<br />
C Possono manifestarsi effetti dannosi agli animali e all’uomo.<br />
116 In caso di presenza di temperature troppo alte, occorre …<br />
A Evitare di trattare.<br />
B Trattare preparando una miscela con dosaggi bassi di prodotti fitosanitari.<br />
C Trattare diminuendo, per ogni ettaro, le quantità di acqua o, in caso di formulazioni per trattamenti<br />
a secco, di granuli o polveri secche.<br />
117 Un prodotto granulare può essere dosato a mani nude?<br />
A No.<br />
B Sì, solo se ci si lava bene le mani subito dopo.<br />
C Sì, sempre.<br />
L) Smaltimento dei rifiuti e dei contenitori di prodotti fitosanitari<br />
118 I prodotti fitosanitari non più utilizzabili come possono essere smaltiti?<br />
A Sotterrandoli in un luogo lontano da abitazioni.<br />
B Custoditi in attesa di essere conferiti a Ditte o Centri autorizzati.<br />
C Riversandoli nel corso d’acqua più vicino.<br />
76 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
77
questionario a quiz questionario a quiz<br />
119 I contenitori dei prodotti fitosanitari dopo l’uso debbono essere...<br />
A Puliti e riutilizzati per altri scopi.<br />
B Sotterrati in luogo lontano dall’abitazione.<br />
C Bonificati e custoditi in luogo non accessibile, in attesa di essere conferiti a Ditte o Centri<br />
autorizzati.<br />
120 Cosa occorre fare dei recipienti vuoti dei prodotti fitosanitari?<br />
A Buttarli nelle immondizie avvisando l’azienda municipale dell’igiene urbana.<br />
B Distruggerli, bruciandoli o interrandoli e darne comunicazione alla ASL competente.<br />
C Bonificarli e consegnarli ai Centri di stoccaggio o Ditte autorizzate oppure conservarli in luoghi<br />
adeguati in attesa di conferirli a Ditte o Centri autorizzati.<br />
121 Gli imballaggi dei prodotti fitosanitari possono essere utilizzati per altri scopi?<br />
A No, mai.<br />
B Sì purché non siano adibiti a contenere sostanze alimentari.<br />
C Sì, solo quelli dei prodotti meno pericolosi.<br />
122 È consentito abbandonare o disperdere i contenitori vuoti di prodotti fitosanitari?<br />
A No, in nessun caso.<br />
B Sì, ma solo in attesa di interrarli.<br />
C Sì, purché lontano da sorgenti o corsi d’acqua.<br />
123 I contenitori usati dei prodotti fitosanitari possono essere immessi nei cassonetti dei rifiuti<br />
urbani?<br />
A Sì, ma solo in buste di plastica ermeticamente chiuse.<br />
B No.<br />
C Solo nei Comuni dove sono presenti gli inceneritori.<br />
124 Quali rischi possono provenire dai contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari?<br />
A Solo un deturpamento del paesaggio.<br />
B Nessuno, se il contenitore è di materiale non infiammabile.<br />
C Intossicazioni a chi ne viene in contatto e inquinamento delle acque e del suolo.<br />
M) Manutenzione dell’attrezzatura per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
125 La taratura e la manutenzione delle macchine irroratrici sono necessarie per:<br />
A Ridurre le perdite di prodotti fitosanitari nell’ambiente e migliorare l’efficacia del trattamento.<br />
B Ridurre i tempi necessari per i trattamenti.<br />
C Ridurre il numero di trattamenti.<br />
126 È necessaria la manutenzione ordinaria alle macchine utilizzate per i trattamenti?<br />
A Sì, controllando ugelli, raccordi e tubi, rubinetti e manometri.<br />
B No, purché si effettui un lavaggio manuale ogni dieci utilizzi.<br />
C Sì, controllando che non ci siano incrostazioni sul fondo del serbatoio ed eventualmente pulendolo<br />
con ammoniaca.<br />
127 Cosa si intende per registro dei trattamenti?<br />
A Un registro per tutti gli utilizzatori di prodotti fitosanitari che dovrà riportare la data e l’epoca del<br />
trattamento, il nome e la quantità del prodotto impiegato, la denominazione e l’estensione della<br />
coltura trattata.<br />
B Un registro per ricordare i trattamenti effettuati.<br />
C Un registro per il conteggio del numero dei trattamenti riservato solo alle grandi aziende agricole di<br />
estensione superiore ai 50 ettari.<br />
128 Per quanto tempo deve essere conservato il registro dei trattamenti?<br />
A 6 mesi.<br />
B Fino alla raccolta della produzione.<br />
C Almeno per l’anno successivo a quello cui si riferiscono gli interventi registrati.<br />
Risposte esatte al questionario a quiz<br />
A) Nozioni generali<br />
1 A<br />
2 B<br />
3 C<br />
4 A<br />
5 B<br />
6 B<br />
7 B<br />
8 C<br />
9 B<br />
10 C<br />
11 A<br />
12 B<br />
13 A<br />
14 C<br />
B) Effetti sulla salute<br />
15 B<br />
16 A<br />
17 A<br />
18 B<br />
19 B<br />
20 A<br />
21 A<br />
22 C<br />
23 B<br />
24 C<br />
C) Metodi di difesa fitosanitari<br />
25 B<br />
26 B<br />
27 A<br />
28 A<br />
29 A<br />
D) Suddivisione dei prodotti<br />
fitosanitari<br />
30 C<br />
31 B<br />
32 A<br />
33 A<br />
34 C<br />
35 B<br />
E) Classi di pericolosità; limiti<br />
tecnici; limiti igienistici<br />
36 C<br />
37 A<br />
38 B<br />
39 B<br />
40 A<br />
78 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />
79<br />
41 C<br />
42 A<br />
43 A<br />
44 C<br />
45 C<br />
46 B<br />
47 C<br />
48 C<br />
49 C<br />
50 B<br />
51 A<br />
52 C<br />
53 C<br />
54 C<br />
55 B<br />
56 B<br />
57 C<br />
F) Caratteristiche e scelta dei<br />
prodotti fitosanitari<br />
58 B<br />
59 C<br />
60 C<br />
61 A<br />
62 C<br />
63 C<br />
64 A<br />
65 B<br />
66 C<br />
67 C<br />
68 B<br />
69 B<br />
70 A<br />
71 A<br />
72 C<br />
73 A<br />
74 A<br />
75 A<br />
76 A<br />
77 A<br />
78 A<br />
79 B<br />
80 C<br />
81 B<br />
82 B<br />
G) Acquisto dei prodott ifitosanitari<br />
83 B<br />
84 C<br />
85 A<br />
86 B<br />
87 A<br />
88 A<br />
H) Norme da eseguire prima<br />
dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
89 C<br />
90 B<br />
91 C<br />
92 C<br />
93 A<br />
I) Norme da eseguire durante e dopo<br />
l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
94 A<br />
95 C<br />
96 C<br />
97 C<br />
98 C<br />
99 B<br />
100 C<br />
101 C<br />
102 B<br />
103 B<br />
104 A<br />
105 B<br />
106 B<br />
107 A<br />
108 A<br />
109 C<br />
110 A<br />
111 A<br />
112 C<br />
113 C<br />
114 C<br />
115 C<br />
116 A<br />
117 A<br />
L) Smaltimento dei rifiuti e dei<br />
contenitori di prodotti fitosanitari<br />
118 B<br />
119 C<br />
120 C<br />
121 A<br />
122 A<br />
123 B<br />
124 C<br />
M) Manutenzione dell’attrezzatura<br />
per la distribuzione dei prodotti<br />
fitosanitari<br />
125 A<br />
126 A<br />
127 A<br />
128 C
indirizzi utili e<br />
riferimenti bibliografici<br />
Direzione Sanità<br />
Servizio Prevenzione Collettiva<br />
Ufficio I.A.N.<br />
Via Conte di Ruvo, 74<br />
65127 Pescara<br />
Uffici I.A.N. della Regione<br />
L’Aquila<br />
- Via G. Bellisari<br />
Ex P.O. Santa Maria di Collemaggio<br />
67100 L’Aquila<br />
- Via Monte Velino, 18<br />
67051 Avezzano<br />
Teramo<br />
- Via Circonvallazione Ragusa<br />
64100 Teramo<br />
- Via Gramsci<br />
64021 Giulianova<br />
riferimenti bibliografici<br />
«Terapia Vegetale»<br />
S. Foschi, A. Brunelli, I. Ponti<br />
Edagricole, 1985<br />
«Macchine per la difesa delle colture»<br />
D. Vannucci<br />
Edagricole, 2001<br />
Centro Antiveleno per l’<strong>Abruzzo</strong><br />
Ospedale SS. Annunziata<br />
Via dei Vestini - Chieti<br />
0871 551219<br />
A.R.S.S.A.<br />
Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale, Difesa e<br />
Qualificazione delle Produzioni<br />
Via Nazionale, 38<br />
65012 Villanova di Cepagatti (PE)<br />
Pescara<br />
- Via Paolini, 47<br />
65100 Pescara<br />
Chieti<br />
- Via N. Nicolini, 10<br />
Ex Ospedale Pediatrico<br />
6610 Chieti<br />
- Piazza S. Francesco<br />
c/o Distretto Sanitario di Base<br />
66026 Ortona<br />
- Viale Marconi, 8<br />
66034 Lanciano<br />
- Via Marco Polo, 55/a<br />
66054 Vasto<br />
si ringraziano cortesemente<br />
- il dott. Nunzio Prencipe della Soc. Syngenta e il dott. Filippo<br />
Rotunno della Soc. Intrachem per aver reso disponibili alcune<br />
delle illustrazioni presenti nella pubblicazione.<br />
- il dott. Antonio Ricci dell’ARSSA di Sulmona (AQ) per la<br />
consulenza prestata sulla distribuzione dei prodotti fitosanitari.<br />
La riproduzione di testi e figure è consentita previa autorizzazione da parte dell’ARSSA,<br />
citando comunque gli estremi della pubblicazione.<br />
grafica e impaginazione: Waibl&Di Luzio - grafici e disegni: Silvia Mincarelli - stampa: Tipografia Angolana febbraio 2009