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Prodotti Fitosanitari - A.R.S.S.A. Abruzzo

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evoluzione della difesa<br />

normativa sui prodotti fitosanitari<br />

malattie delle piante<br />

prodotti fitosanitari<br />

distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

tutela della salute<br />

adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />

adempimenti dei rivenditori<br />

questionario a quiz<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei<br />

<strong>Prodotti</strong><br />

<strong>Fitosanitari</strong><br />

a cura di:<br />

Gabriella Di Fabio<br />

Donato Felice<br />

Angelo Mazzocchetti<br />

Maria Assunta Scotillo


prontuario per la corretta gestione dei<br />

<strong>Prodotti</strong><br />

<strong>Fitosanitari</strong><br />

a cura di:<br />

Gabriella Di Fabio<br />

Donato Felice<br />

Angelo Mazzocchetti<br />

Maria Assunta Scotillo<br />

a Paolo Corneli


indice<br />

premessa 5<br />

prefazione degli autori 7<br />

1 evoluzione della difesa 8<br />

2 normativa sui prodotti fitosanitari 11<br />

3 malattie delle piante 14<br />

4 prodotti fitosanitari 16<br />

4.1 Campo di impiego 18<br />

4.2 Classificazione in base all’attività svolta 18<br />

4.3 Classificazione tossicologica 20<br />

4.4 Limiti tecnici e igienistici 22<br />

4.4.1 Intervallo di sicurezza 22<br />

4.4.2 Tempo di rientro 23<br />

4.4.3 Limite di tolleranza 23<br />

4.5 Altre proprietà 24<br />

4.5.1 Spettro d’azione e selettività 24<br />

4.5.2 Persistenza d’azione 24<br />

4.5.3 Resistenza al dilavamento 25<br />

4.5.4 Miscibilità 25<br />

4.6 Modalità d’azione 26<br />

4.6.1 Fungicidi e battericidi 26<br />

4.6.2 Insetticidi e acaricidi 26<br />

4.6.3 Diserbanti 27<br />

4.7 Modalità di penetrazione 27<br />

4.8 Fitotossicità 28<br />

4.9 Formulazioni 30<br />

4.10 Etichetta 33<br />

4.10.1 Frasi di rischio e consigli di prudenza 33<br />

4.11 Schede di sicurezza 37<br />

4.12 Trasporto e deposito 37<br />

5 distribuzione dei prodotti fitosanitari 39<br />

5.1 Macchine 39<br />

5.2 Norme per il corretto funzionamento delle macchine 42<br />

5.3 Dove si fa la taratura 45<br />

5.4 Preparazione della miscela 45<br />

5.5 Precauzioni per la distribuzione in campo 46<br />

6 tutela della salute 48<br />

6.1 Accertamenti sanitari 49<br />

6.2 Intossicazioni acute e croniche e vie di assorbimento 49<br />

6.3 Effetti tossici dei PF 51<br />

6.4 Norme di pronto soccorso 51<br />

6.5 Dispositivi di protezione individuale (DPI) 52<br />

7 adempimenti di acquirenti e utilizzatori 57<br />

7.1 Autorizzazione all’acquisto e all’impiego<br />

dei prodotti fitosanitari 57<br />

7.2 Registro dei trattamenti 58<br />

7.3 Smaltimento dei contenitori vuoti 60<br />

8 adempimenti dei rivenditori 63<br />

8.1 Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari 63<br />

8.2 Requisiti minimi e dotazioni dei locali adibiti al deposito<br />

e alla vendita dei prodotti fitosanitari 63<br />

8.3 Prescrizioni per la vendita 64<br />

8.4 Dati di vendita 65<br />

9 questionario a quiz 66<br />

indirizzi utili e riferimenti bibliografici 80


premessa<br />

di una razionale gestione delle<br />

risorse tecniche disponibili costituisce un<br />

L’esercizio<br />

obbligo per tutti gli operatori agricoli per<br />

conciliare in maniera idonea le esigenze della<br />

produzione con una conduzione sostenibile<br />

dell’azienda agricola nonché con criteri di<br />

sicurezza igienica, ambientale e alimentare.<br />

In particolare, un approccio moderno alla difesa<br />

delle colture va concretizzato nella piena<br />

consapevolezza dei mezzi disponibili. La tutela<br />

della produzione, che non può prescindere da<br />

ARSSA<br />

Il Direttore Generale<br />

DOTT. DONATANTONIO DE FALCIS<br />

legittimi principî di ecocompatibilità, passa<br />

anche attraverso un utilizzo responsabile dei<br />

prodotti fitosanitari.<br />

L’ARSSA e la Direzione Sanità della Regione<br />

<strong>Abruzzo</strong> hanno inteso così realizzare un<br />

manuale di pronto utilizzo per gli operatori<br />

della difesa fitosanitaria, con lo scopo di fornire<br />

un contributo aggiornato per una corretta<br />

gestione degli strumenti destinati alla<br />

protezione della produzione agricola.<br />

DIREZIONE SANITA’<br />

Il Dirigente del Servizio<br />

Prevenzione Collettiva<br />

D.SSA TAMARA AGOSTINI


prefazione<br />

degli autori<br />

del presente opuscolo è stato<br />

dettato dall’esigenza di fornire uno<br />

L’allestimento<br />

strumento di facile consultazione agli<br />

operatori che commercializzano e utilizzano i<br />

prodotti fitosanitari (PF). Il lavoro è stato<br />

svolto aggiornando gli argomenti trattati sulla<br />

base delle normative comunitarie più recenti<br />

che regolano il percorso di detti prodotti, dalla<br />

commercializzazione sino all’utilizzo in campo.<br />

Con particolare riferimento ai corsi di<br />

formazione previsti dal DPR 290/01 -<br />

“Regolamento di semplificazione dei<br />

procedimenti di autorizzazione alla produzione,<br />

alla immissione in commercio e alla vendita di<br />

prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti” -<br />

sono stati posti i dovuti accenti sugli aspetti<br />

più significativi per una corretta preparazione<br />

D.SSA GABRIELLA DI FABIO<br />

ASL Lanciano-Vasto<br />

Dipartimento di Prevenzione SIAN<br />

Viale Marconi, 8 – 66034 Lanciano (Chieti)<br />

tel. 0872 706668<br />

gabriella.difabio@virgilio.it<br />

DOTT. DONATO FELICE<br />

ASL Lanciano-Vasto<br />

Dipartimento di Prevenzione SIAN<br />

Via Marco Polo, 55/a – 66054 Vasto (Chieti)<br />

tel. 0873 308660<br />

felicedonato@virgilio.it<br />

finalizzata, per i commercianti, al<br />

conseguimento/rinnovo dell’abilitazione alla<br />

vendita e, per gli agricoltori, al rilascio/rinnovo<br />

dell’autorizzazione necessaria per l’acquisto e<br />

l’impiego dei PF classificati come “molto<br />

tossici”, “tossici” e “nocivi”.<br />

Il prontuario è stato pensato per rivenditori e<br />

utilizzatori finali, con un corpo centrale comune<br />

e capitoli specifici per ognuna delle citate figure<br />

dedicati alla normativa cogente sugli aspetti di<br />

gestione pratica e amministrativa. Come<br />

esercitazione, conclude la guida un’appendice<br />

contenente questionari a risposte chiuse,<br />

riguardanti gli argomenti trattati, a beneficio di<br />

tutti gli operatori, in particolare dei richiedenti<br />

l’autorizzazione all’acquisto che dovranno<br />

sostenere l’esame finale sotto tale forma.<br />

DOTT. ANGELO MAZZOCCHETTI<br />

ARSSA - Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale<br />

Via Nazionale, 38<br />

65010 Villanova di Cepagatti (Pescara)<br />

tel. 085 9773507<br />

a.mazzocchetti@arssa-mail.it<br />

D.SSA MARIA ASSUNTA SCOTILLO<br />

ARSSA - Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale<br />

Via Nazionale, 38<br />

65010 Villanova di Cepagatti (Pescara)<br />

tel. 085 9773538<br />

m.scotillo@arssa-mail.it


1<br />

evoluzione dalla difesa evoluzione dalla difesa<br />

evoluzione<br />

della difesa<br />

Il processo di filiera dei prodotti agroalimentari attraversa varie<br />

fasi dalla campagna alla tavola. La prima parte, quella che riguarda<br />

strettamente la produzione in campo, comporta tra l’altro la<br />

necessità di proteggere le colture dalle avversità parassitarie. La<br />

difesa fitosanitaria è dunque uno dei fattori più importanti e delicati,<br />

sia per l’impatto che essa può avere sull’ambiente sia per i<br />

residui negli alimenti. Negli ultimi decenni la difesa ha conosciuto<br />

un’ampia evoluzione, nelle strategie e nei prodotti, che è andata<br />

di pari passo con la crescente esigenza di salvaguardare l’ambiente,<br />

gli operatori e i consumatori. Sino agli anni ‘50, infatti, la<br />

difesa si è affidata esclusivamente a sostanze di derivazione minerale<br />

(es. zolfo e rame contro oidio e peronospora della vite) e vegetale<br />

(solfato di nicotina verso alcuni insetti, ecc.).<br />

Dagli anni ’50, con l’avvento degli antiparassitari di sintesi, inizia<br />

una nuova era, caratterizzata da un utilizzo indiscriminato dei PF<br />

attraverso la cosiddetta lotta a calendario, cioè un tipo di difesa<br />

preventiva che mira a ottenere la distruzione degli organismi nocivi<br />

secondo fasi fenologiche e tempi prestabiliti, senza tenere conto dell’effettiva<br />

presenza del parassita né dei potenziali rischi di danno,<br />

puntando a massimizzare le rese produttive. L’uso indifferenziato<br />

di antiparassitari, però, porta a turbative ambientali (inquinamento,<br />

scomparsa di specie utili, resistenze dei parassiti a molecole di<br />

largo impiego) e rischi di tipo igienico-sanitario (intossicazione<br />

acuta e cronica per gli operatori agricoli, eccessivi residui nei prodotti<br />

destinati all’alimentazione).<br />

Dalla fine degli anni ’70, conoscenze scientifiche più approfondite<br />

- biologiche e chimiche - cambiano l’approccio alla difesa. Dalla<br />

tendenza a eliminare completamente i parassiti si passa così alla<br />

loro gestione attraverso la difesa guidata che, con l’introduzione<br />

del concetto di soglia di intervento, prevede l’esecuzione dei trattamenti<br />

fitosanitari solo quando il livello di danno previsto superi il<br />

costo del trattamento.<br />

Questo metodo si realizza anche con l’ausilio di servizi di avvertimento,<br />

di tecnici e di bollettini informativi e i PF sono scelti<br />

tenendo conto degli effetti secondari sull’uomo e sull’ambiente.<br />

Nel frattempo cresce la domanda di ecologia e di alimenti più sani,<br />

si acquisiscono nuove conoscenze in materia di protezione delle colture<br />

e si assiste alla nascita di famiglie chimiche più evolute sotto<br />

il profilo tossicologico e più selettive dal punto di vista ecologico<br />

(rispetto degli organismi ausiliari). È l’approdo alla difesa integrata,<br />

che si affida non solo alla difesa chimica ma punta a combinare<br />

le altre tecniche (agronomiche, fisiche, biologiche, biotecnologiche,<br />

genetiche) in grado di contrastare o contenere lo sviluppo dei parassiti.<br />

Essa razionalizza ancor più l’uso dei PF e pone le basi per quella<br />

che oggi viene più comunemente<br />

definita agricoltura<br />

sostenibile (aggettivo tratto<br />

dall’inglese sustainable) o ecocompatibile,<br />

che considera<br />

l’azienda agraria come un sistema<br />

ecologico (agroecosistema) che si<br />

realizza interferendo il meno possibile<br />

con gli equilibri naturali<br />

(biodiversità). Essa comprende<br />

naturalmente anche l’agricoltura<br />

biologica, i cui metodi di difesa<br />

si differenziano dai precedenti<br />

per l’uso esclusivo di antagonisti<br />

naturali (fig. 2) e prodotti di derivazione<br />

naturale, senza il ricorso<br />

alla chimica di sintesi.<br />

In <strong>Abruzzo</strong> il servizio relativo<br />

all’informazione sulla protezione<br />

delle colture viene gestito<br />

dall’ARSSA attraverso l’unità<br />

operativa di Difesa Biologica e<br />

Integrata, i cui bollettini vengono<br />

diffusi privilegiando i canali<br />

di comunicazione in tempo<br />

reale, quali Televideo Regionale<br />

di RAI 3, e-mail, Internet (fig. 3)<br />

sms, fax, stampa, comunque<br />

garantendo l’invio postale degli<br />

elaborati nelle aree interne della<br />

regione a limitato accesso ai<br />

mezzi informatici.<br />

Difesa Chimica a Calendario (fino agli anni ’70)<br />

Turbative ambientali:<br />

Rischi di tipo<br />

igienico-sanitario:<br />

inquinamento<br />

scomparsa di specie utili<br />

resistenze<br />

Introduzione di monitoraggio fisico e biologico:<br />

Fig. 1 - Evoluzione della difesa.<br />

EVOLUZIONE DELLA DIFESA<br />

intossicazione acuta e cronica per operatori<br />

agricoli<br />

residui sugli alimenti per i consumatori<br />

8 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

9<br />

’80)<br />

soglie di intervento<br />

modelli previsionali<br />

’80)<br />

Evoluzione del concetto precedente, introduce la preferenza verso prodotti<br />

più rispettosi verso l'entomofauna utile e l'ambiente e meno nocivi per<br />

l'uomo, ivi compreso il ricorso a antagonisti naturali.<br />

Maggiore attenzione alle pratiche agronomiche in grado di sfavorire e/o di<br />

contenere gli agenti parassitari.<br />

(da anni '90)<br />

L'azienda agraria è vista come un sistema ecologico (agroecosistema) che si realizza<br />

interferendo il meno possibile con gli equilibri naturali (biodiversità). Comprende<br />

naturalmente anche i metodi di difesa dell'agricoltura biologica e biodinamica.


Fig. 2 - Esempio di lotta biologica:<br />

femmina di neodrino mentre<br />

parassitizza uno stadio giovanile<br />

di metcalfa.<br />

Fig. 3 - Pagina Web dell’ARSSA<br />

dedicata ai Bollettini di Difesa<br />

Integrata (www.arssa.abruzzo.it<br />

- link Difesa integrata colture).<br />

evoluzione dalla difesa normativa sui prodotti fitosanitari<br />

normativa sui<br />

prodotti fitosanitari<br />

Nel corso degli ultimi decenni la filiera relativa a produzione, commercializzazione<br />

e utilizzo dei PF è stata disciplinata da normative<br />

severe. Dopo il DPR n.1255 del 3 agosto 1968, legge nazionale<br />

di riferimento per il settore fino agli anni ’90, il DPR 290/01<br />

(“Regolamento di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione<br />

alla produzione, alla immissione in commercio e alla vendita di<br />

prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti”) ha ridefinito le regole<br />

in forma più restrittiva della filiera dei PF. Tale DPR, tra l’altro,<br />

impone agli esercenti l’abilitazione alla vendita per tutti i PF e agli<br />

utilizzatori l’acquisizione dell’autorizzazione all’acquisto dei PF<br />

classificati come molto tossici, tossici e nocivi, il tutto attraverso<br />

specifici corsi ed esami finali che costituiscono la principale finalità<br />

del presente manuale.<br />

Con il progressivo allargamento dell’Unione Europea e con la sua<br />

crescente importanza, si è inoltre reso necessario uniformare un<br />

sistema di regole riguardanti i PF, con l’obiettivo di:<br />

• rendere disponibili ai produttori idonei mezzi di difesa per proteggere<br />

le colture;<br />

• tutelare la salute umana e l’ambiente;<br />

• evitare la creazione di barriere commerciali.<br />

La Direttiva UE n. 91/414 - recepita in Italia con il Decreto<br />

Legislativo n. 194/95 e già in via di superamento con il nuovo<br />

Regolamento comunitario in corso di ufficializzazione - ha infatti<br />

inteso armonizzare le fasi di autorizzazione e di immissione in<br />

commercio dei PF, realizzando nel contempo un programma di revisione<br />

delle sostanze attive già in commercio alla data di entrata<br />

in vigore della Direttiva (26 luglio 1993). Tale programma, il cui<br />

termine è previsto entro il 31 dicembre 2009, ha lo scopo di sottoporre<br />

a nuova registrazione le vecchie sostanze attive (poco<br />

meno di un migliaio alla data predetta), valutandole con criteri<br />

univoci e più severi sotto gli aspetti ecotossicologici. Allo stesso<br />

modo vengono esaminate anche le nuove sostanze attive.<br />

10 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

11<br />

2


Fig. 4 - Locale di deposito dei<br />

prodotti fitosanitari.<br />

normativa sui prodotti fitosanitari normativa sui prodotti fitosanitari<br />

Questo processo di valutazione si conclude con l’inclusione o<br />

l’esclusione delle medesime sostanze dalla cosiddetta lista positiva<br />

comunitaria, denominata Allegato (o Annex) 1.<br />

Quando una “vecchia” sostanza attiva viene iscritta nell’Allegato 1:<br />

• le Ditte produttrici di PF chiedono, all’interno dei singoli Stati<br />

Membri, l’autorizzazione all’immissione sul mercato dei relativi<br />

formulati commerciali che la contengono;<br />

• le Ditte produttrici di PF non ne richiedono l’autorizzazione: in<br />

tal caso ogni Stato Membro è tenuto a pubblicare sulla propria<br />

Gazzetta Ufficiale la revoca dei formulati che le Ditte medesime<br />

non intendono sottoporre nuovamente a registrazione.<br />

Se la sostanza è esclusa dall’Allegato 1 ogni Stato Membro procede<br />

al recepimento di tale decisione.<br />

Per tutti i formulati revocati vengono stabilite le date limite per:<br />

• la produzione per la Ditta che lo produce;<br />

• la commercializzazione sul mercato;<br />

• l’impiego per l’utilizzatore finale;<br />

• lo smaltimento delle scorte.<br />

Le regole stabilite dalla Direttiva in questione riguardano naturalmente<br />

anche la registrazione delle nuove sostanze attive, intendendo<br />

come tali quelle non in commercio al 26 luglio 1993. Inoltre, ogni<br />

“vecchia” sostanza attiva iscritta nell’Allegato 1 è soggetta a revisione<br />

dopo 5 anni mentre le nuove sono sottoposte al riesame dopo 10.<br />

Parallelamente l’UE ha inteso proporre soglie più restrittive circa la<br />

classificazione e l’etichettatura dei preparati pericolosi attraverso<br />

la Direttiva n. 45/1999, recepita in Italia con il Decreto Legislativo<br />

n. 65/2003.<br />

Le norme contenute hanno così introdotto regole più severe, in<br />

materia di tossicologia umana e ambientale, per tutti i preparati<br />

potenzialmente pericolosi. Esse riguardano trasversalmente tutti<br />

i settori produttivi industriali (gomme, vernici, materie plastiche,<br />

ecc.) e, naturalmente, anche i PF, il che ne ha comportato la<br />

riclassificazione con la nuova etichettatura a partire dal 1 ottobre<br />

2005. Dopo poco più di una anno di coesistenza di prodotti<br />

“vecchi” e “nuovi”, dal 31 gennaio 2007 possono essere prodotti/commercializzati/utilizzati<br />

solo i formulati con le nuove etichette.<br />

La nuova classificazione dei preparati, che ha visto introdurre<br />

per la prima volta l’impatto di un prodotto sui fattori<br />

ambientali, non tiene conto solo della tossicità di una sostanza<br />

attiva ma è il risultato della classificazione di tutti i componenti<br />

del formulato, compresi i coformulanti e le impurezze o i metaboliti<br />

rilevanti per la salute dell’uomo o per l’ambiente. Inoltre<br />

l’introduzione delle frasi di rischio (par. 4.10.1) sull’etichetta<br />

segnala il livello di pericolosità di impiego e manipolazione del<br />

formulato. Il giro di vite ha determinato un’importante rivoluzione<br />

nel mercato dei PF, con un aumento del 2,3% di prodotti<br />

molto tossici (T+), del 2,7% di prodotti tossici (T), del 18,5% di<br />

prodotti nocivi (Xn), del 4,9% prodotti irritanti (Xi) e una diminuzione<br />

del 29,4% di prodotti non classificati (NC). In termini<br />

pratici, se prima l’autorizzazione all’acquisto era necessaria per<br />

acquistare un prodotto su quattro, con la nuova classificazione<br />

esso diventa indispensabile per oltre il 50% dei preparati attualmente<br />

sul mercato. Inoltre il 70% dei prodotti è classificato pericoloso<br />

per l’ambiente (N).<br />

Le ricadute che le citate normative comportano attualmente sul<br />

mondo agricolo sono varie. I disciplinari di difesa integrata, ad<br />

esempio, sempre più escludono dai loro elenchi sostanze attive ad<br />

elevato impatto ecotossicologico, privilegiando quelle che necessitano<br />

però di approfondite conoscenze circa il loro miglior impiego<br />

verso i parassiti bersaglio. Ciò impone la ridefinizione di molte<br />

strategie di difesa, anche nei confronti di importanti avversità<br />

parassitarie, che richiederanno sempre più il supporto di adeguati<br />

servizi di assistenza tecnica.<br />

Un’ultima notazione riguarda i limiti massimi di residui di PF negli<br />

alimenti. Dal settembre 2008 i limiti dei residui dei PF (LMR) nei<br />

prodotti ortofrutticoli e nelle derrate immagazzinate sono stati<br />

armonizzati a livello europeo. Fissando limiti a livello comunitario<br />

per ciascuna sostanza attiva autorizzata nell’UE, il Regolamento<br />

base n. 396 del 23 febbraio 2005, reso applicativo dai Regg. CE<br />

n. 149/2008 e n. 839/2008, rimuove le difficoltà sin qui incontrate<br />

nella libera circolazione dei prodotti agricoli.<br />

12 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

13


3<br />

Fig. 5 - Alterazioni su grappolo<br />

dovute a parassiti vegetali (marciume<br />

acido e botrite).<br />

malattie delle piante malattie delle piante<br />

malattie delle piante<br />

Le piante sono esposte all’aggressione di agenti esterni che possono<br />

alterarne, in maniera più o meno pronunciata, la fisiologia.<br />

La branca scientifica che studia le malattie delle piante, il loro<br />

decorso e le cause che le determinano si chiama patologia vegetale<br />

o fitopatologia (dal greco fitos = pianta). Si stima che, in<br />

assenza di un’idonea difesa delle colture agrarie, la produzione<br />

agricola si ridurrebbe di oltre il 30%. In questa direzione opera la<br />

fitoiatria, vale a dire la disciplina scientifica che si occupa di studiare<br />

e applicare le tecniche e i metodi destinati alla cura o alla<br />

difesa degli organismi vegetali. I PF rappresentano larga parte di<br />

questi strumenti, anche se non sono di secondaria importanza<br />

tutte le pratiche (agronomiche, fisiche, ecc.) finalizzate alla preservazione<br />

della sanità dei vegetali. Le alterazioni delle piante<br />

possono essere determinate da<br />

cause di diversa natura, che<br />

possiamo così schematizzare:<br />

• malattie di origine parassitaria:<br />

alterazioni causate da<br />

organismi viventi come funghi,<br />

batteri, virus, fitoplasmi,<br />

piante superiori parassite,<br />

insetti, acari, nematodi, molluschi,<br />

animali superiori.<br />

Impropriamente si ascrivono<br />

a questa categoria anche le<br />

erbe infestanti, cioè tutte<br />

quelle piante che si sviluppano<br />

in maniera indesiderata<br />

nella coltura in atto entrandovi<br />

in competizione fisica e<br />

nutrizionale (figg. 5, 6);<br />

• malattie di origine non<br />

parassitaria: alterazioni fisiologiche,<br />

dunque NON causate da organismi viventi, definite anche<br />

fisiopatie. Esse possono originare da fattori ambientali (temperatura,<br />

umidità, luce, ecc.), nutrizionali (scarsità o eccesso di<br />

nutrienti), da lesioni fisiche (grandine, vento, ecc.) o da inquinamento<br />

(piogge acide, gas tossici, ecc.) (fig. 7).<br />

Fig. 6 - Danno su frutticino di<br />

mela causato da parassita animale<br />

(carpocapsa).<br />

Fig. 7 - Danni da grandine su<br />

foglia di vite e su pesca.<br />

14 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

15


4<br />

prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

prodotti fitosanitari<br />

Il Decreto del Presidente della Repubblica n° 290/01, a conferma<br />

di quanto stabilito dal decreto legislativo n° 194/95, precisa che<br />

per prodotti fitosanitari si intendono le sostanze attive ed i preparati<br />

contenenti una o più sostanze attive, presentati nella forma<br />

in cui sono forniti all’utilizzatore e destinati a:<br />

• proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi<br />

nocivi o a prevenirne gli effetti;<br />

• favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, con esclusione<br />

dei fertilizzanti;<br />

• conservare i prodotti vegetali, con esclusione dei conservanti<br />

disciplinati da particolari disposizioni;<br />

• eliminare le piante infestanti;<br />

• eliminare parti di vegetali, frenare o evitare un loro indesiderato<br />

accrescimento.<br />

In sintesi i PF sono tutti i prodotti impiegati per la difesa delle piante,<br />

delle derrate alimentari, per il diserbo e per regolare i processi<br />

fisiologici delle piante stesse.<br />

Il decreto, inoltre, stabilisce che sono compresi tra i PF anche i<br />

preparati destinati al trattamento di piante ornamentali, fiori da<br />

balcone, da appartamento e da giardino domestico, aventi attività<br />

acaricida, battericida, fungicida, insetticida, molluschicida, vermicida,<br />

repellente, viricida, fitoregolatrice ed altro. Questi prodotti<br />

sono identificati come prodotti fitosanitari per piante ornamentali<br />

(P.P.O.) e rappresentano una categoria particolare di PF in<br />

quanto possono essere venduti anche da rivenditori non specificamente<br />

abilitati e acquistati da chiunque. Il loro impiego deve essere<br />

limitato alle piante ornamentali presenti in ambito domestico e<br />

non possono essere utilizzati per trattamenti nei parchi pubblici e<br />

nelle alberature stradali: in questi casi si devono impiegare prodotti<br />

specificamente registrati.<br />

Il preparato, o formulato commerciale, è composto da:<br />

• una o più sostanze attive;<br />

• uno o più coadiuvanti;<br />

• uno o più coformulanti.<br />

Per sostanze attive si intendono le sostanze chimiche o i microrganismi,<br />

compresi i batteri e i virus, aventi un’azione sugli organismi<br />

nocivi o sui vegetali, su parti di vegetali o su prodotti vegetali.<br />

La sostanza attiva di un preparato commerciale rappresenta, quindi,<br />

la componente che serve a combattere il parassita che si vuole<br />

controllare e che può essere rappresentata da elementi chimici o<br />

microrganismi.<br />

Per coadiuvanti si intendono:<br />

• i prodotti destinati ad essere impiegati come bagnanti, adesivanti<br />

ed emulsionanti che hanno lo scopo di favorire l’azione dei PF;<br />

• i prodotti destinati a determinare o coadiuvare l’azione di protezione<br />

delle piante e dei loro prodotti e di difesa delle derrate<br />

alimentari immagazzinate.<br />

I coadiuvanti sono sostanze che aumentano e migliorano l’efficacia<br />

del PF: favoriscono la dispersione in acqua, la stabilità, la uniformità<br />

di distribuzione, la persistenza dei prodotti irrorati. I coadiuvanti<br />

possono essere contenuti all’interno del preparato commerciale<br />

e quindi essere autorizzati insieme alla sostanza attiva<br />

oppure essere autorizzati come prodotti a sé stanti, per cui in<br />

commercio si possono trovare formulati commerciali contenenti<br />

solo coadiuvanti.<br />

I coformulanti sono sostanze che riducono la concentrazione della<br />

sostanza attiva e ne permettono una più agevole manipolazione.<br />

Possono essere rappresentati, per i prodotti solidi, da sostanze<br />

inerti (argille, quarzite, farina di diatomee, ecc.) e, per quelli liquidi,<br />

da diluenti.<br />

Ricapitolando:<br />

sostanza/e attiva/e<br />

prodotto fitosanitario<br />

Fig. 8 - La presenza di bagnanti<br />

e adesivanti (B) conferisce al PF<br />

una migliore uniformità di<br />

copertura e una maggiore resistenza<br />

al dilavamento.<br />

Fig. 9 - L’utilizzo di antideriva<br />

assicura una minore dispersione<br />

attraverso una migliore uniformità<br />

della dimensione delle<br />

gocce (A).<br />

+ coadiuvanti<br />

=<br />

+ coformulanti<br />

16 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

17<br />

A<br />

A<br />

B<br />

B


prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

4.1 Campo di impiego<br />

I PF devono essere utilizzati esclusivamente sulle piante e contro<br />

i parassiti riportati in etichetta.<br />

I PF e relativi coadiuvanti possono essere utilizzati:<br />

• in agricoltura da parte di operatori agricoli professionisti<br />

(imprenditori e lavoratori agricoli);<br />

• in orti e giardini familiari da parte di soggetti non professionisti;<br />

• in aree extra-agricole non coltivate;<br />

• in ambito domestico per le piante da balcone, da appartamento<br />

e da giardino.<br />

Per aree extra-agricole si intendono le aree non soggette a coltivazione<br />

di interesse civile, quali ferrovie, bordi stradali, parchi ecc.,<br />

oppure fossi e scoline non pertinenti ad aree agricole. I PF possono<br />

essere utilizzati in aree extra-agricole solo se tale impiego è<br />

previsto in etichetta.<br />

4.2 Classificazione in base all’attività svolta<br />

In base all’attività svolta, i PF si classificano in:<br />

1 - Antiparassitari<br />

Proteggono le piante dai parassiti vegetali ed animali e si distinguono<br />

in:<br />

• Anticrittogamici o fungicidi: sono prodotti idonei a combattere<br />

le malattie causate da funghi (peronospore, oidi, ticchiolatura,<br />

ecc.);<br />

• Batteridici: sono prodotti che hanno azione contro i batteri. La<br />

sostanza attiva più utilizzata in agricoltura in funzione battericida/batteriostatica<br />

è il Rame nelle sue varie forme. I battericidi<br />

non vanno confusi con gli antibiotici, il cui uso non è<br />

ammesso in agricoltura;<br />

• Insetticidi: sono impiegati per la lotta contro gli insetti (es.<br />

tignole, mosche, afidi, cocciniglie, ecc.);<br />

• Acaricidi: sono impiegati nella lotta contro gli acari (ragnetto<br />

rosso, ragnetto giallo, ecc.);<br />

• Nematocidi: sono impiegati nella lotta contro i nematodi;<br />

• Molluschicidi: sono impiegati nella lotta contro le limacce e le<br />

chiocciole;<br />

• Rodenticidi: sono impiegati per la lotta contro diverse specie<br />

di roditori, di arvicole e contro le talpe.<br />

2. - Diserbanti<br />

Sono prodotti utilizzati per il controllo delle erbe infestanti.<br />

3. - Fitoregolatori<br />

Sono sostanze che, in piccole dosi, promuovono, inibiscono o<br />

modificano determinati processi fisiologici delle piante: antigermoglianti<br />

per le patate immagazzinate, anticascola, diradanti dei<br />

frutti, alleganti, brachizzanti e altri.<br />

4. - Repellenti<br />

Sono prodotti che per il loro particolare odore, colore, sapore sono<br />

capaci di respingere alcuni fitoparassiti (es. selvaggina e uccelli).<br />

5. - Fisiofarmaci<br />

Sono prodotti impiegati per prevenire o curare le fisiopatie dovute<br />

a: squilibri di luce, ristagni idrici, squilibri nutrizionali, sostanze<br />

inquinanti presenti nell’ambiente.<br />

5. - Biotecnologici<br />

Sono prodotti ottenuti con l’utilizzazione, anche combinata, di biochimica,<br />

microbiologia, mezzi biologici e ingegneria genetica: bioinsetticidi<br />

(es. prodotti a base di Bacillus thuringiensis), biofungicidi,<br />

predatori e parassitoidi naturali (insetti e acari utili), ecc..<br />

6. - Modificatori del comportamento<br />

Comprendono i feromoni e le trappole cromotropiche e sono detti<br />

tali in quanto modificano il comportamento di un insetto. Pur<br />

potendosi anch’essi considerare come mezzi biotecnologici, tuttavia<br />

vengono annoverati in questa specifica categoria. I feromoni<br />

sono sostanze chimiche prodotte dagli insetti e usate per lo scambio<br />

di messaggi tra individui della stessa specie. I feromoni trovano<br />

impiego pratico con diverse finalità: monitoraggio e cattura<br />

massale (mediante apposite trappole), confusione sessuale e disorientamento<br />

sessuale.<br />

Le trappole cromotropiche sfruttano la capacità di certi colori di<br />

attirare alcuni gruppi di insetti e possono essere impiegate per il<br />

monitoraggio o la cattura di massa di insetti dannosi alle piante.<br />

Per alcune specie di insetti le trappole cromotropiche possono<br />

essere innescate con feromoni attrattivi.<br />

Fig. 10 - Trappola per il monitoraggio<br />

della mosca dell’olivo.<br />

Fig. 11 - Erogatore di feromone<br />

per la confusione sessuale contro<br />

la tignoletta della vite.<br />

18 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

19


20<br />

prodotti fitosanitari<br />

4.3 Classificazione tossicologica<br />

Classificare i PF in base alla pericolosità è importante per l’individuazione<br />

dei rischi connessi alla loro manipolazione e utilizzazione.<br />

La classificazione tossicologica di un PF si basa sia sulla tossicità<br />

acuta nei confronti degli animali a sangue caldo, misurata dalla<br />

dose letale 50 (DL 50) o dalla concentrazione letale 50 (CL 50), sia<br />

sulla reale pericolosità del formulato.<br />

La DL 50 (usata per prodotti solidi e liquidi) indica la quantità di<br />

un prodotto fitosanitario, espressa in milligrammi di sostanza attiva<br />

per chilogrammo di peso dell’animale (mg/Kg di peso corporeo),<br />

che determina la morte del 50% degli animali da esperimento sottoposti<br />

ad intossicazione per via orale o cutanea.<br />

La CL 50 (usata per prodotti gassosi) indica la concentrazione di<br />

prodotto, espressa in millilitri di sostanza attiva per litro di aria o<br />

di acqua (ml/l) che agendo allo stato di gas o di vapore determina<br />

la morte del 50% degli animali da esperimento sottoposti ad inalazione<br />

per un certo periodo di tempo. Minore è la DL 50 (o la CL 50)<br />

di un PF maggiore è la sua tossicità: ciò significa che basta un<br />

minor quantitativo di PF per provocare intossicazioni.<br />

Concorrono a stabilire la classe di pericolosità di un PF la presenza<br />

di alcuni tipi di coformulanti (es. i solventi organici) e la formulazione:<br />

ad esempio le emulsioni in acqua risultano molto meno pericolose<br />

dei concentrati emulsionabili per l’assenza di solventi organici<br />

altamente tossici e infiammabili. Analogamente i microincapsulati<br />

presentano una bassa tossicità dermale rispetto ad altre formulazioni,<br />

così come i sacchetti idrosolubili. Una stessa sostanza<br />

attiva può essere contenuta in preparati commerciali classificati<br />

diversamente a causa della concentrazione della sostanza attiva,<br />

dei coformulanti presenti e del diverso tipo di formulazione.<br />

In base alla loro pericolosità i PF sono classificati in:<br />

• <strong>Prodotti</strong> molto tossici: sono contrassegnati con la lettera T+,<br />

la scritta molto tossico e l’immagine del teschio con ossa<br />

incrociate nere su sfondo arancione. Questi prodotti, se assorbiti<br />

per ingestione, per contatto o per inalazione, sono letali<br />

per l’uomo oppure possono provocare lesioni acute o croniche.<br />

• <strong>Prodotti</strong> tossici: sono contrassegnati con la lettera T, la scritta<br />

tossico e l’immagine del teschio con ossa incrociate nere su<br />

sfondo arancione. Questi prodotti, se assorbiti per ingestione,<br />

per contatto o per inalazione, sono letali per l’uomo oppure<br />

possono provocare lesioni acute o croniche.<br />

• <strong>Prodotti</strong> nocivi: sono contrassegnati con la sigla Xn, la scritta<br />

nocivo e una croce di S. Andrea nera su sfondo arancione.<br />

Questi prodotti possono provocare gravi intossicazioni per l’uomo<br />

se assorbiti per ingestione, per inalazione o per contatto;<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

T+<br />

molto tossico<br />

prodotti fitosanitari<br />

CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA: SIMBOLOGIA<br />

T X n X i<br />

tossico nocivo irritante<br />

• <strong>Prodotti</strong> irritanti: sono contrassegnati con la sigla Xi, la scritta<br />

irritante e con una croce di S. Andrea nera su sfondo arancione.<br />

Sono prodotti che, se a contatto con i tessuti vivi, possono<br />

provocare irritazioni più o meno gravi;<br />

• <strong>Prodotti</strong> non classificati: non sono contrassegnati da alcun<br />

simbolo e riportano solo la dicitura “Attenzione manipolare con<br />

prudenza”.<br />

Altri simboli di pericolo che possono ritrovarsi sulle etichette sono:<br />

• Pericoloso per l’ambiente: è riportato il simbolo con la pianta<br />

secca, il pesce morto e la lettera N. Sono sostanze e preparati<br />

la cui utilizzazione presenta o può presentare rischi immediati<br />

o differiti per l’ambiente acquatico (organismi acquatici,<br />

acque) e per l’ambiente terrestre (fauna, flora, atmosfera) o<br />

che a lungo termine hanno effetto dannoso.<br />

• Estremamente infiammabile: è riportato il simbolo della<br />

fiamma con la lettera F+;<br />

• Infiammabile: è riportato il simbolo della fiamma con la lettera<br />

F;<br />

• Comburente: è riportato il simbolo della fiamma con la lettera O.<br />

• Corrosivo: è riportato il simbolo del liquido versato sulle mani<br />

e su materiali con la lettera C.<br />

F+ F O<br />

C<br />

estremamente<br />

infiammabile<br />

ALTRI SIMBOLI DI PERICOLO<br />

infiammabile<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

N<br />

pericoloso<br />

per l'ambiente<br />

comburente corrosivo<br />

21


prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

4.4 Limiti tecnici e igienistici<br />

4.4.1 Intervallo di sicurezza<br />

L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza è il tempo minimo,<br />

espresso in giorni, che deve intercorrere per ciascuna sostanza attiva<br />

tra la data dell’ultimo trattamento e la data della raccolta.<br />

Nel caso in cui il trattamento venga eseguito nella fase di post-raccolta<br />

su derrate immagazzinate, l’intervallo di sicurezza è il tempo<br />

minimo che deve intercorrere tra la data dell’ultimo trattamento e la<br />

data dell’immissione al consumo. Durante questo intervallo la sostanza<br />

attiva viene degradata in sostanze più semplici dotate di minore<br />

tossicità per la salute umana, sia che rimanga sulla superficie delle<br />

foglie, dei frutti, dei rami o del<br />

terreno, sia che venga assorbita<br />

dalla pianta. I fattori che influenzano<br />

tale intervallo sono numerosi.<br />

Essi vanno stabiliti per i diversi<br />

PF e il loro valore è determinato<br />

attraverso il monitoraggio del<br />

decadimento dei residui sulla<br />

vegetazione, a sua volta dipendente<br />

da fattori quali la natura<br />

chimico-fisica del PF, la capacità<br />

del composto di penetrare nella<br />

pianta e da fattori microclimatici<br />

o ambientali quali temperatura,<br />

umidità e irradiazione solare.<br />

L’intervallo di sicurezza è riportato<br />

nell’etichetta del PF e deve<br />

essere rispettato scrupolosamente<br />

al fine di tutelare la salute del<br />

consumatore. Esso inoltre non<br />

dipende dalla classe tossicologica a cui appartiene il prodotto: ad<br />

esempio, un prodotto irritante può anche avere un intervallo di sicurezza<br />

maggiore di un prodotto tossico o molto tossico.<br />

L’intervallo di sicurezza rimane invariato e deve comunque essere<br />

rispettato anche se:<br />

• si verificano delle piogge dopo il trattamento;<br />

• le derrate sono sottoposte a lavaggio e/o a trattamento con<br />

cere prima di essere immesse in commercio;<br />

• i prodotti vegetali sono destinati all’industria per la trasformazione.<br />

Se il trattamento viene effettuato con una miscela di PF l’intervallo<br />

di sicurezza da rispettare è sempre quello più lungo.<br />

4.4.2 Tempo di rientro<br />

È il tempo che deve intercorrere dal momento dell’effettuazione del<br />

trattamento al momento in cui l’operatore può rientrare nell’area<br />

trattata con sicurezza, senza indossare dispositivi di protezione<br />

individuali, allo scopo di effettuare un’attività lavorativa. Il pericolo<br />

è correlato alla presenza di sostanza attiva sulla superficie delle<br />

piante o nell’ambiente se il trattamento è eseguito in serra. Il<br />

tempo di rientro dipende da diversi fattori, quali la natura chimica<br />

della sostanza attiva, le condizioni microclimatiche ambientali,<br />

la coltura trattata, le modalità di applicazione del prodotto. Se non<br />

espressamente riportato in etichetta, si considera convenzionalmente<br />

un tempo di rientro pari a 48 ore. La nuova normativa prevede<br />

che il tempo di rientro sia<br />

esplicitato in etichetta.<br />

4.4.3 Limite di tolleranza<br />

Il limite di tolleranza o limite<br />

massimo di residuo (LMR) è la<br />

concentrazione massima di<br />

sostanza attiva, espressa in<br />

parti per milione (ppm),<br />

ammessa nelle derrate alimentari.<br />

Tale quantità può essere<br />

ingerita dal consumatore con il<br />

prodotto commestibile, senza<br />

pericolo di disturbi fisiologici<br />

immediati o futuri. Il limite di<br />

tolleranza viene calcolato in<br />

laboratorio attraverso laboriose<br />

prove tossicologiche ed è fissato<br />

dal Ministero della Salute,<br />

con provvedimenti legislativi,<br />

per ogni coltura e per sostanza<br />

attiva. Tra intervallo di sicurezza<br />

e limite di tolleranza vi è<br />

una stretta correlazione: se<br />

l’agricoltore rispetta rigorosamente<br />

l’intervallo di sicurezza,<br />

attenendosi alle dosi e alle<br />

modalità riportate nell’etichetta<br />

del PF, al momento della raccolta<br />

saranno presenti sul prodotto<br />

vegetale residui inferiori<br />

al limite massimo tollerato.<br />

Fig. 12 - Anche i tempi di rientro<br />

vanno sempre rispettati.<br />

22 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

23


prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

4.5 Altre proprietà<br />

4.5.1 Spettro d’azione e selettività<br />

Lo spettro d’azione è l’insieme delle avversità che un PF controlla.<br />

Lo spettro d’azione può essere polivalente o selettivo:<br />

• polivalente, quando un PF esplica la sua azione contro organismi<br />

appartenenti a gruppi poco affini tra loro: ad esempio un<br />

insetticida efficace contro diverse specie di insetti (es. afidi,<br />

mosca della frutta, tignole). In questo caso si dice che il prodotto<br />

è a largo spettro d’azione. I prodotti che hanno azione<br />

polivalente, in generale, sono attivi sia contro le specie dannose<br />

che quelle utili, per cui non sono selettivi;<br />

• selettivo, quando il PF ha azione solo contro uno specifico fitofago<br />

o una fase vitale del suo ciclo, o contro alcuni gruppi di<br />

organismi, generalmente affini dal punto di vista sistematico:<br />

questi PF sono selettivi verso le specie di insetti utili. La selettività<br />

di un PF è la capacità di avere una azione tossica solo<br />

sugli organismi dannosi, rispettando gli organismi utili presenti<br />

in campo.<br />

La selettività può essere di due tipi:<br />

• fisiologica, se è legata alle caratteristiche intrinseche del PF: ad<br />

esempio i preparati a base di Bacillus thuringiensis sono attivi<br />

solo su alcune larve di lepidotteri perché solo nel loro intestino<br />

trovano le condizioni adatte per agire. I PF contenenti il Bacillus<br />

thuringiensis sono selettivi nei confronti di tutti gli altri insetti;<br />

• ecologica, se dipende dal momento in cui viene effettuata l’applicazione.<br />

Se un trattamento insetticida viene fatto quando<br />

l’insetto utile è protetto per esempio nella sua crisalide, il prodotto<br />

risulterà selettivo perché l’insetto utile in quel particolare<br />

momento è protetto e non è raggiungibile dal PF.<br />

4.5.2 Persistenza d’azione<br />

È il tempo, espresso in giorni, entro il quale un prodotto fitosanitario<br />

si mantiene efficace nei confronti del parassita da combattere.<br />

La persistenza d’azione è condizionata da diversi fattori:<br />

• la pioggia, sia per la semplice azione di dilavamento che per la<br />

degradazione della sostanza attiva;<br />

• la luce, che opera una decomposizione fotochimica della<br />

sostanza attiva;<br />

• la temperatura: alti valori possono causare perdita di PF per<br />

volatilizzazione e sublimazione;<br />

• il vento, che ha azione soprattutto sui prodotti polverulenti.<br />

Maggiore è la persistenza d’azione, minore è il numero di trattamenti<br />

necessari contro un parassita.<br />

4.5.3 Resistenza al dilavamento<br />

È la capacità di un prodotto fitosanitario di opporsi all’azione dilavante<br />

della pioggia.<br />

Questo aspetto dei PF dipende in larga misura dai coadiuvanti contenuti<br />

nel formulato. Infatti l’aggiunta di adesivanti consente alla<br />

sostanza attiva di permanere più a lungo sulla matrice vegetale. La<br />

resistenza al dilavamento è una caratteristica importante per i prodotti<br />

di copertura, mentre i prodotti citotropici e sistemici, essendo<br />

traslocati all’interno della pianta, non sono influenzati dall’effetto<br />

dilavante della pioggia, eccetto durante le ore immediatamente<br />

successive al trattamento.<br />

4.5.4 Miscibilità<br />

È la possibilità di un prodotto fitosanitario di essere miscelato con<br />

altri senza che l’efficacia dei singoli prodotti risulti diminuita e<br />

senza che la miscela risulti fitotossica.<br />

In agricoltura, infatti, quando si devono combattere nello stesso<br />

momento parassiti diversi si ricorre a miscele di PF. Gli interventi<br />

con più prodotti permettono un risparmio del tempo di lavoro e<br />

una riduzione del costo dei trattamenti. Quando si miscelano insieme<br />

diversi PF, si possono verificare tre diverse situazioni:<br />

• i prodotti non si influenzano fra loro, risultando reciprocamente<br />

indifferenti;<br />

• la miscela ha un’efficacia maggiore dei prodotti presi singolarmente<br />

(sinergismo);<br />

• si ha incompatibilità, cioè la miscela può essere fitotossica,<br />

oppure si verifica una riduzione dell’efficacia di uno o più PF<br />

miscelati (antagonismo).<br />

Per conoscere il grado di compatibilità o di incompatibilità delle<br />

miscele esistono apposite tabelle (tabelle di compatibilità) dove<br />

sono riportate indicazioni su quali PF possono essere miscelati,<br />

quali possono essere miscelati con opportune precauzioni e quali<br />

non devono mai essere miscelati. Queste indicazioni fanno riferimento<br />

quasi esclusivamente alla sostanza attiva, mentre la compatibilità<br />

può dipendere anche dai coadiuvanti presenti nel formulato<br />

commerciale, per cui è sempre bene seguire anche le indicazioni<br />

riportate in etichetta dalle Ditte produttrici. Quando si<br />

miscelano 2 o più prodotti bisogna tener presente che il periodo<br />

di carenza (o intervallo di sicurezza) da considerare è sempre quello<br />

più lungo. Inoltre, per quanto riguarda la tossicità acuta e cronica,<br />

miscelando 2 o più PF si ottengono composti sulla cui tossicità<br />

per l’uomo non esistono informazioni: si potrebbero infatti<br />

instaurare fenomeni di sommatoria o di potenziamento di azione<br />

tossica delle singole sostanze attive.<br />

24 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

25


26<br />

prodotti fitosanitari<br />

4.6 Modalità d’azione<br />

Attività preventiva Attività curativa Attività eradicante<br />

Fig. 13 - Modalità di azione dei<br />

fungicidi di contatto e penetranti.<br />

4.6.1 Fungicidi e battericidi<br />

I PF svolgono la loro efficacia attraverso modalità d’azione che<br />

variano in base alla loro tipologia (Fig. 13).<br />

Azione preventiva: i PF con azione preventiva prevengono l’attacco<br />

del patogeno sulla pianta, impedendo la germinazione dei suoi elementi<br />

di riproduzione e lo sviluppo della malattia nei tessuti sani.<br />

Azione curativa: i PF agiscono contro un ospite che si è gia insediato<br />

nella pianta, la malattia è in fase di incubazione e non si<br />

sono ancora manifestati i sintomi. I PF che svolgono azione curativa<br />

devono essere in grado di penetrare nei tessuti della pianta<br />

(prodotti citotropici) o di muoversi nel sistema linfatico (prodotti<br />

sistemici), in quanto devono<br />

agire sul microrganismo che di<br />

norma si sviluppa all’interno<br />

dei tessuti della pianta ospite.<br />

Azione eradicante: i PF agiscono<br />

bloccando lo sviluppo della<br />

malattia che si è già manifestata:<br />

anche in questo caso il prodotto<br />

deve avere la capacità di<br />

penetrare nella pianta.<br />

Azione di attivazione delle difese<br />

naturali: alcuni PF non agiscono<br />

direttamente sul patogeno ma inducono la pianta a elaborare<br />

delle sostanze di difesa, dette fitoalessine, che impediscono al<br />

fungo di svilupparsi.<br />

4.6.2 Insetticidi e acaricidi<br />

Azione per contatto: agiscono per il contatto diretto con il corpo<br />

del parassita. Questo può venire a contatto con il PF al momento<br />

del trattamento, se è presente sulla pianta, oppure successivamente<br />

in quanto il prodotto, con la sua persistenza d’azione, rimarrà<br />

attivo sulla pianta per un certo arco di tempo. I prodotti che agiscono<br />

per contatto sono scarsamente selettivi nei confronti delle<br />

specie utili.<br />

Azione per ingestione: causano la morte dei fitofagi che si nutrono<br />

di parti di vegetali trattati con il prodotto. I PF che agiscono per<br />

ingestione sono nella maggior parte selettivi nei confronti degli<br />

insetti utili.<br />

Azione per asfissia: vengono assorbiti allo stato gassoso attraverso<br />

le vie respiratorie. Questi PF non sono selettivi nei confronti<br />

degli insetti utili.<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prodotti fitosanitari<br />

4.6.3 Diserbanti<br />

Azione per contatto (disseccanti totali): agiscono causando il disseccamento<br />

degli organi vegetali con cui vengono a contatto,<br />

principalmente le foglie.<br />

Azione per traslocazione: svolgono la loro azione all’interno della<br />

pianta, dopo essere stati assorbiti dalle foglie e/o dalle radici,<br />

interferendo con le sue funzioni vitali.<br />

Azione per assorbimento radicale (antigerminello o residuali): sono<br />

distribuiti nel terreno e vengono assorbiti dalle erbe infestanti al<br />

momento della germinazione. Questi prodotti sono in grado di<br />

esplicare la loro attività anche per periodi prolungati.<br />

Per quanto riguarda l’effetto diserbante, essi si dividono in erbicidi<br />

totali e erbicidi selettivi.<br />

Gli erbicidi totali eliminano tutte le piante presenti sul terreno al<br />

momento del trattamento (anche quelle coltivate); gli erbicidi<br />

selettivi eliminano alcune specie, salvaguardando quelle coltivate,<br />

a dosi e condizioni determinate d’impiego.<br />

In relazione allo stadio di sviluppo della pianta coltivata gli erbicidi<br />

possono essere impiegati in diverse epoche:<br />

• pre-semina o pre-trapianto: l’applicazione viene effettuata<br />

prima della semina o del trapianto della coltura;<br />

• pre-emergenza: il trattamento viene eseguito nel periodo che<br />

intercorre tra la semina e l’emergenza della coltura;<br />

• post-emergenza o post-trapianto: il trattamento si esegue<br />

dopo l’emergenza o dopo il trapianto della coltura.<br />

4.7 Modalità di penetrazione<br />

In relazione ai rapporti che si stabiliscono tra pianta e PF distinguiamo<br />

(fig. 14):<br />

• prodotti di copertura: sono composti che non penetrano nella<br />

pianta, ma restano sulla<br />

superficie esterna. Un<br />

esempio tipico è quello dei<br />

composti a base di Rame.<br />

Questi prodotti sono idonei<br />

a prevenire le infezioni,<br />

senza avere efficacia alcuna<br />

se l’infezione è gia in atto;<br />

• prodotti citotropici: penetrano<br />

nei tessuti vegetali e<br />

rimangono localizzati solo<br />

nella zona adiacente il<br />

punto di assorbimento;<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

Fig. 14 - Modalità di penetrazione<br />

dei PF.<br />

27


Fig. 15 - Ustioni su acini d’uva<br />

dovute a sovradosaggio di un<br />

fungicida.<br />

Fig. 16 - Arrossamenti e necrosi<br />

causati da utilizzo di Sali di<br />

Rame su susino in vegetazione.<br />

prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

• prodotti translaminari: penetrano nei tessuti vegetali e si<br />

estendono in senso radiale e orizzontale da una pagina fogliare<br />

all’altra;<br />

• prodotti sistemici: traslocano dal punto di penetrazione entrando<br />

nel sistema linfatico della pianta per essere poi trasportati<br />

in tutti gli organi;<br />

• prodotti mesostemici: combinano l’attività di copertura, citotropica<br />

e translaminare.<br />

L’azione dei prodotti penetranti non è influenzata dall’effetto dilavante<br />

delle piogge se non nelle prime ore dalla loro distribuzione.<br />

4.8 Fitotossicità<br />

È l’azione dannosa del prodotto fitosanitario sulla pianta.<br />

Essa può dipendere da vari fattori tra cui sovradosaggio, varietà<br />

sensibili, alte temperature, scarsa compatibilità e si manifesta<br />

attraverso alterazioni morfologiche e fisiologiche degli organi<br />

vegetali.<br />

La fitotossicità può essere:<br />

• acuta, se i danni causati dai PF si manifestano subito dopo il<br />

trattamento e le alterazioni sono molto evidenti e localizzate;<br />

• cronica, se le alterazioni si manifestano dopo un certo intervallo<br />

di tempo e sono meno appariscenti e più diffuse.<br />

Gli esiti di una fitotossicità acuta si manifestano generalmente<br />

come ustioni, maculature fogliari, gommosi, rugginosità e fessurazioni<br />

dei frutti. Le alterazioni legate alla fitotossicità cronica consistono,<br />

generalmente, in riduzioni dello sviluppo vegetativo,<br />

cascola di foglie e frutti e modificazioni dei caratteri morfologici e<br />

organolettici a carico di questi ultimi. Un caso classico di fitotossicità<br />

cronica è costituito dall’attività di diserbanti ormonici (2,4<br />

D, 2,4DB, MCPA) (Fig. 17) che direttamente o indirettamente giungono<br />

a contatto con colture arboree, causando tipiche bollosità e<br />

deformazioni fogliari (prezzemolatura, aspetto ventagliforme).<br />

La fitotossicità può essere ancora distinta in estrinseca e intrinseca.<br />

La fitotossicità estrinseca è causata generalmente da un errato<br />

impiego dei PF:<br />

Fig. 17 - Danni da deriva di diserbante<br />

ormonico su foglia di vite.<br />

28 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

29


prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

• trattamenti effettuati nelle ore più calde della giornata;<br />

• errata dose d’impiego dei principi attivi, con l’utilizzo di dosi<br />

superiori a quelle consigliate in etichetta;<br />

• scarsa pratica nelle applicazioni a basso volume;<br />

• incompatibilità tra i principi attivi impiegati quando si miscelano<br />

PF diversi: in questo caso i due o più prodotti miscelati e<br />

distribuiti contemporaneamente sono tossici per la pianta,<br />

mentre se distribuiti singolarmente non causano alcun danno.<br />

La fitotossicità intrinseca è dovuta, invece, alla sensibilità della<br />

pianta nei confronti delle sostanze attive, sensibilità propria della<br />

specie o della varietà, oppure legata ad una particolare fase fenologica;<br />

esempi a riguardo sono costituiti dall’uso del Rame su drupacee<br />

in vegetazione.<br />

Per evitare i danni da fitotossicità è buona norma leggere attentamente<br />

le etichette dei PF impiegati considerando attentamente i<br />

seguenti aspetti: sensibilità di specie o varietà, dosi ed epoche di<br />

impiego, compatibilità con altri formulati. Inoltre, è necessario<br />

evitare di effettuare trattamenti nelle ore più calde della giornata<br />

oppure quando c’è elevata ventosità, per evitare eccessiva deriva<br />

della miscela antiparassitaria.<br />

Non è superfluo, infine, ricordare che un’ottimale messa a punto<br />

dell’attrezzatura irrorante, e dal punto di vista meccanico e dell’efficienza<br />

distributiva, è di fondamentale importanza per evitare<br />

danni da fitotossicità, oltre che per realizzare un efficace intervento<br />

fitosanitario.<br />

4.9 Formulazioni<br />

I PF sono commercializzati in formulati per trattamenti a secco,<br />

per trattamenti liquidi, per trattamenti gassosi, per endoterapia,<br />

per trattamenti aerei e per esche.<br />

• Formulazioni per trattamenti a secco - Non hanno bisogno di<br />

acqua per la distribuzione e si distinguono in:<br />

. polveri secche: la sostanza attiva è miscelata con polveri<br />

minerali inerti e per la loro distribuzione si impiegano<br />

apposite attrezzature, per es. le impolveratrici per lo zolfo<br />

in polvere;<br />

. granuli: sono impiegati per la disinfezione e disinfestazione<br />

del terreno da funghi, insetti e nematodi e analogamente<br />

alle polveri secche, da cui si differenziano solo per<br />

la dimensione delle particelle, anche nei formulati granulari<br />

la sostanza attiva è associata a materiali inerti;<br />

• Formulazioni per trattamenti liquidi - I PF si impiegano previa<br />

diluizione in acqua e si distinguono in:<br />

. Polveri Bagnabili (PB, WP): la sostanza attiva è costituita<br />

da una polvere che diluita in acqua forma una sospensione<br />

e che con il passare del tempo tende a depositarsi<br />

sul fondo del recipiente;<br />

. Polveri Solubili (PS, WS): la sostanza attiva è costituita<br />

da una polvere che in acqua forma una soluzione stabile.<br />

Con le formulazioni in polvere è maggiore il rischio di inalazione<br />

per l’operatore durante la loro manipolazione ed è più difficoltoso<br />

il dosaggio del PF.<br />

. Concentrati Emulsionabili (EC): la sostanza attiva, non<br />

essendo solubile in acqua, è disciolta in uno o più solventi<br />

organici e addizionata di sostanze emulsionanti e tensioattive<br />

che permettono la formazione di una emulsione stabile<br />

quando viene diluita in acqua. Lo svantaggio principale<br />

di questi formulati è legato alla pericolosità dei solventi<br />

presenti, che in alcuni casi possono anche essere infiammabili<br />

e rilasciare sostanze volatili nell’ambiente;<br />

. Emulsioni in Acqua (EW): la sostanza attiva è, come prima,<br />

emulsionata in acqua in presenza di tensioattivi, disperdenti<br />

ed altri, in modo da formare un’emulsione stabile, ma che<br />

sono meno pericolosi per l’operatore e per l’ambiente perché<br />

contengono meno composti organici volatili;<br />

. Sospensioni Concentrate (SC), Pasta Fluida (FL), Flowable<br />

(FLOW): sono formulazioni liquide concentrate di una<br />

sostanza attiva in polvere finemente macinata in sospensione<br />

in un mezzo liquido, costituito in genere da acqua,<br />

con l’aggiunta di bagnanti, disperdenti e altri stabilizzanti<br />

in modo da formare una sospensione stabile;<br />

. Microcapsule (CS): si tratta di formulati in cui la sostanza<br />

attiva viene emulsionata in acqua e ricoperta da una<br />

sottile pellicola di materiale polimerico. Depositata sulla<br />

vegetazione, la sostanza attiva viene così liberata lentamente.<br />

Presenta i vantaggi di una riduzione della volatilità<br />

e della tossicità per inalazione, e quindi maggiore sicurezza<br />

per l’operatore durante la manipolazione, oltre a una<br />

maggiore efficacia del trattamento per la prolungata persistenza<br />

d’azione. In questo tipo di formulazione non sono<br />

presenti solventi;<br />

. Granuli Disperdibili (WG, WDG, DF), Granuli Solubili (SG):<br />

la sostanza attiva insieme al coadiuvante e alle sostanze<br />

inerti sono macinati finemente e sottoposti ad un processo<br />

di microgranulazione. Presentano vantaggi soprattutto<br />

sotto il profilo tossicologico per una riduzione del rischio<br />

di inalazione.<br />

30 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

31


Fig. 18 - Formulazione in sacchetti<br />

idrosolubili<br />

prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

Appartengono a questa categoria i sacchetti idrosolubili,<br />

in cui il PF, in polvere o granuli, è avvolto da un<br />

sottile velo di materiale plastico dotato di elevata<br />

resistenza che isola completamente il PF dall’ambiente<br />

e dall’operatore. Tale velo a contatto con<br />

l’acqua si scioglie rapidamente. Questa soluzione<br />

offre notevoli vantaggi sotto il profilo della tutela<br />

della salute dell’operatore: tali formulati non<br />

producono polvere durante la manipolazione e i<br />

sacchetti sono pre-dosati, per cui l’operatore<br />

non viene a contatto con il PF. Essi tutelano<br />

l’ambiente, eliminando il problema dei rifiuti<br />

costituiti dai contenitori vuoti dei PF in<br />

quanto le confezioni vuote, non contaminate,<br />

possono essere smaltite senza particolari<br />

accorgimenti (fig. 18);<br />

• Formulazioni per endoterapia: i PF vengono introdotti nelle<br />

piante tramite delle iniezioni sul tronco che possono essere:<br />

- ad assorbimento naturale, se il PF viene assorbito attivamente<br />

dalla pianta<br />

- a pressione, se il PF viene introdotto forzatamente applicando<br />

una certa pressione con apposite attrezzature.<br />

I principali vantaggi di questa metodologia sono:<br />

- riduzione delle dosi di prodotto impiegato;<br />

- maggiore efficacia del trattamento in quanto il PF non viene<br />

dilavato dagli agenti atmosferici;<br />

- minor impatto ambientale perché il PF, non disperdendosi nell’ambiente,<br />

consente il trattamento sulle alberature cittadine<br />

anche durante il giorno;<br />

- prolungata persistenza d’azione;<br />

• Formulazioni per esche - La sostanza attiva è utilizzata insieme<br />

a sostanze appetite dalla specie che si vuole combattere e<br />

sono impiegate contro ratti, lumache, ecc.;<br />

• Formulazioni per trattamenti gassosi - Sono i cosiddetti<br />

fumiganti, prodotti che agiscono sottoforma di gas e vengono<br />

utilizzati per la disinfestazione dei terreni e delle derrate alimentari<br />

immagazzinate contro nematodi, insetti, funghi, batteri<br />

e semi di piante infestanti. Le fumigazioni al terreno sono<br />

effettuate da ditte specializzate che, se utilizzano gas tossici,<br />

devono essere autorizzate dalla questura territorialmente competente.<br />

• Formulazioni per trattamenti con mezzi aerei - Sono formulazioni<br />

particolari che limitano al massimo il fenomeno della<br />

deriva grazie alla presenza di coadiuvanti antideriva i quali<br />

impediscono che il PF si disperda nell’ambiente circostante.<br />

Presentano il vantaggio di poter trattare grandi superfici in poco<br />

tempo.<br />

4.10 Etichetta<br />

Un PF può essere immesso in commercio solo se confezionato in<br />

involucro o imballaggio chiuso che non può essere manomesso.<br />

Esso deve sempre recare un’etichetta, regolarmente autorizzata dal<br />

Ministero della Salute, che ne rappresenta la vera e propria carta<br />

di identità.<br />

L’utilizzatore è sempre tenuto a leggere con molta attenzione tutte<br />

le indicazioni e le precauzioni d’uso riportate sull’etichetta in<br />

modo da assicurare a sé e agli altri, nonché all’ambiente in cui<br />

opera, le garanzie di un corretto e responsabile uso; allo stesso<br />

modo il formulato scelto sarà posto nelle condizioni ottimali per<br />

esprimere al meglio la propria efficacia.<br />

In figura 19 riportiamo lo schema di un’etichetta con le caratteristiche,<br />

la simbologia e le prescrizioni d’uso che l’attuale normativa<br />

impone.<br />

4.10.1 Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />

Come già accennato nel cap. 2, la Direttiva 1999/45/CEE impone<br />

che sulle etichette di tutti i prodotti potenzialmente pericolosi, tra<br />

cui i PF, siano chiaramente riportate le frasi di rischio. Con tale<br />

termine si intendono frasi convenzionali, indicate con la lettera R<br />

seguita da un numero, che descrivono i rischi per la salute umana,<br />

animale ed ambientale connessi alla manipolazione di sostanze<br />

chimiche. In particolare, i PF che contengono alcune delle frasi di<br />

rischio più pericolose per l’uomo possono subire una classificazio-<br />

32 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

33


Informazioni<br />

sanitarie<br />

Dosi<br />

di impiego<br />

Colture<br />

autorizzate<br />

Organismi<br />

bersaglio<br />

Intervallo di<br />

sicurezza<br />

Facsimile di etichetta<br />

nomeprodotto EC<br />

Nome<br />

del prodotto<br />

Tipo<br />

di prodotto<br />

Sostanza<br />

attiva<br />

Insetticida Fosforganico per la lotta contro la tignoletta della vite e la cidia<br />

del pesco.<br />

T+<br />

N<br />

Composizione: g 100 di Nome Prodotto contengono:<br />

g 5 di nomefos puro;<br />

Tipo di<br />

formulazione<br />

Simbologia<br />

di pericolo<br />

Frasi<br />

di rischio<br />

pericoloso<br />

disperdenti e coadiuvanti q.b. a 100.<br />

per l'ambiente<br />

Frasi di rischio: pericolo di effetti irreversibili molto gravi.<br />

Consigli di prudenza: conservare fuori dalla portata dei bambini.<br />

molto tossico<br />

Consigli<br />

di prudenza<br />

Tempo di<br />

rientro<br />

Fig. 19 - Esempio di etichetta.<br />

prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

DL 50 = 5 mg/Kg<br />

Norme di chi lo produce (titolare dell’autorizzazione): ABC.<br />

Officina di produzione: DEF Partita n. 959<br />

Registrazione del ministero della Sanità n. 1 del 27.01.2009<br />

Norme di sicurezza: non operare contro vento, non contaminare altre colture,<br />

alimenti e bevande o corsi d’acqua.<br />

Informazioni per il medico: sintomi: vomito, diarrea, tremori e fibrillazioni, convulsioni,<br />

tachicardia, collasso cardiocircolatorio.<br />

Terapia: atropina.<br />

Consultare un centro antiveleni.<br />

Colture, dosi e modalità d’impiego:<br />

Vite: contro la tignoletta 50-65 g/hl 2-3 giorni dal picco del volo<br />

Pesco: contro la cidia 45-50 g/hl in presenza di 10 catture/trappola/sett.<br />

Compatibilità: non è miscibile con poltiglia bordolese, polisolfuri.<br />

Rischi di nocività: il prodotto è pericoloso per gli insetti utili e non può essere distribuito<br />

durante la fioritura.<br />

Fitotossicità: il prodotto può arrecare danno alle seguenti cultivar di pesco:<br />

Redhaven e Springcrest.<br />

Sospendere i trattamenti 21 giorni prima della raccolta su vite e 30 giorni<br />

su pesco.<br />

Non rientrare nel campo trattato prima di 48 ore<br />

Livello<br />

di tossicità<br />

Numero di<br />

registrazione<br />

Modalità<br />

d’impiego<br />

Compatibilità<br />

Fitotossicità<br />

ne restrittiva indipendentemente dalla loro tossicità acuta. Allo<br />

stesso modo sono riportati sulle etichette i consigli di prudenza,<br />

contrassegnati convenzionalmente con la lettera “S”.<br />

Ne riportiamo gli elenchi:<br />

FRASI DI RISCHIO<br />

R1 Esplosivo allo stato secco.<br />

R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento,<br />

fuoco o altre sorgenti d’ignizione.<br />

R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento,<br />

fuoco o altre sorgenti d’ignizione.<br />

R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.<br />

R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.<br />

R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria.<br />

R7 Può provocare un incendio.<br />

R8 Può provocare l’accensione di materie combustibili.<br />

R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.<br />

R10 Infiammabile.<br />

R11 Facilmente infiammabile.<br />

R12 Estremamente infiammabile.<br />

R14 Reagisce violentemente con l’acqua.<br />

R15 A contatto con l’acqua libera gas estremamente<br />

infiammabili.<br />

R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze<br />

comburenti.<br />

R17 Spontaneamente infiammabile all’aria.<br />

R18 Durante l’uso può formare con aria miscele<br />

esplosive/infiammabili.<br />

R19 Può formare perossidi esplosivi.<br />

R20 Nocivo per inalazione.<br />

R21 Nocivo a contatto con la pelle.<br />

R22 Nocivo per ingestione.<br />

R23 Tossico per inalazione.<br />

R24 Tossico a contatto con la pelle.<br />

R25 Tossico per ingestione.<br />

R26 Molto tossico per inalazione.<br />

R27 Molto tossico a contatto con la pelle.<br />

R28 Molto tossico per ingestione.<br />

R29 A contatto con l’acqua libera gas tossici.<br />

R30 Può divenire facilmente infiammabile durante<br />

l’uso.<br />

R31 A contatto con acidi libera gas tossico.<br />

R32 A contatto con acidi libera gas altamente tossico.<br />

R33 Pericolo di effetti cumulativi.<br />

R34 Provoca ustioni.<br />

R35 Provoca gravi ustioni.<br />

R36 Irritante per gli occhi.<br />

R37 Irritante per le vie respiratorie.<br />

R38 Irritante per la pelle.<br />

R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.<br />

R40 Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti.<br />

R41 Rischio di gravi lesioni oculari.<br />

R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.<br />

R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con<br />

la pelle.<br />

R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in<br />

ambiente confinato.<br />

R45 Può provocare il cancro.<br />

R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.<br />

R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di<br />

esposizione prolungata.<br />

R49 Può provocare il cancro per inalazione.<br />

R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.<br />

R51 Tossico per gli organismi acquatici.<br />

R52 Nocivo per gli organismi acquatici.<br />

R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi<br />

per l’ambiente acquatico.<br />

R54 Tossico per la flora.<br />

R55 Tossico per la fauna.<br />

R56 Tossico per gli organismi del terreno.<br />

R57 Tossico per le api.<br />

R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi<br />

per l’ambiente.<br />

R59 Pericoloso per lo strato di ozono.<br />

R60 Può ridurre la fertilità.<br />

R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.<br />

R62 Possibile rischio di ridotta fertilità.<br />

R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora<br />

nati.<br />

R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno.<br />

R65 Può causare danni polmonari se ingerito.<br />

R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e<br />

screpolatura della pelle.<br />

R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza<br />

e vertigini.<br />

R68 Possibilità di effetti irreversibili.<br />

34 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

35


CONSIGLI DI PRUDENZA<br />

S 1 Conservare sotto chiave.<br />

S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.<br />

S 3 Conservare in luogo fresco.<br />

S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.<br />

S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi<br />

da parte del fabbricante).<br />

S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da<br />

parte del fabbricante).<br />

S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.<br />

S 8 Conservare al riparo dall’umidità.<br />

S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.<br />

S 12 Non chiudere ermeticamente il recipiente.<br />

S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da<br />

bevande.<br />

S 14 Conservare lontano da (sostanze incompatibili<br />

da precisare da parte del produttore).<br />

S 15 Conservare lontano dal calore.<br />

S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non<br />

fumare.<br />

S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili.<br />

S 18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.<br />

S 20 Non mangiare nè bere durante l’impiego.<br />

S 21 Non fumare durante l’impiego.<br />

S 22 Non respirare le polveri.<br />

S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol [termine(i)<br />

appropriato(i) da precisare da parte del<br />

produttore].<br />

S 24 Evitare il contatto con la pelle.<br />

S 25 Evitare il contatto con gli occhi.<br />

S 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente<br />

e abbondantemente con acqua e<br />

consultare il medico.<br />

S 27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti<br />

contaminati.<br />

S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente<br />

ed abbondantemente (con prodotti idonei<br />

da indicarsi da parte del fabbricante).<br />

S 29 Non gettare i residui nelle fognature.<br />

S 30 Non versare acqua sul prodotto.<br />

S 33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche.<br />

S 35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non<br />

con le dovute precauzioni.<br />

S 36 Usare indumenti protettivi adatti.<br />

S 37 Usare guanti adatti.<br />

S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un<br />

apparecchio respiratorio adatto.<br />

S 39 Proteggersi gli occhi/la faccia.<br />

S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati<br />

prodotti fitosanitari prodotti fitosanitari<br />

daquesto prodotto, usare... (da precisare da<br />

parte del produttore).<br />

S 41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare<br />

i fumi.<br />

S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un<br />

apparecchio respiratorio adatto [termine(i)<br />

appropriato(i) da precisare da parte del produttore].<br />

S 43 In caso di incendio usare... (mezzi estinguenti<br />

idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se<br />

l’acqua aumenta il rischio precisare “Non usare<br />

acqua”).<br />

S 45 In caso di incidente o di malessere consultare<br />

immediatamente il medico (se possibile,<br />

mostrargli l’etichetta).<br />

S 46 In caso d’ingestione consultare immediatamente<br />

il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta.<br />

S 47 Conservare a temperatura non superiore a... °C<br />

(da precisare da parte del fabbricante).<br />

S 48 Mantenere umido con... (mezzo appropriato da<br />

precisare da parte del fabbricante).<br />

S 49 Conservare soltanto nel recipiente originale.<br />

S 50 Non mescolare con... (da specificare da parte del<br />

fabbricante).<br />

S 51 Usare soltanto in luogo ben ventilato.<br />

S 52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.<br />

S 53 Evitare l’esposizione - procurarsi speciali istruzioni<br />

prima dell’uso.<br />

S 56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori<br />

in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali<br />

autorizzato.<br />

S 57 Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento<br />

ambientale.<br />

S 59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore<br />

per il recupero/riciclaggio.<br />

S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono<br />

essere smaltiti come rifiuti pericolosi.<br />

S 61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni<br />

speciali schede informative in materia di<br />

sicurezza.<br />

S 62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente<br />

il medico e mostrargli il contenitore o<br />

l’etichetta.<br />

S 63 In caso di incidente per inalazione, allontanare<br />

l’infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo<br />

a riposo<br />

S 64 In caso di ingestione sciacquare la bocca con<br />

acqua (solamente se l’infortunato è cosciente).<br />

4.11 Schede di sicurezza<br />

Il già citato D. Legislativo n. 65/2003 impone che ciascun PF sia<br />

accompagnato da una scheda di sicurezza (SDS) che fornisca tutte<br />

le informazioni di natura fisico-chimica relative al prodotto stesso.<br />

Le SDS devono essere predisposte dalle ditte produttrici di PF<br />

in formato cartaceo e/o su supporto informatico. Lo scopo è di<br />

rendere note le proprietà pericolose di un PF, ai fini della valutazione<br />

dei rischi e della tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente,<br />

sia al rivenditore che all’utilizzatore.<br />

Le voci che obbligatoriamente debbono essere riportate su di una<br />

SDS sono:<br />

- identificazione della sostanza/preparato e della<br />

società/impresa<br />

- composizione, informazione sui componenti<br />

- identificazione dei pericoli<br />

- interventi di primo soccorso<br />

- misure antincendio<br />

- provvedimenti in caso di dispersione accidentale<br />

- manipolazione ed immagazzinamento<br />

- protezione personale, controllo dell’esposizione<br />

- proprietà chimico-fisiche<br />

- stabilità e reattività<br />

- informazioni tossicologiche<br />

- informazioni ecologiche<br />

- osservazioni sullo smaltimento<br />

- informazioni sul trasporto<br />

- informazioni sulla normativa<br />

- altre informazioni<br />

Il rivenditore è tenuto a consegnare obbligatoriamente all’utilizzatore<br />

le SDS relative ai PF classificati come pericolosi (T+, T, Xn).<br />

Lo stesso rivenditore deve invece fornire solo su richiesta dell’acquirente<br />

le SDS dei formulati non classificati come pericolosi ma<br />

che presentano una sostanza attiva pericolosa per la salute o per<br />

l’ambiente o, ancora, che contengono una sostanza attiva per la<br />

quale esistono valori limite di esposizione fissati dalla CE in determinate<br />

concentrazioni.<br />

4.12 Trasporto e deposito<br />

Il trasporto dei PF deve avvenire sempre con la massima cura ed<br />

attenzione evitando promiscuità con passeggeri, animali e derrate<br />

alimentari. Durante il carico e lo scarico occorre fare attenzione a<br />

36 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

37


Fig. 20 - Locale deposito dei PF.<br />

prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

chiodi o sporgenze metalliche che possano causare la rottura delle<br />

confezioni. Dopo il trasporto è necessario lavare accuratamente il<br />

veicolo.<br />

Il locale di deposito deve essere asciutto, fresco, aerato, preservato<br />

dal gelo e dal calore, con pareti e pavimenti lavabili, impermeabili<br />

ed impianto elettrico a norma. Nel locale non è ammesso<br />

lo stoccaggio dei prodotti alimentari, dei mangimi e dei prodotti<br />

infiammabili.<br />

Bisogna fare in modo di impedire sempre l’accesso ai bambini e<br />

alle persone non addette.<br />

Sulla porta del locale o dell’armadio è necessario affiggere un cartello<br />

con l’avvertenza di pericolo.<br />

distribuzione dei<br />

prodotti fitosanitari<br />

5.1 Macchine<br />

Un aspetto fondamentale, e spesso non adeguatamente valutato,<br />

dell’efficacia del trattamento fitoiatrico riguarda la distribuzione<br />

del o dei prodotti che si intende utilizzare. Infatti, i risultati dell’intervento<br />

non dipendono solo dalla corretta scelta del PF ma<br />

anche da come il prodotto stesso viene irrorato sulla coltura bersaglio.<br />

Per far questo occorre innanzitutto che l’irroratrice (barra<br />

orizzontale nelle colture erbacee, atomizzatore o similare in quelle<br />

arboree) sia perfettamente regolata e funzionante e che l’utilizzatore<br />

conosca adeguatamente le caratteristiche meccaniche delle<br />

attrezzature che manovra. Specifiche indagini di campo hanno<br />

messo in luce che può disperdersi nell’ambiente fino a oltre il 65%<br />

del quantitativo di agrofarmaci distribuito, senza che esso arrivi<br />

alla vegetazione. In determinate condizioni di ventosità, si è<br />

accertato che le goccioline d’acqua possono percorrere anche svariati<br />

chilometri. Le conseguenti ricadute sull’uomo e sull’ambiente<br />

sono immaginabili. Iniziamo con un rapido sguardo alla tipologia<br />

di macchine irroratrici esistente.<br />

Una prima distinzione tiene conto della formulazione del PF:<br />

• solida (impolveratrici, spandigranuli, ecc.);<br />

• gassosa (fumigatrice);<br />

• liquida (irroratrici).<br />

Le impolveratrici sono macchine che generano un flusso di aria<br />

costante ed elevato per il trasporto di sostanze formulate in polvere<br />

e si compongono di un telaio, una tramoggia, un dispositivo<br />

dosatore, un ventilatore, organi adduttori e distributori. Gli<br />

spandigranuli e microgranulatori sono invece macchine più semplici<br />

delle precedenti destinate allo spandimento di formulati granulari<br />

e si compongono di tramoggia, dispositivo dosatore e<br />

organi di spandimento. I granuli possono anche essere distribuiti<br />

attraverso attrezzature per lo spandimento dei concimi.<br />

Le fumigatrici distribuiscono prodotti gassosi al terreno.<br />

38 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

39<br />

5


Fig. 21 - Due modelli di atomizzatori<br />

trainati.<br />

distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

I fumiganti sono sostanze ad alta tensione di vapore “confezionati”<br />

sotto pressione in forma liquida che, una volta iniettati nel terreno,<br />

passano allo stato di gas. Sono costituite da pali iniettori<br />

dotati nella parte inferiore di un dispositivo perforante che presenta<br />

fori calibrati disposti in posizione radiale per garantire<br />

l’uniformità di distribuzione nei punti prescelti.<br />

Le irroratrici rappresentano la stragrande maggioranza delle<br />

attrezzature destinate alla protezione fitosanitaria e servono alla<br />

distribuzione di miscele acqua-PF che danno luogo a soluzioni,<br />

emulsioni o sospensioni, in funzione delle caratteristiche di formulazione.<br />

Hanno il compito di trasportare i PF sotto forma di goccioline<br />

finissime sul bersaglio vegetale e la loro distinzione viene<br />

fatte in base alle colture per le quali vengono utilizzate:<br />

• irroratrici a barra: sono le macchine destinate alle colture<br />

erbacee, orticole e industriali;<br />

• irroratrici a getto portato: sono le macchine destinate alle colture<br />

arboree. Sono più comunemente chiamate atomizzatori.<br />

Entrambe le tipologie presentano uno schema costruttivo comune<br />

che comprendono le parti meccaniche elementari necessarie al loro<br />

funzionamento:<br />

• telaio: deve presentare caratteristiche di resistenza e leggerezza<br />

e la sua forma varia in base alla tipologia di macchina (trainata,<br />

portata o semovente);<br />

• serbatoio: contiene la miscela ed è costruito solitamente con<br />

materiali che gli conferiscono resistenza all’aggressione chimica<br />

delle sostanze che deve veicolare: polietilene e poliestere<br />

sono i più comuni. Per il suo riempimento alcune macchine<br />

sono dotate di dispositivi autoadescanti (idroiniettori e pompe<br />

centrifughe). Per garantire la stabilità della miscela, evitandone<br />

la sedimentazione, il serbatoio è poi dotato di opportuni<br />

agitatori (sistemi meccanici, idraulici o idromeccanici);<br />

• serbatoio supplementare: ne sono provviste molte macchine<br />

al fine di operare una preparazione più accurata della miscela<br />

che sarà poi aspirata nel serbatoio principale;<br />

• pompa: è il “cuore” pulsante dell’irroratrice e ha il compito di<br />

inviare la miscela ai punti finali di distribuzione (ugelli). Se la<br />

polverizzazione è meccanica, è importante che la pompa<br />

garantisca la necessaria pressione per ottenere una corretta<br />

nebulizzazione della miscela stessa; se pneumatica, essa deve<br />

invece assicurare la portata massima richiesta dagli adduttori.<br />

La pompa può essere alternativa (a pistone o pistone-membrana)<br />

per elevate pressioni di esercizio (> 40 bar) o centrifuga<br />

per basse pressioni (2-12 bar). La sua scelta è determinata dai<br />

volumi che si intendono distribuire ad ettaro, dalla tipologia<br />

degli ugelli presenti nonché dalla velocità di avanzamento<br />

della trattrice;<br />

• filtri: sono dispositivi atti ad impedire il transito di corpi<br />

estranei che potrebbero ostruire o danneggiare le parti più<br />

delicate della macchina. Sono presenti lungo tutto il percorso<br />

del liquido, dal riempimento sino agli organi di mandata, a<br />

maglie via via più piccole. I materiali sono in nylon o acciaio<br />

inox;<br />

• ugelli: rappresentano la parte finale del percorso della miscela<br />

con il compito di proiettarne le goccioline sulla matrice<br />

vegetale e sono generalmente costruiti in ceramica, ottone,<br />

acciaio o plastica. Gli ugelli a polverizzazione meccanica rice-<br />

Fig. 22 - Atomizzatore semovente.<br />

40 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

41


distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

vono la miscela ad alta pressione e possono essere di vari tipi<br />

e dimensioni variabili, in funzione delle prestazioni richieste<br />

(distribuzione di fungicidi, insetticidi, diserbanti, ecc.): a<br />

cono, con fori di uscita di ridotto diametro (0,8-2 mm); a ventaglio,<br />

con fessure di uscita a “occhiello”; a specchio, utilizzati<br />

per basse pressioni di esercizio (0,7-2,5 bar) e formazione di<br />

goccioline di diametro medio grande (400-1000 µm); a getti,<br />

prevalentemente utilizzati per la distribuzione di concimi liquidi<br />

sulle colture a fila.<br />

Esistono poi altri tipi di ugelli che si differenziano dai precedenti<br />

per caratteristiche costruttive (antideriva, a pressione<br />

d’aria, centrifughi, ugelli per irroratici pneumatiche, ecc.),<br />

scelti in base agli specifici utilizzi;<br />

• congegni antigoccia: servono ad evitare la fuoriuscita della<br />

miscela dagli ugelli, una volta arrestata l’alimentazione del circuito;<br />

• organi di regolazione: sono fondamentali per il garantire il<br />

flusso costante della miscela. Tra essi ricordiamo il regolatore<br />

di pressione, che nel circuito idraulico precede il manometro,<br />

gli automatismi di regolazione della dose, ecc.;<br />

• carica elettrostatica: alcune macchine sono dotate di un<br />

generatore di corrente a basso amperaggio che ha il compito<br />

di creare un campo elettrostatico, caricando positivamente le<br />

goccioline che fuoriescono dall’ugello. In tal modo le goccioline<br />

si respingono tra loro e acquisiscono la capacità di essere<br />

attratte dalla superficie fogliare che è invece di segno<br />

opposto.<br />

5.2 Norme per il corretto funzionamento delle<br />

macchine<br />

Dopo la carrellata sui principali componenti delle irroratrici, è<br />

necessario mettere a fuoco gli aspetti più importanti che determinano<br />

la buona qualità del lavoro svolto con le macchine, alle quali,<br />

purtroppo, si dedica una manutenzione talvolta distratta. Spesso,<br />

infatti, le macchine operano con manometri malfunzionanti, si<br />

provvede a pulire gli ugelli solo quando si otturano e solo raramente<br />

questi vengono sostituiti, i regolatori di pressione risultano<br />

fermi e altro ancora. Conseguenza logica è una distribuzione fortemente<br />

irregolare che, oltre ad una pericolosa ricaduta ambientale<br />

e sugli operatori stessi, può causare problemi di sovradosaggio<br />

con conseguenti residui eccessivi sulle matrici trattate, pur nel<br />

rispetto dei tempi di carenza oppure di sottodosaggio, lasciando<br />

in tal caso le colture non protette.<br />

Di contro, per ottenere la massima efficacia di un intervento fito-<br />

iatrico occorre che il PF raggiunga per quanto possibile la coltura<br />

o il terreno al quale è destinato, eliminando o limitando al minimo<br />

le dispersioni nell’ambiente. Per far sì che la distribuzione sia<br />

uniforme sul bersaglio (vegetazione o terreno) senza che vi siano<br />

aree non coperte o trattate con dosi errate (eccessive o inferiori),<br />

è di primaria importanza disporre di un’irroratrice perfettamente<br />

regolata e funzionante in ogni sua parte.<br />

Un’irroratrice non tarata disperde, in media, dal 30 a oltre il 60%<br />

del prodotto impiegato, soprattutto in aria con il cosiddetto effetto<br />

nuvola (fig. 23); se correttamente regolata, invece, riduce moltissimo<br />

tali valori, per cui sono numerosi vantaggi che spingono<br />

l’agricoltore in questa direzione:<br />

• aumento dell’efficacia dei trattamenti: l’omogeneità di<br />

distribuzione sulla superficie da trattare, sia per gli interventi<br />

antiparassitari sia per il diserbo sul terreno, assicura la massima<br />

efficacia dell’intervento ferme restando, naturalmente, la<br />

giusta scelta del formulato e la tempestività dell’intervento.<br />

Un buon diagramma di distribuzione degli ugelli ed un loro corretto<br />

orientamento consentono di centrare al meglio il bersaglio,<br />

minimizzando le dispersioni.<br />

Grazie alle attrezzature specialistiche (banchi prova) in dotazione<br />

del Centri Autorizzati è possibile, ad esempio, controllare<br />

il diagramma di distribuzione degli ugelli ed orientarne l’angolo<br />

di spruzzo in modo da dirigere l’irrorato verso le parti di<br />

vegetazione più indicate;<br />

Fig. 23 - Le perdite di prodotto<br />

dovute alla “nuvola”. (Fonte:<br />

DEIAFA - Università di Torino)<br />

42 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

43


Fig. 24 - Esempio di irrorazione<br />

coprente (a sin.) e bagnante. Il<br />

primo caso è la distribuzione<br />

ottimale per i prodotti di contatto,<br />

il secondo è l’ideale per i prodotti<br />

penetranti. (Fonte: DEIAFA<br />

- Università di Torino)<br />

distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

• riduzione dell’inquinamento ambientale e del consumo di<br />

risorse: consumi più mirati di PF e ridotta deriva nell’ambiente<br />

si traducono in una drastica e netta riduzione dell’impatto<br />

di sostanze chimiche sull’ecosistema. L’impiego di volumi più<br />

bassi, inoltre, contribuisce in maniera significativa a ridurre il<br />

consumo di acqua, risorsa non rinnovabile, che sempre più<br />

diventerà limitata e strategica. Si sottolinea infine la difficile<br />

coesistenza tra le esigenze dell’agricoltore e degli abitanti<br />

rurali che vedono spesso invasa la propria abitazione dalla<br />

nuvola dei PF;<br />

• riduzione dei costi di produzione: un’irroratrice tarata riduce<br />

al minimo la dispersione dei prodotti erogati, che si traduce<br />

anche in un risparmio potenziale sui costi dei formulati impiegati<br />

in virtù della possibilità di ridurre il numero degli interventi;<br />

• riduzione per tutti dei rischi sanitari: l’operatore è il primo<br />

soggetto ad essere interessato dalla “nuvola” di miscela prodotta<br />

dalla sua irroratrice ed è importante limitare il più possibile<br />

tale esposizione.<br />

Riducendo l’effetto “nuvola”,<br />

un’irroratrice ben regolata riduce<br />

i rischi per la salute dell’operatore<br />

e di quelli potenzialmente<br />

esposti alla deriva. È ovvio<br />

che ciò non dispensa dalle precauzioni<br />

(utilizzo di tutti i<br />

mezzi di protezione) che la<br />

legge impone;<br />

• miglioramento della qualità<br />

del prodotto: la corretta<br />

applicazione dei PF permette di<br />

ottenere prodotti più sani; inoltre<br />

la certezza di livelli di residui<br />

ampiamente rispettosi dei<br />

limiti imposti dalla legge dà<br />

maggiori garanzie di sicurezza<br />

alimentare;<br />

• risparmio di tempo: l’irroratrice tarata distribuisce volumi<br />

(hl/ha) certi e precisi. Ciò consente di pianificare al meglio il<br />

lavoro limitando perdite di tempo ed evitando di restare con<br />

l’irroratrice vuota prima della fine del campo o, viceversa, con<br />

della miscela ancora in botte a fine trattamento;<br />

• più vita all’irroratrice: il controllo periodico di tutte le componenti<br />

meccaniche, finalizzato alla corretta funzionalità delle<br />

stesse, assicura non solo la buona qualità del lavoro ma allunga<br />

anche la vita della macchina;<br />

• rispetto degli impegni assunti con le Misure Agroambientali:<br />

in <strong>Abruzzo</strong> è attivo un Servizio di Controllo e Taratura delle<br />

Irroratrici gestito dall’ARSSA. L’adesione degli imprenditori agricoli<br />

è a carattere volontario, ad eccezione di coloro che aderiscono<br />

alle Azioni previste dalla Misura 214 del PSR 2007-2013<br />

e che, pertanto, hanno l’obbligo di sottoporre periodicamente<br />

le proprie attrezzature a operazioni di controllo e taratura.<br />

5.3 Dove si fa la taratura<br />

In <strong>Abruzzo</strong> opera una rete di officine meccaniche specializzate in<br />

agricoltura, Centri autorizzati e convenzionati con l’A.R.S.S.A., a<br />

cui l’agricoltore può rivolgersi direttamente per la corretta manutenzione<br />

e taratura delle irroratrici. I Centri effettuano tutte le<br />

operazioni e i controlli necessari, tarano l’irroratrice alle specifiche<br />

esigenze aziendali e, infine, rilasciano il Certificato di Conformità,<br />

che contiene le opportune indicazioni per effettuare il trattamento<br />

mirato alle specifiche esigenze delle colture: volume distribuito,<br />

marcia, giri motore, giri della presa di forza, tipo di ugello,<br />

pressione, altezza di trattamento per le irroratrici orizzontali e<br />

numero di ugelli per quelle verticali.<br />

5.4 Preparazione della miscela<br />

Al di là delle dovute precauzioni da mettere in atto per la manipolazione<br />

di un formulato (vedi par. 7.5), la preparazione della<br />

miscela richiede dal punto di vista tecnico alcuni accorgimenti,<br />

che consentono di predisporre al meglio la qualità della miscela<br />

stessa e facilitarne la distribuzione. I requisiti fondamentali di<br />

una miscela sono l’omogeneità e l’assenza di grumi. Inoltre non<br />

deve produrre schiuma durante la preparazione, non deve depositarsi<br />

sul fondo del serbatoio e non deve intasare filtri e ugelli. Una<br />

volta letta attentamente l’etichetta del formulato, con tutte le<br />

avvertenze del caso, occorrerà:<br />

Fig. 25 - Banchi di taratura<br />

ARSSA per barre orizzontali e<br />

per atomizzatori.<br />

Il coordinamento regionale del<br />

Servizio di Controllo e Taratura<br />

delle Irroratrici è presso la<br />

sede ARSSA di Sulmona<br />

Via Q. Sella, 5<br />

tel. 0864.33332<br />

fax 0864.212187<br />

riccia@arssa-mail.it<br />

44 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

45


Fig. 26 - Esempio di preparazione<br />

di una miscela: la corretta<br />

sequenza di immissione nel serbatoio<br />

di formulazioni diverse<br />

permette di evitare fenomeni di<br />

precipitazione/flocculazione dei<br />

prodotti sul fondo della botte.<br />

distribuzione dei prodotti fitosanitari distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

• pesare/dosare accuratamente le quantità necessarie in modo<br />

da ottenere il dosaggio richiesto;<br />

• immettere nel serbatoio dell’attrezzatura all’incirca il 50% dell’acqua<br />

da distribuire;<br />

• introdurre prima gli eventuali bagnanti (salvo diversa prescrizione<br />

in etichetta);<br />

• azionare i pre-miscelatori, dove le attrezzature ne siano dotate;<br />

• immettere il PF, tenendo in funzione l’agitatore;<br />

• finire di riempire il serbatoio senza mai portarlo al colmo.<br />

In base al tipo di formulazione del PF impiegato, è necessario<br />

osservare le seguenti procedure:<br />

• 1. per le formulazioni in polvere bagnabile introdurre in un<br />

secchio un quantitativo di acqua sufficiente a formare una poltiglia;<br />

quindi versare, mescolando gradualmente, la dose di formulato<br />

necessaria per il volume d’acqua stabilito. Aggiungere la<br />

poltiglia madre al serbatoio attraverso il cestello filtro, risciacquandolo<br />

insieme al secchio e versandone il contenuto sempre<br />

nel serbatoio. Infine riempire sino al volume desiderato;<br />

• 2. per le formulazioni liquide, in granuli idrodisperdibili e in<br />

sacchetti idrosolubili versare direttamente nel serbatoio con<br />

acqua la dose richiesta. Per le prime, in caso di miscele di più<br />

prodotti, introdurre inizialmente la formulazione acquosa e poi<br />

il concentrato emulsionabile.<br />

• 3. per le miscele di formulati in polvere e liquidi eseguire prima<br />

la procedura al punto 1, quindi quella al punto 2.<br />

Un’ultima raccomandazione riguarda l’inopportunità di impiego<br />

contemporaneo di troppi prodotti ad azione diversa e di dubbia<br />

compatibilità.<br />

5.5 Precauzioni per la distribuzione in campo<br />

La riuscita di un trattamento dipende anche molto dalle condizioni<br />

climatiche in cui si opera. È dunque doveroso adottare tutte le<br />

cautele necessarie. Ne riportiamo le principali:<br />

• eseguire i trattamenti in assenza di vento e disporsi comunque<br />

sempre sopravento. Ciò per evitare che lo spray investa l’operatore<br />

e si disperda lontano dalla coltura;<br />

• verificare che, in caso di prodotti distribuiti in acqua, sulla<br />

vegetazione non vi sia eccessivo ristagno di umidità in modo<br />

da evitare lo “scivolamento” della soluzione;<br />

• evitare di trattare in presenza di temperature troppo alte, in<br />

maniera tale da ridurre al minimo l’evaporazione di una cospicua<br />

parte della soluzione nonché possibili manifestazioni di<br />

fitotossicità;<br />

• non trattare nelle aree di rispetto e in prossimità dei corsi<br />

d’acqua, come da eventuale prescrizione in etichetta;<br />

• operare indirizzando sempre il getto dalla zona esterna a quella<br />

centrale dell’appezzamento;<br />

• assicurarsi comunque che la nube irrorante non sconfini dall’appezzamento<br />

trattato, soprattutto in prossimità di strade,<br />

colture limitrofe e/o abitazioni. In quest’ultimo caso è bene<br />

avvertire i residenti in modo che possano prendere le debite<br />

precauzioni;<br />

• per evitare danni alle api, non bisogna di norma effettuare<br />

trattamenti nei periodi di fioritura ed è necessario sfalciare le<br />

erbe sottostanti, se queste sono in fioritura (fig. 27);<br />

• per la massima efficacia di un trattamento, infine, occorre<br />

sempre irrorare su tutti i filari e non su file alterne.<br />

Fig. 27 - I trattamenti durante<br />

la fase di fioritura vanno evitati.<br />

46 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

47


6<br />

Fig. 28 - Il rischio per la salute<br />

è dovuto all’interazione tra la<br />

pericolosità e l’esposizione.<br />

pericolo esposizione<br />

RISCHIO MAGGIORE<br />

pericolo esposizione<br />

RISCHIO ZERO<br />

tutela della salute tutela della salute<br />

tutela della salute<br />

È fondamentale avere una completa conoscenza dei rischi e dei<br />

pericoli a cui si può andare incontro durante un trattamento con i<br />

PF. Questi ultimi sono infatti sostanze tossiche pericolose per l’organismo<br />

umano: l’operatore agricolo deve quindi adottare tutte le<br />

misure di sicurezza necessarie al fine di evitare danni alla salute.<br />

Il rischio per la salute, nell’utilizzo di un PF, è dovuto all’interazione<br />

di due fattori: pericolosità del preparato medesimo ed esposizione<br />

(probabilità di entrare in contatto con il prodotto). Ne<br />

consegue che, per ridurre il rischio per la salute dell’operatore, è<br />

necessario controllare nella maniera più idonea l’esposizione, dato<br />

che la pericolosità è una caratteristica intrinseca di un PF.<br />

L’Igiene è la medicina preventiva che si occupa di come prevenire<br />

l’insorgenza e la diffusione delle malattie studiandone le cause. A<br />

tal proposito sono di estrema importanza la salubrità dell’ambiente<br />

e delle abitazioni, un adeguato approvvigionamento idrico potabile,<br />

una raccolta e uno smaltimento idonei dei rifiuti e una corretta<br />

alimentazione.<br />

È generalmente riconosciuta l’utilità dell’impiego dei PF in agricoltura<br />

per migliorare la qualità e<br />

la quantità dei raccolti, ma lo è<br />

altrettanto l’azione tossica di<br />

pericolo esposizione<br />

questi prodotti per l’uomo qualora<br />

non vengano utilizzati in<br />

modo corretto. A contatto con<br />

RISCHIO MINORE la sostanza tossica vengono a<br />

trovarsi coloro che la producono,<br />

la trasportano e la utilizzano.<br />

Gli addetti alla produzione e<br />

al trasporto sono facilmente<br />

controllabili e pertanto applicare<br />

le misure preventive non<br />

risulta difficile.<br />

La prevenzione diventa invece più complessa quando bisogna<br />

attuarla nel mondo del lavoro agricolo dove non esiste il controllo<br />

ambientale e tanto meno quello sanitario. È importante in tal caso<br />

proteggere il lavoratore con abiti impermeabili che vanno tenuti<br />

costantemente puliti e lasciati sul posto di lavoro, con stivali,<br />

guanti e maschere. Non solo chi li produce, li trasporta e li utilizza,<br />

ma anche la popolazione in genere può essere esposta ai PF<br />

attraverso varie vie. I soggetti residenti in aree agricole possono,<br />

in rapporto alla loro distanza dalle colture in trattamento, essere<br />

esposti alla nebulizzazione dei PF per via aerea o per via digerente<br />

attraverso l’acqua e gli alimenti eventualmente contaminati.<br />

La Regione <strong>Abruzzo</strong> predispone annualmente un programma di sorveglianza<br />

per il controllo dei residui di PF negli alimenti al fine del<br />

rispetto dei limiti concessi dalla legge vigente.<br />

6.1 Accertamenti sanitari<br />

Oltre all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (DPI), è<br />

opportuno che l’operatore si sottoponga a periodici accertamenti<br />

sanitari preventivi e di controllo. Gli accertamenti sanitari preventivi<br />

hanno lo scopo di verificare la capacità dell’individuo di lavorare<br />

in condizioni climatiche sfavorevoli e di escludere la presenza<br />

di eventuali patologie congenite o acquisite che lo rendano particolarmente<br />

sensibile all’esposizione a sostanze chimiche. Gli accertamenti<br />

sanitari consistono in controlli strumentali e di laboratorio<br />

della funzionalità cardiaca, respiratoria, epatica e renale; seppur<br />

generici, consentono di esprimere una prima valutazione complessiva<br />

sulle condizioni fisiche del soggetto e sulla sua idoneità.<br />

Gli accertamenti sanitari di controllo hanno invece lo scopo di<br />

individuare tempestivamente eventuali alterazioni causate dall’azione<br />

dei PF.<br />

Numerose sono le malattie che in base alla loro gravità possono<br />

controindicare l’attività lavorativa. Tra queste citiamo: l’asma<br />

bronchiale, le bronchiti, le cardiopatie, le emopatie, le nefropatie,<br />

le epatopatie, le malattie neurologiche, i disordini ormonali e le<br />

dermopatie.<br />

6.2 Intossicazioni acute e croniche<br />

e vie di assorbimento<br />

Le intossicazioni costituiscono un grosso problema medico-sociale.<br />

Si registra, infatti, un loro continuo aumento e ciò è da ricondurre<br />

allo sviluppo tecnologico che mette l’uomo a contatto con<br />

innumerevoli sostanze e prodotti chimici potenzialmente tossici.<br />

48 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

49


Fig. 29 - Vie di assorbimento:<br />

cutanea, inalatoria e digestiva.<br />

(Fonte: Corso di Scienze - Modulo C. - “Noi<br />

Uomini” - M.L. Bozzi, A. Pietra, L. Altomani)<br />

tutela della salute tutela della salute<br />

Il medico si trova oggi a dover trattare molti più intossicati che<br />

nel passato e questo è quanto si evidenzia nelle statistiche delle<br />

richieste di informazione ai Centri Antiveleni e in quelle dei Pronto<br />

Soccorso ospedalieri.<br />

L’intossicazione acuta è causata dall’assorbimento, da parte dell’organismo,<br />

di una sola determinata dose di PF e si manifesta<br />

entro pochi minuti o ore dall’esposizione (massimo entro le 24<br />

ore). I sintomi possono essere localizzati alle parti corporee esposte<br />

alla sostanza, ad esempio agli occhi, con lacrimazione, irritazioni<br />

congiuntivali e corneali e disturbi della visione oppure generalizzati<br />

con sudorazione profusa, salivazione; a livello del Sistema<br />

Nervoso Centrale con tremori, spasmi muscolari (fino alla paralisi),<br />

perdita di coscienza (fino al coma); a livello dell’apparato digerente<br />

con nausea vomito, dolori addominali, diarrea; a livello dell’apparato<br />

respiratorio con tosse, irritazione e difficoltà a respirare; a<br />

livello cutaneo con eritema e prurito.<br />

L’intossicazione cronica si manifesta gradualmente e può colpire<br />

differenti organi ed apparati. Gli effetti compaiono a distanza di<br />

tempo (anche decenni) come conseguenza dell’accumulo di alcuni<br />

composti nell’organismo. L’intossicazione cronica è dovuta ad una<br />

esposizione prolungata dell’organismo a basse dosi di PF con conseguente<br />

instaurarsi di danni progressivi e irreversibili a carico del<br />

sistema nervoso, fegato, reni, apparato respiratorio, apparato visivo,<br />

cuore, tiroide, sangue. Nelle intossicazioni vanno considerate: la<br />

via di assorbimento (fig. 29), che può essere inalatoria o respiratoria<br />

(assorbimento di sostanze in forma di vapori, gas e sostanze<br />

solide o liquide allo stato di estrema finezza), cutanea (per contatto<br />

diretto e/o attraverso le mucose) e digestiva (accidentale oppure<br />

dovuta a scarsa igiene personale durante l’attività lavorativa); la<br />

dose assorbita del prodotto utilizzato; il suo grado di tossicità.<br />

6.3 Effetti tossici dei PF<br />

Studi sperimentali effettuati in laboratorio ne hanno dimostrato<br />

l’azione:<br />

• cancerogena, cioè la trasformazione delle cellule normali in<br />

cellule tumorali;<br />

• teratogena, cioè l’alterazione delle cellule del feto con anomalie<br />

sul nascituro;<br />

• mutagena, cioè l’alterazione del patrimonio genetico dell’individuo;<br />

• sensibilizzante, cioè l’insorgenza di manifestazioni allergiche.<br />

Molti di questi prodotti possono superare la barriera placentare ed<br />

espletare quindi un’azione tossica sull’embrione o sul feto. Durante<br />

l’allattamento possono accumularsi nel tessuto adiposo delle<br />

ghiandole mammarie ed essere quindi presenti in concentrazioni<br />

significative nel latte materno; l’allattamento può, quindi, favorire<br />

nel neonato l’assorbimento per via digerente di significative<br />

dosi di PF.<br />

I casi di sospetta intossicazione devono essere trattati con urgenza:<br />

si deve immediatamente contattare un medico o condurre il<br />

paziente in ospedale, mostrando l’etichetta del prodotto. Data la<br />

rapidità dell’evoluzione dell’intossicazione, un soccorso tempestivo<br />

fin dai primi minuti può essere determinante per il decorso successivo<br />

e per l’esito del caso. Vi sono provvedimenti immediati che<br />

possono e debbono essere attuati da parte di personale non medico<br />

che per primo si trovi a prestare assistenza ad un soggetto<br />

intossicato.<br />

6.4 Norme di pronto soccorso<br />

Le norme di pronto soccorso consistono nell’allontanare immediatamente<br />

l’intossicato dalla zona di trattamento, nel trasportarlo in<br />

luogo fresco, ventilato, possibilmente all’ombra, nel togliergli gli<br />

abiti da lavoro intrisi di sostanza tossica,<br />

nel lavare la parte interessata per 10-15<br />

minuti circa con abbondante acqua corrente<br />

fredda in caso di contaminazione della cute<br />

e/o delle mucose, nel provocare il vomito<br />

solo se specificatamente indicato sull’etichetta<br />

del PF e se il paziente è cosciente.<br />

In tutti i casi è di fondamentale importanza<br />

mostrare al medico del Pronto<br />

Soccorso l’etichetta del prodotto utilizzato<br />

al fine di procedere ad una tempestiva<br />

e idonea terapia.<br />

50 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

51


52<br />

tutela della salute tutela della salute<br />

6.5 Dispositivi di protezione individuale (DPI)<br />

Per dispositivo di protezione individuale si intende qualsiasi<br />

attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore<br />

allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di<br />

minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni<br />

complemento o accessorio destinato a tale scopo<br />

(art. 40 del D.Lgs. 626/94).<br />

I DPI vengono utilizzati al fine di evitare che i PF<br />

vengano a contatto con le tre vie di assorbimento:<br />

inalatoria, cutanea e digestiva. Per motivi di igiene<br />

e di sicurezza è assolutamente sconsigliato scambiare<br />

i dispositivi con i compagni di lavoro. È<br />

importante farne uso dal momento in cui si inizia a<br />

manipolare la sostanza, fuori dal suo contenitore,<br />

fino a quando tutte le attrezzature impiegate non<br />

vanno rimesse in deposito a fine giornata.<br />

I mezzi di protezione attualmente disponibili sul<br />

mercato sono molti e presentano caratteristiche<br />

tecniche e costi diversi, l’importante è assicurarsi<br />

che garantiscano una buona efficacia nella protezione<br />

della persona e che vengano costantemente sottoposti<br />

a controlli periodici secondo le indicazioni<br />

della nota informativa.<br />

Si riportano di seguito le caratteristiche e le modalità<br />

d’uso dei principali dispositivi per i trattamenti<br />

fitosanitari.<br />

Tuta: la si utilizza per la protezione di tutte le<br />

parti del corpo esclusa la testa, le mani e i piedi,<br />

quindi della via cutanea. La tuta va indossata al di<br />

sopra dei guanti protettivi e degli stivali per evitare<br />

che, in caso di rovesciamento accidentale del<br />

prodotto, lo stesso venga convogliato dalla tuta<br />

all’interno dei guanti o delle calzature, a contatto<br />

con la pelle. Oltre a proteggere dalle sostanze tossiche<br />

non deve limitare i movimenti, non deve<br />

impedire la sudorazione, non deve essere troppo<br />

calda d’estate né troppo pesante ed essere facilmente<br />

lavabile. Le tute di cotone si bagnano facilmente<br />

e, se non sono adeguatamente trattate con<br />

sostanze impermeabili, non forniscono una buona<br />

protezione. Da qualche anno sono in commercio<br />

tute di materiale impermeabile ma al tempo stesso<br />

traspirante: sono la soluzione ottimale.<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

Dopo l’uso va lavata separatamente da altri indumenti utilizzando<br />

un sapone comune.<br />

Stivali: servono naturalmente per la protezione dei piedi, quindi<br />

anche in questo caso della via cutanea. Gli stivali devono essere<br />

in gomma e calzati sotto la tuta. Dopo il trattamento, mentre<br />

ancora li si indossa, devono essere lavati con acqua e sapone<br />

solo dall’esterno. Vanno sostituiti in caso di rottura, abrasione o<br />

logoramento.<br />

Guanti: vengono utilizzati per la<br />

protezione delle mani, quindi della<br />

via cutanea. I guanti devono essere<br />

realizzati in due strati di diverso<br />

colore e consistenza: lo strato<br />

esterno di colore scuro è di un<br />

materiale più resistente (preferibilmente<br />

in gomma nitrilica) mentre<br />

lo strato interno di colore chiaro<br />

è di un materiale più leggero.<br />

Queste caratteristiche sono necessarie<br />

in quanto lo strato realmente<br />

protettivo, cioè quello più esterno,<br />

consumandosi lascerà scoperto lo<br />

strato più interno. La comparsa del<br />

colore chiaro sulla superficie indicherà<br />

che i guanti non sono più<br />

efficienti e pertanto è opportuno<br />

sostituirli con un paio nuovo.<br />

Dopo l’uso e prima di toglierli vanno accuratamente lavati con<br />

acqua e sapone e, successivamente, sfilati contemporaneamente a<br />

poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta.<br />

Casco: protegge l’intera testa, quindi le vie inalatoria e digestiva.<br />

I vari modelli si differenziano per il punto di appoggio (testa e<br />

spalle), il tipo di alimentazione (pile a secco, batteria ricaricabile,<br />

batteria del trattore e varie combinazioni fra queste) e la portata<br />

dell’aria (da 80 litri al minuto a oltre 200). Sono consigliati i<br />

modelli alimentati con la batteria ricaricabile da utilizzare durante<br />

la preparazione della miscela e quelli alimentati con la batteria<br />

del trattore da impiegare durante l’irrorazione. La guarnizione<br />

superiore della visiera del casco deve essere sempre ben manutenuta<br />

in maniera che non si deteriori, così da evitare infiltrazioni<br />

del prodotto dalla calotta all’interno del casco.<br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

Fig. 30 - MAI manipolare un PF<br />

senza guanti.<br />

53


tutela della salute tutela della salute<br />

Occhiali: sono per la protezione<br />

degli occhi, quindi della via<br />

cutanea. È importante usare<br />

occhiali omologati e garantiti<br />

sia per quanto riguarda la resistenza<br />

meccanica che nei confronti<br />

delle sostanze chimiche.<br />

È preferibile che gli occhiali<br />

siano dotati di valvole che evitino<br />

l’appannamento conseguente<br />

alla sudorazione; in<br />

mancanza di tali valvole l’appannamento può essere evitato stendendo<br />

un leggero strato di glicerina sulla faccia interna della<br />

lente. Vanno usati in abbinamento con la semimaschera. Dopo<br />

l’uso vanno lavati con acqua e sapone.<br />

Maschera e semimaschera: servono per la protezione del naso e<br />

della bocca, quindi delle vie inalatoria e digestiva. Sono costituite<br />

da un supporto in gomma a perfetta tenuta, che può coprire l’intero<br />

volto (maschera) oppure solo naso e bocca (semimaschera).<br />

La tenuta può essere controllata<br />

otturando con la mano l’orifizio<br />

dei filtri e inspirando: se<br />

rimane in depressione la tenuta<br />

è ottimale. Nel caso della<br />

maschera sono inclusi anche gli<br />

occhiali. Gli elementi fondamentali<br />

sono le valvole e i filtri<br />

che devono essere specifici per<br />

le categorie di prodotto utilizzato.<br />

Semimaschera, maschera e casco devono essere lavati con<br />

acqua e sapone al termine di ogni trattamento evitando di bagnare<br />

il filtro, svitandolo nel caso di semimaschera e maschera.<br />

Filtro: per il casco e per la maschera sono consigliati filtri contrassegnati<br />

da una banda a due colori (marrone e bianco). I filtri<br />

ancora da utilizzare riportano sulla confezione la data di scadenza;<br />

questa garantisce la funzionalità del filtro soltanto se ben<br />

conservato nella confezione originaria integra.<br />

Dopo ogni uso i filtri devono essere tolti e riposti dentro un contenitore,<br />

comunque protetto dall’umidità e dalle temperature<br />

eccessive (ad es. sacchetto di nylon chiuso o altro). La loro durata<br />

varia in base alla concentrazione della miscela, al diametro<br />

delle particelle e all’umidità dell’aria.<br />

I filtri devono sempre essere sostituiti:<br />

• quando viene percepito cattivo odore all’interno del casco o<br />

della maschera;<br />

• quando viene avvertito un aumento della resistenza respiratoria<br />

(maschera e semimaschera);<br />

• una volta l’anno quando si usano per brevi e saltuari periodi;<br />

• quando espressamente indicato dal fabbricante.<br />

Cabina pressurizzata: è per la protezione totale dell’operatore,<br />

senza la necessità di indossare altri dispositivi di protezione. I<br />

finestrini e le porte della cabina, durante l’irrorazione, vanno tenuti<br />

chiusi in modo che l’aria penetri solo attraverso appositi filtri.<br />

Fig. 31 - Come NON distribuire<br />

un PF.<br />

54 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

55


tutela della salute adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />

Fig. 32 - Corretta procedura di<br />

svestizione alla fine di ogni<br />

trattamento.<br />

adempimenti<br />

di acquirenti<br />

e utilizzatori<br />

7.1 Autorizzazione all’acquisto e all’impiego<br />

dei prodotti fitosanitari<br />

I PF ed i loro coadiuvanti, se classificati molto tossici, tossici o<br />

nocivi, possono essere venduti per l’impiego diretto, per sé o<br />

conto terzi, soltanto a coloro che siano muniti di apposita autorizzazione.<br />

L’istanza per il rilascio di detta autorizzazione va presentata in<br />

marca da bollo e corredata di foto tessera, al Servizio Igiene<br />

degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) della ASL territorialmente<br />

competente.<br />

Tale autorizzazione viene rilasciata dal SIAN della ASL competente<br />

per territorio alle persone che abbiano compiuto il diciottesimo<br />

anno di età, frequentato un corso di aggiornamento e ottenuto<br />

una valutazione positiva. Il corso ha una durata di 15 ore per coloro<br />

che chiedono il rilascio dell’autorizzazione all’acquisto e di 9 ore<br />

per coloro che ne chiedono il rinnovo.<br />

La frequenza è obbligatoria per almeno l’80% del monte ore complessivo.<br />

La valutazione ha lo scopo di accertare che l’interessato<br />

conosca i pericoli connessi alla detenzione, manipolazione e utilizzazione<br />

dei PF e loro coadiuvanti, le modalità per un corretto<br />

uso degli stessi, le relative misure precauzionali da adottare e gli<br />

elementi fondamentali per un corretto impiego da un punto di<br />

vista sanitario, agricolo ed ambientale.<br />

Per la formulazione del giudizio di idoneità la commissione di valutazione<br />

si avvale di specifici quiz (n. 20) e valuta positivamente<br />

la prova con il riscontro di almeno 17 risposte esatte.<br />

Dal corso di formazione e dalla valutazione sono esentati i laureati<br />

in scienze agrarie, i periti agrari e gli agrotecnici.<br />

L’autorizzazione deve contenere nome e cognome, la data e il luogo<br />

di nascita e di residenza e la fotografia del richiedente. È valida per<br />

5 anni ed è rinnovabile con le stesse modalità previste per il rilascio,<br />

su domanda da presentare, possibilmente almeno 6 mesi<br />

56 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

57<br />

7


Fig. 33 - Modello di autorizzazione<br />

all’acquisto e all’utilizzo<br />

dei PF.<br />

adempimenti di acquirenti e utilizzatori adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />

prima della scadenza, al SIAN<br />

dell’ASL del comprensorio. In<br />

caso di smarrimento bisogna<br />

presentare denuncia alla locale<br />

stazione dei carabinieri e solo<br />

successivamente l’interessato<br />

potrà richiederne il duplicato al<br />

SIAN dell’ASL competente per<br />

territorio.<br />

All’atto dell’acquisto dei PF<br />

classificati molto tossici, tossici,<br />

nocivi, l’acquirente, oltre<br />

a esibire al venditore l’autorizzazione<br />

all’acquisto, deve<br />

apporre la propria firma su un<br />

modulo di acquisto, redatto in<br />

duplice copia, numerato progressivamente<br />

a cura del venditore.<br />

Le copie dei moduli<br />

d’acquisto devono essere conservate<br />

in modo idoneo a cura<br />

dell’acquirente per il periodo<br />

di un anno.<br />

L’autorizzazione conseguita<br />

abilita, e perciò rende responsabili,<br />

all’acquisto, al trasporto,<br />

alla conservazione e all’impiego<br />

dei PF e loro coadiuvanti.<br />

7.2 Registro dei trattamenti<br />

Per registro dei trattamenti si intende un modulo che riporti<br />

l’elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture oppure una<br />

serie di moduli distinti, relativi ciascuno a una singola coltura<br />

agraria. Esso deve essere sempre aggiornato e conservato almeno<br />

per l’anno successivo a quello a cui si riferiscono gli interventi<br />

annotati. Sul registro devono essere riportati i trattamenti effettuati<br />

con tutti i PF (molto tossici, tossici, nocivi, irritanti, non classificati)<br />

entro trenta giorni dall’esecuzione.<br />

Il registro può essere compilato anche da persona diversa; in questo<br />

caso, unitamente al registro dovrà essere presente la relativa<br />

delega scritta da parte del titolare. Il registro dovrà essere esibito<br />

su richiesta dell’autorità competente che ha la facoltà di effettuare<br />

controlli e riscontri nell’azienda. In presenza di corpi aziendali<br />

separati il registro può essere conservato presso la sede legale,<br />

oppure presso ciascuno dei corpi aziendali.<br />

Sono esentati dalla compilazione del cosiddetto quaderno di campagna<br />

i soggetti che utilizzano PF esclusivamente in orti e giardini<br />

familiari il cui raccolto è destinato al consumo proprio.<br />

Nel caso di cooperative di produttori che acquistano PF per l’esecuzione<br />

dei trattamenti per conto dei loro soci, il registro dei trattamenti<br />

(unico per tutti gli associati) può essere conservato presso<br />

la sede sociale e deve essere compilato e sottoscritto dal legale<br />

rappresentante previa delega rilasciata dai soci.<br />

Il registro dei trattamenti deve essere redatto anche quando gli<br />

interventi fitosanitari vengono eseguiti per la difesa delle derrate<br />

alimentari immagazzinate e per gli impieghi extra agricoli (verde<br />

pubblico, diserbo canali, sedi ferroviarie, ecc.).<br />

Non esiste una modulistica prestabilita (anche se le regioni possono<br />

predisporre specifiche schede); le schede non necessitano di<br />

registrazione, vidimazione, invio, ma devono essere aggiornate, conservate<br />

e tenute a disposizione delle autorità deputate al controllo<br />

e alla vigilanza; debbono inoltre riportare le seguenti informazioni:<br />

dati anagrafici dell’azienda, la denominazione e l’estensione della<br />

coltura trattata, la data del trattamento, il PF e la quantità impiegati<br />

nonché l’avversità che ha reso necessario il trattamento.<br />

Fig. 34 - Esempio di registro dei<br />

trattamenti per gli agricoltori.<br />

58 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

59


adempimenti di acquirenti e utilizzatori adempimenti di acquirenti e utilizzatori<br />

7.3 Smaltimento dei contenitori vuoti<br />

I rifiuti provenienti dalle attività agricole, ai sensi del D. Lgs.<br />

152/06 e successive modificazioni e integrazioni, sono rifiuti speciali<br />

e vanno gestiti in circuiti separati dai rifiuti urbani di origine<br />

domestica.<br />

I contenitori di PF non lavati, quelli con prodotto scaduto o inutilizzabile<br />

sono classificati come rifiuti speciali pericolosi.<br />

I contenitori di PF vuoti e bonificati sono classificati come rifiuti<br />

speciali non pericolosi e come tali, una volta svuotati del loro contenuto,<br />

non debbono essere riutilizzati direttamente per nessun<br />

motivo e non possono in alcun caso essere smaltiti utilizzando i<br />

normali cassonetti per i rifiuti urbani.<br />

È vietato altresì bruciarli, interrarli o abbandonarli nell’ambiente.<br />

Per bonificati si intendono i contenitori risciacquati più volte e<br />

privi di residuo. Le operazioni di bonifica possono essere eseguite<br />

con lavaggi manuali o meccanici:<br />

• lavaggio manuale: si immette nel contenitore un quantitativo<br />

di acqua pulita pari al 20% del suo volume (ad esempio 200 ml<br />

di acqua per un contenitore da 1000 ml). Si chiude il contenitore<br />

e si eseguono almeno tre risciacqui consecutivi accurati,<br />

successivamente, il contenitore deve essere aperto, svuotato e<br />

fatto sgocciolare;<br />

• lavaggio meccanico: il lavaggio può essere eseguito con una<br />

delle attrezzature disponibili sul mercato. Occorre una portata<br />

d’acqua minima di 4,5 litri/minuto ed una pressione di almeno<br />

3,0 bar. Il tempo di lavaggio è di almeno 40 secondi e quello<br />

di sgocciolamento di almeno 60 secondi.<br />

Durante la bonifica l’operatore deve indossare i dispositivi di protezione<br />

individuale (DPI). Il liquido ottenuto dai ripetuti lavaggi<br />

del contenitore va svuotato nell’atomizzatore contenente la miscela<br />

del PF in preparazione per l’irrorazione.<br />

È necessario schiacciare i contenitori per limitarne il volume. Gli<br />

stessi potranno essere consegnati in sacchi chiusi forniti dal<br />

gestore del servizio e provvisti di etichetta, la quale dovrà riportare<br />

gli estremi identificativi del conferente (ad esempio ragione<br />

sociale dell’impresa agricola, indirizzo della sede operativa, codice<br />

fiscale).<br />

Il deposito dei rifiuti agricoli effettuato in azienda deve rispettare<br />

le condizioni del deposito temporaneo ai sensi dell’art. 183,<br />

lett. M del D. Lgs. 152/06 e garantire le condizioni di massima<br />

sicurezza e protezione ambientale, utilizzando idonei contenitori,<br />

nonché la separazione delle diverse tipologie.<br />

Per garantire un loro corretto smaltimento e/o recupero, l’accordo<br />

di programma per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti di pro-<br />

venienza agricola, approvato con deliberazione 24.07.2008, n. 688<br />

e pubblicato sul BURA N. 64 Speciale del 03.09.2008, prevede specifiche<br />

convenzioni da stipularsi tra i vari soggetti che vi partecipano.<br />

Allo stato attuale, i rapporti tra detti soggetti devono tuttavia<br />

ancora essere definiti.<br />

Le modalità di raccolta contemplate nella suddetta deliberazione<br />

sono:<br />

• raccolta a domicilio: va effettuata presso l’impresa agricola a<br />

richiesta della stessa. L’ecomezzo del soggetto gestore del servizio<br />

opera direttamente la raccolta presso il produttore/detentore<br />

(servizio ”porta a porta”).<br />

• mezzo mobile (ecomezzo): è autorizzato ai sensi di legge<br />

presso i punti di raccolta. I rifiuti sono pesati e trasferiti sul<br />

mezzo del soggetto gestore.<br />

• stazioni ecologiche: il conferimento va eseguito presso i centri<br />

di raccolta, autorizzati ai sensi delle disposizioni nazionali<br />

e regionali vigenti, indicati dai soggetti gestori dei servizi.<br />

Fig. 35 - I liquidi di lavaggio dei<br />

contenitori vanno sempre svuotati<br />

nel serbatoio dell’irroratrice.<br />

60 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

61


8<br />

adempimenti dei rivenditori adempimenti dei rivenditori<br />

adempimenti<br />

dei rivenditori<br />

8.1 Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />

L’istanza per il rilascio del certificato di abilitazione alla vendita<br />

dei prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti va presentata in<br />

marca da bollo e corredata di foto tessera al Servizio Igiene degli<br />

Alimenti e della Nutrizione (SIAN) della ASL competente per territorio.<br />

Tale certificato viene rilasciato dal SIAN alle persone che<br />

abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, frequentato un<br />

corso di aggiornamento e ottenuto una valutazione positiva.<br />

Il corso ha una durata di 15 ore per coloro che chiedono il rilascio<br />

dell’abilitazione e di 9 ore per coloro che ne chiedono il rinnovo.<br />

La frequenza è obbligatoria per almeno l’80% del monte ore complessivo.<br />

La valutazione ha lo scopo di accertare che l’interessato conosca<br />

gli elementi fondamentali sull’impiego in agricoltura, sulla tossicità<br />

dei PF e sul loro corretto impiego dal punto di vista sanitario,<br />

abbia nozioni sulle modalità utili e necessarie per prevenire<br />

le intossicazioni acute e croniche derivanti dall’impiego di PF,<br />

sulla legislazione dei PF e loro coadiuvanti nonché in materia di<br />

tutela dell’ambiente dagli inquinamenti. Per il rilascio dell’abilitazione<br />

alla vendita la commissione valutatrice si avvale di un colloquio<br />

specifico nei riguardi dei discenti, inerenti i suddetti argomenti.<br />

Dal corso di formazione e dalla valutazione sono esentati<br />

i laureati in scienze agrarie e forestali, i periti agrari, gli<br />

agrotecnici, i laureati in chimica, medicina e chirurgia, medicina<br />

veterinaria, scienze biologiche, farmacia, i diplomati in<br />

farmacia e i periti chimici.<br />

Il certificato di abilitazione alla vendita deve contenere nome e<br />

cognome, la data e il luogo di nascita e di residenza e la fotografia<br />

del richiedente. È valida per 5 anni ed è rinnovabile con le stes-<br />

se modalità previste per il rilascio<br />

su domanda da presentare,<br />

possibilmente almeno 6 mesi<br />

prima della scadenza, al<br />

Servizio Igiene degli Alimenti e<br />

della Nutrizione dell’ASL di<br />

competenza.<br />

In caso di smarrimento bisogna<br />

presentare denuncia alla<br />

locale stazione dei carabinieri<br />

e solo successivamente l’interessato<br />

potrà richiederne il<br />

duplicato al Servizio igiene<br />

degli alimenti e della nutrizione<br />

competente.<br />

All’atto dell’acquisto dei PF<br />

classificati molto tossici, tossici,<br />

nocivi, il venditore deve<br />

chiedere all’acquirente di esibire<br />

l’autorizzazione all’acquisto<br />

dei PF e redigere un modulo<br />

di acquisto in duplice<br />

copia, numerato progressivamente,<br />

in cui l’acquirente<br />

dovrà apporre la propria firma.<br />

Le copie dei moduli d’acquisto<br />

devono essere conservate in<br />

modo idoneo.<br />

8.2 Requisiti minimi e dotazioni dei locali adibiti<br />

al deposito e alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />

I rivenditori sono tenuti all’osservanza di una serie di requisiti<br />

minimi e di obblighi che i locali adibiti alla vendita e al deposito<br />

dei PF debbono necessariamente presentare:<br />

• ubicazione nelle aree indicate nel piano regolatore generale del<br />

Comune;<br />

• non possono essere adibiti allo scopo locali interrati o seminterrati;<br />

• l’altezza netta minima deve essere di tre metri;<br />

• le pareti devono essere trattate con pittura idrorepellente;<br />

• i pavimenti devono essere di tipo impermeabile e privi di fessurazioni,<br />

con pendenza sufficiente per avviare rapidamente i liqui-<br />

Fig. 36 - Modello di abilitazione<br />

alla vendita dei PF.<br />

62 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

63


Fig. 37 - L’estintore deve essere<br />

sempre posto in un punto facilmente<br />

accessibile.<br />

adempimenti dei rivenditori adempimenti dei rivenditori<br />

di versati e le acque di lavaggio in apposito punto di raccolta;<br />

• l’aerazione dei locali deve avvenire mediante finestrature che<br />

garantiscano un sufficiente ricambio naturale dell’aria;.<br />

• conformità degli impianti idrico ed elettrico;<br />

• non è ammesso lo stoccaggio e la vendita di generi alimentari<br />

e di mangimi in ambienti comunicanti;<br />

• i prodotti classificati molto tossici, tossici o nocivi devono<br />

essere tenuti in locali separati anche mediante tramezzi di<br />

robusta rete metallica, provvisti di porta munita di serratura o<br />

lucchetto;<br />

• le confezioni di PF non devono essere tenute a contatto diretto<br />

di pareti e pavimenti;<br />

• deve essere installato almeno un estintore da 6 kg, posto in<br />

zona facilmente accessibile, da sottoporre ogni sei mesi a control-<br />

lo e certificazione idonea;<br />

• per ogni addetto alla<br />

vendita e al deposito di PF,<br />

deve essere presente una<br />

dotazione individuale di<br />

occhiali, guanti, stivali,<br />

maschera e tuta resistenti<br />

ai prodotti chimici;<br />

• i mezzi di protezione<br />

devono essere conservati in<br />

apposito armadietto a più<br />

ante, ove riporre anche gli<br />

eventuali abiti da lavoro;<br />

• presenza di una cassetta di pronto soccorso;<br />

• disponibilità di acqua per lavarsi, con lavandino a comando<br />

non manuale, una doccia di emergenza e una vaschetta lavaocchi;<br />

• in prossimità dell’apparecchio telefonico devono essere tenuti<br />

affissi bene in vista i numeri di emergenza;<br />

• lo stoccaggio dei residui di eventuali bonifiche deve avvenire<br />

nel rispetto delle norme vigenti in materia.<br />

8.3 Prescrizioni per la vendita<br />

È vietata la vendita dei PF e dei loro coadiuvanti sia in forma<br />

ambulante sia allo stato sfuso. I PF se classificati molto tossici,<br />

tossici e nocivi, sono conservati in appositi locali o armadi, sempre<br />

da tenersi chiusi a chiave. Chiunque venda PF molto tossici,<br />

tossici o nocivi deve essere provvisto di un registro o di uno sche-<br />

dario numerato di carico e scarico, debitamente vistato in ogni<br />

pagina dalla ASL di competenza. Nella voce “carico” devono essere<br />

riportati: il nome, il numero di registrazione e il quantitativo del<br />

PF, il nome dell’impresa produttrice e la data di arrivo della merce.<br />

Nella voce “scarico” devono essere riportati: il nome e il quantitativo<br />

del prodotto venduto, la data della vendita e gli estremi del<br />

modulo d’acquisto.<br />

L’acquirente dei PF molto tossici, tossici o nocivi, all’atto dell’acquisto<br />

e a tutti gli effetti, assume la responsabilità della idonea<br />

conservazione e dell’impiego del prodotto, apponendo a tale scopo<br />

la propria firma su apposito modulo numerato progressivamente a<br />

cura del venditore, compilato in duplice copia, di cui una resta in<br />

possesso del venditore e l’altra viene consegnata all’acquirente.<br />

Qualora l’acquisto venga fatto tramite ordinazione scritta, l’acquirente<br />

deve compilare la richiesta in duplice copia e secondo lo<br />

schema sotto illustrato.<br />

La richiesta deve essere vistata dal sindaco o dal comandante della<br />

stazione dei carabinieri o dalla ASL o dal funzionario regionale<br />

competente, previo accertamento che l’interessato sia in possesso<br />

dell’autorizzazione prescritta.<br />

Per le cessioni che intervengono tramite ordinazione scritta tra<br />

produttori e produttori, tra produttori e commercianti e tra questi<br />

ultimi è sufficiente che il visto di cui sopra sia apposto sulla prima<br />

richiesta e almeno una volta l’anno.<br />

Il venditore deve restituire all’acquirente, unitamente alla merce e<br />

debitamente compilata, una copia della predetta richiesta trattenendo<br />

l’altra a scarico della merce avvenuta.<br />

8.4 Dati di vendita<br />

In base alla circolare del 30 ottobre 2002, pubblicata sul<br />

Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio<br />

2003, i titolari degli esercizi di vendita di PF sono tenuti a trasmettere<br />

annualmente, entro il secondo mese successivo alla fine<br />

di ciascun anno solare (fine febbraio), le schede informative sui<br />

dati di vendita in duplice copia a:<br />

UFFICIO SIAN – Servizio prevenzione collettiva<br />

Direzione Sanità - Via Conte di Ruvo, 74 - 65100 (Pescara)<br />

Per l’acquisizione nella banca dati, l’autorità regionale provvede<br />

quindi a trasmettere i supporti ricevuti, entro fine maggio dello<br />

stesso anno, al Sistema Informativo Agricolo Nazionale di Roma.<br />

64 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

65


9<br />

A) Nozioni generali<br />

questionario a quiz questionario a quiz<br />

questionario a quiz<br />

1 Che cosa sono i prodotti fitosanitari?<br />

A Tutti i prodotti che si impiegano per la difesa delle piante, delle derrate alimentari,<br />

il diserbo delle coltivazioni e che favoriscono o regolano le produzioni vegetali.<br />

B Gli insetticidi e i fungicidi.<br />

C I prodotti per la difesa della piante molto tossici, tossici e nocivi.<br />

2 Come vengono chiamati i preparati destinati a proteggere i vegetali e ad eliminare le piante<br />

indesiderate?<br />

A Fitofarmaci.<br />

B <strong>Prodotti</strong> fitosanitari.<br />

C Agrofarmaci.<br />

3 I prodotti fitosanitari sono di libera vendita o sono soggetti ad autorizzazione?<br />

A Sono di libera vendita.<br />

B Sono soggetti ad autorizzazione dell’Azienda Sanitaria Locale.<br />

C Sono soggetti ad autorizzazione del Ministero della Sanità.<br />

4 Che cosa si intende per sostanza attiva?<br />

A La sostanza contenuta in un prodotto fitosanitario che agisce contro l’avversità da combattere.<br />

B Un prodotto che può essere acquistato solamente da chi ne possiede l’autorizzazione.<br />

C Il residuo massimo consentito sugli alimenti.<br />

5 Che cosa sono i coadiuvanti?<br />

A Sostanze che riducono il tempo di rientro.<br />

B Sostanze che migliorano l’azione di un prodotto fitosanitario.<br />

C Sostanze che prolungano il tempo di sicurezza.<br />

6 Che cosa sono i coformulanti?<br />

A Sostanze che servono a ridurre la DL 50.<br />

B Sostanze che servono a ridurre la concentrazione della sostanza attiva.<br />

C Sostanze che hanno lo scopo di aumentare l’efficacia delle sostanze attive.<br />

7 Perché è importante conoscere l’attività della sostanza attiva?<br />

A Perché specifica se il prodotto è nocivo agli insetti e acari utili.<br />

B Perché indirizza l’agricoltore nella scelta del prodotto in relazione all’avversità da combattere.<br />

C Perché indica la quantità minima necessaria per combattere i parassiti.<br />

8 Con gli insetticidi di impiego agricolo possono essere trattati i parassiti degli animali?<br />

A Sì, solo se non esistono prodotti alternativi.<br />

B Sì, solamente se questi non producono latte.<br />

C No, mai.<br />

9 La nuova normativa sui preparati pericolosi classifica i prodotti fitosanitari in base alla sola<br />

pericolosità delle sostanze attive?<br />

A Sì. Sempre.<br />

B No, considera i rischi connessi all’intero formulato così come viene commercializzato.<br />

C Sì, ma solo per i formulati commercializzati in polvere.<br />

10 Che cosa sono le malattie parassitarie delle piante?<br />

A Alterazioni non dovute a organismi viventi.<br />

B Anomalie dello sviluppo vegetativo dovute a squilibri della nutrizione.<br />

C Alterazioni causate da organismi viventi.<br />

11 I prodotti fitosanitari per piante ornamentali (P.P.O.) possono essere acquistati da chiunque?<br />

A Sì.<br />

B No, solo dagli agricoltori.<br />

C Sì, ma solo se la formulazione è liquida e la confezione non è superiore a 100 ml.<br />

12 Cosa si intende per aree extra-agricole?<br />

A Le superfici aziendali non coltivate.<br />

B Aree di interesse civile non soggette a coltivazione.<br />

C Le zone di preparazione delle miscele antiparassitarie.<br />

13 Quali tra questi componenti aumentano l’efficacia di un prodotto fitosanitario?<br />

A Coadiuvanti.<br />

B Coformulanti.<br />

C Granuli disperdibili.<br />

14 Quali tra i seguenti composti possono essere definiti coformulanti?<br />

A Adesivanti.<br />

B Antideriva.<br />

C Sostanze inerti.<br />

B) Effetti sulla salute<br />

15 Se capita di essere bagnati dalla nube irrorante, usando i prodotti fitosanitari, quale<br />

precauzione occorre seguire?<br />

A Cambiare gli indumenti protettivi.<br />

B Sospendere il lavoro, togliersi gli indumenti indossati e lavarsi accuratamente.<br />

C Spogliarsi ed asciugarsi con un panno pulito.<br />

16 Nel togliersi i guanti dopo le lavorazioni con prodotti fitosanitari è opportuno:<br />

A Sfilarseli contemporaneamente a poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta.<br />

B Sfilarseli rapidamente uno alla volta rovesciandoli.<br />

C Sfilarseli uno alla volta aiutandosi con la mano restata libera.<br />

17 Quali rischi può comportare l’ingestione di alcolici durante i trattamenti con prodotti<br />

fitosanitari?<br />

A Interazione tossica con l’alcool etilico.<br />

B Nessun rischio.<br />

C Disturbi gastroenterici.<br />

18 Attraverso quali vie può avvenire una intossicazione acuta?<br />

A Per contatto.<br />

B Per contatto, per ingestione e per inalazione.<br />

C Per ingestione e per inalazione.<br />

19 Non rispettando le norme precauzionali per l’uso dei prodotti fitosanitari a quale rischio<br />

si sottopone l’operatore?<br />

A Intossicazione acuta.<br />

B Intossicazione acuta, cronica e sviluppo di malattie allergiche.<br />

C Intossicazione cronica e sviluppo di malattie allergiche.<br />

66 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

67


questionario a quiz questionario a quiz<br />

20 All’insorgere di un malessere che si ritiene collegato con l’impiego dei prodotti fitosanitari,<br />

come è opportuno comportarsi?<br />

A Rivolgersi al pronto soccorso mostrando le etichette dei prodotti utilizzati.<br />

B Bere del latte e distendersi per qualche ora.<br />

C Provocare il vomito e mettersi a riposo.<br />

21 Nel caso di intossicazione acuta da prodotti fitosanitari, quali provvedimenti immediati occorre<br />

adottare?<br />

A Trasportare il soggetto lontano dalla fonte di contaminazione, spogliarlo e lavarlo con acqua, non<br />

somministrare alcuna bevanda e portare il soggetto in ospedale consegnando l’etichetta del prodotto<br />

che ha causato l’intossicazione.<br />

B Mettere a letto il soggetto e chiamare il medico curante.<br />

C Lavare l’intossicato con acqua e somministrare una bevanda calda.<br />

22 Cosa si deve fare nel caso che il prodotto vada a contatto con gli occhi?<br />

A Mettere il collirio.<br />

B Tenere gli occhi chiusi.<br />

C Sciacquarli abbondantemente con acqua e recarsi al pronto soccorso.<br />

23 Un prodotto fitosanitario tossico può provocare intossicazioni mortali per l’uomo?<br />

A No, solo intossicazioni croniche.<br />

B Sì.<br />

C No, solo intossicazioni sub-acute.<br />

24 Per proteggere le mani durante l’impiego di prodotti fitosanitari è opportuno utilizzare guanti:<br />

A In pelle.<br />

B In tessuto idrorepellente.<br />

C In gomma nitrilica.<br />

C) Metodi di difesa fitosanitari<br />

25 Cosa si intende per difesa integrata?<br />

A L’utilizzo integrato di prodotti fitosanitari selettivi.<br />

B La difesa delle colture che impiega mezzi chimici, biologici, agronomici, fisici, biotecnologici e<br />

genetici.<br />

C La difesa delle colture che impiega sostanze di derivazione naturale.<br />

26 Cosa si intende per lotta biologica?<br />

A Il divieto di impiego di prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi.<br />

B L’uso esclusivo di antagonisti naturali per il contenimento degli organismi dannosi alle colture.<br />

C L’impiego di prodotti fitosanitari selettivi che non danneggiano gli insetti utili.<br />

27 Cosa si intende per lotta guidata?<br />

A L’esecuzione dei trattamenti solo nei casi in cui il danno previsto superi il costo del trattamento.<br />

B L’eliminazione di tutti gli insetti dalle colture agrarie.<br />

C L’esecuzione dei trattamenti a turni fissi sulla base dell’andamento climatico.<br />

28 È corretto eseguire i trattamenti fitosanitari a calendario seguendo esclusivamente le fasi<br />

fenologiche?<br />

A No, perché non si è certi che il parassita sia presente o abbia raggiunto un livello di reale dannosità<br />

per la coltura.<br />

B Sì, perché così si è sicuri di colpire in tempo l’avversità da combattere.<br />

C Sì, ma solo se si usano prodotti non classificati.<br />

29 Che cosa si intende per agricoltura biologica?<br />

A Un sistema di produzione compatibile con l’ambiente che non fa uso di sostanze chimiche di sintesi.<br />

B Una tecnica agricola in cui non si eseguono trattamenti contro le avversità delle piante.<br />

C Una tecnica agricola in cui, per la difesa delle colture, si impiegano solo prodotti irritanti o non<br />

classificati.<br />

D) Suddivisione dei prodotti fitosanitari<br />

30 A che cosa serve un prodotto fitosanitario insetticida?<br />

A A combattere gli insetti parassiti degli animali.<br />

B A combattere le malattie crittogamiche.<br />

C A combattere gli insetti dannosi alle colture agrarie.<br />

31 A che cosa serve un prodotto fitosanitario diserbante?<br />

A Al solo diserbo di fossi, canali e giardini.<br />

B Ad impedire lo sviluppo indesiderato delle erbe infestanti nelle colture agricole.<br />

C Ad eliminare le piante infestate da organismi nocivi.<br />

32 A cosa serve un prodotto fitosanitario fungicida?<br />

A A combattere le malattie fungine delle piante agrarie.<br />

B Ad accelerare la maturazione dei frutti.<br />

C A distruggere le foglie attaccate dal marciume.<br />

33 Cosa sono i fitoregolatori?<br />

A <strong>Prodotti</strong> che promuovono o inibiscono determinati processi naturali delle piante.<br />

B <strong>Prodotti</strong> per combattere le malattie batteriche.<br />

C <strong>Prodotti</strong> impiegati per la concia delle sementi.<br />

34 Cosa sono i modificatori del comportamento?<br />

A I prodotti fitosanitari che prevengono i danni dei parassiti fungini.<br />

B I prodotti fitosanitari che mantengono i roditori lontano dalle colture.<br />

C I prodotti fitosanitari atti a cambiare il comportamento di un insetto, come i feromoni<br />

e le trappole cromotropiche.<br />

35 A cosa serve un prodotto fitosanitario acaricida?<br />

A A impedire lo sviluppo delle erbe infestanti.<br />

B A eliminare gli acari dannosi.<br />

C A proteggere gli acari utili.<br />

E) Classi di pericolosità; limiti tecnici; limiti igienistici<br />

36 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario molto tossico?<br />

A Con scritto, in caratteri ben visibili: “Attenzione, manipolare con prudenza: prodotto molto tossico”.<br />

B Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la lettera N.<br />

C Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio,<br />

la sigla “T+” e la scritta molto tossico.<br />

37 Che cosa è il tempo di rientro per l’operatore agricolo?<br />

A L’intervallo di tempo tra il trattamento e il rientro nell’area trattata per svolgere attività lavorative<br />

senza dispositivi di protezione individuale.<br />

B L’intervallo di tempo tra il trattamento e l’assorbimento del prodotto all’interno della pianta.<br />

C L’intervallo di tempo tra il trattamento e il rientro in azienda.<br />

38 Se si rende necessario eseguire un trattamento in prossimità della raccolta, quale tipo di<br />

prodotto occorre impiegare?<br />

A Un prodotto fitosanitario che non venga assorbito dalle piante.<br />

B Un prodotto fitosanitario che possieda un tempo di carenza inferiore a quello fra il trattamento<br />

e la presumibile data di raccolta.<br />

C Qualsiasi prodotto fitosanitario purché il prodotto raccolto venga lavato accuratamente prima della<br />

vendita.<br />

68 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

69


questionario a quiz questionario a quiz<br />

39 Cosa si intende per limite di tolleranza?<br />

A La dose massima di prodotto fitosanitario tollerata dalla pianta affinché non si verifichino delle<br />

ustioni.<br />

B La quantità massima di prodotto fitosanitario che per legge può essere presente sui prodotti<br />

destinati all’alimentazione.<br />

C La quantità di prodotto fitosanitario che rimane nella botte.<br />

40 L’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario varia se viene diminuita la concentrazione<br />

di impiego?<br />

A No.<br />

B Sì, diminuisce proporzionalmente alle concentrazioni.<br />

C Sì, diminuisce riducendo la quantità di acqua impiegata.<br />

41 Il lavaggio e la conservazione dei prodotti ortofrutticoli successivi al trattamento modificano<br />

l’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario applicato in campo?<br />

A Sì, il periodo di sicurezza scompare.<br />

B Sì, il periodo di sicurezza viene ridotto.<br />

C No, il periodo di sicurezza rimane inalterato.<br />

42 Nel caso di vegetali destinati alla trasformazione industriale o surgelati, si deve o no tenere<br />

conto dell’intervallo di sicurezza?<br />

A Sì, sempre.<br />

B No.<br />

C No, se i prodotti vengono lavati con acqua calda.<br />

43 Dovendo fare un trattamento su coltura ortiva a raccolta scalare …<br />

A Bisogna sempre rispettare i tempi di carenza.<br />

B Non bisogna rispettare i tempi di carenza in quanto la raccolta è scalare.<br />

C Bisogna rispettare i tempi di carenza soltanto per l’ultima raccolta.<br />

44 Se si effettuano trattamenti della frutta in post-raccolta, prima di immetterla sul mercato è<br />

necessario …<br />

A Lavarla se si utilizza prima del giorno di scadenza del periodo di sicurezza.<br />

B Pulirla in maniera che non restino tracce evidenti del trattamento.<br />

C Rispettare rigorosamente i tempi di carenza.<br />

45 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario tossico?<br />

A Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo.<br />

B Con scritto, in caratteri ben visibili: attenzione, manipolare con prudenza “prodotto tossico”.<br />

C Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio,<br />

la sigla “T” e la scritta tossico.<br />

46 Che cos’è la DL50?<br />

A Il 50% della dose che può essere letale.<br />

B La dose che uccide il 50 % degli animali da esperimento sottoposti al trattamento.<br />

C La dose da diluire al 50 % per avere un’azione letale.<br />

47 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario nocivo?<br />

A Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un quadrato rettangolare di colore giallo-arancio e<br />

la scritta “veleno”.<br />

B Con la sola scritta nocivo, senza disegni particolari.<br />

C Con una croce di Sant’Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio, la sigla “Xn” e<br />

la scritta nocivo.<br />

48 La croce di Sant’Andrea si trova solo su prodotti nocivi?<br />

A Sì.<br />

B La croce di Sant’Andrea indica prodotti “tossici”.<br />

C No, anche sui prodotti irritanti.<br />

49 I prodotti fitosanitari irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve rispetto ai<br />

prodotti fitosanitari molto tossici?<br />

A Sì, perché non sono velenosi.<br />

B Dipende dall’andamento stagionale.<br />

C No.<br />

50 Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario “irritante”?<br />

A Con una “I” maiuscola, inserita su di un quadrato di color arancio e la scritta “irritante”.<br />

B Con una croce di Sant’Andrea nera su di un quadrato color arancio, la sigla “Xi” e la scritta irritante.<br />

C Non viene contrassegnato.<br />

51 L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza è indicato in etichetta?<br />

A Sì, sempre.<br />

B A discrezione della ditta produttrice del formulato.<br />

C Sì, ma solo sui prodotti classificati T+, T e Xn.<br />

52 Cosa si intende per intervallo di sicurezza o tempo di carenza?<br />

A L’intervallo espresso in giorni che deve intercorrere tra un trattamento e l’altro.<br />

B L’intervallo di tempo espresso in giorni dopo il quale è possibile rientrare nel terreno trattato senza i<br />

dispositivi di protezione individuale.<br />

C L’intervallo di tempo espresso in giorni che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta o<br />

la messa in commercio di derrate alimentari immagazzinate.<br />

53 Come viene espresso il Limite Massimo di Residuo (LMR) su un prodotto destinato<br />

all’alimentazione?<br />

A In g/kg.<br />

B In mg/g.<br />

C In mg/kg.<br />

54 Come viene contrassegnato in etichetta un prodotto fitosanitario pericoloso per l’ambiente?<br />

A Con il simbolo del liquido versato sulle mani e su materiali e con la lettera C.<br />

B Con la dicitura: “Attenzione: pericoloso per il verde pubblico”.<br />

C Con il simbolo della pianta secca, del pesce morto e con la lettera N.<br />

55 Che informazione danno le frasi di rischio riportate nell’etichetta di un prodotto fitosanitario?<br />

A Descrivono i rischi derivanti dalla miscelazione di sostanze attive di differente formulazione.<br />

B Descrivono i rischi per la salute umana, animale ed ambientale connessi alla manipolazione di<br />

sostanze chimiche.<br />

C Descrivono l’effetto dannoso che il prodotto fitosanitario può causare sulla pianta in caso di<br />

sovradosaggio.<br />

56 Con quale lettera sono contrassegnate le frasi di rischio?<br />

A F.<br />

B R.<br />

C N.<br />

57 Con quale lettera sono contrassegnati i consigli di prudenza?<br />

A P.<br />

B C.<br />

C S.<br />

70 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

71


questionario a quiz questionario a quiz<br />

F) Caratteristiche e scelta dei prodotti fitosanitari<br />

58 I prodotti classificati T+, T e Xn sono più dannosi nei confronti degli insetti utili rispetto a<br />

quelli Xi e NC?<br />

A Sono sempre tutti dannosi in quanto non sono mai selettivi.<br />

B No, l’effetto sugli insetti utili non è legato alla tossicità.<br />

C Non sono mai dannosi.<br />

59 Che cosa è la persistenza d’azione di un prodotto fitosanitario?<br />

A La capacità di agire anche durante il riposo vegetativo di una pianta.<br />

B La capacità di non essere asportato dalla pioggia.<br />

C La capacità di restare attivo nel tempo contro l’avversità da combattere.<br />

60 Quando l’operatore agricolo miscela due o più prodotti fitosanitari con intervalli di sicurezza<br />

diversi, dopo quanti giorni può effettuare la raccolta?<br />

A Dopo il numero di giorni indicato per il prodotto più tossico.<br />

B Dopo trenta giorni.<br />

C Dopo il numero di giorni indicato sul prodotto con il tempo di carenza più lungo.<br />

61 È possibile miscelare prodotti fitosanitari diversi?<br />

A Sì, previa consultazione delle indicazioni di compatibilità in etichetta.<br />

B No, mai.<br />

C Sì, ma solo se presentano la stessa formulazione.<br />

62 Prima di miscelare due prodotti fitosanitari per un trattamento, cosa bisogna fare?<br />

A Preparare una dose doppia di acqua, perché i prodotti sono due.<br />

B Preparare due soluzioni distinte, unendole successivamente.<br />

C Leggere attentamente la voce “compatibilità sulle due etichette” o assumere informazioni adeguate.<br />

63 Quali vantaggi offrono le nuove formulazioni dei prodotti fitosanitari (es. granuli<br />

idrodisperdibili, fluido microincapsulato)?<br />

A Nessuno.<br />

B I vantaggi sono esclusivamente di tipo economico.<br />

C Minore pericolosità per l’operatore e maggiore facilità nella preparazione della miscela.<br />

64 Cosa sono i trattamenti a secco?<br />

A I trattamenti che non hanno bisogno di acqua come mezzo disperdente.<br />

B I trattamenti eseguiti con la pompa a spalla.<br />

C I diserbi eseguiti in pre-emergenza della coltura.<br />

65 Quali prodotti fitosanitari possono essere impiegati nei trattamenti con l’elicottero?<br />

A Solo i prodotti non classificati.<br />

B Solo i prodotti a ciò autorizzati.<br />

C Tutti quelli sotto forma liquida che recano il simbolo di un velivolo.<br />

66 È possibile impiegare prodotti fitosanitari per scopi diversi da quelli indicati in etichetta?<br />

A Sì, solamente su prescrizione di un tecnico specializzato.<br />

B Sì, solo se realmente necessario.<br />

C No.<br />

67 Alcuni prodotti fitosanitari possono essere impiegati per trattamenti di aree non agricole?<br />

A Sì, ma solo su apposita autorizzazione del Sindaco.<br />

B No.<br />

C Solo quando è specificatamente indicato in etichetta.<br />

68 Qual è la caratteristica di un prodotto fungicida sistemico?<br />

A Di non essere tossico per l’operatore che effettua il trattamento perché non resta sulle superfici<br />

vegetali.<br />

B La capacità di traslocare dal punto di penetrazione entrando nel sistema linfatico della pianta per<br />

essere poi trasportato in tutti gli organi.<br />

C La capacità di agire sistematicamente contro tutti i funghi patogeni che possono essere presenti<br />

sulla pianta.<br />

69 Un prodotto fitosanitario può essere impiegato su qualsiasi coltura?<br />

A Sì, ma solo se si tratta di piante legnose.<br />

B No, solo per le colture e con le modalità indicate in etichetta.<br />

C No, solamente in base all’esperienza.<br />

70 Gli operatori agricoli possono usare prodotti non registrati o revocati?<br />

A No, mai.<br />

B Sì, solamente se non sono tossici.<br />

C Sì, purché eseguano le indicazioni di un tecnico.<br />

71 Un prodotto aficida può essere impiegato su qualsiasi coltura per la lotta contro gli afidi?<br />

A No, solo per le colture indicate in etichetta.<br />

B Sì, in quanto è un prodotto specifico.<br />

C Sì, se vi è un’adeguata esperienza.<br />

72 È possibile prevedere in anticipo la comparsa di alcune malattie fungine (es. peronospora della<br />

vite e del pomodoro) e quindi valutare la necessità di eseguire trattamenti specifici?<br />

A No, è necessario proteggere costantemente la vegetazione in quanto non è in alcun modo possibile<br />

prevederne la comparsa.<br />

B No, per le malattie fungine è necessario trattare solo in coincidenza di certe fasi fenologiche.<br />

C Sì, se si dispone dei dati meteorologici e solo attraverso specifici modelli previsionali.<br />

73 Quali fenomeni si possono manifestare impiegando un erbicida a dose più alta di quella<br />

consigliata?<br />

A Fitotossicità per la coltura.<br />

B Aumento della produzione perché si eliminano tutte le infestanti.<br />

C Nessuno, se dato in pre-emergenza.<br />

74 Che cosa si intende per selettività di un insetticida?<br />

A La capacità di eliminare gli insetti nocivi, ma di rispettare il più possibile gli insetti utili.<br />

B La capacità di agire sugli insetti nocivi senza avere effetti tossici per l’uomo.<br />

C La capacità di eliminare tutti gli insetti presenti nella coltura.<br />

75 Qual è l’azione di un prodotto fungicida di copertura?<br />

A Preventiva: impedisce l’insediamento dell’infezione.<br />

B Curativa: consente di combattere la malattia durante l’incubazione.<br />

C Eradicante: blocca lo sviluppo di infezioni già manifeste.<br />

76 Fra le modalità d’azione degli insetticidi, qual è la più selettiva?<br />

A Per ingestione.<br />

B Per asfissia.<br />

C Per contatto.<br />

77 Quando un erbicida è selettivo?<br />

A Quando solo le piante infestanti sono danneggiate mentre la coltura non risente del trattamento.<br />

B Quando solo la coltura è danneggiata mentre le erbe infestanti sono risparmiate.<br />

C Quando sia la coltura che le erbe infestanti vengono distrutte dal trattamento.<br />

78 Quali tipi di erbicidi possono influire negativamente sulla coltura che segue quella trattata?<br />

A Antigerminanti residuali.<br />

B Ad assorbimento fogliare.<br />

C Disseccanti.<br />

72 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

73


79 L’uso ripetuto degli stessi erbicidi può dar luogo:<br />

A Alla presenza di piante rinate della coltura precedente.<br />

B A malerbe resistenti agli erbicidi impiegati.<br />

C A malerbe che soffocano la coltura.<br />

80 Cosa si intende per prodotto fitosanitario fitotossico?<br />

A Che è dannoso ad animali.<br />

B Che è mortale per l’uomo.<br />

C Che provoca danni alle colture agrarie.<br />

questionario a quiz questionario a quiz<br />

81 Cosa si intende per formulazione di un prodotto fitosanitario?<br />

A Una miscela di due o più sostanze attive che hanno azione insetticida e fungicida.<br />

B La forma in cui un prodotto fitosanitario viene commercializzato (polvere bagnabile, emulsione<br />

concentrata, ecc.).<br />

C La formula chimica della sostanza attiva principale.<br />

82 Cos’è la schede di sicurezza (SDS) di un prodotto fitosanitario?<br />

A Una scheda su cui sono riportati i consigli per una corretta conservazione del prodotto.<br />

B Una scheda che fornisce tutte le informazioni relative al prodotto.<br />

C Un registro su cui vengono annotati tutti i trattamenti eseguiti con quel prodotto.<br />

G) Acquisto dei prodotti fitosanitari<br />

83 Dove possono essere acquistati i prodotti fitosanitari?<br />

A Non esistono vincoli o autorizzazioni particolari per la loro vendita.<br />

B Esclusivamente dai rivenditori autorizzati.<br />

C Da chiunque, purché i prodotti siano in confezione sigillata.<br />

84 Possono essere acquistati prodotti fitosanitari in confezioni non sigillate o non originali?<br />

A Sì, purché il rivenditore ne garantisca la provenienza.<br />

B Sì, purché si tratti di prodotti registrati.<br />

C No, in nessun caso.<br />

85 L’autorizzazione all’acquisto può essere lasciata in deposito presso il rivenditore?<br />

A No.<br />

B Sì, fino a quando l’autorizzazione all’acquisto non sia scaduta.<br />

C Sì, se gli acquisti vengono eseguiti sempre nella medesima rivendita.<br />

86 L’autorizzazione all’acquisto di prodotti fitosanitari:<br />

A È necessaria per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura.<br />

B È necessaria per i preparati molto tossici, tossici e nocivi.<br />

C È necessaria solo per i prodotti fitosanitari liquidi.<br />

87 Il titolare dell’autorizzazione all’acquisto può rivendere o regalare ad altre persone prodotti<br />

fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?<br />

A No.<br />

B Sì, se queste persone sono in possesso di detta autorizzazione.<br />

C Sì, ma solamente se è certo che il loro impiego avvenga in modo corretto.<br />

88 Quale responsabilità assume chi acquista prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?<br />

A La responsabilità diretta di una idonea conservazione e di impiego corretto del prodotto.<br />

B Nessuna responsabilità se il prodotto viene impiegato da parenti od altri.<br />

C È responsabile solamente se il prodotto viene impiegato da persone minorenni.<br />

H) Norme da eseguire prima dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

89 Quale deve essere il comportamento nel caso in cui si manifestino delle perdite di prodotto<br />

fitosanitario al momento del loro trasporto dal rivenditore all’azienda agricola o al momento<br />

della loro distribuzione con il mezzo irrorante?<br />

A Lavare la strada e convogliare il residuo nei fossi.<br />

B Raccogliere personalmente il materiale disperso e riporlo in adeguato contenitore.<br />

C Informare la pubblica autorità sanitaria e comunque adoperarsi per evitare ulteriori danni.<br />

90 Quale deve essere il comportamento nel caso in cui le confezioni presenti nel locale adibito a<br />

magazzino dei prodotti fitosanitari si rompano e fuoriescano quantità anche minime di<br />

prodotto fitosanitario?<br />

A Lavare la superficie imbrattata con acqua e convogliare il residuo nella fognatura.<br />

B Pulire immediatamente le superfici imbrattate, raccogliere il prodotto, se liquido, con materiale<br />

assorbente quale segatura o sabbia per impedire che il prodotto finisca nella fognatura e smaltire il<br />

rifiuto secondo le norme vigenti.<br />

C È sufficiente asciugare la superficie con una spugna o con uno strofinaccio.<br />

91 Qualora si verifichino incidenti che possono provocare lo spargimento nell’ambiente di ingenti<br />

quantità di prodotti fitosanitari, quali misure è opportuno prendere?<br />

A Evitare che qualsiasi persona entri in contatto con la sostanza fuoriuscita e disperdere il più<br />

possibile il prodotto lontano da luoghi abitati.<br />

B Allontanarsi immediatamente dal luogo dell’incidente ed avvertire quanto prima la Guardia Forestale.<br />

C Avvertire immediatamente il Servizio di Igiene pubblica dell’Unità Sanitaria Locale o i Vigili del<br />

Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il più possibile la dispersione del prodotto.<br />

92 Dove devono essere detenuti o venduti i prodotti fitosanitari?<br />

A In un locale chiuso.<br />

B In un locale refrigerato.<br />

C In depositi e locali autorizzati e non adibiti al deposito o alla vendita di generi alimentari e<br />

mangimi.<br />

93 Come debbono essere conservati i prodotti fitosanitari?<br />

A Entro locali o armadi aerati, chiusi a chiave, su cui deve essere apposto un cartello con un teschio e<br />

la scritta “veleno”.<br />

B È sufficiente che siano tenuti separati da sostanze alimentari o mangimi.<br />

C In un luogo appartato dell’abitazione.<br />

I) Norme da eseguire durante e dopo l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

94 Chi è responsabile di eventuali danni di intossicazione che potrebbero verificarsi in seguito<br />

all’uso scorretto dei prodotti fitosanitari?<br />

A Il titolare dell’autorizzazione all’acquisto del prodotto fitosanitario.<br />

B Chi ha venduto il prodotto.<br />

C Solo chi ha effettuato il trattamento.<br />

95 Al termine dei trattamenti cosa occorre fare prima di mangiare, bere, fumare o compiere atti<br />

fisiologici?<br />

A Non occorre adottare alcuna precauzione.<br />

B Riposare per alcune ore e non affaticare l’organismo<br />

C Togliersi gli indumenti protettivi e lavarsi accuratamente<br />

96 Quando viene prescritto l’impiego dei dispositivi di protezione individuali, questi devono<br />

essere indossati …<br />

A Solamente se non procura disagi personali nell’effettuazione del trattamento.<br />

B Solamente se si esegue il trattamento in una giornata ventosa.<br />

C Sempre, dalla fase di manipolazione sino alla rimessa in deposito delle attrezzature.<br />

74 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

75


questionario a quiz questionario a quiz<br />

97 È opportuno che una donna in gestazione o in allattamento collabori ai trattamenti?<br />

A Sì, ma solo nei primi 3 mesi di gravidanza.<br />

B Sì, se è provvista dei mezzi personali di protezione.<br />

C No, in nessun caso.<br />

98 Per evitare danni alle api, è sufficiente allontanare gli alveari dal frutteto da trattare?<br />

A Sì, se non sono in periodo riproduttivo.<br />

B Sì, ma di almeno 50 metri dall’area interessata al trattamento.<br />

C No, bisogna anche evitare di trattare nei periodi di fioritura e sfalciare le erbe sottostanti se in<br />

fioritura.<br />

99 Dove è opportuno manipolare i prodotti fitosanitari immediatamente prima dell’impiego?<br />

A In un locale con porta munita di serratura, separato dall’abitazione.<br />

B All’aperto, in assenza di vento, nel luogo più vicino possibile al campo da trattare.<br />

C Su un tavolo sotto una tettoia nelle vicinanze dell’abitazione.<br />

100 Se si devono pesare prodotti fitosanitari in polvere …<br />

A È meglio pesarli in un locale chiuso, così non si inquina l’ambiente.<br />

B Pesarli in un locale chiuso ma lontano dall’abitazione.<br />

C Pesarli all’aperto, cercando di non alzare polvere e di non disperderli.<br />

101 Come è opportuno segnalare un campo trattato con prodotti fitosanitari?<br />

A Recintando adeguatamente tutti i campi trattati con nastro rosso e bianco.<br />

B Appendendo agli alberi i contenitori dei prodotti fitosanitari utilizzati.<br />

C Applicando cartelli in numero sufficiente, con avvertimenti idonei ai margini delle colture trattate.<br />

102 Sono consentiti i trattamenti insetticidi ed acaricidi in fioritura?<br />

A Sì, su tutte le colture se si utilizzano prodotti selettivi.<br />

B No.<br />

C Sì, con esclusione dei frutteti.<br />

103 In caso di giornata ventosa è corretto eseguire il trattamento?<br />

A Sì, se questo è veramente necessario, purché si utilizzi la maschera. protettiva.<br />

B No.<br />

C Sì, purché si riduca la pressione di esercizio e la velocità di avanzamento.<br />

104 È corretto soffiare dentro gli ugelli di distribuzione otturati?<br />

A No, in nessun caso, per il grave rischio di intossicazione.<br />

B Sì, ma solo se non si usano prodotti molto tossici, tossici e nocivi.<br />

C Sì, in quanto è l’unico metodo veloce per eliminare l’otturazione.<br />

105 La tracimazione della miscela dall’attrezzatura è da evitare?<br />

A No, purché il prodotto così perduto non inquini i corsi d’acqua circostanti.<br />

B Sì, sempre.<br />

C No, se si tratta di prodotti non classificati.<br />

106 In caso di trattamento eseguito con pompa a spalla, quali precauzioni occorre adottare?<br />

A Nessuna precauzione, purché al termine del trattamento gli abiti indossati vengano sostituiti.<br />

B Occorre indossare un indumento impermeabile ed assicurarsi che non avvengano fuoriuscite dal<br />

serbatoio.<br />

C Nessuna precauzione, se si tratta di prodotti non tossici.<br />

107 Come si conservano la maschera e il filtro?<br />

A Puliti e al riparo dalla polvere e dall’umidità.<br />

B Appesi, in luogo fresco e ventilato.<br />

C A portata di mano sull’irroratrice.<br />

108 Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?<br />

A Bianco-marrone<br />

B Grigio-bianco.<br />

C Marrone-grigio.<br />

109 Quando si effettuano trattamenti, è opportuno:<br />

A Conservare la soluzione rimasta ed eliminarla appena possibile.<br />

B Scaricare la soluzione avanzata nel più vicino fossato.<br />

C Cercare di usare il quantitativo di acqua effettivamente necessario per il trattamento.<br />

110 È corretto impiegare prodotti fitosanitari a dosi più alte di quelle massime indicate in<br />

etichetta?<br />

A No, mai.<br />

B Sì.<br />

C Solamente se miscelati.<br />

111 In caso si riscontri una minore efficacia del trattamento, cosa è opportuno fare?<br />

A Consultare un tecnico specializzato ed eventualmente sostituire il prodotto con un altro, registrato<br />

per la coltura e la malattia da combattere.<br />

B Sostituire il prodotto impiegato con uno più tossico.<br />

C Aumentare la dose del prodotto impiegato.<br />

112 Come si deve comportare l’operatore al termine del trattamento?<br />

A Lavarsi le mani.<br />

B Non sono necessarie precauzioni particolari.<br />

C Spogliarsi e lavarsi accuratamente.<br />

113 Quali precauzioni è d’obbligo adottare trattando in prossimità di strade, corsi d’acqua e colture<br />

confinanti?<br />

A Nessuna precauzione particolare, se vi è assenza di vento.<br />

B Nessuna precauzione se il prodotto fitosanitario non è tossico.<br />

C Tutte le precauzioni affinché la nube irrorante non fuoriesca dall’appezzamento irrorato.<br />

114 Quale manutenzione richiede la maschera che viene usata durante il trattamento?<br />

A Revisionarla almeno una volta all’anno presso il rivenditore autorizzato.<br />

B Lavarla con acqua e sapone dopo l’uso.<br />

C Lavarla dopo l’uso, separando il filtro che va sostituito frequentemente, secondo le indicazioni del<br />

costruttore.<br />

115 Cosa può succedere se vengono irrorati con prodotti fitosanitari canali di irrigazione, corsi<br />

d’acqua o aree circostanti a pozzi?<br />

A Nulla, se il prodotto non è tossico o molto tossico.<br />

B Nulla, se i prodotti usati non sono diserbanti.<br />

C Possono manifestarsi effetti dannosi agli animali e all’uomo.<br />

116 In caso di presenza di temperature troppo alte, occorre …<br />

A Evitare di trattare.<br />

B Trattare preparando una miscela con dosaggi bassi di prodotti fitosanitari.<br />

C Trattare diminuendo, per ogni ettaro, le quantità di acqua o, in caso di formulazioni per trattamenti<br />

a secco, di granuli o polveri secche.<br />

117 Un prodotto granulare può essere dosato a mani nude?<br />

A No.<br />

B Sì, solo se ci si lava bene le mani subito dopo.<br />

C Sì, sempre.<br />

L) Smaltimento dei rifiuti e dei contenitori di prodotti fitosanitari<br />

118 I prodotti fitosanitari non più utilizzabili come possono essere smaltiti?<br />

A Sotterrandoli in un luogo lontano da abitazioni.<br />

B Custoditi in attesa di essere conferiti a Ditte o Centri autorizzati.<br />

C Riversandoli nel corso d’acqua più vicino.<br />

76 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

77


questionario a quiz questionario a quiz<br />

119 I contenitori dei prodotti fitosanitari dopo l’uso debbono essere...<br />

A Puliti e riutilizzati per altri scopi.<br />

B Sotterrati in luogo lontano dall’abitazione.<br />

C Bonificati e custoditi in luogo non accessibile, in attesa di essere conferiti a Ditte o Centri<br />

autorizzati.<br />

120 Cosa occorre fare dei recipienti vuoti dei prodotti fitosanitari?<br />

A Buttarli nelle immondizie avvisando l’azienda municipale dell’igiene urbana.<br />

B Distruggerli, bruciandoli o interrandoli e darne comunicazione alla ASL competente.<br />

C Bonificarli e consegnarli ai Centri di stoccaggio o Ditte autorizzate oppure conservarli in luoghi<br />

adeguati in attesa di conferirli a Ditte o Centri autorizzati.<br />

121 Gli imballaggi dei prodotti fitosanitari possono essere utilizzati per altri scopi?<br />

A No, mai.<br />

B Sì purché non siano adibiti a contenere sostanze alimentari.<br />

C Sì, solo quelli dei prodotti meno pericolosi.<br />

122 È consentito abbandonare o disperdere i contenitori vuoti di prodotti fitosanitari?<br />

A No, in nessun caso.<br />

B Sì, ma solo in attesa di interrarli.<br />

C Sì, purché lontano da sorgenti o corsi d’acqua.<br />

123 I contenitori usati dei prodotti fitosanitari possono essere immessi nei cassonetti dei rifiuti<br />

urbani?<br />

A Sì, ma solo in buste di plastica ermeticamente chiuse.<br />

B No.<br />

C Solo nei Comuni dove sono presenti gli inceneritori.<br />

124 Quali rischi possono provenire dai contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari?<br />

A Solo un deturpamento del paesaggio.<br />

B Nessuno, se il contenitore è di materiale non infiammabile.<br />

C Intossicazioni a chi ne viene in contatto e inquinamento delle acque e del suolo.<br />

M) Manutenzione dell’attrezzatura per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

125 La taratura e la manutenzione delle macchine irroratrici sono necessarie per:<br />

A Ridurre le perdite di prodotti fitosanitari nell’ambiente e migliorare l’efficacia del trattamento.<br />

B Ridurre i tempi necessari per i trattamenti.<br />

C Ridurre il numero di trattamenti.<br />

126 È necessaria la manutenzione ordinaria alle macchine utilizzate per i trattamenti?<br />

A Sì, controllando ugelli, raccordi e tubi, rubinetti e manometri.<br />

B No, purché si effettui un lavaggio manuale ogni dieci utilizzi.<br />

C Sì, controllando che non ci siano incrostazioni sul fondo del serbatoio ed eventualmente pulendolo<br />

con ammoniaca.<br />

127 Cosa si intende per registro dei trattamenti?<br />

A Un registro per tutti gli utilizzatori di prodotti fitosanitari che dovrà riportare la data e l’epoca del<br />

trattamento, il nome e la quantità del prodotto impiegato, la denominazione e l’estensione della<br />

coltura trattata.<br />

B Un registro per ricordare i trattamenti effettuati.<br />

C Un registro per il conteggio del numero dei trattamenti riservato solo alle grandi aziende agricole di<br />

estensione superiore ai 50 ettari.<br />

128 Per quanto tempo deve essere conservato il registro dei trattamenti?<br />

A 6 mesi.<br />

B Fino alla raccolta della produzione.<br />

C Almeno per l’anno successivo a quello cui si riferiscono gli interventi registrati.<br />

Risposte esatte al questionario a quiz<br />

A) Nozioni generali<br />

1 A<br />

2 B<br />

3 C<br />

4 A<br />

5 B<br />

6 B<br />

7 B<br />

8 C<br />

9 B<br />

10 C<br />

11 A<br />

12 B<br />

13 A<br />

14 C<br />

B) Effetti sulla salute<br />

15 B<br />

16 A<br />

17 A<br />

18 B<br />

19 B<br />

20 A<br />

21 A<br />

22 C<br />

23 B<br />

24 C<br />

C) Metodi di difesa fitosanitari<br />

25 B<br />

26 B<br />

27 A<br />

28 A<br />

29 A<br />

D) Suddivisione dei prodotti<br />

fitosanitari<br />

30 C<br />

31 B<br />

32 A<br />

33 A<br />

34 C<br />

35 B<br />

E) Classi di pericolosità; limiti<br />

tecnici; limiti igienistici<br />

36 C<br />

37 A<br />

38 B<br />

39 B<br />

40 A<br />

78 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

79<br />

41 C<br />

42 A<br />

43 A<br />

44 C<br />

45 C<br />

46 B<br />

47 C<br />

48 C<br />

49 C<br />

50 B<br />

51 A<br />

52 C<br />

53 C<br />

54 C<br />

55 B<br />

56 B<br />

57 C<br />

F) Caratteristiche e scelta dei<br />

prodotti fitosanitari<br />

58 B<br />

59 C<br />

60 C<br />

61 A<br />

62 C<br />

63 C<br />

64 A<br />

65 B<br />

66 C<br />

67 C<br />

68 B<br />

69 B<br />

70 A<br />

71 A<br />

72 C<br />

73 A<br />

74 A<br />

75 A<br />

76 A<br />

77 A<br />

78 A<br />

79 B<br />

80 C<br />

81 B<br />

82 B<br />

G) Acquisto dei prodott ifitosanitari<br />

83 B<br />

84 C<br />

85 A<br />

86 B<br />

87 A<br />

88 A<br />

H) Norme da eseguire prima<br />

dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

89 C<br />

90 B<br />

91 C<br />

92 C<br />

93 A<br />

I) Norme da eseguire durante e dopo<br />

l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

94 A<br />

95 C<br />

96 C<br />

97 C<br />

98 C<br />

99 B<br />

100 C<br />

101 C<br />

102 B<br />

103 B<br />

104 A<br />

105 B<br />

106 B<br />

107 A<br />

108 A<br />

109 C<br />

110 A<br />

111 A<br />

112 C<br />

113 C<br />

114 C<br />

115 C<br />

116 A<br />

117 A<br />

L) Smaltimento dei rifiuti e dei<br />

contenitori di prodotti fitosanitari<br />

118 B<br />

119 C<br />

120 C<br />

121 A<br />

122 A<br />

123 B<br />

124 C<br />

M) Manutenzione dell’attrezzatura<br />

per la distribuzione dei prodotti<br />

fitosanitari<br />

125 A<br />

126 A<br />

127 A<br />

128 C


indirizzi utili e<br />

riferimenti bibliografici<br />

Direzione Sanità<br />

Servizio Prevenzione Collettiva<br />

Ufficio I.A.N.<br />

Via Conte di Ruvo, 74<br />

65127 Pescara<br />

Uffici I.A.N. della Regione<br />

L’Aquila<br />

- Via G. Bellisari<br />

Ex P.O. Santa Maria di Collemaggio<br />

67100 L’Aquila<br />

- Via Monte Velino, 18<br />

67051 Avezzano<br />

Teramo<br />

- Via Circonvallazione Ragusa<br />

64100 Teramo<br />

- Via Gramsci<br />

64021 Giulianova<br />

riferimenti bibliografici<br />

«Terapia Vegetale»<br />

S. Foschi, A. Brunelli, I. Ponti<br />

Edagricole, 1985<br />

«Macchine per la difesa delle colture»<br />

D. Vannucci<br />

Edagricole, 2001<br />

Centro Antiveleno per l’<strong>Abruzzo</strong><br />

Ospedale SS. Annunziata<br />

Via dei Vestini - Chieti<br />

0871 551219<br />

A.R.S.S.A.<br />

Servizio <strong>Fitosanitari</strong>o Regionale, Difesa e<br />

Qualificazione delle Produzioni<br />

Via Nazionale, 38<br />

65012 Villanova di Cepagatti (PE)<br />

Pescara<br />

- Via Paolini, 47<br />

65100 Pescara<br />

Chieti<br />

- Via N. Nicolini, 10<br />

Ex Ospedale Pediatrico<br />

6610 Chieti<br />

- Piazza S. Francesco<br />

c/o Distretto Sanitario di Base<br />

66026 Ortona<br />

- Viale Marconi, 8<br />

66034 Lanciano<br />

- Via Marco Polo, 55/a<br />

66054 Vasto<br />

si ringraziano cortesemente<br />

- il dott. Nunzio Prencipe della Soc. Syngenta e il dott. Filippo<br />

Rotunno della Soc. Intrachem per aver reso disponibili alcune<br />

delle illustrazioni presenti nella pubblicazione.<br />

- il dott. Antonio Ricci dell’ARSSA di Sulmona (AQ) per la<br />

consulenza prestata sulla distribuzione dei prodotti fitosanitari.<br />

La riproduzione di testi e figure è consentita previa autorizzazione da parte dell’ARSSA,<br />

citando comunque gli estremi della pubblicazione.<br />

grafica e impaginazione: Waibl&Di Luzio - grafici e disegni: Silvia Mincarelli - stampa: Tipografia Angolana febbraio 2009

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