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della Marca Trevigiana - Camera di Commercio di Treviso - Camere ...

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L’Economia<br />

<strong>della</strong> <strong>Marca</strong> <strong>Trevigiana</strong><br />

ANNO LXXXXVI N. 3 - 2008 - POSTE ITALIANE SPA - PUBBLICAZIONE BIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% D.C.B. TREVISO<br />

PAG. 1-20 Speciale 6ª Giornata<br />

dell’Economia in CCIAA<br />

a <strong>Treviso</strong><br />

PAG. 21-22 Il 56º Concorso<br />

per la Fedeltà al Lavoro<br />

e il Progresso Economico<br />

PAG. 29 Il fascino <strong>della</strong> moda<br />

e delle menti creative,<br />

novità dal ClaDis<br />

PAG. 31 Unità provinciale per il<br />

reimpiego, progetto<br />

innovativo sul lavoro<br />

PAG. 40 Il riconoscimento<br />

<strong>di</strong> eccellenza EFQM<br />

alla CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

TREVISOSYSTEM.MOBI si consulta gratis<br />

anche su cellulari e pocket pc.<br />

Il portale dell’economia trevigiana <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, in modalità http://trevisosystem.mobi,<br />

può ora essere consultato con il cellulare<br />

o pocket pc. La CCIAA con la sua azienda speciale<br />

<strong>Treviso</strong> Tecnologia,ha voluto offrire questa nuova versione<br />

ideata rispettando il protocollo W3C mobi versione<br />

beta.<br />

Il portale, per <strong>di</strong>rla in parole non proprio tecniche,<br />

occupa pochi kb e rispetta così i protocolli per una<br />

spesa contenuta dei costi <strong>di</strong> navigazione. Inoltre la<br />

navigazione tiene conto <strong>della</strong> usabilità dei cellulari.<br />

Ve<strong>di</strong> i riferimenti a pag. 30.<br />

L’ECONOMIA TREVIGIANA: VOGLIA DI FUTURO<br />

In questa sesta Giornata de<strong>di</strong>cata all’economia reale dei<br />

territori e dei sistemi d’impresa desidero proporre una<br />

domanda preliminare: perchè l’economia reale, quella<br />

che produce valore, nelle imprese e nei <strong>di</strong>stretti, deve<br />

essere smorzata in modo così consistente dall’economia<br />

virtuale? Per intenderci quella <strong>della</strong> finanza creativa<br />

autoreferente, quella delle scommesse sui mutui, quella<br />

che non è leva operativa utile per produrre ricchezza ed<br />

investimenti.<br />

Il 2007 è stato positivo. Ma…<br />

Lo <strong>di</strong>co perché il 2007 è andato ancora bene per l’economia<br />

trevigiana – come si vedrà leggendo i singoli<br />

in<strong>di</strong>catori – ma questo giu<strong>di</strong>zio deve tener conto che<br />

oggi viviamo un rallentamento del ciclo economico per<br />

buona parte imputabile all’incertezza generata, a livello<br />

mon<strong>di</strong>ale, dalla crisi <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà. Dal fatto che il sistema<br />

bancario mon<strong>di</strong>ale, dopo aver fatto girare per le piazze<br />

finanziarie, titoli ed obbligazioni <strong>di</strong> dubbia soli<strong>di</strong>tà, oggi<br />

opera con un tasso overnight.<br />

A questo fattore critico se ne associano altri già da<br />

tempo evidenti sulla scena economica: il cambio<br />

euro/dollaro, che sfavorisce le nostre esportazioni, e la<br />

riduzione del potere d’acquisto dei consumatori.<br />

Problema soprattutto <strong>di</strong> casa nostra, dell’Italia, derivante<br />

sia da una politica salariale tutta da reinterpretare sia<br />

dal rialzo dei tassi dei mutui, ancora una volta causa<br />

<strong>della</strong> crisi finanziaria.<br />

La combinazione <strong>di</strong> questi tre fattori critici è da seguire<br />

con molta attenzione perché c’è il timore che si innesti<br />

un circolo negativo tra minore cre<strong>di</strong>to, minori consumi,<br />

minori investimenti con conseguenze molto serie sullo<br />

sviluppo. L’Italia è particolarmente esposta in tal senso<br />

perchè già <strong>di</strong> per sé strutturalmente debole sul piano<br />

macroeconomico.<br />

Lasciatemi citare le previsioni <strong>di</strong> aprile del Fondo Monetario<br />

Internazionale. Recitano più o meno così:“È del<br />

25% la probabilità che la crescita mon<strong>di</strong>ale possa essere<br />

inferiore al 3% nel 2008 e nel 2009. Se così sarà – <strong>di</strong>ce<br />

sempre il Fondo – avremo recessione” (sito del Fondo<br />

Monetario). Un tono che si ad<strong>di</strong>ce più all’oracolo <strong>di</strong> Delfi<br />

che alla massima autorità monetaria internazionale.<br />

Anche sull’annunciata recessione negli Stati Uniti i balletti<br />

<strong>di</strong> cifre sono sconfortanti. Gli analisti sono <strong>di</strong>visi tra<br />

crisi irreversibili o “morbido atterraggio” ma l’economia<br />

americana, pur in rallentamento, ha chiuso il 2007 con<br />

una crescita del Pil del +2,2%. E con consumi che, alla<br />

fine, non peggiorano come previsto.<br />

Oltre che maneggiare con cura i dati dobbiamo, quin<strong>di</strong>,<br />

evitare che siano i <strong>di</strong>scorsi sulle tendenze a determinare<br />

le tendenze stesse.Economia virtuale è anche economia<br />

troppo parlata e l’eccesso <strong>di</strong> sfiducia non ha mai fatto<br />

bene all’economia reale.<br />

Gli scenari pessimistici e la realtà<br />

delle imprese<br />

I vari scenari pessimistici non risparmiano ovviamente<br />

anche l’Italia. Ma nel bel mezzo <strong>di</strong> aprile, l’Istat ha fatto<br />

sapere che fatturato e or<strong>di</strong>ni nell’industria, riferiti al<br />

mese <strong>di</strong> febbraio 2008 sullo stesso mese dell’anno precedente,<br />

sono cresciuti, rispettivamente del 9% e del<br />

14%. Cresce anche l’export: del +11,1% nel primo<br />

bimestre 2008 rispetto allo stesso periodo dell’anno<br />

precedente e le prime anticipazioni a livello trevigiano<br />

parlano <strong>di</strong> un export delle nostre imprese <strong>di</strong> nuovo in<br />

crescita. Dunque, la prudenza è d’obbligo.<br />

Il presidente <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, Federico<br />

Tessari, ha presentato i dati dell’economia trevigiana, durante<br />

l’intervento <strong>di</strong> apertura alla 6ª Giornata dell’Economia.


Giornata dell’Economia 2<br />

Anche a livello provinciale suggerisco <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong><br />

“cavalcare” i primi segnali <strong>di</strong> criticità facendo il solito<br />

esercizio <strong>di</strong> vedere solo quelli e non anche i molti altri<br />

segnali positivi che comunque permettono <strong>di</strong> affermare<br />

che la nostra economia ha tutte le carte in regola, nelle<br />

sue componenti più evolute, per affrontare e superare<br />

anche l’attuale momento <strong>di</strong> frenata.<br />

Crescono gli occupati: 3 mila nel 2007<br />

Ve<strong>di</strong>amo allora i dati consolidati <strong>della</strong> nostra economia<br />

locale.Il manifatturiero,nel 2007,è riuscito a creare posti<br />

<strong>di</strong> lavoro: più 3.000 occupati <strong>di</strong>pendenti. Lo <strong>di</strong>ce l’inda-<br />

gine Istat sulle forze lavoro. Pren<strong>di</strong>amo pure con tutte le<br />

cautele del caso un dato che è frutto <strong>di</strong> un’indagine<br />

campionaria. Ma è <strong>di</strong>fficile poter affermare che la tendenza<br />

sia tanto <strong>di</strong>versa.<br />

Si tenga inoltre presente che,nel complesso,in provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, le imprese del terziario, dal commercio ai servizi<br />

alle persone, aumentano <strong>di</strong> 766 unità.<br />

In ogni caso registriamo un tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione<br />

generale del 3,9%,uno dei migliori a livello europeo che<br />

conferma che l’economia trevigiana ha raggiunto praticamente<br />

la piena occupazione.<br />

Nonostante i “rumori” <strong>di</strong> crisi, nonostante non si perda<br />

mai il vizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che il nostro manifatturiero è alle<br />

corde, questo comparto resta il motore centrale dello<br />

sviluppo. Forse il problema è un altro.<br />

Sopravvive ancora un’idea vecchia del manifatturiero<br />

trevigiano.E si corre subito al capezzale delle imprese in<br />

<strong>di</strong>fficoltà facendone le icòne <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sastro generale ed<br />

imminente. Così facendo si commettono due errori.<br />

Primo:si scambia per crisi <strong>di</strong> sistema l’inevitabile proces-<br />

so <strong>di</strong> selezione connesso ad ogni rallentamento congiunturale.<br />

Non è il primo rallentamento congiunturale<br />

che l’economia trevigiana sta vivendo nella sua storia.Mi<br />

pare che, finora, ne siamo sempre usciti più rafforzati.<br />

Secondo: raccontare sempre che va male impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong><br />

cogliere i reali fenomeni <strong>di</strong> trasformazione che riguardano<br />

le nostre imprese.<br />

Questo non significa tralasciare il sostegno a quella<br />

parte dei lavoratori che si trova in momentanea <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Per loro sono necessarie le politiche mirate per riaccompagnarli<br />

verso un nuovo lavoro.<br />

L’altra osservazione che spiega il mutamento del mani-<br />

Numerosi i partecipanti alla sesta Giornata dell’Economia in <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> a <strong>Treviso</strong>.Tra loro molte autorità.<br />

fatturiero è la forte spinta alla crescita che è data dall’internazionalizzazione<br />

del sistema trevigiano in tutte le<br />

sue <strong>di</strong>mensioni: commerciale e produttiva.<br />

Il successo dell’export, oltre i 10 miliar<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> euro<br />

Ho una certa <strong>di</strong>fficoltà a pensare che il manifatturiero<br />

sia sull’orlo <strong>della</strong> crisi quando riesce a generare oltre 10<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> esportazioni, in crescita del 4,6% sul 2006.<br />

In particolare il segmento dei macchinari industriali<br />

continua ad aumentare le esportazioni anche negli Stati<br />

Uniti. Cito la voce “macchine per impieghi speciali” che<br />

ha incrementato del 28% le ven<strong>di</strong>te verso gli Usa, passando<br />

da 29,6 a 37,9 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

Deve essere chiara anche un’altra evidenza: questa<br />

capacità <strong>di</strong> competere e <strong>di</strong> espandersi sui mercati esteri<br />

non è affare circoscritto ad una ristretta élites d’imprese,<br />

ma coinvolge, accanto ad un nucleo sempre più esteso<br />

<strong>di</strong> imprese-leader, le più evolute reti locali <strong>di</strong> fornitura<br />

specializzata.<br />

La crescita del manifatturiero<br />

e la competitività del sistema<br />

È questa apertura internazionale delle nostre filiere che<br />

ci salva.Che ci permette <strong>di</strong> guardare al futuro con minor<br />

preoccupazione. Lo possiamo vedere bene attraverso il<br />

nostro consueto monitoraggio sull’industria manifatturiera,<br />

vista nel suo complesso. L’attenuazione <strong>della</strong> crescita,<br />

nell’ultimo trimestre del 2007, è fuori <strong>di</strong>scussione.<br />

Ma l’elemento che più <strong>di</strong> tutti fa la <strong>di</strong>fferenza è l’apertura<br />

sui mercati esteri. Non solo la variazione del fatturato<br />

estero è maggiore +2,4%,ma nel mobile e nel tessile-abbigliamento<br />

supera la soglia del +5%. Anche<br />

attraverso la <strong>di</strong>namica degli or<strong>di</strong>nativi si può cogliere la<br />

marcia in più che dà l’export, <strong>di</strong> contro alla debolezza<br />

<strong>della</strong> domanda interna.<br />

Gli or<strong>di</strong>ni dal mercato interno, infatti, si fermano al<br />

+1,5% su base annua. Per contro gli or<strong>di</strong>ni dai mercati<br />

esteri si attestano, sempre su base annua, al +5,3%, e<br />

vanno molto bene in particolare per i macchinari industriali<br />

con +7,5%.Certo sul fronte export pesa il cambio<br />

euro/dollaro. Ma dobbiamo anche inquadrare il problema<br />

sotto una più corretta luce.<br />

Non va infatti <strong>di</strong>menticato che ormai il 67% delle esportazioni<br />

trevigiane è <strong>di</strong>retto nell’ambito dell’Unione<br />

europea allargata (Ue 27); peso che arriva al 70% se<br />

aggiungiamo la Federazione Russa, mercato in cui stiamo<br />

espandendoci a ritmi davvero sostenuti. Per contro<br />

l’incidenza dell’America e dell’Asia sulle esportazioni<br />

trevigiane, per definire in modo semplificato le aree in<br />

cui si commercia in dollari, si aggira sul 15,5%.<br />

Aggiungo questi ulteriori dati. In valori assoluti la flessione<br />

delle esportazioni verso gli Stati Uniti,tra il 2006 e<br />

il 2007, è stata <strong>di</strong> “soli” 6 milioni <strong>di</strong> euro. Si passa infatti<br />

da 423 milioni a 417 milioni <strong>di</strong> euro.Assai più seria oggi<br />

appare la contrazione dei flussi verso il Regno Unito (-<br />

35 milioni). Ma la sola espansione dell’export verso la<br />

Federazione Russa <strong>di</strong> +60 milioni basta a compensare<br />

queste flessioni. E si potrebbero aggiungere le <strong>di</strong>fferenze<br />

positive nell’export verso gli Emirati Arabi +8 milioni<br />

e verso l’Arabia Sau<strong>di</strong>ta con +20 milioni.<br />

Questa è la <strong>di</strong>mostrazione che alle imprese trevigiane<br />

non manca la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare, <strong>di</strong> riorientare le<br />

traiettorie dell’export e <strong>di</strong> conquistare nuovi mercati.<br />

L’evoluzione del manifatturiero sta portando il nostro<br />

apparato produttivo verso un’eccellenza che ha pochi<br />

rivali al mondo.E conferma che le filiere nelle quali è più<br />

forte l’integrazione fra fasi <strong>di</strong> lavorazione dei beni e fasi<br />

<strong>di</strong> servizio sono la chiave <strong>di</strong> successo in termini <strong>di</strong> valore<br />

aggiunto e <strong>di</strong> occupazione.<br />

A tale proposito le strutture a servizio delle imprese,<br />

come informatica, ricerca e marketing, escluse quin<strong>di</strong> le<br />

attività immobiliari, sono 9.345, vale a <strong>di</strong>re cento in più<br />

rispetto al 2006.<br />

Alla guida <strong>di</strong> queste filiere,che oltrepassano i confini italiani,<br />

troviamo in molti casi imprese <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensio-


3<br />

ni, quelle con oltre 50 addetti, che sono 697 (dato del<br />

2005). Ma in termini <strong>di</strong> addetti danno lavoro a 80 mila<br />

persone pari a circa il 25% del totale degli occupati trevigiani.<br />

E da alcuni anni le nostre analisi vedono proprio in queste<br />

imprese le protagoniste del riposizionamento del<br />

nostro sistema produttivo sui mercati internazionali. Si<br />

può <strong>di</strong>re che il successo sta nel mezzo, come la virtù.<br />

Le nostre imprese “comprano”<br />

problemi per risolverli<br />

Esiste dunque più <strong>di</strong> un motivo sul perché continuiamo a<br />

crescere.E perché, molto presumibilmente, continueremo<br />

a farlo. Non mancano, certo, forme d’impresa più esposte<br />

all’incertezza, terzisti che ancora non hanno compiuti il<br />

passaggio da logiche <strong>di</strong> prodotto a logiche <strong>di</strong> servizio.<br />

Ambiti nei quali potrebbero concentrarsi i sopra accennati<br />

processi selettivi. Ma è davvero <strong>di</strong>fficile pensare che i<br />

numeri appena illustrati siano frutto <strong>di</strong> occasionalità.<br />

Molte delle nostre imprese incominciano ad essere<br />

identificate ed apprezzate non solo perché sanno fare<br />

prodotti vali<strong>di</strong> sul piano estetico e funzionale, ma anche<br />

perché, da una clientela sempre più esigente, sanno<br />

“comprare” e risolvere problemi ine<strong>di</strong>ti, complessi, non<br />

standar<strong>di</strong>zzabili.<br />

Scenari <strong>di</strong> futuro: riprogettare<br />

il policentrismo<br />

I dati positivi <strong>della</strong> nostra economia locale ci portano<br />

allora a riflettere sui no<strong>di</strong> da sciogliere per far sì che la<br />

crescita possa proseguire e <strong>di</strong>ffondersi fra tutte le nostre<br />

imprese e in tutto il nostro territorio.<br />

Le infrastrutture per governare<br />

la complessità<br />

Il Veneto, ed il trevigiano, sono un sistema in movimento<br />

che è chiamato ad aprire un nuovo e moderno capitolo<br />

<strong>di</strong> collaborazione tra le attese e le logiche delle<br />

imprese e quelle <strong>della</strong> città all’insegna <strong>di</strong> un nuovo<br />

modo <strong>di</strong> vivere. È un <strong>di</strong>segno che ci permetterà <strong>di</strong> vivere<br />

nella nuova economia <strong>della</strong> conoscenza dove la qualità<br />

<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> lavoro fanno la <strong>di</strong>fferenza. Questo nuovo<br />

modo <strong>di</strong> considerare l’ambiente, le imprese che vi lavorano<br />

e la gente che vi vive,è stimolato dalla capacità che<br />

abbiamo <strong>di</strong> muovere merci su scala mon<strong>di</strong>ale.<br />

Dobbiamo trovare il modo <strong>di</strong> fare circolare altrettanto<br />

velocemente ed efficacemente anche idee e talenti.<br />

Essere internazionalizzati vuol <strong>di</strong>re da una parte avere<br />

capacità <strong>di</strong> esportare molto ma dall’altra essere un territorio<br />

appetibile per gli investimenti esteri e per il capitale<br />

umano.<br />

A <strong>Treviso</strong>, nel 2006, si sono registrati afflussi <strong>di</strong> capitale<br />

estero per investimenti per un valore <strong>di</strong> 769,8 milioni <strong>di</strong><br />

euro, in crescita del +74,5% rispetto al 2005. Questa<br />

variazione è superiore sia all’incremento registrato a<br />

Giornata dell’Economia<br />

livello regionale (+20,1%) che nazionale (+18,7%).<br />

Parliamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> strade e <strong>di</strong> infrastrutture ma non<br />

possiamo <strong>di</strong>stogliere l’attenzione ai problemi <strong>di</strong> senso e<br />

<strong>di</strong> strategia posti alla costruzione <strong>di</strong> un futuro che certo<br />

interessa alle imprese ma <strong>di</strong> cui dobbiamo iniziare ad<br />

avere una visione con<strong>di</strong>visa e comune.Dobbiamo evitare<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare la periferia <strong>di</strong> Milano a ovest e la periferia<br />

<strong>di</strong> Lubiana ad est.<br />

I rischi sono ben visibili perché Milano si appresta a<br />

vivere la grande occasione <strong>di</strong> sviluppo che viene offerta<br />

dall’Expo, dove si prevedono investimenti per oltre 3<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro soltanto per gli interventi infrastruttura-<br />

li, ed in Slovenia stanno arrivando 4 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro fino<br />

al 2013 con l’obiettivo <strong>della</strong> convergenza.<br />

In Veneto stiamo vivendo, magari con qualche polemica,<br />

la stagione delle infrastrutture.Sono in via <strong>di</strong> ultimazione<br />

o in programma: il Passante <strong>di</strong> Mestre, la Pedemontana<br />

Veneta, la terza corsia <strong>della</strong> A4, la strada <strong>di</strong><br />

adduzione Padova-Marghera, la Valdastico sud, quella a<br />

nord sembra più un’ottima intuizione piuttosto che un<br />

vero progetto a causa delle resistenze trentine, e la<br />

nuova Romea. Pensiamo poi alla metropolitana <strong>di</strong><br />

superficie, alla Tac-Tav ed alla complanare.Tutte queste<br />

opere unite alla nostra collocazione geografica, alla certificata<br />

ricchezza culturale,storica e civile possono costituire<br />

i pilastri <strong>di</strong> una nuova fase <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Non parlo <strong>di</strong> quantità ma <strong>di</strong> una maggiore qualità <strong>della</strong><br />

crescita <strong>di</strong> un territorio che deve abbandonare la tra<strong>di</strong>zionale<br />

configurazione e rapporto fra città e campagna,<br />

fra città ed impresa e deve ripensarsi un altro sviluppo<br />

sotto la spinta dell’accresciuta competizione internazionale<br />

che interessa tutti i settori.<br />

Una trasformazione da realizzare non con la logica del<br />

no, del contro o con la paura del complotto ma dentro<br />

ad un progetto in cui le imprese competono sui prodotti<br />

e le città sui servizi. Ed entrambe si attrezzano per<br />

competere sul territorio europeo ed internazionale.<br />

Ad esempio: il Passante, quando sarà in funzione, permetterà<br />

lo spostamento da <strong>Treviso</strong> sud a Padova est in<br />

mezz’ora circa <strong>di</strong> tempo: un sogno per tante imprese<br />

trevigiane e venete.<br />

Ma anche per tanti giovani che si spostano per partecipare<br />

ad un concerto, ad un evento culturale, per le famiglie<br />

che cercano un lavoro più vicino alla propria abitazione.<br />

Accanto al presidente <strong>della</strong> CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> Federico Tessari, Marco D’Ere<strong>di</strong>tà, segretario generale <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> e<br />

Paolo Feltrin, docente <strong>di</strong> Scienze dell’Amministrazione all’Università <strong>di</strong> Trieste<br />

Voglio <strong>di</strong>re che queste nuove infrastrutture avranno<br />

comunque un effetto rilevante: riporteranno su una<br />

<strong>di</strong>mensione urbana-metroplitana i tempi <strong>di</strong> spostamento<br />

delle persone e delle merci, soprattutto, fra<br />

quattro città venete: <strong>Treviso</strong>, Padova, Vicenza e<br />

Venezia.<br />

Ci saranno nuovi punti infrastrutturali, maggiori capacità<br />

<strong>di</strong> relazioni, riequilibrio del traffico ed un necessario<br />

rior<strong>di</strong>no territoriale. Prevedo un forte interesse per quest’area<br />

e già da ora si notano i primi segnali. Ci sono<br />

società <strong>di</strong> private equity <strong>di</strong>sponibili a costruire immobili,<br />

quartiere residenziali ma anche alberghi ed ospedali.<br />

Vogliamo gestire questa fase dello sviluppo?<br />

L’alternativa è una soltanto: lasciare che altri costruiscano<br />

il nostro futuro secondo logiche che possono essere<br />

<strong>di</strong>verse da quelle attese. Chi ha responsabilità civiche, a<br />

mio parere, è chiamato ad interrogarsi su quale sarà il<br />

futuro del nostro territorio, una volta che le infrastrutture<br />

saranno completate, per elaborare gli scenari dello<br />

sviluppo possibile ed auspicabile.


Giornata dell’Economia 4<br />

La grande <strong>Treviso</strong><br />

Credo ad esempio, sempre a proposito del Passante,<br />

che si potrebbe iniziare a considerarlo come una grande<br />

circonvallazione per <strong>Treviso</strong>. Ma non <strong>della</strong> <strong>Treviso</strong><br />

con i suoi 80 mila abitanti ma la grande <strong>Treviso</strong>.Un territorio<br />

in<strong>di</strong>viduato grosso modo da un’area a forma <strong>di</strong><br />

poligono che va da Castelfranco-Montebelluna a<br />

Conegliano, ad Oderzo e Mogliano con una massa critica<br />

<strong>di</strong> quasi 600 mila abitanti pari al 69% <strong>della</strong> popolazione<br />

provinciale e 58 mila imprese attive pari al<br />

68% del totale.<br />

La crescita <strong>di</strong> popolazione ed economica attorno a<br />

questi no<strong>di</strong> interme<strong>di</strong> eviterebbe un nuovo depauperamento<br />

<strong>di</strong> altre porzioni <strong>di</strong> territorio. Salvare il territorio<br />

non vuol <strong>di</strong>re fermare l’e<strong>di</strong>lizia residenziale e delle<br />

aree produttive ma localizzarle in determinate aree.<br />

Ma, perché ciò avvenga, è necessario che si assicuri<br />

una forte permeabilità e prossimità delle reti in modo<br />

che si possano catalizzare non solo le funzioni commerciali<br />

e produttive, ma anche quelle culturali e dei<br />

servizi.<br />

La città <strong>di</strong>ffusa: <strong>Treviso</strong>, Vicenza,<br />

Padova, Venezia<br />

Sarà questa <strong>Treviso</strong> che potrà <strong>di</strong>ventare il naturale<br />

interlocutore e protagonista nella città <strong>di</strong>ffusa e consapevole<br />

del Veneto. Quella città, <strong>di</strong> circa 1 milione e<br />

mezzo <strong>di</strong> abitanti, che va da Vicenza a Padova a<br />

Marghera Venezia a <strong>Treviso</strong>.Basta visionare le foto scattate<br />

dal satellite per rendersi conto <strong>di</strong> questa realtà,<br />

forse la più densamente popolata dell’Europa.<br />

Ognuno <strong>di</strong> questi centri ha una propria specialità, il<br />

genius loci, che dobbiamo affinare e rendere più precisa<br />

proprio cogliendo le opportunità <strong>di</strong> sviluppo che le<br />

infrastrutture ci offrono.<br />

<strong>Treviso</strong> ha una vocazione nel manifatturiero sostenuta<br />

sempre più dal design e dalla creatività e la stessa<br />

vocazione si riscontra a Vicenza; Padova è un centro<br />

<strong>della</strong> ricerca, dei servizi evoluti, come la finanza, delle<br />

funzioni metropolitane, mentre Marghera-Venezia<br />

possono costituire il polo del tempo libero, <strong>della</strong> cultura,<br />

del turismo e <strong>della</strong> visibilità internazionale.<br />

Noi non abbiamo una Marghera da sfruttare per sviluppare<br />

il terziario avanzato e neppure un grande centro<br />

commerciale come quello che si sta costituendo nei<br />

pressi del casello <strong>di</strong> Padova est. Possiamo, però, sfruttare<br />

la vicinanza <strong>di</strong> quei centri interme<strong>di</strong> che costituiscono<br />

la Grande <strong>Treviso</strong>.<br />

Tutti sono situati ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 25/30 km<br />

l’uno dall’altro, siamo vicini ai tra<strong>di</strong>zionali gran<strong>di</strong> assi<br />

<strong>di</strong> comunicazione:quello <strong>di</strong> Milano-Trieste e quello del<br />

Brennero, prossimo al raddoppio, mentre sono ancora<br />

tutte da sperimentare le possibilità offerte dal<br />

Corridoio 5.<br />

Con la Pedemontana Veneta si può pensare <strong>di</strong> sfruttare<br />

un’altra occasione <strong>di</strong> sviluppo in<strong>di</strong>viduando un territorio<br />

che parte da Citta<strong>della</strong> e Bassano ed arriva a<br />

Montebbelluna, Castelfranco Veneto, Conegliano fino a<br />

nord <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>.<br />

Cosa significano per le nostre imprese queste infrastrutture<br />

visto che i mercati dell’Est, per molti decenni<br />

ancora, possono rappresentare un polmone per crescere,<br />

per instaurare e per consolidare nuove relazioni<br />

tanto da arrivare fino all’Estremo Oriente?<br />

Il policentrismo del nuovo sviluppo<br />

Abbiamo costruito una storia <strong>di</strong> sviluppo economico e<br />

sociale contrassegnata dal policentrismo fin dal tempo<br />

<strong>della</strong> Repubblica <strong>di</strong> Venezia che aveva stabilito un ine<strong>di</strong>to<br />

rapporto tra la capitale ed il territorio <strong>di</strong>verso, ad<br />

esempio, da quello che caratterizza la città <strong>di</strong> Torino o<br />

quella <strong>di</strong> Parigi con il proprio hinterland.<br />

La nobiltà veneziana ha costruito ville <strong>di</strong> campagna<br />

adatte alla residenza ma anche al lavoro agricolo ed<br />

artigianale, non ha eretto castelli fortificati o <strong>di</strong>segnato<br />

arron<strong>di</strong>ssement autosufficienti.<br />

Il moderno policentrismo che possiamo/dobbiamo<br />

progettare è costituito da molteplici no<strong>di</strong> che sono<br />

competitivi all’esterno, ma strettamente collegati e collaborativi<br />

all’interno.<br />

È un progetto <strong>di</strong> sviluppo che ha la caratteristica <strong>di</strong> essere<br />

organizzato senza rinnegare la propria identità, la<br />

propria memoria e le proprie ra<strong>di</strong>ci.Le imprese trevigiane<br />

<strong>di</strong> successo in<strong>di</strong>cano la strada: operare in rete trasportando<br />

il locale nel globale.<br />

È la moderna comunità del competere che tiene unite<br />

le consolidate comunità del fare: quella che ha costruito<br />

la storia <strong>della</strong> nostra terra e quella del vivere sociale<br />

in cui i soggetti ritrovano una qualità <strong>di</strong> vita identitaria<br />

e con<strong>di</strong>visa.<br />

Ma nuovi contenitori, nuovi servizi e nuove identità dei<br />

poli interme<strong>di</strong> da soli non sono sufficienti a garantire<br />

uno sviluppo all’altezza delle attese delle imprese e dei<br />

citta<strong>di</strong>ni. Occorre ripensare ad una nuova governance<br />

che sostenga queste scelte e <strong>di</strong>stribuisca le opportunità<br />

dotandosi <strong>di</strong> una mirata strategia metropolitana.<br />

È la partita dai cui <strong>di</strong>pende il futuro <strong>di</strong> un territorio che,<br />

come il Veneto, è stabilmente in testa alle classifiche,<br />

dal Pil, al numero <strong>di</strong> imprese, al tasso <strong>di</strong> export.<br />

Un territorio che lavora, innova, crea con intelligenza,<br />

che soffre per il mancato federalismo e per l’insufficiente<br />

sicurezza ma spesso ha l’unico obiettivo <strong>di</strong> chiudere<br />

l’anno con un bilancio migliore <strong>di</strong> quello precedente.<br />

Una stabilità <strong>di</strong> performances confortante per<br />

tutta Italia.<br />

Federico Tessari<br />

PRESIDENTE CCIAA DI TREVISO


5<br />

Premessa<br />

Riflettere sulle traiettorie <strong>di</strong> sviluppo futuro del contesto<br />

provinciale significa affrontare alcune questioni che<br />

l’impetuosa crescita economica degli ultimi decenni e le<br />

più recenti trasformazioni del sistema produttivo hanno<br />

portato con sé.Verranno trattate <strong>di</strong> seguito, evidenziando<br />

sinteticamente, per ciascuna, caratteristiche principali,<br />

aspetti problematici e possibili scenari futuri.<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> fornire elementi utili all’analisi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> fronte alle quali si registra una certa propensione<br />

all’allarmismo:per il consumo <strong>di</strong> territorio, per<br />

i troppi capannoni, per le troppe case. D’altra parte, la<br />

costruzione <strong>di</strong> politiche territoriali capaci <strong>di</strong> tenere insieme<br />

la tutela del territorio e le esigenze imposte dallo<br />

sviluppo demografico ed economico richiede, innanzitutto,<br />

che si sgombri il campo da pregiu<strong>di</strong>zi e da percezioni<br />

socio-culturali che si rivelano, da un punto <strong>di</strong> vista<br />

analitico, fuorvianti se non false.<br />

Lo sviluppo economico:<br />

driver <strong>della</strong> crescita demografica<br />

Una prima chiave <strong>di</strong> lettura dei processi <strong>di</strong> trasformazione<br />

in atto a livello provinciale è data dall’analisi economica<br />

e dagli effetti che lo sviluppo economico ha avuto<br />

sulla <strong>di</strong>namica demografica regionale e provinciale. Di<br />

questa si tornerà a parlare nei prossimi paragrafi.<br />

Valgano qui due considerazioni <strong>di</strong> fondo.La prima è che<br />

il Veneto, e con esso la provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, non è mai<br />

stato così popolato; la seconda è relativa alle ragioni <strong>di</strong><br />

tale crescita:se, infatti, in territori poveri la demografia è<br />

frutto <strong>della</strong> sopravvivenza, in aree ricche essa è figlia<br />

dell’occupazione.Territori come quello <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong>, contrassegnati da un’occupazione in costante<br />

aumento e da un tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione vicino alla<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> pieno impiego, attraggono flussi migratori<br />

sia dalle altre regioni italiane e soprattutto dall’estero.<br />

Stime approssimative su un arco <strong>di</strong> trent’anni in<strong>di</strong>cano<br />

che, in me<strong>di</strong>a, per ogni due addetti in più la popolazione<br />

provinciale è aumentata <strong>di</strong> un nuovo residente.<br />

I principali in<strong>di</strong>catori economici evidenziano che l’economia<br />

regionale e provinciale è in crescita e che tale<br />

percorso <strong>di</strong> sviluppo ha ra<strong>di</strong>ci profonde e carattere strutturale,non<br />

legate a fenomeni <strong>di</strong> congiuntura favorevole.<br />

Già durante la Giornata dell’Economia svoltasi l’anno<br />

scorso si era osservato che anche risultati apparentemente<br />

contrad<strong>di</strong>tori, nel senso <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione<br />

Giornata dell’Economia<br />

OLTRE I MITI AL DI LÀ DELLE PAURE:<br />

LE EVIDENZE DELLE TRASFORMAZIONI PRODUTTIVE,<br />

L’EMERGENZA DI UN DISEGNO INFRASTRUTTURALE<br />

la valenza strutturale <strong>della</strong> crescita economica, appaiono<br />

come il frutto <strong>di</strong> un’interpretazione parziale dei dati,<br />

che limita il campo visivo ad un semplice sguardo d’insieme<br />

e fatica ad analizzare le specificità dettate da tendenze<br />

settoriali, territoriali e così via. Un esempio sopra<br />

tutti: le statistiche più recenti su Pil e produttività sembrano<br />

condannare l’Italia ad una bassa crescita economica.<br />

Tuttavia le previsioni negative che si fanno sul<br />

nostro Paese appaiono eccessivamente pessimistiche e<br />

rappresentano l’estrapolazione <strong>di</strong> tendenze che mostrano<br />

vistose incongruenze già nei dati del passato.<br />

La prima incongruenza: rispetto ad un decennio fa, in<br />

Italia si è assistito ad una forte riduzione <strong>della</strong> crescita<br />

<strong>della</strong> produttività perché l’aumento dell’occupazione è<br />

stato uguale o superiore a quello del prodotto. Che<br />

l’Italia abbia ridotto negli anni il tasso <strong>di</strong> crescita <strong>della</strong><br />

produttività,che era altissimo,è probabile dato che sono<br />

state condotte politiche <strong>di</strong> flessibilizzazione del mercato<br />

del lavoro che hanno ampliato la forza lavoro.Tuttavia la<br />

riduzione <strong>della</strong> crescita <strong>della</strong> produttività non si è<br />

accompagnata alla riduzione <strong>della</strong> red<strong>di</strong>tività delle<br />

imprese tant’è vero che basta guardare i bilanci aziendali:<br />

nel 2007 hanno chiuso in larga maggioranza in<br />

modo positivo. Una possibile spiegazione <strong>di</strong> questi<br />

fenomeni risiede nella trasformazione delle imprese che<br />

è in parte sfociata anche nel cambio del mix <strong>di</strong> prodotti:<br />

la crescita delle loro produzioni mal si coglie dagli<br />

in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> produzione che misurano più le quantità che la<br />

qualità dei loro prodotti.Varie analisi (si veda, ad esempio,<br />

l’Isae) testimoniano che gran parte delle imprese<br />

italiane si sono spostate verso l’alta gamma delle loro<br />

produzioni pur restando spesso nello stesso settore <strong>di</strong><br />

riferimento.Quando ci si sposta verso l’alto <strong>di</strong> gamma,in<br />

genere, si riducono le quantità mentre aumentano i<br />

valori delle produzioni e, in generale, i profitti.<br />

Anche qualora ci si volesse soffermare sulla base <strong>di</strong> soli<br />

dati quantitativi,tuttavia,se ci si svincola dal concetto <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>a per analizzare l’andamento <strong>della</strong> produttività per<br />

settore,ci si accorge come l’unico comparto che è andato<br />

incontro ad uno strutturale calo <strong>della</strong> produttività è<br />

quello dell’interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria, dei<br />

servizi immobiliari e alle imprese. Tale calo può essere<br />

spiegato con il forte aumento del numero <strong>di</strong> addetti,<br />

prevalentemente concentrati in microimprese, con l’eccezione<br />

dei servizi <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione monetaria.<br />

Questo fenomeno è perfettamente coerente con la progressiva<br />

terziarizzazione dell’economia, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà<br />

dopo; infatti durante questo processo i servizi che si<br />

espandono per primi sono quelli legati ai bisogni delle<br />

persone più che delle imprese, a basso valore aggiunto,<br />

fortemente labour intensive, e per queste ragioni sono<br />

tipicamente a bassa produttività. Tra gli altri possiamo<br />

ricordare per esempio le lavanderie, stirerie, servizi <strong>di</strong><br />

pulizie, il commercio al dettaglio… Settori che sono<br />

cresciuti in fretta negli ultimi <strong>di</strong>eci anni.<br />

La seconda incongruenza: cresciamo poco ma produciamo<br />

maggiore occupazione, a livello provinciale, regionale<br />

e nazionale. I dati Istat riferiti al 2007 riportano per la<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> 392.000 occupati, circa 1.000 in più<br />

rispetto al 2006. Quanto ai tassi, quello <strong>di</strong> occupazione è<br />

rimasto pressoché stabile (67,5%), mentre sono aumentati<br />

sia quello <strong>di</strong> attività che quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione. In<br />

un contesto <strong>di</strong> quasi piena occupazione, come è quello<br />

<strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, tale andamento ha una valenza<br />

positiva in quanto l’aumentata <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> forze lavoro<br />

è segnale <strong>di</strong> un’economia in crescita che spinge più<br />

persone alla partecipazione al mercato del lavoro locale.<br />

Relativamente ai tassi <strong>di</strong> occupazione, vale la pena in<br />

questa sede <strong>di</strong> chiarire subito un’altra questione controversa:<br />

il raggiungimento degli obiettivi <strong>di</strong> Lisbona al<br />

2010.La Commissione europea ha fissato come obiettivo<br />

i seguenti tassi <strong>di</strong> occupazione: 70% per la componente<br />

maschile e 60% per quella femminile. In provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong> tali tassi sono stati ampiamente raggiunti e superati<br />

per gli uomini,viceversa per le donne il tasso <strong>di</strong> occupazione<br />

me<strong>di</strong>o del 2007 si attesta attorno al 55%,5 punti<br />

percentuali sotto il livello obiettivo. Ma, una volta <strong>di</strong>saggregato<br />

tale tasso in base alle fasce <strong>di</strong> età, ci si accorge<br />

che in pratica l’obiettivo non è raggiunto pesantemente<br />

solo per la classe con più <strong>di</strong> 55 anni. La ragione più ovvia<br />

è legata all’assetto istituzionale e all’età pensionabile:fintanto<br />

che non si renderà compatibile questa età con i<br />

parametri <strong>di</strong> Lisbona sarà <strong>di</strong>fficile raggiungere i relativi<br />

obiettivi. Concentrando quin<strong>di</strong> l’attenzione sulle classi <strong>di</strong><br />

età ad elevata probabilità <strong>di</strong> lavoro (25-54 anni), un confronto<br />

internazionale mostra che il Veneto ha tassi <strong>di</strong><br />

occupazione femminili superiori al 60% richiesto, ma<br />

inferiori alla me<strong>di</strong>a europea. Ciò in parte si spiega dal<br />

basso ricorso al part-time in paragone alla me<strong>di</strong>a europea:meno<br />

donne ma impiegate per un tempo maggiore.


Giornata dell’Economia 6<br />

La terza incongruenza: i dati aggregati evidenziano una<br />

tendenza al calo progressivo delle <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e <strong>di</strong><br />

impresa. Tale osservazione è tuttavia poco compatibile<br />

con le evidenze <strong>di</strong> un settore industriale in crescita,<br />

sempre più internazionale e aperto allo sviluppo dei<br />

SETTORE ANNO N. IMPRESE ITALIA<br />

N. ADDETTI<br />

mercati esteri. Infatti, anche dati “vecchi e noti” come<br />

quelli del censimento, se <strong>di</strong>saggregati per settore, ci<br />

restituiscono una lettura poco abituale <strong>della</strong> questione<br />

delle <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e. Dall’analisi <strong>della</strong> tabella qui<br />

sotto emerge che sia nell’industria che nei servizi le<br />

DIM. MEDIA N. IMPRESE VENETO<br />

N. ADDETTI<br />

<strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e crescono nel tempo; inoltre, al 2001,<br />

il Veneto e <strong>Treviso</strong> hanno una <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a per<br />

l’industria in senso stretto superiore a quella italiana<br />

(10,5 in Veneto e 11,8 a <strong>Treviso</strong> contro 9,2 in Italia), con<br />

una tendenza alla crescita che risale già a metà anni ’80.<br />

DIM. MEDIA N. IMPRESE TREVISO<br />

N. ADDETTI<br />

Industria 1971 497.173 5.411.570 10,9 39.860 450.883 11,3 6.172 88.680 14,4<br />

in senso stretto 1981 596.889 5.962.016 10 60.972 578.735 9,5 11.514 113.229 9,8<br />

1991 557.224 5.481.254 9,8 64.090 627.214 9,8 12.667 131.153 10,4<br />

2001 548.696 5.059.247 9,2 62.130 654.105 10,5 12.064 142.741 11,8<br />

E<strong>di</strong>lizia 1971 123.032 938.422 7,6 13.073 93.159 7,1 2.761 17.609 6,4<br />

1981 290.105 1.193.356 4,1 35.630 125.835 3,5 7.287 23.958 3,3<br />

1991 332.995 1.337.725 4 37.451 131.361 3,5 7.886 23.691 3<br />

2001 515.777 1.529.146 3 52.912 149.843 2,8 9.833 28.474 2,9<br />

Servizi privati 1 1971 1.435.393 4.265.090 3 109.263 309.509 2,8 16.057 40.688 2,5<br />

1981 1.739.857 5.206.716 3 151.104 434.332 2,9 25.319 62.258 2,5<br />

1991 2.048.066 6.838.684 3,3 171.003 530.418 3,1 31.282 85.932 2,7<br />

2001 2.561.049 8.025.517 3,1 223.429 684.801 3,1 39.212 103.990 2,7<br />

Totale 2 1971 2.055.298 10.615.082 5,2 162.196 853.551 5,3 24.990 146.977 5,9<br />

1981 2.626.851 12.362.088 4,7 247.706 1.138.902 4,6 44.120 199.445 4,5<br />

1991 2.938.285 13.657.663 4,6 272.544 1.288.993 4,7 51.835 240.776 4,6<br />

2001 3.625.522 14.613.910 4 338.471 1.488.749 4,4 61.109 275.205 4,5<br />

1 La voce Servizi privati esclude le attività descritte dai co<strong>di</strong>ci L (pubblica amministrazione e <strong>di</strong>fesa; assicurazione sociale obbligatoria) a Q (organizzazioni e organismi extraterritoriali) dell’ATECO 91.<br />

2 Esclusi i servizi non privati.<br />

Le evoluzioni del sistema produttivo<br />

Si è detto <strong>di</strong> tre tendenze <strong>di</strong> fondo – crescita dell’occupazione<br />

e delle imprese pur a fronte <strong>di</strong> una produttività<br />

stabile – che rendono l’immagine <strong>di</strong> un’economia in<br />

trasformazione che si sta adattando alle nuove regole <strong>di</strong><br />

una partita competitiva giocata su una rete <strong>di</strong> relazioni<br />

mai così ampia e complessa. Quali sono i riflessi <strong>di</strong> tale<br />

trasformazione per la provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>?<br />

Uno dei più evidenti, sottolineato da tutti i dati a <strong>di</strong>sposizione,<br />

è la progressiva terziarizzazione dell’economia<br />

provinciale, ma uguali e forse più marcate tendenze si<br />

riscontrano anche a livello regionale e nazionale. Il<br />

Censimento, ad esempio, in<strong>di</strong>ca che a <strong>Treviso</strong> la consistenza<br />

del settore dei servizi è passata da un 29% registrato<br />

nel 1971 ad un 40% nel 2001. I dati Asia confermano<br />

anche per gli anni più recenti tale tendenza alla<br />

crescita del settore dei servizi ed in particolare dei servizi<br />

alle imprese il cui peso sul totale addetti passa dal<br />

16,3% del 2001 al 17,4% del 2004.<br />

Tale tendenza dell’economia, soprattutto se riferita alle<br />

componenti più avanzate, può essere interpretata come<br />

la risposta ad un settore manifatturiero in crescita, più<br />

evoluto e internazionale, che necessita <strong>di</strong> inglobare<br />

Numero <strong>di</strong> addetti e <strong>di</strong> imprese in base al settore e all’area (anni 1971-2001)<br />

sempre più saperi terziari all’interno del processo produttivo.<br />

Non a caso la terziarizzazione si manifesta non<br />

solo con la crescente acquisizione <strong>di</strong> servizi dall’esterno,<br />

ma anche con lo sviluppo <strong>di</strong> processi e competenze terziarie<br />

all’interno delle imprese.<br />

Analizzate le principali trasformazioni dell’economia,<br />

non resta che riflettere su quali sono i vettori <strong>di</strong> tale processo<br />

<strong>di</strong> trasformazione e sviluppo posto che, almeno<br />

negli anni recenti, la crescita più o meno <strong>di</strong> tutti i Paesi<br />

industrializzati si è assestata su risultati modesti e che<br />

l’euro forte rallenta le esportazioni verso i mercati americani.<br />

Per la provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> la risposta risiede sicuramente<br />

nel riposizionamento <strong>di</strong> parte delle proprie esportazioni<br />

verso i mercati asiatici, me<strong>di</strong>o orientali e, soprattutto,<br />

dell’Europa dell’est.<br />

Agevolate dalla contiguità geografica, le esportazioni<br />

verso i Paesi dell’Europa dell’est sono cresciute, nel<br />

periodo 1993-2006, <strong>di</strong> oltre il 600% (un po’meno per il<br />

Veneto mentre per l’Italia Nord-occidentale la crescita si<br />

ferma al 450%) e il loro peso sul totale delle esportazioni<br />

<strong>della</strong> provincia è salito dal 5,2% al 14%. Si tratta <strong>di</strong><br />

andamenti favorevoli, sostenuti non solo dal tasso <strong>di</strong><br />

DIM. MEDIA<br />

crescita <strong>di</strong> questi Paesi emergenti ma anche dalla coerenza<br />

tra le specializzazioni produttive <strong>della</strong> provincia e<br />

la domanda espressa da tali economie. Non a caso,<br />

escludendo i prodotti del tessile e calzaturiero sul cui<br />

andamento incidono pesantemente le delocalizzazioni<br />

produttive delle aziende trevigiane, a partire dalla metà<br />

degli anni ‘90 sono aumentate le esportazioni nette <strong>di</strong><br />

macchine e apparecchi meccanici. Di rilievo inoltre, a<br />

partire dal 2000, anche l’aumento delle esportazioni<br />

nette <strong>di</strong> articoli in gomma e materie plastiche.<br />

Questi fenomeni sono il risultato <strong>di</strong> cambiamenti storici,<br />

che mettono in luce come la manifattura sia uno dei<br />

principali motori <strong>della</strong> crescita provinciale. Mentre in<br />

passato era il mercato interno ed i Paesi <strong>della</strong> Comunità<br />

economica che costituivano le principali fonti <strong>della</strong><br />

domanda <strong>di</strong> beni prodotti dall’industria, con la caduta<br />

del muro <strong>di</strong> Berlino, la costituzione del mercato unico (e<br />

successivamente <strong>della</strong> moneta unica europea) alla<br />

domanda interna e a quella degli stati membri si è<br />

affiancata, dalla fine degli anni novanta, la richiesta <strong>di</strong><br />

beni da parte dei Paesi dell’Europa dell’est e più recentemente<br />

<strong>della</strong> Cina.Come già detto la vicinanza geografica<br />

e la coerenza tra le specializzazioni produttive mette


7<br />

lo sviluppo del Veneto e <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> in parte al riparo dalla<br />

“tempesta” <strong>della</strong> tanto profetizzata crisi Statunitense,<br />

sotto l’ombrello <strong>della</strong> crescita dei Paesi emergenti.<br />

A testimoniare l’importanza che riveste ad oggi il settore<br />

manifatturiero, basti pensare che per <strong>Treviso</strong> le previsioni<br />

<strong>di</strong> assunzioni effettuate dal sistema Excelsior per il<br />

2007 vedevano in testa l’industria, la quale principalmente<br />

richiedeva operai e tecnici specializzati e addetti<br />

alle macchine. Ciò fa capire come questo settore si stia<br />

riposizionando verso l’alto <strong>di</strong> gamma e che mai come in<br />

passato il capitale umano gioca un ruolo fondamentale<br />

nel supportare e rinvigorire l’ondata <strong>di</strong> crescita proveniente<br />

dai Paesi orientali. Sebbene l’opinione pubblica<br />

ha posto ormai uno stigma nei confronti delle occupazioni<br />

presso il settore manifatturiero, bisogna riconoscere<br />

che questa percezione è fuori luogo; infatti, le imprese<br />

si stanno riposizionando verso prodotti a maggiore<br />

valore aggiunto, con nuovi assetti produttivi internazionali.<br />

Inoltre se è ritenuto importante agganciare lo sviluppo<br />

internazionale, è prioritario fornire uno stimolo<br />

alle imprese in termini <strong>di</strong> capitale umano che agevoli e<br />

incentivi il salto che queste sono chiamate a fare nello<br />

sforzo <strong>della</strong> competizione internazionale.<br />

Quanto descritto testimonia in che misura le imprese<br />

abbiano saputo affrontare la concorrenza mon<strong>di</strong>ale,<br />

adattarsi e sviluppare comportamenti virtuosi.<br />

Permangono alcune sfide per l’imme<strong>di</strong>ato futuro,dal cui<br />

accoglimento <strong>di</strong>pende la capacità <strong>di</strong> garantire sostenibilità<br />

all’attuale crescita anche per il futuro. In sintesi:<br />

aprirsi alla concorrenza e accelerare sull’internazionalizzazione<br />

delle imprese,accrescere il valore aggiunto delle<br />

produzioni inglobandovi sempre più contenuti terziari<br />

e, come premessa per la realizzazione <strong>di</strong> tali percorsi,<br />

sostenere, anche attraverso processi <strong>di</strong> fusione e aggregazione,<br />

la crescita delle imprese.<br />

Lo sviluppo demografico concentrato<br />

nella fascia centrale del Veneto<br />

La lettura <strong>della</strong> trasformazione economica in corso consente<br />

<strong>di</strong> chiarire le ragioni dell’andamento demografico<br />

cui stiamo assistendo in questi anni.Ve<strong>di</strong>amone quin<strong>di</strong><br />

le caratteristiche principali.<br />

La prima, già anticipata, è che il Veneto non è mai stato,<br />

nella sua storia, così popolato. Con poco più <strong>di</strong> 2 milioni<br />

<strong>di</strong> abitanti alla fine dell’800, è cresciuto dagli inizi del<br />

‘900 <strong>di</strong> oltre 2 milioni e dal 1961 <strong>di</strong> circa 1 milione.Oggi,<br />

la popolazione del Veneto è <strong>di</strong> circa 4.700.000 unità ed<br />

è ormai prossima la soglia dei 5 milioni, sicuramente<br />

superata nell’arco dei prossimi 15 anni allorquando le<br />

stime in<strong>di</strong>cano una popolazione vicina ai 5 milioni e<br />

mezzo. Si tratta <strong>di</strong> una crescita demografica che, tanto<br />

nel lungo (dal 1871) quanto nel me<strong>di</strong>o (dal 1961)<br />

periodo non conosce uguali nelle regioni settentrionali<br />

ad esclusione <strong>della</strong> Lombar<strong>di</strong>a (9,5 milioni <strong>di</strong> abitanti,<br />

+170% dal 1871 e +29% dal 1961).<br />

Giornata dell’Economia<br />

La crescita demografica è stata accompagnata da un<br />

parallelo processo <strong>di</strong> concentrazione territoriale <strong>della</strong><br />

popolazione nell’area centrale del territorio regionale<br />

delimitata a nord dalla fascia pedemontana e a sud<br />

dalla autostrada A4. All’interno <strong>di</strong> quest’area, i cui<br />

comuni conoscono in questi anni il loro massimo storico<br />

<strong>di</strong> popolazione, si <strong>di</strong>stinguono le due polarità dello<br />

sviluppo regionale degli ultimi decenni:quella veronese<br />

e quella rappresentata dal quadrilatero Vicenza - <strong>Treviso</strong><br />

- Padova - Venezia, la cosiddetta area metropolitana del<br />

Veneto centrale. Qui, in 2.500 kmq a cavallo tra le quattro<br />

province, dove si registrano densità superiori ai 500<br />

kmq – simili a quelle delle aree europee più sviluppate<br />

–, vive circa 1 milione e mezzo <strong>di</strong> abitanti.<br />

A trainare ed in<strong>di</strong>rizzare localmente la crescita demografica<br />

è stato – e sarà – lo sviluppo economico che garantisce<br />

occupazione ai veneti, inducendo spostamenti<br />

interni allo stesso territorio regionale, e lo promette agli<br />

altri fungendo da fattore <strong>di</strong> richiamo. Non a caso la provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, quella che ha visto la maggiore crescita<br />

<strong>di</strong> addetti nel periodo 1981-2007 (+135.500, da<br />

256.300 a 391.750) è anche quella che ha fatto registrare<br />

la più consistente crescita <strong>di</strong> popolazione.<br />

Nel 1961 i residenti nel territorio provinciale erano circa<br />

600.000, oggi sono 857.000. L’espansione demografica<br />

ha interessato tutte le sub-aree provinciali ma in particolare<br />

quelle pianeggianti centrali dove si sono verificati<br />

fenomeni <strong>di</strong> addensamento residenziale in continuità<br />

con le province <strong>di</strong> Padova,Vicenza e Venezia. Particolarmente<br />

significativa è la componente <strong>della</strong> crescita che<br />

deriva dalla mobilità residenziale: nel 2005, il movimento<br />

demografico provinciale ha visto un saldo positivo<br />

<strong>di</strong> 10.623 abitanti, contribuendo al 28% del saldo<br />

demografico regionale.<br />

Le previsioni demografiche stimano per la provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong> un incremento me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> circa 13.000<br />

unità da qui al 2021 (+170.000 nell’intero arco <strong>di</strong><br />

tempo). Ciò significa superare il milione <strong>di</strong> abitanti<br />

(1.027.000) e <strong>di</strong>ventare la provincia più popolata<br />

<strong>della</strong> regione, davanti a Padova (1.019.000), Verona<br />

(1.013.000) e Vicenza (990.000). (Ve<strong>di</strong> tabella alla pagina<br />

successiva).<br />

La <strong>di</strong>stribuzione <strong>della</strong> popolazione,<br />

favorita da politiche <strong>di</strong> riequilibrio<br />

La crescita demografica genera in primo luogo una<br />

domanda <strong>di</strong> abitazioni sostenuta in modo significativo<br />

dalla mobilità residenziale <strong>di</strong> quanti giungono da altre<br />

parti del territorio regionale e da fuori regione (nord<br />

Italia, Meri<strong>di</strong>one, altri paesi europei), dall’arrivo – anche<br />

in misura più consistente rispetto a quanto previsto – <strong>di</strong><br />

immigrati provenienti da paesi extra-europei (dell’est,<br />

dell’estremo oriente, del nord Africa), dal consolidarsi <strong>di</strong><br />

nuove configurazioni familiari e personali (più famiglie<br />

con separazioni e <strong>di</strong>vorzi, più single, più anziani).<br />

L’incremento dell’e<strong>di</strong>lizia residenziale non è dunque il<br />

frutto <strong>di</strong> speculazioni immobiliari, ma la risposta ad una<br />

domanda reale. Allo stesso modo non trova riscontro<br />

l’idea <strong>di</strong> una saturazione del territorio che, osservando i<br />

dati,appare frutto <strong>di</strong> una percezione indotta dal <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>-


Giornata dell’Economia 8<br />

Provincia<br />

ne inse<strong>di</strong>ativo piuttosto che dall’effettivo consumo <strong>di</strong><br />

suolo. Solo il 10% del territorio <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

è infatti mo<strong>della</strong>to artificialmente: le zone urbanizzate<br />

pesano per il 7,8%, le zone industriali per il 2,5%. Il<br />

restante 90% non è e<strong>di</strong>ficato: il 73% del territorio provinciale<br />

è ancora terreno agricolo, il 16% terreno boscato<br />

e naturale.<br />

A ben guardare il punto problematico non è dunque il<br />

quanto si è costruito ma il come si è costruito, ovvero la<br />

logica pianificatoria seguita. I dati, anche in questo caso,<br />

aiutano a comprendere meglio il fenomeno. Se si osserva<br />

lo sviluppo demografico delle sub-aree (o mandamenti)<br />

<strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, si coglie un aspetto<br />

curioso. Dal 1871 al 1971 la crescita demografica nei<br />

mandamenti è stata caratterizzata da una concentrazione<br />

<strong>della</strong> popolazione nei capoluoghi <strong>di</strong> mandamento:<br />

questi vedevano aumentare la popolazione con tassi <strong>di</strong><br />

crescita maggiori rispetto ai comuni limitrofi e il loro<br />

peso rispetto al totale dei residenti dell’area cresceva. A<br />

partire dal 1971 si assiste al rovesciamento <strong>di</strong> queste<br />

<strong>di</strong>namiche:i territori circostanti crescono <strong>di</strong> più rispetto ai<br />

centri principali. <strong>Treviso</strong> (37%), Castelfranco (41%),<br />

Vittorio Veneto (52%) raggiungono la massima percentuale<br />

<strong>di</strong> popolazione sul totale del mandamento nel<br />

1971, Conegliano (36%) e Oderzo (25%) nel 1981. Solo<br />

Popolazione residente in Veneto (anni 1871-2007 e proiezioni al 2021)<br />

Verona 371.005 398.742 431.586 491.389 538.815 571.686 645.536 667.517 733.595<br />

Vicenza 359.593 398.776 449.053 515.120 560.575 548.042 608.002 615.507 677.884<br />

Belluno 175.282 195.419 214.803 235.328 259.275 236.823 238.269 234.921 221.155<br />

<strong>Treviso</strong> 352.538 381.082 416.945 508.161 561.759 581.674 612.800 607.616 668.620<br />

Venezia 337.538 356.273 399.823 467.157 516.017 591.642 740.450 749.173 807.251<br />

Padova 364.430 397.421 444.360 528.970 592.611 639.469 715.039 694.017 762.998<br />

Rovigo 204.709 223.124 227.305 268.088 296.435 317.773 357.963 277.811 251.908<br />

Veneto 2.165.095 2.350.837 2.583.875 3.014.213 3.325.588 3.487.109 3.918.059 3.846.562 4.123.411<br />

Provincia<br />

1871 1881 1901 1911 1921 1931 1951 1961 1971<br />

Popolazione residente Tasso <strong>di</strong> variazione<br />

Montebelluna raggiunge il massimo nel 2001. Di fatto, a<br />

partire dagli anni ’70, i centri interme<strong>di</strong> non fungono più<br />

da poli <strong>di</strong> concentrazione dello sviluppo demografico e<br />

l’incremento si spalma in modo in<strong>di</strong>fferenziato tra una<br />

pluralità <strong>di</strong> comuni minori. Il risultato è quello <strong>della</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>della</strong> popolazione sul territorio, accentuato dalla<br />

preferenza per il modello abitativo ad uno o due piani.<br />

(Ve<strong>di</strong> tabella alla pagina successiva).<br />

Ciò è l’esito delle logiche errate cui si è ispirata fino ad<br />

oggi la pianificazione territoriale,per anni improntata su<br />

un principio <strong>di</strong>stributivo che vedeva nel riequilibrio territoriale<br />

la parola d’or<strong>di</strong>ne.Tutti i comuni, se non ad<strong>di</strong>rittura<br />

le frazioni, dovevano essere uguali: ognuno con la<br />

propria area residenziale, industriale, commerciale,<br />

senza tenere in considerazione la localizzazione rispetto<br />

alla gran<strong>di</strong> infrastrutture, le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> mobilità, i servizi<br />

principali alle persone e alle imprese.<br />

Questo è stato reso possibile anche dal ricorso sempre<br />

maggiore all’utilizzo dell’auto privata quale mezzo preferenziale<br />

<strong>di</strong> spostamento.Dal secondo dopoguerra essa<br />

<strong>di</strong>venta uno dei principali fattori <strong>di</strong> strutturazione dello<br />

spazio urbano contemporaneo contribuendo tanto alla<br />

vita quanto alla trasformazione <strong>della</strong> città. Da un lato<br />

l’auto fa prosperare la città, incrementandone la centra-<br />

continua sotto…<br />

1981 1991 2001 2007 2021 1871/2007 1961/2007 2007/2021 1871/2021<br />

Verona 775.745 788.343 826.582 880.230 1.013.888 137,3 31,9 15,2 173,3<br />

Vicenza 726.418 747.957 794.317 844.111 989.716 134,7 37,1 17,2 175,2<br />

Belluno 220.335 212.085 209.550 212.365 226.154 21,2 -9,6 6,5 29,0<br />

<strong>Treviso</strong> 720.580 744.038 795.264 857.359 1.027.028 143,2 41,1 19,8 191,3<br />

Venezia 838.794 820.052 809.586 836.596 899.621 147,9 11,7 7,5 166,5<br />

Padova 809.667 820.318 849.857 897.999 1.019.376 146,4 29,4 13,5 179,7<br />

Rovigo 253.508 248.004 242.538 244.894 257.574 19,6 -11,8 5,2 25,8<br />

Veneto 4.345.047 4.380.797 4.527.694 4.773.554 5.433.357 120,5 24,1 13,8 151,0<br />

lità per le relazioni e le attività economiche, sociali, culturali,<br />

del tempo libero, in quanto le permette <strong>di</strong> essere<br />

raggiunta quoti<strong>di</strong>anamente anche da chi abita più lontano<br />

in breve tempo. Dall’altro lato, necessita <strong>di</strong> parcheggi<br />

e <strong>di</strong> spazi che le parti centrali del territorio urbano<br />

non possiedono più e stimola, <strong>di</strong> conseguenza, la<br />

conquista <strong>di</strong> sempre nuovi spazi esterni, facendo <strong>di</strong>pendere<br />

da sé stessa l’accessibilità. Di fatto, la città tra<strong>di</strong>zionale,<br />

quella che conoscevamo, si è andata mo<strong>di</strong>ficando.<br />

Attenzione: ciò <strong>di</strong> per sé non è un problema; la forma<br />

<strong>della</strong> città è da sempre in mo<strong>di</strong>ficazione. La questione<br />

riguarda il come deci<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> accompagnare tale trasformazione:<br />

pensiamo che sia più facile mo<strong>di</strong>ficare le<br />

preferenze modali per gli spostamenti (ovvero ridurre il<br />

numero <strong>di</strong> auto, fare tramvie, autobus, sistemi metropolitani…)<br />

o sostenere il processo <strong>di</strong> ridefinizione <strong>della</strong><br />

città,strutturando la città <strong>di</strong>ffusa in città metropolitana?<br />

La sensazione è che la prima strada sia, se non utopica,<br />

quantomeno inattuabile nel breve-me<strong>di</strong>o periodo. La<br />

seconda, invece, molto più possibile.<br />

La necessità <strong>di</strong> concentrare: la domanda<br />

guidata dall’offerta<br />

Accompagnare il processo <strong>di</strong> ridefinizione <strong>della</strong> città<br />

implica un rovesciamento delle logiche pianificatorie.


9<br />

Mandamento<br />

Rispondere alla domanda abitativa del futuro secondo<br />

gli schemi tra<strong>di</strong>zionali si può, ma nella consapevolezza<br />

che ciò richiede anche l’accettazione delle conosciute<br />

conseguenze in termini <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione per l’utilizzo<br />

del suolo e <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> saturazione e intasamento.<br />

Rispondere in modo innovativo – perseguendo gli<br />

obiettivi <strong>della</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del territorio del contenimento<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>spersione – significa invece procedere<br />

con politiche territoriali fortemente squilibrative volte a<br />

favorire la concentrazione: <strong>di</strong> residenza nei poli urbani<br />

interme<strong>di</strong> e <strong>di</strong> funzioni ed attività produttive, commerciali,<br />

terziarie in prossimità dei no<strong>di</strong> infrastrutturali.<br />

Le relazioni <strong>di</strong> mobilità per stu<strong>di</strong>o e lavoro evidenziano<br />

chiaramente quali siano i centri e le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> spostamento<br />

significative per le attività delle persone: in provincia<br />

Oderzo, Conegliano, Montebelluna, Castelfranco,<br />

<strong>Treviso</strong>, Mogliano e tutti i corridoi <strong>di</strong> collegamento tra<br />

loro; fuori provincia l’asse Padova-Venezia. In<strong>di</strong>rizzare<br />

l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> abitazioni, attività produttive, servizi<br />

avanzati lungo queste <strong>di</strong>rettrici e in questi centri interme<strong>di</strong><br />

è la strada per ridurre la frammentazione. Ciò<br />

richiede tuttavia un nuovo approccio alla pianificazione,<br />

in primo luogo da parte delle polarità <strong>di</strong> secondo livello:<br />

è necessario che gli ex-capoluoghi <strong>di</strong> mandamento,<br />

quelli che negli anni ‘70 hanno smesso <strong>di</strong> esercitare la<br />

loro forza centripeta, recuperino la propria centralità.<br />

L’esperienza <strong>di</strong> questi decenni ha mostrato la <strong>di</strong>scrasia<br />

tra le scale <strong>di</strong>mensionali dei problemi <strong>di</strong> natura territoriale<br />

e dei livelli amministrativi. Se da un lato Regione e<br />

province sono troppo <strong>di</strong>stanti dalle problematiche concrete<br />

e mancano del potere <strong>di</strong> incidere realmente sulle<br />

scelte localizzative, dall’altro la maggior parte dei<br />

comuni ha <strong>di</strong>mensioni troppo ridotte rispetto alle questioni<br />

inse<strong>di</strong>ative <strong>di</strong> carattere più strategico.In mezzo tra<br />

questi livelli ci sono proprio i centri interme<strong>di</strong> con il territorio<br />

che gravita loro intorno, i cui confini sono <strong>di</strong>segnati<br />

dalle relazioni <strong>di</strong> mobilità. Sono questi i soggetti<br />

che devono recuperare un ruolo guida, non più inseguendo<br />

la domanda ma governandola: i piani regolatori<br />

non vanno <strong>di</strong>mensionati sulle previsioni demografi-<br />

Giornata dell’Economia<br />

% <strong>di</strong> residenti nel capoluogo <strong>di</strong> mandamento sul totale <strong>della</strong> popolazione (anni 1871-2001)<br />

1871 1911 1931 1951 1971 1981 1991 2001<br />

Asolano 20,6 19,3 19,6 21,5 20,7 19,8 19,8 19,6<br />

Castellana 31,1 29,9 30,7 33,0 41,2 40,1 38,9 38,1<br />

Coneglianese 19,2 21,9 23,6 24,8 33,6 35,6 34,6 32,5<br />

Montebellunese 22,7 22,0 24,4 25,7 31,1 31,5 31,1 31,6<br />

Trevigiano 28,8 27,2 29,4 31,4 37,2 33,1 30,5 27,4<br />

Vittoriese 40,2 41,6 43,1 44,8 52,3 51,3 50,2 48,9<br />

Opitergino Mottense 16,7 16,0 16,4 16,8 23,3 24,7 24,1 23,1<br />

Quartier del Piave 11,5 11,8 13,0 13,4 17,9 18,8 19,2 20,6<br />

che ma ponendosi dei traguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> crescita e prevedendo<br />

un’offerta abitativa congruente. Concentrare implica<br />

strutturare l’offerta in modo tale da guidare la domanda:nei<br />

centri storici (rivitalizzandoli e calmierando così i<br />

prezzi), aumentando le volumetrie, incentivando quartieri<br />

<strong>di</strong> rango intercomunale. Con tutto ciò che ne deriva<br />

in termini <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> servizi ma anche <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong><br />

sviluppo, <strong>di</strong> benessere, <strong>di</strong> attrazione <strong>di</strong> investimenti per<br />

infrastrutture sociali, culturali, <strong>di</strong> servizio. Allora si innesterebbe<br />

un circolo virtuoso:la concentrazione funge da<br />

traino a servizi avanzati ed imprese il cui inse<strong>di</strong>amento<br />

contribuisce ad in<strong>di</strong>rizzare ulteriormente la domanda in<br />

alcuni luoghi.<br />

Rete infrastrutturale primaria regionale:<br />

un’estensione insufficiente aggravata da<br />

scarsa permeabilità<br />

Il Veneto vede crescere in modo sempre più rilevante la<br />

mobilità,<strong>di</strong> persone e merci,interna e <strong>di</strong> attraversamento.<br />

I fattori che ne inducono l’aumento sono molteplici:<br />

la <strong>di</strong>ffusione territoriale degli inse<strong>di</strong>amenti residenziali e<br />

produttivi, la nuova geografia degli scambi internazionali<br />

<strong>di</strong>segnata dall’apertura <strong>di</strong> importanti mercati ad est<br />

(il traffico pesante sulla Venezia-Trieste è aumentato del<br />

230% tra il 1990 e il 2005), l’affermarsi <strong>di</strong> comportamenti<br />

sociali già oggi visibili e riassumibili nell’uso<br />

metropolitano dell’area veneta centrale: una persona<br />

vive a <strong>Treviso</strong>, lavora a Padova, fa la spesa all’Auchan <strong>di</strong><br />

Mestre.<br />

A fronte delle aumentate esigenze <strong>di</strong> spostamento, la<br />

rete infrastrutturale regionale (e provinciale) è rimasta<br />

sostanzialmente invariata nel corso degli ultimi decenni,<br />

in particolar modo quella a scorrimento veloce. Il<br />

Veneto nel 2000 aveva 478 km <strong>di</strong> autostrade, nel 1978<br />

i km erano 430.<br />

In poco più <strong>di</strong> 20 anni, la rete autostradale regionale è<br />

cresciuta <strong>di</strong> soli 50 km. Il rapporto tra rete autostradale<br />

e superficie è <strong>di</strong> 2,6 km/100 kmq; quello su abitanti <strong>di</strong><br />

1,1 km/10.000 ab. La Baviera nello stesso periodo ha<br />

realizzato oltre 800 km (2.283 km pari a 3,2 km/100<br />

kmq, 1,2 km/10.000 abitanti) e la Catalogna tra il 1990<br />

e il 2000 è passata da 700 a 1.300 km (4 km/100 kmq;<br />

2,1 km/10.000 ab.).<br />

Un’analisi dell’infrastrutturazione dell’area veneta centrale<br />

a cavallo tra le province <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>-Venezia-Padova<br />

e Vicenza evidenzia anche carenze nella permeabilità<br />

<strong>della</strong> rete a scorrimento veloce. Se paragonato ad altre<br />

aree metropolitane europee, questo territorio ha una<br />

rete secondaria superiore maggiore ed una rete primaria<br />

caratterizzata non solo da una minore estensione ma<br />

da un numero nettamente inferiore <strong>di</strong> accessi (l’area<br />

metropolitana <strong>di</strong> Copenaghen e quella centrale veneta<br />

hanno rispettivamente 290 km e 105 km <strong>di</strong> autostrade,<br />

175 accessi contro 13, per una popolazione sostanzialmente<br />

uguale).<br />

La Pedemontana Veneta e il nuovo quadro<br />

infrastrutturale regionale<br />

Storicamente lo sviluppo del Veneto è avvenuto lungo<br />

due assi. Il primo longitu<strong>di</strong>nale, est-ovest, lungo la<br />

<strong>di</strong>rettrice Venezia-Padova-Vicenza-Verona segnato<br />

dall’autostrada A4.Il secondo verticale, nord-sud, rappresentato<br />

dalla <strong>di</strong>rettrice del Brennero. Nel corso<br />

degli anni accanto a questi se ne sono affermati degli<br />

altri. Due sono orizzontali a nord, quello tra<br />

Portogruaro-Oderzo-<strong>Treviso</strong>-Castelfranco-Citta<strong>della</strong>-<br />

Vicenza e quello lungo la fascia pedemontana, che<br />

strutturano per la prima volta il Veneto lungo tre fasce<br />

longitu<strong>di</strong>nali parallele. Due invece sono verticali: lungo<br />

la <strong>di</strong>rettrice <strong>Treviso</strong>-Conegliano-Pordenone e lungo la<br />

Padova-Bassano-Trento. Allo sviluppo <strong>di</strong> questi corridoi<br />

non è fino ad oggi corrisposto alcuno sviluppo infrastrutturale<br />

ed il nuovo assetto delle relazioni reticolari<br />

metropolitane si poggia su una rete superata perché<br />

rimasta strutturata secondo la logica del collegamento<br />

<strong>di</strong> borghi e centri isolati.<br />

Particolarmente grave è la carenza <strong>di</strong> assi a scorrimento<br />

veloce alternativi alla A4.La loro mancanza comporta<br />

la necessità <strong>di</strong> immettersi su questa per chiunque<br />

debba spostarsi velocemente da est ad ovest e vicever-


Giornata dell’Economia 10<br />

sa. Il risultato è costituito dall’intasamento tanto <strong>della</strong><br />

A4 quanto <strong>della</strong> viabilità regionale e provinciale <strong>di</strong> collegamento<br />

in senso verticale che funziona da rete <strong>di</strong><br />

adduzione all’autostrada. Da una struttura a spina <strong>di</strong><br />

pesce centrata sulla A4 è auspicabile passare ad una<br />

struttura a maglia potenziata sia in <strong>di</strong>rezione nord-sud<br />

che est-ovest.<br />

In questa <strong>di</strong>rezione muovono gli interventi infrastrutturali<br />

in corso <strong>di</strong> realizzazione o programmati, Superstrada<br />

Pedemontana Veneta e Passante <strong>di</strong> Mestre in primis.<br />

Due le principali conseguenze delle nuove opere.<br />

Primo, la banalizzazione delle <strong>di</strong>stanze: l’incidenza del<br />

fattore <strong>di</strong>stanza sulla decisione <strong>di</strong> compiere uno spostamento<br />

<strong>di</strong>minuisce per effetto <strong>della</strong> riduzione dei<br />

tempi <strong>di</strong> viaggio.<br />

A Passante realizzato si stima che il tempo per andare<br />

da <strong>Treviso</strong> a Padova passerà dagli attuali 45 minuti a 20<br />

(da 60 a 30 per andare a Vicenza). Secondo effetto: i<br />

cambiamenti nelle scelte <strong>di</strong> viaggio indotti da percorsi<br />

alternativi, creati dalle nuove infrastrutture e dalle<br />

maggiori velocità <strong>di</strong> scorrimento sulle pre-esistenti<br />

come conseguenza del de-congestionamento. La<br />

Pedemontana, ad esempio, consentirà <strong>di</strong> “stare alti” a<br />

tutti coloro che non devono andare a Padova o a<br />

Venezia ma solo muoversi lungo l’asse Vicenza-<strong>Treviso</strong><br />

per proseguire poi verso est. Ciò comporterà il decongestionamento<br />

<strong>della</strong> A4 e <strong>della</strong> Castellana ma anche, in<br />

parte, <strong>della</strong> rete <strong>di</strong> strade provinciali oggi utilizzate per<br />

andare a prendere l’autostrada da chi abita “in mezzo”.<br />

I nuovi no<strong>di</strong> infrastrutturali: opportunità<br />

<strong>di</strong> densificazione e creazione <strong>di</strong> un’area<br />

metropolitana<br />

L’esperienza mostra che lo sviluppo <strong>di</strong> ogni tracciato<br />

infrastrutturale viario è accompagnato da un naturale<br />

processo <strong>di</strong> urbanizzazione dei territori limitrofi quanto<br />

dei punti <strong>di</strong> accesso alla rete.Se prese a riferimento per le<br />

future scelte localizzative, Pedemontana e Passante possono<br />

rappresentare sotto questo profilo importanti occasioni<br />

<strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no territoriale. Affinché ciò accada è necessario<br />

che ci si ponga per tempo la questione dei no<strong>di</strong><br />

infrastrutturali.Affinché i no<strong>di</strong> abbiano il ruolo <strong>di</strong> addensatori<br />

è necessario che in essi si collochino funzioni, servizi,<br />

attività che servano da gran<strong>di</strong> attrattori <strong>di</strong> traffico e<br />

che per questo richiedono una elevata accessibilità:<br />

gran<strong>di</strong> poli terziari, strutture sanitarie, au<strong>di</strong>torium, centri<br />

congressi, gran<strong>di</strong> complessi commerciali, gran<strong>di</strong> centri<br />

<strong>di</strong>rezionali, gran<strong>di</strong> aree produttive per imprese che, crescendo,<br />

abbisognano <strong>di</strong> spazi maggiori.<br />

Ragionare in termini <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> metri quadri/cubi oggi<br />

suscita vespai,opposizioni,proteste.Eppure ci sarebbe da<br />

riflettere se siano meglio 2,3,4 gran<strong>di</strong> aree mono o multifunzionali<br />

da 1,2,3 milioni <strong>di</strong> metri quadri nelle quali<br />

collocare tutto ciò <strong>di</strong> cui c’è bisogno (uffici, outlet, multisala,<br />

cittadelle del tempo libero, aziende…), collocate<br />

strategicamente, o tanti puntolini sparsi. Di nuovo: in<br />

questo caso basta essere consapevoli che le conseguenze<br />

saranno quelle prodotte fino ad oggi. Nel primo caso<br />

invece, si devono in<strong>di</strong>viduare i no<strong>di</strong>, gerarchizzarli e pro-<br />

gettarli adeguatamente per evitare il rischio <strong>di</strong>ssipativo<br />

rappresentato da una loro occupazione <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e la<br />

creazione <strong>di</strong> tanti piccoli no<strong>di</strong>ni (la sensazione è che stia<br />

succedendo proprio questo, ovvero centri <strong>di</strong>rezionali,<br />

alberghi,centri congressi presso tutti i caselli autostradali<br />

esattamente come accaduto per le aree industriali).<br />

Utilizzare in modo razionale i no<strong>di</strong> per ri-strutturare il territorio<br />

richiede tuttavia che le tre città capoluogo del<br />

Veneto centrale affrontino la questione relativa ai loro rapporti<br />

funzionali.Date le <strong>di</strong>stanze e i futuri tempi <strong>di</strong> spostamento<br />

dall’una all’altra, la logica consiglia <strong>di</strong> operare in<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una complementarietà <strong>di</strong> funzioni e ruoli<br />

all’interno dell’insieme <strong>di</strong> relazioni metropolitane. Ciò è<br />

tanto più necessario nel caso <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> che tra le tre è, per<br />

collocazione geografica e <strong>di</strong>mensioni, la meno in<strong>di</strong>pendente.Se<br />

l’esperienza ha mostrato che le alleanze a tre <strong>di</strong>fficilmente<br />

portano a risultati concreti, va fatta una scelta<br />

per l’attivazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo privilegiato con Padova o<br />

con Venezia. La <strong>di</strong>scussione è aperta. Non vi sono motivi<br />

che precludono a priori una scelta, la quale tuttavia andrà<br />

presa nella consapevolezza <strong>di</strong> due elementi. Il primo.<br />

Occorre farla velocemente:i cambiamenti sono rapi<strong>di</strong>,ben<br />

più delle istituzioni e dei loro tempi decisionali.Il secondo.<br />

Che tanto nell’uno quanto nell’altro caso,il futuro sviluppo<br />

<strong>della</strong> provincia è verso la parte meri<strong>di</strong>onale e <strong>di</strong> questo<br />

bisognerà tenere conto nelle scelte localizzative <strong>di</strong> funzioni,<br />

attività e servizi <strong>di</strong> rango metropolitano.<br />

ANNUALE RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO<br />

Paolo Feltrin<br />

Il 9 giugno è stato presentato il Rapporto annuale sul Mercato del lavoro pre<strong>di</strong>sposto dall’Osservatorio<br />

economico e sociale, organismo presieduto dall’ing. Paolo Dal Bò e da Antonio Confortin come vicepresidente.Dopo<br />

gli interventi dei presidenti Federico Tessari (CCIAA) e <strong>di</strong> Leonardo Muraro (Provincia) sono<br />

intervenuti Federico Callegari (Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA), Vittorio Filippi (Ufficio Stu<strong>di</strong> Unindustria <strong>Treviso</strong>) e<br />

Maurizio Rasera (Veneto Lavoro), Mauro Monassero (amministratore delegato Petrovich Group) e Bruno<br />

Vianello (presidente Texa spa). Ha concluso l’incontro Elena Donazzan assessore regionale alle Politiche<br />

dell’istruzione e <strong>della</strong> formazione. Riportiamo la sintesi dell’intervento del presidente Tessari.<br />

“La situazione del mercato del lavoro nel trevigiano rimane ancora molto positiva: la <strong>di</strong>soccupazione è<br />

al 3,9%, l’export provinciale supera i 10 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro, e quello veneto i 49,5 miliar<strong>di</strong>, le imprese sono<br />

cresciute nell’ultimo anno <strong>di</strong> quasi 250 unità. Nei servizi alle imprese lo stock <strong>di</strong> imprese attive segna<br />

più 87 unità e la raccolta <strong>di</strong> nuovi or<strong>di</strong>nativi dall’estero, a marzo, è cresciuta del 6,3%.<br />

Stiamo lavorando in rete sia fra le istituzioni sia con le associazioni <strong>di</strong> categoria e sindacali. L’Unità per<br />

il reimpiego, che ha rein<strong>di</strong>rizzato verso un nuovo posto <strong>di</strong> lavoro 265 persone, è un esempio <strong>di</strong> buone<br />

pratiche adottabili in tutta Italia,l’altro è il Piano Strategico.Per sostenere la crescita del sistema economico<br />

trevigiano puntiamo, soprattutto, alla valorizzazione del capitale umano con i corsi universitari e<br />

sosteniamo i centri per l’innovazione <strong>di</strong> prodotto, più che <strong>di</strong> processo, per accrescere il margine operativo<br />

lordo delle imprese. Nel 2008 stiamo registrando un rallentamento dell’economia locale che, probabilmente,<br />

sarà più marcata nel secondo semestre dell’anno. Ma ogni giorno le imprese trevigiane e<br />

venete sono abituate ad affrontare la sfida <strong>della</strong> crescita e, finora, sempre con ottimi risultati”. Nel prossimo<br />

numero <strong>di</strong> questa rivista verrà pubblicato un dossier sul Rapporto annuale.


11<br />

LE IMPRESE E GLI IMPRENDITORI IN<br />

PROVINCIA DI TREVISO AL 31.12.2007<br />

Dossier a cura dell’Ufficio Stu<strong>di</strong>: Michela Bianchin, Sabina<br />

Bolzan, Meri Dalla Libera, Caterina Lorenzon, Anna<br />

Moran<strong>di</strong>n,Tamara Stra<strong>di</strong>otto.<br />

Consistenza e principali caratteristiche<br />

delle imprese<br />

Lo stock complessivo al 31.12.2007 è <strong>di</strong> 93.872 imprese<br />

registrate con un saldo negativo pari a -677 unità,corrispondente<br />

ad un tasso <strong>di</strong> sviluppo del -0,7% dovuto, tuttavia,<br />

a “movimenti” amministrativi del Registro delle<br />

imprese,non imme<strong>di</strong>atamente riportabili a fenomeni reali.<br />

Al contrario, nel 2007 si assiste all’aumento delle imprese<br />

attive (+427 unità,+0,5% var % annua,+1.347<br />

al netto <strong>di</strong> agricoltura e pesca, +2,0% var % annua).<br />

Saldo positivo per il manifatturiero (+245, +1,9%),<br />

mentre a livello regionale (-0,4%) e nazionale (-1,2%)<br />

si registra una contrazione del comparto.Con riferimento<br />

ai settori interni al manifatturiero si segnala:<br />

• tessile-abbigliamento: +63 unità, +4,2%;<br />

• legno arredo: +72, +2,0%;<br />

• alimentare: +55, +4,1%;<br />

• elettromeccanica e meccanica <strong>di</strong> precisione: +13,<br />

+1,2%;<br />

• fabbricazione e lavorazione <strong>di</strong> prodotti in metallo:<br />

+10, +0,4%;<br />

• macchinari industriali: +11, +1,0%;<br />

• elettrodomestici: +5, +7,1%.<br />

Crescita, ma con un rallentamento nelle costruzioni<br />

(+312 unità, +2,4%) e a ritmi, sia annuali che <strong>di</strong> lungo<br />

periodo, più contenuti rispetto al Veneto e all’Italia.<br />

Il commercio all’ingrosso (+143, +1,8%, maggiore<br />

del dato regionale e nazionale sostanzialmente stazionari)<br />

va meglio del commercio al dettaglio pressoché<br />

stazionario (+50, +0,5%, mentre sono <strong>di</strong> segno negativo<br />

il dato regionale, -0,5%, e nazionale, -0,6%).<br />

I pubblici esercizi aumentano più che in Veneto ed in<br />

Italia (+92, +2,8%), e <strong>Treviso</strong> risulta la provincia veneta<br />

che cresce <strong>di</strong> più nel 2007.<br />

I servizi alle imprese al netto delle attività immobiliari<br />

crescono <strong>di</strong> 101 unità (+1,1%) in linea con la me<strong>di</strong>a<br />

regionale e annuale. Le attività immobiliari aumentano<br />

<strong>di</strong> 292 unità (+4,8%) con un peso sul totale del comparto<br />

del +40,4%.<br />

Il settore servizi alle persone è tra quelli cresciuti <strong>di</strong> più<br />

a <strong>Treviso</strong> nel 2007 (+88 unità). La variazione annua<br />

(+2,5%) è superiore al dato me<strong>di</strong>o nazionale e il<br />

miglior risultato a livello regionale.<br />

Le imprese artigiane<br />

A <strong>Treviso</strong> le imprese artigiane attive nel 2007 sono<br />

Giornata dell’Economia<br />

26.521, pressoché stazionarie rispetto al 2006<br />

(+0,4%). Aumentano del 1,9% nel settore delle<br />

costruzioni (anche se con un tasso in attenuazione<br />

rispetto agli anni precedenti) e dei servizi alle persone<br />

(+2,1%).Si riducono nei servizi alle imprese (-2,9%),<br />

anche per il trend negativo dei trasporti,e nel settore del<br />

commercio (-2,5%). Il manifatturiero risulta stabile<br />

rispetto all’anno precedente anche se non vi è ancora<br />

un’inversione <strong>di</strong> segno, come invece accade per il totale<br />

imprese. All’interno del comparto crescono le imprese<br />

dell’industria alimentare, mentre <strong>di</strong>minuiscono le<br />

imprese <strong>della</strong> calzatura. Nel 2007 l’incidenza delle<br />

imprese artigiane sul totale delle imprese attive è del<br />

31,1%. La forma giuri<strong>di</strong>ca prevalente rimane la “<strong>di</strong>tta<br />

in<strong>di</strong>viduale”,anche se nell’ultimo anno si è verificata una<br />

crescita significativa delle società <strong>di</strong> capitale (+13,3%),<br />

presenti soprattutto nelle attività manifatturiere e nelle<br />

costruzioni, a <strong>di</strong>scapito delle società <strong>di</strong> persone.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle imprese per forma<br />

giuri<strong>di</strong>ca<br />

Analizzando le imprese trevigiane (al netto dell’agricoltura)<br />

per forma giuri<strong>di</strong>ca emergono alcune caratteristiche.<br />

• Le società <strong>di</strong> capitali sono cresciute dal 2001 ad oggi<br />

del 48,6%, passando da 9.461 a 14.057 unità; nell’ul-<br />

timo anno la variazione è stata del 8,4%.L’incremento<br />

fatto registrare dalla provincia è nettamente superiore<br />

all’ incremento me<strong>di</strong>o regionale (+41,9% rispetto al<br />

2001). I primi tre settori che presentano a <strong>Treviso</strong> i più<br />

significativi incrementi <strong>di</strong> società <strong>di</strong> capitali, in valori<br />

assoluti, sono: i servizi alle imprese (+2.144 unità<br />

rispetto al 2001, +67,9%), il manifatturiero (861<br />

società <strong>di</strong> capitali in più rispetto al 2001,+27,0%) e le<br />

costruzioni (+660 società rispetto al 2001, con un<br />

tasso <strong>di</strong> crescita in questi sei anni pari al 67,1%).<br />

La tipologia prevalente resta la “società a responsabilità<br />

limitata”, che nel 2007 conta 11.435 imprese, pari<br />

all’80,5% delle forme complesse; è interessante<br />

notare come negli ultimi sei anni tale forma abbia<br />

visto ridurre progressivamente la propria incidenza<br />

percentuale (84,0% nel 2001), a vantaggio delle<br />

“società a responsabilità limitata a socio unico” che<br />

crescono dal 6,6% nel 2001 al 12,9% nel 2007 con<br />

1.127 unità.Il peso <strong>della</strong> forma societaria “società per<br />

azioni” registra per lo stesso periodo una <strong>di</strong>minuzione:<br />

dal 9,4% al 5,8%.<br />

• Le imprese in<strong>di</strong>viduali sono cresciute del +5,3% in<br />

sei anni (da 33.875 unità del 2001 a 35.666 del<br />

2007), con una situazione pressoché invariata rispetto<br />

al 2006.<br />

La maggior presenza <strong>di</strong> imprese strutturate ha comportato<br />

la riduzione dell’incidenza delle <strong>di</strong>tte in<strong>di</strong>viduali<br />

che è scesa dal 56,1% del 2001 al 52,7% nel<br />

2007 (era il 53,7% l’anno precedente). La flessione<br />

ha riguardato anche il dato regionale (dal 58,5% del<br />

Distribuzione percentuale delle imprese per forma giuri<strong>di</strong>ca e settori economici<br />

in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> - Anno 2007<br />

0,5 0,6 0,5 0,3 0,8 1,6 6,3 0,9<br />

90,7<br />

7,9<br />

0,9<br />

40,4<br />

28,1<br />

30,9<br />

70,8<br />

16,9<br />

11,9<br />

65,2<br />

21,4<br />

13,1<br />

41,6<br />

49,4<br />

8,3<br />

32,5<br />

32,1<br />

33,8<br />

63,3<br />

19,4<br />

11,0<br />

60,5<br />

21,9<br />

16,7


Giornata dell’Economia 12<br />

2001 al 55,4% ultimo dato <strong>di</strong>sponibile) anche se in<br />

misura minore.<br />

• Le società <strong>di</strong> persone sono cresciute del 5,2%, passando<br />

da 16.430 unità nel 2001 a 17.286,ultimo dato<br />

<strong>di</strong>sponibile; è invece <strong>di</strong> un punto percentuale l’incremento<br />

rispetto al 2006.Le variazioni fatte registrare in<br />

provincia sono comunque superiori al dato me<strong>di</strong>o<br />

regionale, +3,7% dal 2001. La forma societaria prevalente<br />

rimane ancora la “società in nome collettivo”<br />

che nel 2007 conta 10.080 unità, pari ad un peso del<br />

54,0%, in <strong>di</strong>minuzione in termini <strong>di</strong> incidenza percentuale<br />

(era infatti del 58,9% nel 2001),a vantaggio<br />

delle “società in accoman<strong>di</strong>ta semplice” che hanno<br />

visto accrescere la loro importanza passando dal<br />

35,2% del 2001 al 39,8%, ultimo dato <strong>di</strong>sponibile.<br />

La forma giuri<strong>di</strong>ca S.a.s. prevale nettamente nel comparto<br />

dei servizi alle imprese con un’incidenza del<br />

58,7% decisamente al <strong>di</strong> sopra del dato me<strong>di</strong>o provinciale;<br />

i settori delle costruzioni e del manifatturiero tendono<br />

a privilegiare le S.n.c., che infatti registrano un<br />

peso rispettivamente del 74,0% e del 69,9% nel 2007;<br />

il settore dell’agricoltura è costituito prevalentemente<br />

da società semplici (79,4%), tipologia societaria scarsamente<br />

utilizzata negli altri settori (meno dell’1%).<br />

• Le altre forme societarie, invece, hanno avuto un<br />

incremento consistente (+18,2%) anche se in termini<br />

assoluti i valori fatti registrare da questa tipologia<br />

sono ancora modesti. La forma societaria prevalente<br />

risulta essere la “società cooperativa” che nel<br />

2007 conta 336 unità, pari al 42,3% del totale altre<br />

forme. Questa tipologia è in <strong>di</strong>minuzione sia in valori<br />

assoluti (erano 368 unità nel 2001) che in termini <strong>di</strong><br />

incidenza percentuale (aveva infatti un peso del<br />

54,9% nel 2001), a vantaggio <strong>della</strong> “piccola società<br />

cooperativa” che passa dal 9,9% del 2001 al 14,8%<br />

del 2007.In <strong>di</strong>minuzione nello stesso arco temporale<br />

Settori economici Manifatturiero<br />

0,7 12,4 22,8 29,8 34,3<br />

0,1 7,3 13,4 26,3 52,9<br />

0,3 8,4 18,4 29,9 43,1<br />

0,8 12,7 19,7 25,0 41,8<br />

0,3 5,6 15,5 29,5 49,2<br />

0,2 11,5 16,0 27,9 44,4<br />

Imprese per anno <strong>di</strong> costruzione in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> - Anno 2007<br />

il peso <strong>della</strong> forma “consorzio”(da 19,4% al 5,9%); si<br />

incrementa invece il peso <strong>della</strong> “società cooperativa<br />

consortile” (da 3,7% a 16,1%) e “dell’associazione”<br />

(da 5,8% a 11,1%).<br />

All’interno dei settori economici si nota che:<br />

• gli esercizi in forma <strong>di</strong> associazione hanno un peso<br />

maggiore nel settore servizi alle imprese 30,1%;<br />

• nel settore servizi alle persone e pubblici esercizi l’incidenza<br />

<strong>della</strong> tipologia “associazione” è maggiormente<br />

significativa rispetto agli altri settori (28,0%).<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle imprese per anno<br />

<strong>di</strong> costituzione<br />

Dall’analisi delle imprese attive sud<strong>di</strong>vise per anno <strong>di</strong><br />

costituzione e per settori economici si ha conferma <strong>di</strong><br />

come oltre il 45% delle imprese (al netto dell’agricoltura)<br />

si sia costituito dopo il 2000 (si tratta <strong>di</strong> 30.537<br />

unità, era il 15,5% nel 2001); a seguire il 27,9% delle<br />

imprese complessive si è costituito nel decennio 1990-<br />

1999 (nel 2001 era il 43,3%), il 17,4% nel decennio<br />

1980-1989 (25,2% nel 2001) e circa il 10% nel ventennio<br />

1960-1979 (contro il 15,2% nel 2001).<br />

Va precisato che questo in<strong>di</strong>catore non segnala l’effettiva<br />

età anagrafica delle imprese, perché spesso <strong>di</strong>etro<br />

una nuova costituzione <strong>di</strong> impresa si nasconde in realtà<br />

una possibile trasformazione giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un’azienda<br />

pre-esistente.<br />

Le tipologie <strong>di</strong> localizzazione<br />

Si conclude l’analisi sulle caratteristiche delle imprese,<br />

analizzando le unità locali così come definite dai<br />

censimenti, ovvero la somma delle imprese e delle<br />

unità locali operanti in un territorio. Le unità locali<br />

totali (al netto dell’agricoltura) sono a <strong>Treviso</strong> 82.977,<br />

in crescita del 20,3% rispetto al 2001 quando erano<br />

68.987 unità. Tra le province venete solo la provincia<br />

2,3 11,1 17,5 27,7 41,3<br />

0,5 10,1 24,8 25,2 39,4<br />

0,3 14,0 20,1 34,2 31,4<br />

0,3 11,0 22,1 31,0 35,5<br />

0,7 15,3 25,8 31,7 26,5<br />

<strong>di</strong> Verona ha una crescita maggiore (+21,3%).<br />

Analizzando le unità locali per le tipologie che le compongono<br />

emerge come:<br />

• la componente principale sono le se<strong>di</strong> d’impresa,<br />

che presentano un peso dell’81,6% in provincia;<br />

• le unità locali <strong>di</strong>pendenti da se<strong>di</strong> in provincia a<br />

<strong>Treviso</strong> incidono per il 12,4%, con 10.265 unità, in<br />

crescita del 28,1% rispetto al 2001, incremento nettamente<br />

superiore a quanto fatto segnare dalle altre<br />

province venete;<br />

• le prime unità locali con sede fuori provincia rappresentano<br />

il 4,3% del totale a <strong>Treviso</strong>,con 3.539 unità.<br />

La crescita registrata nella <strong>Marca</strong> è <strong>di</strong> poco inferiore alla<br />

me<strong>di</strong>a regionale, rispettivamente 37,3% e 39,0%;<br />

• le altre unità da se<strong>di</strong> fuori provincia hanno un’importanza<br />

residuale, 1,8% sul totale, contano infatti a<br />

<strong>Treviso</strong> 1.463 unità. La crescita <strong>di</strong> questa voce è considerevole<br />

in tutti i territori, in particolare nella <strong>Marca</strong><br />

la crescita è stata del 90,5%.<br />

Per comprendere meglio il fenomeno <strong>della</strong> localizzazione,<br />

o per meglio <strong>di</strong>re <strong>della</strong> presenza <strong>di</strong> unità locali nella<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, è opportuno costruire un rapporto<br />

tra la prima unità locale <strong>di</strong>pendente da sede fuori provincia<br />

sul totale delle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> impresa, quale in<strong>di</strong>catore<br />

approssimativo del grado <strong>di</strong> attrazione/<strong>di</strong>pendenza del<br />

sistema impren<strong>di</strong>toriale trevigiano.<br />

Analizzando i dati relativi alle imprese ed unità locali<br />

attive nella provincia, riferite al complesso dei settori<br />

economici (esclusa l’agricoltura), emerge come il rapporto<br />

descritto si attesta nel 2007 al 5,2% in crescita<br />

rispetto al 4,5% del 2001. L’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> è in linea<br />

con la me<strong>di</strong>a nazionale, ma al <strong>di</strong> sotto del dato regionale<br />

(5,8%), dove spiccano le province <strong>di</strong> Rovigo<br />

(7,5% legato in questo caso alla <strong>di</strong>pendenza <strong>della</strong> provincia<br />

da altri territori) e <strong>di</strong> Venezia (7,8%).<br />

Entrando nel dettaglio dei settori si rivelano alcuni elementi.


13<br />

• Nel settore del cre<strong>di</strong>to l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> attrattività /<strong>di</strong>pendenza<br />

ha una crescita maggiore rispetto alla me<strong>di</strong>a<br />

dei settori, infatti a <strong>Treviso</strong> fa segnare un 10,5% contro<br />

l’ 8,1% del 2001. Dato indubbiamente collegato<br />

agli innumerevoli fenomeni <strong>di</strong> concentrazione che<br />

hanno coinvolto questo settore negli ultimi anni.<br />

• L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> attrattività provinciale per il settore<br />

manifatturiero è del 5,3% nel 2007 in crescita<br />

rispetto al 4,2% del 2001.<br />

• Nei servizi alle imprese questo in<strong>di</strong>catore a <strong>Treviso</strong><br />

si attesta all’8,8% in decisa crescita rispetto al 2001<br />

quanto era 7,2% ma anche rispetto al 2006 (8,3%).<br />

In questo comparto è significativa la <strong>di</strong>fferenza tra il<br />

dato <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> e la me<strong>di</strong>a regionale che si attesta al<br />

9,4%, trainata dalla provincia patavina (11,7%).<br />

L’in<strong>di</strong>catore registrato dalla provincia <strong>di</strong> Padova è<br />

legato alla maggiore vocazione terziaria <strong>della</strong> stessa.<br />

• Il commercio al dettaglio a <strong>Treviso</strong> segna un in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> attrattività in linea con il dato me<strong>di</strong>o regionale<br />

(rispettivamente 7,8% e 8,1%).<br />

• Il commercio all’ingrosso in provincia presenta un<br />

livello <strong>di</strong> apertura del mercato in crescita: si passa,<br />

infatti, dal 4,6% nel 2001 al 5,9% nel 2007.<br />

Principali caratteristiche dell’impren<strong>di</strong>toria<br />

femminile, artigiana e straniera<br />

L’impren<strong>di</strong>toria femminile<br />

Gli impren<strong>di</strong>tori in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> nell’anno 2007<br />

sono risultati pari a 139.901 unità e sono cresciuti <strong>di</strong><br />

1.196 unità rispetto al 2006.Di essi, 104.458 sono uomini<br />

(74,7%) e 35.443 donne (25,3%). Il tasso me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

impren<strong>di</strong>toria femminile,in Italia,è del 26,6%,come l’anno<br />

precedente.Nonostante ciò,<strong>Treviso</strong> continua ad essere<br />

la seconda provincia veneta dopo Padova per numero <strong>di</strong><br />

donne impren<strong>di</strong>trici, seguita da Verona e Vicenza.<br />

Nel 2007 le donne impren<strong>di</strong>trici sono maggiormente<br />

presenti nel tessile-abbigliamento (39,3-44,0%),nei pubblici<br />

esercizi (43,0%), nelle attività immobiliari (31,2%),<br />

nella sanità (42,7%), nei servizi alle persone (55,8%).<br />

Per quanto riguarda gli impren<strong>di</strong>tori-uomini, il loro tasso<br />

è particolarmente elevato (> del 75%) nell’industria del<br />

legno,<strong>della</strong> carta,<strong>della</strong> chimica,<strong>della</strong> gomma-plastica,<strong>della</strong><br />

metalmeccanica,delle costruzioni,dei trasporti,del cre<strong>di</strong>to.<br />

A <strong>Treviso</strong> operano 17.846 “imprese femminili”,ovvero<br />

le imprese dove le donne esercitano il controllo in via<br />

maggioritaria per funzioni svolte e per quote <strong>di</strong> capitale<br />

sociale detenute. Il dato complessivo è in lieve crescita<br />

(+0,9%) rispetto al 2006; ma l’aspetto principale da<br />

segnalare riguarda l’aumento <strong>della</strong> presenza femminile<br />

esclusiva, intesa come totale capacità <strong>di</strong> controllo esercitato<br />

dalle donne, che coinvolge 16.621 imprese<br />

(+151 unità rispetto all’anno precedente e +298<br />

rispetto al biennio precedente).Il 63,1% del totale delle<br />

imprese femminili opera sotto forma <strong>di</strong> impresa in<strong>di</strong>viduale,<br />

il 26,9% come società <strong>di</strong> persone ed il 9,5%<br />

come società <strong>di</strong> capitale anche se, nell’arco dell’ultimo<br />

biennio, la forma giuri<strong>di</strong>ca impresa in<strong>di</strong>viduale (-2,5%<br />

rispetto al 2005) ha perso unità a favore delle società <strong>di</strong><br />

capitale (+29,0% rispetto al 2005) e delle società <strong>di</strong><br />

persone (+4,9% rispetto al 2005).<br />

La crescita maggiore <strong>di</strong> imprese femminili, rispetto al<br />

2006, si è verificata nel settore delle costruzioni con<br />

l’11,6% (pari a +65 imprese) e nel settore delle attività<br />

immobiliari e servizi alle imprese dove si registra un<br />

+5,2% (pari a 130 imprese).<br />

L’impren<strong>di</strong>toria artigiana<br />

Gli impren<strong>di</strong>tori artigiani attivi in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

sono 36.455, <strong>di</strong> cui 29.394 uomini e 7.061 donne; ogni<br />

100 impren<strong>di</strong>tori artigiani 19,4 sono donne, in linea con<br />

la me<strong>di</strong>a regionale e nazionale (rispettivamente pari a<br />

19,1% e 19,0%). <strong>Treviso</strong> permane la terza provincia<br />

veneta dopo Padova e Vicenza per numero <strong>di</strong> donne<br />

impren<strong>di</strong>trici artigiane.Rispetto al 2006 gli impren<strong>di</strong>tori<br />

artigiani sono cresciuti solo dello 0,3%, pari a 105<br />

unità in più; rispetto al 2004 invece l’aumento risulta<br />

pari all’1,0% e si traduce in valori assoluti in 367 unità.<br />

Il “peso” delle donne artigiane impren<strong>di</strong>trici è più consistente<br />

negli altri servizi pubblici sociali e personali<br />

(70,2%), nelle confezioni (57,0%), nelle industrie tessili<br />

(51,5%), nei pubblici esercizi (42,9%), nel settore<br />

delle calzature (41,4%), nell’industria <strong>della</strong> carta<br />

(42,9%) e nelle industrie alimentari (34,0%). Nelle<br />

Impren<strong>di</strong>tori stranieri attivi in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> per i paesi <strong>di</strong> nascita con almeno<br />

100 impren<strong>di</strong>tori nel 2007. Or<strong>di</strong>namento decrescente per variazione assoluta 2007-2006<br />

Giornata dell’Economia<br />

confezioni, nel tessile e nella calzatura, a <strong>di</strong>fferenza<br />

degli altri, si registra tuttavia una contrazione del<br />

numero <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>trici nel triennio 2004-2007.<br />

Per quanto attiene alla <strong>di</strong>stribuzione dell’impren<strong>di</strong>toria<br />

artigiana per carica ricoperta dagli impren<strong>di</strong>tori sia<br />

maschi che femmine, si riscontra che nel 2007 gli<br />

impren<strong>di</strong>tori uomini rivestono soprattutto la carica <strong>di</strong><br />

titolare (56,2%), mentre le impren<strong>di</strong>trici rivestono in<br />

prevalenza la carica <strong>di</strong> socio (51,4%).<br />

L’incidenza percentuale degli impren<strong>di</strong>tori titolari<br />

maschi è più elevata nel settore delle costruzioni<br />

(54,5%) e nel manifatturiero (22,7%); parimenti la<br />

carica <strong>di</strong> socio per le donne artigiane è maggiore nel<br />

manifatturiero (56,5%) e nelle costruzioni (15,0%).<br />

L’impren<strong>di</strong>toria straniera<br />

Nel 2007 in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> gli impren<strong>di</strong>tori stranieri<br />

sono 10.309 (+7,3% rispetto al 2006), <strong>di</strong> cui 8.116<br />

extracomunitari. Questi ultimi costituiscono il 5,8% del<br />

totale degli impren<strong>di</strong>tori (contro una me<strong>di</strong>a veneta del<br />

4,4% e una me<strong>di</strong>a nazionale del 4,2%). Se si considerano<br />

gli impren<strong>di</strong>tori extracomunitari per Paese <strong>di</strong><br />

nascita, le variazioni percentuali 2007-2006 mettono ai<br />

primi posti l’Albania (+19,4%), seguita dalla Cina<br />

(+13,9%), dal Senegal (+8,2%), dalla Serbia e<br />

Montenegro (+7,1%), dalla Macedonia (+7,0%) e dal<br />

Marocco (+6,4%).<br />

La presenza <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>toria extracomunitaria si concentra<br />

nel settore delle costruzioni (29,6%), in quello<br />

del commercio (27,6%), nelle attività manifatturiere<br />

(16,6%) – in particolare nell’abbigliamento (3,4%) e<br />

nell’industria dei metalli (3,0%) – nelle attività immobiliari<br />

(9,9%), nei pubblici esercizi (4,8%) ed infine nei<br />

trasporti e comunicazioni (4,4%).<br />

Rispetto al 2006, i settori dove gli impren<strong>di</strong>tori extracomunitari<br />

continuano a crescere sono il manifatturiero<br />

(+6,3%), soprattutto nel tessile (+9,8%), nell’abbigliamento<br />

(+16,7%) e nel commercio (+17,0%). In<br />

calo, invece, rispetto al 2006, il settore delle costruzioni<br />

con circa 100 impren<strong>di</strong>tori in meno (-4,0%).<br />

Dalla correlazione tra settori e nazionalità d’origine<br />

degli impren<strong>di</strong>tori emerge che:<br />

• nel settore delle costruzioni (2.401 impren<strong>di</strong>tori<br />

nel 2007) è forte la presenza dei Paesi dell’Est Europa<br />

con 637 impren<strong>di</strong>tori macedoni, 516 provenienti<br />

dalla Serbia e Montenegro e 372 albanesi;<br />

• nel commercio (2.240 impren<strong>di</strong>tori nel 2007) prevalgono<br />

i Paesi Africani e Asiatici: 606 impren<strong>di</strong>tori<br />

marocchini, 238 cinesi, 188 senegalesi;<br />

• nel manifatturiero (1.346 impren<strong>di</strong>tori nel 2007)<br />

dominano i cinesi con 380 unità, soprattutto per<br />

quanto riguarda l’industria dell’abbigliamento (240<br />

impren<strong>di</strong>tori) e l’industria tessile (47 impren<strong>di</strong>tori);<br />

• nei trasporti e comunicazioni prevalgono gli<br />

impren<strong>di</strong>tori provenienti dal Marocco con 86 unità.


Giornata dell’Economia 14<br />

RICCHEZZA E QUALITÀ DELLA VITA<br />

L’analisi propone un ampio set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per tentare<br />

<strong>di</strong> inquadrare il complesso fenomeno <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong><br />

vita. Si tratta <strong>di</strong> una sintesi non solo dei classici in<strong>di</strong>catori<br />

relativi al red<strong>di</strong>to, ma anche <strong>di</strong> altri in<strong>di</strong>catori<br />

socio-ambientali: uno sforzo perfettibile,che persegue<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> aprire un fronte <strong>di</strong> riflessione sul tema delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> benessere.<br />

Pil e valore aggiunto<br />

I dati relativi al 2007 attestano <strong>Treviso</strong>, con 30.218 euro,<br />

al 19º posto tra le province italiane per red<strong>di</strong>to prodotto<br />

pro capite, dato in crescita del 3,9% rispetto al dato<br />

2006; la provincia supera <strong>di</strong> quasi il 17% il dato me<strong>di</strong>o<br />

nazionale.<br />

In termini <strong>di</strong> Pil prodotto,la Lombar<strong>di</strong>a e il Veneto sono<br />

fra i territori più produttivi d’Europa,collocandosi rispettivamente<br />

al secondo e un<strong>di</strong>cesimo posto <strong>della</strong> graduatoria<br />

europea per aree NUTS2 (anno 2005).<br />

Situazione <strong>di</strong>versa presentano i dati sul Pil pro capite,<br />

TERRITORIO<br />

Prodotto interno lordo ai prezzi <strong>di</strong> mercato 2006-2007<br />

Graduatoria delle province italiane per Pil pro capite<br />

Pil ai prezzi <strong>di</strong> mercato<br />

Pil pro capite<br />

(valori in milioni <strong>di</strong> euro)<br />

(valori in euro)<br />

2006 2007 2006 2007<br />

Cresce anche il valore aggiunto prodotto dal comparto<br />

dell’industria:+4,3% rispetto al 2005 <strong>di</strong> poco superiore<br />

alla me<strong>di</strong>a regionale. All’interno del comparto spicca<br />

la considerevole crescita del settore delle costruzioni<br />

che ha fatto segnare un incremento del 27,1% <strong>della</strong> ricchezza<br />

prodotta rispetto al 2004; variazione nettamente<br />

superiore al dato regionale +18,0%.<br />

È in crescita anche quell’importante “<strong>di</strong> cui” <strong>della</strong> ricchezza<br />

provinciale rappresentato dal valore aggiunto<br />

dell’artigianato, in crescita del +6,3% tra il 2004 e il<br />

2005,superiore alle altre province,con una me<strong>di</strong>a regionale<br />

che si arresta al +1,4%.Ovviamente pesa molto in<br />

questo in<strong>di</strong>catore l’industria (74,8% a <strong>Treviso</strong>, contro<br />

una me<strong>di</strong>a regionale del 70,3%).<br />

Red<strong>di</strong>to e patrimonio delle famiglie<br />

Nel 2005 (questo l’ultimo dato rilasciato) il red<strong>di</strong>to lordo<br />

<strong>di</strong>sponibile per ogni famiglia italiana è ammontato<br />

me<strong>di</strong>amente a 40.743 euro con un aumento del +1,7%<br />

rispetto all’annualità precedente.<strong>Treviso</strong> si contrad<strong>di</strong>stingue<br />

per valori assoluti me<strong>di</strong> più alti (42.468 euro) e per<br />

una variazione percentuale più contenuta (+0,8%).<br />

Variazioni %<br />

Pil pro capite<br />

2007/2006<br />

Numero in<strong>di</strong>ce<br />

Pil pro capite<br />

(Italia=100)<br />

1 Milano 148.091 154.131 38.199,56 39.557,08 3,6 153,0<br />

2 Bologna 33.058 34.182 34.715,08 35.618,66 2,6 137,7<br />

3 Roma 128.798 138.117 32.835,71 34.218,21 4,2 132,3<br />

4 Aosta 4.072 4.286 32.737,63 34.204,18 4,5 132,3<br />

5 Parma 13.518 14.079 32.305,27 33.334,49 3,2 128,9<br />

6 Bolzano 16.220 16.175 33.431,29 32.978,26 -1,4 127,5<br />

7 Modena 21.230 21.819 31.793,98 32.387,15 1,9 125,2<br />

8 Padova 27.047 28.980 30.239,83 32.074,45 6,1 124,0<br />

9 Trieste 7.240 7.506 30.577,25 31.764,43 3,9 122,8<br />

10<br />

…<br />

Mantova 12.234 12.698 30.924,12 31.743,19 2,6 122,7<br />

12 Verona 26.418 27.917 30.185,84 31.457,66 4,2 121,6<br />

17 Vicenza 24.665 25.912 29.313,88 30.576,13 4,3 118,2<br />

19 <strong>Treviso</strong> 24.822 26.080 29.087,10 30.217,94 3,9 116,8<br />

20 Venezia 24.220 25.277 29.024,87 30.099,01 3,7 116,4<br />

22 Belluno 6.111 6.374 28.785,57 29.961,16 4,1 115,9<br />

45 Rovigo 6.142 6.427 25.087,92 26.190,29 4,4 101,3<br />

Nord-Ovest 470.825 488.595 30.198,48 31.107,91 3,0<br />

Nord-Est 333.939 347.969 29.918,27 30.896,78 3,3<br />

Centro 319.795 335.893 27.976,21 28.938,54 3,4<br />

Sud e isole 353.964 363.083 17.052,06 17.456,75 2,4<br />

ITALIA 1.479.981 1.535.540 25.109,32 25.861,77 3,0<br />

Fonte: Unioncamere - Istituto Tagliacarne<br />

che mettono in luce una maggiore <strong>di</strong>stanza dei territori<br />

italiani (Lombar<strong>di</strong>a inclusa) rispetto alle aree tedesche<br />

prese in considerazione (l’Oberbayern viaggia su un Pil<br />

pro capite <strong>di</strong> 39.135,4 euro) e in peggioramento rispetto<br />

alla me<strong>di</strong>a europea. In termini <strong>di</strong>namici occorre tuttavia<br />

<strong>di</strong>re che, nel periodo 2003-2005, l’incremento del<br />

Pil pro capite a <strong>Treviso</strong> (+4,6%) è superiore a quanto<br />

registrato nei territori tedeschi, anche se non regge il<br />

confronto rispetto a Rhône-Alpes (+7,1%) e Cataluña<br />

(+10,5%).<br />

I dati sul valore aggiunto, ovvero sulla ricchezza prodotta<br />

da un territorio al netto delle imposte in<strong>di</strong>rette sui<br />

beni e servizi, permettono <strong>di</strong> analizzare il contributo e le<br />

<strong>di</strong>namiche dei macrosettori.<br />

In provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> ormai il terziario contribuisce per<br />

il 59,2% a generare ricchezza, in espansione rispetto<br />

agli anni precedenti (+6,0% tra il 2005 e il 2006;<br />

+9,6% nel biennio) e con un’intensità <strong>della</strong> crescita<br />

nettamente superiore alle altre province.


15<br />

TERRITORIO<br />

Il dato pro capite <strong>di</strong>mostra che le province venete si collocano<br />

tutte al <strong>di</strong> sopra <strong>della</strong> me<strong>di</strong>a nazionale: <strong>Treviso</strong><br />

raggiunge quota 16.513 euro con un aumento<br />

dell’1,1% sul 2004, mentre il dato nazionale è pari a<br />

16.427 euro con un incremento dell’1,9% rispetto<br />

all’anno precedente.<br />

Il red<strong>di</strong>to lordo totale delle famiglie relativo alle due<br />

ultime annualità <strong>di</strong>sponibili, vale a <strong>di</strong>re 2004 e 2005,<br />

in<strong>di</strong>ca che <strong>Treviso</strong> è perfettamente in linea con le tendenze<br />

nazionali: la crescita registrata è pari al +2,6%.<br />

Relativamente agli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> ricchezza delle famiglie<br />

italiane non si può non considerare, accanto al red<strong>di</strong>to<br />

<strong>di</strong>sponibile, il patrimonio che viene classificato in attività<br />

reali (abitazioni e terreni) e attività finanziarie<br />

(depositi, valori mobiliari e riserve).<br />

Mentre se si considera la me<strong>di</strong>a nazionale le percentuali<br />

<strong>di</strong> composizione sono pari a circa il 62% per il patrimonio<br />

che deriva da attività reali e a circa il 38% per<br />

quello che consegue ad attività finanziarie, nel trevigiano<br />

la forbice tra le due tipologie è meno ampia: 55% il<br />

patrimonio per attività reali, 45% il patrimonio per attività<br />

finanziarie e più <strong>della</strong> metà <strong>di</strong> quest’ultimo è relativo<br />

a valori mobiliari.<br />

<strong>Treviso</strong> segnala un patrimonio complessivo pari a<br />

139.257 milioni <strong>di</strong> euro ed il peso maggiore è costituito<br />

dal valore patrimoniale delle abitazioni (51,7%).<br />

La graduatoria delle province secondo il valore me<strong>di</strong>o<br />

in euro del patrimonio per famiglia nel 2006 segnala<br />

il 25º posto per la provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> con 417.008 euro.<br />

Depositi ed impieghi, sportelli bancari e<br />

protesti cambiari<br />

<strong>Treviso</strong> si conferma anche per il 2007 prima provincia<br />

veneta per valore assoluto degli impieghi per clientela<br />

residente (31.305.507 migliaia <strong>di</strong> euro), seguita da<br />

Vicenza (28.318.127 migliaia <strong>di</strong> euro), Padova<br />

Giornata dell’Economia<br />

Valore aggiunto per macrosettori e territorio - Anno 2006 (in milioni <strong>di</strong> euro correnti)<br />

Agricoltura<br />

Costruzioni<br />

(b)<br />

(25.617.989 migliaia <strong>di</strong> euro) e Verona (25.479.311<br />

migliaia <strong>di</strong> euro).<br />

Sul fronte dei depositi per clientela residente il primato<br />

in valori assoluti spetta a Padova (12.122.374<br />

migliaia <strong>di</strong> euro). <strong>Treviso</strong> risulta essere la prima nel<br />

Veneto per incremento dei depositi e degli impieghi<br />

nell’arco del periodo 2001-2007 con rispettivamente<br />

una variazione del +47,3% e del +74,3%.<br />

Prendendo in considerazione gli sportelli bancari attivi<br />

nelle province venete si può constatare che hanno<br />

raggiunto nella nostra regione complessivamente le<br />

3.446 unità, facendo registrare un aumento del +3,4%<br />

rispetto all’anno precedente e in linea con quanto avvenuto<br />

a livello nazionale (+2,7%). Osservando i valori<br />

assoluti le province con la maggiore consistenza <strong>di</strong><br />

sportelli nel 2006 sono: Verona (689 unità), Vicenza<br />

(639 unità) e <strong>Treviso</strong> (627 unità).<br />

Per quanto riguarda i protesti bancari, da evidenziare<br />

– in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> – rispetto al 2006, l’aumento<br />

del numero degli assegni protestati (+5,6%).Diventa<br />

ancor più serio il dato se si considerano i correlati<br />

importi protestati che passano da 12 a quasi 16 milioni<br />

<strong>di</strong> euro (+31%). Quasi al livello del 2003, quando avevano<br />

raggiunto i 17,5 milioni <strong>di</strong> euro. Meno criticità si<br />

registrano per tratte e cambiali.<br />

La partecipazione al lavoro<br />

Gli in<strong>di</strong>catori sulla partecipazione al lavoro aggiungono<br />

un ulteriore tassello al composito tema <strong>della</strong> qualità<br />

<strong>della</strong> vita, visto in questo caso come grado <strong>di</strong> partecipazione<br />

delle persone alla percezione <strong>di</strong> un red<strong>di</strong>to.<br />

La <strong>di</strong>mensione comparativa mette in evidenzia come a<br />

<strong>Treviso</strong> il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione sia da <strong>di</strong>versi anni ai<br />

minimi termini (3,9% nel 2007), decisamente migliore<br />

rispetto alle aree più industrializzate <strong>di</strong> Germania, Francia<br />

e Spagna, dove sfiora il 10% nella regione <strong>di</strong> Dusseldorf.<br />

Totale industria<br />

(a+b)<br />

Totale servizi Totale<br />

Verona 626,9 5.661,4 1.574,9 7.236,3 15.525,1 23.388,3<br />

Vicenza 331,1 8.340,8 1.385,0 9.725,8 12.097,2 22.154,1<br />

Belluno 54,2 1.777,5 360,5 2.138,0 3.348,5 5.540,7<br />

<strong>Treviso</strong> 356,4 7.086,8 1.714,0 8.800,8 13.267,9 22.425,1<br />

Venezia 325,7 4.013,0 1.546,5 5.559,5 15.958,4 21.843,6<br />

Padova 362,6 6.348,4 1.569,8 7.918,2 16.262,5 24.543,3<br />

Rovigo 246,4 1.445,7 457,0 1.902,7 3.422,8 5.571,9<br />

Veneto 2.303,3 34.673,6 8.607,7 43.281,3 79.882,4 125.467,0<br />

Italia 27.193,3 270.000,6 79.776,0 349.776,6 939.616,1 1.316.586,0<br />

Fonte: elaborazione Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA <strong>Treviso</strong> su dati Tagliacarne-Istat<br />

Industria<br />

in senso stretto<br />

(a)<br />

Non ancora ottimale risulta il tasso <strong>di</strong> occupazione<br />

trevigiano (67,5% nel 2007), comunque elevato se<br />

comparato alla me<strong>di</strong>a italiana (58,7%).<br />

Le <strong>di</strong>fferenze nei tassi sono in buona parte spiegate<br />

dalla <strong>di</strong>versa partecipazione femminile al mercato del<br />

lavoro. Il tasso <strong>di</strong> occupazione femminile italiano è<br />

fermo al 46,3%, contro il target europeo del 60%.<br />

<strong>Treviso</strong> comunque fa registrare un livello <strong>di</strong> occupazione<br />

femminile (55,6%) nettamente superiore al dato me<strong>di</strong>o<br />

italiano.<br />

La popolazione<br />

La popolazione residente in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> al<br />

31.12.2006 è <strong>di</strong> 857.359 unità (+0,9% rispetto al<br />

2005). Gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> struttura mettono in evidenza che<br />

le province <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> e Vicenza hanno un grado <strong>di</strong> invecchiamento<br />

<strong>della</strong> popolazione che è il più basso delle<br />

province venete, nonostante si calcolino rispettivamente<br />

123 e 117 vecchi ogni 100 giovani <strong>di</strong> età inferiore a<br />

15 anni.<br />

Nel 2006 il tasso <strong>di</strong> crescita (dato dalla somma del tasso<br />

<strong>di</strong> mobilità e del tasso naturale) vede una crescita sopra<br />

la me<strong>di</strong>a regionale per le province <strong>di</strong> Verona (11,5 per<br />

mille),<strong>Treviso</strong> (9,3 per mille) e Padova (8,0 per mille).<br />

<strong>Treviso</strong> si <strong>di</strong>stingue soprattutto per il più alto tasso <strong>di</strong><br />

crescita naturale (+2,7 per mille). A questo proposito<br />

è interessante osservare i dati relativi agli stranieri residenti.<br />

La provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> è la provincia veneta con la<br />

maggiore incidenza percentuale <strong>di</strong> stranieri sulla popolazione<br />

residente pari al 9,1% contro il 7,3% del Veneto<br />

e il 5,0% dell’Italia.In provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> ci sono 20,9%<br />

nati stranieri sul totale dei nati nel 2006 e il 26,7% dei<br />

residenti stranieri hanno meno <strong>di</strong> 18 anni.Tuttavia l’incremento<br />

percentuale rispetto al 2005 degli stranieri in<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> (7,6%) è più basso <strong>della</strong> me<strong>di</strong>a<br />

veneta (9,2%) e <strong>della</strong> me<strong>di</strong>a nazionale (10,1%).


Giornata dell’Economia 16<br />

Tasso <strong>di</strong> occupazione Tasso <strong>della</strong> <strong>di</strong> occupazione popolazione 15-64 anni, anni, confronti confronti territoriali. Anni territoriali. 2004-2006 Anni 2004-2006<br />

TERRITORIO<br />

In provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> gli stranieri provengono per il<br />

13,9% dal Marocco, per il 13,3% dalla Romania e per<br />

il 12,0% dall’Albania, per il 8,9% dalla Macedonia e<br />

per il 7,6% dalla Cina. È inoltre possibile allargare le<br />

informazioni fornite dalle anagrafi comunali facendo<br />

riferimento ai permessi <strong>di</strong> soggiorno che vengono rilasciati<br />

a tutti gli stranieri in possesso dei requisiti <strong>di</strong> legge<br />

e ne attestano la regolare presenza.<br />

Il numero dei permessi <strong>di</strong> soggiorno rilasciati in provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> nel 2006 si mantiene abbastanza stabile<br />

rispetto al 2005 (-0,6%), con 57.226 permessi. Se si<br />

considerano le nazionalità straniere che in Veneto registrano<br />

almeno 5.000 permessi <strong>di</strong> soggiorno,in provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> spiccano, rispetto alle altre province, con il<br />

49,4% gli stranieri provenienti dalla Macedonia (4.241<br />

permessi <strong>di</strong> soggiorno), con il 38,3% gli stranieri dal<br />

Senegal (2.143 permessi <strong>di</strong> soggiorno) e con il 29,1%<br />

gli stranieri dalla Cina (4.581 permessi).In valori assoluti<br />

si riconfermano invece le nazionalità già citate prima:<br />

Romania (7.574 permessi), Marocco (7.416) e Albania<br />

(6.173).<br />

Consumi finali delle famiglie<br />

In provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> i consumi finali delle famiglie<br />

ammontavano nel 2005 a 10.915 milioni <strong>di</strong> euro,sud<strong>di</strong>-<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

M F TOT M F TOT M F TOT<br />

<strong>Treviso</strong> 77,3 53,8 65,8 75,6 55,3 65,7 78,8 55,6 67,5<br />

Veneto 76,3 52,3 64,4 75,9 53,0 64,6 76,9 53,6 65,5<br />

Lombar<strong>di</strong>a 75,9 55,1 65,6 75,7 55,1 65,5 76,4 56,5 66,6<br />

Emilia-Romagna 76,5 60,2 68,4 76,6 60,0 68,4 77,1 61,5 69,4<br />

Italia 70,1 45,2 57,6 69,9 45,3 57,6 70,5 46,3 58,4<br />

Stuttgart (D) 76,5 63,3 70,0 77,5 64,5 71,0 78,7 65,7 72,2<br />

Oberbayern (D) 77,3 63,9 70,6 78,1 65,6 71,8 79,2 67,5 73,3<br />

Darmstadt (D) 73,4 60,1 66,7 74,3 61,8 68,1 75,8 63,2 69,5<br />

Düsseldorf (D) 68,7 54,6 61,6 69,7 57,3 63,5 71,5 59,3 65,3<br />

Cataluña (E) 77,6 56,2 67,0 79,5 58,9 69,3 80,1 60,3 70,4<br />

Rhône-Alpes (F) 69,5 58,8 64,1 69,5 59,9 64,7 70,7 58,9 64,7<br />

Fonte: indagine forze lavoro, Eurostat e Istat<br />

TERRITORIO<br />

Tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione, Tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione, confronti territoriali. Anni 2004-2006 Anni 2004-2006<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

M F TOT M F TOT M F TOT<br />

<strong>Treviso</strong> 2,3 6,7 4,1 3,0 5,6 4,1 1,6 6,1 3,5<br />

Lombar<strong>di</strong>a 2,9 5,6 4,0 3,1 5,4 4,1 2,9 4,8 3,7<br />

Veneto 2,5 6,7 4,2 2,9 6,2 4,2 2,4 6,5 4,0<br />

Emilia-Romagna 2,7 5,0 3,7 2,7 5,3 3,8 2,6 4,3 3,4<br />

Italia 6,4 10,5 8,0 6,2 10,1 7,7 5,4 8,8 6,8<br />

Stuttgart (D) 7,3 5,9 6,7 7,3 7,1 7,2 6,2 6,7 6,4<br />

Oberbayern (D) 5,7 4,7 5,3 5,5 6,2 5,8 5,2 5,3 5,3<br />

Darmstadt (D) 8,0 7,6 7,8 8,3 7,8 8,1 8,0 7,7 7,9<br />

Düsseldorf (D) 11,2 8,3 9,9 11,6 9,3 10,6 10,6 8,7 9,7<br />

Cataluña (E) 7,8 12,3 9,7 5,8 8,4 7,0 5,3 8,4 6,6<br />

Rhône-Alpes (F) 7,6 9,6 8,5 7,9 9,0 8,4 6,6 9,2 7,8<br />

Fonte: indagine forze lavoro, Eurostat e Istat<br />

visi per il 16,7% in consumi alimentari e per l’83,3% in<br />

consumi non alimentari: ripartizione sostanzialmente<br />

stabile nel tempo.<br />

Le variazioni annue dei consumi alimentari mettono in<br />

evidenza una progressiva attenuazione delle <strong>di</strong>namiche<br />

(+3,8% nel 2003, +2,8% nel 2004, +2,4% nel 2005),<br />

a fronte <strong>di</strong> una crescita dei consumi non alimentari più<br />

altalenante.<br />

Consumi <strong>di</strong> energia elettrica<br />

Relativamente ai consumi <strong>di</strong> energia elettrica, sulla<br />

base dei dati del gestore <strong>di</strong> rete <strong>di</strong>ffusi dalla società<br />

Terna, la <strong>Marca</strong> <strong>Trevigiana</strong> ha utilizzato 4.884,1 milioni<br />

<strong>di</strong> Kwh nell’anno 2006, con un incremento del +16,8%<br />

rispetto al 2001. La fetta più cospicua <strong>della</strong> bolletta<br />

energetica (57,9%) è stata assorbita dall’industria,<br />

seguita dal terziario (20,3%) e dagli usi domestici<br />

(19,3%).<br />

Fra le ultime due annualità, i consumi sono cresciuti del<br />

+4,3%. Valori superiori all’incremento me<strong>di</strong>o si sono<br />

registrati (anche se per volumi contenuti) per il settore<br />

delle costruzioni e per quello dell’energia ed acqua;<br />

mentre sia l’industria manifatturiera non <strong>di</strong> base che il<br />

terziario si sono mantenuti su percentuali <strong>di</strong> crescita<br />

vicini alla me<strong>di</strong>a (+4,5%).<br />

L’agricoltura, l’uso domestico e l’industria manifatturiera<br />

<strong>di</strong> base, dopo un’annualità – il 2005 – contrassegnata<br />

da valori in decremento, segnalano nel 2006 rispettivamente<br />

il +5,4%, +4% e +2,3%.<br />

All’interno dell’industria manifatturiera <strong>di</strong> base è l’industria<br />

dei materiali da costruzione che assorbe, in termini<br />

assoluti, la maggior quantità <strong>di</strong> energia (circa il 56,5%),<br />

crescendo dell’1,5% rispetto all’annualità precedente. I<br />

consumi dell’industria meccanica prevalgono invece<br />

all’interno <strong>della</strong> macro categoria dell’industria manifatturiera<br />

non <strong>di</strong> base (31,2%, con un incremento annuale<br />

del 4,0%). Il comparto del legno e mobilio, che incide<br />

per il 23,4% dei consumi, si <strong>di</strong>stingue per una variazione<br />

annuale superiore alla me<strong>di</strong>a (+5,0%).<br />

Nel terziario si conferma essere il commercio il settore<br />

che assorbe i maggiori consumi (39,5% dell’aggregato<br />

relativo ai servizi ven<strong>di</strong>bili) con un incremento annuale<br />

del 3,6%.<br />

Raccolta dei rifiuti<br />

L’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i<br />

servizi tecnici) fornisce i dati relativi ai rifiuti urbani<br />

per tipologia <strong>di</strong> raccolta.<strong>Treviso</strong>,nel 2006,ha accumulato<br />

una produzione complessiva pari a 342.686 tonnellate<br />

<strong>di</strong> rifiuti (+7,6% rispetto al 2005).<br />

Una risposta positiva alle pressioni esercitate dai rifiuti<br />

sull’ambiente è data dalla raccolta <strong>di</strong>fferenziata che,<br />

nel 2006, ha raggiunto, a livello nazionale, una percentuale<br />

pari al 25,8% <strong>della</strong> produzione totale dei rifiuti<br />

urbani. Il Veneto con il 48,7% è la seconda regione italiana<br />

dopo il Trentino Alto A<strong>di</strong>ge; mentre <strong>Treviso</strong> raggiunge<br />

l’eccellenza segnalando una percentuale pari al<br />

66,6%: la più alta fra tutte le province italiane.<br />

In valore assoluto, la raccolta <strong>di</strong>fferenziata a livello<br />

nazionale cresce, tra il 2005 ed il 2006, <strong>di</strong> circa 700 mila<br />

tonnellate grazie soprattutto al contributo delle regioni<br />

settentrionali, dove il sistema <strong>di</strong> raccolta risulta già particolarmente<br />

sviluppato da <strong>di</strong>versi anni.A <strong>Treviso</strong> supera<br />

le 228 mila tonnellate (+6,1% rispetto al 2005).<br />

Per quanto riguarda i dati relativi al pro capite, la cui<br />

analisi è necessaria al fine <strong>di</strong> svincolare il dato <strong>di</strong> produzione<br />

dal livello <strong>di</strong> popolazione residente, risulta che nel<br />

2006 il citta<strong>di</strong>no italiano ha accumulato in me<strong>di</strong>a 550<br />

Kg <strong>di</strong> rifiuto totale, circa 29 Kg in più rispetto all’anno<br />

procedente. A <strong>Treviso</strong> il dato pro capite scende sotto la<br />

soglia dei 400 Kg/ab*anno (circa 25 Kg in più rispetto al<br />

2005).Nel dettaglio la quantità totale riguarda circa 266<br />

Kg/ab*anno <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata (circa 13 Kg in più<br />

rispetto al 2005) e circa 120 Kg/ab*anno <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenziata<br />

(1 Kg in meno del 2005).<br />

Veicoli circolanti ed incidenti stradali<br />

Nel dettaglio ve<strong>di</strong>amo come il parco dei veicoli circolanti<br />

in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> rispetto al 2001 cresca del<br />

+10,1%, incremento superiore sia al dato veneto


17<br />

Giornata dell’Economia<br />

Consumi <strong>di</strong> energia elettrica* per settori economici in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> - Anni 2001 e 2004-2006 (in milioni <strong>di</strong> KWh)<br />

SETTORI<br />

2001 2004 2005 2006<br />

var %<br />

2005/2004<br />

var %<br />

2006/2005<br />

AGRICOLTURA 109,3 116,2 113,8 120,0 -2,1 5,4 9,8<br />

INDUSTRIA 2.475,1 2.712,8 2.714,1 2.828,7 0,0 4,2 14,3<br />

Manifatturiera <strong>di</strong> base 607,8 752,5 723,1 739,7 -3,9 2,3 21,7<br />

<strong>di</strong> cui: siderurgica 7,7 14,4 14,5 15,6 0,7 7,6 102,6<br />

metalli non ferrosi 16,8 25,2 17,3 19,0 -31,3 9,8 13,1<br />

chimica 42,0 43,4 39,2 48,3 -9,7 23,2 15,0<br />

materiali da costruzione 355,7 412,3 411,6 417,6 -0,2 1,5 17,4<br />

cartaria 185,6 257,2 240,5 239,3 -6,5 -0,5 28,9<br />

Manifatturiera non <strong>di</strong> base 1.799,4 1.849,9 1.878,2 1.963,1 1,5 4,5 9,1<br />

<strong>di</strong> cui: alimentare 200,2 206,5 209,8 222,9 1,6 6,2 11,3<br />

tessile, abbigl. e calzature 285,3 274,5 261,8 261,7 -4,6 -0,0 -8,3<br />

meccanica 554,6 586,4 589,4 612,9 0,5 4,0 10,5<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto 19,1 21,2 21,8 21,3 2,8 -2,3 11,5<br />

lavorazione plastica e gomma 314,3 321,7 328,9 348,7 2,2 6,0 10,9<br />

legno e mobilio 400,0 417,7 436,6 458,4 4,5 5,0 14,6<br />

altre manifatturiere 25,9 22,0 29,9 37,2 35,9 24,4 43,6<br />

Costruzioni 32,8 48,6 49,4 55,5 1,6 12,3 69,2<br />

Energia ed acqua 35,1 61,8 63,4 70,4 2,6 11,0 100,6<br />

<strong>di</strong> cui: estrazione combustibili 0,2 0,1 0,3 0,4 200,0 33,3 100,0<br />

raffinazione e cokerie 0,2 0,3 0,4 0,4 33,3 0,0 100,0<br />

elettricità e gas 7,0 12,8 13,0 16,5 1,6 26,9 135,7<br />

acquedotti 27,7 48,6 49,7 53,2 2,3 7,0 92,1<br />

TERZIARIO 770,0 900,6 949,7 992,5 5,5 4,5 28,9<br />

Servizi ven<strong>di</strong>bili 593,7 686,3 728,8 769,9 6,2 5,6 29,7<br />

<strong>di</strong> cui: trasporti 22,3 29,3 32,3 35,2 10,2 9,0 57,8<br />

comunicazioni 25,5 32,4 31,9 33,5 -1,5 5,0 31,4<br />

commercio 255,1 277,0 293,7 304,4 6,0 3,6 19,3<br />

alberghi, ristoranti e bar 111,1 128,1 134,2 138,4 4,8 3,1 24,6<br />

cre<strong>di</strong>to ed assicurazioni 47,3 53,9 52,6 52,3 -2,4 -0,6 10,6<br />

altri servizi ven<strong>di</strong>bili 132,5 165,6 184,1 206,1 11,2 12,0 55,5<br />

Servizi non ven<strong>di</strong>bili 176,4 214,3 220,9 222,6 3,1 0,8 26,2<br />

<strong>di</strong> cui: pubblica amministrazione 45,2 50,3 49,5 51,3 -1,6 3,6 13,5<br />

illuminazione pubblica 51,8 61,1 62,3 65,9 2,0 5,8 27,2<br />

altri servizi non ven<strong>di</strong>bili 79,4 102,9 109,1 105,4 6,0 -3,4 32,7<br />

DOMESTICO 827,7 925,1 906,5 942,9 -2,0 4,0 13,9<br />

<strong>di</strong> cui: serv. gen. e<strong>di</strong>fici 34,1 41,0 43,0 46,2 4,9 7,4 35,5<br />

TOTALE 4.182,2 4.654,7 4.684,1 4.884,1 0,6 4,3 16,8<br />

*I consumi <strong>di</strong> energia elettrica sono pari alla somma dell’energia elettrica fatturata dai servizi pubblici (Enel, aziende municipalizzate, altre imprese) e <strong>di</strong> quella consumata dagli autoproduttori.<br />

Fonte: GRTN-Terna<br />

(+8,1%) che nazionale (+7,5%).A questo incremento<br />

contribuisce soprattutto il parco autovetture che nel<br />

2006 in provincia conta quasi 41 mila unità in più<br />

rispetto al 2001: si passa infatti da 483.467 a 524.374<br />

auto con un incremento del +8,5%, il maggiore in<br />

Veneto (+6,8% il dato me<strong>di</strong>o regionale).<br />

La pericolosità delle strade <strong>della</strong> <strong>Marca</strong> è da tempo tri-<br />

stemente nota: nel 2006 gli incidenti stradali sono<br />

stati 3.092, in crescita del +19,9% rispetto al 2004,<br />

incremento <strong>di</strong> gran lunga superiore al dato me<strong>di</strong>o<br />

regionale (+1,9%). Diminuiscono invece nel resto<br />

d’Italia.<br />

Alla crescita in provincia del numero <strong>di</strong> incidenti stradali<br />

corrisponde un analogo incremento nel numero<br />

var %<br />

2006/2005<br />

dei feriti pari al +15,7%. Fortunatamente, <strong>di</strong>minuiscono<br />

invece i morti sulle strade trevigiane: -15,0%<br />

rispetto al 2004. Resta tuttavia alto il rapporto tra<br />

decessi e incidenti: ogni 1.000 decessi nel territorio, 17<br />

sono dovuti ad incidenti stradali, un dato <strong>di</strong> gran lunga<br />

superiore a quanto fatto registrare da tutti gli altri territori<br />

considerati.


Giornata dell’Economia 18<br />

Produzione pro capite <strong>di</strong> rifiuti urbani per tipologia <strong>di</strong> raccolta e per territorio - Anni 2005 e 2006 (quantità pro-capite in Kg/ab*anno)<br />

TERRITORIO<br />

Verona 486,7 503,3 3,4 214,2 224,7 4,9 252,6 256,1 1,4 1,1 22,5 1.945,5<br />

Vicenza 409,8 422,5 3,1 216,2 223,5 3,4 179,0 178,9 -0,1 4,9 20,1 310,2<br />

Belluno 456,2 479,5 5,1 169,2 200,5 18,5 285,8 259,8 -9,1 17,2 19,3 12,2<br />

<strong>Treviso</strong> 374,9 399,7 6,6 253,3 266,2 5,1 121,6 120,5 -0,9 0,0 13,1 ==<br />

Venezia 630,9 657,5 4,2 203,0 227,3 12,0 407,3 423,8 4,1 20,7 17,2 -16,9<br />

Padova 485,6 500,4 3,0 263,1 273,9 4,1 217,6 217,7 0,0 20,0 8,8 -56,0<br />

Rovigo 543,6 554,6 2,0 253,0 271,2 7,2 273,4 264,7 -3,2 14,6 18,7 28,1<br />

Veneto 479,7 498,5 3,9 228,8 243,0 6,2 239,2 239,0 -0,1 11,7 16,5 41,0<br />

Lombar<strong>di</strong>a 502,6 517,9 3,0 213,4 225,7 5,8 262,3 264,4 0,8 26,9 27,9 3,7<br />

Emilia-Romagna 665,9 677,0 1,7 209,0 225,9 8,1 444,9 438,5 -1,4 12,0 12,6 5,0<br />

Nord-Ovest 518,4 529,4 2,1 196,4 209,2 6,5 304,8 302,8 -0,7 17,2 17,3 0,6<br />

Nord-Est 552,4 564,7 2,2 211,6 228,0 7,8 326,8 321,2 -1,7 14,0 15,6 11,4<br />

Centro 633,1 638,1 0,8 122,6 127,7 4,2 504,2 499,1 -1,0 6,3 11,3 79,4<br />

Sud e Isole 496,4 512,1 3,2 43,4 57,5 32,5 450,6 500,1 11,0 2,3 5,3 130,4<br />

Italia 539,2 550,0 2,0 131,0 141,7 8,2 398,9 396,9 -0,5 9,2 11,4 23,9<br />

Fonte: Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici<br />

TERRITORIO<br />

Giustizia<br />

Affrontando la tematica del ben-essere e <strong>della</strong> qualità<br />

<strong>della</strong> vita non può mancare una <strong>di</strong>samina sulla giustizia<br />

e sulla sicurezza del territorio. La banca dati Istat<br />

sulla giustizia permette peraltro <strong>di</strong> confrontare la provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> con altri territori. A questo riguardo i<br />

Produzione complessiva<br />

pro-capite<br />

Raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />

pro-capite<br />

Raccolta in<strong>di</strong>fferenziata<br />

pro-capite<br />

Raccolta <strong>di</strong> materiale<br />

ingombrante pro-capite<br />

2005 2006 Var. % 2005 2006 Var. % 2005 2006 Var. % 2005 2006 Var. %<br />

In<strong>di</strong>catori sugli incidenti stradali, confronti territoriali - Anno 2006<br />

Incidenti sul totale veicoli circolanti<br />

(*1000)<br />

Morti per incidenti stradali<br />

sul totale decessi (*1000)<br />

dati mettono in luce come la provincia possa definirsi<br />

un territorio relativamente “sicuro”, con “soli” 8.938<br />

delitti denunciati.<br />

Utilizzando il rapporto fra delitti e abitanti, nella<br />

<strong>Marca</strong> si sono registrati 1.060 delitti ogni 100.000 abitanti<br />

nell’anno 2005, l’incidenza più bassa a livello<br />

Feriti per incidenti stradali sulla<br />

popolazione residente (*1000)<br />

<strong>Treviso</strong> 5,47 17,40 5,14<br />

Verona 4,95 14,68 5,98<br />

Vicenza 4,34 12,49 4,86<br />

Belluno 5,07 8,50 5,13<br />

Venezia 5,66 11,00 5,25<br />

Padova 5,73 13,23 6,40<br />

Rovigo 5,34 10,23 5,77<br />

Veneto 5,22 13,15 5,53<br />

Lombar<strong>di</strong>a 6,30 10,17 6,92<br />

Emilia Romagna 6,81 14,96 8,51<br />

Italia 5,14 10,97 5,82<br />

Fonte: elababorazioni Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> su dati Istat<br />

regionale (in<strong>di</strong>ce pari a 3.528 delitti/100.000 abitanti).<br />

Spostando l’attenzione dai delitti alle persone denunciate<br />

colpisce vedere come sia elevata la percentuale <strong>di</strong><br />

crimini commessi da stranieri:a <strong>Treviso</strong> il 41% delle persone<br />

denunciate è straniero, dato vicino alla me<strong>di</strong>a<br />

regionale del 38,5%.


19<br />

LA PROPENSIONE ALL’ INNOVAZIONE<br />

IL COMMERCIO INTERNO, IL TURISMO<br />

Innovazione<br />

Si fornisce un quadro <strong>della</strong> propensione all’innovazione<br />

in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, nei limiti degli aspetti misurabili<br />

tramite gli strumenti <strong>della</strong> proprietà intellettuale ed<br />

effettuando le opportune comparazioni sia a livello<br />

nazionale che regionale.<br />

I depositi <strong>di</strong> brevetti<br />

L’analisi dei depositi <strong>di</strong> brevetti riconferma <strong>Treviso</strong> tra le<br />

prime province d’Italia quanto ad innovazione formale.<br />

La provincia è 12º per brevetti d’invenzione (ne sono<br />

stati depositati 200 nel 2007), ed 11º per marchi depositati<br />

(quasi 900). Ai primi 5 posti nella graduatoria<br />

nazionale per brevetti d’invenzione si collocano Milano,<br />

Torino, Bologna, Roma e Padova, prima provincia veneta.<br />

Il complesso dei depositi provinciali (1.171 depositi)<br />

costituisce il 18,0% dei depositi regionali e <strong>Treviso</strong> risulta<br />

la terza provincia Veneta, dopo Padova e Verona. I<br />

depositi per invenzioni (200) e quelli per marchi (892)<br />

costituiscono rispettivamente il 15,4% ed il 19% dei<br />

depositi veneti delle rispettive tipologie.<br />

L’analisi delle variazioni percentuali nel periodo 2001-<br />

2007 evidenzia come siano i marchi e le invenzioni a<br />

registrare i maggiori incrementi. L’incremento delle<br />

invenzioni rappresenta un segno positivo se si pensa<br />

che le invenzioni sono uno dei principali in<strong>di</strong>catori del<br />

grado <strong>di</strong> innovazione espresso da un territorio. Mentre,<br />

l’incremento nel lungo periodo dei depositi per marchi<br />

conferma la sensibilità da parte degli operatori economici<br />

per la tutela giuri<strong>di</strong>ca dei segni <strong>di</strong>stintivi dei prodotti,<br />

aspetto confermato anche dall’incidenza percentuale<br />

<strong>di</strong> tale tipologia sul totale dei depositi: il marchio<br />

rimane senza dubbio il principale oggetto <strong>di</strong> tutela.<br />

Giornata dell’Economia<br />

Con riferimento ai depositi effettuati presso lo European<br />

Patent Office, i dati, aggiornati al 2006, collocano <strong>Treviso</strong><br />

al secondo posto, <strong>di</strong>etro Vicenza, sia per numero <strong>di</strong><br />

depositi effettuati (104,8 brevetti, in crescita rispetto<br />

agli 82,2 del 2005), sia in termini <strong>di</strong> brevetti europei<br />

depositati ogni milione <strong>di</strong> abitanti (122,8 depositi nel<br />

2006 in aumento rispetto ai 97,3 del 2005).<br />

La Bilancia dei Pagamenti <strong>della</strong> Tecnologia<br />

La Bilancia dei Pagamenti <strong>della</strong> Tecnologia costituisce<br />

uno degli strumenti per la comprensione e l’analisi <strong>della</strong><br />

struttura degli scambi internazionali <strong>di</strong> tecnologia.I dati<br />

sono <strong>di</strong>sponibili solo a livello regionale e nazionale.<br />

L’analisi dei dati 2006,ultimo anno <strong>di</strong>sponibile,rileva sul territorio<br />

nazionale un saldo positivo (+780 milioni <strong>di</strong> euro)<br />

dopo alcune annualità contrassegnate dal segno negativo.Il<br />

territorio che esclusivamente influenza l’inversione <strong>di</strong> tendenza<br />

è la ripartizione geografica del Nord Ovest mentre il<br />

saldo <strong>di</strong> tutti gli altri territori continua a risultare negativo.<br />

L’analisi territoriale segnala che il Veneto ha registrato un<br />

lieve miglioramento rispetto al 2005 anche se il saldo<br />

continua ad essere <strong>di</strong> segno negativo:-51 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

Nel 2006 la regione veneta si colloca come sesta regione<br />

italiana per output <strong>di</strong> tecnologia: il volume degli<br />

incassi ha sfiorato i 133 milioni <strong>di</strong> euro (in flessione del<br />

15,2% rispetto all’anno precedente). La tipologia <strong>di</strong><br />

incasso più rilevante risulta essere quella degli “Stu<strong>di</strong><br />

tecnici e <strong>di</strong> engineering” che raggiunge circa 64 milioni<br />

<strong>di</strong> euro (quasi la metà del totale incassi regionali) e che<br />

ha incrementato la propria grandezza <strong>di</strong> circa il 48%.<br />

Sul fronte dell’input <strong>di</strong> tecnologia, la regione Veneto è la<br />

quarta regione per volume <strong>di</strong> pagamenti attestandosi a<br />

circa 184 milioni <strong>di</strong> euro,con un netto ri<strong>di</strong>mensionamen-<br />

to rispetto al 2005 (-34,3%). Quasi la metà del volume<br />

totale dei pagamenti (46%) è riconducibile alla voce<br />

“Diritti <strong>di</strong> sfruttamento <strong>di</strong> marchi modelli e <strong>di</strong>segni”.<br />

Con riferimento al tema <strong>della</strong> Ricerca e Sviluppo,<br />

ve<strong>di</strong>amo che in Veneto nel 2005 sono stati rilevati 2,2<br />

addetti alla R&S ogni 1.000 abitanti. Questo rapporto è<br />

inferiore sia al dato me<strong>di</strong>o nazionale (3,0 addetti) che<br />

alla me<strong>di</strong>a del Nord Est (3,2 addetti).<br />

Considerando lo spaccato riferito alla regione Veneto<br />

sono stati registrati 10.367 addetti, <strong>di</strong> cui 1.110 occupati<br />

nelle amministrazioni pubbliche, 4.117 nelle università,<br />

329 nelle istituzioni private non profit e 4.811<br />

presso le imprese.<br />

A livello nazionale la percentuale del Pil spesa in R&S è<br />

pari all’1,1%. Il Veneto si ferma allo 0,6%, al <strong>di</strong> sotto<br />

anche <strong>della</strong> me<strong>di</strong>a delle regioni del Nord Est (0,8%). In<br />

valori assoluti si tratta <strong>di</strong> circa 776,3 milioni <strong>di</strong> euro,<br />

spesi per la maggior parte nelle imprese (389 milioni<br />

circa) e nelle università (291 milioni circa).<br />

La filiera dell’ICT<br />

Nel complesso il settore ICT ha registrato, in provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, dal 2001 ad oggi, un incremento <strong>di</strong> imprese<br />

pari al +16,3% in linea con il +16,2% a livello nazionale;<br />

stabile rimane invece l’incidenza del settore ICT<br />

provinciale sul settore ICT a livello nazionale (1,5%,<br />

come nel 2001).<br />

Dopo il boom <strong>di</strong> crescita dei primi anni del 2000, nell’ultimo<br />

biennio questo settore registra ancora variazioni<br />

positive,seppure più contenute,soprattutto nei segmenti<br />

delle apparecchiature <strong>di</strong> controllo dei processi industriali<br />

(+3,0% nel biennio, +6,3% la variazione annuale),<br />

del commercio all’ingrosso <strong>di</strong> computer, apparecchiature<br />

informatiche periferiche e <strong>di</strong> software (+12,6%<br />

rispetto al 2005, +7,7% la variazione rispetto al 2006) e<br />

degli elaboratori per l’informatica (+6,3% e +4,1%<br />

rispetto al 2005 e al 2006) in accordo con la vocazione<br />

manifatturiera del contesto economico trevigiano.<br />

Depositi per invenzioni e marchi ogni 1.000 se<strong>di</strong> d’impresa attive nelle province venete - Anni 2001 e 2007<br />

Il <strong>Commercio</strong> interno<br />

Nel 2007 risultano attivi in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> 11.983<br />

esercizi commerciali,164 in più rispetto al 2006,anno in<br />

cui ve ne erano 11.819. L’incremento percentuale è<br />

stato del +1,4%, superiore al dato registrato dalle altre<br />

province venete (la me<strong>di</strong>a regionale si mantiene stazionaria<br />

al +0,2%).<br />

Rispetto al 2001,tuttavia,il numero degli esercizi commerciali<br />

a <strong>Treviso</strong> è cresciuto del +3,9%, variazione<br />

inferiore rispetto al dato me<strong>di</strong>o regionale (+10,4%).A<br />

questo risultato complessivo ha contribuito molto il<br />

+23,8% <strong>di</strong> Verona.<br />

La serie storica <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> tra il 2001 e il 2007 evidenzia<br />

variazioni assolute positive nel 2002 (+83 unità) e<br />

2003 (+75 unità). Sono invece state negative negli


Giornata dell’Economia 20<br />

Consistenza degli esercizi commerciali per classe <strong>di</strong> superficie <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta a <strong>Treviso</strong>.<br />

Variazione % '07/'06<br />

anni 2004 (-176 unità) e 2005 (-82 unità); dal 2006<br />

riprende il trend positivo (+383 unità), prolungatosi<br />

anche nel 2007.<br />

Per quanto riguarda le specializzazioni merceologiche,<br />

si nota che gli aumenti più significativi rispetto al<br />

2006 sono registrati nel settore degli articoli me<strong>di</strong>cali e<br />

ortope<strong>di</strong>ci (+22,4%;+11 unità),negli esercizi non specializzati<br />

a prevalenza non alimentare (+12,0%; +12<br />

unità), nelle farmacie (+5,5%; +11 unità) e nelle profumerie<br />

(+5,0%; +13 unità). In termini <strong>di</strong> variazioni<br />

assolute, sono significativi i 61 nuovi esercizi commerciali<br />

operanti nel settore dell’abbigliamento (+4,9%).<br />

In flessione invece la consistenza del numero <strong>di</strong> esercizi<br />

commerciali operanti nel settore generico del com-<br />

Il turismo<br />

In base ai dati <strong>della</strong> Regione Veneto sul turismo 2007,<br />

<strong>Treviso</strong> ha concluso l’anno con 651.118 arrivi (+6,8%<br />

rispetto al 2006 e +19,1% rispetto al 2001). Di questi<br />

333.004 erano italiani (+3,2% rispetto al 2006 e<br />

+5,5% rispetto al 2001) e 318.114 stranieri (+10,9%<br />

rispetto al 2006 e +37,7% rispetto al 2001).<br />

Per quanto riguarda il Veneto, gli arrivi <strong>di</strong> turisti italiani<br />

in regione sono cresciuti del +3,1% rispetto al 2006 e<br />

del +18,9% rispetto al 2001, incremento quest’ultimo<br />

ben superiore a quanto registrato da <strong>Treviso</strong> nello stesso<br />

periodo. Al contrario, l’incremento registrato dai<br />

turisti stranieri in Veneto tra il 2001 e il 2007<br />

(+17,7%) si pone al <strong>di</strong> sotto del dato trevigiano. È<br />

inoltre <strong>di</strong>versa l’incidenza dei turisti stranieri sul totale<br />

degli arrivi, che a <strong>Treviso</strong> è pari al 48,9% mentre in<br />

Veneto supera il 60%.<br />

Le presenze dei turisti a <strong>Treviso</strong> sono state 1.715.164,<br />

in crescita del +6,0% rispetto al 2006 e del +31,2%<br />

rispetto al 2001. Di queste, 919.016 sono imputabili a<br />

turisti italiani. Si tratta del 53,6% del totale, in crescita<br />

del +1,6% rispetto al 2006 e del +24,6% rispetto al<br />

2001. Le presenze riconducibili a turisti stranieri sono<br />

state 796.148, in crescita del +11,7% rispetto al 2006<br />

e del +39,7% rispetto al 2001.<br />

mercio non specializzato (-8,4%; -19 unità), <strong>della</strong> frutta<br />

e verdura (-6,1%; -19 unità), dei panifici e pasticcerie<br />

(-10,3%; -14 unità), dei prodotti tessili e biancheria<br />

(-4,4%; -13 unità). Si riduce <strong>di</strong> 10 unità la consistenza<br />

degli esercizi che si occupano <strong>di</strong> mobili, casalinghi e<br />

illuminazione.<br />

La figura mette in luce le variazioni percentuali sulla<br />

consistenza degli esercizi commerciali per classe <strong>di</strong><br />

superficie <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, intervenute tra il 2006 e il 2007.Le<br />

variazioni più consistenti vengono registrate dalla classe<br />

“151-250 mq” (+5,8%) e dalla classe <strong>di</strong> superficie<br />

“oltre 1500 mq” (+3,2%). È proprio quest’ultima la<br />

classe che ha segnato i maggiori incrementi rispetto al<br />

2001 (+22,6%).<br />

Per quanto riguarda il turismo italiano a <strong>Treviso</strong> sono<br />

generati da lombar<strong>di</strong> il 24,7% degli arrivi (sostanzialmente<br />

stabili rispetto al 2001) e il 20,4% delle presenze<br />

a <strong>Treviso</strong> (in crescita del +20% circa rispetto al<br />

2001). Seguono per importanza i turisti provenienti<br />

dal Veneto stesso, in crescita <strong>di</strong> oltre 30% rispetto al<br />

2001.Va tuttavia segnalato che rispetto al 2006 le presenze<br />

sono invece <strong>di</strong>minuite del -6,3%. Al terzo posto<br />

l’Emilia Romagna che genera l’8,8% degli arrivi e<br />

l’8,0% delle presenze, in forte crescita rispetto al 2006.<br />

I turisti stranieri a <strong>Treviso</strong> provengono principalmente<br />

da: Germania (82.696 presenze; +9,5% rispetto al<br />

2006), Spagna (73.934 presenze; +20,0%), Francia<br />

(58.128 presenze; +17,9%). Da notare che la Gran<br />

Bretagna, al quarto posto <strong>di</strong> questa graduatoria, segna<br />

una flessione del -10,6%.<br />

L’84,6% dei turisti italiani ha scelto le strutture alberghiere<br />

e il restante 15,4% alloggi <strong>di</strong> tipo alternativo.Per<br />

gli stranieri questa percentuale scende ulteriormente e<br />

si ferma a 7,5%.Tra gli alberghi, la tipologia più opzionata<br />

è quella con almeno 3 stelle (solo il 4,9% cerca<br />

alberghi con una o due stelle). L’agriturismo è invece la<br />

scelta più frequente tra chi decide <strong>di</strong> non utilizzare un<br />

albergo. Rispetto al 2006, questa opzione ha registrato<br />

un incremento percentuale del +25,8%, superato solo<br />

dal +62,3% degli alloggi privati. Più modesto l’incremento<br />

percentuale degli arrivi nelle strutture alberghiere<br />

(+4,8%) che, con riferimento alle strutture <strong>di</strong> minore<br />

qualità, <strong>di</strong>venta una flessione del -11,9%. In calo<br />

anche il numero <strong>di</strong> arrivi nei campeggi (-17,2%).<br />

La permanenza me<strong>di</strong>a dei turisti italiani a <strong>Treviso</strong> è<br />

stata pari a 2,8 giorni e quella degli stranieri a 2,5 giorni,<br />

in linea con i dati 2006 (in Veneto questi due valori<br />

sono stati rispettivamente pari a 4,7 e 4,1 giorni).<br />

Per quanto riguarda i dati sulla bilancia dei pagamenti<br />

turistica all’anno 2007 forniti dalla Banca d’Italia, sia<br />

a livello nazionale che regionale si registra un surplus.<br />

Per la provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> il saldo continua invece ad<br />

essere negativo: il 2007 si chiude con un deficit pari a<br />

-160 milioni <strong>di</strong> euro (erano -121 nel 2006), dovuto al<br />

prevalere <strong>della</strong> spesa dei viaggiatori trevigiani all’estero<br />

rispetto a quella fatta dai turisti stranieri a <strong>Treviso</strong>. In<br />

particolare,i trevigiani hanno speso all’estero 353 milioni<br />

<strong>di</strong> euro, 37 in più rispetto al 2006. L’incremento percentuale<br />

è pari al +11,7%, superiore sia all’incremento<br />

registrato dal Veneto (+5,3%) che a quello dell’Italia<br />

nel suo complesso (+8,4%).<br />

La spesa dei turisti stranieri a <strong>Treviso</strong> è stata pari a 193<br />

milioni <strong>di</strong> euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 195<br />

del 2006.<br />

Arrivi e presenze Arrivi a e <strong>Treviso</strong> presenze a <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> turisti <strong>di</strong> turisti italiani e stranieri per tipo per <strong>di</strong> esercizio tipo <strong>di</strong> nel esercizio 2007 nel 2007<br />

2007 (provv.)<br />

TIPO DI ESERCIZIO<br />

ARRIVI<br />

PRESENZE<br />

Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale<br />

Alberghi 5 e 4 stelle 134.460 201.172 335.632 238.677 396.011 634.688<br />

Alberghi 3 stelle e res. 125.137 83.102 208.239 343.868 246.393 590.261<br />

Alberghi 2 e 1 stella 22.003 10.103 32.106 81.058 38.858 119.916<br />

TOTALE ALBERGHIERI 281.600 294.377 575.977 663.603 681.262 1.344.865<br />

Campeggi e villaggi turistici 101 314 415 880 2.170 3.050<br />

Alloggi agro-turistici 23.945 10.312 34.257 69.331 35.545 104.876<br />

Alloggi privati 13.722 7.682 21.404 87.803 47.922 135.725<br />

Altri esercizi 13.636 5.429 19.065 97.399 29.249 126.648<br />

TOTALE COMPLEMENTARI 51.404 23.737 75.141 255.413 114.886 370.299<br />

TOTALE 333.004 318.114 651.118 919.016 796.148 1.715.164<br />

Fonte: elaborazione Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA <strong>Treviso</strong> su dati Regione Veneto


21<br />

1. La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Industria Artigianato e<br />

Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> ban<strong>di</strong>sce il 56º Concorso per la<br />

“PREMIAZIONE DELLA FEDELTÀ AL LAVORO E DEL PRO-<br />

GRESSO ECONOMICO”, riservato alle seguenti categorie:<br />

A.<br />

• LAVORATORI IN ATTIVITÀ DI SERVIZIO (impiegati e<br />

operai) dell’industria, del commercio, dell’agricoltura,<br />

dell’artigianato, dei servizi, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> professionali,<br />

<strong>di</strong> associazioni delle categorie economiche ed organizzazioni<br />

sindacali, con anzianità <strong>di</strong> lavoro non inferiore<br />

ai 40 anni/<br />

• LAVORATORI RESI INABILI per infortuni sul lavoro/<br />

• LAVORATORI PENSIONATI (impiegati e operai) dell’industria,<br />

del commercio, dell’agricoltura, dell’artigianato,<br />

dei servizi, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> professionali, <strong>di</strong> associazioni<br />

delle categorie economiche ed organizzazioni<br />

sindacali, i quali abbiano cessato l’attività da non più<br />

<strong>di</strong> 4 anni, con anzianità <strong>di</strong> lavoro non inferiore ai 40<br />

anni/<br />

• LAVORATORI DELLA CASA in attività <strong>di</strong> servizio, con<br />

anzianità <strong>di</strong> lavoro non inferiore ai 30 anni/<br />

• LAVORATORI ANZIANI RIMPATRIATI che abbiano<br />

svolto la loro attività professionale all’estero per un<br />

periodo non inferiore ai 30 anni/<br />

• DIRIGENTI D’AZIENDA in attività <strong>di</strong> servizio, aventi<br />

una anzianità <strong>di</strong> impiego non inferiore ai 30 anni;<br />

oppure che – in<strong>di</strong>pendentemente dall’anzianità <strong>di</strong><br />

servizio – abbiano sensibilmente contribuito, per le<br />

loro eccezionali doti organizzative, allo sviluppo economico<br />

dell’azienda/<br />

• AZIENDE industriali, commerciali e dei servizi aventi<br />

almeno 50 anni <strong>di</strong> ininterrotta attività/<br />

• AZIENDE artigiane aventi almeno 40 anni <strong>di</strong> ininterrotta<br />

attività/<br />

• AZIENDE agricole e <strong>di</strong>rette coltivatrici aventi almeno<br />

50 anni <strong>di</strong> ininterrotta attività/<br />

• AUSILIARI del commercio aventi almeno 35 anni <strong>di</strong><br />

ininterrotta attività (costituirà titolo preferenziale<br />

l’aver esercitato l’attività con mandato <strong>della</strong> stessa<br />

azienda per almeno 15 anni)/<br />

• AZIENDE operanti con l’estero che si siano particolarmente<br />

<strong>di</strong>stinte per l’attività <strong>di</strong> esportazione (con<br />

fatturato all’estero almeno <strong>di</strong> importo doppio rispetto<br />

a quello nazionale e con valore minimo <strong>di</strong> ?<br />

750.000,00)/<br />

• AZIENDE che abbiano introdotto un’innovazione<br />

tecnologica rilevante per il miglioramento dell’ambiente<br />

ecologico o <strong>della</strong> competitività aziendale/<br />

• IMPRENDITORI E AMMINISTRATORI DI SOCIETà in<br />

attività, che abbiano lavorato nel primo periodo come<br />

<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> aziende e nel secondo periodo, <strong>di</strong> almeno<br />

20 anni,abbiano proseguito l’attività dando vita ad<br />

un’impresa, o assumendo la carica <strong>di</strong> amministratore<br />

<strong>di</strong> società; gli anni <strong>di</strong> attività totale, alle <strong>di</strong>pendenze e<br />

come impren<strong>di</strong>tore o amministratore, devono essere<br />

non inferiori a 40, esclusi gli ausiliari del commercio<br />

per cui sono richiesti almeno 35 anni in totale;<br />

l’attività alle <strong>di</strong>pendenze e quella <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tore o<br />

amministratore <strong>di</strong> società devono essere svolte nella<br />

stessa azienda,o in aziende del medesimo comparto/<br />

• LAVORATORI ED IMPRENDITORI TREVIGIANI che si<br />

siano <strong>di</strong>stinti all’estero per la loro attività almeno<br />

ventennale (costituirà titolo preferenziale il possesso<br />

del passaporto italiano)/<br />

• TITOLARI DI BREVETTI per invenzioni industriali,<br />

“riconosciuti”almeno a livello dell’Unione Europea,<strong>di</strong><br />

particolare rilevanza destinati ad avere concreta<br />

applicazione in campo economico.<br />

Per le categorie dei lavoratori, pensionati, lavoratori<br />

rimpatriati, <strong>di</strong>rigenti d’azienda costituirà titolo preferenziale<br />

l’essere stati <strong>di</strong>pendenti <strong>della</strong> stessa azienda<br />

per almeno 20 anni.<br />

B.<br />

• SCUOLE SUPERIORI DI SECONDO GRADO E ISTITU-<br />

ZIONI FORMATIVE ACCREDITATE DALLA REGIONE<br />

con in<strong>di</strong>rizzo riferito a tutti i settori economici produttivi<br />

(primario, industriale, artigiano e terziario) che<br />

abbiano introdotto programmi innovativi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

per ottenere un miglior legame tra scuola e lavoro;<br />

• ESPERTI O DOCENTI che con le loro pubblicazioni<br />

abbiano contribuito al miglioramento <strong>della</strong> cultura<br />

economica;<br />

• STUDI PROFESSIONALI, iscritti in Albi riconosciuti,<br />

che si siano specializzati in specifiche <strong>di</strong>scipline<br />

emergenti (tecniche ed economiche).<br />

2. I premi consistono in 100 medaglie del conio camerale,<br />

accompagnate da <strong>di</strong>ploma, così destinate:<br />

• n. 10 a lavoratori, compresi quelli <strong>della</strong> casa e inabili;<br />

• n. 10 a pensionati compresi i lavoratori rimpatriati;<br />

• n. 3 a <strong>di</strong>rigenti;<br />

• n. 17 ad impren<strong>di</strong>tori e lavoratori all’estero;<br />

• n. 40 ad aziende industriali, commerciali, artigiane,<br />

dei servizi, agricole e <strong>di</strong>rette coltivatrici;<br />

• n.3 ad ausiliari del commercio (rappresentanti, ecc.);<br />

• n. 10 ad impren<strong>di</strong>tori ed amministratori <strong>di</strong> società;<br />

Attività camerali<br />

56º CONCORSO PER LA PREMIAZIONE<br />

DELLA FEDELTÀ AL LAVORO E DEL PROGRESSO ECONOMICO<br />

LE DOMANDE ENTRO IL 15 SETTEMBRE 2008<br />

• n. 1 a titolari <strong>di</strong> brevetto <strong>di</strong> invenzione;<br />

• n. 3 ad aziende <strong>di</strong>stintesi per l’attività <strong>di</strong> esportazione<br />

o per l’introduzione <strong>di</strong> innovazioni tecnologiche<br />

rilevanti per il miglioramento dell’ambiente ecologico<br />

o <strong>della</strong> competitività aziendale;<br />

• n. 3 a scuole superiori <strong>di</strong> secondo grado e istituzioni<br />

formative accre<strong>di</strong>tate dalla Regione, esperti o docenti<br />

e stu<strong>di</strong> professionali.<br />

3. Il Concorso è riservato:<br />

a) ai lavoratori (compresi quelli <strong>della</strong> casa) ed ai <strong>di</strong>rigenti<br />

in servizio, che svolgano la loro attività per aziende,<br />

per stu<strong>di</strong> professionali, per associazioni delle categorie<br />

economiche e per organizzazioni sindacali <strong>della</strong><br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> da almeno 10 anni;<br />

b) ai lavoratori inabili residenti in provincia che abbiano<br />

subito infortunio o contratto malattia professionale<br />

nello svolgimento dell’attività lavorativa alle <strong>di</strong>pendenze<br />

<strong>di</strong> aziende <strong>della</strong> provincia e/o all’estero;<br />

c) ai lavoratori pensionati che abbiano svolto la loro<br />

attività presso aziende <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

almeno per un decennio;<br />

d) ai lavoratori anziani rimpatriati,residenti in provincia,<br />

che abbiano svolto la loro attività all’estero anche se<br />

stagionalmente, purché con regolare frequenza<br />

annuale;<br />

e) alle aziende, comprese le ausiliarie del commercio,<br />

aventi l’attività principale in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> e che<br />

alla data <strong>di</strong> presentazione <strong>della</strong> domanda <strong>di</strong> partecipazione<br />

al Concorso non risultino cessate;<br />

f) agli impren<strong>di</strong>tori ed agli amministratori <strong>di</strong> società<br />

aventi l’attività principale in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>;<br />

g) a lavoratori ed impren<strong>di</strong>tori nati in provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong> o figli <strong>di</strong> trevigiani che svolgano la loro attività<br />

all’estero;<br />

h) ai titolari <strong>di</strong> brevetti che siano domiciliati in provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>;<br />

i) alle scuole superiori <strong>di</strong> secondo grado e istituzioni<br />

formative accre<strong>di</strong>tate dalla Regione aventi sede in<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>;<br />

j) a esperti o docenti residenti in provincia;<br />

k) agli stu<strong>di</strong> professionali aventi l’attività principale in<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>.<br />

Non è ammesso al Concorso chi,per lo stesso titolo,sia già<br />

stato premiato dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> fatta eccezione<br />

per le aziende non premiate nell’ultimo trentennio.<br />

Può invece parteciparvi chi abbia preso parte a precedenti<br />

concorsi camerali senza essere stato premiato.


Attività camerali 22<br />

4. Le domande <strong>di</strong> partecipazione al Concorso per le<br />

categorie sopraelencate all’art. 1 lettera A), redatte su<br />

apposito modulo fornito dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> e<br />

le segnalazioni per le categorie <strong>di</strong> cui alla lettera B),<br />

dovranno pervenire alla <strong>Camera</strong> stessa entro la data del<br />

15 SETTEMBRE 2008 (le domande potranno essere<br />

presentate a mano oppure trasmesse a mezzo raccomandata<br />

entro tale data, farà fede il timbro<br />

postale <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione).<br />

Le domande dovranno essere corredate dei seguenti<br />

documenti:<br />

1) se trattasi <strong>di</strong> lavoratori o <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigenti in servizio:<br />

- attestazione del datore <strong>di</strong> lavoro, conforme al questionario<br />

previsto dal Regolamento e fotocopia del<br />

libretto <strong>di</strong> lavoro o analogo documento attestante il<br />

periodo <strong>di</strong> lavoro e la tipologia contrattuale;<br />

2) se trattasi <strong>di</strong> lavoratori inabili per infortuni sul lavoro:<br />

- attestazione dell’INAIL contenente il grado <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà<br />

e le circostanze dell’infortunio e/o <strong>della</strong> malattia<br />

professionale (o equivalente documento sostitutivo);<br />

3) se trattasi <strong>di</strong> lavoratori pensionati:<br />

- attestazione dell’ultimo datore <strong>di</strong> lavoro, conforme al<br />

questionario previsto dal Regolamento e fotocopia<br />

del libretto <strong>di</strong> lavoro o analogo documento attestante<br />

il periodo <strong>di</strong> lavoro e la tipologia contrattuale;<br />

4) se trattasi <strong>di</strong> lavoratori anziani rimpatriati:<br />

- relazione, dagli stessi compilata, sui precedenti lavorativi<br />

all’estero, conforme al questionario previsto dal<br />

Regolamento;<br />

5) se trattasi <strong>di</strong> inventori:<br />

- attestato <strong>di</strong> brevetto per invenzione industriale rilasciato<br />

dall’U.E.B.– Ufficio Europeo Brevetti – e documentazione<br />

atta a <strong>di</strong>mostrare l’importanza dei ritrovati<br />

e delle loro pratiche applicazioni in campo economico;<br />

6) se trattasi <strong>di</strong> aziende:<br />

- relazione, conforme al questionario previsto dal<br />

Regolamento, sull’origine e sugli sviluppi dell’attività<br />

con la descrizione dell’attuale attrezzatura tecnica ed<br />

organizzativa;<br />

- documento attestante l’eventuale inizio <strong>di</strong> attività<br />

antecedente all’iscrizione al Registro Ditte/Imprese<br />

dell’azienda;<br />

per le aziende operanti con l’estero:<br />

- una relazione sull’attività dell’azienda, contenente i<br />

dati complessivi delle esportazioni e delle ven<strong>di</strong>te<br />

nazionali dell’ultimo triennio, il numero degli addetti<br />

occupati sempre nell’ultimo triennio, nonché ogni<br />

altro elemento utile ad inquadrare eventuali relazioni<br />

<strong>di</strong> collaborazione tecnica ed economica con aziende<br />

e paesi esteri;<br />

per le aziende che hanno introdotto un’innovazione<br />

tecnologica rilevante per il miglioramento dell’ambiente<br />

ecologico o <strong>della</strong> competitività aziendale:<br />

- una relazione sugli interventi realizzati, nella quale<br />

siano evidenziati gli aspetti quantitativi e qualitativi<br />

del miglioramento dell’impatto ambientale o <strong>della</strong><br />

competitività aziendale conseguiti;<br />

se trattasi <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori e amministratori <strong>di</strong> società:<br />

- relazione, conforme al questionario previsto dal<br />

Regolamento, sull’origine e sugli sviluppi dell’attività<br />

con la descrizione dell’attuale attrezzatura tecnica ed<br />

organizzativa;<br />

- fotocopia del libretto <strong>di</strong> lavoro a comprova dell’anzianità<br />

<strong>di</strong> servizio maturata come lavoratore <strong>di</strong>pendente<br />

o analogo documento attestante detto periodo <strong>di</strong><br />

lavoro;<br />

8) se trattasi <strong>di</strong> lavoratori ed impren<strong>di</strong>tori trevigiani<br />

all’estero:<br />

- idonea e particolareggiata documentazione comprovante<br />

l’attività svolta.<br />

Le domande <strong>di</strong> partecipazione al Concorso per le categorie<br />

<strong>di</strong> cui all’art. 1 lettera A) dovranno, inoltre, essere<br />

accompagnate da una <strong>di</strong>chiarazione sostitutiva <strong>di</strong> certificazione<br />

e <strong>di</strong> atto <strong>di</strong> notorietà resa dall’interessato (o<br />

dai legali rappresentanti se trattasi <strong>di</strong> azienda) ai sensi<br />

degli artt. 46 e 47 del D.P.R. n. 445 del 28.12.2000, su<br />

apposito modulo pre<strong>di</strong>sposto dall’Ente, che attesti la<br />

citta<strong>di</strong>nanza e la qualifica <strong>di</strong> pensionato (per gli ex<br />

<strong>di</strong>pendenti collocati in pensione), <strong>di</strong> non aver presentato<br />

domanda <strong>di</strong> concordato preventivo (solo per i legali<br />

rappresentanti d’azienda), l’assenza <strong>di</strong> contestazioni <strong>di</strong><br />

tipo fiscale in or<strong>di</strong>ne al carico tributario,l’assenza <strong>di</strong> condanne<br />

penali ostative all’assegnazione del premio e, <strong>di</strong><br />

non essere a conoscenza <strong>di</strong> essere sottoposto a proce<strong>di</strong>menti<br />

penali ostativi all’assegnazione del premio. Alla<br />

<strong>di</strong>chiarazione deve essere allegata fotocopia <strong>di</strong> un documento<br />

<strong>di</strong> identità del <strong>di</strong>chiarante, in corso <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà.<br />

La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> effettuerà inoltre idonei controlli<br />

a campione sulla veri<strong>di</strong>cità delle <strong>di</strong>chiarazioni<br />

sostitutive. Il controllo sarà pari al 20% delle <strong>di</strong>chiarazioni<br />

pervenute per ogni singola categoria, me<strong>di</strong>ante<br />

estrazione casuale.<br />

Il Regolamento del Concorso stabilisce le cause che<br />

impe<strong>di</strong>scono l’assegnazione del premio.<br />

La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> provvederà a richiedere d’ufficio,<br />

per le aziende, il rapporto <strong>della</strong> Direzione<br />

Provinciale del Lavoro o analogo documento sulla<br />

regolarità contributiva rilasciata dai competenti Enti,<br />

verificherà l’iscrizione negli Albi, Ruoli e Registri camerali<br />

tenuti a norma delle vigenti <strong>di</strong>sposizioni, il pagamento<br />

del <strong>di</strong>ritto annuale (per le aziende soggette<br />

all’obbligo <strong>di</strong> iscrizione), effettuerà inoltre il controllo<br />

“antimafia” ed eventuali altri controlli ritenuti necessari.<br />

I concorrenti possono inoltre presentare ogni altro atto,<br />

documento o attestato ritenuto idoneo titolo <strong>di</strong> merito<br />

ai fini dell’aggiu<strong>di</strong>cazione dei premi.<br />

Le segnalazioni <strong>di</strong>rette alla premiazione <strong>di</strong> scuole superiori<br />

<strong>di</strong> secondo grado e istituzioni formative accre<strong>di</strong>tate<br />

dalla Regione, esperti o docenti e stu<strong>di</strong> professionali<br />

dovranno illustrare compiutamente l’attività ed i titoli <strong>di</strong><br />

merito dei can<strong>di</strong>dati.<br />

Si garantisce, inoltre, che i dati personali dei can<strong>di</strong>dati<br />

saranno trattati nel rispetto delle <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al D.<br />

Lgs. 196/2003.<br />

5. Le domande e le segnalazioni verranno esaminate da<br />

apposita Commissione nominata dalla Giunta camerale<br />

presieduta dal Presidente o da un componente <strong>di</strong> Giunta<br />

da lui delegato.<br />

L’assegnazione dei premi sarà deliberata dalla Giunta<br />

camerale a suo insindacabile giu<strong>di</strong>zio, sulla scorta delle<br />

proposte formulate dalla Commissione, con la possibilità<br />

<strong>di</strong> trasferire da una categoria ad un’altra i premi non<br />

attribuiti per mancanza <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati idonei.<br />

La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> si riserva <strong>di</strong> conferire premi<br />

fuori concorso ad aziende commerciali, industriali, artigiane,<br />

agricole, che abbiano introdotto notevoli miglioramenti<br />

strutturali o organizzativi realizzando cospicui<br />

risultati produttivistici e <strong>di</strong> valore sociale.<br />

6. La premiazione avrà luogo in pubblica cerimonia alla<br />

presenza delle Autorità entro 18 mesi dalla data <strong>di</strong> pubblicazione<br />

del presente bando.<br />

7. L’Ufficio Segreteria Generale <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong><br />

I.A.A.<br />

(tel. 0422/595201-301-304-364;<br />

segreteria.generale@tv.camcom.it ;<br />

www.tv.camcom.it)<br />

è a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chiunque desideri prendere conoscenza<br />

del Regolamento del Concorso, ritirare i modelli<br />

<strong>di</strong> questionario in<strong>di</strong>cati al precedente art. 4, od avere<br />

ogni utile informazione in merito.<br />

<strong>Treviso</strong>, marzo 2008<br />

IL PRESIDENTE<br />

Federico Tessari<br />

IL SEGRETARIO GENERALE<br />

Marco D’Ere<strong>di</strong>tà<br />

Deliberato dalla Giunta camerale con provv. n. 16 del 18<br />

marzo 2008 e pubblicato all’Albo camerale dal 2 al 9<br />

aprile 2008.


23<br />

LA SITUAZIONE ECONOMICA<br />

DEL VENETO NEL 2007<br />

Foto <strong>di</strong> gruppo dei premiati con i presidenti camerali e il Sottosegretario Aldo Brancher<br />

Il 2007 è stato un anno positivo perché il Pil regionale è<br />

cresciuto dell’1,6%, sebbene nei primi mesi del 2008<br />

anche il Veneto abbia cominciato a risentire del rallentamento<br />

del ciclo economico, per buona parte imputabile<br />

all’incertezza generata a livello internazionale dalla crisi<br />

<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà.<br />

Stando ai primi dati del 2008, il nuovo anno non sembra<br />

essere iniziato bene per l’economia mon<strong>di</strong>ale. Lo scenario<br />

internazionale si presenta incerto, con<strong>di</strong>zionato da tre fattori<br />

principali: le tensioni sui mercati finanziari, i rialzi dei<br />

prezzi dell’energia e delle materie prime alimentari, che<br />

stanno alimentando l’inflazione e incidendo negativamente<br />

sul red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile e sui consumi; la persistente<br />

debolezza del dollaro, che riduce la capacità dell’Eurozona,<br />

ma non solo, <strong>di</strong> esportare verso gli Usa che rimangono<br />

ancora il principale motore dell’economia mon<strong>di</strong>ale.<br />

Lo scenario per il 2008<br />

Gli in<strong>di</strong>catori congiunturali stanno confermando l’inizio<br />

<strong>di</strong> una fase <strong>di</strong> rallentamento del ciclo economico.<br />

Gli scenari pessimistici non hanno risparmiato naturalmente<br />

l’Italia, la cui crescita nel 2008 dovrebbe oscillare<br />

tra lo 0,3 e lo 0,5%. Le prime conferme giungono<br />

dall’Istat, che ha stimato per il primo trimestre 2008 una<br />

crescita del Pil pari allo 0,2%, un dato che si aggiunge a<br />

quelli registrati – sempre nel primo trimestre – dall’in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>della</strong> produzione industriale (-1,6%) e dalle esportazioni,in<br />

decelerazione rispetto al primo trimestre 2007<br />

ma ancora con un buon risultato pari a +5,4%.<br />

Secondo l’indagine VenetoCongiuntura, nel primo trimestre<br />

<strong>di</strong> quest’anno la produzione industriale ha registrato<br />

una flessione dello 0,4% su base annua, ma<br />

anche fatturato e or<strong>di</strong>ni hanno evidenziato un rallentamento,<br />

tutti segnali che chiedono prudenza sulle stime<br />

<strong>di</strong> crescita del Pil, che oscillano attorno allo 0,6%.<br />

Il quadro congiunturale è dominato dall’incertezza, ma<br />

suggerisco <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> usare pregiu<strong>di</strong>zi fuorvianti sul<br />

futuro dell’economia regionale. Ritengo che il sistema<br />

economico veneto oggi si presenta solido e flessibile,<br />

capace <strong>di</strong> fronteggiare anche le fasi più critiche del ciclo<br />

economico, come quella attuale.<br />

Il successo dell’export<br />

Faccio fatica a pensare ad un sistema economico in <strong>di</strong>fficoltà<br />

quando è riuscito nel 2007 a generare 49,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

euro <strong>di</strong> esportazioni,in aumento del 7% sul 2006.Sono tre<br />

le categorie <strong>di</strong> prodotti che hanno sostenuto l’export:autoveicoli<br />

e mezzi <strong>di</strong> trasporto (+30,8%),metalli e prodotti in<br />

metallo (+15,9%) e macchinari industriali (+12,2%).<br />

Non sono solo Germania e Francia, primo e secondo<br />

mercato <strong>di</strong> sbocco, a trainare le esportazioni venete<br />

(entrambe +7,5% nel 2007) ma anche Regno Unito<br />

(+9,6%), Spagna (+5,2%). Il Veneto resta proiettato<br />

verso i mercati extraeuropei, e in particolare verso la<br />

Federazione Russa (+31,3%), che conquista la sesta<br />

posizione tra i principali Paesi partner del Veneto.<br />

Cresce il manifatturiero e la competitività<br />

del sistema<br />

È proprio l’elevata apertura internazionale che sostiene il<br />

manifatturiero e le nostre filiere produttive. Lo <strong>di</strong>cono i<br />

risultati <strong>di</strong> VenetoCongiuntura, l’indagine <strong>di</strong> Unioncamere<br />

del Veneto su un campione <strong>di</strong> quasi 2.000 imprese manifatturiere.<br />

Nel 2007 la produzione industriale ha segnato<br />

Unioncamere<br />

un incremento me<strong>di</strong>o annuo del 2,7% rispetto all’anno<br />

precedente,superiore a quello registrato nel Nord Est e nel<br />

resto del Paese, sostenuto dalla <strong>di</strong>namica degli or<strong>di</strong>nativi<br />

esteri (+5,%), che bilancia la debolezza <strong>della</strong> domanda<br />

interna (+2,2%). Sicuramente ha pesato il cambio sfavorevole<br />

euro/dollaro, ma non va <strong>di</strong>menticato che solo il<br />

7,8% delle esportazioni venete è <strong>di</strong>retto verso gli Stati<br />

Uniti,mentre era pari all’11,3% nel 2000.Quasi il 60% del<br />

nostro export è <strong>di</strong>retto verso paesi dell’Ue a 27, e raggiunge<br />

il 62,4% se consideriamo la Federazione Russa.<br />

Il Veneto dei servizi<br />

Il settore dei servizi è stato determinante per la crescita<br />

economica del Veneto nel 2007. I servizi avanzati alle<br />

imprese hanno chiuso l’anno con un aumento del fatturato<br />

pari all’8,6%; buono anche quello dei servizi <strong>di</strong> trasporto<br />

e logistica (+7,5%) e dei servizi <strong>di</strong> informatica e<br />

telecomunicazioni (+3,5%). Il riposizionamento del<br />

sistema produttivo sui mercati internazionali <strong>di</strong>pende<br />

anche dalle “imprese che operano al servizio delle<br />

imprese”, ovvero quell’insieme <strong>di</strong> competenze che nelle<br />

nostre analisi abbiamo definito il “Veneto dei servizi”.<br />

In aumento le ven<strong>di</strong>te al dettaglio, bene<br />

l’industria turistica<br />

Le ven<strong>di</strong>te al dettaglio hanno registrato in Veneto un<br />

incremento dell’1,8%, sintesi <strong>di</strong> una crescita più marcata<br />

per i prodotti non alimentari rispetto a quelli alimentari.<br />

Nell’annata turistica 2007 il Veneto ha contato 61 milioni<br />

e mezzo <strong>di</strong> presenze.Padova per gli arrivi e <strong>Treviso</strong> per<br />

le presenze hanno raggiunto i risultati migliori anche se<br />

il 70% del movimento turistico continua a concentrarsi<br />

nelle province <strong>di</strong> Venezia e Verona.<br />

Buona l’annata agricola, ancora <strong>di</strong>fficoltà<br />

nelle costruzioni<br />

I risultati relativi al settore agricolo, basati su dati provvisori,<br />

hanno delineato un anno favorevole per gli agricoltori.<br />

Secondo le stime preliminari dell’Inea, nel 2007 la<br />

produzione lorda agricola ha registrato un incremento<br />

superiore al 10%, mentre in termini reali la crescita è<br />

risultata più contenuta, attorno al 2%.<br />

Dopo una fase <strong>di</strong> espansione, il 2007 si è confermato per<br />

il settore delle costruzioni un altro anno <strong>di</strong> bassa crescita.<br />

Secondo le ultime stime del Cresme, sebbene in lieve<br />

recupero rispetto al 2006, il settore ha evidenziato in<br />

Veneto un debole incremento degli investimenti,+0,8%<br />

a valori costanti.<br />

Questo è un dato <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> andamenti decisamente<br />

opposti: in flessione per le nuove costruzioni del 2,6%<br />

ma in aumento le riqualificazioni e<strong>di</strong>lizie del 5,5%.<br />

Stabile la base produttiva, cresce<br />

l’occupazione<br />

Segnali <strong>di</strong> rallentamento sul versante <strong>della</strong> struttura


Unioncamere 24<br />

produttiva. Nel 2007 il numero <strong>di</strong> imprese registrate è<br />

rimasto stabile (-0,2%) rispetto al 2006, attestandosi a<br />

512 mila e 600 unità.Le imprese, pur riducendosi in termini<br />

numerici, sono aumentate <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione, si sono<br />

ristrutturate e consolidate, come <strong>di</strong>mostra l’aumento<br />

progressivo delle società <strong>di</strong> capitali.Questo tipo <strong>di</strong> società<br />

ha raggiunto le 99 mila e 200 unità pari al 19,3% del<br />

totale delle imprese venete.<br />

Pur risentendo <strong>della</strong> fase <strong>di</strong> rallentamento il sistema produttivo<br />

veneto nel 2007 è riuscito a creare 18 mila posti<br />

<strong>di</strong> lavoro, +0,8% rispetto al 2006.<br />

Questo risultato è ascrivibile ad una lieve ripresa dell’offerta<br />

<strong>di</strong> lavoro accompagnata da una decisa flessione<br />

delle persone in cerca <strong>di</strong> occupazione perché l’hanno già<br />

trovata.Riflessi positivi anche per il tasso <strong>di</strong> occupazione,<br />

che nel 2007 ha raggiunto il 65,8%, avvicinandosi<br />

all’obiettivo <strong>di</strong> Lisbona (70%), e per il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione,<br />

che è sceso al 3,3% (era il 4% nel 2006).<br />

Tre questioni aperte<br />

Il bilancio positivo <strong>della</strong> nostra economia non deve tuttavia<br />

<strong>di</strong>stogliere l’attenzione e la riflessione sulle potenzialità<br />

da sviluppare perchè il sistema produttivo continui<br />

a crescere, a rimanere competitivo, a mantenere la<br />

coesione sociale. Quest’anno nella Relazione sono inserite<br />

tre questioni: l’efficienza energetica, le strategie<br />

competitive delle imprese manifatturiere venete, la<br />

riqualificazione <strong>della</strong> pubblica amministrazione nell’ottica<br />

del federalismo compiuto.<br />

Federico Tessari, presidente CCIAA <strong>Treviso</strong>, premia<br />

Graziano Moretto.<br />

Efficienza energetica e competitività<br />

territoriale<br />

L’energia rappresenta un tema chiave per lo sviluppo<br />

sostenibile del pianeta e da alcuni anni è al centro delle<br />

politiche dell’Ue che ha lanciato “Energia Intelligente –<br />

Europa”(IEE) quale strumento per finanziare gli interventi<br />

destinati a migliorare le con<strong>di</strong>zioni e muoversi<br />

verso un utilizzo più intelligente dell’energia.Il programma,<br />

fino al 2013, ha a <strong>di</strong>sposizione 3,6 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro.<br />

Un maggior uso <strong>di</strong>versificato <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> energia, soprattutto<br />

rinnovabile, la garanzia <strong>di</strong> una sicurezza energetica<br />

e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> un efficiente sistema <strong>di</strong> approvvigionamento<br />

e <strong>di</strong>stribuzione, rappresentano elementi strategici per<br />

la competitività dell’economia territoriale.<br />

In tale contesto il Veneto, attraverso il Piano energetico<br />

regionale, ha stabilito le azioni prioritarie in ambito<br />

energetico rispetto alle esigenze del territorio considerando<br />

gli obiettivi fissati dalla Comunità europea, ma la<br />

strada è ancora lunga.<br />

Oggi il Veneto occupa il decimo posto nella classifica<br />

delle regioni italiane per produzione <strong>di</strong> energia primaria<br />

(contribuisce per il 2,8% alla produzione nazionale),tuttavia<br />

è la terza regione per consumo primario <strong>di</strong> energia<br />

(9% sul totale nazionale) dopo Lombar<strong>di</strong>a e Sicilia.<br />

Le strategie competitive delle imprese<br />

venete<br />

Secondo una recente indagine <strong>di</strong> Unioncamere del Veneto,<br />

nelle strategie competitive adottate nell’ultimo triennio<br />

PREMIO REGIONALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO<br />

TREVISO: MORETTO ABBIGLIAMENTO <strong>di</strong> MORETTO GRAZIANO<br />

S.r.l. - Cessalto (TV)<br />

Nata nel 1869 ad opera <strong>di</strong> Pietro Moretto e <strong>della</strong> moglie Ancilla<br />

Cavezzan, Moretto Abbigliamento inizialmente si occupava <strong>di</strong><br />

commercio al dettaglio fisso ed in forma ambulante <strong>di</strong> prodotti<br />

alimentari e casalinghi. Di generazione in generazione, l’azienda<br />

passa nelle mani <strong>di</strong> Graziano Moretto,nipote dei fondatori,che fra<br />

gli anni Cinquanta e Sessanta si specializza nella ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> biancheria<br />

intima, camiceria e corre<strong>di</strong> per spose, attirando clienti dalle<br />

zone limitrofe, senza tuttavia operare mai delle sven<strong>di</strong>te, ritenute<br />

pratica poco rispettosa nei confronti <strong>della</strong> clientela. Nel 1976, alla<br />

morte del padre Raimondo, Graziano si de<strong>di</strong>ca al settore delle<br />

mercerie e delle confezioni raggiungendo, per quell’epoca, un<br />

incre<strong>di</strong>bile giro d’affari che permise <strong>di</strong> ampliare la superficie del<br />

negozio fino a 1.250 metri quadrati.<br />

Il nuovo negozio portò un’ulteriore crescita del fatturato,tanto che<br />

gli spazi espositivi e il magazzino raddoppiarono, con la costruzione<br />

<strong>di</strong> un ampio parcheggio e <strong>di</strong> un rigoglioso parco.Oggi, oltre<br />

ai 5 componenti <strong>della</strong> famiglia, nell’azienda lavorano 40 <strong>di</strong>pendenti, per un fatturato <strong>di</strong> circa 12 milioni.<br />

Professionalità, completezza dell’offerta, qualità e rotazione delle merci sono i punti <strong>di</strong> forza dell’azienda che, nella<br />

sua secolare storia, non ha mai speso sol<strong>di</strong> in pubblicità, preferendo quella gratuita derivante dal rapporto qualitàprezzo<br />

dei propri prodotti.<br />

dalle imprese manifatturiere rivestono grande importanza:<br />

il miglioramento <strong>della</strong> qualità del prodotto, la razionalizzazione<br />

dei costi <strong>di</strong> produzione, l’adozione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong><br />

sicurezza per i lavoratori e gli investimenti nella manutenzione<br />

e rinnovo dei macchinari.Vengono considerati sempre<br />

più decisivi, in quest’ottica competitiva, anche l’investimento<br />

nelle risorse umane, la logistica, lo sviluppo <strong>di</strong><br />

nuovi marchi o brevetti e la collaborazione con le altre<br />

imprese locali, con le associazioni sindacali e <strong>di</strong> categoria.<br />

Un numero crescente <strong>di</strong> imprese, quin<strong>di</strong>, si rende conto<br />

che oggi per promuovere e realizzare politiche <strong>di</strong><br />

governance locale, orientate allo sviluppo del territorio<br />

ed alla competizione globale, è in<strong>di</strong>spensabile creare<br />

un network operativo tra imprese e soggetti pubblici.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una visione moderna che premia chi sa collaborare<br />

in modo competitivo.<br />

Ma le imprese manifatturiere intervistate ritengono che<br />

la competizione rimanga asimmetrica se non si verificano<br />

alcune con<strong>di</strong>zioni: la riduzione del carico fiscale, la<br />

semplificazione delle pratiche burocratiche e amministrative,<br />

l’introduzione <strong>di</strong> agevolazioni fiscali e normative<br />

per l’inserimento e la formazione del personale qualificato<br />

e le agevolazioni per l’accesso la cre<strong>di</strong>to.<br />

Federalismo ed efficienza <strong>della</strong> pubblica<br />

amministrazione<br />

Obiettivo fondamentale del sistema camerale è creare un<br />

ambiente più adatto allo sviluppo delle imprese e favorire<br />

la crescita competitiva dell’economia regionale. Per raggiungere<br />

questo obiettivo è necessario un sistema che<br />

valorizzi la sussi<strong>di</strong>arietà, le autonomie regionali/locali e il<br />

federalismo. Ma tutto ciò non può funzionare or<strong>di</strong>natamente<br />

ed efficacemente senza una pubblica amministrazione<br />

moderna, tecnologicamente attrezzata e motivata a<br />

lavorare avendo come obiettivo principale la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dell’utente-cliente. Sia esso il citta<strong>di</strong>no o l’impresa.<br />

In uno scenario economico caratterizzato da una progressiva<br />

apertura e interconnessione dei mercati internazionali,<br />

le imprese, per mantenere un sod<strong>di</strong>sfacente grado <strong>di</strong><br />

competitività,necessitano <strong>di</strong> una maggiore efficienza e del<br />

sostegno del sistema Paese.E la pubblica amministrazione<br />

rappresenta una parte considerevole <strong>di</strong> questo sistema.<br />

Ritengo che il federalismo, attraverso l’applicazione <strong>di</strong><br />

opportuni criteri <strong>di</strong> autonomia, responsabilità e solidarietà<br />

possa rappresentare una soluzione istituzionale in<br />

grado <strong>di</strong> aumentare l’efficienza del sistema pubblico, con<br />

ricadute positive per citta<strong>di</strong>ni e imprese.<br />

Su tali aspetti dobbiamo continuare a lavorare,soprattutto<br />

in questa nuova fase <strong>della</strong> politica nazionale, dove le<br />

con<strong>di</strong>zioni appaiono più favorevoli per rimuovere gli<br />

ostacoli alla crescita delle imprese e per cogliere le<br />

opportunità offerte dalla globalizzazione dei mercati.<br />

Federico Tessari<br />

PRESIDENTE UNIONCAMERE DEL VENETO


25<br />

ALLA SCOPERTA DEI SAPORI TREVIGIANI<br />

A CIBUS 2008<br />

Si è aperta formalmente lunedì 5 maggio la rassegna<br />

alimentare italiana più famosa, il Cibus (www.cibus.it),<br />

fiera biennale svoltasi a Parma dal 5 all’8 maggio<br />

2008. Alle ore 11 si è tenuta infatti l’inaugurazione alla<br />

presenza del Ministro delle Politiche agricole De Castro<br />

e <strong>di</strong> Giandomenico Auricchio, presidente <strong>di</strong> Federalimentare,Umberto<br />

Rondani,presidente <strong>di</strong> Ai<strong>di</strong>,il <strong>di</strong>rettore<br />

generale dell’Efsa Catherine Geslain Lanéelle, Umberto<br />

Vattani, presidente dell’Ice, Anna Maria Artoni,<br />

presidente <strong>di</strong> Confindustria Emilia Romagna, oltre alle<br />

autorità locali, dal sindaco Pietro Vignali al presidente<br />

<strong>della</strong> Provincia Vincenzo Bernazzoli.<br />

Nell’anno che ha registrato il rallentamento dei consumi<br />

interni – “stagnazione non più congiunturale ma<br />

strutturale…”, secondo il Ministro delle Politiche agricole,<br />

Paolo De Castro, con un fatturato delle ven<strong>di</strong>te alimentari<br />

2007 che si è fermato ad un +0,9%, contro il<br />

+1,8% del 2006 (fonte: Federalimentare) –, arrivano<br />

dall’export le notizie più liete per il “made in Italy”<br />

alimentare con 18 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> fatturato ed<br />

un +8% sul 2006. Significative le performance dei<br />

comparti come la birra (+44,9%), il caffè (+16,7%), il<br />

lattiero-caseario (+15,9%) e il riso (+13,6%). E <strong>di</strong>namiche<br />

significative anche per comparti già molto<br />

export-oriented come la pasta (+11,6%), la trasformazione<br />

<strong>di</strong> frutta (+13,6%) e <strong>di</strong> ortaggi (+12,1%), le<br />

acque minerali e gassose (+10,0%). Più scarse, anche<br />

se in linea con la me<strong>di</strong>a, le performance <strong>della</strong> carni preparate<br />

(+8,5%) e del dolciario (+7,4%). In frenata gli<br />

oli e grassi, in particolare l’olio <strong>di</strong> oliva.<br />

Cibus è una manifestazione internazionale, dove espongono<br />

oltre 2.400 marchi e richiama oltre 3.000<br />

buyers <strong>di</strong> cui circa 400 stranieri. Vetrina importante<br />

anche per strizzare l’occhio ai colossi <strong>della</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

quali l’americana Whole Foods Market, sostenitrice del<br />

cibo naturale e organico che nel 2004 è sbarcata in<br />

Europa, a Londra nel quartiere <strong>di</strong> Kensington.<br />

Il primo mercato per l’alimentare italiano rimane la<br />

Germania, che totalizza il 17,7% dell’export alimenta-<br />

re italiano (oltre 3 miliar<strong>di</strong>), seguita da Stati Uniti<br />

(12,3%) e dalla Francia (11,9%).<br />

La Germania per altro è stato anche il Paese Focus <strong>di</strong><br />

questa e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Cibus: i prodotti alimentari tedeschi,<br />

non sono infatti solo wurstel e brezel ma esistono oltre<br />

300 tipi <strong>di</strong> pane, a base <strong>di</strong> farine <strong>di</strong>verse, circa 1.200 tipi<br />

<strong>di</strong> prodotti da forno, tantissimi formaggi e salumi e oltre<br />

500 <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> birre, un numero superiore a quello <strong>di</strong><br />

qualsiasi altro paese del mondo.<br />

QUOTE DI MERCATO DEI PRODOTTI ALIMENTARI<br />

ITALIANI ALL’ESTERO (FONTE: ILSOLE24ORE)<br />

2006 2000<br />

Germania 8,8% 8,4%<br />

Francia 8,6% 8,0%<br />

Regno Unito 5,8% 6,1%<br />

Stati Uniti 5,0% 4,5%<br />

Spagna 4,7% 4,1%<br />

Canada 3,8% 3,1%<br />

Brasile 2,5% 2,7%<br />

Russia 2,2% 1,6%<br />

Giappone 1,7% 1,2%<br />

In<strong>di</strong>a 0,6% 0,6%<br />

Cina 0,5% 0,3%<br />

<strong>Treviso</strong> Glocal e la CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> sono stati presenti alla<br />

manifestazione con un’area complessiva <strong>di</strong> 72 mq<br />

all’interno <strong>della</strong> collettiva veneta coor<strong>di</strong>nata dal<br />

Centro Estero delle <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> del Veneto.<br />

L’isola trevigiana ha ospitato inoltre 4 aziende produttrici,<br />

il Consorzio per la Tutela del Ra<strong>di</strong>cchio<br />

Trevigiano e Variegato <strong>di</strong> Castelfranco,il Consorzio <strong>di</strong><br />

Tutela <strong>della</strong> Casatella <strong>Trevigiana</strong>, l’associazione<br />

A.pro.la.v. e vini dei Consorzi <strong>di</strong> Tutela del vino Piave<br />

e del Prosecco <strong>di</strong> Conegliano e Valdobbiadene.<br />

<strong>Treviso</strong> Glocal, con la preziosa collaborazione dei<br />

Consorzi <strong>di</strong> produttori,ha portato in fiera materiali informativi<br />

per illustrare la storia, le caratteristiche organolettiche,<br />

le metodologie <strong>di</strong> produzione e i punti ven<strong>di</strong>ta<br />

Innovazione<br />

delle nostre produzioni. Vi è stata inoltre anche una<br />

importante area de<strong>di</strong>cata alle degustazioni guidate,<br />

con circa 24 posti a sedere, gestita in collaborazione con<br />

Venezia Opportunità, ente <strong>di</strong> promozione <strong>della</strong> <strong>Camera</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> Venezia, nella quale buyers selezionati<br />

hanno potuto degustare i prodotti in esposizione, preparati<br />

al momento dallo chef Orlando Scaggiante.<br />

A confermare il carattere internazionale <strong>della</strong> manifestazione<br />

erano presenti nello stesso pa<strong>di</strong>glione <strong>della</strong><br />

collettiva veneta anche l’Instituto Espanol de <strong>Commercio</strong><br />

Exterior, rappresentanze <strong>della</strong> produzione alimentare<br />

in<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong> quella francese, tedesca e austriaca,<br />

l’agenzia per l’esportazione <strong>della</strong> regione Vallonia, la<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Venezuelana in Italia.<br />

Rossella Bianchi<br />

4º Forum Spumanti d’Italia - 6/8 settembre 2008<br />

VALDOBBIADENE: LA CERNOBBIO DELLE BOLLICINE<br />

Nel 1963 nasce la Mostra nazionale dello spumante.<br />

Il Forum è l’innovativa continuità, la tavola rotonda<br />

per far conoscere le <strong>di</strong>fferenze tipologiche e le caratteristiche<br />

delle bollicine spumeggianti italiane, prodotte<br />

con i 2 meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> spuma.Villa dei Cedri,<br />

costruita nel 1890,è la sede storica,2000 mq de<strong>di</strong>cati<br />

a esposizione <strong>di</strong> 350 etichette docg, doc e vsq,<br />

Trento e Franciacorta, Asti e Conegliano Valdobbiadene,<br />

Alta Langa e Oltrepo Pavese, Gavi e Alto A<strong>di</strong>ge.<br />

Eventi, 7º Concorso enologico che assegna i Nastri <strong>di</strong><br />

Bronzo, d’Argento e solo 2 speciali d’Oro; assegnazione<br />

del Premio Spumante a… sproposito; premio<br />

Gerolamo Conforto al personaggio-impresa storica;<br />

premio Bollicine d’Artista;premio Bollicine in Vetrina.<br />

Enoteca&Mostra, in Villa dei Cedri e Parco, esposizione<br />

<strong>di</strong> 350 vini spumeggianti; 55 tavoli aziendali<br />

riservati; tavoli doc e collettivi.<br />

Sabato e domenica: 11,00-23,00 (pausa 13,00-<br />

15,00); lunedì: 15,00-20,00; ingresso giornaliero in<br />

villa accesso tavoli produttori e collettivi: € 10,00.<br />

Officine Sapori&Spumanti € 15,00;Cene da € 20,00<br />

a € 50,00 (prenotazione obbligatoria).<br />

Benvenuto&Buongusto, in Piazza Marconi e via<br />

Piva. Sabato: ore 21,00 grande spettacolo musicale<br />

con Veneto Jazz; domenica vetrina&mercato dei<br />

prodotti tipici regionali e collinari dei territori spumantistici,<br />

ingresso libero dalle 9,00 alle 22,00,<br />

mercatino hobbisti; spettacoli musicali e intrattenimento<br />

in <strong>di</strong>versi locali. Parcheggi pubblici gratuiti e<br />

bus navetta per visite a cantine.<br />

Info Forum Spumanti d’Italia:<br />

tel 0423 972372 - 97199; fax 0423 975510,<br />

www.forumspumanti<strong>di</strong>talia.it; segreteria@forumspumanti<strong>di</strong>talia.it;<br />

promo@forumspumanti<strong>di</strong>talia.it<br />

Giampietro Comolli


Innovazione 26<br />

IL REGISTRO DEGLI ORGANISMI DEPUTATI A GESTIRE<br />

I TENTATIVI DI CONCILIAZIONE IN MATERIA DI DIRITTO<br />

SOCIETARIO, DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA,<br />

BANCARIA E CREDITIZIA<br />

Come annunciato nell’EMT 1/2008, Curia Mercatorum,<br />

il Centro <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione ed Arbitrato istituito nel 1995<br />

ad iniziativa <strong>della</strong> CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, ed al quale hanno<br />

aderito anche le <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> Pordenone, Belluno,Trieste e<br />

Gorizia, è iscritta, dall’8 gennaio <strong>di</strong> quest’anno, al<br />

numero 23 del Registro ministeriale degli Organismi<br />

deputati a gestire tentativi <strong>di</strong> conciliazione in materia<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto societario,<strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione finanziaria,bancaria<br />

e cre<strong>di</strong>tizia.<br />

L’importanza <strong>di</strong> tale riconoscimento non sfugge agli<br />

addetti ai lavori nel mondo dei sistemi <strong>di</strong> risoluzione delle<br />

controversie alternativi al processo (A.D.R.), ma pare<br />

necessario offrire un approfon<strong>di</strong>mento, dato l’interesse<br />

che l’iscrizione al Registro riveste per i potenziali fruitori<br />

del servizio <strong>di</strong> conciliazione offerto da Curia Mercatorum.<br />

L’istituzione <strong>di</strong> questo Registro affonda le proprie ra<strong>di</strong>ci<br />

nella l. 366 del 3 ottobre 2001, con cui il Parlamento<br />

delegò il Governo ad operare una più ampia riforma del<br />

<strong>di</strong>ritto societario. Al comma 4 dell’art. 12 <strong>di</strong> detta legge<br />

il Parlamento in<strong>di</strong>cò al Governo il compito <strong>di</strong> “prevedere<br />

forme <strong>di</strong> conciliazione delle controversie civili in materia<br />

societaria anche <strong>di</strong>nanzi ad organismi istituiti da enti<br />

privati, che <strong>di</strong>ano garanzie <strong>di</strong> serietà ed efficienza e che<br />

siano iscritti in un apposito Registro tenuto presso il<br />

Ministero <strong>della</strong> Giustizia”. La riforma fu attuata, per<br />

quanto riguarda la materia processuale,con il d.lgs.5 del<br />

17 gennaio 2003 de<strong>di</strong>cato alla “Definizione dei proce<strong>di</strong>menti<br />

in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto societario e <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione<br />

finanziaria, nonché in materia bancaria e cre<strong>di</strong>tizia<br />

(...)”, ed è negli articoli 38, 39 e 40 <strong>di</strong> tale testo normativo,<br />

e nei seguenti regolamenti <strong>di</strong> attuazione (d. m.<br />

222/04, d.m.223/04, d.d.24 luglio 2006), che si trova la<br />

speciale <strong>di</strong>sciplina <strong>della</strong> conciliazione cosiddetta, genericamente,“societaria”.<br />

Per la prima volta il legislatore italiano ha contemplato<br />

normativamente l’istituto <strong>della</strong> conciliazione extragiu<strong>di</strong>ziale<br />

non limitandosi a farvi riferimento o curandone uno<br />

o più punti specifici, come viceversa accaduto in precedenti<br />

previsioni legislative, bensì dettando una regolamentazione<br />

sostanziale che prende in considerazione i<br />

<strong>di</strong>versi aspetti dello strumento al fine <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sciplinare l’accesso<br />

a sistemi <strong>di</strong> risoluzione alternativa delle controversie<br />

(A.D.R.) organizzati da enti pubblici e privati,in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> concorrenza paritaria e sotto il controllo del<br />

Ministero <strong>della</strong> Giustizia, presso il quale devono essere<br />

compiuti gli adempimenti che abilitano allo svolgimento<br />

del servizio (capace <strong>di</strong> esitare titoli esecutivi, anche per<br />

esecuzioni <strong>di</strong>rette), la cui promozione avviene attraverso<br />

l’ampliamento dei canali <strong>di</strong> accesso al medesimo (…) e<br />

l’attribuzione <strong>di</strong> un favorevole trattamento fiscale (…) 1 ”.<br />

Da oltre un decennio il legislatore italiano, pur sull’onda<br />

dell’emergenza <strong>di</strong> deflazionare il contenzioso che<br />

sovraccarica le giuris<strong>di</strong>zioni civili or<strong>di</strong>narie, ha assunto<br />

una politica più decisa <strong>di</strong> promozione <strong>della</strong> conciliazione<br />

cosiddetta extragiu<strong>di</strong>ziale (ossia non legata ad un<br />

proce<strong>di</strong>mento giu<strong>di</strong>ziale in atto), prevedendo in <strong>di</strong>versi<br />

testi normativi il ricorso a questo strumento <strong>di</strong> risoluzione<br />

<strong>della</strong> controversia prima <strong>di</strong> a<strong>di</strong>re le vie giuris<strong>di</strong>zionali<br />

or<strong>di</strong>narie:la prima incisiva iniziativa in tal senso è stata<br />

compiuta con la l.580/93 che,nel più ampio progetto <strong>di</strong><br />

rior<strong>di</strong>namento delle CCIAA, ha attribuito agli enti camerali<br />

fondamentali compiti in materia <strong>di</strong> A.D.R.stabilendo<br />

che “le <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong>, singolarmente o in forma<br />

associata, possono (…) promuovere la costituzione <strong>di</strong><br />

commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione<br />

delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori<br />

ed utenti”(art.2, comma 4, lett.a).In seguito, specifici<br />

interventi normativi hanno incoraggiato l’utilizzo<br />

dello strumento conciliativo, in particolare quello <strong>di</strong> tipo<br />

amministrato dalle <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong>, anche prevedendone,<br />

in alcuni casi, l’obbligatorietà del tentativo<br />

prima <strong>di</strong> ricorrere al giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario: esempi in tal<br />

senso si sono avuti in materia <strong>di</strong> subfornitura (l.192/98,<br />

art.10),in materia <strong>di</strong> consumo (l.281/98 art.3,oggi art.<br />

140 del Co<strong>di</strong>ce del consumo), in materia <strong>di</strong> telecomunicazioni<br />

(l. 249/97 art. 1, commi 11 e 12).<br />

Ma, come accennato poco sopra, il d.lgs.5/03 ha portato<br />

una rilevante novità rispetto a questi provve<strong>di</strong>menti,<br />

laddove, nel prevedere la conciliazione stragiu<strong>di</strong>ziale<br />

nelle materie in esso considerate (materia societaria, <strong>di</strong><br />

interme<strong>di</strong>azione finanziaria, bancaria e cre<strong>di</strong>tizia, nelle<br />

fattispecie elencate all’art.1 del decreto),ha pre<strong>di</strong>sposto<br />

una più compiuta <strong>di</strong>sciplina che si sofferma a regolamentare<br />

sia, da un lato, taluni aspetti <strong>della</strong> procedura e<br />

gli effetti specialmente riconosciuti ad essa, sia, dall’altro,<br />

i requisiti degli organismi <strong>di</strong> conciliazione deputati<br />

ad amministrarla nonché i requisiti dei conciliatori abilitati<br />

a gestirla quali terzi neutrali e imparziali.<br />

L’importanza <strong>di</strong> detta regolamentazione va colta non<br />

solo per la rilevanza delle materie alle quali la stessa<br />

riferisce la propria applicazione, bensì anche per la tendenza<br />

assunta dal legislatore a farvi rinvio ogni qual<br />

volta preveda il ricorso alla conciliazione regolata: così è<br />

accaduto, ad esempio, in materia <strong>di</strong> “patto <strong>di</strong> famiglia”<br />

(art. 768-octies del Co<strong>di</strong>ce civile), <strong>di</strong> franchising (l.<br />

129/2004), <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> investimento (d. lgs. 179/2007,<br />

art. 2.4) e, ancor più recentemente, <strong>di</strong> azione collettiva<br />

risarcitoria (art. 141 bis Co<strong>di</strong>ce del consumo).<br />

Al lume <strong>di</strong> tali considerazioni, appare, allora, opportuno<br />

soffermarsi ad esaminare le peculiarità <strong>della</strong> <strong>di</strong>sciplina<br />

<strong>della</strong> conciliazione contenuta nel d. lgs. 5/03 posto che,<br />

come detto,la prospettiva emergente va nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

un’estensione <strong>della</strong> sua applicazione su ulteriori ambiti.<br />

In ragione <strong>della</strong> recente iscrizione <strong>di</strong> Curia Mercatorum al<br />

Registro degli organismi <strong>di</strong> conciliazione <strong>di</strong> cui al decreto<br />

legislativo 5/03, con questo scritto si intende dar conto<br />

delle novità introdotte dal decreto,sugli organismi <strong>di</strong> conciliazione<br />

ed i conciliatori ammessi a praticarla, rinviando<br />

ad un successivo approfon<strong>di</strong>mento l’analisi degli aspetti<br />

normativi relativi alla procedura ed ai suoi effetti.<br />

Una prima peculiarità <strong>della</strong> conciliazione <strong>di</strong>sciplinata<br />

agli articoli 38/40 del decreto (che, per semplicità, <strong>di</strong>remo,<br />

com’è d’uso, “societaria”, pur nella consapevolezza<br />

che le materie cui si riferisce sono precisamente quelle<br />

elencate all’art. 1 del decreto 2 ), è che si tratta necessariamente<br />

<strong>di</strong> una procedura “<strong>di</strong> tipo amministrato” che<br />

può essere gestita solo presso quegli organismi che<br />

abbiano ottenuto l’iscrizione nell’apposito Registro<br />

tenuto dal Ministero <strong>della</strong> Giustizia. Pertanto:<br />

• la conciliazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto societario deve svolgersi<br />

secondo le regole <strong>di</strong> procedura fissate nei regolamenti<br />

degli enti abilitati a gestirle oltrechè, ovviamente,<br />

nel rispetto delle norme <strong>della</strong> legge in esame<br />

e dei suoi regolamenti attuativi (cosiddetta conciliazione<br />

amministrata);<br />

• gli enti abilitati a offrire un tale servizio sono solo<br />

quelli iscritti nell’apposito Registro ministeriale.<br />

Con l’obiettivo <strong>di</strong> assicurare che il servizio offerto sia<br />

all’altezza degli intenti perseguiti, considerati anche gli<br />

effetti attribuiti dal decreto alla conciliazione societaria,<br />

è richiesto (art. 38 d. lgs. 5/03) agli enti che vogliano<br />

iscrivere propri organismi conciliativi vocati a un tale<br />

compito, <strong>di</strong> offrire determinate garanzie <strong>di</strong> serietà ed<br />

efficienza, secondo i criteri specificati dal Ministro <strong>della</strong><br />

Giustizia con apposito regolamento (d. m. 222/04). Alle<br />

CCIAA la legge ha attribuito il <strong>di</strong>ritto all’iscrizione degli<br />

organismi costituiti, anche in forma associata, ai sensi<br />

dell’art. 2.4 <strong>della</strong> l. 580/93: riconoscendo, pertanto, la<br />

professionalità e la competenza che gli enti camerali<br />

sono in grado <strong>di</strong> assicurare in materia <strong>di</strong> conciliazione<br />

amministrata, avendo accumulato un’esperienza ormai<br />

ultradecennale in tale ambito, la legge ha previsto che<br />

l’iscrizione degli sportelli <strong>di</strong> conciliazione camerali<br />

avvenga su semplice domanda.<br />

In attuazione <strong>della</strong> prescritta garanzia minima <strong>di</strong> qualità,<br />

dunque,per quegli enti,<strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong> matrice camerale,<br />

che vogliano iscriversi al Registro, l’art. 4 del d. m.<br />

222/04 ha stabilito che il responsabile del Registro (ossia,<br />

nell’ambito del Dipartimento per gli affari <strong>di</strong> giustizia, il<br />

Direttore generale <strong>della</strong> Giustizia Civile) deve verificare:<br />

• la professionalità e l’efficienza dei richiedenti, consi-


27<br />

derando la forma giuri<strong>di</strong>ca dell’ente, il suo grado <strong>di</strong><br />

autonomia e la compatibilità dell’attività con l’oggetto<br />

sociale o lo scopo associativo;<br />

• la consistenza dell’organizzazione e dei mezzi e l’adeguatezza<br />

dal punto <strong>di</strong> vista patrimoniale (in ogni caso<br />

è richiesto che l’ente stipuli una polizza assicurativa<br />

per un importo non inferiore ai 500.000 euro per le<br />

conseguenze patrimoniali comunque derivanti dallo<br />

svolgimento del servizio <strong>di</strong> conciliazione);<br />

• la sussistenza <strong>di</strong> requisiti <strong>di</strong> onorabilità dei propri<br />

soci, associati, amministratori o rappresentanti, non<br />

inferiori a quelli fissati a norma dell’articolo 13 del d.<br />

lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (trattasi dei requisiti stabiliti<br />

dal Testo Unico in materia <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione<br />

finanziaria, per i soggetti che svolgono funzioni <strong>di</strong><br />

amministrazione, <strong>di</strong>rezione e controllo presso Sim,<br />

società <strong>di</strong> gestione del risparmio, Sicav);<br />

• la trasparenza amministrativa e contabile dell’ente,<br />

anche con riferimento al rapporto giuri<strong>di</strong>co ed economico<br />

tra lo stesso e i singoli conciliatori;<br />

• la sussistenza delle garanzie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza, imparzialità<br />

e riservatezza nello svolgimento del servizio;<br />

• la conformità del regolamento <strong>di</strong> procedura <strong>di</strong> conciliazione<br />

alla legge e la conformità <strong>della</strong> tabella delle<br />

indennità ai criteri stabiliti, ai sensi dell’articolo 39<br />

del d.lgs.5/03, Ministero <strong>della</strong> Giustizia con apposito<br />

decreto (d. m. 223/04);<br />

• la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> almeno 7 conciliatori a svolgere le<br />

funzioni <strong>di</strong> conciliazione in via esclusiva per l’ente;<br />

• la sede dell’organismo.<br />

Gli organismi <strong>di</strong> conciliazione societaria possono configurarsi<br />

sia come autonomi soggetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, (associazioni,<br />

società,non anche singole persone fisiche) ovvero possono<br />

essere emanazione <strong>di</strong> altri enti;e possono essere,come<br />

stabilito dalla legge delega, <strong>di</strong> natura privata o pubblica.<br />

In relazione a quest’ultima caratteristica, il Registro si<br />

articola in due parti: la prima è destinata agli enti pubblici,<br />

la seconda accoglie gli enti privati. Per entrambe è<br />

prevista una sezione (A), de<strong>di</strong>cata all’elenco dei conciliatori<br />

che si sono <strong>di</strong>chiarati <strong>di</strong>sponibili a svolgere l’incarico<br />

per ciascun determinato ente, mentre per i soli<br />

organismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato è prevista un’ulteriore sezione<br />

(B) contenente l’elenco dei rispettivi soci, associati,<br />

<strong>di</strong>pendenti, amministratori, rappresentanti. Gli elenchi<br />

dei conciliatori sono pubblici (art. 3.7 d. m. 222/04).<br />

Il legislatore si è preoccupato poi <strong>di</strong> garantire, oltre alla<br />

serietà e all’efficienza degli organismi deputati a gestire<br />

tali procedure, altresì quella dei conciliatori cui affidare il<br />

delicato incarico:sono richiesti, infatti, precisi requisiti <strong>di</strong><br />

professionalità e onorabilità per ottenere l’abilitazione a<br />

svolgere il servizio presso gli organismi iscritti nel<br />

Registro,così come sono richiesti particolari titoli e competenze<br />

agli enti <strong>di</strong> formazione per poter essere accre<strong>di</strong>tati<br />

presso il Ministero quali soggetti formatori idonei<br />

ad offrire corsi <strong>di</strong> preparazione abilitanti all’esercizio<br />

<strong>della</strong> professione <strong>di</strong> conciliatore in materia societaria (v.<br />

d. m. 222/04 e d. d. 24 luglio 2006).<br />

Per l’abilitazione a svolgere tale incarico, la legge prescrive<br />

che i conciliatori debbano possedere,ed il responsabile<br />

del Registro è tenuto a verificarne la sussistenza, i<br />

seguenti requisiti <strong>di</strong> onorabilità:<br />

1) non avere condanne definitive per delitti non colposi<br />

o a pena detentiva, anche per contravvenzione;<br />

2) non avere condanne a pena detentiva, applicata su<br />

richiesta delle parti, non inferiore a sei mesi;<br />

3) non essere incorso nell’inter<strong>di</strong>zione perpetua o temporanea<br />

dai pubblici uffici;<br />

4) non essere stato sottoposto a misure <strong>di</strong> prevenzione<br />

o <strong>di</strong> sicurezza;<br />

5) non avere riportato sanzioni <strong>di</strong>sciplinari <strong>di</strong>verse<br />

dall’avvertimento.<br />

Oltre a ciò debbono vantare precisi requisiti <strong>di</strong> professionalità<br />

che il legislatore ha configurato innanzitutto con<br />

riferimento alla preparazione professionale, dovendo<br />

essere tutti accomunati da un percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> in materie<br />

giuri<strong>di</strong>che o economiche; è richiesta una pluriennale<br />

esperienza professionale o una adeguata e riconosciuta<br />

formazione <strong>di</strong> base al ruolo <strong>di</strong> conciliatore.<br />

Precisamente, possono essere inseriti nelle liste dei conciliatori<br />

degli organismi iscritti al Registro: professori<br />

universitari in <strong>di</strong>scipline giuri<strong>di</strong>che o economiche (e,<br />

aggiungono le note esplicative allegate al d. d. 24 luglio<br />

2006, che siano professori <strong>di</strong> ruolo, anche in quiescenza);<br />

professionisti iscritti ad albi professionali in materie<br />

giuri<strong>di</strong>che o economiche da almeno 15 anni; magistrati<br />

in quiescenza; laureati in materie giuri<strong>di</strong>che o economiche<br />

(è sufficiente, secondo quanto specificato nelle citate<br />

note esplicative, una laurea triennale 3 ovvero iscritti<br />

ad albi professionali in materie giuri<strong>di</strong>che o economiche<br />

con anzianità inferiore ai 15 anni, purché in possesso <strong>di</strong><br />

una specifica preparazione per conciliatori conseguita<br />

attraverso la partecipazione ad adeguati corsi tenuti da<br />

enti formativi accre<strong>di</strong>tati presso il Ministero).<br />

In considerazione dell’impegno richiesto al conciliatore,<br />

chiamato ad operare in contesti che possono presentare<br />

una spiccata complessità per la natura delle materie<br />

sulle quali la controversia insiste, il legislatore ha scelto<br />

<strong>di</strong> riservare tale ruolo a quei professionisti che vantano<br />

un’esperienza o quanto meno una preparazione specialistica<br />

in campo giuri<strong>di</strong>co o economico.<br />

Curia Mercatorum, facendo proprio l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />

Unioncamere sull’argomento <strong>della</strong> formazione dei conciliatori<br />

(standard uniformi per la formazione dei conciliatori<br />

delle CCIAA approvati da Unioncamere nel 2005),<br />

richiede in ogni caso, ossia anche qualora ciò non fosse<br />

necessario ai termini <strong>di</strong> legge,una adeguata preparazione<br />

sulle tecniche conciliative.Se è opportuno,infatti,che<br />

per la procedura conciliativa <strong>di</strong> cui al d.lgs.5/03 sussista<br />

una specifica conoscenza delle materie cui si applica,<br />

non meno vero è che la figura del conciliatore richiede a<br />

Innovazione<br />

sua volta una appropriata formazione che prepari gli<br />

aspiranti al ruolo su argomenti del tutto peculiari alla<br />

conciliazione in sé, quale tecnica <strong>di</strong> A.D.R.<br />

Di qui la costante offerta formativa proposta dall’associazione<br />

ai propri conciliatori,e l’impegno ad essi richiesto,<br />

secondo gli standard Unioncamere, <strong>di</strong> continuare il<br />

percorso formativo in corsi <strong>di</strong> aggiornamento necessari<br />

per poter conservare l’iscrizione nelle proprie liste, sia<br />

quella riservata alla speciale conciliazione societaria, sia<br />

quella più generale relativa alla conciliazione amministrata<br />

per tutti gli altri ambiti.<br />

Infine, un’ultima notazione con riguardo agli enti formatori:<br />

come <strong>di</strong>anzi accennato, la formazione abilitante alla<br />

professione <strong>di</strong> conciliatore nella procedura <strong>di</strong> cui al d.lgs.<br />

5/03 è solo quella offerta dagli enti che abbiano ottenuto<br />

l’accre<strong>di</strong>tamento dal Ministero <strong>della</strong> Giustizia. Anche<br />

su questo fronte, dunque, il legislatore ha stabilito alcuni<br />

requisiti minimi per i quali si rimanda chi fosse interessato<br />

alla lettura del decreto <strong>di</strong>rigenziale 24 luglio 2006.<br />

Giulia Poli<br />

1 Cfr.la relazione al d.lgs.5/03.<br />

2 Ai sensi <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>sposizione la <strong>di</strong>sciplina del d. lgs. 5/03 si<br />

applica in tutte le controversie “incluse quelle connesse a norma<br />

degli articoli 31, 32, 33, 34, 35 e 36 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> procedura civile,<br />

relative a:<br />

a) rapporti societari, ivi compresi quelli concernenti le società <strong>di</strong><br />

fatto, l’accertamento, la costituzione, la mo<strong>di</strong>ficazione o<br />

l’estinzione <strong>di</strong> un rapporto societario, le azioni <strong>di</strong> responsabilità<br />

da chiunque promosse contro gli organi amministrativi e<br />

<strong>di</strong> controllo,i liquidatori e i <strong>di</strong>rettori generali delle società,delle<br />

mutue assicuratrici e delle società cooperative nonché contro<br />

il soggetto incaricato <strong>della</strong> revisione contabile per i danni<br />

derivanti da propri inadempimenti o da fatti illeciti commessi<br />

nei confronti <strong>della</strong> società che ha conferito l’incarico e nei<br />

confronti dei terzi danneggiati;<br />

b) trasferimento delle partecipazioni sociali, nonché ogni altro<br />

negozio avente ad oggetto le partecipazioni sociali o i <strong>di</strong>ritti<br />

inerenti;<br />

c) patti parasociali, anche <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong>sciplinati dall’articolo<br />

2341-bis del Co<strong>di</strong>ce civile, e accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> collaborazione <strong>di</strong><br />

cui all’articolo 2341-bis, ultimo comma, del Co<strong>di</strong>ce civile;<br />

d) rapporti in materia <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione mobiliare da chiunque<br />

gestita, servizi e contratti <strong>di</strong> investimento, compresi i servizi<br />

accessori, fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> investimento, gestione collettiva del risparmio<br />

e gestione accentrata <strong>di</strong> strumenti finanziari, ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

prodotti finanziari, compresa la cartolarizzazione dei cre<strong>di</strong>ti,<br />

offerte pubbliche <strong>di</strong> acquisto e <strong>di</strong> scambio, contratti <strong>di</strong> borsa;<br />

e) materie <strong>di</strong> cui al d. lgs. 1 settembre 1993, n. 385, quando la<br />

relativa controversia è promossa da una banca nei confronti <strong>di</strong><br />

altra banca ovvero da o contro associazioni rappresentative <strong>di</strong><br />

consumatori o CCIAA;<br />

f) cre<strong>di</strong>to per le opere pubbliche”.<br />

Come si vede, impropriamente si definisce la conciliazione <strong>di</strong> cui<br />

si tratta quale “societaria”, essendo comprese, tra le materie del<br />

contendere cui si applica, anche quelle <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione finanziaria,bancaria<br />

e cre<strong>di</strong>tizia:l’aggettivazione è invalsa nel linguaggio<br />

corrente sia perché semplifica l’imme<strong>di</strong>ato riferimento all’istituto<br />

quale <strong>di</strong>sciplinato dal d.lgs.5/03, sia perché, si ricorda, origina<br />

dalla legge delega <strong>di</strong> riforma del <strong>di</strong>ritto societario.<br />

3 V. note esplicative allegate al d. d. 24 luglio 2006.


Innovazione 28<br />

L’ARBITRATO DI CURIA MERCATORUM<br />

Lo scorso 18 marzo si è tenuto, a <strong>Treviso</strong>, un convegno<br />

organizzato da Curia Mercatorum in collaborazione con<br />

l’Or<strong>di</strong>ne degli Avvocati <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> avente ad oggetto “Il<br />

proce<strong>di</strong>mento arbitrale <strong>di</strong> Curia Mercatorum”.<br />

L’evento, organizzato presso la sala Appiani del Consiglio<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne degli Avvocati <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> e rivolto ai giovani<br />

avvocati, conferma la proficua e continua collaborazione<br />

con lo stesso Or<strong>di</strong>ne, categoria professionale da sempre<br />

vicina e sensibile ai temi dell’arbitrato.<br />

In un contesto in cui,quale quello italiano,il sistema <strong>della</strong><br />

Giustizia Civile registra, anno dopo anno, un allungamento<br />

dei tempi processuali, un incremento dei relativi<br />

costi, ed esiti incerti, il ricorso agli strumenti <strong>di</strong> A.D.R. si<br />

pone come una “necessaria alternativa” al processo <strong>di</strong>nnanzi<br />

al giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario.<br />

Pienamente consapevole <strong>di</strong> ciò,il legislatore ha voluto dare<br />

positivo riconoscimento alla figura dell’Arbitrato “Amministrato”<br />

contemplandola nella nota riforma del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

rito civile (decreto legislativo 2 febbraio 2006, n.40).<br />

L’arbitrato <strong>di</strong> Curia Mercatorum è, appunto, <strong>di</strong> tipo amministrato,<br />

ciò significa che due o più soggetti possono stabilire<br />

con una appropriata clausola (cd. compromissoria)<br />

inserita, sin dalla stipulazione, nel contratto la cui esecuzione<br />

o interpretazione possa determinare l’insorgere <strong>di</strong><br />

una controversia, ovvero me<strong>di</strong>ante uno specifico accordo<br />

convenuto a lite insorta (cd. compromesso) <strong>di</strong> far ricorso,<br />

per la soluzione definitiva <strong>della</strong> questione, all’arbitrato<br />

altresì affidandone la gestione e l’organizzazione a Curia.<br />

Il proce<strong>di</strong>mento adottato dall’Associazione è <strong>di</strong>sciplinato<br />

da apposito Regolamento, pre<strong>di</strong>sposto dalla stessa, al<br />

quale le parti e gli arbitri sono tenuti ad attenersi.<br />

Traendo ispirazione dal regolamento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione/arbitrato<br />

<strong>di</strong> Curia Mercatorum, si è inteso, dunque,<br />

organizzare un convegno avente ad oggetto la descrizione<br />

del proce<strong>di</strong>mento amministrato dall’Associazione.<br />

Per l’occasione è stato, altresì, presentato un compen<strong>di</strong>o,<br />

recentemente realizzato da Curia, nel quale si è raccolta<br />

tutta la fondamentale documentazione <strong>di</strong> riferimento relativa<br />

ad una integrale procedura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione/arbitrato.<br />

Prendendo le mosse dalle clausole tipo previste dallo<br />

stesso regolamento, si sono percorsi i <strong>di</strong>versi momenti<br />

dell’iter proce<strong>di</strong>mentale: la presentazione dell’istanza, il<br />

coinvolgimento del convenuto, l’eventuale fase preliminare<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione, l’or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> avvio dell’arbitrato, la<br />

nomina del Tribunale arbitrale, sino a giungere all’emissione<br />

del lodo da parte <strong>di</strong> quest’ultimo.<br />

Rivolgendo l’attenzione ai possibili fruitori del servizio,ma<br />

anche ai professionisti interessati all’approfon<strong>di</strong>mento<br />

degli aspetti pratici <strong>della</strong> materia, si è cercato <strong>di</strong> realizzare<br />

un utile strumento che permette <strong>di</strong> ripercorrere analiticamente<br />

il proce<strong>di</strong>mento “tipo”curato dall’Associazione.<br />

Il continuo incremento dei proce<strong>di</strong>menti arbitrali amministrati<br />

da Curia Mercatorum,affiancato dal crescente riscontro,rilevato<br />

nella pratica,del <strong>di</strong>ffuso inserimento <strong>della</strong> clau-<br />

ALLO SPAZIO PARAGGI LA MAGIA PROGETTATA DAGLI<br />

STUDENTI DI DISEGNO INDUSTRIALE<br />

The Magic Shop è stata la mostra finale dei progetti del<br />

laboratorio <strong>di</strong> Design <strong>della</strong> comunicazione 2,del Corso <strong>di</strong><br />

laurea in Disegno industriale <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>. Si è tenuta dal 5<br />

al 19 aprile 2008.<br />

25 gruppi <strong>di</strong> studenti hanno inventato altrettanti oggetti<br />

magici e sovversivi per la realtà quoti<strong>di</strong>ana, partendo<br />

da alcune sollecitazioni.Quante volte da piccoli abbiamo<br />

sognato <strong>di</strong> essere un potente mago o un grande prestigiatore?<br />

Quante volte abbiamo fantasticato <strong>di</strong> volare sul<br />

tappeto o <strong>di</strong> trasformarci in un potente guerriero o in<br />

un’adorabile fata? L’immaginazione offre la possibilità <strong>di</strong><br />

trasformarsi e <strong>di</strong> trasformare il mondo che si ha attorno<br />

per costruirne uno proprio:un mondo magico,dove tutto<br />

è possibile.<br />

Il laboratorio <strong>di</strong> Design <strong>della</strong> comunicazione, tenuto dal<br />

prof. Giorgio Camuffo con Roberto Ban<strong>di</strong>era, ha tentato<br />

<strong>di</strong> esplorare proprio questi mon<strong>di</strong>. L’oggetto magico è<br />

<strong>di</strong>ventato una bussola nell’universo <strong>della</strong> creatività, invitando<br />

a recuperare lo stesso meccanismo, emotivo o<br />

cognitivo,che abbiamo applicato tante volte nella nostra<br />

infanzia. Ogni studente è stato chiamato a trovare il suo<br />

oggetto magico, la chiave per interpretare la realtà in cui<br />

viviamo ora da adulti, e, perché no, anche per renderla<br />

sola compromissoria tipo proposta da Curia,tanto in Statuti<br />

societari quanto in <strong>di</strong>verse tipologie contrattuali, confermano<br />

il sempre maggior ra<strong>di</strong>camento dell’Associazione<br />

nel territorio nel suo ruolo istituzionale <strong>di</strong> centro deputato<br />

ad offrire servizi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione ed arbitrato.<br />

Per l’interesse riscosso dai partecipanti al convegno, e le<br />

richieste successivamente pervenute, si segnala che<br />

l’evento verrà riproposto in futuro:a chi fosse interessato,<br />

si consiglia <strong>di</strong> visitare il sito dell’associazione<br />

(www.curiamercatorum.com), che riporta, nella sezione<br />

avvisi, gli appuntamenti <strong>di</strong> imminente realizzazione.<br />

Adam Leopoldo Salama<br />

migliore.La sfida è stata quella <strong>di</strong> progettare nuovi strumenti<br />

“possibili”, con un contenuto evidente <strong>di</strong> utilità,<br />

sostenendone e <strong>di</strong>vulgandone proprietà ed effetti. Nella<br />

mostra, allestita allo Spazio Paraggi, ogni oggetto magico<br />

ha avuto a <strong>di</strong>sposizione un piccolo spazio per manifestare<br />

e comunicare la sua funzione attraverso modelli,<br />

manifesti, fotografie, video.<br />

Sopra: Invito alla mostra The Magic Shop.<br />

A fianco: CALAMITICA calamita gigante in grado <strong>di</strong> attirare<br />

le persone o le cose che interessano.


29<br />

C’è nel cuore <strong>della</strong> città e nel cuore delle istituzioni che<br />

la sostengono, perché credono nella formazione e nella<br />

creatività del capitale umano quale leva vincente per la<br />

competitività delle imprese, il corso <strong>di</strong> laurea in Design<br />

<strong>della</strong> moda.Diretto da un nome del fashion che ha affascinato<br />

tutti, accolta con stima e fiducia dal mondo istituzionale<br />

e impren<strong>di</strong>toriale trevigiano.<br />

È Maria Luisa Frisa, nel 2007 insignita <strong>della</strong> cattedra<br />

Clau<strong>di</strong>o Buziol,nel 2006 keynote address alle celebrazioni<br />

del centenario del London college of fashion, unica<br />

presenza italiana. È fashion curator e responsabile dei<br />

progetti e<strong>di</strong>toriali e <strong>di</strong> comunicazione <strong>della</strong> Fondazione<br />

Pitti Immagine Discovery a Firenze. È stata consulente<br />

<strong>della</strong> Giorgio Armani (1987-2003) per la comunicazione,l’immagine<br />

e gli eventi artistici.Attualmente collabora<br />

con le riviste Flash Art e Case da Abitare.Ha curato per<br />

Armani Press Emporio Armani Magazine. Giornalista, ha<br />

collaborato con L’Europeo, La Dolce Vita, Il Tirreno e con il<br />

settimanale Amica durante la con<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Giusi<br />

Ferré,con una serie <strong>di</strong> articoli che esaminavano fenomeni<br />

<strong>di</strong> moda, d’arte e <strong>di</strong> comunicazione. Ha fondato con<br />

Stefano Tonchi la rivista Westuff (1984-87).<br />

Dal 1984 al 1985 ha collaborato, insieme a Stefano<br />

Tonchi, con il Centro Moda <strong>di</strong> Firenze all’ideazione e alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> Pitti Trend (osservatorio sui fenomeni <strong>di</strong><br />

tendenza moda da tutto il mondo).<br />

Ma nello scenario <strong>della</strong> creatività dove si decontestualizzano<br />

i simboli, si sperimenta, si scompone e ricompone<br />

il materiale nell’astratto e si reinterpreta la storia,<br />

Maria Luisa Frisa in poche chiare parole delinea l’im-<br />

pronta data al corso: “Qui si impara presto a capire che<br />

la moda è una <strong>di</strong>sciplina durissima dove concentrazione,<br />

de<strong>di</strong>zione e passione per il lavoro sono ingre<strong>di</strong>enti<br />

non meno importanti <strong>della</strong> creatività”.<br />

Le can<strong>di</strong>de sale <strong>della</strong> sede,inaugurate nel 2005 si sono<br />

subito riempite <strong>di</strong> modelli, sfilate, eventi, laboratori,<br />

foto, ricerche. Hanno ospitato nomi importanti <strong>della</strong><br />

moda quali Gucci, Marras Mariotto, Dal Verme, Giuliana<br />

Benetton che ha festeggiato i 40 anni <strong>di</strong> attività<br />

dell’azienda con una due giorni a lei de<strong>di</strong>cata.<br />

Questi incontri hanno permesso agli studenti <strong>di</strong> avvicinare,<br />

intervistare, ma soprattutto ascoltare le stelle del<br />

mondo internazionale <strong>della</strong> moda che con estrema<br />

generosità e <strong>di</strong>sponibilità si sono rivolti a 60 ragazzi<br />

provenienti da tutta Italia e dall’estero.<br />

È un corso a numero chiuso che mira a garantire la qualità<br />

per creare l’eccellenza.<br />

Ma i giovani <strong>di</strong> Maria Luisa Frisa non li abbiamo visti<br />

solamente nelle aule ma anche in televisione, Leonardo<br />

Tv, All Music, vincitori al Japan textile Design Contest,<br />

nelle riviste <strong>di</strong> moda con le loro creazioni per imparare il<br />

mondo <strong>della</strong> moda.<br />

Maria Luisa Frisa, come si legge dalla sua biografia “è<br />

particolarmente interessata ai continui sconfinamenti tra<br />

le arti,la moda,il design,l’architettura,la grafica,la comunicazione,<br />

cerca <strong>di</strong> restituire in progetti inter<strong>di</strong>sciplinari la<br />

complessità dell’immaginario contemporaneo…”.<br />

Agli studenti ha sempre riba<strong>di</strong>to l’importanza <strong>di</strong> conoscere<br />

la moda nei suoi <strong>di</strong>fferenti e svariati aspetti. Ciò<br />

significa saper organizzare un evento, saper ideare i mo-<br />

Innovazione<br />

IL FASCINO DELLA MODA E DELLE MENTI CREATIVE<br />

delli, tagliarli e comporli con le cuciture che quando ti<br />

trovi lì, senti le macchine da cucire lavorare alacremente.<br />

Per poi rappresentarli, farli apprezzare, farli conoscere.<br />

Il corso <strong>di</strong> laurea in Design <strong>della</strong> moda si è prefissato tra<br />

i propri scopi <strong>di</strong> incontrare le aziende per proporre i suoi<br />

giovani talenti e ciò che una struttura con alle spalle la<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> e Unindustria può offrire.<br />

Agli eventi organizzati sono state invitate le imprese che<br />

si sono affacciate a questo corso con particolare curiosità<br />

e poi sorpresa. Ma un’occasione <strong>di</strong> incontro, quasi un<br />

colpo <strong>di</strong> fulmine tra università e mondo impren<strong>di</strong>toriale,<br />

è avvenuta all’evento <strong>di</strong> chiusura dell’anno accademico<br />

2006-2007 con la mostra dei lavori intitolata COL-<br />

LECTING :: CONNECTING 1 (in foto).<br />

Il successo inaspettato ha fatto capire che i tempi erano<br />

maturi e che la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> e Unindustria<br />

hanno ben interpretato l’esigenza del momento.<br />

Anche il più recente evento che si è tenuto il 3 luglio a<br />

<strong>Treviso</strong> COLLECTING :: CONNECTING 2, 1 mostra e 1 sfilata,<br />

ha avuto un grande successo. È stato realizzato per<br />

celebrare la conclusione del primo ciclo del triennio<br />

de<strong>di</strong>cato alla moda e al suo progetto: un corso <strong>di</strong> laurea<br />

unico nel panorama universitario italiano. Unico non<br />

solo perché punta all’eccellenza: formare una nuova<br />

classe <strong>di</strong> creativi in grado <strong>di</strong> affrontare tutte le sfide che<br />

il sistema <strong>della</strong> moda globale impone, ma anche perché<br />

cerca <strong>di</strong> definire quale sia oggi l’identità e la mission <strong>di</strong><br />

una scuola italiana <strong>di</strong> moda.Capire le qualità e le specialità<br />

<strong>di</strong> un modo italiano e metterle in relazione attiva<br />

con il fashion system; provare ad essere esempio <strong>di</strong> un<br />

progetto formativo autonomo, in grado <strong>di</strong> competere<br />

con l’eccellenza delle gran<strong>di</strong> scuole <strong>di</strong> moda del mondo.<br />

I risultati si stanno vedendo e per molti studenti del<br />

terzo anno sono già arrivate proposte <strong>di</strong> assunzione da<br />

parte <strong>di</strong> prestigiose aziende e istituzioni in Italia e<br />

all’estero.“La progettazione <strong>di</strong> un abito – afferma Maria<br />

Luisa Frisa – è un processo complesso: faticoso da insegnare<br />

e impegnativo da apprendere. D’altra parte il<br />

nostro corso <strong>di</strong> laurea è a <strong>Treviso</strong>, cuore pulsante del<br />

Nord Est produttivo, che con un appropriato nelogismo<br />

è stata <strong>di</strong> recente definita Innovetion Valley per la sua<br />

elevata capacità <strong>di</strong> fare innovazione e ricerca, e polo<br />

creativo in termini <strong>di</strong> design, ma anche <strong>di</strong> processi produttivi<br />

e <strong>di</strong> strategie per il retail e la comunicazione”.<br />

La sfilata del 3 luglio ha presentato abiti e accessori<br />

creati dai migliori studenti del 3º anno nella Sala Borsa<br />

<strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>. L’evento è stato<br />

seguito nella piazza antistante grazie all’installazione <strong>di</strong><br />

alcuni schermi a led che hanno trasmesso all’esterno le<br />

immagini dello show.<br />

Silvia Trevisan


Innovazione 30


31<br />

L’UNITÀ PROVINCIALE PER IL REIMPIEGO<br />

UN PROGETTO DI GOVERNO DELLE POLITICHE DEL LAVORO<br />

Il seminario svoltosi il 29 maggio presso la CCIAA <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong> rappresenta l’attività conclusiva del progetto<br />

“Unità provinciale per il reimpiego”, sviluppatosi nel<br />

biennio 2006-2008 sotto il coor<strong>di</strong>namento e la responsabilità<br />

tecnica <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> Tecnologia.<br />

Il progetto si è basato sull’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> uno schema<br />

organizzativo aperto alla più ampia partecipazione <strong>di</strong><br />

tutte le componenti del tessuto economico e protagoniste<br />

<strong>della</strong> governance del territorio trevigiano, rappresentando<br />

un elemento strategico sostanziale, da cui sono<br />

derivate tutte le linee operative per l’azione sul campo.<br />

Il progetto ha mirato a favorire l’incontro tra la domanda<br />

espressa dalle imprese e i lavoratori residenti in provincia,<br />

in stato <strong>di</strong> mobilità o Cigs in seguito a chiusure o<br />

ristrutturazioni aziendali, sperimentando molteplici<br />

forme <strong>di</strong> collaborazione pubblico-private, sia nella<br />

mobilitazione delle componenti economico/sociali che<br />

nell’utilizzo <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> risorse provenienti dalle imprese<br />

– attraverso la CCIAA – cui si sono aggiunte altre risorse,<br />

dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, per azioni <strong>di</strong> riqualificazione<br />

e formazione.<br />

Oltre all’articolata organizzazione per l’in<strong>di</strong>rizzo e la<br />

gestione delle attività, il progetto si qualifica in maniera<br />

innovativa per l’eterogeneità dei soggetti su cui ha operato<br />

e per le <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> approccio.Infatti, <strong>di</strong>versamente<br />

da numerose esperienze esistenti <strong>di</strong> progetti<br />

finanziati sul territorio a supporto <strong>di</strong> singole crisi aziendali<br />

– principalmente basati su risorse economiche <strong>di</strong><br />

origine regionale –, questa iniziativa ha inciso su un<br />

insieme <strong>di</strong> lavoratori con percorsi professionali molto<br />

<strong>di</strong>versi, anche in termini <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ingresso e permanenza<br />

nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lavoratore in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Elementi fondamentali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione sono senz’altro<br />

il settore <strong>di</strong> provenienza, non necessariamente industriale<br />

ma anche dell’artigianato e del commercio, e la<br />

<strong>di</strong>mensione <strong>della</strong> impresa stessa <strong>di</strong> origine, me<strong>di</strong>amente<br />

piccola o microimpresa. Questi elementi hanno condotto<br />

quin<strong>di</strong> a sviluppare una particolare attività <strong>di</strong><br />

ascolto ed accompagnamento, mirata a progettare una<br />

azione personalizzata sul lavoratore,anche in considerazione<br />

<strong>della</strong> rete sociale e familiare e collegata all’impresa<br />

stessa.D’altra parte, l’eterogeneità complessiva e una<br />

profonda attività <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> orientamento hanno<br />

visto lo sviluppo <strong>di</strong> alcuni percorsi <strong>di</strong> riqualificazione,<br />

con il risultato <strong>di</strong> una forte <strong>di</strong>stanza tra le posizioni <strong>di</strong><br />

origine e <strong>di</strong> arrivo, più propriamente dal mondo manifatturiero<br />

a quello dei servizi. Una lan<strong>di</strong>ng position scelta<br />

in numerosi casi, basata su un elevato investimento<br />

personale in formazione e coinvolgimento del lavoratore,<br />

è quella <strong>di</strong> “Operatore OO.SS.”, anche al fine <strong>di</strong> coniugare<br />

esigenze e situazioni familiari.<br />

Il progetto ha inoltre sperimentato una innovativa forma<br />

<strong>di</strong> convenzione con gli operatori privati (Agenzie per il<br />

lavoro) autorizzati alla interme<strong>di</strong>azione, secondo un<br />

modello decisamente orientato al risultato occupazionale<br />

positivo, in analogia ad altri progetti regionali: assunzione<br />

a tempo indeterminato, o assunzione a tempo<br />

determinato per almeno 8 mesi continuativi nella stessa<br />

azienda.Tale collaborazione ha <strong>di</strong>mostrato come l’efficacia<br />

<strong>di</strong> queste collaborazioni sia proporzionale alla specializzazione<br />

verticale, e dunque ai settori <strong>di</strong> riferimento, in<br />

cui i singoli sono abituati ad operare, quin<strong>di</strong> alla capacità<br />

<strong>di</strong> fare matchmaking tra le figure professionali ricercate<br />

e le esperienze curriculari raccolte.<br />

La collaborazione costante con la Provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>,<br />

quale referente istituzionale per il mercato del lavoro, ha<br />

permesso <strong>di</strong> accedere alla mappatura aggiornata dei<br />

lavoratori target potenziali del progetto, svolgendo l’attività<br />

presso i Centri per l’impiego <strong>di</strong> reclutamento, colloquio<br />

e definizione del profilo professionale dei singoli.<br />

Inoltre, ulteriori risorse hanno permesso <strong>di</strong> attivare<br />

significative azioni <strong>di</strong> sistema in termini <strong>di</strong> laboratori <strong>di</strong><br />

orientamento e formazione, basate anche presso la<br />

struttura <strong>della</strong> Città dei mestieri, e azioni personalizzate<br />

<strong>di</strong> colloquio, orientamento e formazione, mirate a colmare<br />

gap professionali specifici in una ottica <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata<br />

ricollocazione del lavoratore.<br />

La ampia partnership del progetto è stata inoltre protagonista<br />

<strong>di</strong> una specifica azione mirata alla ricollocazione<br />

dei lavoratori over 45 in <strong>di</strong>fficoltà, finanziata dalla<br />

Regione Veneto e che terminerà nel 2008, operando in<br />

stretta con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> metodologie e strumenti con<br />

l’Unità per il reimpiego.<br />

Oltre allo sviluppo articolato delle attività e ai risultati<br />

conseguiti, quantitativi e qualitativi, raccontati dai componenti<br />

del nucleo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, Giuseppe<br />

Antonello e Paolino Barbiero, il seminario ha anche portato<br />

la testimonianza dei principali referenti territoriali<br />

per il policy making a livello locale nel campo <strong>della</strong><br />

istruzione e del lavoro: Denis Farnea, assessore alle<br />

Formazione professionale e Politiche per l’occupazione<br />

<strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> e Sergio Rosato, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />

Veneto Lavoro. Ha concluso il seminario il presidente<br />

<strong>della</strong> CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> Federico Tessari, ribadendo che<br />

“l’impegno <strong>della</strong> CCIAA in questo progetto è stato<br />

duplice: verso le aziende, nostri primi stakeholders, e<br />

verso i lavoratori, che hanno meno tutele sociali e risorse<br />

professionali da far valere sul mercato del lavoro.<br />

Abbiamo messo a <strong>di</strong>sposizione delle parti sociali le<br />

prime risorse, un progetto per un’occupazione “buona”<br />

cioè quanto più possibile stabile, certamente migliore<br />

dello stato <strong>di</strong> licenziamento o <strong>della</strong> cassa integrazione.<br />

Innovazione<br />

Sono sempre stato convinto che il vero vantaggio competitivo<br />

del nostro sistema economico è la crescita e la<br />

valorizzazione del capitale umano, caposaldo in<strong>di</strong>spensabile<br />

per affrontare il futuro. L’Unità per il reimpiego è<br />

uno degli aspetti <strong>di</strong> questo impegno ma non l’unico –<br />

ha precisato poi –. L’altro forte impegno <strong>della</strong> CCIAA è<br />

rivolto al sostegno e alla crescita dei corsi universitari <strong>di</strong><br />

Design del prodotto e <strong>della</strong> moda, che oltre alle lezioni<br />

prevedono decine <strong>di</strong> stages nelle aziende del territorio.<br />

Il progetto del reimpiego è stata una sperimentazione<br />

rilevante per le modalità con cui si svolta e per i numeri<br />

delle persone interessate. Dei 456 lavoratori che hanno<br />

aderito 264 sono stati collocati o in lavori a tempo<br />

determinato, o indeterminato, nel lavoro autonomo o<br />

inseriti in corsi <strong>di</strong> formazione”.<br />

Il messaggio <strong>di</strong> fondo che ne è emerso evidenzia come<br />

organizzando in rete le risorse e le strutture esistenti sia<br />

possibile,con una struttura snella,contenere al massimo<br />

i costi <strong>di</strong> gestione delle attività, concentrando le risorse<br />

per il sostegno ai servizi <strong>di</strong>retti al reimpiego dei lavoratori,esaltando<br />

le competenze centrali <strong>di</strong> ciascun soggetto.<br />

A conclusione delle attività è possibile identificare il<br />

valore ed il significato che questo progetto, articolato e<br />

complesso, ha rappresentato per <strong>Treviso</strong> Tecnologia,<br />

Azienda speciale per l’innovazione tecnologica e quin<strong>di</strong><br />

apparentemente lontana dai temi affrontati, in alcuni<br />

elementi fondamentali:<br />

• centralità <strong>della</strong> persona, per la definizione <strong>di</strong> azioni<br />

efficaci e personalizzate su professionalità e competenze;<br />

• innovazione,per un approccio con<strong>di</strong>viso al fine <strong>della</strong><br />

mobilitazione <strong>di</strong> tutti gli attori del territorio per l’utilizzo<br />

delle competenze core;<br />

• utilizzo delle tecnologie, per la migliore efficienza<br />

in termini comunicativi, informativi e <strong>di</strong>dattici sia<br />

all’interno <strong>della</strong> organizzazione che verso gli utenti<br />

finali;<br />

• motivazione al lavoro, per uno stimolo personale<br />

ad azioni <strong>di</strong> ricerca attiva del lavoro e <strong>di</strong> autostima e<br />

consapevolezza;<br />

• apertura nella identificazione <strong>di</strong> possibili alternative,<br />

oltre ad una visione convenzionale orientata<br />

al riposizionamento in aziende analoghe a quella <strong>di</strong><br />

provenienza;<br />

• con<strong>di</strong>visione delle esperienze positive e negative,<br />

per una migliore conoscenza dei lavoratori, delle<br />

imprese e del territorio.<br />

A ben guardare, questi ingre<strong>di</strong>enti hanno valenza universale<br />

e hanno contribuito ad arricchire la nostra<br />

visione dell’innovazione, visto che si è <strong>di</strong>mostrato<br />

ancora una volta che siamo in presenza <strong>di</strong> progresso o<br />

miglioramento solo quando questo è accessibile a ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi.<br />

Roberto Santolamazza


Flash Economy 32<br />

CONSISTENZA IMPRESE ATTIVE<br />

IN PROVINCIA DI TREVISO AL 31.03.2008<br />

I dati Unioncamere sulla consistenza delle imprese<br />

attive al primo trimestre 2008 rilevano 85.118 imprese,970<br />

in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.<br />

La variazione percentuale è stata del +1,2%.<br />

Rispetto al dato <strong>di</strong> chiusura d’anno, si registra una<br />

sostanziale stazionarietà (-0,1%; - 66 unità).<br />

Le imprese attive, al netto delle voci agricoltura e pesca,<br />

sono 67.938, in crescita del +2,3% rispetto al primo<br />

trimestre 2007 (+1.502 unità) e del +0,3% rispetto al<br />

31 <strong>di</strong>cembre (+193 unità).<br />

Continua anche nel primo trimestre il contributo positivo<br />

del settore manifatturiero rilevato per la prima volta<br />

a fine 2007 dopo un lungo periodo <strong>di</strong> contrazione e/o<br />

stazionarietà, contrariamente ai timori <strong>di</strong> rallentamento<br />

che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.Le imprese attive<br />

sono 13.161, 148 in più rispetto al 31.12.2007<br />

(+1,1%) e 399 in più rispetto al 31.03.2007 (+3,1%)<br />

All’interno del comparto si segnalano tre aspetti.<br />

• Trova conferma per il terzo trimestre consecutivo il<br />

trend positivo per il sistema moda che rispetto a<br />

fine <strong>di</strong>cembre registra 65 unità in più (+3,3%). A<br />

questo risultato hanno contribuito principalmente<br />

l’abbigliamento (+4,0%; +36 unità) e la calzatura<br />

(+5,6%, +24). Il tessile guadagna 5 imprese nell’ultimo<br />

trimestre (+0,8%). Inoltre, la variazione del<br />

comparto rispetto al dato del primo trimestre 2007<br />

è più che positiva (+149 unità; +7,9%).<br />

Permangono tuttavia degli interrogativi sull’incidenza<br />

del fenomeno dell’impren<strong>di</strong>toria straniera e<br />

cinese in particolare su questo risultato complessivo.<br />

• Sono 60 le nuove imprese metalmeccaniche che si<br />

aggiungono alle 5.059 del 31.12.2007 (+1,2%). La<br />

variazione rispetto ad un anno fa è del +2,6%.Questo<br />

incremento congiunturale è determinato principalmente<br />

dai settori: fabbricazione e lavorazione prodotti<br />

in metallo (+40 unità, +1,5%) e fabbricazione macchine<br />

e apparecchi meccanici (+21 unità, +1,8%).<br />

• Il settore del legno arredo inizia il 2008 in sostanziale<br />

stabilità rispetto ai dati <strong>di</strong> chiusura d’anno consolidando<br />

l’incremento registrato nel corso del 2007: +0,3%<br />

la variazione congiunturale,+2,2% quella tendenziale.<br />

Passando agli altri macrosettori economici si evidenziano<br />

altre considerazioni.<br />

È finita la corsa del settore delle costruzioni che per il<br />

secondo trimestre consecutivo dà segnali <strong>di</strong> stazionarietà<br />

(+0,1%).<br />

In contrazione <strong>di</strong> 60 unità il numero <strong>di</strong> imprese attive<br />

registrate nel commercio a fine 2007 (-0,3%), interrompendo<br />

l’andamento positivo manifestatosi negli<br />

SETTORI<br />

ultimi trimestri. La flessione coinvolge esclusivamente il<br />

commercio al dettaglio e riparazioni autoveicoli (-66<br />

unità), mentre quello all’ingrosso si mantiene stazionario<br />

(+6 unità).<br />

Consistenti incrementi in valori assoluti sia a livello congiunturale<br />

che tendenziale si registrano nei servizi alle<br />

imprese in senso stretto (+87 unità, +243 unità) e<br />

nelle attività immobiliari (+64 imprese,+276 imprese).L’aggregato<br />

dei due settori cresce complessivamente<br />

del +1,3% rispetto al 31.12.2007 e del +4,8%<br />

rispetto al 31.03.2007.<br />

Gli altri servizi alle imprese,in primis i trasporti,magazzinaggio<br />

e comunicazioni, registrano invece una perdurante<br />

flessione (-1,2% rispetto ai dati <strong>di</strong> fine anno e<br />

-2,4% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso): il<br />

Consistenza imprese artigiane per settori economici in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

Dati al 1º trimestre 2008 e confronto con i trimestri precedenti<br />

IMPRESE<br />

REGISTRATE<br />

al 1º trim.<br />

2008<br />

1º trim.<br />

2008<br />

Valori assoluti Variazioni<br />

4º trim.<br />

2007<br />

1º trim. 1º trim. 08/4º trim. 07 1º trim. 08/1º trim. 07<br />

2007 ass. perc. ass. perc.<br />

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 369 368 365 357 3 0,8% 11 3,1%<br />

B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 0 0 0 0 == 0 ==<br />

C Estrazione <strong>di</strong> minerali 5 5 6 6 -1 -16,7% -1 -16,7%<br />

D Attività manifatturiere 8.304 8.254 8.368 8.303 -114 -1,4% -49 -0,6%<br />

<strong>di</strong> cui: DA15 Industrie alimentari e delle bevande 1.088 1.081 1.089 1.063 -8 -0,7% 18 1,7%<br />

DB17 Industrie tessili 427 425 439 435 -14 -3,2% -10 -2,3%<br />

DB18 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 592 586 581 565 5 0,9% 21 3,7%<br />

DC19 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 251 248 254 258 -6 -2,4% -10 -3,9%<br />

DD20 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 807 806 822 827 -16 -1,9% -21 -2,5%<br />

DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.<strong>di</strong> carta 59 58 58 58 0 0,0% 0 0,0%<br />

DE22 E<strong>di</strong>toria,stampa e riprod.supp.registrati 227 225 226 228 -1 -0,4% -3 -1,3%<br />

DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 1 1 1 1 0 0,0% 0 0,0%<br />

DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 30 30 29 28 1 3,4% 2 7,1%<br />

DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 160 158 163 162 -5 -3,1% -4 -2,5%<br />

DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 251 247 250 254 -3 -1,2% -7 -2,8%<br />

DJ27 Produzione <strong>di</strong> metalli e loro leghe 25 25 27 27 -2 -7,4% -2 -7,4%<br />

DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 1.800 1.787 1.807 1.799 -20 -1,1% -12 -0,7%<br />

DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 646 645 650 635 -5 -0,8% 10 1,6%<br />

DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 23 23 23 24 0 0,0% -1 -4,2%<br />

DL31 Fabbric.<strong>di</strong> macchine ed appar.elettr.n.c.a. 283 281 288 282 -7 -2,4% -1 -0,4%<br />

DL32 Fabbric.appar.ra<strong>di</strong>otel.e app.per comunic. 45 45 44 43 1 2,3% 2 4,7%<br />

DL33 Fabbric.appar.me<strong>di</strong>cali,precis.,strum.ottici 358 357 364 361 -7 -1,9% -4 -1,1%<br />

DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 35 35 35 34 0 0,0% 1 2,9%<br />

DM35 Fabbric.<strong>di</strong> altri mezzi <strong>di</strong> trasporto 45 44 45 41 -1 -2,2% 3 7,3%<br />

DN36 Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 1.135 1.131 1.156 1.160 -25 -2,2% -29 -2,5%<br />

DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 16 16 17 18 -1 -5,9% -2 -11,1%<br />

E Prod.e <strong>di</strong>strib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 == 0 ==<br />

F Costruzioni 11.013 10.970 11.084 10.817 -114 -1,0% 153 1,4%<br />

G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 1.612 1.608 1.633 1.636 -25 -1,5% -28 -1,7%<br />

H Alberghi e ristoranti 16 16 16 17 0 0,0% -1 -5,9%<br />

I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 1.932 1.928 1.981 2.031 -53 -2,7% -103 -5,1%<br />

J Interme<strong>di</strong>az.monetaria e finanziaria 4 4 4 4 0 0,0% 0 0,0%<br />

K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 781 779 776 756 3 0,4% 23 3,0%<br />

<strong>di</strong> cui: Attività immobiliari 3 3 4 4 -1 -25,0% -1 -25,0%<br />

Servizi alle imprese 778 776 772 752 4 0,5% 24 3,2%<br />

M Istruzione 28 28 28 27 0 0,0% 1 3,7%<br />

N Sanita’ e altri servizi sociali 2 2 2 1 0 0,0% 1 100,0%<br />

O Altri servizi pubblici,sociali e personali 2.245 2.239 2.249 2.209 -10 -0,4% 30 1,4%<br />

X Imprese non classificate 11 10 9 9 1 11,1% 1 11,1%<br />

TOTALE 26.322 26.211 26.521 26.173 -310 -1,2% 38 0,1%<br />

TOTALE ESCLUSO L’AGRICOLTURA E PESCA 25.953 25.843 26.156 25.816 -313 -1,2% 27 0,1%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA <strong>Treviso</strong> su dati Infocamere<br />

settore perde ulteriori 34 unità rispetto a <strong>di</strong>cembre.<br />

Considerando infine il comparto dei servizi alla persona<br />

(aggregazione delle tre voci istruzione, sanità e altri<br />

servizi) e i pubblici esercizi, si rilevano dati sostanzialmente<br />

stabili rispetto al precedente trimestre. Si segnala<br />

tuttavia che rispetto alla situazione <strong>di</strong> un anno fa si<br />

contano 108 nuovi alberghi e ristoranti.<br />

Come dato meramente amministrativo si segnala che le<br />

imprese registrate al 31 marzo 2008 sono 93.093, in<br />

lieve flessione rispetto alle 93.872 <strong>di</strong> fine anno (-0,8%).<br />

Al netto delle voci agricoltura e pesca le imprese registrate<br />

sono 75.786 (-0,6%). La variazione annua è<br />

sostanzialmente nulla (+0,1%).<br />

Michela Bianchin<br />

Caterina Lorenzon


33<br />

SETTORI<br />

Flash Economy<br />

Consistenza imprese attive per settori economici in provincia <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

Dati al 1º trimestre 2008 e confronto con i trimestri precedenti<br />

Valori assoluti Variazioni<br />

1º trim. 2008 4º trim. 2007 1º trim. 2007<br />

1º trim. 08/4ºtrim. 07 1º trim. 08/1ºtrim. 07<br />

ass. perc. ass. perc.<br />

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 17.146 17.439 17.673 -293 -1,7% -527 -3,0%<br />

B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 34 35 39 -1 -2,9% -5 -12,8%<br />

C Estrazione <strong>di</strong> minerali 40 42 45 -2 -4,8% -5 -11,1%<br />

D Attività manifatturiere 13.161 13.013 12.762 148 1,1% 399 3,1%<br />

<strong>di</strong> cui: DA15 Industrie alimentari e delle bevande 1.415 1.411 1.381 4 0,3% 34 2,5%<br />

DB17 Industrie tessili 664 659 641 5 0,8% 23 3,6%<br />

DB18 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 925 889 836 36 4,0% 89 10,6%<br />

DC19 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 451 427 414 24 5,6% 37 8,9%<br />

DD20 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 1.131 1.133 1.106 -2 -0,2% 25 2,3%<br />

DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.<strong>di</strong> carta 134 132 131 2 1,5% 3 2,3%<br />

DE22 E<strong>di</strong>toria,stampa e riprod.supp.registrati 433 427 429 6 1,4% 4 0,9%<br />

DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 2 2 2 0 0,0% 0 0,0%<br />

DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 110 108 105 2 1,9% 5 4,8%<br />

DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 367 363 362 4 1,1% 5 1,4%<br />

DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 451 454 448 -3 -0,7% 3 0,7%<br />

DJ27 Produzione <strong>di</strong> metalli e loro leghe 61 61 57 0 0,0% 4 7,0%<br />

DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 2.581 2.541 2.523 40 1,6% 58 2,3%<br />

DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 1.193 1.172 1.159 21 1,8% 34 2,9%<br />

DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 50 52 53 -2 -3,8% -3 -5,7%<br />

DL31 Fabbric.<strong>di</strong> macchine ed appar.elettr.n.c.a. 469 472 461 -3 -0,6% 8 1,7%<br />

DL32 Fabbric.appar.ra<strong>di</strong>otel.e app.per comunic. 92 89 91 3 3,4% 1 1,1%<br />

DL33 Fabbric.appar.me<strong>di</strong>cali,precis.,strum.ottici 510 512 501 -2 -0,4% 9 1,8%<br />

DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 82 78 69 4 5,1% 13 18,8%<br />

DM35 Fabbric.<strong>di</strong> altri mezzi <strong>di</strong> trasporto 81 82 75 -1 -1,2% 6 8,0%<br />

DN36 Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 1.914 1.902 1.872 12 0,6% 42 2,2%<br />

DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 45 47 46 -2 -4,3% -1 -2,2%<br />

E Prod.e <strong>di</strong>strib.energ.elettr.,gas e acqua 27 27 27 0 0,0% 0 0,0%<br />

F Costruzioni 13.386 13.369 13.134 17 0,1% 252 1,9%<br />

G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 18.576 18.636 18.371 -60 -0,3% 205 1,1%<br />

H Alberghi e ristoranti 3.339 3.321 3.231 18 0,5% 108 3,3%<br />

I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2.689 2.723 2.756 -34 -1,2% -67 -2,4%<br />

J Interme<strong>di</strong>az.monetaria e finanziaria 1.685 1.696 1.691 -11 -0,6% -6 -0,4%<br />

K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 11.403 11.252 10.884 151 1,3% 519 4,8%<br />

<strong>di</strong> cui: Attività immobiliari 6.390 6.326 6.114 64 1,0% 276 4,5%<br />

Servizi alle imprese 5.013 4.926 4.770 87 1,8% 243 5,1%<br />

M Istruzione 216 216 213 0 0,0% 3 1,4%<br />

N Sanita’ e altri servizi sociali 263 264 254 -1 -0,4% 9 3,5%<br />

O Altri servizi pubblici,sociali e personali 3.087 3.080 3.016 7 0,2% 71 2,4%<br />

X Imprese non classificate 66 71 52 -5 -7,0% 14 26,9%<br />

TOTALE 85.118 85.184 84.148 -66 -0,1% 970 1,2%<br />

TOTALE ESCLUSO L’AGRICOLTURA E PESCA 67.938 67.745 66.436 193 0,3% 1.502 2,3%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Stu<strong>di</strong> CCIAA <strong>Treviso</strong> su dati Infocamere


Flash Economy 34<br />

L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA TREVIGIANA<br />

La situazione al 31 marzo 2008<br />

A fronte <strong>della</strong> flessione <strong>della</strong> produzione industriale a<br />

livello nazionale, l’industria manifatturiera trevigiana<br />

“sfiora” appena la variazione negativa.Tiene la domanda<br />

estera. Meglio <strong>della</strong> me<strong>di</strong>a il legno-arredo.<br />

La produzione industriale nazionale nel primo trimestre<br />

del 2008 accusa una flessione del -1,6%,mentre <strong>Treviso</strong><br />

segnala una situazione <strong>di</strong> stazionarietà per la produzione,<br />

registrando un -0,2% rispetto allo stesso trimestre<br />

dell’anno precedente, e <strong>di</strong> lieve crescita per il fatturato<br />

(+1,4%).<br />

Queste le prime in<strong>di</strong>cazioni che emergono dal consueto<br />

monitoraggio congiunturale sull’industria manifatturiera<br />

trevigiana – effettuata su un campione <strong>di</strong> 214 imprese<br />

con <strong>di</strong>mensione superiore ai <strong>di</strong>eci addetti, per un<br />

totale <strong>di</strong> 12.670 occupati.<br />

Considerati gli scenari <strong>di</strong> riferimento, a livello nazionale<br />

ed internazionale,questi dati possono essere interpretati<br />

come segnali <strong>di</strong> tenuta del sistema trevigiano. Certo,<br />

rispetto agli altri trimestri il rallentamento del ciclo economico<br />

si manifesta anche a <strong>Treviso</strong>, ma con una convergenza<br />

degli in<strong>di</strong>catori verso la stazionarietà.<br />

Dall’analisi per settori economici, spicca il comparto del<br />

legno-arredo sia nella produzione che nel fatturato con<br />

una variazione tendenziale (confronto su stesso trimestre<br />

anno precedente) pari, rispettivamente, al +2,1% e<br />

al +3,4%. Un segnale importante è dato anche dalla<br />

variazione trimestrale <strong>della</strong> produzione per i macchinari<br />

con il +1,5%.<br />

Spostando l’attenzione sui nuovi or<strong>di</strong>nativi si nota,<br />

con maggiore evidenza,la spaccatura tra mercato interno<br />

e mercato estero: a fronte <strong>di</strong> una situazione ormai<br />

strutturalmente critica per gli or<strong>di</strong>ni dal mercato interno<br />

(-0,8% rispetto ad un anno fa e -1,4% rispetto allo<br />

scorso trimestre, con flessioni che arrivano al -2,4% per<br />

le me<strong>di</strong>e imprese rispetto al trimestre precedente) tengono<br />

quelli dal mercato estero (+2,0% sia per la<br />

variazione tendenziale che congiunturale).<br />

Questo dato merita <strong>di</strong> essere ulteriormente segmentato:infatti,<br />

da un lato, nasconde una flessione degli or<strong>di</strong>nativi<br />

esteri per le imprese comprese tra i 10-49 addetti<br />

(-3,2% su base tendenziale), dall’altro rivela una<br />

buona perfomance delle me<strong>di</strong>e imprese. Per loro gli<br />

or<strong>di</strong>nativi dall’estero crescono, su base annua, del<br />

+6,3%, contro il +5,3% <strong>di</strong> fine anno.<br />

La tenuta <strong>della</strong> domanda estera,pur anch’essa in rallentamento<br />

rispetto ai ritmi elevati <strong>della</strong> prima metà del<br />

2007, trova conferma anche nella variazione trimestrale<br />

del fatturato estero (+2,6%); dato che sale al +4,8%<br />

con riferimento all’industria dei macchinari. Rispetto<br />

allo stesso periodo dello scorso anno continua a <strong>di</strong>stinguersi<br />

l’industria del mobile: nonostante una variazione<br />

del fatturato estero praticamente piatta (+0,4%),il settore<br />

consegue una crescita del +2,5%.<br />

Prosegue la tensione sui costi <strong>di</strong> produzione e sui<br />

prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta:hanno registrato rispettivamente una<br />

variazione percentuale trimestrale del +2,9% e una<br />

variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente<br />

del +2,1%.<br />

Per quanto riguarda le previsioni rilasciate dagli<br />

impren<strong>di</strong>tori per i prossimi sei mesi, pare prevalere una<br />

situazione <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>smo, ma non <strong>di</strong> peggioramento <strong>di</strong><br />

clima. Queste le evidenze per singolo in<strong>di</strong>catore.<br />

• Produzione: l’incertezza sul futuro è tale che<br />

aumentano, in pari misura, continuando a bilanciarsi<br />

sia i giu<strong>di</strong>zi ottimisti che quelli pessimisti. Ciascuna<br />

“visione” polarizza il 32% dei giu<strong>di</strong>zi. Il 36% degli<br />

impren<strong>di</strong>tori opta per la stazionarietà.<br />

• Domanda interna:le aspettative per questa variabile<br />

restano invariate.I giu<strong>di</strong>zi ottimisti crescono <strong>di</strong> due<br />

punti percentuali (dal 29% al 31%) mentre i “pessimisti”<br />

rimangono stazionari, anche se con una mag-<br />

giore concentrazione dei giu<strong>di</strong>zi verso prospettive <strong>di</strong><br />

forte flessione.<br />

• Domanda estera: clima <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>smo anche sul<br />

fronte <strong>della</strong> domanda estera: pressoché stazionari sia<br />

gli ottimisti che i pessimisti mentre passano dal 42%<br />

al 45% coloro che propendono per la stazionarietà.<br />

• Fatturato: migliorano le previsioni degli ottimisti<br />

(dal 37% al 40%) a scapito <strong>di</strong> quelle dei pessimisti<br />

(dal 30% al 27%); si mantengono invece perfettamente<br />

in linea con quelli del trimestre precedente i<br />

giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> stazionarietà (33%).<br />

• Prezzi: in <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> 8 punti percentuali (dal<br />

38% al 30%) i giu<strong>di</strong>zi che propendono per un rialzo<br />

dei prezzi. Difficile capire se questa previsione sia un<br />

riflesso <strong>di</strong> una minore tensione sui prezzi delle materie<br />

prime o se sia dettata dalla necessità <strong>di</strong> non compromettere<br />

i margini <strong>di</strong> competitività.<br />

• Occupazione: restano prevalenti, per questo in<strong>di</strong>catore,<br />

i giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> stabilità (si pronunciano in tal senso<br />

il 79% degli intervistati); ma non è da sottovalutare<br />

l’aumento, dal 10% al 14%, dei giu<strong>di</strong>zi che prevedono<br />

una lieve <strong>di</strong>minuzione degli occupati.<br />

Sabina Bolzan<br />

Meri Dalla Libera


35<br />

Flash Economy<br />

Principali in<strong>di</strong>catori congiunturali dell’industria manifatturiera trevigiana<br />

(variazioni trimestrali e su base annua)<br />

PRINCIPALI INDICATORI 1 TRIM 2008 4 TRIM 2007 3 TRIM 2007 2 TRIM 2007 1 TRIM 2007 4 TRIM 2006 3 TRIM 2006 2 TRIM 2006 1 TRIM 2006<br />

PRODUZIONE<br />

var. volume fisico rispetto al: trimestre precedente -0,6% 6,8% -4,9% 2,9% 0,0% 8,5% -7,4% 4,4% 1,3%<br />

stesso trim. anno preced. -0,2% 2,0% 2,3% 4,9% 4,0% 4,9% 1,3% 4,6% 8,0%<br />

OCCUPAZIONE<br />

variazioni rispetto al: trimestre precedente 0,0% 0,0% -0,2% 0,6% -0,1% 3,2% 0,2% 0,7% 0,3%<br />

stesso trim. anno preced. -0,3% 0,6% 0,3% 1,2% 1,2% -0,9% -1,6% -0,6% -2,4%<br />

CAPACITÀ PRODUTTIVA<br />

grado <strong>di</strong> utilizzo impianti: 76,4% 76,1% 75,8% 78,3% 79,4% 74,9% 75,1% 78,6% 75,9%<br />

COSTI DI PRODUZIONE<br />

variazioni % trimestrali: nel complesso 2,9% 2,0% 0,8% 2,7% 2,6% 2,0% 1,4% 2,3% 2,0%<br />

GIACENZE PRODOTTI PER LA VENDITA<br />

(% <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi)<br />

alla fine del trim.: esuberanti 10,6% 8,5% 7,4% 9,5% 9,1% 2,3% 6,2% 3,6% 70,0%<br />

normali 51,5% 54,7% 59,4% 57,9% 52,9% 56,7% 52,3% 60,2% 56,0%<br />

scarse 10,6% 13,2% 11,6% 12,7% 10,5% 13,2% 9,5% 11,0% 11,0%<br />

non previste 27,3% 23,6% 21,6% 19,9% 27,5% 27,8% 31,9% 25,2% 26,0%<br />

PREZZI DI VENDITA<br />

variazioni rispetto al: stesso trim. anno preced. 2,1% 1,7% 1,2% 2,6% 2,7% 1,1% 1,0% 1,8% 1,9%<br />

FATTURATO<br />

variazioni rispetto al: trimestre precedente -0,1% 8,6% -4,7% 3,9% 1,5% 10,9% -6,7% 5,7% 9,7%<br />

stesso trim. anno preced. 1,4% 2,1% 4,9% 7,0% 5,8% 6,4% 4,8% 6,7% 11,0%<br />

FATTURATO ESTERO<br />

variazioni rispetto al: trimestre precedente 2,6% 8,9% 0,9% 3,5% 8,0% 23,9% -4,1% 5,5% 32,5%<br />

stesso trim. anno preced. 0,4% 2,4% 9,8% 12,8% 7,8% 10,1% 6,1% 3,2% 14,4%<br />

% <strong>di</strong> fatturato venduto all’estero: 35,8% 31,4% 36,5% 36,0% 32,6% 43,6% 41,5% 34,2% 32,7%<br />

NUOVI ORDINATIVI<br />

var. rispetto al trim. prec.: dal mercato interno -1,4% 7,4% -2,8% 3,4% 0,3% 6,2% -5,0% 4,5% 3,5%<br />

dal mercato estero 2,0% 6,7% 5,6% 7,3% 2,0% 10,5% -3,5% 2,7% 8,8%<br />

var. rispetto stesso trim. anno prec.: dal mercato interno -0,8% 1,5% -0,2% 2,2% 3,3% 4,9% 4,1% 5,8% 12,8%<br />

dal mercato estero 2,0% 5,3% 8,2% 10,4% 4,8% 6,6% 10,6% 1,2% 22,3%<br />

Fonte: indagine congiunturale Unioncamere del Veneto - CCIAA <strong>Treviso</strong>


Mercati esteri 36<br />

GUIDA AI MERCATI ESTERI: LA FEDERAZIONE RUSSA<br />

Sulla base degli stu<strong>di</strong> effettuati dalla World Bank, la Federazione Russa (o Russia) viene<br />

classificata come un Paese in via <strong>di</strong> sviluppo (PVS) appartenente all’Europa e all’Asia centrale,<br />

con un red<strong>di</strong>to pro capite me<strong>di</strong>o-alto. È <strong>di</strong> gran lunga lo stato più vasto del mondo<br />

ed è costituita per la quasi totalità dalle due regioni geografico-fisiche <strong>della</strong> Russia propriamente<br />

detta (sezione europea) e <strong>della</strong> Siberia (sezione asiatica). Il Paese confina a<br />

ovest con Norvegia,Finlan<strong>di</strong>a,Estonia,Lettonia,Russia Bianca e Ucraina,a sud con Georgia,<br />

Azerbaigiàn, Kazachstan, Cina (per 45 km), Mongolia, <strong>di</strong> nuovo Cina e, infine, Corea del<br />

Nord (per 20 km). Affacciata a nord sul Mar Glaciale Artico e a est sull’Oceano Pacifico su<br />

ampi fronti, comunica a sud-ovest col Mar Me<strong>di</strong>terraneo (coste orientale del Mar d’Azov<br />

e nordorientale del Mar Nero) e a ovest con l’Oceano Atlantico (costa orientale del Golfo<br />

<strong>di</strong> Finlan<strong>di</strong>a). Data la <strong>di</strong>mensione del Paese (esso si estende per 11 fusi orari) è grande la<br />

varietà dei paesaggi geografici ed altrettanto varia è la sua con<strong>di</strong>zione climatica.<br />

Tabella 1: Dati <strong>di</strong> base<br />

Superficie 17.075.400 kmq<br />

Popolazione 142.600.000<br />

Densità <strong>della</strong> popolazione 9 ab/kmq<br />

Lingua ufficiale Russo<br />

Religione Ortodossi, cattolici, islamici<br />

Unità monetaria Rublo<br />

Forma istituzionale Repubblica federale<br />

Capitale Mosca<br />

Fuso orario da +2 ore a +12 ore rispetto al Meri<strong>di</strong>ano<br />

<strong>di</strong> Greenwich; a Mosca +2 ore rispetto all’Italia<br />

Lungo ed articolato risulta essere il percorso storico che ha portato la Russia ad essere uno<br />

stato federale con una forma <strong>di</strong> governo repubblicana. La costituzione del 1993 conferisce<br />

ampi poteri al Presidente federale, eletto per quattro anni a suffragio universale e per<br />

un massimo <strong>di</strong> due mandati consecutivi: egli nomina il Primo Ministro, è responsabile<br />

<strong>della</strong> politica estera, controlla i servizi <strong>di</strong> sicurezza e gli organi <strong>di</strong> sorveglianza dell’informazione,<br />

infine, ha il potere <strong>di</strong> sciogliere la Duma ed in<strong>di</strong>re nuove elezioni. Il supremo<br />

organo legislativo è l’Assemblea federale, composta dalla Duma (450 membri eletti per<br />

quattro anni) e dal Consiglio <strong>della</strong> Federazione (178 membri).<br />

La sud<strong>di</strong>visione amministrativa <strong>della</strong> Federazione Russa comprende 89 “soggetti”, <strong>di</strong> cui<br />

21 Repubbliche, 6 Regioni (Kray), 49 Regioni (Oblast), 2 città autonome (Mosca e San<br />

Pietroburgo), 10 <strong>di</strong>stretti autonomi (Okrug) ed una Regione autonoma. Il sistema giu<strong>di</strong>ziario<br />

si basa sul <strong>di</strong>ritto europeo continentale. Il Co<strong>di</strong>ce civile del 1993 garantisce l’inviolabilità<br />

<strong>della</strong> proprietà privata e prevede la libertà <strong>di</strong> movimento <strong>di</strong> capitali e merci. Dal<br />

1998, con la ratifica <strong>della</strong> Convenzione europea sui <strong>di</strong>ritti umani, i citta<strong>di</strong>ni russi possono<br />

ricorrere alla Corte europea <strong>di</strong> Strasburgo. Nel 1999 il Presidente Eltsin ha <strong>di</strong> fatto posto<br />

fine alla pena capitale.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista socio-demografico (tabella 2), la Russia è uno Stato multinazionale, in<br />

cui i Russi costituiscono più del 80% <strong>della</strong> popolazione;le minoranze più consistenti sono<br />

costituite da Tatari (3,8%), Ucraini (3%) e Ciuvasci (1,2%).L’incremento <strong>della</strong> popolazione<br />

nel secolo scorso è stato irregolare per l’influsso <strong>di</strong> fattori bellici (prima e seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale), territoriali, economico-politici e sociali.In particolare, la seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale portò una notevole per<strong>di</strong>ta demografica e consistenti spostamenti <strong>di</strong> popolazioni<br />

all’interno <strong>di</strong> tutta l’Unione Sovietica (soprattutto sotto forma <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong><br />

russi in altre Repubbliche, i quali oggi superano i 25 milioni). Attualmente la popolazione<br />

<strong>della</strong> Federazione Russa ammonta a 142,6 milioni <strong>di</strong> persone. Il tasso <strong>di</strong> crescita<br />

naturale nel secondo dopoguerra è andato <strong>di</strong>minuendo progressivamente, ai<br />

nostri giorni è del -0,5% e questo risulta essere un elemento <strong>di</strong> preoccupazione<br />

per un Paese che sta vivendo una fase economica espansiva accompagnata da un<br />

miglioramento generale delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita. Rilevante è anche il fenomeno dell’inurbamento<br />

legato alla rapida industrializzazione del Paese; nella zona europea si<br />

hanno densità elevate nella fascia centrale con i massimi nella regione <strong>di</strong> Pietroburgo e<br />

in quella <strong>di</strong> Mosca-Niznji Novgorod-Kazan; nella zona asiatica le massime densità si trovano<br />

nel bacino <strong>di</strong> Kuzneck.Oltre ai gran<strong>di</strong> centri <strong>di</strong> Mosca e Pietroburgo, oggi vi sono 10<br />

città con oltre 1 milione <strong>di</strong> abitanti e una ventina oltre i 500.000.Il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione<br />

continua a <strong>di</strong>minuire (6,7% al 30 giugno 2007); a questo si accompagna un progressivo<br />

miglioramento del tenore <strong>di</strong> vita <strong>della</strong> popolazione, infatti, attualmente il salario<br />

me<strong>di</strong>o mensile è <strong>di</strong> circa 530 dollari Usa ed il red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>sponibile è cresciuto in termini<br />

reali del 17,5%.<br />

Tabella 2: Principali in<strong>di</strong>catori socio-politici<br />

VALORI<br />

Tasso <strong>di</strong> incremento demografico -0,5<br />

Popolazione urbana in % <strong>della</strong> popolazione totale 73<br />

Popolazione in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà in % <strong>della</strong> popolazione totale 20,9<br />

Tasso <strong>di</strong> alfabetizzazione (% <strong>di</strong> popolazione con più <strong>di</strong> 15 anni) 97<br />

Speranza <strong>di</strong> vita (in anni) 72,2 donne;<br />

59 uomini<br />

Tasso <strong>di</strong> mortalità infantile (per 1.000 bambini nati vivi) 14,3<br />

Tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione 6,7<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sviluppo umano 0,771<br />

La lingua ufficiale del Paese è il russo, tuttavia nelle singole repubbliche vengono parlate<br />

anche lingue locali. Il tasso <strong>di</strong> alfabetizzazione del Paese è pari al 97% <strong>della</strong> popolazione<br />

con più <strong>di</strong> 15 anni,l’istruzione è obbligatoria dai 7 ai 17 anni e comprende 3 anni <strong>di</strong> scuola<br />

primaria e due cicli <strong>di</strong> secondaria, rispettivamente <strong>di</strong> 5 e 2 anni.<br />

Tra le gran<strong>di</strong> economie mon<strong>di</strong>ali emergenti la Russia è da circa 5 anni al terzo<br />

posto come <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> sviluppo dopo Cina e In<strong>di</strong>a. Attualmente il quadro<br />

macroeconomico del Paese si presenta positivo, tanto che nel primo semestre<br />

2007 il Pil è cresciuto del 7,9% (+6% nell’analogo periodo 2006). In tale contesto,<br />

l’inflazione permane il fattore <strong>di</strong> maggiore attenzione, infatti, nei primi sei mesi del 2007<br />

l’in<strong>di</strong>ce dei prezzi al consumo ha raggiunto il 5,7%, in flessione rispetto al corrispondente<br />

periodo del 2006 (6,2%). Gli in<strong>di</strong>catori economici <strong>di</strong> base continuano ad essere positivi<br />

nella produzione industriale <strong>di</strong> vari settori (metalmeccanico, elettromeccanico, industria<br />

alimentare, e<strong>di</strong>lizia e costruzioni), inoltre, l’andamento dei red<strong>di</strong>ti reali e del commercio<br />

al minuto conferma il forte sviluppo del mercato dei consumi.<br />

Il settore primario rappresenta il 4,9% del Pil, la superficie coltivabile è solamente pari al<br />

6,5% del territorio ed è concentrata in una fascia <strong>di</strong> 1.500 km nella sezione europea e <strong>di</strong><br />

750 km in quella asiatica.Al primo posto tra i prodotti agricoli si trovano le granaglie (pari<br />

ai 2/3 delle aree coltivate), soprattutto il frumento (coltivato sul 50% circa delle aree<br />

destinate alle granaglie). Altri cereali importanti sono la segale (in <strong>di</strong>minuzione) ed il<br />

mais (in aumento), seguiti da avena, orzo, miglio, grano saraceno, legumi secchi e riso (in<br />

aumento).Vengono coltivati anche il lino da fibra, la canapa, la barbabietola da zucchero,<br />

la soia e la senape. Le patate e le verdure in generale, occupanti il 6% delle aree coltivate,<br />

sono le colture più <strong>di</strong>ffuse non avendo particolari terreni <strong>di</strong> elezione, mentre la frutticoltura<br />

(in prevalenza mele) è particolarmente <strong>di</strong>ffusa nei bassi bacini del Volga e del Don<br />

e in Ciscaucasia, unica regione dove alligna la vite (pari al 12% <strong>della</strong> superficie).Il patrimonio<br />

zootecnico <strong>della</strong> Russia è rilevante, tanto che è uno dei principali produt-


37<br />

tori mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> carne e latte. Vengono allevati soprattutto i bovini, i suini, gli ovini (da<br />

carne,da vello e da pelle) ed il pollame.Numerosi,ma <strong>di</strong>fficilmente censibili,sono gli allevamenti<br />

<strong>di</strong> renne e <strong>di</strong> animali da pelliccia, presenti soprattutto in Siberia.La pesca, infine,<br />

dà un importante contributo alla copertura del fabbisogno alimentare <strong>della</strong> popolazione<br />

e promuove l’industria conserviera (aringhe, merluzzi e storioni).<br />

Tabella 3: Principali in<strong>di</strong>catori economici<br />

VALORI<br />

Pil nominale (mld <strong>di</strong> Usd) 254<br />

Tasso <strong>di</strong> variazione del Pil +7,9<br />

Tasso <strong>di</strong> inflazione 5,7<br />

Contributo dei settori economici alla formazione del Pil (%)<br />

- Primario 4,9<br />

- Secondario 39,4<br />

- Terziario 55,7<br />

Bilancia commerciale (mln <strong>di</strong> euro)<br />

- Esportazioni 157<br />

- Importazioni 96<br />

- Saldo 61<br />

Debito estero 339<br />

Riserve (oro e valuta) 405,8<br />

Alla base dello sviluppo industriale <strong>della</strong> Russia (39,4% del Pil),spiccano le risorse minerarie<br />

<strong>di</strong> carbone, idrocarburi e ferro. La principale risorsa su cui può contare la Russia<br />

è ancora il petrolio, <strong>di</strong> cui hanno grande necessità quasi tutte le repubbliche ex sovietiche.Vengono<br />

estratti,poi,carboni <strong>di</strong> varie specie,idrocarburi liqui<strong>di</strong> e gassosi,minerali ferrosi,<br />

titanio, bauxite, nefelina, zinco, piombo, nichel, cobalto, oro, argento e altri metalli rari<br />

come iri<strong>di</strong>o, tellurio e selenio. Cospicue, e talvolta ingenti, sono anche le estrazioni <strong>di</strong><br />

minerali non metallici, come sali marini <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, potassio, magnesio, calcio e vari fosfati.I<br />

materiali da costruzione (rocce utilizzate in opere <strong>di</strong> muratura e decorative) e le materie<br />

prime per produrli (argille da laterizi, sabbie, calcari da calce e da cemento) sono <strong>di</strong>ffusi<br />

ovunque. Sull’esistenza ed il progressivo sfruttamento <strong>di</strong> così numerose e ingenti materie<br />

prime si è andata sviluppando, specialmente nel secondo dopoguerra, l’industria<br />

manifatturiera a partire dai settori <strong>di</strong> base: metallurgia, meccanica, chimica. Altra importante<br />

fonte <strong>di</strong> energia è costituita dalle centrali elettriche, sia <strong>di</strong> origine termica sia idrica;<br />

sono presenti, inoltre, centrali termonucleari. Nel settore chimico sono degne <strong>di</strong> nota le<br />

produzioni <strong>di</strong> fertilizzanti, in quello e<strong>di</strong>le spicca la produzione <strong>di</strong> cemento. L’abbondanza<br />

<strong>di</strong> foreste consente una vasta produzione <strong>di</strong> legname d’opera;mentre tra le industrie leggere<br />

emergono quelle tessili, <strong>di</strong> confezioni, calzaturiere e del vetro.Nel settore alimentare<br />

si producono in grande scala prodotti da forno; sono, poi, numerosi gli impianti <strong>di</strong> lavorazione<br />

e conservazione <strong>di</strong> carne, latte, latticini e grassi alimentari animali e vegetali, e gli<br />

impianti <strong>di</strong> produzioni saccarifere nelle regioni <strong>di</strong> coltivazione delle barbabietole.<br />

Il settore terziario, infine, contribuisce per il 55,7% alla formazione del Pil. Relativamente<br />

ai trasporti, il principale asse <strong>di</strong> collegamento tra la Russia europea, la Siberia e l’Estremo<br />

Oriente è costituito dalla ferrovia Transiberiana (9.300 km),che assicura un sesto del traffico<br />

ferroviario complessivo. Per il trasporto delle merci viene usata la rete delle vie navigabili.L’aereo<br />

è il mezzo <strong>di</strong> trasporto principale in Siberia e sulle lunghe <strong>di</strong>stanze, vi sono<br />

69 aeroporti internazionali che collegano la Russia con tutte le destinazioni del mondo.<br />

Altro dato che conferma il positivo andamento economico del Paese deriva dal volume<br />

dell’interscambio commerciale che, nel primo semestre 2007, ha raggiunto i 253<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari (+18% rispetto al primo semestre 2006), generando un avanzo <strong>di</strong><br />

61 miliar<strong>di</strong>:le esportazioni sono cresciute del 9%, in rallentamento rispetto al passato quale<br />

conseguenza <strong>di</strong> un minore fabbisogno energetico legato anche a fattori climatici.Il rafforzamento<br />

del rublo, la favorevole congiuntura economica e l’innalzamento del red<strong>di</strong>to<br />

Mercati esteri<br />

<strong>di</strong>sponibile si sono tradotti in una sensibile espansione nella domanda <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong><br />

qualità. L’incapacità delle aziende locali <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare tale richiesta ha dato un forte impulso<br />

alle importazioni (+37%) facendo <strong>della</strong> Russia un mercato <strong>di</strong> sbocco particolarmente importante<br />

per le imprese manifatturiere straniere,che qui esportano quote crescenti <strong>della</strong> loro produzione<br />

(il 50% degli acquisti dall’estero è costituito da impianti, macchinari e mezzi <strong>di</strong> trasporto).<br />

Dall’altro lato, un minore fabbisogno da parte dei Paesi occidentali e soprattutto <strong>di</strong><br />

quelli dell’Unione europea legato a fattori essenzialmente climatici,ha portato ad una contrazione<br />

delle esportazioni russe <strong>di</strong> prodotti energetici (157 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari e +9,3% rispetto<br />

al primo semestre 2006), i quali rappresentano il 63% delle esportazioni (al cui interno il<br />

petrolio incide per il 34% ed il gas naturale per il 13%). Conseguentemente si è ridotto in<br />

misura significativa l’avanzo <strong>della</strong> bilancia commerciale,tuttora ampiamente positivo.<br />

L’andamento delle relazioni commerciali per principali Paesi evidenzia come l’interscambio<br />

con la Csi (in particolare con Ucraina, Kazakstan e Bielorussia), dopo una fase <strong>di</strong> contrazione,<br />

si sia stabilizzato intorno al 15% del totale.Circa l’85% delle relazioni commerciali<br />

ha luogo con la Cina, la Turchia, la Corea del Sud ed il Giappone. Dai grafici emerge<br />

come il principale partner commerciale per la Russia sia l’Unione europea, con un<br />

volume dell’interscambio nel Iº semestre 2007 pari a 125 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari ed<br />

un’incidenza percentuale superiore al 50%:il 57% delle esportazioni russe è destinato<br />

al mercato europeo, mentre il 44% delle importazioni russe <strong>di</strong> beni proviene dall’Ue.<br />

In tale contesto,le relazioni commerciali bilaterali Italia-Russia sono in continua espansione.<br />

Il miglioramento del tenore <strong>di</strong> vita <strong>della</strong> popolazione si riflette in una maggiore<br />

richiesta <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> pregio da parte sia delle famiglie, sia delle imprese.Le prime,<br />

infatti,hanno fatto registrare una crescente domanda <strong>di</strong> prodotti tipici del Made in Italy,mentre<br />

le seconde si sono concentrate sulla domanda <strong>di</strong> macchinari allo scopo <strong>di</strong> migliorare la<br />

qualità <strong>della</strong> propria produzione industriale. Questo fenomeno influenza positivamente la<br />

<strong>di</strong>namica delle nostre esportazioni,contribuendo ad attenuare un saldo strutturalmente e fortemente<br />

negativo del nostro interscambio dovuto alla <strong>di</strong>pendenza energetica dell’Italia<br />

(petrolio,gas e carbone).Nel primo semestre 2007,infatti,l’interscambio commerciale ha largamente<br />

superato gli 11 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro,registrando un incremento del 8% rispetto allo stes-<br />

Grafico 1: Principali clienti e fornitori <strong>della</strong> Russia<br />

Gennaio-Giugno 2007<br />

CLIENTI<br />

FORNITORI


Mercati esteri 38<br />

Tabella 4: Le importazioni italiane<br />

PRINCIPALI PRODOTTI IMPORTATI Importazioni (valori in migliaia <strong>di</strong> €)<br />

IN ITALIA DALLA RUSSIA 2006 2007 Var%<br />

Petrolio greggio e gas naturale 9.646.277 10.026.728 3,94<br />

Prodotti petroliferi raffinati 866.777 1.324.386 52,79<br />

Prodotti <strong>della</strong> siderurgia 1.152.068 1.255.514 8,98<br />

Metalli <strong>di</strong> base non ferrosi 799.862 620.246 -22,46<br />

Prodotti chimici <strong>di</strong> base 203.700 226.847 11,36<br />

Altri prodotti <strong>di</strong> trasformazione ferro/acciaio 131.006 130.142 -0,66<br />

Cuoio (esclusi indumenti) 129.904 117.464 -9,58<br />

Prodotti dell’agricoltura, dell’orticoltura<br />

e <strong>della</strong> floricoltura 76.743 102.608 33,7<br />

Carbon fossile 96.933 89.499 -7,67<br />

Oli e grassi vegetali e animali 52.000 82.223 58,12<br />

Minerali in ferro 87.506 59.420 -32,1<br />

Legno tagliato, piallato e/o trattato 51.019 51.994 1,91<br />

Pasta da carta, carta e cartone 54.999 47.564 -13,52<br />

Fogli da impiallacciatura; compensato,<br />

pannelli stratificati, ecc 41.836 43.210 3,28<br />

Macchine utensili 12.518 16.964 35,52<br />

Tubi 18.650 14.363 -22,99<br />

Animali vivi e prodotti <strong>di</strong> origine animale 20.530 13.986 -31,88<br />

Tessuti 21.834 12.588 -42,35<br />

Mobili 12.201 11.069 -9,28<br />

Apparecchi elettrici n.c.a. 2.443 7.705 215,39<br />

Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat<br />

so periodo del 2006, derivante, soprattutto, dall’aumento delle esportazioni che hanno raggiunto<br />

quota 4,3 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro (+32% gennaio-giugno 2007/2006).Le importazioni dalla<br />

Russia, invece, sono in declino, tanto da registrare un calo del 12,3% nel periodo giugno<br />

2007/2006.Di conseguenza,il saldo <strong>della</strong> bilancia commerciale viene ri<strong>di</strong>mensionato in misura<br />

significativa (-31%),raggiungendo i 2,7 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro nel primo semestre del 2007.<br />

Il dato più significativo per le aziende italiane riguarda le sue esportazioni:il 6,2%<br />

dei nostri prodotti ha come mercato <strong>di</strong> sbocco la Russia (5,9% nel 2006 e 5,2% nel<br />

2005). In particolare, un settore che trova un importante sbocco commerciale nella<br />

Federazione Russa è quello dei nostri prodotti <strong>di</strong> lusso, basti sapere, ad esempio, che<br />

l’intero lotto assegnato alla Federazione Russa delle vetture dei marchi Ferrari e Maserati<br />

viene venduto con anni <strong>di</strong> anticipo. Anche la gioielleria <strong>di</strong> alto livello e la pellicceria <strong>di</strong><br />

maggior valore provengono soprattutto dall’Italia, come pure le scarpe e la pelletteria <strong>di</strong><br />

alta qualità. Il mercato russo delle imbarcazioni <strong>di</strong> lusso potrebbe, inoltre, consentire alla<br />

cantieristica italiana <strong>di</strong> affermare la propria forza dopo un lungo periodo <strong>di</strong> staticità.<br />

Se si esclude l’importanza del nostro Paese come principale fornitore <strong>di</strong> beni <strong>di</strong><br />

lusso in Russia, negli altri settori l’Italia ha una forte presenza sul piano commerciale,<br />

ma subisce l’aggressiva concorrenza dei mercati emergenti, soprattutto <strong>di</strong><br />

Cina e In<strong>di</strong>a, in particolar modo per i beni <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> livello qualitativo<br />

me<strong>di</strong>o-basso. Tale <strong>di</strong>namica viene, inoltre, potenziata dal fatto che in Russia la tutela<br />

<strong>della</strong> proprietà intellettuale è ancora insufficiente. L’Italia ha conquistato importanti<br />

quote <strong>di</strong> mercato nel settore dei beni strumentali (macchinari per la lavorazione del<br />

legno, <strong>della</strong> plastica e del materiale <strong>di</strong> imballaggio per prodotti alimentari), tanto da<br />

posizionarsi al secondo posto, dopo la Germania. Le nostre aziende vantano, poi, una<br />

sicura presenza nel comparto dei beni <strong>di</strong> consumo (mobili, calzature, tessile, abbigliamento,<br />

accessori, calzature, gioielli), grazie alla forte attrazione esercitata dal Made in<br />

Italy sui consumatori russi. L’Italia è, invece, completamente assente nel settore <strong>della</strong><br />

Tabella 5: Le esportazioni italiane<br />

PRINCIPALI PRODOTTI ESPORTATI Esportazioni (valori in migliaia <strong>di</strong> €)<br />

DALL’ITALIA IN RUSSIA 2006 2007 Var%<br />

Macchine per impieghi speciali 698.229 1.094.614 56,77<br />

Articoli <strong>di</strong> abbigliamento in tessuto<br />

e accessori (esclusa pelle) 794.530 1.002.836 26,22<br />

Macchine <strong>di</strong> impiego generale 674.858 796.061 17,96<br />

Mobili 628.662 722.257 ,14,89<br />

Calzature 422.669 522.753 23,68<br />

Macchine utensili 276.972 383.235 38,37<br />

Macchine e apparecchi per la produzione<br />

e l’impiego <strong>di</strong> energia meccanica 280.945 380.480 35,43<br />

Apparecchi per uso domestico 250.072 304.218 21,65<br />

Altri prodotti in metallo 257.727 288.215 11,83<br />

Articoli <strong>di</strong> maglieria 201.858 226.070 11,99<br />

Autoveicoli 61.521 189.355 207,79<br />

Articoli in materie plastiche 150.742 173.380 15,02<br />

Piastrelle in ceramica per pavimenti<br />

e rivestimenti 121.154 133.336 10,05<br />

Articoli <strong>di</strong> coltelleria, utensili e oggetti<br />

<strong>di</strong>versi, in metallo 107.356 130.391 21,46<br />

Prodotti chimici <strong>di</strong> base 114.268 128.595 12,54<br />

Saponi e detergenti, prodotti per la pulizia<br />

e la lucidatura 96.218 124.533 29,43<br />

Apparecchi me<strong>di</strong>cali e chirurgici<br />

e apparecchi ortope<strong>di</strong>ci 96.092 123.889 28,93<br />

Apparecchi <strong>di</strong> illuminazione<br />

e lampade e elettriche 91.956 120.480 31,02<br />

Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 82.647 113.816 37,71<br />

Altri prodotti alimentari 79.971 110.052 37,61<br />

Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat<br />

grande <strong>di</strong>stribuzione commerciale, dove si sono già inse<strong>di</strong>ate varie società straniere,<br />

soprattutto svedesi, tedesche, francesi e turche.<br />

Concludendo è possibile affermare che i sostenuti tassi <strong>di</strong> crescita stanno progressivamente<br />

trasformando la Russia in una delle principali economie a livello mon<strong>di</strong>ale;<br />

ciò viene confermato anche dal fatto che il rating russo è sceso e, attualmente, la<br />

Sace lo colloca nella terza categoria su sette, <strong>di</strong> conseguenza attribuisce una rischiosità<br />

me<strong>di</strong>a alla Russia. Stabilità politica e crescita economica, trainate dal sensibile<br />

incremento nei prezzi delle materie prime, hanno trasformato la Federazione<br />

Russa in un Paese profondamente <strong>di</strong>verso sotto il profilo economico-finanziario.<br />

Tuttavia, è necessario informare gli operatori che permangono fattori <strong>di</strong> criticità a conferma<br />

<strong>di</strong> una transizione al mercato ancora incompleta, in particolare si evidenzia la forte<br />

<strong>di</strong>pendenza dell’economia del Paese dal comparto energetico e dall’andamento dei<br />

prezzi internazionali del petrolio, la crescente presenza dello Stato in tutti i settori ritenuti<br />

strategici dell’economia, un rallentamento nell’attuazione delle riforme strutturali del<br />

Paese,la scarsa presenza e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accesso al mercato da parte delle Pmi e un volume<br />

<strong>di</strong> investimenti esteri ampiamente inferiore alle altre economie emergenti,soprattutto<br />

a causa dell’imperfetto funzionamento dello Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, dall’assenza <strong>di</strong> un quadro<br />

giuri<strong>di</strong>co certo e dalla debolezza del potere giu<strong>di</strong>ziario <strong>della</strong> Russia.<br />

Daniela Bruniera


39<br />

Il modello EFQM, European Foundation For Quality<br />

Management, costituisce una linea <strong>di</strong> sviluppo naturale<br />

alle ISO 9000:2000 che hanno incorporato <strong>di</strong>versi elementi<br />

dei modelli <strong>di</strong> Total Quality Management e che<br />

erano inizialmente presenti soltanto nel modello EFQM:<br />

il monitoraggio <strong>della</strong> sod<strong>di</strong>sfazione dei clienti, la visione<br />

per processi, il coinvolgimento del personale sugli obiettivi,<br />

ecc… Inoltre la stessa norma ISO 9004, proponendo<br />

lo strumento dell’autovalutazione, stimola <strong>di</strong> fatto il<br />

passaggio alla nuova logica del miglioramento continuo.<br />

D’altronde, da parte delle aziende più preparate era da<br />

tempo percepita l’esigenza <strong>di</strong> andare al <strong>di</strong> là delle ISO<br />

9000, alla ricerca <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> valutazione capaci <strong>di</strong><br />

accompagnarle nel percorso <strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> procurare<br />

eventuali riconoscimenti formali ai traguar<strong>di</strong> conseguiti:<br />

<strong>di</strong> fatto, con i livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione raggiunti, il certificato<br />

ISO 9001:2000, pur rappresentando un prerequisito per<br />

stare sul mercato, ha perso la connotazione iniziale <strong>di</strong><br />

vantaggio competitivo per l’azienda che l’ha ottenuto.<br />

Nel corso degli ultimi anni, l’EFQM ha istituito nei vari<br />

Paesi europei una rete internazionale <strong>di</strong> 19 National<br />

Partner Organizations (NPO),costituite tipicamente dalle<br />

Associazioni nazionali per la qualità (AICQ in Italia,da cui<br />

è possibile avere tutte le relative informazioni e pubblicazioni).<br />

Attraverso questa rete, si è realizzato un ampio<br />

processo <strong>di</strong> consultazione e <strong>di</strong> verifica sul campo, che ha<br />

portato alla formulazione del modello così come oggi<br />

adottato e che le NPO si impegnano a verificare e validare<br />

in maniera autonoma ed in<strong>di</strong>pendente sul proprio territorio,<br />

secondo modalità e regole comuni. Ciò significa<br />

che un riconoscimento assegnato a livello nazionale<br />

godrà <strong>della</strong> cre<strong>di</strong>bilità e del prestigio <strong>di</strong> un certificato<br />

europeo, e avrà quin<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà anche negli altri Paesi<br />

europei, in quanto presi<strong>di</strong>ati dalle NPO dell’EFQM. Il<br />

modello può essere adottato da qualsiasi organizzazione<br />

a prescindere del settore in cui opera, pubblico o privato,<br />

dalle <strong>di</strong>mensioni e dalla struttura.<br />

Gli otto fondamentali dell’eccellenza<br />

L’eccellenza è basata su otto concetti fondamentali:<br />

1. orientamento ai risultati<br />

2. attenzione rivolta al cliente<br />

3. leadership e coerenza negli obiettivi<br />

4. gestione in termini <strong>di</strong> processi e fatti<br />

5. coinvolgimento e sviluppo delle persone<br />

6. appren<strong>di</strong>mento, innovazione e miglioramento continui<br />

7. sviluppo <strong>della</strong> partnership<br />

8. responsabilità pubblica.<br />

Tale modello EFQM viene oggi utilizzato da decine <strong>di</strong><br />

migliaia <strong>di</strong> organizzazioni europee ed extraeuropee:<br />

aziende,scuole,organizzazioni sanitarie,servizi <strong>di</strong> polizia,<br />

servizi pubblici ed enti governativi.Esso fornisce inoltre a<br />

questa variegata tipologia <strong>di</strong> organizzazioni un linguaggio<br />

e degli strumenti <strong>di</strong> management comuni,agevolando<br />

così la con<strong>di</strong>visione degli esempi <strong>di</strong> “buona pratica”<br />

fra settori <strong>di</strong>versi in tutta Europa.<br />

Attualità<br />

LA STRUTTURA DEL MODELLO EFQM<br />

Di seguito viene riportata la struttura portante del<br />

modello, che si articola in 9 criteri e 32 sottocriteri. Tale<br />

struttura è valida in modo in<strong>di</strong>fferenziato per le tre categorie<br />

<strong>di</strong> organizzazioni:<br />

• gran<strong>di</strong> imprese<br />

• piccole e me<strong>di</strong>e imprese<br />

• settore pubblico e volontariato.<br />

A seconda <strong>della</strong> categoria <strong>di</strong> organizzazione, il testo<br />

completo del modello prevede una serie <strong>di</strong> “esempi<br />

operativi”, che sono stati mutuati dalle cosiddette “best<br />

practices” delle organizzazioni eccellenti in ambito<br />

europeo.<br />

I criteri del modello<br />

Criterio 1 - Leadership<br />

Definizione: come i leader definiscono la missione e la<br />

visione dell’organizzazione, e ne promuovono la realizzazione;<br />

elaborano i valori necessari al successo duraturo<br />

e ne sostengono l’attuazione attraverso azioni e comportamenti<br />

adeguati; assicurano infine il proprio personale<br />

coinvolgimento nell’opera <strong>di</strong> sviluppo e attuazione<br />

del sistema <strong>di</strong> management dell’organizzazione.<br />

Criterio 2 - Politiche e strategie<br />

Definizione: come l’organizzazione realizza la propria<br />

missione e la propria visione attraverso una chiara strategia<br />

focalizzata sulle esigenze degli stakeholder con il<br />

supporto <strong>di</strong> politiche, piani, obiettivi e processi adeguati.<br />

Criterio 3 - Gestione del personale<br />

Definizione: come l’organizzazione gestisce e sviluppa<br />

le competenze del proprio personale e ne consente la<br />

manifestazione del pieno potenziale a livello in<strong>di</strong>viduale,<br />

<strong>di</strong> gruppo e <strong>di</strong> organizzazione nel suo complesso;<br />

come pianifica tali attività coerentemente con le<br />

proprie politiche e strategie, e a sostegno dell’efficace<br />

operatività dei propri processi.<br />

Criterio 4 - Partnership e risorse<br />

Definizione:come l’organizzazione pianifica e gestisce le<br />

proprie partnership esterne e le proprie risorse interne al<br />

fine <strong>di</strong> sostenere le politiche e le strategie, nonché assicurare<br />

un’efficace operatività dei propri processi.<br />

Criterio 5 - Processi<br />

Definizione: come l’organizzazione progetta, gestisce e<br />

migliora i processi a sostegno delle proprie politiche e<br />

strategie e al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare pienamente i clienti e gli<br />

altri stakeholder, generando valore crescente.<br />

Criterio 6 - Risultati relativi ai clienti<br />

Definizione: ciò che l’organizzazione consegue in relazione<br />

ai suoi clienti esterni.<br />

Criterio 7 - Risultati relativi al personale<br />

Definizione: ciò che l’organizzazione consegue in relazione<br />

al proprio personale.<br />

Criterio 8 - Risultati relativi alla società<br />

Definizione: ciò che l’organizzazione consegue in relazione<br />

alla comunità locale, nazionale e internazionale (a<br />

seconda del contesto).<br />

Criterio 9 - Risultati chiave <strong>di</strong> performance<br />

Definizione: ciò che l’organizzazione consegue in relazione<br />

agli obiettivi <strong>di</strong> performance pianificati.<br />

Il percorso EFQM è comunque fonte non solo <strong>di</strong> svolta<br />

“culturale”, come già accennato, ma anche <strong>di</strong> formazione<br />

manageriale e <strong>di</strong> allineamento delle conoscenze che<br />

richiede e fornisce il modello. Entra un nuovo vocabolario<br />

in azienda, entrano nuovi concetti e nuove idee, che<br />

l’organizzazione dovrà progressivamente integrare<br />

anche operativamente. La notorietà e la cre<strong>di</strong>bilità del<br />

modello – e dell’EFQM – saranno <strong>di</strong> grande aiuto nello<br />

sforzo <strong>di</strong> assimilazione dei concetti, che, a loro volta,<br />

saranno veicoli <strong>di</strong> immagine e crescita per qualsiasi<br />

azienda, sia pubblica che privata.<br />

Antonio Biasi


Attualità 40<br />

IL RICONOSCIMENTO DI ECCELLENZA EFQM<br />

ALLA CCIAA DI TREVISO, PRIMA IN ITALIA<br />

Dopo la certificazione <strong>di</strong> tutte le attività camerali<br />

secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000 la<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> ha ottenuto<br />

un ulteriore importante riconoscimento europeo,<br />

il livello <strong>di</strong> eccellenza EFQM “Recognised<br />

for Excellence”, quale tappa <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong><br />

miglioramento continuo dell’organizzazione e<br />

dei servizi forniti al cliente-utente.<br />

Il modello EFQM (European Foundation for<br />

Quality Management) è stato istituito nel<br />

1992 ed è il principale quadro <strong>di</strong> riferimento<br />

per tutte le organizzazioni (gran<strong>di</strong>, piccole e<br />

me<strong>di</strong>e aziende, sia pubbliche che private) che<br />

vogliano misurare ed incrementare le proprie<br />

prestazioni.<br />

Il modello EFQM si basa sui principi del Total<br />

Quality Management, ovvero un forte orientamento<br />

ai processi e a tutti gli stakeholders con<br />

particolare riferimento ai clienti ed ai <strong>di</strong>pendenti.La<br />

struttura del modello prevede un percorso<br />

<strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> almeno tre anni, in cui gli<br />

approcci descritti dall’organizzazione devono<br />

produrre risultati <strong>di</strong> performance e <strong>di</strong> customer<br />

satisfaction, effettivi e misurabili.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tale modello viene effettuata la<br />

valutazione del grado <strong>di</strong> eccellenza raggiunto<br />

dalla singola organizzazione. Lo schema <strong>di</strong><br />

valutazione europeo prevede più livelli <strong>di</strong><br />

eccellenza.<br />

• Livello base “Committed to Excellence”: è conferito<br />

alle organizzazioni che hanno iniziato il percorso<br />

verso l’eccellenza e vogliono ottenere una valutazione<br />

delle proprie performance per poter poi avviare le<br />

azioni <strong>di</strong> miglioramento più appropriate (ad oggi è<br />

stato ottenuto da 45 pubbliche amministrazioni<br />

dell’Unione europea - fonte dati sito EFQM).<br />

• Livello avanzato “Recognised for Excellence”: viene<br />

riconosciuto a quelle organizzazioni che hanno già<br />

una buona esperienza nell’utilizzo del modello EFQM,<br />

per premiare il percorso verso l’eccellenza e le buone<br />

pratiche realizzate. Per l’ottenimento <strong>di</strong> questo riconoscimento<br />

è prevista la valutazione <strong>di</strong> esperti esterni,<br />

con l’assegnazione <strong>di</strong> un punteggio e la stesura <strong>di</strong><br />

un rapporto conclusivo in cui emergono i punti <strong>di</strong><br />

forza e le aree da migliorare. Tale riconoscimento è<br />

stato ottenuto da 25 pubbliche amministrazioni<br />

europee (fonte dati sito EFQM). In Italia, oltre alla<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>, il prestigioso riconoscimento<br />

è stato ottenuto solo da altre 8 organizza-<br />

zioni pubbliche: 5 aziende <strong>di</strong> servizi pubblici locali,<br />

l’Asl <strong>di</strong> Trento, la Provincia autonoma <strong>di</strong> Bolzano e le<br />

Scuole civiche milanesi.È da sottolineare quin<strong>di</strong> come<br />

quella <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> sia la sola <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> italiana<br />

a figurare nell’elenco.<br />

• Premio <strong>di</strong> eccellenza EFQM:è il maggior riconoscimento<br />

assegnato a livello europeo alle organizzazioni che<br />

operano con successo nel loro campo <strong>di</strong> attività e con<br />

continui miglioramenti nelle performance aziendali.<br />

Il percorso svolto dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> per valutare<br />

il grado <strong>di</strong> eccellenza <strong>della</strong> propria struttura è stato<br />

attivato nel 2003; successivamente ed in base ai positivi<br />

risultati avuti sull’organizzazione è stata quin<strong>di</strong> pianificata<br />

la sua continuazione nel tempo ed inserito a pieno<br />

titolo nel Programma pluriennale dell’Ente (2006/2010):<br />

“Percorso <strong>di</strong> eccellenza verso la qualità totale con i meto<strong>di</strong><br />

CAF ed EFQM”.<br />

Ripercorrendo la cronistoria che ha portato l’Ente al riconoscimento<br />

EFQM si ricorda che:<br />

• nel 2003 è stata realizzata la prima autovalutazione<br />

secondo il modello EFQM, cui hanno fatto<br />

seguito delle importanti e ra<strong>di</strong>cali azioni <strong>di</strong><br />

miglioramento dei processi aziendali;<br />

• nel 2005 partecipazione al progetto<br />

“Percorsi <strong>di</strong> Qualità”, promosso dal Dipartimento<br />

<strong>della</strong> Funzione pubblica ed organizzato<br />

dal Formez, sulla base del modello<br />

CAF (Common Assessment Framework),<br />

ispirato all’EFQM;<br />

• nel 2007,come ultima tappa,analizzando<br />

i trend storici degli ultimi quattro anni<br />

in termini <strong>di</strong> miglioramento delle performance<br />

verso l’utenza e verso il personale<br />

<strong>di</strong>pendente ed in generale <strong>di</strong> tutto il percorso<br />

verso la qualità totale,l’Ente camerale<br />

ha ritenuto fosse maturo il momento per<br />

la valutazione in<strong>di</strong>pendente da parte <strong>di</strong><br />

esperti europei EFQM per il riconoscimento<br />

del livello <strong>di</strong> eccellenza EFQM “Recognised<br />

for Excellence”.<br />

In tale circostanza è stato redatto un documento<br />

che sintetizza le attività realizzate<br />

negli ultimi anni e sulla base del quale,<br />

insieme ad una giornata <strong>di</strong> visita presso<br />

l’organizzazione, svoltasi il 16 aprile 2008, i<br />

tre valutatori hanno assegnato all’Ente il<br />

“Recognised for excellence”, come da certificato<br />

a fianco.<br />

La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> è la<br />

prima <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> italiana a raggiungere questo<br />

importante risultato.<br />

A breve l’Ente camerale riceverà un rapporto dettagliato<br />

<strong>di</strong> feedback che riporta i punti <strong>di</strong> forza <strong>della</strong><br />

struttura organizzativa e le aree in cui si può ancora<br />

migliorare.<br />

Da queste osservazioni saranno dunque in<strong>di</strong>viduate ed<br />

avviate nuove azioni <strong>di</strong> miglioramento per continuare<br />

ad accrescere il livello <strong>di</strong> eccellenza dell’organizzazione.<br />

Infine l’Ente camerale sarà inserito nella banca dati<br />

europea EFQM, consultabile nel sito www.efqm.org.<br />

Il prestigioso riconoscimento spinge ora la struttura<br />

camerale a realizzare i progetti <strong>di</strong> innovazione già in<br />

cantiere, cercando <strong>di</strong> migliorare i servizi forniti al sistema<br />

economico locale per proseguire insieme con l’utenza<br />

il percorso <strong>di</strong> eccellenza intrapreso. È un traguardo<br />

quin<strong>di</strong> che è già <strong>di</strong>ventato una nuova partenza, in cammino<br />

dunque ed auguri <strong>di</strong> un buon lavoro!<br />

Antonio Biasi


41<br />

Con decreto del Ministro dello Sviluppo economico <strong>di</strong> concerto con il Ministro dell’Economia<br />

e delle Finanze del 01.02.2008, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 54 del<br />

04.03.2008 ed entrato in vigore il giorno successivo, sono state stabilite le misure fisse e<br />

le aliquote per il calcolo del <strong>di</strong>ritto annuale dovuto alle <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> per l’anno<br />

2008.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze rispetto all’anno precedente sono sostanziali.<br />

Segnaliamo, innanzitutto, che non è stata rinnovata la clausola <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a prevista<br />

dai precedenti decreti, rendendo possibile un aumento del <strong>di</strong>ritto annuale dovuto per il<br />

2008 rispetto a quanto pagato nel 2007.Pertanto, da quest’anno, tutte le imprese iscritte<br />

nella sezione or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese sono tenute al calcolo del <strong>di</strong>ritto<br />

dovuto sulla base del fatturato dell’anno precedente a quello cui si riferisce il pagamento,<br />

con l’unica esclusione delle se<strong>di</strong> secondarie <strong>di</strong> imprese con sede all’estero.<br />

Il decreto, inoltre, aumenta anche la misura fissa del <strong>di</strong>ritto per le imprese in<strong>di</strong>viduali<br />

iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese da 80,00 euro a 88,00 euro e<br />

porta la misura fissa minima per tutte le imprese iscritte nella sezione or<strong>di</strong>naria a<br />

200,00 euro.<br />

Per le imprese iscritte nel periodo nel quale il decreto non era ancora entrato in vigore<br />

(dal 01.01.2008 al 04.03.2008), il Ministero dello Sviluppo economico con propria circolare<br />

ha stabilito che esse sono tenute a compensare od a conguagliare l’importo<br />

pagato al momento dell’iscrizione entro il termine previsto per il primo acconto delle<br />

imposte sui red<strong>di</strong>ti (16 giugno 2008).<br />

In adempimento <strong>di</strong> quanto richiesto dal decreto ministeriale 359/2001, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> ha provveduto, quin<strong>di</strong>, ad inviare a tutti i soggetti iscritti nel Registro delle<br />

imprese <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> un’informativa riguardante il pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale 2008<br />

che,si ricorda,è un tributo che l’Ente utilizza al fine <strong>di</strong> svolgere il suo compito preminente<br />

<strong>di</strong> promozione e sostegno dell’economia provinciale.<br />

Di seguito si riportano i principali contenuti delle informative destinate ai soggetti iscritti<br />

sia nella sezione speciale sia or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese.<br />

Sono tenute al pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale tutte le imprese che al 1º gennaio <strong>di</strong> ogni<br />

anno risultino iscritte o annotate nel Registro delle imprese.Nel caso <strong>di</strong> trasferimento <strong>della</strong><br />

sede legale o principale dell’impresa in altra provincia, il <strong>di</strong>ritto deve essere versato alla<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> nella circoscrizione territoriale <strong>della</strong> quale risulti iscritta o annotata<br />

la sede legale o principale alla data del 1º gennaio o alla <strong>di</strong>versa data se l’impresa è stata<br />

costituita successivamente al 1º gennaio dell’anno cui si riferisce il pagamento.<br />

Sezione speciale<br />

Per le imprese iscritte e per le imprese in<strong>di</strong>viduali annotate nella sezione speciale del<br />

Registro delle imprese il <strong>di</strong>ritto annuale per la sede e le eventuali unità locali è dovuto<br />

nelle misure fisse elencate nella tabella 1.<br />

Tab. 1: Diritto annuale per la sede e le eventuali unità locali<br />

IL DIRITTO ANNUALE 2008<br />

Tipologia impresa <strong>di</strong>ritto dovuto per la <strong>di</strong>ritto dovuto<br />

sede, in euro per ogni unità locale,<br />

in euro<br />

Imprese in<strong>di</strong>viduali 88,00 18,00<br />

Società semplici agricole 88,00 18,00<br />

Società semplici non agricole 144,00 29,00<br />

Società tra avvocati<br />

Unità locali <strong>di</strong> imprese<br />

170,00 34,00<br />

con sede principale all’estero - 110,00<br />

Come stabilito dalla circolare del Ministero dello Sviluppo economico n. 3617/C del<br />

05.03.2008, le imprese che abbiano denunciato l’apertura <strong>di</strong> un’unità locale che sia<br />

stata in seguito iscritta o annotata nel Registro delle imprese nel periodo dal 01.01.2008<br />

al 04.03.2008 sono tenute alla compensazione od al conguaglio dell’importo già pagato<br />

a titolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto annuale contestualmente al pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale 2008.<br />

Al fine <strong>di</strong> conoscere la data <strong>di</strong> iscrizione od annotazione nel Registro delle imprese delle<br />

nuove unità locali è possibile rivolgersi all’Ufficio Diritto Annuale.<br />

Quin<strong>di</strong>, le imprese in<strong>di</strong>viduali e le società semplici agricole che abbiano già versato<br />

16,00 euro al momento <strong>della</strong> denuncia o entro 30 giorni a mezzo F24, sono tenute ad<br />

un conguaglio <strong>di</strong> 2,00 euro per ciascuna unità locale iscritta od annotata nel Registro<br />

delle imprese in tale periodo.<br />

Sezione or<strong>di</strong>naria<br />

Per tutte le imprese iscritte nella sezione or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese, ancorchè<br />

annotate nella sezione speciale, il <strong>di</strong>ritto annuale da pagare per la sede legale o principale<br />

è determinato applicando al fatturato (come definito ai sensi dell’art. 1 lett. f) del<br />

decreto del Ministero dell’Industria 11 maggio 2001,n.359 e precisato con successive circolari<br />

del Ministero dello Sviluppo economico <strong>di</strong>sponibili nel sito web <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>) realizzato nell’anno precedente a quello cui si riferisce il pagamento<br />

le misure fisse o le aliquote stabilite dal suddetto decreto.<br />

Le misure fisse e le aliquote stabilite dal decreto ministeriale per l’anno 2008 sono riportate<br />

nella tabella 2.<br />

Tab. 2: Misure fisse e aliquote<br />

Scaglioni <strong>di</strong> fatturato<br />

Da A<br />

Legislazione<br />

Aliquota Importo dovuto per la sede<br />

- € 100.000,00 - € 200,00 in misura fissa<br />

€ 100.000,01 € 250.000,00 0,015% € 200,00 + 0,015% <strong>della</strong> parte eccedente € 100.000,00<br />

€ 250.000,01 € 500.000,00 0,013% € 222,50 + 0,013% <strong>della</strong> parte eccedente € 250.000,00<br />

€ 500.000,01 € 1.000.000,00 0,010% € 255,00 + 0,010% <strong>della</strong> parte eccedente € 500.000,00<br />

€ 1.000.000,01 € 10.000.000,00 0,009% € 305,00 + 0,009% <strong>della</strong> parte eccedente € 1.000.000,00<br />

€ 10.000.000,01 € 35.000.000,00 0,005% € 1.115,00 + 0,005% <strong>della</strong> parte eccedente € 10.000.000,00<br />

€ 35.000.000,01 € 50.000.000,00 0,003% € 2.365,00 + 0,003% <strong>della</strong> parte eccedente € 35.000.000,00<br />

€ 50.000.000,00 0,001% € 2.815,00 + 0,001% <strong>della</strong> parte eccedente € 50.000.000,00<br />

fino ad un importo dovuto massimo <strong>di</strong> € 40.000,00<br />

Il <strong>di</strong>ritto da versare si determina sommando gli importi dovuti per ciascun scaglione <strong>di</strong><br />

fatturato e arrotondando l’importo finale all’unità <strong>di</strong> euro, per eccesso se uguale o superiore<br />

a 0,50, per <strong>di</strong>fetto se inferiore a 0,50.<br />

Le se<strong>di</strong> secondarie <strong>di</strong> imprese con sede principale all’estero sono tenute al pagamento<br />

in misura fissa <strong>di</strong> 110,00 euro.<br />

Esempio: impresa con fatturato 2007 pari ad 650.000,00 euro. Lo scaglione <strong>di</strong> fatturato<br />

da utilizzare è quello compreso tra 500.000,01 e 1.000.000,00 euro.<br />

Pertanto, il <strong>di</strong>ritto da versare per la sede sarà dato da: 255 euro + [(0,010/100) x<br />

(650.000,00 euro - 500.000,00euro)] = 270,00 euro.<br />

Sezione or<strong>di</strong>naria - Importo da compensare o conguagliare per la sede<br />

Il decreto 2008 stabilisce (art. 4 co. 2) che la misura fissa del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> 200,00 euro si<br />

applica a tutte le nuove imprese iscritte nella sezione or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese<br />

nel corso del 2008.


Legislazione 42<br />

Le nuove imprese iscritte nella sezione or<strong>di</strong>naria nel periodo dal 1º gennaio 2008<br />

al 4 marzo 2008 dovrebbero aver già provveduto, contestualmente alla presentazione<br />

<strong>della</strong> domanda <strong>di</strong> iscrizione oppure entro 30 giorni dalla stessa a mezzo F24, al pagamento<br />

del <strong>di</strong>ritto annuale sulla base delle <strong>di</strong>verse misure fisse vigenti precedentemente<br />

alla pubblicazione del decreto 2008.<br />

Pertanto, nel rispetto <strong>di</strong> quanto stabilito dal decreto 2008 e dalla circolare esplicativa del<br />

Ministero dello Sviluppo economico n. 3617/C del 05.03.2008, le imprese iscritte nel<br />

periodo dal 01.01.2008 al 04.03.2008 nella sezione or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese<br />

sono tenute alla compensazione o al conguaglio dell’importo già pagato a titolo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto annuale entro il termine per il versamento del primo acconto delle imposte sui<br />

red<strong>di</strong>ti.<br />

Esemplificando:<br />

• le società <strong>di</strong> persone (S.n.c. e S.a.s.) che abbiano già versato 170,00 euro al<br />

momento <strong>della</strong> denuncia o entro 30 giorni dalla stessa a mezzo F24, sono tenute ad<br />

un conguaglio <strong>di</strong> 30,00 euro;<br />

• le società <strong>di</strong> capitali che abbiano già versato 373,00 euro al momento <strong>della</strong> denuncia<br />

o entro 30 giorni dalla stessa a mezzo F24, possono avvalersi <strong>di</strong> un cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />

173,00 euro;<br />

• le società cooperative, i consorzi, le imprese in<strong>di</strong>viduali e le altre imprese che<br />

abbiano già versato 93,00 euro al momento <strong>della</strong> denuncia o entro 30 giorni dalla<br />

stessa a mezzo F24, sono tenute ad un conguaglio <strong>di</strong> 107,00 euro.<br />

Nel caso il contribuente non fosse a conoscenza <strong>della</strong> data <strong>di</strong> iscrizione dell’impresa nel<br />

Registro delle imprese o <strong>di</strong> altre informazioni necessarie per la compensazione o il conguaglio<br />

può rivolgersi all’Ufficio Diritto Annuale.<br />

Sezione or<strong>di</strong>naria - Imprese in<strong>di</strong>viduali<br />

Con l’applicazione delle nuove misure fisse ed aliquote le imprese in<strong>di</strong>viduali iscritte<br />

nella sezione or<strong>di</strong>naria del Registro delle imprese sono tenute a versare un <strong>di</strong>ritto<br />

annuale <strong>di</strong> 200,00 euro o superiore in relazione al fatturato 2007.<br />

Gli impren<strong>di</strong>tori in<strong>di</strong>viduali che esercitano, in modo abituale, un’attività organizzata,<br />

<strong>di</strong>retta alla produzione o allo scambio <strong>di</strong> beni e servizi, in cui il lavoro proprio e dei componenti<br />

<strong>della</strong> famiglia che collaborano nell’attività sia preponderante sul capitale investito<br />

e sugli altri fattori produttivi, compreso il lavoro prestato da terzi (piccoli impren<strong>di</strong>tori<br />

ai sensi dell’art. 2083 C.C.), se sussistono i predetti requisiti, possono transitare, con<br />

apposita denuncia (modello I2),nella sezione speciale del Registro delle imprese restando,<br />

così, obbligati dal 2009 al pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale in misura fissa (88,00 euro<br />

se non varia con successivo decreto ministeriale).<br />

Sezione or<strong>di</strong>naria - Determinazione del fatturato<br />

Le circolari esplicative del Ministero dello Sviluppo economico del 11.04.2008 e del<br />

29.04.2008 stabiliscono che il fatturato da utilizzare ai fini del calcolo del <strong>di</strong>ritto dovuto<br />

si determina con riferimento al modello Irap 2008.<br />

• Per gli enti cre<strong>di</strong>tizi e finanziari tenuti alla redazione del conto economico a norma<br />

dell’articolo 6 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 87, vale la somma degli<br />

importi riportati nei righi IQ17 (interessi attivi e proventi assimilati) e IQ19 (commissioni<br />

attive) <strong>della</strong> colonna dei valori contabili del quadro IQ dell’Irap.<br />

• Per i soggetti esercenti imprese <strong>di</strong> assicurazione tenuti alla redazione del conto<br />

economico a norma dell’articolo 9 del d.l. 26 maggio 1997, n. 173, vale la somma<br />

degli importi riportati nei righi IQ33 (premi) e IQ34 (altri proventi tecnici) <strong>della</strong><br />

colonna dei valori contabili del quadro IQ dell’Irap.<br />

• Per le società e gli enti che esercitano in via esclusiva o prevalente l’attività <strong>di</strong><br />

assunzione <strong>di</strong> partecipazioni in enti <strong>di</strong>versi da quelli cre<strong>di</strong>tizi e finanziari, vale<br />

la somma degli importi riportati nei righi IQ1 (ricavi delle ven<strong>di</strong>te e delle prestazioni),<br />

IQ5 (altri ricavi e proventi), IQ17 (interessi attivi e proventi assimilati) <strong>della</strong> colonna<br />

dei valori contabili del quadro IQ dell’Irap.<br />

• Per gli altri soggetti (imprese in<strong>di</strong>viduali, società <strong>di</strong> persone, società <strong>di</strong> capitali, enti<br />

commerciali ed equiparati, ecc.) vale la somma degli importi riportati nei righi IQ1<br />

(ricavi delle ven<strong>di</strong>te e delle prestazioni) e IQ5 (altri ricavi e proventi) <strong>della</strong> colonna<br />

dei valori contabili del quadro IQ dell’Irap.<br />

I contribuenti che adottano un regime <strong>di</strong> contabilità semplificata devono utilizzare i<br />

valori riportati nella colonna 4 dei valori Irap.<br />

Coloro che compilano più sezioni dello stesso quadro IQ Irap o più quadri IQ Irap<br />

devono procedere alla somma dei valori riportati nelle <strong>di</strong>verse sezioni o quadri.<br />

Le società <strong>di</strong> capitali in regime forfettario che compilano la sezione IV devono far<br />

riferimento alla somma dei ricavi delle ven<strong>di</strong>te e delle prestazioni e degli altri ricavi e<br />

proventi or<strong>di</strong>nari così come rappresentati nelle scritture contabili previste dall’art. 2214<br />

e seguenti del Co<strong>di</strong>ce civile.<br />

Le società <strong>di</strong> persone in regime forfettario considerano quanto riportato al rigo IQ22<br />

(red<strong>di</strong>to d’impresa determinato forfettariamente), Sezione II.<br />

Le società <strong>di</strong> persone esercenti attività agricola considerano quanto riportato al rigo<br />

IQ26 (corrispettivi), Sezione III.<br />

Le società <strong>di</strong> persone esercenti in via esclusiva o prevalente attività <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong><br />

partecipazioni in enti <strong>di</strong>versi da quelli cre<strong>di</strong>tizi e finanziari considerano la somma degli<br />

importi riportati nei righi IQ1 (ricavi delle ven<strong>di</strong>te e delle prestazioni), IQ5 (altri ricavi e<br />

proventi), IQ6 (interessi attivi e proventi assimilati) <strong>della</strong> colonna dei valori contabili<br />

del quadro IQ dell’Irap, Sezione I.<br />

Le imprese in<strong>di</strong>viduali in regime forfettario considerano quanto riportato nel rigo<br />

IQ17 (red<strong>di</strong>to d’impresa determinato forfettariamente), Sezione II del modello Irap.<br />

Nel sito web <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> è <strong>di</strong>sponibile un sistema <strong>di</strong> calcolo del <strong>di</strong>ritto<br />

dovuto per il 2008 in relazione al fatturato 2007 ed il testo delle circolari ministeriali<br />

dell’11.04.2008 e del 29.04.2008.<br />

Sezione or<strong>di</strong>naria - Unità Locali<br />

Le imprese che esercitano attività economica anche attraverso unità locali (come definite<br />

ai sensi dell’art.1 lett.e) del decreto del Ministero dell’Industria 11 maggio 2001,n.<br />

359) devono versare per ciascuna <strong>di</strong> esse alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> nella cui circoscrizione<br />

territoriale ha sede l’unità locale,un <strong>di</strong>ritto pari al 20% <strong>di</strong> quello dovuto per la sede<br />

principale (arrotondato all’unità <strong>di</strong> euro) con un massimo <strong>di</strong> 200,00 euro.<br />

Alcune <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> applicano una maggiorazione del <strong>di</strong>ritto annuale; prima<br />

<strong>di</strong> versare il <strong>di</strong>ritto dovuto per unità locali che si trovano in altre province bisogna verificare<br />

nel sito web <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> competente per territorio l’eventuale maggiore <strong>di</strong>ritto<br />

dovuto. Gli in<strong>di</strong>rizzi dei siti web <strong>di</strong> tutte le <strong>Camere</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> italiane sono <strong>di</strong>sponibili<br />

all’in<strong>di</strong>rizzo www.unioncamere.it.<br />

Per le nuove unità locali iscritte nel corso del 2008 il <strong>di</strong>ritto dovuto è pari ad 40,00 euro.<br />

Come stabilito dalla circolare del Ministero dello Sviluppo economico n. 3617/C del<br />

05.03.2008, le imprese che abbiano denunciato l’apertura <strong>di</strong> un’unità locale che sia<br />

stata in seguito iscritta o annotata nel Registro delle imprese nel periodo dal 01.01.2008<br />

al 04.03.2008 sono tenute alla compensazione od al conguaglio dell’importo già pagato<br />

a titolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto annuale contestualmente al pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale 2008.<br />

Al fine <strong>di</strong> conoscere la data <strong>di</strong> iscrizione od annotazione nel Registro delle imprese delle<br />

nuove unità locali è possibile rivolgersi all’Ufficio Diritto Annuale.<br />

Quin<strong>di</strong>, le società <strong>di</strong> persone (S.n.c. e S.a.s.) che abbiano già versato 34,00 euro al<br />

momento <strong>della</strong> denuncia o entro 30 giorni a mezzo F24, sono tenute ad un conguaglio<br />

<strong>di</strong> 6,00 euro; le società <strong>di</strong> capitali che abbiano già versato 75,00 euro al momento <strong>della</strong><br />

denuncia o entro 30 giorni a mezzo F24, possono avvalersi <strong>di</strong> un cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> 35,00 euro;<br />

le società cooperative, i consorzi, le imprese in<strong>di</strong>viduali e le altre imprese che abbiano<br />

già versato 19,00 euro al momento <strong>della</strong> denuncia o entro 30 giorni a mezzo F24, sono<br />

tenute ad un conguaglio <strong>di</strong> 21,00 euro; quanto sopra detto vale per ogni nuova unità<br />

locale iscritta od annotata nel Registro delle imprese nel periodo dal 01.01.2008 al<br />

04.03.2008.


43<br />

Modalità <strong>di</strong> pagamento<br />

Il pagamento deve avvenire a mezzo F24 telematico.<br />

I versamenti on line possono essere effettuati con le seguenti modalità:<br />

• <strong>di</strong>rettamente: me<strong>di</strong>ante lo stesso servizio telematico (Entratel o Fisconline) utilizzato<br />

per la presentazione telematica delle <strong>di</strong>chiarazioni fiscali oppure ricorrendo ai servizi<br />

<strong>di</strong> home banking delle banche e <strong>di</strong> Poste italiane;<br />

• tramite gli interme<strong>di</strong>ari abilitati al servizio telematico Entratel che aderiscono ad una<br />

specifica convenzione con l’Agenzia delle Entrate (Poste italiane, banche).<br />

Come in precedenza, è data possibilità <strong>di</strong> compensare l’importo dovuto per il <strong>di</strong>ritto<br />

annuale con eventuali altri cre<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>sponibili.Ricor<strong>di</strong>amo che la compensazione, ai sensi<br />

dell’art. 17 del decreto legislativo 241/1997, deve essere effettuata entro la data <strong>di</strong> presentazione<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>chiarazione successiva. Inoltre, è esclusa la compensazione per le<br />

somme versate con i co<strong>di</strong>ci 3851 (interessi per omesso o tar<strong>di</strong>vo versamento del <strong>di</strong>ritto<br />

annuale) e 3852 (sanzioni per omesso o tar<strong>di</strong>vo versamento del <strong>di</strong>ritto annuale).<br />

Il Modello F24 telematico si presenta sud<strong>di</strong>viso in sezioni,per il versamento del <strong>di</strong>ritto<br />

annuale compilare le sezioni “Contribuente” ed “Ici ed altri tributi locali” come<br />

si vede nella tabella 3.<br />

Tab. 3: Modello F24 - sezioni e modalità <strong>di</strong> compilazione<br />

SEZIONE MODALITÀ DI COMPILAZIONE<br />

Contribuente In<strong>di</strong>care il co<strong>di</strong>ce fiscale dell’impresa (non la<br />

partita Iva), i dati anagrafici e <strong>di</strong> domicilio fiscale<br />

Ici ed altri tributi locali co<strong>di</strong>ce ente: TV<br />

co<strong>di</strong>ce tributo: 3850<br />

rateazione: non compilare<br />

anno <strong>di</strong> riferimento: 2008<br />

importo a debito: importo da pagare (ve<strong>di</strong> tabella 1)<br />

Termine per il pagamento<br />

La scadenza è stata fissata al 16 giugno 2008.<br />

Il pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale effettuato entro 30 giorni dalla scadenza comporta la<br />

maggiorazione dell’importo dello 0,40% (in questo caso si applica la regola generale<br />

dell’arrotondamento al centesimo <strong>di</strong> euro).<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che la scadenza sopra ricordata può, per alcuni soggetti, essere <strong>di</strong>versa.<br />

• Per le società <strong>di</strong> capitali con esercizio che coincide con l’anno solare la scadenza è il<br />

16 giugno 2008. Qualora approvino il bilancio oltre il termine <strong>di</strong> 4 mesi (o 120 giorni)<br />

dalla chiusura dell’esercizio,sono tenute a versare entro il giorno 16 del mese successivo<br />

a quello <strong>di</strong> approvazione del bilancio e, comunque, entro il 16 luglio 2008.<br />

• Per le società <strong>di</strong> capitali con esercizio che non coincide con l’anno solare il versamento<br />

va effettuato entro il giorno 16 del sesto mese successivo a quello <strong>di</strong> chiusura del<br />

periodo d’imposta.<br />

Nei casi <strong>di</strong> tar<strong>di</strong>vo od omesso pagamento sarà applicata una sanzione dal 10 al 100%<br />

dell’ammontare del <strong>di</strong>ritto dovuto, come previsto dalla legge (decreto legislativo 18<br />

<strong>di</strong>cembre 1997, n. 472 e decreto ministeriale 27 gennaio 2005, n. 54). È possibile regolarizzare<br />

il <strong>di</strong>ritto omesso entro un anno dalla scadenza del termine <strong>di</strong> versamento,ricorrendo<br />

all’istituto del ravve<strong>di</strong>mento. Si ricorda che il mancato pagamento del <strong>di</strong>ritto<br />

annuale blocca l’emissione dei certificati camerali a partire dal 1º gennaio dell’anno<br />

successivo.<br />

Nuove imprese<br />

Le nuove imprese iscritte/annotate nel Registro delle imprese nel corso del 2008 e le<br />

nuove unità locali sono tenute al pagamento del <strong>di</strong>ritto annuale contestualmente al<br />

Legislazione<br />

deposito <strong>della</strong> domanda d’iscrizione ovvero entro 30 giorni dalla presentazione <strong>della</strong><br />

domanda d’iscrizione o <strong>di</strong> annotazione con modello F24. Qualora ciò non avvenisse,<br />

la regolarizzazione <strong>della</strong> loro posizione potrà effettuarsi utilizzando l’istituto del ravve<strong>di</strong>mento.<br />

Ravve<strong>di</strong>mento<br />

Il contribuente che non abbia provveduto al versamento del <strong>di</strong>ritto annuale allo scadere<br />

del termine può ravvedersi:<br />

• entro 30 giorni dalla violazione (ravve<strong>di</strong>mento breve) versando: l’importo del <strong>di</strong>ritto<br />

annuo dovuto (co<strong>di</strong>ce tributo: 3850); gli interessi <strong>di</strong> mora calcolati al tasso legale del<br />

3% annuo (co<strong>di</strong>ce tributo:3851); la sanzione pari al 3,75% del tributo (co<strong>di</strong>ce tributo:<br />

3852).<br />

• entro un anno dalla violazione (ravve<strong>di</strong>mento lungo) versando: l’importo del <strong>di</strong>ritto<br />

annuo dovuto (co<strong>di</strong>ce tributo: 3850); gli interessi <strong>di</strong> mora calcolati al tasso legale del<br />

3% annuo (co<strong>di</strong>ce tributo:3851); la sanzione pari al 6,00% del tributo (co<strong>di</strong>ce tributo:<br />

3852).<br />

Il pagamento del <strong>di</strong>ritto, sanzione ed interessi deve essere effettuato contestualmente<br />

me<strong>di</strong>ante modello F24 telematico, compilando la sezione Ici ed altri tributi locali, in<strong>di</strong>cando<br />

il co<strong>di</strong>ce ente TV e l’anno <strong>di</strong> riferimento del <strong>di</strong>ritto dovuto.<br />

È <strong>di</strong>sponibile nel sito internet <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> un apposito sistema <strong>di</strong> calcolo in<br />

formato pdf che consente la determinazione dell’importo dovuto ai fini del ravve<strong>di</strong>mento.<br />

Informazioni<br />

Per informazioni generali: consultare il sito internet <strong>della</strong> CCIAA <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong><br />

www.tv.camcom.it, oppure telefonare al call center - 199.505.505 - attivo dal lunedì al<br />

venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.<br />

Per informazioni riguardanti specifiche posizioni telefonare all’Ufficio Diritto Annuale ai<br />

numeri 0422 595213 / 236 / 270 / 271,gli orari <strong>di</strong> apertura al pubblico dell’ufficio sono:<br />

lunedì e mercoledì dalle ore 8.45 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 16.30, martedì, giovedì<br />

e venerdì dalle ore 8.45 alle ore 13.00; oppure inviare un fax allo 0422 598.383 o una<br />

e-mail all’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong>ritto.annuo@tv.camcom.it.<br />

Francesco Lamonarca


Legislazione 44<br />

LA NORMATIVA SULL’IMPRESA SOCIALE<br />

La legge 13 giugno 2005, n. 118, contenente “Delega al<br />

Governo concernente la <strong>di</strong>sciplina dell’impresa sociale”,<br />

ha fornito per la prima volta la definizione <strong>di</strong> “imprese<br />

sociali”, in<strong>di</strong>viduate quali organizzazioni private senza<br />

scopo <strong>di</strong> lucro che esercitano in via stabile e principale<br />

un’attività economica <strong>di</strong> produzione o <strong>di</strong> scambio <strong>di</strong><br />

beni o <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> utilità sociale,<strong>di</strong>retta a realizzare finalità<br />

<strong>di</strong> interesse generale.<br />

Tra le varie proposte formulate in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong><br />

nuova normativa, il legislatore ha scelto una soluzione<br />

trasversale,preferendo non in<strong>di</strong>viduare un nuovo modello<br />

<strong>di</strong> ente non profit, bensì <strong>di</strong> introdurre una <strong>di</strong>sciplina<br />

che vincolasse gli enti che volessero assumere la qualifica<br />

<strong>di</strong> “impresa sociale” all’adozione <strong>di</strong> alcuni elementi<br />

strutturali inderogabili finalizzati ad assicurare “l’assenza<br />

dello scopo <strong>di</strong> lucro, l’in<strong>di</strong>pendenza ed autonomia tra<br />

organi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo,gestione e controllo,una partecipazione<br />

attiva dei soggetti imme<strong>di</strong>atamente coinvolti nell’attività<br />

svolta dall’impresa sociale, un’organizzazione<br />

democratica ed improntata alla trasparenza”.<br />

Ciò che caratterizza l’impresa sociale è quin<strong>di</strong> la finalità,<br />

da realizzare all’interno <strong>di</strong> un determinato settore ovvero<br />

all’interno <strong>di</strong> una logica produttiva che consenta l’inserimento<br />

<strong>di</strong> lavoratori svantaggiati o <strong>di</strong>sabili, per il tramite<br />

<strong>di</strong> un’organizzazione che potrà presentare qualunque<br />

forma in una gamma <strong>di</strong> organizzazioni <strong>di</strong>sciplinate<br />

nel libro I e nel libro V del Co<strong>di</strong>ce civile. Possono quin<strong>di</strong><br />

assumere la qualifica <strong>di</strong> “impresa sociale” soggetti collettivi<br />

(quali associazioni, fondazioni, comitati), ovvero<br />

società (<strong>di</strong> persone, <strong>di</strong> capitali, cooperative etc).<br />

Gli obiettivi stabiliti dalla legge <strong>di</strong> delega sono:<br />

1) definire, nel rispetto del quadro normativo e <strong>della</strong><br />

specificità degli organismi <strong>di</strong> promozione sociale,<br />

nonché <strong>della</strong> <strong>di</strong>sciplina generale delle associazioni,<br />

delle fondazioni, delle società e delle cooperative, e<br />

delle norme concernenti la cooperazione sociale e gli<br />

enti ecclesiastici, il carattere sociale dell’impresa;<br />

2) prevedere,in coerenza con il carattere sociale dell’impresa<br />

e compatibilmente con la struttura dell’ente,<br />

omogenee <strong>di</strong>sposizioni in or<strong>di</strong>ne all’assetto dell’impresa<br />

stessa;<br />

3) attivare, presso il Ministero del Lavoro e delle<br />

Politiche sociali, funzioni e servizi permanenti <strong>di</strong><br />

monitoraggio e <strong>di</strong> ricerca necessari alla verifica <strong>della</strong><br />

qualità delle prestazioni rese dalle imprese sociali;<br />

4) definire la <strong>di</strong>sciplina dei gruppi <strong>di</strong> imprese sociali<br />

secondo i principi <strong>di</strong> trasparenza e tutela delle minoranze,<br />

regolando i conflitti <strong>di</strong> interesse e le forme <strong>di</strong><br />

abuso da parte dell’impresa dominante.<br />

In attuazione <strong>di</strong> quanto stabilito dalla legge-delega, è<br />

stato successivamente emanato dal Governo il decreto<br />

legislativo n. 155/2006.<br />

A norma dell’art. 1 <strong>di</strong> tale decreto possono acquisire la<br />

qualifica <strong>di</strong> impresa sociale tutte le organizzazioni private<br />

che esercitano,in via stabile e principale,un’attività economica<br />

organizzata al fine <strong>della</strong> produzione o dello scambio<br />

<strong>di</strong> beni o servizi <strong>di</strong> utilità sociale, <strong>di</strong>retta a realizzare finalità<br />

<strong>di</strong> interesse generale e che hanno i requisiti previsti<br />

dagli articoli 2, 3 e 4 dello stesso decreto legislativo.<br />

L’impresa sociale, dunque si caratterizza non tanto per<br />

una struttura organizzativa tipica, ma per la finalità che<br />

intende perseguire all’interno <strong>di</strong> schemi già preesistenti<br />

nel nostro or<strong>di</strong>namento:la finalità sociale richiede per<br />

ciascuna tipologia organizzativa adattamenti in funzione<br />

<strong>di</strong> prevenzione verso possibili <strong>di</strong>strazioni speculative<br />

e/o finalità <strong>di</strong> lucro.<br />

Restano fuori dalla nozione <strong>di</strong> impresa sociale le amministrazioni<br />

pubbliche e le organizzazioni in cui gli atti costitutivi<br />

limitino, anche in<strong>di</strong>rettamente, l’erogazione dei<br />

beni e servizi in favore dei soli soci, associati o partecipi.<br />

L’attività svolta dagli enti collettivi deve essere un’attività<br />

<strong>di</strong> natura impren<strong>di</strong>toriale, organizzata quin<strong>di</strong> al fine<br />

<strong>della</strong> produzione o dello scambio <strong>di</strong> beni o servizi, con<br />

l’ulteriore connotazione che i beni o servizi devono<br />

essere <strong>di</strong> utilità sociale secondo l’espressa e tassativa<br />

previsione contenuta nell’art. 2 del decreto legislativo,<br />

ossia quelli prodotti o scambiati nei seguenti settori:<br />

assistenza sociale; assistenza sanitaria o socio-sanitaria;<br />

educazione, istruzione e formazione; tutela dell’ambiente<br />

e dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio<br />

culturale; turismo sociale; formazione universitaria e<br />

post-universitaria;ricerca ed erogazione <strong>di</strong> servizi culturali;<br />

formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>spersione scolastica ed al successo scolastico<br />

e formativo; servizi strumentali alle imprese sociali,<br />

resi da enti composti in misura superiore al 70% da<br />

organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.<br />

L’attività impren<strong>di</strong>toriale sopra specificata deve, inoltre,<br />

essere svolta in via principale, in funzione <strong>della</strong> tipologia<br />

<strong>di</strong> impresa sociale:<br />

• ricavi non superiori al 70% dei ricavi complessivi<br />

dell’organizzazione che esercita l’impresa sociale;<br />

• occupazione <strong>di</strong> lavoratori in misura non inferiore al<br />

30% rispetto al complesso dei lavoratori impiegati, a<br />

qualunque titolo, nell’impresa.<br />

La relativa situazione deve risultare da attestazione rilasciata<br />

ai sensi <strong>della</strong> normativa vigente.<br />

La produzione <strong>di</strong> beni e servizi <strong>di</strong> utilità sociale non è<br />

comunque sufficiente a far acquisire la qualifica d’impresa<br />

sociale, posto che la legge <strong>di</strong>spone che la produzione o lo<br />

scambio dei suddetti beni o servizi deve realizzare finalità<br />

<strong>di</strong> interesse generale, riscontrabili solo me<strong>di</strong>ante una<br />

valutazione ex post effettuata dall’autorità preposta alla<br />

sorveglianza ed al monitoraggio delle imprese sociali.<br />

La possibilità <strong>di</strong> conseguire la qualifica d’impresa sociale<br />

è inoltre consentita a tutti gli enti collettivi che, pur<br />

non svolgendo un’attività rientrante nei settori sopra<br />

in<strong>di</strong>cati <strong>di</strong> produzione o scambio <strong>di</strong> beni o servizi <strong>di</strong> utilità<br />

sociale, svolgano una qualunque attività d’impresa<br />

al fine dell’inserimento lavorativo <strong>di</strong> soggetti che, ai<br />

sensi delle leggi <strong>di</strong> settore, siano lavoratori svantaggiati<br />

o lavoratori <strong>di</strong>sabili.<br />

Ulteriori requisiti espressamente previsti dalla legge per<br />

il conseguimento <strong>della</strong> qualifica <strong>di</strong> impresa sociale sono:<br />

• l’assenza dello scopo <strong>di</strong> lucro;<br />

• la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> particolari clausole <strong>di</strong>rette ad<br />

evitare che la <strong>di</strong>rezione ed il controllo dell’attività dell’impresa<br />

sociale sia riconducibile ad imprese private<br />

con finalità lucrative, ad amministrazioni pubbliche;<br />

• il coinvolgimento nell’attività decisionale dell’impresa<br />

dei lavoratori e dei beneficiari dell’attività svolta, oltre<br />

a determinati altri requisiti <strong>di</strong>retti ad assicurare “efficienza”all’impresa<br />

sociale nel senso sopra in<strong>di</strong>cato.<br />

La qualifica <strong>di</strong> impresa sociale è acquisita me<strong>di</strong>ante l’iscrizione<br />

in una sezione ad hoc del Registro delle imprese.<br />

Direttore responsabile<br />

Marco D’Ere<strong>di</strong>tà<br />

Redattore<br />

Francesca Gagno<br />

Redazione ed amministrazione<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Industria Artigianato Agricoltura<br />

Tel 0422 5951 - fax 0422 595462<br />

emt@tv.camcom.it<br />

www.tv.camcom.it<br />

Gli articoli firmati pubblicati su L’Economia <strong>della</strong> <strong>Marca</strong><br />

<strong>Trevigiana</strong> rispecchiano soltanto le opinioni degli<br />

autori e non impegnano la Direzione del perio<strong>di</strong>co né<br />

l’Ente camerale.<br />

Aut.Tribunale <strong>Treviso</strong> n.9 del 21/09/1948<br />

Stampa<br />

Grafiche Antiga Spa<br />

Via delle Industrie, 1<br />

31035 Crocetta del Montello (TV)<br />

Andrea Manganiello


45<br />

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale n. 86 del 11<br />

aprile 2008 <strong>di</strong> quattro decreti ministeriali, tutti datati 24<br />

gennaio 2008, emanati in attuazione del d.lgs.24 marzo<br />

2006, n. 155, è stato completato il percorso normativo<br />

necessario all’applicazione nel nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>sciplina dell’impresa sociale.<br />

Si riporta <strong>di</strong> seguito una sintetica descrizione dei contenuti<br />

dei citati decreti attuativi.<br />

Definizione dei criteri quantitativi<br />

e temporali<br />

Come evidenziato nel commento presentato nell’articolo<br />

precedente <strong>di</strong> questa rivista,l’art.1 del decreto legislativo<br />

n.155/2006 stabilisce che possono acquisire la qualifica<br />

<strong>di</strong> impresa sociale tutte le organizzazioni private, ivi<br />

compresi gli enti <strong>di</strong> cui al libro V del Co<strong>di</strong>ce civile, che<br />

esercitano un’attività economica con una serie <strong>di</strong> caratteristiche<br />

definite in via stabile e principale.<br />

Per attività principale s’intende quella per la quale i<br />

relativi ricavi sono superiori al 70% dei ricavi complessivi<br />

dell’organizzazione che esercita l’impresa sociale.<br />

Il decreto del Ministro dello Sviluppo economico e del<br />

Ministro <strong>della</strong> Solidarietà sociale del 24 gennaio 2008<br />

determina i criteri quantitativi e temporali per il computo<br />

<strong>della</strong> percentuale del 70% necessario a stabilire l’attività<br />

principale, definendo come “ricavi”:<br />

a) tutti i proventi che concorrono positivamente alla realizzazione<br />

del risultato gestionale nell’esercizio contabile<br />

<strong>di</strong> riferimento in caso <strong>di</strong> contabilità per competenza;<br />

b) tutte le entrate temporalmente riferibili all’anno <strong>di</strong><br />

riferimento nell’ipotesi <strong>di</strong> contabilità per cassa.<br />

Nel computo del rapporto si prendono in considerazione<br />

soltanto i ricavi <strong>di</strong>rettamente generati dalle attività <strong>di</strong><br />

utilità sociale, escludendo i ricavi relativi a:<br />

a) proventi da ren<strong>di</strong>te finanziarie o immobiliari,<br />

b) plusvalenze <strong>di</strong> tipo finanziario o patrimoniale,<br />

c) sopravvenienze attive,<br />

d) contratti o convenzioni con società ed enti controllati<br />

dall’organizzazione che esercita l’impresa sociale o<br />

controllanti la medesima.<br />

Ove sussista una <strong>di</strong>fficoltà nell’attribuire <strong>di</strong>rettamente ricavi<br />

fra <strong>di</strong>verse attività, il decreto prevede si utilizzi il criterio<br />

del numero <strong>di</strong> addetti impiegati per ciascuna attività.<br />

Le informazioni <strong>di</strong> cui sopra vengono pubblicate unitamente<br />

ai dati annuali <strong>di</strong> bilancio ed evidenziate anche<br />

all’interno del bilancio sociale, che deve essere redatto<br />

dall’organizzazione che esercita l’impresa sociale e<br />

depositato presso il Registro delle imprese al fine <strong>di</strong> rappresentare<br />

l’osservanza delle finalità sociali.<br />

Atti da depositare presso il Registro<br />

imprese e relative procedure<br />

Il decreto del Ministro <strong>della</strong> Solidarietà sociale e del<br />

Ministro dello Sviluppo economico del 24 gennaio<br />

2008 elenca innanzitutto gli atti e i documenti da<br />

depositare per via telematica presso l’ufficio del<br />

Registro delle imprese competente per territorio per<br />

l’iscrizione in apposita sezione del Registro delle<br />

imprese.<br />

Le imprese sociali,come stabilito dall’articolo 5,comma<br />

2 del decreto legislativo n.155/2006, devono depositare<br />

presso l’ufficio del Registro delle imprese competente<br />

per territorio – per via telematica o su supporto<br />

informatico – i seguenti documenti:<br />

a) atto costitutivo, statuto ed ogni loro successiva<br />

mo<strong>di</strong>ficazione;<br />

b) un documento che rappresenti adeguatamente la<br />

situazione economica e patrimoniale dell’impresa;<br />

c) il bilancio sociale;<br />

d) per i gruppi <strong>di</strong> imprese sociali,i documenti <strong>di</strong> cui alle<br />

precedenti lettere b) e c) in forma consolidata;<br />

e) ogni altro atto e documento previsto dalla vigente<br />

normativa.<br />

Il deposito dei documenti dev’essere effettuato entro<br />

trenta giorni dal verificarsi dell’evento; l’ufficio del<br />

Registro delle imprese procede all’iscrizione nell’apposita<br />

sezione una volta verificata la completezza formale<br />

<strong>della</strong> domanda.<br />

Il medesimo ufficio si riserva la facoltà <strong>di</strong> chiedere<br />

mo<strong>di</strong>fiche o integrazioni nell’ipotesi in cui ne ravvisi la<br />

necessità.<br />

Nel caso in cui l’organizzazione che esercita l’impresa<br />

sociale non provveda entro un congruo termine, l’ufficio<br />

può rifiutare il deposito dell’atto con provve<strong>di</strong>mento<br />

motivato.<br />

I co<strong>di</strong>ci attività attribuiti all’impresa sociale saranno<br />

quelli <strong>della</strong> classificazione Icnpo (International Classification<br />

of non Profit Organizations) elaborata dalle<br />

Nazioni Unite,che dovrà essere raccordata con la classificazione<br />

Ateco 2007.<br />

La classificazione Icnpo prevede la sud<strong>di</strong>visione delle<br />

attività in do<strong>di</strong>ci categorie: attività culturali e ricreative;<br />

istruzione e ricerca; sanità; assistenza sociale; attività<br />

ambientalista; promozione dello sviluppo economico e<br />

sociale <strong>della</strong> comunità locale; tutela degli inquilini e<br />

sviluppo del patrimonio abitativo; <strong>di</strong>ritti civili, tutela<br />

legale e politica; interme<strong>di</strong>ari filantropici e promozione<br />

del volontariato; attività internazionali; organizzazioni<br />

religiose; organizzazioni economiche, <strong>di</strong> titolari <strong>di</strong><br />

impresa, professionali e sindacali; altre attività.<br />

Legislazione<br />

IMPRESA SOCIALE: EMANATI I DECRETI ATTUATIVI<br />

Linee guida per la redazione del bilancio<br />

sociale<br />

Il decreto del Ministro <strong>della</strong> Solidarietà sociale del 24<br />

gennaio 2008, sentita l’Agenzia per le organizzazioni<br />

non lucrative <strong>di</strong> utilità sociale, contiene le linee guida<br />

per la redazione del bilancio sociale da parte delle<br />

organizzazioni che esercitano l’impresa sociale.<br />

In particolare, si stabilisce che il bilancio sociale debba<br />

avere un contenuto minimo concernente le seguenti cinque<br />

categorie <strong>di</strong> informazioni:informazioni generali sull’ente<br />

e sugli amministratori, struttura, governo ed amministrazione<br />

dell’ente, obiettivi e attività, esame <strong>della</strong><br />

situazione finanziaria, altre informazioni opzionali.<br />

Il bilancio sociale delle attività svolte va redatto annualmente,<br />

attraverso il coinvolgimento <strong>di</strong> tutti coloro che<br />

hanno prestato la propria attività presso l’impresa sociale,<br />

sia a titolo professionale che a titolo volontario, e<br />

dev’essere sottoposto all’approvazione dei medesimi<br />

organi sociali che approvano il bilancio <strong>di</strong> esercizio.<br />

Il relativo deposito presso il Registro delle imprese andrà<br />

effettuato, per via telematica o su supporto informatico,<br />

entro trenta giorni dalla sua approvazione.<br />

Le operazioni straor<strong>di</strong>narie<br />

Il decreto del Ministro <strong>della</strong> Solidarietà sociale del 24<br />

gennaio 2008, sentita l’Agenzia per le organizzazioni<br />

non lucrative <strong>di</strong> utilità sociale, in<strong>di</strong>vidua le modalità cui<br />

devono attenersi le organizzazioni che esercitano l’impresa<br />

sociale nel porre in essere le operazioni <strong>di</strong> trasformazione,<br />

fusione, scissione e cessione <strong>di</strong> azienda,<br />

attraverso l’adozione <strong>di</strong> linee guida volte a garantire<br />

la massima trasparenza alle fasi che precedono tali operazioni,<br />

ai criteri <strong>di</strong> valutazione adottati dalle organizzazioni<br />

coinvolte e ai risultati attesi, con l’intento <strong>di</strong> ridurre<br />

rischi <strong>di</strong> comportamenti elusivi <strong>della</strong> norma.<br />

Viene stabilita la procedura per il rilascio dell’autorizzazione<br />

alle operazioni straor<strong>di</strong>narie,prevedendo che gli<br />

organi <strong>di</strong> amministrazione segnalino al Ministero <strong>della</strong><br />

Solidarietà sociale l’intenzione <strong>di</strong> procedere ad una delle<br />

operazioni <strong>di</strong> trasformazione,fusione,scissione e cessione<br />

<strong>di</strong> azienda, allegando la relativa documentazione.<br />

L’autorizzazione del Ministero,sentita l’Agenzia per le organizzazioni<br />

non lucrative <strong>di</strong> utilità sociale,si intende concessa<br />

decorsi novanta giorni dalla ricezione <strong>della</strong> notificazione.<br />

Per quanto concerne le varie operazioni straor<strong>di</strong>narie, la<br />

norma rinvia alla <strong>di</strong>sciplina prevista dal Co<strong>di</strong>ce civile,<br />

avendo riguardo alla particolare natura dell’organizzazione<br />

che esercita l’impresa sociale.<br />

Andrea Manganiello


Legislazione 46<br />

IMPIANTI: NUOVA NORMATIVA<br />

Nella Gazzetta ufficiale n. 61 del 12 marzo 2008 è stato<br />

pubblicato il decreto n. 37 del 22 gennaio 2008<br />

“Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo<br />

11-quarterdecies, comma 13, lettera a) <strong>della</strong> legge n.<br />

248 del 2 <strong>di</strong>cembre 2005, recante rior<strong>di</strong>no delle <strong>di</strong>sposizioni<br />

in materia <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> installazione degli impianti<br />

all’interno degli e<strong>di</strong>fici”.<br />

Il decreto è stato adottato dal Ministero dello Sviluppo<br />

economico <strong>di</strong> concerto con il Ministero dell’Ambiente e<br />

<strong>della</strong> Tutela del territorio e del mare ed è entrato in vigore<br />

il 27 marzo 2008. Per dare una sintetica percezione dei<br />

contenuti vengono elencati <strong>di</strong> seguito i titoli degli articoli.<br />

1. Ambito <strong>di</strong> applicazione<br />

2. Definizioni relative agli impianti<br />

3. Imprese abilitate<br />

4. Requisiti tecnico-professionali<br />

5. Progettazione degli impianti<br />

6. Realizzazione ed installazione degli impianti<br />

7. Dichiarazione <strong>di</strong> conformità<br />

8. Obblighi del committente o del proprietario<br />

9. Certificato <strong>di</strong> agibilità<br />

10. Manutenzione degli impianti<br />

11. Deposito presso lo sportello unico per l’e<strong>di</strong>lizia del<br />

progetto, <strong>della</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità o del certificato<br />

<strong>di</strong> collaudo<br />

12. Contenuto del cartello informativo<br />

13. Documentazione<br />

14. Finanziamento dell’attività <strong>di</strong> normazione tecnica<br />

15. Sanzioni<br />

Tra le altre, le novità che qui interessano le <strong>Camere</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> Industria Artigianato Agricoltura e le<br />

Commissioni provinciali per l’Artigianato sono sommariamente<br />

sei.<br />

• Estensione del campo <strong>di</strong> applicazione a tutte le tipologie<br />

<strong>di</strong> impianti posti al servizio degli e<strong>di</strong>fici, in<strong>di</strong>-<br />

pendentemente dalla destinazione d’uso (civileindustriale).<br />

• Riassetto dei requisiti tecnico-professionali con<br />

aumento temporale,in taluni casi,del periodo lavorativo<br />

utile alla maturazione delle relative abilitazioni.<br />

• Inserimento del principio <strong>della</strong> preposizione unica:il<br />

responsabile tecnico potrà svolgere tale sua funzione<br />

per una sola impresa e la qualifica <strong>di</strong> responsabile<br />

tecnico sarà incompatibile con ogni altra attività continuativa.<br />

• Rideterminazione <strong>della</strong> classificazione degli impianti<br />

con l’inserimento, negli impianti elettrici, degli<br />

impianti <strong>di</strong> protezione contro le scariche atmosferiche,<br />

nonché degli impianti per l’automazione <strong>di</strong><br />

porte, cancelli e barriere.<br />

• Variazione degli obblighi inerenti il deposito <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità che va effettuato non<br />

più in <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> ma presso lo sportello<br />

unico per l’e<strong>di</strong>lizia del comune dove ha sede l’impianto<br />

che successivamente trasmetterà tale <strong>di</strong>chiarazione<br />

alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> per i propri compiti<br />

sanzionatori.<br />

• Soppressione espressa dell’Albo degli installatori.<br />

Come precedentemente accennato il decreto ministeriale<br />

ha proceduto ad una <strong>di</strong>versa classificazione degli<br />

impianti. Per semplicità e per chiarezza riporto il nuovo<br />

articolo (art. 1).<br />

“1.Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio<br />

degli e<strong>di</strong>fici, in<strong>di</strong>pendentemente dalla destinazione<br />

d’uso,collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze.Se<br />

l’impianto è connesso a reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione si<br />

applica a partire dal punto <strong>di</strong> consegna <strong>della</strong> fornitura.<br />

2.Gli impianti <strong>di</strong> cui al comma 1 sono classificati come segue:<br />

a) impianti <strong>di</strong> produzione, trasformazione, trasporto,<br />

<strong>di</strong>stribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica, impianti<br />

<strong>di</strong> protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli<br />

impianti per l’automazione <strong>di</strong> porte, cancelli e barriere;<br />

b) impianti ra<strong>di</strong>otelevisivi,le antenne e gli impianti elettronici<br />

in genere;<br />

c) impianti <strong>di</strong> riscaldamento, <strong>di</strong> climatizzazione, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento<br />

e <strong>di</strong> refrigerazione <strong>di</strong> qualsiasi natura o<br />

specie, comprese le opere <strong>di</strong> evacuazione dei prodotti<br />

<strong>della</strong> combustione e delle condense,e <strong>di</strong> ventilazione ed<br />

aerazione dei locali;<br />

d) impianti idrici e sanitari <strong>di</strong> qualsiasi natura o specie;<br />

e) impianti per la <strong>di</strong>stribuzione e l’utilizzazione <strong>di</strong> gas <strong>di</strong><br />

qualsiasi tipo,comprese le opere <strong>di</strong> evacuazione dei prodotti<br />

<strong>della</strong> combustione e ventilazione ed aerazione dei locali;<br />

f) impianti <strong>di</strong> sollevamento <strong>di</strong> persone o <strong>di</strong> cose per mezzo<br />

<strong>di</strong> ascensori, <strong>di</strong> montacarichi, <strong>di</strong> scale mobili e simili;<br />

g) impianti <strong>di</strong> protezione antincen<strong>di</strong>o.<br />

3. Gli impianti o parti <strong>di</strong> impianto che sono soggetti a<br />

requisiti <strong>di</strong> sicurezza prescritti in attuazione <strong>della</strong> normativa<br />

comunitaria, ovvero <strong>di</strong> normativa specifica, non<br />

sono <strong>di</strong>sciplinati, per tali aspetti, dalle <strong>di</strong>sposizioni del<br />

presente decreto”.


47<br />

Riporto altresì il vecchio articolo 1 <strong>della</strong> legge n.<br />

46/1990 per far notare la <strong>di</strong>versa classificazione.<br />

“1. Sono soggetti all’applicazione <strong>della</strong> presente legge i<br />

seguenti impianti relativi agli e<strong>di</strong>fici a<strong>di</strong>biti ad uso civile:<br />

a) gli impianti <strong>di</strong> produzione,<strong>di</strong> trasporto,<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

e <strong>di</strong> utilizzazione dell’energia elettrica all’interno<br />

degli e<strong>di</strong>fici a partire dal punto <strong>di</strong> consegna dell’energia<br />

fornita dall’ente <strong>di</strong>stributore;<br />

b) gli impianti ra<strong>di</strong>otelevisivi ed elettronici in genere, le<br />

antenne e gli impianti <strong>di</strong> protezione da scariche atmosferiche;<br />

c) gli impianti <strong>di</strong> riscaldamento e <strong>di</strong> climatizzazione<br />

azionati da fluido liquido, aeriforme, gassoso e <strong>di</strong> qualsiasi<br />

natura o specie;<br />

d) gli impianti idrosanitari nonché quelli <strong>di</strong> trasporto, <strong>di</strong><br />

trattamento, <strong>di</strong> uso, <strong>di</strong> accumulo e <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> acqua<br />

all’interno degli e<strong>di</strong>fici a partire dal punto <strong>di</strong> consegna<br />

dell’acqua fornita dall’ente <strong>di</strong>stributore;<br />

e) gli impianti per il trasporto e l’utilizzazione <strong>di</strong> gas allo<br />

stato liquido o aeriforme all’interno degli e<strong>di</strong>fici a partire<br />

dal punto <strong>di</strong> consegna del combustibile gassoso fornito<br />

dall’ente <strong>di</strong>stributore;<br />

f) gli impianti <strong>di</strong> sollevamento <strong>di</strong> persone o <strong>di</strong> cose per<br />

mezzo <strong>di</strong> ascensori,<strong>di</strong> montacarichi,<strong>di</strong> scale mobili e simili;<br />

g) gli impianti <strong>di</strong> protezione antincen<strong>di</strong>o.<br />

2. Sono altresì soggetti all’applicazione <strong>della</strong> presente<br />

legge gli impianti <strong>di</strong> cui al comma 1, lettera a), relativi<br />

agli immobili a<strong>di</strong>biti ad attività produttive, al commercio,<br />

al terziario e ad altri usi”.<br />

Le imprese che volessero intraprendere l’attività in<br />

esame, tramite un <strong>di</strong>rettore tecnico o/e un rappresentante<br />

legale, dovranno avere i nuovi requisiti tecnicoprofessionali<br />

in<strong>di</strong>cati nell’art. 4 del decreto ministeriale<br />

n. 37 che sono più “pesanti” rispetto alla vecchia legge<br />

sugli impianti, la n. 46 del 1990. La verifica dei requisiti<br />

in parola è affidata alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> per le<br />

imprese non artigiane e alla Commissione provinciale<br />

per l’Artigianato per le imprese artigiane. Riporto due<br />

articoli interessati, quello attuale e quello soppresso, per<br />

evidenziare in modo letterale le <strong>di</strong>fferenze e l’aumento<br />

<strong>della</strong> professionalità richiesta.<br />

“1. I requisiti tecnico-professionali sono, in alternativa,<br />

uno dei seguenti:<br />

a) <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> laurea in materia tecnica specifica conseguito<br />

presso una università statale o legalmente riconosciuta;<br />

b) <strong>di</strong>ploma o qualifica conseguita al termine <strong>di</strong> scuola<br />

secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa<br />

al settore delle attività <strong>di</strong> cui all’articolo 1, presso un<br />

istituto statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un<br />

periodo <strong>di</strong> inserimento, <strong>di</strong> almeno due anni continuativi,<br />

alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> una impresa del settore. Il<br />

periodo <strong>di</strong> inserimento per le attività <strong>di</strong> cui all’articolo 1,<br />

comma 2, lettera d) è <strong>di</strong> un anno;<br />

c) titolo o attestato conseguito ai sensi <strong>della</strong> legislazione<br />

vigente in materia <strong>di</strong> formazione professionale,previo un<br />

periodo <strong>di</strong> inserimento, <strong>di</strong> almeno quattro anni consecutivi,<br />

alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> una impresa del settore. Il<br />

periodo <strong>di</strong> inserimento per le attività <strong>di</strong> cui all’articolo 1,<br />

comma 2, lettera d) è <strong>di</strong> due anni;<br />

d) prestazione lavorativa svolta, alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze<br />

<strong>di</strong> una impresa abilitata nel ramo <strong>di</strong> attività cui si riferisce<br />

la prestazione dell’operaio installatore per un periodo<br />

non inferiore a tre anni, escluso quello computato ai<br />

fini dell’appren<strong>di</strong>stato e quello svolto come operaio qualificato,<br />

in qualità <strong>di</strong> operaio installatore con qualifica <strong>di</strong><br />

specializzato nelle attività <strong>di</strong> installazione, <strong>di</strong> trasformazione,<br />

<strong>di</strong> ampliamento e <strong>di</strong> manutenzione degli impianti<br />

<strong>di</strong> cui all’articolo 1.<br />

2. I perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> inserimento <strong>di</strong> cui alle lettere b) e c) e le<br />

prestazioni lavorative <strong>di</strong> cui alla lettera d) comma 1 possono<br />

svolgersi anche in forma <strong>di</strong> collaborazione tecnica<br />

continuativa nell’ambito dell’impresa da parte del titolare,<br />

dei soci e dei collaboratori familiari. Si considerano,<br />

altresì, in possesso dei requisiti tecnico-professionali ai<br />

sensi dell’articolo 4 il titolare dell’impresa, i soci ed i collaboratori<br />

familiari che hanno svolto attività <strong>di</strong> collaborazione<br />

tecnica continuativa nell’ambito <strong>di</strong> imprese abilitate<br />

del settore per un periodo non inferiore a sei anni.<br />

Per le attività <strong>di</strong> cui alla lettera d) dell’articolo 1, comma<br />

2, tale periodo non può essere inferiore a quattro anni”.<br />

(art. 4 del decreto ministeriale n. 37).<br />

“1. I requisiti tecnico-professionali <strong>di</strong> cui all’articolo 2,<br />

comma 2, sono i seguenti:<br />

a) laurea in materia tecnica specifica conseguita presso<br />

una università statale o legalmente riconosciuta;<br />

b) oppure <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> scuola secondaria superiore conseguito,<br />

con specializzazione relativa al settore delle attività<br />

<strong>di</strong> cui all’articolo 2, comma 1, presso un istituto statale<br />

o legalmente riconosciuto, previo un periodo <strong>di</strong> inserimento,<br />

<strong>di</strong> almeno un anno continuativo, alle <strong>di</strong>rette<br />

<strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> una impresa del settore;<br />

c) oppure titolo o attestato conseguito ai sensi <strong>della</strong> legislazione<br />

vigente in materia <strong>di</strong> formazione professionale, previo<br />

un periodo <strong>di</strong> inserimento, <strong>di</strong> almeno due anni consecutivi,<br />

alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> una impresa del settore;<br />

d) oppure prestazione lavorativa svolta,alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze<br />

<strong>di</strong> una impresa del settore, nel medesimo ramo <strong>di</strong><br />

attività dell’impresa stessa,per un periodo non inferiore a<br />

tre anni, escluso quello computato ai fini dell’appren<strong>di</strong>stato,<br />

in qualità <strong>di</strong> operaio installatore con qualifica <strong>di</strong><br />

specializzato nelle attività <strong>di</strong> installazione, <strong>di</strong> trasformazione,<br />

<strong>di</strong> ampliamento e <strong>di</strong> manutenzione degli impianti<br />

<strong>di</strong> cui all’articolo 1”.(art.3 <strong>della</strong> legge n.46 del 1990)<br />

Molte sono le perplessità e i quesiti sorti da più parti. In<br />

primo luogo il Ministero dello Sviluppo economico ha<br />

Legislazione<br />

<strong>di</strong>ffuso un parere sui quesiti interpretativi concernenti<br />

l’art. 13 relativo alla documentazione amministrativa e<br />

tecnica da allegare in caso <strong>di</strong> trasferimento, a qualsiasi<br />

titolo, <strong>di</strong> un immobile.Parere tendente a tranquillizzare il<br />

mercato immobiliare e i suoi operatori (notai, me<strong>di</strong>atori,<br />

acquirenti, ven<strong>di</strong>tori, affittuari, locatori….)<br />

Mentre sto scrivendo (prima decade del mese <strong>di</strong> aprile<br />

2008) il sistema camerale attende risposta a numerosi<br />

quesiti già posti al Ministero dello Sviluppo economico.<br />

Quesiti, principalmente, volti ad acquisire criteri uniformi<br />

per risolvere problemi aventi ad oggetto il passaggio<br />

dalla vecchia legge n. 46/1990 al decreto ministeriale n.<br />

37 privo <strong>di</strong> un articolo che riguarda, appunto, le norme<br />

transitorie.<br />

La platea <strong>di</strong> imprese interessate alla problematica in argomento<br />

in provincia secondo i dati in possesso dall’Ente<br />

camerale, sono circa 2.600 <strong>di</strong> cui 2.300 artigiani.<br />

Renato Gattolin<br />

PRATICHE TELEMATICHE ARTIGIANE: L’AVVIO<br />

DEL PROGETTO STARWEB<br />

L’ufficio Albo delle imprese artigiane presso la<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong> sta dando un ulteriore<br />

impulso all’utilizzo dell’invio telematico delle pratiche<br />

artigiane con l’adesione al progetto STARWEB<br />

(Sportello artigiano telematico), proposto dalla<br />

società Info<strong>Camere</strong> e già avviato da altre <strong>Camere</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> a livello nazionale.<br />

Il progetto, attualmente in fase <strong>di</strong> sperimentazione<br />

con alcune associazioni, propone una modalità più<br />

semplificata <strong>di</strong> compilazione <strong>della</strong> pratica telematica<br />

artigiana rispetto all’attuale sistema, dando la possibilità<br />

alle singole Commissioni provinciali per<br />

l’Artigianato <strong>di</strong> adattare la modulistica alle procedure<br />

ed istruzioni seguite nelle singole realtà territoriali.<br />

Tutto ciò allo scopo <strong>di</strong> incentivare l’utilizzo <strong>della</strong><br />

modalità telematica <strong>di</strong> invio delle pratiche artigiane<br />

in vista dell’implementazione del modello <strong>di</strong><br />

Comunicazione Unica previsto dalla riforma Bersani<br />

(art. 9 del d. l. n. 7/2007 conv. legge n. 40/2007).<br />

L’attuazione del progetto è a cura <strong>della</strong> CCIAA <strong>di</strong><br />

<strong>Treviso</strong> ed è gratuito per le associazioni, gli stu<strong>di</strong>, le<br />

imprese che avranno anche l’ulteriore possibilità,<br />

all’atto <strong>della</strong> compilazione <strong>della</strong> modulistica, <strong>di</strong> effettuare<br />

un controllo anagrafico <strong>di</strong> eventuali altre posizioni<br />

del richiedente a livello nazionale.<br />

Inoltre saranno programmati corsi <strong>di</strong> formazione gratuiti<br />

rivolti agli operatori professionali, volti ad offrire<br />

un supporto per l’utilizzo del nuovo sistema.<br />

Si ricorda comunque che già da ora è possibile inviare<br />

pratiche in via telematica all’Albo delle imprese<br />

artigiane con gli attuali sistemi (Fedra/FedraPlus).<br />

Teresa Ghiglione


Legislazione 48<br />

UE: ADOTTATA UFFICIALMENTE<br />

LA RIFORMA DEL SETTORE<br />

VITIVINICOLO<br />

Il Consiglio dei ministri <strong>della</strong> Comunità europea ha<br />

adottato il 29.04.2008 una riforma dell’Organizzazione<br />

comune del mercato vitivinicolo che era già stata<br />

oggetto, nel <strong>di</strong>cembre scorso, <strong>di</strong> un accordo politico fra i<br />

ministri dell’Agricoltura.<br />

Gli obiettivi <strong>della</strong> riforma<br />

La riforma persegue i seguenti obiettivi:<br />

• migliorare la competitività dei produttori <strong>di</strong> vino<br />

dell’Ue, rafforzare la notorietà dei vini <strong>di</strong> qualità,<br />

recuperare vecchi mercati e conquistarne <strong>di</strong> nuovi<br />

all’interno dell’Ue e nel mondo;<br />

• istituire un regime vitivinicolo basato su regole semplici,<br />

chiare ed efficaci, che permettano <strong>di</strong> equilibrare<br />

la domanda e l’offerta e in grado <strong>di</strong> salvaguardare le<br />

migliori tra<strong>di</strong>zioni <strong>della</strong> produzione vitivinicola europea,<strong>di</strong><br />

rafforzare il tessuto sociale <strong>di</strong> molte zone rurali<br />

e <strong>di</strong> garantire che la produzione sia realizzata nel<br />

rispetto dell’ambiente.<br />

La nuova politica europea nel settore del vino tiene<br />

conto delle preoccupazioni <strong>della</strong> società sul piano <strong>della</strong><br />

salute e <strong>della</strong> protezione dei consumatori,<strong>della</strong> necessaria<br />

compatibilità con le regole dell’Organizzazione<br />

mon<strong>di</strong>ale del commercio,<strong>della</strong> coerenza con la Pac riformata<br />

e <strong>della</strong> conformità con le prospettive finanziarie.<br />

Sintesi delle misure proposte<br />

La sfida è quella <strong>di</strong> adeguare il quadro normativo e la<br />

struttura <strong>di</strong> produzione per rendere il settore vitivinicolo<br />

europeo sostenibile e competitivo, con prospettive a<br />

lungo termine e assicurare, nel contempo, che le risorse<br />

<strong>di</strong> bilancio siano utilizzate in maniera ottimale.Ciò comporterà<br />

l’abolizione imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> tutte le misure che si<br />

sono rivelate inefficaci, in particolare il sostegno a favore<br />

dei sottoprodotti <strong>della</strong> <strong>di</strong>stillazione, la <strong>di</strong>stillazione <strong>di</strong><br />

alcole per usi commestibili e dei vini ottenuti da varietà<br />

a doppia classificazione, l’aiuto al magazzinaggio privato<br />

e le restituzioni all’esportazione. L’aiuto relativo ai<br />

mosti destinati all’arricchimento sarà abolito e parallelamente<br />

sarà istituito il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare lo zucchero<br />

per l’arricchimento.La misura relativa alla <strong>di</strong>stillazione <strong>di</strong><br />

crisi sarà sostituita da due misure <strong>di</strong> gestione delle crisi<br />

inserite nella rosa <strong>di</strong> misure finanziabili con la dotazione<br />

nazionale. L’approccio proposto si articola in due fasi: la<br />

prima, dal 2008 al 2013, sarà de<strong>di</strong>cata al ripristino dell’equilibrio<br />

del mercato aiutando i produttori meno<br />

competitivi ad abbandonare <strong>di</strong>gnitosamente l’attività in<br />

questo settore.Nel corso dell’intero periodo saranno istituite<br />

nuove misure per migliorare la competitività che,in<br />

una seconda fase, comprenderanno la soppressione dei<br />

<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> impianto a partire dal 1° gennaio 2014.<br />

Principali aspetti dell’Ocm vitivinicola<br />

riformata<br />

1. Misure regolamentari rinnovate, semplificate e<br />

snellite. Meno vincoli per i produttori<br />

Le restrizioni connesse ai <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> impianto saranno<br />

prorogate dal 2010 al 2013. A partire dal 1.1.2014, gli<br />

impianti <strong>di</strong> viti saranno liberalizzati per migliorare la<br />

competitività. Lo scopo è permettere ai produttori <strong>di</strong><br />

vino competitivi <strong>di</strong> espandere la produzione per recuperare<br />

vecchi mercati e conquistarne <strong>di</strong> nuovi nell’Ue e nei<br />

paesi terzi.<br />

Pratiche enologiche più adattabili<br />

L’incarico <strong>di</strong> approvare pratiche enologiche nuove o <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>ficare quelle esistenti verrà trasferito alla<br />

Commissione, che valuterà le pratiche ammesse<br />

dall’Organizzazione internazionale <strong>della</strong> vigna e del<br />

vino ed aggiungerà alcune <strong>di</strong> esse all’elenco delle pratiche<br />

ammesse dall’Ue.<br />

Miglioramento delle norme sull’etichettatura<br />

I vini con Igp e quelli con Dop costituiranno la base del<br />

concetto <strong>di</strong> vini <strong>di</strong> qualità dell’Ue.Verrà garantita la tutela<br />

delle politiche nazionali sulla qualità. L’etichettatura<br />

sarà semplificata e sarà ad esempio concesso ai vini<br />

dell’Ue senza in<strong>di</strong>cazione geografica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care il vitigno<br />

e l’annata.<br />

2. Istituzione <strong>di</strong> dotazioni nazionali per permettere<br />

agli Stati <strong>di</strong> far fronte alle situazioni proprie<br />

Sarà affidata ad ogni Stato membro produttore una<br />

dotazione finanziaria nazionale, calcolata in base a tre<br />

criteri oggettivi, ossia le rispettive percentuali <strong>di</strong> superficie<br />

vitata, produzione e spesa storica.<br />

Ricorrendo alle rispettive dotazioni nazionali gli Stati<br />

membri potranno finanziare le misure <strong>di</strong> loro scelta a<br />

partire da una rosa <strong>di</strong> possibilità: nuovi aiuti per la promozione<br />

nei paesi terzi; il regime <strong>di</strong> ristrutturazione e<br />

riconversione; nuovo aiuto per la vendemmia verde;<br />

nuove misure <strong>di</strong> gestione delle crisi, come assicurazioni<br />

contro calamità naturali e copertura delle spese amministrative<br />

per la costituzione <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> mutualizzazione<br />

specifici.<br />

3. Misure <strong>di</strong> sviluppo rurale<br />

Una parte dei fon<strong>di</strong> verrà trasferita a misure <strong>di</strong> sviluppo<br />

rurale riservate alle regioni vitivinicole.Tali misure possono<br />

includere l’inse<strong>di</strong>amento dei giovani agricoltori, il<br />

miglioramento <strong>della</strong> commercializzazione, la formazione<br />

professionale, il sostegno alle organizzazioni <strong>di</strong> produttori,<br />

i finanziamenti destinati a coprire le spese supplementari<br />

e le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to derivanti dal mantenimento<br />

dei paesaggi culturali, nonché il prepensionamento.<br />

4. Informare meglio i consumatori sui vini europei<br />

La Commissione intende portare avanti con determinazione<br />

una politica <strong>di</strong> informazione e promozione<br />

responsabile. È opportuno avvalersi <strong>di</strong> tutte le possibilità<br />

che offre la normativa comunitaria in vigore e creare<br />

alcune nuove <strong>di</strong>sposizioni per realizzare:<br />

• nuovi progetti <strong>di</strong> promozione fuori dei confini dell’Ue<br />

con il ricorso alle dotazioni nazionali;<br />

• progetti <strong>di</strong> promozione mirati,me<strong>di</strong>ante il ricorso alle<br />

risorse dello sviluppo rurale a favore delle organizzazioni<br />

<strong>di</strong> produttori che aderiscono ai sistemi qualità;<br />

• nuove campagne <strong>di</strong> informazione sul consumo<br />

responsabile e moderato <strong>di</strong> vino.<br />

5. Prevenire i rischi ambientali<br />

Le problematiche ambientali meritano <strong>di</strong> essere prese in<br />

considerazione nell’intera filiera <strong>della</strong> produzione e<br />

<strong>della</strong> commercializzazione del vino, a partire dalle pratiche<br />

colturali per arrivare ai meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasformazione.La<br />

Commissione vuole far sì che la riforma del settore vitivinicolo<br />

migliori l’impatto ambientale <strong>della</strong> viticoltura e<br />

<strong>della</strong> vinificazione, in particolare per quanto riguarda<br />

l’erosione e l’inquinamento del suolo,l’uso <strong>di</strong> fitofarmaci<br />

e la gestione dei rifiuti.<br />

6. Offrire alternative ai produttori meno competitivi<br />

Anche se molti produttori sono già competitivi o <strong>di</strong>venteranno<br />

più competitivi grazie alle nuove misure proposte<br />

nella riforma, attualmente alcuni <strong>di</strong> loro attraversano una<br />

congiuntura <strong>di</strong>fficile. Per offrire la possibilità <strong>di</strong> abbandonare<br />

l’attività nel settore vitivinicolo è necessario mantenere<br />

in vigore un regime <strong>di</strong> abbandono definitivo.<br />

Tuttavia, per evitare problemi sociali e/o ambientali, gli<br />

Stati membri saranno autorizzati a limitare le estirpazioni<br />

sui vigneti <strong>di</strong> montagna e in forte pendenza, nelle<br />

regioni con particolari vincoli ambientali,e/o a cessare il<br />

regime <strong>di</strong> estirpazione se la superficie complessiva<br />

espiantata supera il 10% <strong>della</strong> superficie vitata totale<br />

del paese.<br />

7. Scambi con i paesi terzi<br />

Tenendo presente che i negoziati in sede Omc sono tuttora<br />

in corso e che il loro esito non è ancora noto, la proposta<br />

<strong>di</strong> riforma lascia inalterato l’attuale quadro normativo<br />

relativo agli scambi con l’estero, tranne le restituzioni<br />

all’esportazione <strong>di</strong> cui viene proposta l’abrogazione.<br />

8. Rafforzare la coerenza <strong>della</strong> Pac, la semplificazione<br />

e la conformità con la normativa comunitaria<br />

La proposta prevede la semplificazione <strong>della</strong> legislazione,<br />

la semplificazione delle procedure amministrative<br />

per le autorità pubbliche (comunitarie, nazionali o<br />

regionali) e per i privati. Ad esempio, la semplificazione<br />

amministrativa che scaturisce dall’abolizione delle<br />

misure <strong>di</strong> mercato e dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> impianto a partire dal<br />

2014 rappresenta un vantaggio considerevole <strong>della</strong><br />

riforma proposta.Dovrebbe essere incoraggiata anche la<br />

semplificazione e la trasmissione elettronica dei documenti<br />

<strong>di</strong> accompagnamento.<br />

La Commissione darà inizio al processo <strong>di</strong> adozione dei<br />

primi regolamenti sulle modalità <strong>di</strong> applicazione per far<br />

sì che la riforma possa entrare in vigore l’1.1.2008.<br />

Mario Cocco


49<br />

Legislazione


Biblioteca 50<br />

SELEZIONE ARTICOLI: SVILUPPO SOSTENIBILE<br />

Titolo Autore/i Perio<strong>di</strong>co, fascicolo, pagg. E<strong>di</strong>zione<br />

Beni pubblici specifici e sviluppo locale sostenibile: Bellan<strong>di</strong>, Marco Sviluppo locale, 22/2003, 3-23 Torino: Rosenberg & Sellier<br />

alcune considerazioni preliminari<br />

Consumo socialmente responsabile, felicità e sviluppo sostenibile Becchetti, Leonardo; Etica ed economia, 2/2004, 149-172 Foligno: Nemetria<br />

Solferino, Nazaria<br />

Cultura materiale e sviluppo economico sostenibile Moreno,Yasmin Jalil; Sviluppo locale, 26/2005, 31-50 Torino: Rosenberg & Sellier<br />

Santagata,Walter;Tabassum,<br />

Arif<br />

Gestione delle risorse umane e sviluppo sostenibile in aziende agricole Pascotto, Sabrina Economia e società regionale, Milano: F. Angeli<br />

a <strong>di</strong>versificazione produttiva 3/2006, 25-45<br />

Il potenziamento delle infrastrutture per uno sviluppo turistico sostenibile Querini, Giulio Rivista italiana <strong>di</strong> economia demografia Roma: Sieds<br />

e statistica, 3-4/2006, 107-128<br />

Il principio <strong>di</strong> compossibilità responsabile e una misura dello sviluppo Agnati, Achille Nuova economia e storia, 1-2/2002, 9-38 Pisa: Ipem<br />

economico sostenibile<br />

Il ruolo dei costi ambientali nello sviluppo eco-sostenibile Giaccari, Francesco; Rivista italiana <strong>di</strong> ragioneria e <strong>di</strong> eco- Roma: Rirea<br />

Di Cagno, Pierluca nomia aziendale, 11-12/2002, 537-554<br />

Il ruolo dell’agricoltura nel quadro dello sviluppo sostenibile Caiati, Gabriele Rivista <strong>di</strong> economia agraria, 1/2006, 59-86 Napoli: E<strong>di</strong>zioni<br />

scientifiche italiane<br />

Il turismo come economia alternativa: alla ricerca <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>gma Toppan, Romano Turistica, 3/2002, 55-80 Firenze: Mercury<br />

<strong>di</strong> sviluppo sostenibile tra new e old economy<br />

La complementarietà fra città e campagna per lo sviluppo sostenibile: Iacoponi, Luciano Rivista <strong>di</strong> economia agraria, Napoli: E<strong>di</strong>zioni<br />

il concetto <strong>di</strong> bioregione 4/2004, 443-476 scientifiche italiane<br />

L’economia cooperativa per uno sviluppo locale integrato e sostenibile Schneider, Josè Odelso Rivista <strong>della</strong> cooperazione, Roma: Istituto italiano<br />

4/2004, 114-134 <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> cooperativi<br />

“Luigi Luzzatti”<br />

Lo sviluppo sostenibile Creaco, Salvo Il pensiero economico moderno, Pisa: Ipem<br />

2-3/2002, 211-228<br />

Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo e commercio agro-alimentare: Mariani, Angela Carla; Rivista <strong>di</strong> economia agraria, Napoli: E<strong>di</strong>zioni<br />

iniziative per uno sviluppo socialmente sostenibile Viganò, Elena;Viganò, Laura 2-3/2002, 271-298 Scientifiche Italiane<br />

Premesse concettuali alla definizione delle con<strong>di</strong>zioni Broglia Guiggi, Angela; Rivista italiana <strong>di</strong> ragioneria e <strong>di</strong> eco- Roma: Rirea<br />

<strong>di</strong> sviluppo sostenibile per le imprese Turco, Paolo nomia aziendale, q. 35/2005, 1-64<br />

Seminario sullo sviluppo sostenibile Scotto <strong>di</strong> Carlo, Giovanpietro Rivista bancaria, 1/2004, 77-78 Milano: Minerva bancaria<br />

Sistemi <strong>di</strong> energy management per lo sviluppo sostenibile Andriola, Luca; Calò, Eugenio Turistica, 4/2005, 71-80 Firenze: Mercury<br />

e l’efficienza energetica del settore turistico<br />

Sviluppo sostenibile e sicurezza sanitaria: le patologie emergenti Totaro, M.; Zollo, A.; Aloj, E. Stu<strong>di</strong> economici e sociali, 1/2004, 85-90 Pisa: Ipem<br />

Sviluppo sostenibile e sviluppo umano: un approccio integrato Costantini,Valeria Rivista <strong>di</strong> politica economica, Roma: Sipi<br />

3-4/2006, 129-178<br />

Sviluppo turistico sostenibile ed in<strong>di</strong>catori <strong>della</strong> vocazione territoriale:<br />

questioni <strong>di</strong> metodo e casi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

De Montis, Andrea Turistica, 1-2/2001, 13-30 Firenze: Mercury<br />

Anna Moran<strong>di</strong>n<br />

Gli articoli, in<strong>di</strong>viduati effettuando lo spoglio <strong>di</strong> riviste specializzate, sono <strong>di</strong>sponibili nel testo integrale, presso la biblioteca comunale.


51<br />

SELEZIONE ARTICOLI: CONTRATTI PUBBLICI<br />

Biblioteca<br />

Titolo Autore/i Perio<strong>di</strong>co, fascicolo, pagg. E<strong>di</strong>zione<br />

La co<strong>di</strong>ficazione dei contratti pubblici: lineamenti generali Alberti, Piergiorgio Economia e <strong>di</strong>ritto del terziario, Milano: F. Angeli<br />

2/2006, 281-290<br />

Mo<strong>di</strong>fiche ai contratti <strong>di</strong> somministrazione tra gestori Colombari, Stefano <strong>Commercio</strong> e servizi, 3/2000, 571-592 Rimini: Maggioli<br />

<strong>di</strong> servizi pubblici locali e utenti<br />

Il nuovo co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici <strong>di</strong> lavori, servizi e forniture. De Benetti, Cristina I contratti dello Stato e degli Enti pubblici, Rimini: Maggioli<br />

Il riparto <strong>di</strong> potestà legislativa tra Stato e regioni 2/2007, 229-242<br />

Glosse in tema <strong>di</strong> rinnovo dei contratti pubblici Della Porta, Pierfrancesco I contratti dello Stato e degli Enti pubblici, Rimini: Maggioli<br />

2/2006, 207-218<br />

Forum Co<strong>di</strong>ce Contratti pubblici. Modalità <strong>di</strong> affidamento. Di Giulio, Rosalba Rivista <strong>della</strong> Corte dei Conti, Roma: IPZS<br />

“Le concessioni <strong>di</strong> pubblici servizi” 4/2006, 274-304<br />

Appalti pubblici <strong>di</strong> forniture e somministrazioni D’Ottavi, Luigi Giustizia amministrativa, Roma: IPZS<br />

nel “Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici” 4/2006, 642-650<br />

La tutela cautelare ante causam nel Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici: Gallo, Carlo Emanuele Giustizia amministrativa, 1/2007, 49-52 Roma: IPZS<br />

problemi e prospettive<br />

La Finanziaria 2000 apre la caccia ai contratti pubblici Giacchetti, Salvatore Il Consiglio <strong>di</strong> Stato, 4/2000, II, 789-791 Roma: Itale<strong>di</strong><br />

La nozione co<strong>di</strong>cistica <strong>di</strong> contratto pubblico Iaione, Christian Giustizia amministrativa, 2/2007, 286-332 Roma: IPZS<br />

Considerazioni sull’interpretazione delle “clausole” contenute nelle norme Italia,Vittorio Il foro amministrativo T.A.R., Milano: Giuffrè<br />

del Co<strong>di</strong>ce dei Contratti pubblici e nelle <strong>di</strong>sposizioni dei contratti pubblici 10/2007, 3320-3328<br />

Figure innovative del co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici: l’accordo quadro Martelli, Raffaello I contratti dello Stato e degli Enti pubblici, Rimini: Maggioli<br />

1/2007, 23-37<br />

Dalla tangente dei contratti <strong>di</strong> tesoreria alle sponsorizzazioni Michielan, Primo Il <strong>di</strong>ritto <strong>della</strong> regione, 1-2/2003, 105-112 Padova:Cedam<br />

degli appalti <strong>di</strong> servizi e lavori pubblici locali<br />

I criteri <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione nel nuovo Co<strong>di</strong>ce sui contratti pubblici relativi Miconi, Leonardo Giustizia amministrativa, Roma: IPZS<br />

ai lavori, servizi e forniture: la in<strong>di</strong>viduazione delle offerte anomale 4/2007, 755-778<br />

e fenomeni <strong>di</strong> turbativa delle gare<br />

Il criterio del prezzo più basso e la congruità delle offerte nell’aggiu<strong>di</strong>cazione Miconi, Leonardo Giustizia amministrativa, 1/2007, 80-91 Roma: IPZS<br />

dei contratti pubblici alla luce del D.L.vo 12.04.2006, n. 163<br />

La progettazione nei contratti pubblici <strong>di</strong> lavori, servizi e forniture Miconi, Leonardo Giustizia amministrativa, Roma: IPZS<br />

alla luce del decreto legislativo 12.04.2006 n. 163 4/2006, 745-758<br />

La concessione <strong>di</strong> servizi nel Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici Mozzati, Andrea Economia e <strong>di</strong>ritto del terziario, Milano: F. Angeli<br />

2/2006, 291-304<br />

Note sparse sui contratti degli enti pubblici. Pagliarin, Carola I contratti dello Stato e degli Enti pubblici, Rimini: Maggioli<br />

Linee essenziali <strong>di</strong> una materia complessa 2/2004, 187-210<br />

Gli appalti delle società a partecipazione pubblica nei settori speciali Petrone, Iole Giustizia amministrativa, Roma: IPZS<br />

e la <strong>di</strong>sciplina del “co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici” 4/2006, 824-827<br />

L’accesso delle imprese provenienti dai Paesi terzi alle gare d’appalto Pirocchi, Gabriele I contratti dello Stato e degli Enti Rimini: Maggioli<br />

comunitarie, ovvero <strong>della</strong> globalizzazione nel settore dei contratti pubblici pubblici, 1/2003, 19-34<br />

Quale sorte per la proroga ed il rinnovo dei contratti pubblici <strong>di</strong> fornitura Scicolone, Dorotea I tribunali amministrativi regionali, Roma: Itale<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> beni e servizi dopo la legge comunitaria 2004? 5-6/2005, II, 275-286<br />

La <strong>di</strong>sciplina dei contratti pubblici e la co<strong>di</strong>ficazione del 2006 Zambar<strong>di</strong>, Sergio I contratti dello Stato e degli Enti pubblici,<br />

4/2007, 517-522<br />

Rimini: Maggioli<br />

Anna Moran<strong>di</strong>n<br />

Gli articoli, in<strong>di</strong>viduati effettuando lo spoglio <strong>di</strong> riviste specializzate, sono <strong>di</strong>sponibili nel testo integrale, presso la biblioteca comunale.


Report 52<br />

PREZZI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI TREVISO<br />

MEDIE MENSILI MARZO 2008<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008<br />

CEREALI E SEMI OLEOSI (Alla tonnellata, IVA eslusa,<br />

merce f.co veicolo, partenza magazzino ven<strong>di</strong>tore)<br />

FRUMENTO TENERO<br />

NAZIONALE<br />

N. 1 SUPERFINO (p.s. min. 80, imp. 1%, umi<strong>di</strong>tà 14%,<br />

W min. 280, P/L max 0,8, glutine min. 33%, prot. 13%) t - -<br />

N. 2 FINO (p.s. min. 79, imp. 1%, umid. 14%,W min. 180,<br />

P/L max 0,8, glutine min. 26%, i.c. 280, prot. 12%) “ 175,25 -<br />

N. 3 BUONO MERCANTILE (p.s. min. 78, imp. 1%, umid. 14%, “ 171,75 275,00<br />

i.c. 250 min.)<br />

N. 4 MERCANTILE (p.s. inferiore a 74, imp. 1%, umid. 14%) “ - 270,00<br />

FRUMENTI ESTERI<br />

(Nazionalizzata, rinfusa f.co veicolo partenza VE)<br />

Francese (p.s. 76/77) “ - -<br />

Northern Spring n. 2 (prot. 15%) “ 206,00 -<br />

Manitoba n. 1 “ 221,00 -<br />

Grano Australiano prime hard “ 266,75 -<br />

Estero (p.s. 74/75) (franco arrivo) “ - -<br />

Tedesco (franco arrivo) “ - -<br />

Austriaco (franco arrivo) “ - -<br />

GRANONI Rinfusa, partenza magazzino ven<strong>di</strong>tore, “<br />

franco veicolo, essiccato, 14% umi<strong>di</strong>tà<br />

(caratteristiche a norma <strong>di</strong> legge)<br />

NAZIONALI<br />

IBRIDO GIALLO<br />

1: Semivitreo “ 163,50 -<br />

3: uso zootecnico <strong>Treviso</strong> - Venezia “ 158,00 226,88<br />

3: uso zootecnico Friuli “ 155,38 224,13<br />

2: uso alimentare <strong>Treviso</strong> - Venezia “ - -<br />

2: uso alimentare Friuli “ - -<br />

A stagione da essiccare (base 25% um.) “ - -<br />

IBRIDO BIANCO<br />

3: uso zootecnico “ 177,50 242,50<br />

2: uso alimentare “ 192,50 262,50<br />

Ibrido bianco semivitreo “ 334,00 -<br />

ESTERI<br />

Franco arrivo TV-VE umi<strong>di</strong>tà 14%<br />

Giallo comunitario “ 161,00 228,50<br />

ALTRI CEREALI<br />

ORZO<br />

Nazionale<br />

p.s. inferiore a 62 - umi<strong>di</strong>tà 14% - imp. 2% “ - -<br />

p.s. superiore a 62 - umi<strong>di</strong>tà 14% - imp. 2% “ 172,50 256,50<br />

Estero<br />

Comunitario p.s. 64/65 - Partenza VE “ - 254,25<br />

p.s. 64/65 (franco arrivo) “ 174,25 256,50<br />

SORGO Estero p.s. 64/65 (franco arrivo) “ - -<br />

AVENA ESTERA Bianca p.s. 50/55 (f.co arrivo) “ 214,75 263,00<br />

SEMI OLEOSI:<br />

seme <strong>di</strong> soia nazionale um. 14% imp. 2% partenza TV-VE “ 248,75 462,75<br />

seme <strong>di</strong> soia estera um. 14% imp. 2% partenza VE GM “ 246,88 450,50<br />

seme <strong>di</strong> soia estera um. 14% imp. 2% partenza RA GM “ 246,13 453,50<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008<br />

seme tostato partenza stabilimento (um. 13%) “ 272,50 486,25<br />

PRODOTTI DELLA MOLITORIA<br />

Alla tonnellata, IVA esclusa<br />

FARINE DI GRANO TENERO<br />

CARATT. DI LEGGE - rinfusa partenza t 222,50 367,50<br />

CARATTERISTICHE DI LEGGE (s.carta-f.co panificio)<br />

tipo 00 - cen. 0,5 - glut. 7 “ 355,00 495,00<br />

tipo 0 - cen. 0,6 - glut. 9 “ 350,00 487,50<br />

GLUTINE SUP. AL MINIMO DI LEGGE (s.carta-f.co panificio)<br />

tipo 00 - cen. 0,45 - glut. 12-13 “ 480,00 603,75<br />

tipo 0 - cen. 0,6 - glut. 11-12 “ 397,50 531,25<br />

PER PASTICCERIA “ 505,00 613,75<br />

PRODOTTI DEL GRANO DURO<br />

(f.co pastificio - um. 14,5%) rinfusa<br />

Semola (cen. 0,70-0,90) “ 310,00 717,50<br />

PRODOTTI DEL GRANOTURCO<br />

(f.co partenza - imb. compreso)<br />

Farina bianca nostrana “ 372,50 475,00<br />

Farina bianca granita “ 417,50 495,00<br />

Farina gialla nostrana nazionale “ 302,50 380,00<br />

Farina gialla granita nazionale “ 322,50 400,00<br />

Spezzato degerminato tenero “ 222,50 295,50<br />

SOTTOPRODOTTI DEL FRUMENTO<br />

(f.co arrivo provincia)<br />

CRUSCA E CRUSCHELLO<br />

in sacco “ 163,25 203,75<br />

rinfusa “ 135,50 173,75<br />

rinf. in pellets <strong>di</strong> grano tenero “ 135,50 180,50<br />

rinf. in pellets <strong>di</strong> grano duro “ 135,50 180,50<br />

TRITELLO<br />

in sacco “ 168,25 213,75<br />

rinfusa “ 140,50 183,75<br />

FARINACCIO<br />

in sacco “ 172,50 267,50<br />

rinfusa “ 152,50 235,00<br />

SOTTOPRODOTTI DEL GRANOTURCO<br />

(alla rinfusa - f.co partenza)<br />

Farinetta “ 146,38 216,50<br />

Germe (base 20% grassi) “ 160,50 304,00<br />

PRODOTTI ALIMENTAZIONE BESTIAME<br />

alla tonnellata, rinfusa arrivo, IVA esclusa<br />

FARINE DI ORIGINE VEGETALE<br />

Farina <strong>di</strong> erba med. <strong>di</strong>sid.pr. 17/18% stq - fibra 24<br />

betacarotene 150-180 t 140,50 237,50<br />

Farina erba med. <strong>di</strong>sid. pr. 16/17% stq - fibra 26<br />

betacarotene 120-150 “ - -<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia naz. pr. 48% stq GM “ 239,25 374,75<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia estera pr. 48% stq GM “ 238,38 371,25<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia nazionale e/o USA pr. 44% stq GM “ 227,00 367,00<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia nazionale pr. 44% stq “ 242,00 384,25<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia bras./arg. in pellets pr.44% stq GM “ - -<br />

Farina estr. girasole non sgusciato estero “ 118,00 -


53<br />

Report<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008<br />

Farina estr. girasole sgusciato proteico estero “ 133,50 263,50<br />

Farina estr. girasole nazionale pr. 28-29% stq “ 118,00 242,50<br />

Farina estr. colza nazionale prot. 37% stq “ - 255,50<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> germe <strong>di</strong> mais prot. 19-20% stq “ 150,75 255,50<br />

FARINE DI ORIGINE ANIMALE<br />

Farina <strong>di</strong> aringhe danesi “999”pr. 72% stq in sacco “ 1.250,00 1.020,00<br />

Farina <strong>di</strong> pesce Perù/Cile pr. 65% stq “ 1.165,00 927,50<br />

SFARINATI, PANNELLI, ALTRI<br />

Erba med. <strong>di</strong>sid. pellets pr. 15-16% stq fibra 28 “ 129,00 222,50<br />

Sfarinato <strong>di</strong> fieno pr. 7-8% stq fibra 35-40 “ 110,50 142,50<br />

Pannello/Expeller <strong>di</strong> lino estero pr. 34% stq “ - -<br />

Glutine <strong>di</strong> granoturco pr. 55-58% stq “ 543,75 627,50<br />

Semola glutinata <strong>di</strong> mais pr. 17-18% stq “ 138,13 235,50<br />

POLPE ESSICCATE<br />

<strong>di</strong> bietole in fettuccie “ - -<br />

<strong>di</strong> bietole in pellets “ 169,50 247,25<br />

PASTE ALIMENTARI (f.co dettagliante)<br />

in confezioni da kg 5 kg 0,80 1,30<br />

in confezioni da kg 1 “ 0,90 1,35<br />

in confezioni da kg 0,500 “ 0,93 1,40<br />

RISO (f.co mag. grossista - in confezioni da 1 kg)<br />

Originario kg 0,60 0,58<br />

Padano “ 0,84 0,81<br />

Vialone nano “ 1,19 1,16<br />

Ribe (R.B.) “ 0,86 0,83<br />

S. Andrea “ 0,85 0,83<br />

Arborio “ 1,19 1,04<br />

VINI (alla produzione, al grado/100 lt)<br />

ROSSI DI PIANURA<br />

Rossi comuni da tavola gr. 10,0-11,0 2,90 3,30<br />

Merlot del Veneto gr. 10,0-12,0 3,20 3,60<br />

Merlot del Veneto gr. 11,0-12,0 - -<br />

Merlot del Piave D.O.C. 3,85 4,25<br />

Cabernet del Veneto gr.11,0-13,0 3,75 3,95<br />

Cabernet del Piave D.O.C. 5,00 5,00<br />

Pinot nero del Veneto gr. 10,5/12,0 - 9,50<br />

Raboso rosso del Veneto gr. 9,0-11,0 3,40 4,05<br />

Raboso rosato del Veneto gr. 9,5-11,0 3,40 4,35<br />

Raboso del Piave D.O.C. - -<br />

ROSSI DI COLLINA<br />

Merlot del Montello e dei Colli Asolani D.O.C. 6,75 6,75<br />

Cabernet del Montello e dei Colli Asolani D.O.C 7,75 7,75<br />

BIANCHI DI PIANURA<br />

Bianchi comuni da tavola gr. 9,0-11,0 3,30 4,20<br />

IGT VENETO gr. 10,5-12,0 3,50 4,45<br />

TAI (Tocai Friulano) del Veneto gr. 10,5-12,5 - 4,65<br />

Verduzzo del Veneto gr. 10,0-12,0 4,15 5,75<br />

Verduzzo del Piave DOC 5,25 6,50<br />

Pinot bianco del Veneto gr. 9,5-12,5 5,05 6,25<br />

Pinot bianco del Piave D.O.C. 5,75 -<br />

Pinot grigio del Veneto gr. 12,0-12,5 (da agosto ‘07, al litro) 7,73 1,40<br />

Pinot grigio del Piave D.O.C. (da agosto ‘07, al litro) 8,15 1,60<br />

Chardonnay del Veneto gr. 9,5-12,5 4,55 6,15<br />

Chardonnay del Piave DOC 5,05 -<br />

Incrocio Manzoni 6.0.13 del Veneto gr. 11,0-12,5 5,05 6,25<br />

Sauvignon del Veneto gr. 10,0-12,0 4,25 6,25<br />

Prosecco del Veneto gr. 10,0 ca (da agosto ‘07, al litro) 9,19 1,25<br />

BIANCHI DI COLLINA<br />

Prosecco dei Colli Trevigiani gr. 10,0 ca (da agosto ‘07, al litro) 9,40 1,30<br />

Prosecco <strong>di</strong> Conegliano-Valdobbiadene D.O.C. (al litro) 1,75 2,08<br />

Prosecco Superiore <strong>di</strong> Cartizze D.O.C. (al litro) 3,35 5,75<br />

Prosecco del Montello e dei Colli Asolani D.O.C. (al litro) 1,25 1,35<br />

PINOTS E CHARDONNAY (al litro) - 1,25<br />

VINO Novello rosso gra<strong>di</strong> 12 circa (al litro) - -<br />

MOSTI (f.co arrivo, gr. feheling in peso x 0,6 per 100 kg)<br />

Mosto concentrato rosso 2,80 -<br />

Mosto concentrato rettificato nazionale 2,75 3,40<br />

ACETI E SPIRITI (f.co magazzino grossista)<br />

Aceto <strong>di</strong> vino (6% acid. acetica tot. decolorato) al litro 0,99 1,21<br />

Aceto <strong>di</strong> vino (6% acid. acetica tot. bianco/rosso) al litro 0,97 1,18<br />

SPIRITI (da produttore, merce nuda, f.co partenza su<br />

autocisterna, imp. cons. - accisa compresa)<br />

Alcool puro a non meno <strong>di</strong> 95° da melasso gr/100 litri 878,18 872,20<br />

Alcool puro a non meno <strong>di</strong> 95° da cereali gr/100 litri 880,68 881,68<br />

Vinaccioli secchi (partenza <strong>di</strong>stilleria) 100 kg 13,00 13,00<br />

Grappa Veneta <strong>di</strong> vinaccia 75-80° gr/100 litri 1.003,89 1.003,89<br />

Acquavite <strong>di</strong> vino invecchiata oltre 3 anni gr/100 litri 973,10 993,10<br />

UOVA FRESCHE DI GALLINA CAT. “A”<br />

(f.co centro <strong>di</strong> imballaggio, colorate) + IVA<br />

XL gran<strong>di</strong>ssime + <strong>di</strong> 73 grammi 100 pz 10,60 11,50<br />

L gran<strong>di</strong> da 63 a 73 grammi “ 10,10 10,68<br />

M me<strong>di</strong>e da 53 a 63 grammi “ 9,70 10,30<br />

S piccole meno <strong>di</strong> 53 grammi “ 9,00 9,43<br />

A PESO IN NATURA (al kg + IVA)<br />

fino a 53 grammi kg 0,97 1,06<br />

da 54 a 63 grammi “ 1,08 1,10<br />

oltre 63 grammi “ 1,06 1,09<br />

OLI DI OLIVA f.co mag. grossista<br />

(in confezioni da 1 a 5 lt)<br />

aci<strong>di</strong>tà massima 2% lt 4,13 4,18<br />

extra vergine aci<strong>di</strong>tà massima 1% “ 4,33 4,45<br />

OLI DI SEMI f.co mag. grossista (in latte da 1 a 25 lt)<br />

vari “ 1,28 1,65<br />

<strong>di</strong> girasole “ 1,08 1,37<br />

<strong>di</strong> mais “ 1,08 1,24<br />

<strong>di</strong> arachide “ 1,20 1,36<br />

SALUMI (f.co magazzino grossista)<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> S. Daniele con osso kg 10,90 11,20<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> S. Daniele <strong>di</strong>sossato s.v. “ 13,15 13,45<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma con osso “ 9,50 10,10<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma <strong>di</strong>sossato s.v. “ 11,80 12,50<br />

Prosciutto cotto <strong>di</strong> alta qualità “ 7,70 7,70<br />

Prosciutto cotto scelto “ 6,25 6,25<br />

Prosciutto cotto “ 5,40 5,40<br />

Prosciutto cotto <strong>di</strong> spalla normale “ - -<br />

Prosciutto cotto <strong>di</strong> spalla sgrassata “ - -<br />

Speck IGP “ 9,10 9,10<br />

Speck non IGP “ 7,20 7,20<br />

Morta<strong>della</strong> puro suino IGP “ 5,30 5,30<br />

Morta<strong>della</strong> puro suino non IGP “ 3,95 3,95<br />

Sopressa nostrana casalinga “ 7,75 7,85<br />

Sopressa nostrana industriale “ 6,45 6,55<br />

Salame nostrano casalingo “ 6,95 7,05<br />

Salame nostrano industriale “ 6,25 6,35


Report 54<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008<br />

Ossocollo stagionato “ 8,49 8,59<br />

Ossocollo semistagionato “ 7,56 7,66<br />

Pancetta supercoppata “ 6,84 6,84<br />

Pancetta arrotolata coppata “ 5,83 5,83<br />

Pancetta arrotolata scotennata “ 5,13 5,13<br />

Pancetta stufata “ 5,19 5,19<br />

Salsiccia trevigiana “ 5,10 5,10<br />

Cotechino trevigiano “ 4,35 4,35<br />

CASEARI (f.co magazzino grossista)<br />

BURRO<br />

Centrifugato impacchettato kg 3,12 3,98<br />

DA CONDIMENTO<br />

Parmigiano reggiano stagionatura minimo 24 mesi “ 8,49 8,75<br />

Grana Padano stagionatura da 12 a 15 mesi “ 5,96 6,28<br />

Grana Padano stagionatura oltre 15 mesi “ 6,79 7,00<br />

DA TAVOLA<br />

Asiago pressato in forme, al naturale “ 4,30 5,14<br />

Asiago d’allevo mezzano in forme, da 4 a 6 mesi “ 6,16 6,83<br />

Emmenthal in forme o parti <strong>di</strong> forma<br />

(escluso Emmenthaler Switzerland) “ 5,06 5,20<br />

Provolone 30 gg dolce “ 5,22 5,72<br />

Provolone 90 gg stagionato “ 5,42 5,88<br />

Stracchino “ 4,26 4,85<br />

Latteria pronto consumo “ 4,34 4,80<br />

Tipo latteria d’importazione “ 4,08 4,53<br />

Montasio 60 gg “ 4,84 5,70<br />

Montasio allevo 90 gg “ 5,30 6,30<br />

Gorgonzola tipico “ 5,08 6,08<br />

Caciotta trevigiana “ 4,68 5,08<br />

Mozzarella <strong>di</strong> mucca (bocconcini da 100 a 250 gr) “ 4,47 5,43<br />

Mozzarella <strong>di</strong> mucca (filoni da 1 kg) “ 4,22 5,08<br />

Taleggio tipico nazionale “ 4,58 5,03<br />

Formaggella trevigiana “ 4,37 4,78<br />

SEMENTI DA PRATO (merce f.co vagone o autocarro,<br />

partenza, tela provv. ed IVA escluse, con garanzia<br />

<strong>di</strong> legge, conf. 50 kg da addebitare a parte)<br />

Erba me<strong>di</strong>ca locale varietà selez. (certificato ENSE) kg 2,80 3,08<br />

Erba me<strong>di</strong>ca locale varietà in natura - secondo resa<br />

alla selezione dell’annata (certicato ENSE) “ 1,80 -<br />

Trifoglio violetto nazionale selezionato (certificato ENSE) “ - -<br />

Trifoglio estero selezionato (certif. ENSE) iscritto “ 3,30 4,15<br />

Trifoglio la<strong>di</strong>no gigante italiano selez. (certificato ENSE) “ - -<br />

Trifoglio la<strong>di</strong>no estero (certificato ENSE) iscritto “ 5,40 5,43<br />

Ginestrino (veriolo nero) selezionato (certificato ENSE) “ 7,00 5,65<br />

Veccia nera vellutata (certificato ENSE) “ 1,58 2,00<br />

Veccia nera sativa (certificato ENSE) “ 0,58 1,15<br />

Lojetto perenne estero “ 1,28 2,14<br />

Lojetto italico <strong>di</strong> produzione estera “ 1,03 1,64<br />

Sorgo zuccherino per erbaio “ 0,90 1,03<br />

AVENA<br />

<strong>di</strong> 1a moltiplicazione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a moltiplicazione “ - -<br />

ORZO<br />

<strong>di</strong> 1a moltiplicazione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a moltiplicazione “ - -<br />

Segale certif. “ - -<br />

FRUMENTI TENERI<br />

<strong>di</strong> 1a riproduzione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a riproduzione “ - -<br />

FRUMENTI DURI<br />

<strong>di</strong> 1a riproduzione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a riproduzione “ - -<br />

CONCIMI CHIMICI (merce resa imballata in sacchi<br />

<strong>di</strong> plastica da kg 50, su mezzo <strong>di</strong> trasporto<br />

del consumatore, f.co mag. del riven<strong>di</strong>tore)<br />

Solfato ammonico 20% t 177,75 319,00<br />

Nitrato ammonico 26% “ 230,50 337,50<br />

Nitrato <strong>di</strong> calcio 15% “ 249,50 305,50<br />

Concimi potassici solfato 50% gran. “ 347,50 655,00<br />

Urea agricola 46% prilled “ 381,75 464,50<br />

Perfosfato minerale 19% granulare “ 171,00 299,50<br />

Triplo 46% granulare “ 271,25 541,38<br />

Complessi ternari 15-15-15 “ 267,50 477,50<br />

8-24-24 complesso “ 303,50 592,50<br />

ANTICRITTOGAMICI<br />

(f.co mag. riven<strong>di</strong>tore - a confezione)<br />

Solfato <strong>di</strong> rame 98/99% - naz. (conf. 25 kg) conf. 69,00 73,00<br />

Zolfo ventilato 99% fino a 85% (conf. 25 kg) “ 13,05 13,05<br />

Zolfo ventilato ramato 5% (conf. 25 kg) “ 15,55 -<br />

PRODOTTI AVICUNICOLI<br />

(alla produzione - franco azienda) + IVA<br />

POLLI ALLEV. INTENSIVO A TERRA<br />

A PIGMENTAZIONE BIANCA pesanti kg 1,02 1,06<br />

A PIGMENTAZIONE GIALLA:<br />

leggeri “ 1,02 1,05<br />

pesanti “ 1,01 1,06<br />

GALLINE DI ALLEVAMENTO INTENSIVO A TERRA<br />

me<strong>di</strong>e “ 0,31 0,31<br />

pesanti “ 0,42 0,53<br />

GALLINE DI ALLEV. INTENSIVO IN BATTERIA<br />

leggere “ 0,31 0,30<br />

me<strong>di</strong>e “ 0,34 0,35<br />

ANATRE MUTE<br />

femmine “ 2,28 2,46<br />

maschi “ 2,28 2,61<br />

FARAONE<br />

allevamento tra<strong>di</strong>zionale intensivo “ 2,42 2,63<br />

TACCHINI PESANTI<br />

femmine “ 0,99 1,16<br />

maschi “ 1,18 1,16<br />

TACCHINI MINI<br />

da kg 3,2 a kg 3,8 “ - -<br />

TACCHINI MEDI<br />

da kg 4,5 a kg 5,5 “ - -<br />

PULCINI<br />

da carne femmine “ 0,31 0,30<br />

da carne maschi “ 0,48 0,49<br />

femmine per uova da consumo “ 0,66 0,68<br />

POLLASTRE da 120 giorni “ 3,00 3,40<br />

POLLI a collo nudo kg 2,33 2,33<br />

GALLETTI<br />

golden kg 2,48 2,47<br />

livornesi “ 2,48 2,58<br />

CAPPONI


55<br />

Report<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Mar. 2007 Mar. 2008<br />

allevamento all’aperto tra<strong>di</strong>zionale “ - 3,40<br />

OCHE allevamento intensivo “ - -<br />

CONIGLI<br />

fino a kg 2,500 “ 1,41 1,67<br />

oltre kg 2,500 “ 1,47 1,73<br />

POLLAME MACELLATO NAZ. FRESCO “classe A”<br />

POLLI TRADIZIONALI<br />

leggeri e me<strong>di</strong> kg 1,67 1,71<br />

pesanti “ 1,67 1,71<br />

A BUSTO<br />

leggeri “ 2,10 2,06<br />

pesanti “ 2,10 2,06<br />

PARTI DI POLLO<br />

petti con forcella “ 4,33 4,58<br />

cosciotti “ 1,94 1,94<br />

ali non separate “ 1,32 1,33<br />

GALLI TRADIZIONALI<br />

a collo nudo “ 3,55 3,05<br />

golden comet “ 4,05 3,68<br />

livornesi “ 4,05 3,84<br />

GALLINE TRADIZIONALI<br />

me<strong>di</strong>e “ 1,30 1,25<br />

pesanti “ 1,26 1,25<br />

A BUSTO<br />

leggere “ 1,55 1,80<br />

pesanti “ 1,51 1,80<br />

FARAONE<br />

allevamento tra<strong>di</strong>zionale intensivo “ 3,75 3,90<br />

TACCHINE<br />

a busto “ 1,74 1,83<br />

PARTI DI TACCHINA<br />

fesa “ 4,38 4,53<br />

coscie “ 1,85 1,93<br />

ali “ 1,25 1,35<br />

TACCHINI a busto “ 1,87 1,93<br />

PARTI DI TACCHINO<br />

fesa “ 4,44 4,55<br />

coscie “ 1,83 1,90<br />

ali “ 1,25 1,35<br />

ANATRE FEMMINE<br />

tra<strong>di</strong>zionali “ 3,90 4,23<br />

a busto “ 4,85 5,13<br />

CONIGLI MACELLATI freschi nazionali “ 3,65 4,04<br />

OCHE nazionali “ - -<br />

CAPPONI “ - 5,25<br />

BESTIAME SUINO (prezzi corrisposti agli agricoltori<br />

f.co allev. peso vivo) + IVA<br />

GRASSI<br />

da 90 a 115 kg kg 1,14 1,35<br />

da 115 a 130 kg “ 0,99 1,19<br />

da 130 a 145 kg “ 1,01 1,21<br />

da 145 a 160 kg “ 1,02 1,22<br />

da 160 a 180 kg “ 1,05 1,25<br />

oltre 180 kg “ 0,99 1,20<br />

MAGRONI<br />

da 40 kg “ 2,12 1,48<br />

da 50 kg “ 1,80 1,39<br />

da 65 kg “ 1,47 1,31<br />

da 80 kg “ 1,36 1,28<br />

LATTONZOLI<br />

da 15 kg “ 4,03 3,03<br />

da 25 kg “ 3,02 2,07<br />

da 30 kg “ 2,66 1,78<br />

SCROFE<br />

1a qualità “ 0,60 0,54<br />

2a qualità “ 0,50 0,44<br />

PREZZI DEL BESTIAME E DEI FORAGGI SUL MERCATO<br />

DI ODERZO (Rilevazioni effettuate dal Comune)<br />

BESTIAME (prezzi al foro boario - peso vivo) IVA esclusa<br />

BOVINI DA MACELLO<br />

VITELLI<br />

Grassi 1a qualità kg - -<br />

Grassi 2a qualità “ - -<br />

VITELLONI MASCHI<br />

Razze francesi ed incroci 1a qualità “ - -<br />

Razze francesi ed incroci 2a qualità “ - -<br />

Simmenthal 1a qualità “ - -<br />

Simmenthal 2a qualità “ - -<br />

Bruno Alpina 1a qualità “ - -<br />

Bruno Alpina 2a qualità “ - -<br />

Pezzata nera 1a qualità “ - -<br />

Pezzata nera 2a qualità “ - -<br />

VITELLONI FEMMINE<br />

Razze francesi ed incroci da carne 1a categoria “ - -<br />

Razze francesi ed incroci da carne 2a categoria “ - -<br />

Simmenthal 1a categoria “ 1,65 1,70<br />

Simmenthal 2a categoria “ - -<br />

Bruno Alpina 1a categoria “ - -<br />

Bruno Alpina 2a categoria “ - -<br />

Pezzata nera 1a categoria “ - -<br />

Pezzata nera 2a categoria “ - -<br />

VACCHE<br />

Bruno Alpina 1a qualità “ 1,00 1,10<br />

Bruno Alpina 2a qualità “ - -<br />

Simmenthal 1a qualità “ 1,25 1,24<br />

Simmenthal 2a qualità “ 0,95 0,95<br />

Pezzata nera 1a qualità “ 1,00 0,95<br />

Pezzata nera 2a qualità “ 0,45 0,60<br />

FORAGGI (f.co domicilio compratore, imballati) IVA esclusa<br />

Fieno maggengo <strong>di</strong> prato naturale 100 kg 9,00 12,00<br />

Erba me<strong>di</strong>ca “ 12,00 14,00<br />

Paglia <strong>di</strong> frumento pressata “ 8,50 5,50<br />

I prezzi in<strong>di</strong>cati nel presente listino si intendono (salva espressa in<strong>di</strong>cazione in<br />

contrario) al netto dell’IVA, pagamento in contanti.


Report 56<br />

PREZZI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI TREVISO<br />

MEDIE MENSILI APRILE 2008<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008<br />

CEREALI E SEMI OLEOSI (Alla tonnellata, IVA eslusa,<br />

merce f.co veicolo, partenza magazzino ven<strong>di</strong>tore)<br />

FRUMENTO TENERO<br />

NAZIONALE<br />

N. 1 SUPERFINO (p.s. min. 80, imp. 1%, umi<strong>di</strong>tà 14%,<br />

W min. 280, P/L max 0,8, glutine min. 33%, prot. 13%) t - -<br />

N. 2 FINO (p.s. min. 79, imp. 1%, umid. 14%,W min. 180,<br />

P/L max 0,8, glutine min. 26%, i.c. 280, prot. 12%) “ 173,00 -<br />

N. 3 BUONO MERCANTILE (p.s. min. 78, imp. 1%, umid. 14%, “ 168,83 248,00<br />

i.c. 250 min.)<br />

N. 4 MERCANTILE (p.s. inferiore a 74, imp. 1%, umid. 14%) “ - 243,30<br />

FRUMENTI ESTERI<br />

(Nazionalizzata, rinfusa f.co veicolo partenza VE)<br />

Francese (p.s. 76/77) “ - -<br />

Northern Spring n. 2 (prot. 15%) “ 212,67 -<br />

Manitoba n. 1 “ 219,33 -<br />

Grano Australiano prime hard “ 266,50 -<br />

Estero (p.s. 74/75) (franco arrivo) “ - -<br />

Tedesco (franco arrivo) “ - -<br />

Austriaco (franco arrivo) “ - -<br />

GRANONI Rinfusa, partenza magazzino ven<strong>di</strong>tore, “<br />

franco veicolo, essiccato, 14% umi<strong>di</strong>tà<br />

(caratteristiche a norma <strong>di</strong> legge)<br />

NAZIONALI<br />

IBRIDO GIALLO<br />

1: Semivitreo “ 159,00 -<br />

3: uso zootecnico <strong>Treviso</strong> - Venezia “ 153,00 216,70<br />

3: uso zootecnico Friuli “ 150,50 213,10<br />

2: uso alimentare <strong>Treviso</strong> - Venezia “ - -<br />

2: uso alimentare Friuli “ - -<br />

A stagione da essiccare (base 25% um.) “ - -<br />

IBRIDO BIANCO<br />

3: uso zootecnico “ 177,50 242,50<br />

2: uso alimentare “ 192,50 266,50<br />

Ibrido bianco semivitreo “ 334,00 -<br />

ESTERI<br />

Franco arrivo TV-VE umi<strong>di</strong>tà 14%<br />

Giallo comunitario “ 157,00 223,17<br />

ALTRI CEREALI<br />

ORZO<br />

Nazionale<br />

p.s. inferiore a 62 - umi<strong>di</strong>tà 14% - imp. 2% “ - -<br />

p.s. superiore a 62 - umi<strong>di</strong>tà 14% - imp. 2% “ 167,67 235,20<br />

Estero<br />

Comunitario p.s. 64/65 - Partenza VE “ - -<br />

p.s. 64/65 (franco arrivo) “ 169,67 239,30<br />

SORGO Estero p.s. 64/65 (franco arrivo) “ - -<br />

AVENA ESTERA Bianca p.s. 50/55 (f.co arrivo) “ 215,50 252,50<br />

SEMI OLEOSI:<br />

seme <strong>di</strong> soia nazionale um. 14% imp. 2% partenza TV-VE “ 252,00 453,50<br />

seme <strong>di</strong> soia estera um. 14% imp. 2% partenza VE GM “ 250,00 444,30<br />

seme <strong>di</strong> soia estera um. 14% imp. 2% partenza RA GM “ 251,33 444,30<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008<br />

seme tostato partenza stabilimento (um. 13%) “ 272,50 481,10<br />

PRODOTTI DELLA MOLITORIA<br />

Alla tonnellata, IVA esclusa<br />

FARINE DI GRANO TENERO<br />

CARATT. DI LEGGE - rinfusa partenza t 222,50 352,10<br />

CARATTERISTICHE DI LEGGE (s.carta-f.co panificio)<br />

tipo 00 - cen. 0,5 - glut. 7 “ 355,00 484,00<br />

tipo 0 - cen. 0,6 - glut. 9 “ 350,00 476,50<br />

GLUTINE SUP. AL MINIMO DI LEGGE (s.carta-f.co panificio)<br />

tipo 00 - cen. 0,45 - glut. 12-13 “ 480,00 594,00<br />

tipo 0 - cen. 0,6 - glut. 11-12 “ 397,50 521,50<br />

PER PASTICCERIA “ 505,00 605,00<br />

PRODOTTI DEL GRANO DURO<br />

(f.co pastificio - um. 14,5%) rinfusa<br />

Semola (cen. 0,70-0,90) “ 310,00 697,00<br />

PRODOTTI DEL GRANOTURCO<br />

(f.co partenza - imb. compreso)<br />

Farina bianca nostrana “ 372,50 475,00<br />

Farina bianca granita “ 417,50 495,00<br />

Farina gialla nostrana nazionale “ 295,83 376,00<br />

Farina gialla granita nazionale “ 315,83 396,00<br />

Spezzato degerminato tenero “ 215,83 280,30<br />

SOTTOPRODOTTI DEL FRUMENTO<br />

(f.co arrivo provincia)<br />

CRUSCA E CRUSCHELLO<br />

in sacco “ 160,17 201,90<br />

rinfusa “ 133,17 169,10<br />

rinf. in pellets <strong>di</strong> grano tenero “ 133,17 173,10<br />

rinf. in pellets <strong>di</strong> grano duro “ 133,17 173,10<br />

TRITELLO<br />

in sacco “ 165,17 211,90<br />

rinfusa “ 138,17 181,90<br />

FARINACCIO<br />

in sacco “ 172,50 266,30<br />

rinfusa “ 152,50 236,30<br />

SOTTOPRODOTTI DEL GRANOTURCO<br />

(alla rinfusa - f.co partenza)<br />

Farinetta “ 143,00 209,30<br />

Germe (base 20% grassi) “ 161,83 296,90<br />

PRODOTTI ALIMENTAZIONE BESTIAME<br />

alla tonnellata, rinfusa arrivo, IVA esclusa<br />

FARINE DI ORIGINE VEGETALE<br />

Farina <strong>di</strong> erba med. <strong>di</strong>sid.pr. 17/18% stq - fibra 24<br />

betacarotene 150-180 t 138,50 237,50<br />

Farina erba med. <strong>di</strong>sid. pr. 16/17% stq - fibra 26<br />

betacarotene 120-150 “ - -<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia naz. pr. 48% stq GM “ 233,50 371,50<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia estera pr. 48% stq GM “ 230,00 368,70<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia nazionale e/o USA pr. 44% stq GM “ 223,50 362,90<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia nazionale pr. 44% stq “ 247,50 373,90<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> soia bras./arg. in pellets pr.44% stq GM “ - -<br />

Farina estr. girasole non sgusciato estero “ 121,83 -


57<br />

Report<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008<br />

Farina estr. girasole sgusciato proteico estero “ 141,17 251,50<br />

Farina estr. girasole nazionale pr. 28-29% stq “ 121,83 234,10<br />

Farina estr. colza nazionale prot. 37% stq “ - 245,30<br />

Farina <strong>di</strong> estr. <strong>di</strong> germe <strong>di</strong> mais prot. 19-20% stq “ 157,50 250,20<br />

FARINE DI ORIGINE ANIMALE<br />

Farina <strong>di</strong> aringhe danesi “999”pr. 72% stq in sacco “ 1.220,00 1.020,00<br />

Farina <strong>di</strong> pesce Perù/Cile pr. 65% stq “ 1.120,00 920,00<br />

SFARINATI, PANNELLI, ALTRI<br />

Erba med. <strong>di</strong>sid. pellets pr. 15-16% stq fibra 28 “ 126,00 222,50<br />

Sfarinato <strong>di</strong> fieno pr. 7-8% stq fibra 35-40 “ 108,50 142,50<br />

Pannello/Expeller <strong>di</strong> lino estero pr. 34% stq “ - -<br />

Glutine <strong>di</strong> granoturco pr. 55-58% stq “ 531,67 655,00<br />

Semola glutinata <strong>di</strong> mais pr. 17-18% stq “ 141,00 228,10<br />

POLPE ESSICCATE<br />

<strong>di</strong> bietole in fettuccie “ - -<br />

<strong>di</strong> bietole in pellets “ 173,67 239,60<br />

PASTE ALIMENTARI (f.co dettagliante)<br />

in confezioni da kg 5 kg 0,80 1,30<br />

in confezioni da kg 1 “ 0,90 1,35<br />

in confezioni da kg 0,500 “ 0,93 1,40<br />

RISO (f.co mag. grossista - in confezioni da 1 kg)<br />

Originario kg 0,60 0,61<br />

Padano “ 0,80 0,91<br />

Vialone nano “ 1,15 1,24<br />

Ribe (R.B.) “ 0,85 0,92<br />

S. Andrea “ 0,85 0,92<br />

Arborio “ 1,15 1,16<br />

VINI (alla produzione, al grado/100 lt)<br />

ROSSI DI PIANURA<br />

Rossi comuni da tavola gr. 10,0-11,0 2,90 3,18<br />

Merlot del Veneto gr. 10,0-12,0 3,20 3,51<br />

Merlot del Veneto gr. 11,0-12,0 - -<br />

Merlot del Piave D.O.C. 3,85 4,25<br />

Cabernet del Veneto gr.11,0-13,0 3,75 3,92<br />

Cabernet del Piave D.O.C. 5,00 5,00<br />

Pinot nero del Veneto gr. 10,5/12,0 - 9,50<br />

Raboso rosso del Veneto gr. 9,0-11,0 3,40 4,05<br />

Raboso rosato del Veneto gr. 9,5-11,0 3,40 4,35<br />

Raboso del Piave D.O.C. - -<br />

ROSSI DI COLLINA<br />

Merlot del Montello e dei Colli Asolani D.O.C. 6,75 6,75<br />

Cabernet del Montello e dei Colli Asolani D.O.C 7,75 7,75<br />

BIANCHI DI PIANURA<br />

Bianchi comuni da tavola gr. 9,0-11,0 3,30 4,20<br />

IGT VENETO gr. 10,5-12,0 3,50 4,45<br />

TAI (Tocai Friulano) del Veneto gr. 10,5-12,5 - 4,65<br />

Verduzzo del Veneto gr. 10,0-12,0 4,15 5,75<br />

Verduzzo del Piave DOC 5,25 6,50<br />

Pinot bianco del Veneto gr. 9,5-12,5 5,05 6,25<br />

Pinot bianco del Piave D.O.C. 5,75 -<br />

Pinot grigio del Veneto gr. 12,0-12,5 (da agosto ‘07, al litro) 7,90 1,39<br />

Pinot grigio del Piave D.O.C. (da agosto ‘07, al litro) 8,40 1,60<br />

Chardonnay del Veneto gr. 9,5-12,5 4,55 6,15<br />

Chardonnay del Piave DOC 5,05 -<br />

Incrocio Manzoni 6.0.13 del Veneto gr. 11,0-12,5 5,05 6,25<br />

Sauvignon del Veneto gr. 10,0-12,0 4,25 6,25<br />

Prosecco del Veneto gr. 10,0 ca (da agosto ‘07, al litro) - 1,22<br />

BIANCHI DI COLLINA<br />

Prosecco dei Colli Trevigiani gr. 10,0 ca (da agosto ‘07, al litro) - 1,27<br />

Prosecco <strong>di</strong> Conegliano-Valdobbiadene D.O.C. (al litro) 1,75 2,05<br />

Prosecco Superiore <strong>di</strong> Cartizze D.O.C. (al litro) 3,35 5,75<br />

Prosecco del Montello e dei Colli Asolani D.O.C. (al litro) 1,25 1,35<br />

PINOTS E CHARDONNAY (al litro) - 1,25<br />

VINO Novello rosso gra<strong>di</strong> 12 circa (al litro) - -<br />

MOSTI (f.co arrivo, gr. feheling in peso x 0,6 per 100 kg)<br />

Mosto concentrato rosso 2,80 -<br />

Mosto concentrato rettificato nazionale 2,75 3,43<br />

ACETI E SPIRITI (f.co magazzino grossista)<br />

Aceto <strong>di</strong> vino (6% acid. acetica tot. decolorato) al litro 0,99 1,21<br />

Aceto <strong>di</strong> vino (6% acid. acetica tot. bianco/rosso) al litro 0,97 1,18<br />

SPIRITI (da produttore, merce nuda, f.co partenza su<br />

autocisterna, imp. cons. - accisa compresa)<br />

Alcool puro a non meno <strong>di</strong> 95° da melasso gr/100 litri 878,18 872,20<br />

Alcool puro a non meno <strong>di</strong> 95° da cereali gr/100 litri 880,68 881,68<br />

Vinaccioli secchi (partenza <strong>di</strong>stilleria) 100 kg 13,00 -<br />

Grappa Veneta <strong>di</strong> vinaccia 75-80° gr/100 litri 1.003,89 1.003,89<br />

Acquavite <strong>di</strong> vino invecchiata oltre 3 anni gr/100 litri 973,10 993,10<br />

UOVA FRESCHE DI GALLINA CAT.“A”<br />

(f.co centro <strong>di</strong> imballaggio, colorate) + IVA<br />

XL gran<strong>di</strong>ssime + <strong>di</strong> 73 grammi 100 pz 10,07 10,46<br />

L gran<strong>di</strong> da 63 a 73 grammi “ 9,50 9,50<br />

M me<strong>di</strong>e da 53 a 63 grammi “ 9,13 9,21<br />

S piccole meno <strong>di</strong> 53 grammi “ 8,53 8,32<br />

A PESO IN NATURA (al kg + IVA)<br />

fino a 53 grammi kg 0,92 0,85<br />

da 54 a 63 grammi “ 1,01 0,90<br />

oltre 63 grammi “ 0,99 0,90<br />

OLI DI OLIVA f.co mag. grossista<br />

(in confezioni da 1 a 5 lt)<br />

aci<strong>di</strong>tà massima 2% lt 4,15 4,07<br />

extra vergine aci<strong>di</strong>tà massima 1% “ 4,35 4,39<br />

OLI DI SEMI f.co mag. grossista (in latte da 1 a 25 lt)<br />

vari “ 1,29 1,62<br />

<strong>di</strong> girasole “ 1,08 1,38<br />

<strong>di</strong> mais “ 1,07 1,26<br />

<strong>di</strong> arachide “ 1,22 1,42<br />

SALUMI (f.co magazzino grossista)<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> S. Daniele con osso kg 10,90 11,20<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> S. Daniele <strong>di</strong>sossato s.v. “ 13,15 13,45<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma con osso “ 9,50 10,10<br />

Prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma <strong>di</strong>sossato s.v. “ 11,80 12,50<br />

Prosciutto cotto <strong>di</strong> alta qualità “ 7,70 7,70<br />

Prosciutto cotto scelto “ 6,25 6,25<br />

Prosciutto cotto “ 5,40 5,40<br />

Speck IGP “ 9,10 9,10<br />

Speck non IGP “ 7,20 7,20<br />

Morta<strong>della</strong> puro suino IGP “ 5,30 5,30<br />

Morta<strong>della</strong> puro suino non IGP “ 3,95 3,95<br />

Sopressa nostrana casalinga “ 7,75 7,85<br />

Sopressa nostrana industriale “ 6,45 6,55<br />

Salame nostrano casalingo “ 6,95 7,05<br />

Salame nostrano industriale “ 6,25 6,35<br />

Ossocollo stagionato “ 8,49 8,59<br />

Ossocollo semistagionato “ 7,56 7,66


Report 58<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008<br />

Pancetta supercoppata “ 6,84 6,84<br />

Pancetta arrotolata coppata “ 5,83 5,83<br />

Pancetta arrotolata scotennata “ 5,13 5,13<br />

Pancetta stufata “ 5,19 5,19<br />

Salsiccia trevigiana “ 5,10 5,10<br />

Cotechino trevigiano “ 4,35 4,35<br />

CASEARI (f.co magazzino grossista)<br />

BURRO<br />

Centrifugato impacchettato kg 3,13 3,98<br />

DA CONDIMENTO<br />

Parmigiano reggiano stagionatura minimo 24 mesi “ 8,47 8,75<br />

Grana Padano stagionatura da 12 a 15 mesi “ 5,94 6,28<br />

Grana Padano stagionatura oltre 15 mesi “ 6,77 7,00<br />

DA TAVOLA<br />

Asiago pressato in forme, al naturale “ 4,29 5,04<br />

Asiago d’allevo mezzano in forme, da 4 a 6 mesi “ 6,23 6,83<br />

Emmenthal in forme o parti <strong>di</strong> forma<br />

(escluso Emmenthaler Switzerland) “ 5,06 5,20<br />

Provolone 30 gg dolce “ 5,22 5,72<br />

Provolone 90 gg stagionato “ 5,42 5,88<br />

Stracchino “ 4,26 4,85<br />

Latteria pronto consumo “ 4,35 4,80<br />

Tipo latteria d’importazione “ 4,08 4,53<br />

Montasio 60 gg “ 4,83 5,70<br />

Montasio allevo 90 gg “ 5,30 6,30<br />

Gorgonzola tipico “ 5,08 6,08<br />

Caciotta trevigiana “ 4,68 5,08<br />

Mozzarella <strong>di</strong> mucca (bocconcini da 100 a 250 gr) “ 4,47 5,43<br />

Mozzarella <strong>di</strong> mucca (filoni da 1 kg) “ 4,22 5,08<br />

Taleggio tipico nazionale “ 4,58 5,03<br />

Formaggella trevigiana “ 4,37 4,78<br />

SEMENTI DA PRATO (merce f.co vagone o autocarro,<br />

partenza, tela provv. ed IVA escluse, con garanzia<br />

<strong>di</strong> legge, conf. 50 kg da addebitare a parte)<br />

Erba me<strong>di</strong>ca locale varietà selez. (certificato ENSE) kg 2,80 3,08<br />

Erba me<strong>di</strong>ca locale varietà in natura - secondo resa<br />

alla selezione dell’annata (certicato ENSE) “ 1,80 -<br />

Trifoglio violetto nazionale selezionato (certificato ENSE) “ - -<br />

Trifoglio estero selezionato (certif. ENSE) iscritto “ 3,32 4,15<br />

Trifoglio la<strong>di</strong>no gigante italiano selez. (certificato ENSE) “ - -<br />

Trifoglio la<strong>di</strong>no estero (certificato ENSE) iscritto “ 5,40 5,43<br />

Ginestrino (veriolo nero) selezionato (certificato ENSE) “ 6,83 5,65<br />

Veccia nera vellutata (certificato ENSE) “ 1,58 2,00<br />

Veccia nera sativa (certificato ENSE) “ 0,58 1,15<br />

Lojetto perenne estero “ 1,29 2,15<br />

Lojetto italico <strong>di</strong> produzione estera “ 1,14 1,65<br />

Sorgo zuccherino per erbaio “ 0,90 1,08<br />

AVENA<br />

<strong>di</strong> 1a moltiplicazione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a moltiplicazione “ - -<br />

ORZO<br />

<strong>di</strong> 1a moltiplicazione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a moltiplicazione “ - -<br />

Segale certif. “ - -<br />

FRUMENTI TENERI<br />

<strong>di</strong> 1a riproduzione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a riproduzione “ - -<br />

FRUMENTI DURI<br />

<strong>di</strong> 1a riproduzione “ - -<br />

<strong>di</strong> 2a riproduzione “ - -<br />

CONCIMI CHIMICI (merce resa imballata in sacchi<br />

<strong>di</strong> plastica da kg 50, su mezzo <strong>di</strong> trasporto<br />

del consumatore, f.co mag. del riven<strong>di</strong>tore)<br />

Solfato ammonico 20% t 185,00 319,00<br />

Nitrato ammonico 26% “ 235,50 337,50<br />

Nitrato <strong>di</strong> calcio 15% “ 249,50 305,50<br />

Concimi potassici solfato 50% gran. “ 347,50 655,00<br />

Urea agricola 46% prilled “ 389,00 464,50<br />

Perfosfato minerale 19% granulare “ 185,00 310,00<br />

Triplo 46% granulare “ 278,00 624,50<br />

Complessi ternari 15-15-15 “ 270,00 482,50<br />

8-24-24 complesso “ 311,00 592,50<br />

ANTICRITTOGAMICI<br />

(f.co mag. riven<strong>di</strong>tore - a confezione)<br />

Solfato <strong>di</strong> rame 98/99% - naz. (conf. 25 kg) conf. 69,00 77,00<br />

Zolfo ventilato 99% fino a 85% (conf. 25 kg) “ 13,05 13,05<br />

PRODOTTI AVICUNICOLI<br />

(alla produzione - franco azienda) + IVA<br />

POLLI ALLEV. INTENSIVO A TERRA<br />

A PIGMENTAZIONE BIANCA pesanti kg 1,10 0,95<br />

A PIGMENTAZIONE GIALLA:<br />

leggeri “ 1,10 0,93<br />

pesanti “ 1,10 0,92<br />

GALLINE DI ALLEVAMENTO INTENSIVO A TERRA<br />

me<strong>di</strong>e “ 0,19 0,17<br />

pesanti “ 0,44 0,46<br />

GALLINE DI ALLEV. INTENSIVO IN BATTERIA<br />

leggere “ 0,20 0,17<br />

me<strong>di</strong>e “ 0,23 0,19<br />

ANATRE MUTE<br />

femmine “ 2,17 2,45<br />

maschi “ 2,20 2,58<br />

FARAONE<br />

allevamento tra<strong>di</strong>zionale intensivo “ 2,30 2,48<br />

TACCHINI PESANTI<br />

femmine “ 1,06 1,01<br />

maschi “ 1,24 1,11<br />

TACCHINI MINI<br />

da kg 3,2 a kg 3,8 “ - -<br />

TACCHINI MEDI<br />

da kg 4,5 a kg 5,5 “ - -<br />

PULCINI<br />

da carne femmine “ 0,33 0,28<br />

da carne maschi “ 0,50 0,47<br />

femmine per uova da consumo “ 0,66 0,68<br />

POLLASTRE da 120 giorni “ 3,00 3,44<br />

POLLI a collo nudo kg 2,29 2,26<br />

GALLETTI<br />

golden kg 2,45 2,31<br />

livornesi “ 2,45 2,55<br />

CAPPONI<br />

allevamento all’aperto tra<strong>di</strong>zionale “ - -<br />

OCHE allevamento intensivo “ - -<br />

CONIGLI


59<br />

Report<br />

INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008 INDICAZIONE DELLA MERCE Apr. 2007 Apr. 2008<br />

fino a kg 2,500 “ 1,46 1,54<br />

oltre kg 2,500 “ 1,52 1,60<br />

POLLAME MACELLATO NAZ. FRESCO “classe A”<br />

POLLI TRADIZIONALI<br />

leggeri e me<strong>di</strong> kg 1,81 1,63<br />

pesanti “ 1,81 1,63<br />

A BUSTO<br />

leggeri “ 2,19 1,98<br />

pesanti “ 2,19 1,98<br />

PARTI DI POLLO<br />

petti con forcella “ 4,47 4,37<br />

cosciotti “ 2,05 1,89<br />

ali non separate “ 1,32 1,33<br />

GALLI TRADIZIONALI<br />

a collo nudo “ 3,45 2,93<br />

golden comet “ 3,98 3,49<br />

livornesi “ 3,98 3,86<br />

GALLINE TRADIZIONALI<br />

me<strong>di</strong>e “ 1,21 1,16<br />

pesanti “ 1,21 1,25<br />

A BUSTO<br />

leggere “ 1,43 1,58<br />

pesanti “ 1,52 1,68<br />

FARAONE<br />

allevamento tra<strong>di</strong>zionale intensivo “ 3,60 3,76<br />

TACCHINE<br />

a busto “ 1,85 1,75<br />

PARTI DI TACCHINA<br />

fesa “ 4,52 4,38<br />

coscie “ 1,90 1,92<br />

ali “ 1,25 1,35<br />

TACCHINI a busto “ 1,91 1,86<br />

PARTI DI TACCHINO<br />

fesa “ 4,57 4,42<br />

coscie “ 1,85 1,85<br />

ali “ 1,25 1,35<br />

ANATRE FEMMINE<br />

tra<strong>di</strong>zionali “ 3,78 4,17<br />

a busto “ 4,75 5,03<br />

CONIGLI MACELLATI freschi nazionali “ 3,73 3,84<br />

OCHE nazionali “ - -<br />

CAPPONI “ - -<br />

BESTIAME SUINO (prezzi corrisposti agli agricoltori<br />

f.co allev. peso vivo) + IVA<br />

GRASSI<br />

da 90 a 115 kg kg 1,11 1,25<br />

da 115 a 130 kg “ 0,96 1,04<br />

da 130 a 145 kg “ 0,98 1,06<br />

da 145 a 160 kg “ 0,99 1,07<br />

da 160 a 180 kg “ 1,02 1,10<br />

oltre 180 kg “ 0,96 1,05<br />

MAGRONI<br />

da 40 kg “ 2,03 1,63<br />

da 50 kg “ 1,80 1,54<br />

da 65 kg “ 1,47 1,42<br />

da 80 kg “ 1,36 1,30<br />

LATTONZOLI<br />

da 15 kg “ 3,89 3,03<br />

da 25 kg “ 2,88 2,10<br />

da 30 kg “ 2,50 1,87<br />

SCROFE<br />

1a qualità “ 0,58 0,51<br />

2a qualità “ 0,48 0,41<br />

PREZZI DEL BESTIAME E DEI FORAGGI SUL MERCATO<br />

DI ODERZO (Rilevazioni effettuate dal Comune)<br />

BESTIAME (prezzi al foro boario - peso vivo) IVA esclusa<br />

BOVINI DA MACELLO<br />

VITELLI<br />

Grassi 1a qualità kg - -<br />

Grassi 2a qualità “ - -<br />

VITELLONI MASCHI<br />

Razze francesi ed incroci 1a qualità “ - -<br />

Razze francesi ed incroci 2a qualità “ - -<br />

Simmenthal 1a qualità “ - -<br />

Simmenthal 2a qualità “ - -<br />

Bruno Alpina 1a qualità “ - -<br />

Bruno Alpina 2a qualità “ - -<br />

Pezzata nera 1a qualità “ - -<br />

Pezzata nera 2a qualità “ - -<br />

VITELLONI FEMMINE<br />

Razze francesi ed incroci da carne 1a categoria “ - -<br />

Razze francesi ed incroci da carne 2a categoria “ - -<br />

Simmenthal 1a categoria “ 1,65 1,75<br />

Simmenthal 2a categoria “ - -<br />

Bruno Alpina 1a categoria “ - -<br />

Bruno Alpina 2a categoria “ - -<br />

Pezzata nera 1a categoria “ - -<br />

Pezzata nera 2a categoria “ - -<br />

VACCHE<br />

Bruno Alpina 1a qualità “ 1,00 1,15<br />

Bruno Alpina 2a qualità “ - -<br />

Simmenthal 1a qualità “ 1,25 1,28<br />

Simmenthal 2a qualità “ 0,95 1,05<br />

Pezzata nera 1a qualità “ 1,00 1,05<br />

Pezzata nera 2a qualità “ 0,45 0,75<br />

FORAGGI (f.co domicilio compratore, imballati) IVA esclusa<br />

Fieno maggengo <strong>di</strong> prato naturale 100 kg 9,00 12,00<br />

Erba me<strong>di</strong>ca “ 12,00 14,00<br />

Paglia <strong>di</strong> frumento pressata “ 8,50 5,50<br />

I prezzi in<strong>di</strong>cati nel presente listino si intendono (salva espressa in<strong>di</strong>cazione in<br />

contrario) al netto dell’IVA, pagamento in contanti.


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