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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
ispirata all’etica della grandezza individuale, dell’uomo<br />
nobile, fuor del comune, incarnazione dell’aristocratica<br />
kalokagathía. Essa deve la propria origine al contrapporsi<br />
del corifeo al coro e al trapasso <strong>da</strong>lla forma corale del<br />
canto alla forma dialogica del dramma, e cioè a motivi<br />
essenzialmente individualistici; la sua efficacia presuppone,<br />
d’altra parte, un forte senso della comun<strong>it</strong>à, un<br />
vasto livellamento di ceti relativamente estesi; e può<br />
attuarsi nella sua forma genuina solo come esperienza di<br />
massa.<br />
Certo, anche la tragedia si rivolge ad un pubblico<br />
scelto che, nel migliore dei casi, è formato <strong>da</strong>ll’insieme<br />
dei c<strong>it</strong>tadini optimo jure, e non ha quindi una composizione<br />
molto piú democratica delle classi dominanti nella<br />
polis. Ma lo spir<strong>it</strong>o del teatro ufficiale è ancor meno<br />
popolare del suo pubblico, poiché nella scelta dei drammi<br />
e sulla distribuzione dei premi non hanno un influsso<br />
decisivo neppure quelle masse, già selezionate in anticipo,<br />
che assistono alle rappresentazioni. Ciò compete<br />
esclusivamente ai ricchi, che provvedono alla l<strong>it</strong>urgia, e<br />
alla giuria, che non è che l’organo esecutivo dei magistrati<br />
e nei suoi giudizi si lascia gui<strong>da</strong>re soprattutto <strong>da</strong><br />
considerazioni pol<strong>it</strong>iche. Il libero accesso e il compenso<br />
offerto agli spettatori per il tempo trascorso a teatro –<br />
provvidenze generalmente esaltate come il massimo<br />
trionfo della democrazia – sono invece tali <strong>da</strong> vietare a<br />
priori ogni influsso delle masse sul destino del teatro;<br />
poiché solo un teatro che dipen<strong>da</strong> <strong>da</strong>i propri intro<strong>it</strong>i può<br />
essere veramente popolare. La concezione, messa in<br />
voga <strong>da</strong>l classicismo e <strong>da</strong>l romanticismo, del teatro attico<br />
come prototipo del teatro nazionale, e del suo pubblico<br />
come ideale di un intero popolo riun<strong>it</strong>o in una<br />
comune ideal<strong>it</strong>à artistica, è una deformazione della<br />
ver<strong>it</strong>à storica 34 . I ludi scenici della democrazia ateniese<br />
non erano affatto teatro popolare; classici e romantici<br />
poterono crederlo solo perché nel teatro essi vedevano<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 98