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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
leniche facevano le loro osservazioni scientifiche, giungendo<br />
a conclusioni e calcoli giusti; ma tutto il loro<br />
sapere e la loro perizia erano permeati di riferimenti<br />
magici, di fantasie m<strong>it</strong>iche, di dogmi religiosi, e sempre<br />
legati all’idea di un’util<strong>it</strong>à. Presso i Greci noi troviamo<br />
per la prima volta una scienza non solo razionalmente<br />
organizzata, indipendente <strong>da</strong>lla fede e <strong>da</strong>lla superstizione,<br />
ma, fino a un certo segno, libera <strong>da</strong> preoccupazioni<br />
pratiche. Nell’arte il confine tra forma pratica e<br />
forma pura è meno evidente, e la svolta non è chiaramente<br />
localizzabile anche se, con ogni probabil<strong>it</strong>à, si<br />
verificò anch’essa nel secolo vii, nelle regioni di civiltà<br />
jonica. A rigore, già i poemi omerici appartengono al<br />
mondo delle forme autonome: poiché non sono piú religione,<br />
scienza e poesia insieme, non comprendono piú<br />
tutto ciò che vale la pena di conoscere, vedere e sapere<br />
in una <strong>da</strong>ta epoca, ma sono soltanto, o quasi soltanto,<br />
poesia. Comunque, la tendenza all’autonomia si afferma<br />
anche nell’arte, come nella scienza, sullo scorcio del<br />
secolo vii.<br />
Perché la svolta verso l’autonomia delle forme si<br />
verificò proprio in quel periodo e in quelle regioni? Troviamo<br />
sub<strong>it</strong>o una risposta nel fenomeno della colonizzazione<br />
e nelle ripercussioni che ebbe sui Greci la v<strong>it</strong>a<br />
in mezzo a popoli e civiltà straniere. L’elemento straniero,<br />
che li circon<strong>da</strong> <strong>da</strong> ogni parte nell’Asia Minore, li<br />
rende consapevoli della loro original<strong>it</strong>à; ma questa consapevolezza<br />
e la conseguente accentuazione del proprio<br />
essere, la scoperta e l’affinamento delle proprie caratteristiche<br />
individuali, conduce involontariamente all’idea<br />
della spontane<strong>it</strong>à e dell’autonomia. L’occhio che ha<br />
appreso a riconoscere le differenze di mental<strong>it</strong>à tra i<br />
diversi popoli, scopre a poco a poco anche la differenza<br />
fra gli elementi di cui si compone la concezione del<br />
mondo di ciascuno di essi. Se la dea della fecond<strong>it</strong>à, il<br />
dio del tuono o il genio della guerra sono rappresentati<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 92