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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
nella v<strong>it</strong>a reale. In tutti questi esempi si cancellano i confini<br />
tra arte e realtà, ma la continu<strong>it</strong>à dei due campi nelle<br />
opere d’arte dei tempi storici è una finzione nella finzione;<br />
mentre nella p<strong>it</strong>tura paleol<strong>it</strong>ica è un semplice<br />
fatto, e prova che l’arte è ancora tutta al servizio della<br />
v<strong>it</strong>a.<br />
Ogni altra spiegazione dell’arte paleol<strong>it</strong>ica – ad<br />
esempio la sua interpretazione come forma decorativa<br />
o espressiva – è insostenibile. Vi si oppone tutta una<br />
serie di indizi, e principalmente la posizione dei dipinti<br />
nelle caverne, spesso in angoli completamente nascosti,<br />
difficilmente accessibili, affatto oscuri, dove non<br />
avrebbero mai potuto servire come «decorazione». Vi<br />
contrasta anche la sovrapposizione delle p<strong>it</strong>ture, al<br />
modo di palinsesti, che distrugge ogni effetto decorativo,<br />
dove pure al p<strong>it</strong>tore non mancava certo lo spazio.<br />
Tale disposizione indica appunto che i dipinti non furono<br />
esegu<strong>it</strong>i per la gioia degli occhi, ma perseguivano uno<br />
scopo per cui importava ch’essi fossero collocati in certe<br />
caverne e in certe parti determinate di esse – evidentemente<br />
in luoghi particolarmente a<strong>da</strong>tti all’incantesimo.<br />
Non è possibile parlare di intento decorativo o di<br />
esigenza estetica di espressione e comunicazione, qui<br />
dove le p<strong>it</strong>ture venivano piuttosto celate che esposte.<br />
Come fu giustamente osservato, ci sono due motivi<br />
distinti, <strong>da</strong> cui derivano opere d’arte: alcune vengono<br />
create semplicemente per esistere, altre per esser vedute<br />
5 . L’arte religiosa, intesa soltanto a onorare Iddio, e,<br />
in grado maggiore o minore, ogni creazione in cui l’artista<br />
mira solo ad alleviare il proprio animo, ha in comune<br />
con l’arte magica dell’era paleol<strong>it</strong>ica il carattere<br />
segreto. L’artista paleol<strong>it</strong>ico, che mirava solo all’effetto<br />
magico, avrà tuttavia provato una certa soddisfazione<br />
estetica nel suo lavoro, anche se considerava la qual<strong>it</strong>à<br />
estetica solo come un mezzo. Il rapporto fra mimica<br />
e magia nelle <strong>da</strong>nze cultuali dei selvaggi riflette nel<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 9