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da Storia sociale dell'arte - Artleo.it

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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />

zione figurata non era, secondo la sua idea, che l’anticipazione<br />

dell’effetto desiderato; l’avvenimento reale<br />

doveva seguire il modello magico; o piuttosto esservi già<br />

contenuto, poiché le due cose erano separate soltanto <strong>da</strong>l<br />

mezzo, r<strong>it</strong>enuto inessenziale, dello spazio e del tempo.<br />

Non si trattava, dunque, di sost<strong>it</strong>uzioni simboliche, ma<br />

di vere azioni dirette ad uno scopo, atti reali che ottenevano<br />

effetti reali. Non il pensiero uccideva, non la<br />

fede operava il miracolo, ma l’azione effettiva, l’immagine<br />

concreta, realmente colp<strong>it</strong>a, aveva effetto magico.<br />

Quando l’uomo paleol<strong>it</strong>ico dipingeva un animale sulla<br />

roccia, si procurava un animale vero. Per lui il mondo<br />

delle finzioni e delle immagini, la sfera dell’arte e della<br />

pura im<strong>it</strong>azione, non significavano ancora un campo<br />

specifico, distinto e separato <strong>da</strong>lla realtà empirica; egli<br />

non confrontava ancora i due mondi, ma vedeva nell’uno<br />

l’immediata, integrale prosecuzione dell’altro. Il suo<br />

orientamento di fronte all’arte doveva esser simile a<br />

quello dell’indiano Sioux di Lévy-Brühl: egli diceva di<br />

aver visto uno studioso che eseguiva degli schizzi: – So<br />

che quest’uomo ha fatto nel suo libro molti dei nostri<br />

bisonti; c’ero, quando l’ha fatto; <strong>da</strong> allora non abbiamo<br />

piú bisonti 4 –. L’idea che la sfera dell’arte continui<br />

immediatamente la realtà comune non svanisce mai del<br />

tutto, anche se, piú tardi, prevarrà nell’arte la volontà<br />

di contrapporsi al mondo. La leggen<strong>da</strong> di Pigmalione,<br />

che s’innamora della statua <strong>da</strong> lui creata, ha origine <strong>da</strong><br />

questa mental<strong>it</strong>à. Testimonia di un orientamento simile<br />

il Cinese o il Giapponese che dipinge un ramo o un<br />

fiore, e il dipinto non vuol compendiare o idealizzare,<br />

esaltare o correggere la v<strong>it</strong>a, come le opere dell’arte<br />

occidentale, ma vuol essere semplicemente un ramoscello<br />

o un fiore di piú sull’albero della realtà. Trasmettono<br />

questa concezione anche gli aneddoti e le leggende<br />

sugli artisti, dove si narra che le figure di un quadro,<br />

varcando una porta, entrano nel paesaggio vero,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 8

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