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da Storia sociale dell'arte - Artleo.it

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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />

quindi, la coscienza di classe degli artisti – che, anche<br />

se la possedevano, non erano in grado di esprimerla –,<br />

né quella del pubblico, completamente in balía della<br />

corte, della nobiltà e del clero; ma soltanto, come si è<br />

detto, il tema proposto. Le scenette che mostrano operai,<br />

domestici e schiavi al lavoro quotidiano, e appartengono<br />

alla suppellettile funeraria dei notabili, sono<br />

trattate come naturalistici quadretti di genere; le statue<br />

degli dei, invece, anche quando servono alle esigenze piú<br />

modeste, non deviano <strong>da</strong>llo stile ufficiale dell’arte aulica.<br />

Piú volte, nel corso della storia dell’arte e della letteratura,<br />

vedremo che lo stile muta a secon<strong>da</strong> del soggetto.<br />

Cosí, in Shakespeare, i diversi modi della caratterizzazione<br />

– e precisamente il principio che lo induce<br />

a far parlare in prosa volgare i servi e i buffoni, in versi<br />

elaborati gli eroi e i gran signori – corrispondono a questa<br />

distinzione «egiziana» in funzione del tema. I personaggi<br />

di Shakespeare non parlano il linguaggio reale<br />

di ogni singola classe e professione, come le figure del<br />

dramma moderno, delineate tutte naturalisticamente,<br />

alta o bassa che sia la loro posizione <strong>sociale</strong>; ma i membri<br />

della classe dominante sono stilizzati e si esprimono<br />

in un linguaggio del tutto irreale; i popolani invece sono<br />

macchiette, e parlano l’idioma della stra<strong>da</strong>, delle osterie<br />

e delle officine.<br />

Heinrich Schäfer r<strong>it</strong>iene che il rispetto o la violazione<br />

del principio di frontal<strong>it</strong>à dipen<strong>da</strong> <strong>da</strong>l fatto se le<br />

figure sono quiete o in moto 27 . Benché, in complesso,<br />

questa osservazione sia giusta, non si può dimenticare<br />

che i re e i grandi vengono per lo piú raffigurati in quiete<br />

solenne, e la gente del popolo, invece, quasi sempre<br />

in moto e in faccende. D’altronde, i rappresentanti del<br />

ceto signorile appaiono di prospetto – e ciò invali<strong>da</strong> la<br />

teoria – anche quando agiscono, come nelle scene di battaglia<br />

e di caccia.<br />

È molto piú leg<strong>it</strong>timo parlare, di un’arte di provin-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 54

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