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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
quasi anormale. Appaiono i primi spunti del disegno<br />
prospettico, tentativi di composizioni un<strong>it</strong>arie di gruppo,<br />
un interesse piú vivo per il paesaggio, una certa preferenza<br />
per le descrizioni di genere, e – come conseguenza<br />
dell’ostil<strong>it</strong>à per l’antico stile monumentale – un<br />
gusto spiccato per le forme gentili e delicate dell’arte<br />
minore. Ora è sorprendente osservare come, nonostante<br />
tutte le innovazioni, quest’arte rimanga, in tutto e per<br />
tutto, arte aulica, cerimoniale e protocollare. Nei motivi<br />
si esprime un nuovo mondo, nelle fisionomie si riflette<br />
uno spir<strong>it</strong>o nuovo, una sensibil<strong>it</strong>à nuova: ma la frontal<strong>it</strong>à,<br />
la rappresentazione «integrante», i rapporti e le<br />
proporzioni determinati <strong>da</strong>l rango <strong>sociale</strong> delle figure, e<br />
in aperto contrasto con l’esperienza, sono – con quasi<br />
tutte le altre regole della correttezza formale – ancora in<br />
vigore.<br />
Abbiamo a che fare – nonostante la tendenza naturalistica<br />
dell’epoca – con un’arte che è ancora in tutto e<br />
per tutto arte di corte, e che fa pensare, sotto molti<br />
rispetti, al rococò, che, com’è noto, è anch’esso permeato<br />
di tendenze antiformalistiche, individualistiche,<br />
rivoluzionarie, e resta non pertanto un’arte interamente<br />
aulica, cerimoniale e convenzionale. Vediamo<br />
Amenhotep IV nel cerchio della sua famiglia, in scene e<br />
s<strong>it</strong>uazioni della v<strong>it</strong>a quotidiana, in una prossim<strong>it</strong>à e intim<strong>it</strong>à<br />
umana senza precedenti: ma egli si muove ancor<br />
sempre in piani squadrati, rivolge allo spettatore l’intera<br />
superficie del petto ed è grande il doppio dei comuni<br />
mortali; la rappresentazione è ancor sempre arte aristocratica,<br />
monumento regale, immagine ufficiale. Il<br />
monarca, è vero, non è piú raffigurato come un dio, libero<br />
<strong>da</strong> ogni scoria terrena, ma è ancor sempre soggetto<br />
all’etichetta di corte. C’è qualche esempio di figura che<br />
protende il braccio piú vicino allo spettatore, invece di<br />
quello piú lontano; troviamo <strong>da</strong>ppertutto mani e piedi<br />
anatomicamente piú corretti, giunture piú naturalmen-<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 50