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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
tendenza artistica di per sé piú libera, si pensi alla p<strong>it</strong>tura<br />
dell’Asia orientale, sotto molti riguardi piú vicina<br />
alla nostra concezione dell’arte, e che pure continua a<br />
vietare le ombre, come un effetto troppo brutale. E<br />
anche gli Egizi dovevano avere il senso che ogni tentativo<br />
d’ingannare lo spettatore ha in sé qualcosa di brutale<br />
e di volgare, e che i mezzi dell’arte astratta, stilizzatrice,<br />
rigorosamente formale, sono piú «nobili» degli<br />
effetti illusionistici del naturalismo.<br />
Fra tutti i principî formali razionalistici dell’arte<br />
dell’antico Oriente e specialmente dell’Eg<strong>it</strong>to, quello<br />
della frontal<strong>it</strong>à è il piú eminente e caratteristico. Con ciò<br />
noi intendiamo quel canone, scoperto <strong>da</strong> Julius Lange e<br />
Adolf Erman, per cui la figura umana, in qualunque<br />
posizione sia rappresentata, volge allo spettatore tutto<br />
il busto, che si potrebbe dividere, con una verticale, in<br />
due parti uguali. La disposizione assiale, che permette<br />
la piú ampia visione del corpo, tende evidentemente ad<br />
assicurare l’impressione piú chiara e piú semplice, onde<br />
impedire ogni malinteso o confusione, ogni occultamento<br />
degli elementi della figura. Ricondurre l’impostazione<br />
frontale a un’iniziale imperizia può, in una<br />
certa misura, essere giusto; ma l’ostinato attaccamento<br />
a questo tipo di rappresentazione anche in epoche stilistiche<br />
in cui non si può piú parlare di una lim<strong>it</strong>azione<br />
involontaria dei propos<strong>it</strong>i artistici, esige tutt’altra spiegazione.<br />
Nella rappresentazione frontale del busto è sottolineato<br />
il rapporto con lo spettatore. L’arte paleol<strong>it</strong>ica non<br />
conosce la posizione frontale, come non conosce pubblico<br />
di sorta; il suo naturalismo non è che un altro<br />
modo di ignorarlo. Invece l’arte dell’antico Oriente si<br />
rivolge direttamente a un soggetto recettivo; è un’arte<br />
di rappresentanza, che esige e tributa rispetto. Il suo<br />
rivolgersi allo spettatore è un atto di ossequio, di cortesia,<br />
di etichetta. Ogni arte aulica e celebrativa implica<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 46