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da Storia sociale dell'arte - Artleo.it

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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />

libero <strong>da</strong> forme e tipi tradizionali, di quel che non fosse<br />

l’antico geometrismo. Il noto – e spesso fin troppo sottolineato<br />

– tradizionalismo dell’antica arte orientale, la<br />

lentezza della sua evoluzione generale e la longev<strong>it</strong>à<br />

delle singole tendenze, ridussero, ma non eliminarono,<br />

l’effetto dinamico della v<strong>it</strong>a urbana. Poiché, se confrontiamo<br />

il corso dell’arte egiziana con quelle epoche<br />

in cui «tutte le ceramiche di un villaggio erano uguali»,<br />

e le singole fasi dell’evoluzione culturale dovevano essere<br />

calcolate in migliaia di anni, avvertiremo la presenza<br />

di fenomeni stilistici, la cui divers<strong>it</strong>à viene spesso trascurata<br />

a causa dei loro caratteri inconsueti e della conseguente<br />

difficoltà di distinguerli. Ma si falsa l’essenza<br />

di quest’arte quando si vuole dedurla <strong>da</strong> un unico principio<br />

e si trascura in essa la presenza e il contrasto di elementi<br />

statici e dinamici, conservatori e progressivi, formalistici<br />

e antiformalistici. Per intenderla esattamente,<br />

occorre sentire, dietro le rigide forme della tradizione,<br />

le forze vive dell’individualismo sperimentatore e del<br />

naturalismo espansivo; forze che scaturiscono <strong>da</strong>l sentimento<br />

c<strong>it</strong>tadino della v<strong>it</strong>a e dissolvono la stasi della<br />

civiltà neol<strong>it</strong>ica; ma questa impressione non deve indurci<br />

a sottovalutare lo spir<strong>it</strong>o d’inerzia nella storia dell’antico<br />

Oriente. Lo schematismo imperante nella civiltà<br />

rurale neol<strong>it</strong>ica continua ad operare, almeno nelle prime<br />

fasi dell’Oriente antico, e produce sempre nuove varianti<br />

degli antichi modelli; non solo, ma le forze sociali<br />

dominanti, anz<strong>it</strong>utto la monarchia e il clero, contribuiscono<br />

a mantenere intatti i rapporti esistenti e insieme<br />

a conservare quanto piú possibile immutate le forme tradizionali<br />

del culto e dell’arte.<br />

La costrizione cui deve sottostare il lavoro dell’artista<br />

è cosí inesorabile che, secondo le teorie dell’estetica<br />

liberale oggi in voga, dovrebbe frustrare senz’altro ogni<br />

schietta attiv<strong>it</strong>à spir<strong>it</strong>uale. Eppure, proprio qui nell’antico<br />

Oriente, sotto la piú dura oppressione, sorgono<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 33

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