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da Storia sociale dell'arte - Artleo.it

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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />

anche come tipo <strong>sociale</strong>, egli si ricollega ai sofisti. È letterato<br />

e filosofo, democratico e amico del popolo, pol<strong>it</strong>ico<br />

e riformatore; ma, come i suoi maestri, è senza<br />

classe, non ha radici sociali. Già nell’epoca delle tirannidi<br />

abbiamo incontrato poeti come Simonide, che eserc<strong>it</strong>avano<br />

la loro professione per lucro, vendevano i loro<br />

versi, conducevano una v<strong>it</strong>a raminga, senza una stabile<br />

posizione, trattati <strong>da</strong>i padroni come osp<strong>it</strong>i e serv<strong>it</strong>ori a<br />

un tempo; letterati di mestiere, ma ben lungi <strong>da</strong>l formare<br />

un ceto professionale indipendente. Non solo mancava<br />

uno strumento di diffusione delle loro opere corrispondente<br />

alla stampa, ma mancava altresí una doman<strong>da</strong><br />

diffusa di prodotti poetici che avrebbe potuto condurre<br />

a qualcosa come un mercato libero. Il numero<br />

degli interessati era cosí esiguo, che sarebbe stato assurdo<br />

pensare ad un’indipendenza economica dei poeti.<br />

Socialmente, i sofisti sono i successori diretti dei poeti<br />

dell’epoca delle tirannidi: sono anch’essi sempre in viaggio,<br />

conducono una esistenza irregolare, economicamente<br />

incerta; però non sono piú parass<strong>it</strong>i, non si rivolgono<br />

piú a un piccolo numero di protettori, ma a una<br />

cerchia di clienti relativamente vasta, impersonale e<br />

neutra. Non soltanto essi non appartengono ad una classe<br />

determinata, ma neppure vi aderiscono: gruppo <strong>sociale</strong><br />

senza precedenti. La loro filosofia è democratica, le<br />

loro simpatie vanno ai conculcati e agli oppressi, ma essi<br />

si gua<strong>da</strong>gnano la v<strong>it</strong>a insegnando alla gioventú nobile e<br />

facoltosa; i poveri non possono pagare né usufruire del<br />

loro insegnamento. Essi sono dunque i primi rappresentanti<br />

di quell’«intellighenzia fluttuante» 41 , socialmente<br />

apolide, perché non s’inserisce interamente nel<br />

quadro di nessuna classe, perché nessuna può accoglierla<br />

interamente in sé. In tutto il suo hab<strong>it</strong>us <strong>sociale</strong>, Euripide<br />

appartiene a questa intellighenzia libera e senza<br />

radici, continuamente oscillante fra le varie classi; socialmente,<br />

egli prova tutt’al piú delle simpatie, ma nessuna<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 109

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