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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
corsa al gua<strong>da</strong>gno, <strong>da</strong> cui nasceranno la concezione rinascimentale<br />
della natura, l’illuminismo del secolo xviii e<br />
il materialismo del xix. Il cap<strong>it</strong>alismo antico apre ai<br />
sofisti prospettive simili a quelle che il cap<strong>it</strong>alismo<br />
moderno apre ai loro successori.<br />
Nella secon<strong>da</strong> metà del secolo v, l’arte è sotto l’influsso<br />
delle stesse esperienze che determinano le idee dei<br />
sofisti; ma un movimento spir<strong>it</strong>uale come la sofistica, col<br />
suo stimolante umanesimo, non poteva non eserc<strong>it</strong>are un<br />
influsso diretto sulla visione degli artisti e dei poeti. E,<br />
nel secolo iv, non c’è genere artistico in cui non sia <strong>da</strong>to<br />
di avvertirlo. Ma dove meglio si rivela il nuovo spir<strong>it</strong>o<br />
è nel tipo atletico che, con Prass<strong>it</strong>ele e Lisippo, sost<strong>it</strong>uisce<br />
l’ideale virile di Policleto. L’Hermes e l’Apoxyomenos<br />
non hanno piú nulla di eroico, nulla di aristocraticamente<br />
rigido e sdegnoso, e sembrano <strong>da</strong>nzatori piú<br />
che atleti. Il loro spir<strong>it</strong>o si esprime in tutto l’atteggiamento,<br />
freme di v<strong>it</strong>a il loro corpo, i nervi vibrano sotto<br />
l’epidermide. Il loro aspetto reca i segni di quell’«irripetibil<strong>it</strong>à»<br />
che i sofisti osservano e sottolineano nei prodotti<br />
dello spir<strong>it</strong>o. Il loro essere è carico di dinamismo,<br />
pieno di forza latente e di movimento. Non permettono<br />
allo spettatore di fissarsi su una veduta, perché non<br />
obbediscono piú ad alcuna «veduta fon<strong>da</strong>mentale»; invece,<br />
accentuando l’incompiutezza e la provvisorietà dei<br />
singoli profili, lo costringono a mutare continuamente la<br />
propria posizione, facendo a poco a poco il giro della<br />
figura, fino a constatare la relativ<strong>it</strong>à di ogni profilo singolo.<br />
Ma anche questo non è che un parallelo della dottrina<br />
sofistica, secondo cui ogni ver<strong>it</strong>à, ogni norma, ogni<br />
valore ha una struttura prospettica e muta col mutare del<br />
punto di vista. Soltanto ora l’arte si scioglie <strong>da</strong>gli ultimi<br />
vincoli del geometrismo, e scompaiono le ultime tracce<br />
della frontal<strong>it</strong>à. L’Apoxyomenos è già tutto assorto in se<br />
stesso, nel proprio essere, e ignora lo spettatore. Nell’individualismo<br />
e nel relativismo dei sofisti, nell’illu-<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 106