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Arnold Hauser <strong>Storia</strong> <strong>sociale</strong> dell’arte<br />
viamo un vecchio con la pelle del ventre floscia e cascante,<br />
e un Lap<strong>it</strong>a <strong>da</strong>lla brutta faccia negroide. La scelta dei<br />
motivi non è piú esclusivamente dominata <strong>da</strong>l principio<br />
della kalokagathía. La p<strong>it</strong>tura vascolare dell’epoca si<br />
eserc<strong>it</strong>a nella prospettiva e negli scorci, e si libera anche<br />
degli ultimi resti del geometrismo e della frontal<strong>it</strong>à arcaica.<br />
Gli sforzi di Mirone si appuntano già a r<strong>it</strong>rarre il<br />
gesto vivace e spontaneo. Tutta la sua attenzione è rivolta<br />
al movimento, allo slancio improvviso, all’atteggiamento<br />
teso e dinamico. Egli cerca di fissare il moto fuggevole,<br />
l’impressione istantanea. Per rappresentare il<br />
discobolo, sceglie il momento piú labile, piú intenso, piú<br />
acuto: l’attimo precedente il lancio del disco. Qui, per<br />
la prima volta <strong>da</strong>ll’età paleol<strong>it</strong>ica, viene colto il valore<br />
del «momento pregnante». Comincia la storia dell’illusionismo<br />
occidentale, e finisce quella della rappresentazione<br />
ideale, concettuale, conforme a certe «vedute»<br />
fon<strong>da</strong>mentali. Siamo, in altri termini, in una fase in cui<br />
la forma, per quanto bella, equilibrata, decorativa, non<br />
basta piú a giustificare alcun fallo contro le leggi dell’esperienza.<br />
Le conquiste del naturalismo non s’inseriscono<br />
piú in un sistema di tradizioni immutabili; la rappresentazione<br />
dev’essere sempre e comunque fedele e<br />
sono le tradizioni a dover cedere, quando appaiono<br />
inconciliabili con la fedeltà della rappresentazione.<br />
La v<strong>it</strong>a è divenuta dinamica, sciolta, libera <strong>da</strong> rigide<br />
tradizioni e pregiudizi, come non mai dopo la fine<br />
dell’era paleol<strong>it</strong>ica. Sono cadute tutte le restrizioni esteriori<br />
e ist<strong>it</strong>uzionali della libertà individuale: non piú<br />
despoti, o tiranni; né clero ered<strong>it</strong>ario, né chiesa autonoma,<br />
né libri sacri; né dogmi rivelati; nessun esplic<strong>it</strong>o<br />
monopolio economico e nessuna lim<strong>it</strong>azione formale<br />
della libera concorrenza; tutto favorisce lo sviluppo di<br />
un’arte mon<strong>da</strong>na che, amante della v<strong>it</strong>a, apprezza l’attimo<br />
fuggente. Ma accanto a questa tendenza dinamica<br />
e progressiva agiscono ancora le antiche forze conser-<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte Einaudi 102