Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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colonizzazione micenea dell’Italia centro-meridionale, e non troiana! Tale colonizzazione<br />
“risalirebbe infatti ai coloni euboici, che avrebbero fatto coincidere le successive tappe del<br />
loro insediamento in Hesperìa con i punti di approdo di Odisseo” 206 ║Deiphobe Glauci<br />
Deifobe figlia di Glauco Questo era <strong>il</strong> nome della sib<strong>il</strong>la in <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, ma essa era anche nota<br />
con altri nomi. E’ tuttavia interessante la menzione di Glauco, poiché alcuni riferimenti<br />
mitologici che vanno sotto questo nome - e principalmente Glauco figlio di Minosse -<br />
rimandano chiaramente alla civ<strong>il</strong>tà cretese e quindi alla “antica madre”║septem mactare<br />
iuvencos…lectas de more bidentis uccidere sette giovenchi e sette bidenti scelte come da<br />
norma. Come ci ricorda Aulo Gellio (16, 6, 12) le “bidenti” erano generalmente pecore di<br />
due anni (bidentis sarebbe corruzione di biennes), con otto denti di cui due più sv<strong>il</strong>uppati,<br />
giunte a maturità e atte al sacrificio.║aditus centum, ostia centum cento anditi, cento porte<br />
L’antro della Sib<strong>il</strong>la, con le sue innumerevoli aperture è manifestamente identico al labirinto,<br />
con <strong>il</strong> suo intrico di vie. Forse <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ebbe notizia del carattere oracolare del labirinto di<br />
Cnosso║foliis tantum ne carmina manda soltanto, non affidare i tuoi carmi alle foglie<br />
Enea, grazie alla precedente raccomandazione di Eleno, prega la Sib<strong>il</strong>la di non profetare nella<br />
maniera abituale, che era quella di scrivere versi su foglie che venivano disperse dal vento,<br />
cosicchè nessuno era poi in grado di conoscerne <strong>il</strong> responso. 207 A nostro modesto parere,<br />
tuttavia, la scrittura su foglie sparse dal vento è del tutto simbolica (sono attestati i responsi<br />
su corteccia d’albero) e vuole indicare una serie di presagi predefiniti, scritti su corteccia,<br />
estratti a sorte║(*) via prima salutis…graia pandetur ab urbe l’aiuto più importante ti<br />
verrà da una città greca <strong>Il</strong> dio si riferisce all’aiuto fornito ad Enea dai greci arcadi di<br />
Pallanteo, <strong>il</strong> borgo che sorgeva sullo stesso sito della futura Roma. Come non vedere in ciò<br />
una cacozelica informazione virg<strong>il</strong>iana sul fatto che <strong>il</strong> luogo dove sorge Roma fu in realtà un<br />
arcaico fondaco ed emporio commerciale greco euboico se non pure miceneo?║Pauci pochi<br />
Coloro in grado di accedere alle regioni infernali sono solamente pochi uomini, o figli di dei<br />
o che per <strong>il</strong> valore delle loro imprese si sono guadagnati l’immortalità. La concezione<br />
tradizionale greco-romana del post mortem non garantiva, a differenza del cristianesimo,<br />
l’immortalità a tutti indiscriminatamente. La concezione dell’oltretomba virg<strong>il</strong>iano deriva da<br />
più antiche concezioni etrusche, greche e latine. Geograficamente, questa si appoggia alla<br />
tradizione magnogreca, che pone la sede dei trapassati nella zona vulcanica dei Campi Flegrei<br />
presso Napoli. I Greci ponevano uno degli ingressi dell’Ade in una zona dell’Epiro nota<br />
come Necromanteion; i Greci d’Italia, invece, causa la distanza delle nuove colonie dalla<br />
madrepatria, trovarono più consono idealizzare nella zona flegrea questo ingresso. Proprio<br />
nel periodo in cui <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> si accingeva a concepire <strong>il</strong> disegno dell’Eneide, era andato a<br />
soggiornare non lontano dalla stessa zona flegrea, quindi la conosceva molto bene e poteva<br />
avere appreso dagli abitanti locali particolari importanti sull’antica dislocazione dei luoghi.<br />
Quasi contemporaneamente <strong>il</strong> generale romano Vipsanio Agrippa stava “devastando” la zona<br />
con gigantesche opere idrauliche e di ingegneria navale per ingrandire l’allocamento della<br />
flotta romana, impegnata nella guerra contro la marina di Sesto Pompeo. In base a ciò<br />
importanti dettagli di geografia sacra andarono perduti. Non a caso, pare. Giusto Traina, che<br />
206 G. Vanotti: Riti oracolari a Cuma nella tradizione letteraria di IV e III secolo a.C. Sta in: vedi supra.<br />
207 “E’ già stato più volte segnalato <strong>il</strong> carattere tipicamente non greco delle forme di divinazione che<br />
priv<strong>il</strong>egiano le risorse della scrittura come sistema autonomo [cioè non come trasposizione del parlato] rispetto<br />
a quello dell’oralità (…) la caratteristica peculiare della divinazione dell’Italia antica è costituita dagli oracoli<br />
di tipo cleromantico mediante le sortes. Questo tipo di tecnica oracolare, attestata nelle culture latina, etrusca<br />
ed italica, trova come comune denominatore l’ut<strong>il</strong>izzazione della scrittura” (P. Poccetti: Scritture e forme<br />
oracolari nell’Italia antica. Sta in: vedi supra. A questo riguardo si può aggiungere che la stessa Eneide venne<br />
ut<strong>il</strong>izzata, già al tempo degli imperatori antonini e poi nel Medioevo, come testo sib<strong>il</strong>lino (sortes virg<strong>il</strong>ianae). La<br />
procedura consisteva nell’aprire a caso una pagina del poema e di trarre da essa indicazioni circa la domanda<br />
che era stata posta. I mestieranti poi ne ricavarono una serie completa di responsi scritti che sono in commercio<br />
– mutatis mutandis – ancor’oggi! (vedi Appendici)<br />
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