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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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mangiarsi le cosiddette mense 172 . Fatto, questo, che significherà anche <strong>il</strong> segno che <strong>il</strong> loro<br />

peregrinare sarà finito. Ad ogni modo qui <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ricopia sfacciatamente i versi 1250 e ssg.<br />

dell’Alessandra di Licofrone. Nell’anonimo scritto Origine del popolo romano (XI, 1) è<br />

invece Anchise che rammemora <strong>il</strong> fatto vaticinato da una profezia che gli aveva fatto<br />

Venere║E’ ancora Anchise (e non Enea) che decide della situazione, invocando la protezione<br />

dei numina magna “grandi numi” - cioè sempre quelli portati seco da Troia - e ordinando di<br />

levare gli ormeggi, avendo propizio <strong>il</strong> vento del Sud.║In successione gli Eneadi toccano le<br />

isole ionie di Zacinto, Cefalonia, Itaca e Leucade. L’isola di Zacynthos “Zacinto” (chiamata<br />

Zante dai Veneziani) venne colonizzata dall’omonimo eroe eponimo, figlio di Dardano 173 .<br />

Gli archeologi hanno stab<strong>il</strong>ito che i primi abitatori vennero dall’Arcadia (dalla città di<br />

Psophis) e ciò conferma l’origine arcade (o <strong>il</strong>lirica) e non italica di Dardano. Dal tempo della<br />

guerra di Troia fino alle imprese di F<strong>il</strong>ippo di Macedonia, circa 650 anni, l’isola mantenne<br />

una sua propria indipendenza, tanto che riuscì anche a dedurre – ma la notizia non è sicura -<br />

una colonia nella lontana Spagna: Zakantha (Sagunto). Dulichium “Dulichio” è l’antico nome<br />

dell’isola di Cefalonia; Same “Same” e Neritos “Nerito” due promontori che guardano <strong>il</strong><br />

Canale di Itaca, anche se <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, ingannando i traduttori/traditori, li cita come fossero isole.<br />

Leucatae “Leucade” (attuale Lefkàda), qui isola e promontorio allo stesso tempo, famosa per<br />

la rupe da cui si compivano sacrifici umani e <strong>il</strong> tempio di Apollo.║Actiaque <strong>il</strong>iacis<br />

celebramus litora ludis “sulle spiagge di Azio celebriamo i giochi troiani”. Azio è appena<br />

oltre l’isola di Leucade, all’imbocco del golfo di Ambracia (in <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> c’è una certa<br />

confusione geografica fra Leucade e Azio e fra due diversi templi di Apollo. Potrebbe essere<br />

una prova che non potè visitare direttamente i luoghi a causa della malattia che lo colse),<br />

nelle cui acque si svolse la celebre battaglia navale tra Augusto e Antonio e Cleopatra. E’<br />

evidente l’intenzione celebrativa di quella battaglia, quasi che <strong>il</strong> fatto che i troiani vi avessero<br />

compiuto dei giochi sacri avrebbe propiziato <strong>il</strong> felice esito dello scontro a favore di Augusto!<br />

In realtà feste e giochi in onore di Apollo si celebravano ad Azio già in epoca greca; Augusto<br />

però ingrandì <strong>il</strong> tempio del Dio e costruì, sulla sponda opposta, la città di Nicopoli (= della<br />

vittoria), istituendo allo stesso tempo dei giochi quadriennali, <strong>il</strong> 2 settembre, in ricordo della<br />

battaglia navale. Questi ludi vennero celebrati fino all’avvento del cristianesimo.<br />

L’imperatore Giuliano li ripristinò nel breve periodo del suo regno.║interea magnum sol<br />

circumvolvitur annum “intanto <strong>il</strong> sole aveva compiuto nel cielo un grande giro (magnum<br />

annum)”, era trascorso cioè un anno solare dalla partenza dalla Troade. Questo particolare ci<br />

permette di stab<strong>il</strong>ire - almeno nella poco credib<strong>il</strong>e cronologia virg<strong>il</strong>iana - che gli Eneadi erano<br />

rimasti nell’isola di Creta fino a metà Agosto, giungendo dopo alcuni giorni di viaggio ad<br />

Azio, salpando poi per l’Italia all’inizio della Primavera. Ma perché a Didone Enea raccontò<br />

di trovarsi per mare da sette anni?║di Helenum “Eleno” abbiamo già scritto che “è un<br />

trasparente pseudonimo per indicare la luna (Selene), cui ineriscono le facoltà profetiche.<br />

Eleno profetizzava scrutando <strong>il</strong> volo degli uccelli” (come pare avvenisse a Dodona). Enea<br />

qui, nel chiedergli un vaticinio sui futuri percorsi, lo definisce “vate”, “interprete degli Dei,<br />

che intende la potenza di Febo, i tripodi e i lauri di Claros 174 e le stelle, nonché i linguaggi<br />

dei volat<strong>il</strong>i e i significati dei loro voli augurali”. Alla caduta di Troia seguì <strong>il</strong> figlio di<br />

Ach<strong>il</strong>le, l’acheo Pirro, divenendone fidato consigliere, tanto che quando l’epirota volle<br />

cambiare moglie, abbandonando quella Andromaca moglie di Ettore che aveva condotto<br />

prigioniera, la ebbe in sorte, assieme alla tutela del figlio avuto con lei, Molosso. Morto poi<br />

172<br />

Le mensae erano una specie di sottopiatti vegetali, quasi delle grezze piadine, sulle quali venivano adagiati i<br />

cibi veri e propri. Molto spesso si trattava di semplici foglie. Dionisio di Alicarnasso nel caso di Enea parla<br />

proprio di foglie di sedano.<br />

173<br />

Zacinto non va confuso con un altro eroe, <strong>il</strong> famoso Giacinto amato da Apollo.<br />

174<br />

Città della Ionia (Turchia) famosa per un santuario oracolare di Apollo, tuttavia sorto su una preesistente sede<br />

dionisiaca.<br />

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