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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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orgiastica, Anchise era venerato ed a lui erano consacrati santuari nel luogo dove sarebbe<br />

morto. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> lo fa morire a Drepano (Trapani) e sepolto a Segesta nei pressi del monte<br />

Erice, non a caso sede di un santuario in cui si praticava la prostituzione sacra. Su tale località<br />

vedi Appendici.║Deiphobi “Deifobo” era uno dei fratelli, <strong>il</strong> preferito, di Ettore. Dopo la<br />

morte dell’altro fratello Paride, sposò Elena seguendo in ciò un’antica tradizione, conosciuta<br />

anche dagli Ebrei, in base alla quale <strong>il</strong> fratello del defunto doveva sposare o accogliere in<br />

casa la vedova. Elena però non gradì, tanto che avrebbe aperto le porte di casa agli achei<br />

Odisseo e Menelao che lo uccisero miserevolmente, così come Deifobo stesso racconterà ad<br />

Enea negli Inferi║(*) Ripheus “Rifeo” non sarebbe passato alla storia se Dante Alighieri non<br />

avesse voluto porlo nel Paradiso tra i cinque spiriti che formano l’occhio dell’aqu<strong>il</strong>a nel Cielo<br />

dei Giusti. La “colpa” è però dell’antico commentatore pagano di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, Servio, che voleva<br />

salvare <strong>il</strong> Mantovano dall’accusa di ateismo. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> infatti, commentando più avanti le<br />

morti di Rifeo e di Panto, inserì quasi a caso una frase nella quale faceva capire che gli Dei<br />

non proteggono se non per loro capriccio, che si può morire di malamorte e immeritatamente<br />

anche se si è <strong>il</strong> più pio degli uomini 153 , come pare fosse Rifeo. Questa frasetta messa lì en<br />

passant è uno di quegli altri punti in cui si potrebbe rintracciare un occulto tentativo<br />

virg<strong>il</strong>iano di criticare la teologia augustea (del resto <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> era epicureo), a favore di chi<br />

sapeva leggere tra le righe! Uno studioso cattolico ha tentato di ignorare questo verso<br />

parlando di una concezione metafisica maturata nel tempo, la quale riuscì a riconoscere un<br />

monoteismo di fondo: “Siamo quindi indotti a pensare che tra gli ‘anni di Mecenate’ e gli<br />

‘anni di Augusto’ <strong>il</strong> poeta ebbe, in un’epoca che ci riserviamo di determinare,<br />

un’<strong>il</strong>luminazione tale da modificarne profondamente <strong>il</strong> pensiero. Rinunciando al dogma<br />

epicureo del puro meccanicismo – <strong>il</strong> grande gioco delle combinazioni eseguito, per secoli<br />

senza fine, dalle particelle (atomi) di cui è formata la materia, cozzando e vibrando<br />

all’interno di corpi composti secondo un ritmo caratteristico di ogni natura, senza che mai<br />

intervenga alcuna intelligenza, alcuno sprazzo di coscienza, alcuna volontà divina a<br />

introdurre la benchè minima finalità – <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> giunse ad ammettere l’intervento di forze<br />

trascendenti nella guida dell’universo. Inizialmente, l’essenziale del suo pensiero non ne<br />

venne modificato; ma questo fu l’avvio dell’evoluzione che risulta del tutto evidente solo<br />

nell’Eneide”. 154 In realtà questa interpretazione è una forzatura di alcuni passi virg<strong>il</strong>iani delle<br />

Georgiche nelle quali <strong>il</strong> poeta riconosce, politeisticamente, che esiste una legge di natura che<br />

regola <strong>il</strong> mondo animale; da qui ad estrarne una dottrina metafisica ce ne passa! Come ben<br />

disse Servio, <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> vuole/deve solo esaltare (laudare) Augusto, e quindi necessariamente<br />

deve far sboccare <strong>il</strong> tema della pietas in uno scenario metafisico. I versi connessi a Rifeo e<br />

Panto stanno dunque lì a manifestare la vera idealità di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>.║Orco “Orco”, nome latino<br />

dell’Oltretomba che a volte designava lo stesso re degli inferi. <strong>Il</strong> nome forse deriva da<br />

“Forco”, Dio pre-greco delle profondità marine. Gli Dei maschi pre-greci del mare divennero,<br />

in seguito all’invasione achea, Dei degli inferi o “Vecchi del Mare”║Aiax “Aiace”, figlio di<br />

Telamone, è assieme ad Ach<strong>il</strong>le l’esempio caratteristico di guerriero ottuso e brutale. Si<br />

suiciderà per una sciocchezza, un motivo legato al codice d’onore guerriero. Da non<br />

confondersi con Aiace figlio di O<strong>il</strong>eo, citato nel precedente Libro. Quest’ultimo fu colui che<br />

rapì la sacerdotessa Cassandra (l’avrebbe anche violentata) e sottrasse <strong>il</strong> Palladio. La città<br />

magnogreca di Locri, aveva la secolare tradizione di inviare al tempio di Atena troiana due<br />

vergine destinate al culto, quale espiazione dell’empietà di questo Aiace. Forse un oscuro<br />

retaggio di un episodio di ieropornìa║Nereus “Nereo” divinità pre-olimpica del mare placido<br />

e tranqu<strong>il</strong>lo, analoga a Proteo e ad altri “Vecchi del Mare”, per quanto qui <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> lo descriva<br />

153 v.426-8: “cadde Rifèo, ch'era ne' Teucri un lume / di bontà, di giustizia e d'equitate /(cosí a Dio piacque); ed<br />

Ipane e Dimante / caddero anch'essi; e questi, ohimè! trafitti /per le man pur de' nostri. E tu, pietoso / Panto,<br />

cadesti; e la tua gran pietate, / e l'ínfola santissima d'Apollo / in ciò nulla ti valse.”<br />

154 P. Grimal: VIRGILIO p.134. Rusconi, M<strong>il</strong>ano1986.<br />

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