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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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E’ di scarsa importanza sapere se <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> decise di dar vita all’Eneide autonomamente;<br />

traccia di ciò vi sarebbe in un componimento precedente. Sta di fatto che <strong>il</strong> poema venne<br />

accettato e “dettato” al poeta mantovano personalmente da Ottaviano Augusto (lo stesso fece<br />

col poeta Orazio), allo scopo di propagandare <strong>il</strong> nuovo corso ideologico che l’erede adottivo<br />

di Cesare stava instaurando nel Mediterraneo. Col metro odierno l’operazione appare poco<br />

efficace, ma non se si considera che all’epoca un componimento scritto da un poeta aveva<br />

una forza travolgente, equivalente all’assommarsi dei vari mezzi di comunicazione di massa<br />

contemporanei.<br />

Da tempo le famiglie nob<strong>il</strong>i (patrizie e plebee) di Roma avevano cercato di abbinare al<br />

predominio economico e politico una veste che desse lustro in termini di celebrità spirituale<br />

ad una grandezza che altrimenti avrebbe denunciato tutta la sua opaca, anche se industriosa,<br />

materialità. Per fare ciò dovevano seguire un percorso obbligato, poiché allora parlare di<br />

eccellenza spirituale e umana voleva dire parlare di Grecia. Queste famiglie dunque si<br />

ricollegarono agli antichi racconti dei primi navigatori micenei giunti in Italia e ne<br />

deformarono alcuni particolari per adattarli alle proprie necessità 10 . “Nel corso dei secoli<br />

Roma aveva accumulato gloria m<strong>il</strong>itare sufficiente a non farle avvertire <strong>il</strong> bisogno di<br />

conquistarne altra. Vi erano però glorie diverse, acquisib<strong>il</strong>i solo nella pace: la gloria della<br />

bellezza, in ogni sua forma”. 11<br />

<strong>Il</strong> gruppo gent<strong>il</strong>izio cui apparteneva Ottaviano Augusto, la stirpe giulia, era stato fatto<br />

derivare dalla Dea greca Afrodite (unicamente nel suo aspetto di “genitrice” poiché i suoi<br />

canoni mal si adattavano alla rude moralità romulea… come era già avvenuto per la Magna<br />

Mater di Pessinunte) e, più umanamente, dal figlio che essa ebbe con <strong>il</strong> troiano Anchise.<br />

Trattandosi del gruppo che deteneva già con Giulio Cesare <strong>il</strong> vertice del potere, anche<br />

l’insieme del popolo romano venne fatto partecipe della stessa ascendenza: i Troiani. Fin qui<br />

le cose poco prima della stesura dell’Eneide. Ma la manipolazione più grossa era stata<br />

escogitata già con l’Alessandra di Licofrone, per giustificare le mire espansionistiche verso<br />

Oriente dello stato romano, e quindi ripresa da Augusto. Così si volle che l’antenato di una<br />

componente del popolo troiano, un certo Dardano, fosse partito dalla presunta natia Corito in<br />

Italia prima di dar vita alla schiatta troiana. Veniva deliberatamente stravolto <strong>il</strong> mito<br />

originario di Dardano, che era <strong>il</strong>lirico 12 . <strong>Il</strong> presunto ritorno 13 dardanide di Enea in Italia,<br />

veniva quindi giustificato e idealizzato ed ora che i suoi discendenti erano divenuti una grossa<br />

potenza potevano ben rivendicare <strong>il</strong> possesso degli antichi domini. In più Augusto che,<br />

almeno nella vita pubblica, era uno strenuo difensore della prisca morale romulea, volle che<br />

nell’Eneide comparissero tutti quei valori morali e religiosi con i quali stava uniformando<br />

10 Secondo Georges Duméz<strong>il</strong> (LA RELIGIONE ROMANA ARCAICA, p.392, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 1977) ciò<br />

avvenne tra <strong>il</strong> 380 e <strong>il</strong> 270 a.C.: “Giunta ormai a grande potenza, Roma si creava un passato. Le influenze<br />

greche sono manifeste nei particolari del lavoro degli eruditi, soprattutto nel passato che doveva procurare alla<br />

loro città delle patenti di nob<strong>il</strong>tà adeguate all’attuale supremazia, i pre-annalisti attribuirono speciale<br />

importanza a racconti che, almeno in parte, esistevano già e consentivano di collegare alle grandi favole<br />

greche l’origine del popolo romano (…) Si discuterà ancora a lungo sull’origine della carriera italica, poi<br />

romana, del pio Enea. Una recente ipotesi, più verosim<strong>il</strong>e di altre, attribuisce agli abitanti della Focide l’onore<br />

d’aver introdotto in Italia la figura dell’eroe, che sembra sia stata accolta dapprima dagli etruschi”.<br />

11 P. Grimal: VIRGILIO, p.103. Rusconi, M<strong>il</strong>ano 1986. La stessa operazione era stata già compiuta per loro<br />

conto dagli Etruschi i quali, che fossero o non fossero derivati dal mondo egeo, erano affetti da una vera e<br />

propria grecomania, pur combattuti aspramente dagli stessi Greci.<br />

12 J. W<strong>il</strong>kes: GLI ILLIRI Ecig, Genova 1998.<br />

13 “<strong>Il</strong> viaggio dell’eroe troiano è l’altro grande nostos occidentale e legittimamente magnogreco” (G.D. Massaro:<br />

Itinerari e viaggi marittimi in Magna Grecia. Sta in: IDEA E REALTÀ DEL VIAGGIO - <strong>Il</strong> viaggio nel mondo<br />

antico, p.146. Ecig, Geova 1991)<br />

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