Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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corte dei Feaci 136 . Infine, l’idea del cavallo non fu di Odisseo, come comunemente si crede,<br />
ma di Calcante.║Palladis “Pallade”, epiteto di Atena vergine (innupta) che abbiamo già<br />
spiegato in precedenza. Ad essa i Greci “fingono di consacrare come voto per <strong>il</strong> ritorno” un<br />
cavallo. Da ciò si evincerebbe che l’Atena troiana sia proprio una divinità fallica e<br />
tellurica.║Tenedos “Tenedo” è l’attuale isoletta turca di Bozcaada, a 8 Km dalla costa<br />
troiana. La località, che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> scrive fosse all’epoca di Priamo “famosissima”,<br />
probab<strong>il</strong>mente perché scalo mercant<strong>il</strong>e sulla via dei Dardanelli, dopo le razzie della flotta<br />
persiana perse ogni importanza, tanto che Enea in <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> la definisce “semplice approdo<br />
infido alle navi” (fose a causa dei venti). Secondo una testimonianza di Evelpide di Caristo,<br />
citato da Porfirio, sull’isola di Tenedo, in epoca pre-classica si facevano sacrifici umani,<br />
probab<strong>il</strong>mente di naufraghi, a giudicare dall’appellativo anthroporraistes che i sacrificanti<br />
davano al loro Dioniso. Claudio Eliano riferisce di un sacrificio che anch’esso rievoca antichi<br />
rituali di vittime umane. Si sacrificavano vitellini appena partoriti dopo avergli fatto<br />
indossare dei calzari; un evidente allusione a precedenti sacrifici umani di bambini.<br />
Nell’Alessandra di Licofrone l’eroe Palemone (Melicerte) veniva onorato nell’isola con<br />
l’appellativo di brephochtònos (uccisore di bambini). Erodoto (VI, 31) descrive <strong>il</strong> metodo<br />
usato dai Persiani a Tenedo, Lesbo e Chio per deportarne la popolazione al completo: “la<br />
retata si svolge in questo modo: tutti i soldati, tenendosi l’un l’altro per mano, a cominciare<br />
dalla costa settentrionale, penetrano nell’interno, giungendo fino alla costa meridionale:<br />
attraversano, quindi, l’isola tutta quanta, rastrellandone gli abitanti”. Attualmente è nota come<br />
la produttrice di uno dei migliori vini…“turchi”║Priami ”Priamo” ultimo re di Troia, a<br />
meno di non dar credito a quei racconti che vogliono che sulla città, dopo <strong>il</strong> sacco degli Achei<br />
regnarono Antenore o Enea o Ascanio. <strong>Il</strong> suo vero nome era Podarce (“piè veloce”), forse con<br />
una reminiscenza fallica. Da giovane aveva combattuto contro le Amazzoni che, in seguito,<br />
accorreranno in sua difesa contro gli Achei. La figura di Priamo riecheggia quella<br />
tradizionale del Re protomediterraneo che governa a fianco 137 di una Signora divina (Potnia),<br />
impersonata nel racconto omerico da Pallade Atena. La sua funzione è quella di fecondo<br />
dispensatore della vita. <strong>Il</strong> suo nome – in realtà un epiteto - è curiosamente sim<strong>il</strong>e a quello di<br />
un Dio fallico originario della zona: Priapo di Lampsaco 138 e non a caso è genitore di ben 50<br />
figli e figlie. Un altro Re della costa asiatica dell’Egeo, Mida, era noto per le sue<br />
caratteristiche falliche (orecchie d’asino).║Ach<strong>il</strong>les “Ach<strong>il</strong>le”: l’<strong>Il</strong>iade o saga di Ach<strong>il</strong>le si<br />
caratterizza come poema che ruota attorno a questo personaggio, duce indoeuropeo con tratti<br />
pelasgici, e al suo “rancore”, impropriamente tradotto con “ira” come giustamente ha<br />
osservato <strong>il</strong> Latacz. Rancore, se non pure capriccio, causatogli dalla sottrazione di una bella<br />
schiava di guerra 139 . Un poema su Ach<strong>il</strong>le (Ach<strong>il</strong>leide), incompiuto per la morte dell’autore,<br />
136<br />
Questo accenno dimostrerebbe che Omero si è limitato proprio a descrivere l’<strong>Il</strong>iade come una saga di Ach<strong>il</strong>le<br />
e non come un resoconto completo delle vicende di Troia; e dimostra, inoltre, che quest’ultime erano l’oggetto<br />
di un vero e proprio epos tramandato oralmente.<br />
137<br />
Ciò non escludeva <strong>il</strong> concubinaggio, anzi quest’ultimo era visto come un necessario complemento<br />
dell’Unione.<br />
138<br />
Forse ‘Priapo’ è una variante di ‘Priamo’ e quindi <strong>il</strong> Dio ed <strong>il</strong> re di Troia sarebbero in realtà una sola cosa.<br />
139<br />
L’<strong>Il</strong>iade è solo uno dei tanti relitti della tradizione orale declamata da antichi vati e cantori, giunto a noi in<br />
forma sicuramente non originale. Si riconnette a tutta una serie di saghe che celebravano antichissime epopee ed<br />
eventi mitico-religiosi. “Anche per <strong>il</strong> mito di Troia non è più identificab<strong>il</strong>e la versione originaria. Non lo era<br />
sicuramente già più ai tempi di Omero” (J. Latacz: OMERO p.82. Laterza, Bari 1998). In queste saghe un ruolo<br />
di r<strong>il</strong>ievo lo svolgeva la figura misteriosa di Elena: “Si tende a dimenticare che i vari Achei accampati sotto le<br />
mura di <strong>Il</strong>io erano stati tutti proci di Elena…” (M. Tasinato: ELENA, VELENOSA BELLEZZA Mimesis,<br />
M<strong>il</strong>ano 1990), stab<strong>il</strong>endo così un interessante precedente con la successiva vicenda di Penelope nell’Odissea.<br />
Proclo ha invece riassunto e tramandato la serie degli autori post-omerici che hanno trattato <strong>il</strong> ciclo troiano:<br />
Arctino di M<strong>il</strong>eto - vissuto nell’VIII o nel VII secolo a.C., fu autore dell’Etiopide, in cinque libri, che narrava<br />
una “saga di Memnone”, ucciso da Ach<strong>il</strong>le a Troia, e dell’<strong>Il</strong>iu Persis (Caduta di Troia). – Stasino di Cipro -<br />
Scrisse i Canti Ciprii in undici libri che narravano gli avvenimenti precedenti quelli narrati nell’<strong>Il</strong>iade di Omero.<br />
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