Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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LIBRO SECONDO - “La caduta di Troia”<br />
(1-804)<br />
1<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> rievoca, a beneficio di Didone e della sua corte, le vicende della caduta di Troia.<br />
Questo secondo libro risalta rispetto al precedente per la maggiore forza emotiva che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong><br />
conferisce ad alcuni episodi, quali quello di Sinone, le stragi alla corte di Priamo e la<br />
scomparsa di Creusa; episodi che gli hanno conferito una meritata immortalità come poeta.<br />
Per comprendere ciò bisogna chiudere gli occhi e pensare ai tempi in cui l’Eneide veniva<br />
recitata nel s<strong>il</strong>enzio di un mondo non ancora tecnologizzato e moderno, in cui i fatti mitici<br />
avevano un’eco nell’animo delle persone che oggi diffic<strong>il</strong>mente si riesce a concepire. Lo<br />
stesso imperatore Giuliano ebbe dalla lettura dei poemi omerici, recitatigli giovinetto dal<br />
precettore Mardonio, un impulso determinante per <strong>il</strong> suo tentativo di riscossa pagana (vedi<br />
Appendici). Con l’animo ancora in pena Enea rievoca alla corte di Didone le vicende che<br />
portarono alla conquista di Troia da parte degli Achei. Quest’ultimi, esausti da un assedio<br />
decennale, decisero di ricorrere ad un inganno per avere ragione della resistenza dei Troiani.<br />
Costruirono un gigantesco cavallo di legno al cui interno nascosero uno scelto manipolo di<br />
armati, abbandonandolo sulla riva del mare. Dopodichè si reimbarcarono e si nascosero nella<br />
vicina isola di Tenedo. Fecero anche sì che uno di loro, Sinone, si facesse catturare per<br />
raccontare una storia fittizia onde indurre i Troiani a far entrare <strong>il</strong> cavallo all’interno della<br />
città. Così avvenne, nonostante alcuni pareri avversi. Giunta la notte e r<strong>il</strong>assatisi i Troiani per<br />
i festeggiamenti della creduta ritirata achea, Sinone aprì la botola del cavallo facendone<br />
uscire gli uomini; questi a loro volta aggredirono <strong>il</strong> corpo di guardia alle porte della città<br />
permettendo l’ingresso dell’esercito acheo che, col favore delle tenebre, aveva riguadagnato<br />
le posizioni. Cominciò così la conquista e la strage della popolazione. In tale frangente <strong>il</strong><br />
defunto Ettore si manifestò nel sonno ad Enea, informandolo della situazione ed invitandolo a<br />
fuggire. <strong>Il</strong> duce troiano, afflitto, decide invece di immolarsi nei combattimenti in corso (dove<br />
ha modo di assistere alla carneficina della famiglia reale) e, mentre cerca a sua volta di<br />
uccidere Elena per vendicare Troia, un’apparizione della madre, la Dea Venere, lo distrae da<br />
entrambi i propositi, inducendolo a salvarsi assieme ai fam<strong>il</strong>iari e portando via con sé gli “Dei<br />
patrii”. Un ulteriore prodigio conferma Enea e i suoi nella fuga, che si salvano uscendo oltre<br />
le mura. Tuttavia la moglie di Enea, Creusa, nello scompiglio si è persa ed <strong>il</strong> troiano ritorna<br />
da solo sui suoi passi cercandola disperatamente. Creusa alfine gli appare, ma come<br />
immagine spettrale, e lo informa che non è più viva per volontà di Giove, in quanto una<br />
nuova sposa e un nuovo regno gli sono destinati al termine del lungo es<strong>il</strong>io che si accingerà a<br />
vivere di lì a poco. Uscito di nuovo dalla città, Enea trova i suoi a cui si sono aggiunti nuovi<br />
profughi e con essi si allontana da Troia, cercando ricovero sulle montagne.<br />
2<br />
<strong>Il</strong> secondo libro, narrando o meglio riassumendo in buona sostanza l’<strong>Il</strong>iade omerica, non<br />
contiene elementi particolarmente interessanti dal punto di vista delle cacozelie. Una però c’è<br />
ed è di notevole significato. Proprio nel libro in cui si deve evidenziare la pietas di Enea nei<br />
confronti delle superne volontà, <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> inserisce una specie di battuta a riguardo di Rifeo e<br />
di Panto, dove afferma che la devozione e le bende di Apollo non valgono a preservare la<br />
propria vita. Da parte nostra abbiamo fornito alcuni dettagli curiosi o poco noti circa le<br />
vicende della guerra di Troia.<br />
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