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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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l’incongruenza bensì ammettendola e associando <strong>il</strong> dono dello scettro <strong>il</strong>ionaeo con quello che<br />

Enea donerà a re Latino, spiegando come se <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> avesse voluto “adombrare i due retaggi<br />

e le due opzioni fatidiche entro cui è osc<strong>il</strong>lata la tradizione romana dalle più remote origini”<br />

(cit. p.312) 131 . In quest’ottica Didone intravede la possib<strong>il</strong>ità di unire al suo dominio su<br />

Cartagine anche i “diritti” sul mondo greco… che invece proprio Augusto voleva avocare a<br />

sé tramite la rielaborazione del mito eneadico. Didone è Cleopatra! Ribaltare almeno<br />

miticamente l’esito della battaglia di Azio e dare all’Egitto <strong>il</strong> dominio sull’Occidente. La<br />

volontà di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, vistosi moribondo, di far bruciare l’Eneide acquista quindi un altro<br />

sapore: non più eliminare un’opera perché non ancora ritoccata nei suoi ultimi dettagli (e in<br />

effetti tale motivazione è ben poco credib<strong>il</strong>e), ma eliminarla per togliere ad Augusto la base<br />

ideologica e mitica del suo potere. <strong>Il</strong> doppio senso virg<strong>il</strong>iano assumerebbe in questo contesto<br />

<strong>il</strong> sapore di una tremenda pugnalata alle spalle.║Cupido, la forza dell’Eros, è l’essenza stessa<br />

della Dea Venere e per questo essa chiama <strong>il</strong> piccolo Dio: meae vires, mea magna potentia<br />

solus mia forza, mia unica grande potenza”.║<strong>Il</strong> potere di Cupido – ed è forse questa una<br />

reminiscenza orfica - è superiore anche alle saette di Giove, che qui son dette tela typhoea<br />

dardi tifei in ricordo della lotta che vide vincitore Giove sul dio pre-indoeuropeo Tifeo o<br />

Tifone.║amaracus “amaraco” o sampsuco è la nostra maggiorana. L’amaraco è pianta sacra<br />

alla Dea, stanti le sue signaturae: delicato di aspetto (mollis) e promanante un effluvio<br />

calmante e seducente. Esiste anche un Amaracus Dictamnus che non è altro che <strong>il</strong> Dittamo di<br />

Creta, pianta che vanta una forte tradizione come afrodisiaco. Tuttavia <strong>il</strong> suo odore non è<br />

gradevole come la maggiorana 132 .║la pateram patera è <strong>il</strong> tipico recipiente, basso e svasato,<br />

usato per compiere le libagioni. In origine l’usanza di bere vino in gruppo aveva peraltro uno<br />

scopo divinatorio o entusiastico. La libazione si effettuava con diversi generi di liquidi che<br />

venivano versati su altari, mense ma anche sul terreno o nell’acqua o, nei sacrifici cruenti, sul<br />

capo degli animali. Questa pratica era compiuta dagli Antichi più volte nel corso della<br />

giornata, allorchè si riteneva che ci fosse un motivo per compierla, e si può dire che fosse <strong>il</strong><br />

corrispettivo della pratica cristiana del recitare preghiere. La libazione era soggetta a precise<br />

norme: alle divinità infernali, alle Ninfe, al Sole, alla Luna e alle Muse si libava generalmente<br />

pura acqua di fonte; alle altre latte, miele, vino e sangue oppure una mescolanza di<br />

elementi.║<strong>Il</strong> personaggio cartaginese Bitiae Bizia, che Servio identifica come capo della<br />

flotta cartaginese, è assiso a fianco di Didone e beve dalla sua coppa. Questo particolare<br />

rende giustizia alla storia, poiché la figura di Didone è stata falsata da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. Le colonie<br />

fenicie non furono mai rette da sovrani autonomi – men che mai donne – ma da suffeti cioè da<br />

funzionari che, almeno simbolicamente, dipendevano dalle Città-madri, cui versavano un<br />

tributo annuale. Bizia e gli altri principi erano i veri capi di Cartagine.║La costellazione delle<br />

pluvias Hyadas Iadi piovose appariva in cielo tra <strong>il</strong> 16 Maggio e <strong>il</strong> 9 Giugno e, tramontando<br />

tra <strong>il</strong> 2 e <strong>il</strong> 7 Novembre, segnava l’inizio della cattiva stagione.║Nel racconto virg<strong>il</strong>iano è la<br />

septima aestas settima estate che gli Eneadi stanno peregrinando in cerca del Lazio. Questa<br />

affermazione non collima con <strong>il</strong> successivo racconto che Enea fa a Didone della sua partenza<br />

da Troia fino al seppellimento di Anchise a Drepano. Si può comunque congetturare che<br />

<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> abbia voluto dare al racconto una successione cronologica molto schematica.<br />

Secondo Dionisio di Alicarnasso, invece, Enea avrebbe raggiunto la terra designata dal<br />

Destino “al compimento del secondo anno dopo la presa di Troia” (I, 63). Enea computa per<br />

estati anziché per anni in quanto nel mondo antico la navigazione avveniva nella stagione<br />

estiva cioè da Maggio a Novembre, mentre in quella invernale le navi venivano tirate in secco<br />

e i marinai svernavano sul posto dove si erano fermati.<br />

131 In realtà <strong>il</strong> dono fatto a Latino si pone, come vedremo, sullo stesso piano del dono fatto a Didone!<br />

132 Cfr. anche la nostra nota sul dittamo al Libro XII<br />

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